Autore Karel Kryl
Divný kníže
[1969]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Rakovina
Sono passati più di 50 anni da quando Karel Kryl scrisse questa canzone, e il mondo continua a essere pieno di personaggi a cui si potrebbe dedicare...
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Rakovina
Sono passati più di 50 anni da quando Karel Kryl scrisse questa canzone, e il mondo continua a essere pieno di personaggi a cui si potrebbe dedicare...
Jel krajem divný kníže
(continua)
(continua)
inviata da Stanislava 29/11/2022 - 18:12
Podivná ruleta
[1969]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Bratříčku, zavírej vrátka
Con l'album di Karel Kryl, Bratříčku, zavírej vrátka (“Chiudi il cancello, fratellino”) abbiamo avuto più volte a che fare in questo sito. Non poteva essere altrimenti: si tratta di un album di canzoni fondamentali non solo per la storia artistica e umana dell'autore e della canzone in lingua ceca, ma anche -mi azzardo a dire- per la Storia in sé dell'allora Cecoslovacchia. Le canzoni dell'album furono scritte tra il 1967 e il 1968: che cosa sia stato quel periodo in Cecoslovacchia non è necessario dirlo. Qualche canzone (ad esempio questa) fu scritta dopo il fraterno aiuto sovietico del 21 agosto 1968 -da qui il provocatorio titolo dell'album, un neanche tanto velato invito a levarsi dalle scatole, che fu pubblicato nel marzo del 1969 (due mesi dopo il gesto... (continua)
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Bratříčku, zavírej vrátka
Con l'album di Karel Kryl, Bratříčku, zavírej vrátka (“Chiudi il cancello, fratellino”) abbiamo avuto più volte a che fare in questo sito. Non poteva essere altrimenti: si tratta di un album di canzoni fondamentali non solo per la storia artistica e umana dell'autore e della canzone in lingua ceca, ma anche -mi azzardo a dire- per la Storia in sé dell'allora Cecoslovacchia. Le canzoni dell'album furono scritte tra il 1967 e il 1968: che cosa sia stato quel periodo in Cecoslovacchia non è necessario dirlo. Qualche canzone (ad esempio questa) fu scritta dopo il fraterno aiuto sovietico del 21 agosto 1968 -da qui il provocatorio titolo dell'album, un neanche tanto velato invito a levarsi dalle scatole, che fu pubblicato nel marzo del 1969 (due mesi dopo il gesto... (continua)
V studené parádě kožených křesel,
(continua)
(continua)
inviata da Francesco 22/11/2022 - 22:31
Percorsi:
Primavera di Praga 1968
Ho riesumato i rudimenti di ceco che ho studiato un bel po' di anni fa per tradurre questa canzone. So che ci saranno diversi errori, ma proprio per questo ho deciso di pubblicarla così da poter ricevere correzioni o commenti da qualcuno più esperto di me." [Francesco]
Strana roulette russa
(continua)
(continua)
@ Francesco
Prima di tutto grazie da parte mia e di tutto il sito per avere inviato questa canzone e la tua traduzione. Una sola cosa: ti era come “rimasto nella tastiera” il suo titolo completo, che è Podivná ruleta (la canzone era comparsa con un misterioso “Podi”). Abbiamo ovviamente provveduto a ripristinarlo.
Per quanto riguarda la traduzione, accogliendo il tuo stesso invito introduttivo (che ho spostato nella sezione della traduzione), ho provveduto ad effettuare qualche intervento, mettendo anche qualche piccola nota chiarificatrice. In realtà, neppure il mio ceco è tutto quel granché; per una traduzione veramente “comme il faut” bisognerà aspettare Stanislava, la nostra specialista (che è di madrelingua ceca). I miei sono quindi interventi provvisori, che ho riportato in corsivo per individuarne meglio la posizione nel testo.
Esistono su Lyricstranslate due traduzioni di questo... (continua)
Prima di tutto grazie da parte mia e di tutto il sito per avere inviato questa canzone e la tua traduzione. Una sola cosa: ti era come “rimasto nella tastiera” il suo titolo completo, che è Podivná ruleta (la canzone era comparsa con un misterioso “Podi”). Abbiamo ovviamente provveduto a ripristinarlo.
Per quanto riguarda la traduzione, accogliendo il tuo stesso invito introduttivo (che ho spostato nella sezione della traduzione), ho provveduto ad effettuare qualche intervento, mettendo anche qualche piccola nota chiarificatrice. In realtà, neppure il mio ceco è tutto quel granché; per una traduzione veramente “comme il faut” bisognerà aspettare Stanislava, la nostra specialista (che è di madrelingua ceca). I miei sono quindi interventi provvisori, che ho riportato in corsivo per individuarne meglio la posizione nel testo.
Esistono su Lyricstranslate due traduzioni di questo... (continua)
Riccardo Venturi 23/11/2022 - 07:26
Ustim Ladenko (Устим Ладенко) (L. Trans.)
“This is a poetic translation - deviations from the meaning of the original are present (extra words, extra or omitted information, substituted concepts).”
Странная рулетка (continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/11/2022 - 09:06
Grazie Riccardo per aver provveduto a correggere e arrichire la traduzione! sapere che esiste una comunità attiva che valorizza e rende disponibili testi tradotti altrimenti intorvabile mi riempie il cuore di gioia.
Francesco 25/11/2022 - 15:55
@ Francesco e Riccardo
Innanzitutto grazie Francesco per esserti voluto occupare di una canzone di Karel Kryl e complimenti per la traduzione. So per propria esperienza che è un'impresa davvero ardua.
Contrariamente a quello che dice Riccardo, mi sembra di poter apportare ben poco alla vostra opera comune già di per sé magistrale, per di più essendo voi due madrelingua italiani siete riusciti a riprodurre benissimo il linguaggio di Kryl e dargli quella fluidità ed espressività che merita.
Naturalmente accolgo con immenso piacere l'invito di riguardare le parti in corsivo e dare la mia opinione. Ecco qui alcune riflessioni:
Slogan – per me azzeccatissimo, è proprio quello. Si riferisce agli slogan di propaganda creati ad hoc di cui erano riempiti tutti i discorsi pubblici.
Il verbo “si sedevano” l'avete usato all'imperfetto che, correggetemi se sbaglio, dà quell'idea di azione ripetuta... (continua)
Innanzitutto grazie Francesco per esserti voluto occupare di una canzone di Karel Kryl e complimenti per la traduzione. So per propria esperienza che è un'impresa davvero ardua.
Contrariamente a quello che dice Riccardo, mi sembra di poter apportare ben poco alla vostra opera comune già di per sé magistrale, per di più essendo voi due madrelingua italiani siete riusciti a riprodurre benissimo il linguaggio di Kryl e dargli quella fluidità ed espressività che merita.
Naturalmente accolgo con immenso piacere l'invito di riguardare le parti in corsivo e dare la mia opinione. Ecco qui alcune riflessioni:
Slogan – per me azzeccatissimo, è proprio quello. Si riferisce agli slogan di propaganda creati ad hoc di cui erano riempiti tutti i discorsi pubblici.
Il verbo “si sedevano” l'avete usato all'imperfetto che, correggetemi se sbaglio, dà quell'idea di azione ripetuta... (continua)
Stanislava 25/11/2022 - 23:24
Riccardo Venturi, 26-11-2022 18:31
Accogliendo tutte le correzioni / integrazioni di Stanislava, ma al contempo volendo redigere una “nuova versione”, ecco qua il risultato (naturalmente, passibilissimo di ulteriori correzioni / integrazioni / migliorie da parte di chiunque). “Versione” significa che si tratta di un'interpretazione: come traduzione letterale può andare quella già presente tenendo conto delle osservazioni di Stanislava, mentre la versione le accoglie ma con una resa più organica alla lingua italiana. [RV]
Accogliendo tutte le correzioni / integrazioni di Stanislava, ma al contempo volendo redigere una “nuova versione”, ecco qua il risultato (naturalmente, passibilissimo di ulteriori correzioni / integrazioni / migliorie da parte di chiunque). “Versione” significa che si tratta di un'interpretazione: come traduzione letterale può andare quella già presente tenendo conto delle osservazioni di Stanislava, mentre la versione le accoglie ma con una resa più organica alla lingua italiana. [RV]
Strana roulette russa (continua)
Pieta
[1969]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Bratříčku, zavírej vrátka
Non è certo una Pietà michelangiolesca, quella che sta là, in una città incupita dalla guerra. “A uno sputo dalla stazione”, sistemata su un canale di scolo (altresì detto fogna), sotto una ciminiera: un'atmosfera di guerra o dopoguerra, di truppe di occupazione, di guarnigioni locali, di depositi di munizioni e di soldati ubriachi, non dissimile da quella di un capolavoro di Karel Kryl, Lásko!. La povera statua, che s'immagina annerita dal fumo della ciminiera, serve quasi da punto di raccolta e sfogatoio per una soldataglia di briachi, la locale guarnigione: gliene combinano di tutti i colori. Davanti a lei fumano, s'imbriacano di grappa, mangiano schifezze dopo aver marciato per chilometri, le cantano canzonacce da cabaret presi poi dal disgusto. E lei... (continua)
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Bratříčku, zavírej vrátka
Non è certo una Pietà michelangiolesca, quella che sta là, in una città incupita dalla guerra. “A uno sputo dalla stazione”, sistemata su un canale di scolo (altresì detto fogna), sotto una ciminiera: un'atmosfera di guerra o dopoguerra, di truppe di occupazione, di guarnigioni locali, di depositi di munizioni e di soldati ubriachi, non dissimile da quella di un capolavoro di Karel Kryl, Lásko!. La povera statua, che s'immagina annerita dal fumo della ciminiera, serve quasi da punto di raccolta e sfogatoio per una soldataglia di briachi, la locale guarnigione: gliene combinano di tutti i colori. Davanti a lei fumano, s'imbriacano di grappa, mangiano schifezze dopo aver marciato per chilometri, le cantano canzonacce da cabaret presi poi dal disgusto. E lei... (continua)
V rohu náměstí
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/11/2022 - 16:03
Riccardo Venturi, 24-11-2022 16:04
(Con alcuni interventi di Stanislava - si veda qui)
(Con alcuni interventi di Stanislava - si veda qui)
La Pietà
(continua)
(continua)
Synonymická
(1979)
parole e musica Karel Kryl
album Karavana mraků (La carovana delle nuvole)
In ogni stato totalitario esiste una polizia segreta quale strumento di controllo sulle vite della popolazione. La Cecoslovacchia comunista non poteva essere un'eccezione. La Státní bezpečnost, ovvero Sicurezza di Stato, nota con l'acronimo StB (da qui la denominazione colloquiale dei suoi membri “estébáci“), è stata fondata già nel 1945, quindi subito dopo la guerra e ben prima del cosiddetto “Febbraio vittorioso” (nome con cui il regime si riferiva alla propria presa di potere nel febbraio 1948). Presto è stata dominata dal Partito comunista cecoslovacco ed è servita come mezzo per la conquista del potere. Ufficialmente faceva parte di un corpo più vasto delle forze dell'ordine (SNB), era diretta dal Ministero dell'Interno e riceveva ordini direttamente dall'apparato del partito al potere.
Durante gli... (continua)
parole e musica Karel Kryl
album Karavana mraků (La carovana delle nuvole)
In ogni stato totalitario esiste una polizia segreta quale strumento di controllo sulle vite della popolazione. La Cecoslovacchia comunista non poteva essere un'eccezione. La Státní bezpečnost, ovvero Sicurezza di Stato, nota con l'acronimo StB (da qui la denominazione colloquiale dei suoi membri “estébáci“), è stata fondata già nel 1945, quindi subito dopo la guerra e ben prima del cosiddetto “Febbraio vittorioso” (nome con cui il regime si riferiva alla propria presa di potere nel febbraio 1948). Presto è stata dominata dal Partito comunista cecoslovacco ed è servita come mezzo per la conquista del potere. Ufficialmente faceva parte di un corpo più vasto delle forze dell'ordine (SNB), era diretta dal Ministero dell'Interno e riceveva ordini direttamente dall'apparato del partito al potere.
Durante gli... (continua)
Armáda míru proudí ulicemi,
(continua)
(continua)
inviata da Stanislava 25/6/2021 - 17:10
E va be'...
È passato un sacco di acqua di Moldava sotto i ponti di Praga.
Oggi come oggi la maggior parte delle persone si autodenuncia regolarmente e volontariamente in modo spensierato tramite i vari media tipo FB.
Che dire... è una radiosa realtà che ci contorna già!!!
È passato un sacco di acqua di Moldava sotto i ponti di Praga.
Oggi come oggi la maggior parte delle persone si autodenuncia regolarmente e volontariamente in modo spensierato tramite i vari media tipo FB.
Che dire... è una radiosa realtà che ci contorna già!!!
Certo, come non essere d'accordo.
Credo però che sia giusto ricordare anche cose successe ormai diversi decenni fa. Anche perché mi pare, pur in questo mondo social, che certi “metodi” non siano stati superati, purtroppo...
Credo però che sia giusto ricordare anche cose successe ormai diversi decenni fa. Anche perché mi pare, pur in questo mondo social, che certi “metodi” non siano stati superati, purtroppo...
Stanislava 30/6/2021 - 22:01
Stanislava carissima,
Hai ragione. La deriva "social" ha le sue radici non tanto in quello che succedeva pochi decenni fa, ma, credo, nella stessa natura umana e nella sua cosiddetta interazione. Inutile fare come gli struzzi: quando gli esseri umani hanno la possibilità di interagire liberamente, è sempre stata soltanto una storia di insulti, di chiusure e di violenza verbale che non è meno letale di quella fisica. Ne è, casomai, il corollario, la causa e la conseguenza, il complemento necessario, la compagna.
Nulla è possibile contro questo. A parte chiamarsene del tutto fuori, scomparire, ritirarsi, rinchiudersi in ingenue "bolle" fatte perlopiù di pie illusioni. Vincono loro. Di qualsiasi razza, religione, ideologia, natura, indole, predisposizione. Dalla loro hanno sempre la cosiddetta "coerenza", e contro la coerenza degli imbecilli c'è poco da fare. Coerenze fatte di bassezze e di... (continua)
Hai ragione. La deriva "social" ha le sue radici non tanto in quello che succedeva pochi decenni fa, ma, credo, nella stessa natura umana e nella sua cosiddetta interazione. Inutile fare come gli struzzi: quando gli esseri umani hanno la possibilità di interagire liberamente, è sempre stata soltanto una storia di insulti, di chiusure e di violenza verbale che non è meno letale di quella fisica. Ne è, casomai, il corollario, la causa e la conseguenza, il complemento necessario, la compagna.
Nulla è possibile contro questo. A parte chiamarsene del tutto fuori, scomparire, ritirarsi, rinchiudersi in ingenue "bolle" fatte perlopiù di pie illusioni. Vincono loro. Di qualsiasi razza, religione, ideologia, natura, indole, predisposizione. Dalla loro hanno sempre la cosiddetta "coerenza", e contro la coerenza degli imbecilli c'è poco da fare. Coerenze fatte di bassezze e di... (continua)
Riccardo Venturi 30/6/2021 - 23:05
Già, Riccardo, il panorama non è bello. Vinceranno loro, senza dubbio, con tutte le loro coerenze, ma se penso a quello che si ritroveranno, mi metto con buona pace dalla parte dei perdenti, conservando qualche coccio di una personale resistenza...
Che aggiungere.. solo che mi fa davvero piacere leggere che tu sia tornato sul sito (e credo di non parlare solo per me).
Un abbraccio forte, tra una variante e l'altra...
Che aggiungere.. solo che mi fa davvero piacere leggere che tu sia tornato sul sito (e credo di non parlare solo per me).
Un abbraccio forte, tra una variante e l'altra...
Stanislava 2/7/2021 - 21:36
Sursum corda
Ci siamo ancora...
E questo è già qualcosa ;-)
https://www.youtube.com/watch?v=PhdmtUuX7J0
Ci siamo ancora...
E questo è già qualcosa ;-)
https://www.youtube.com/watch?v=PhdmtUuX7J0
krzyś Ѡ 4/7/2021 - 03:31
Pochod Gustapa
Un'altra canzone dell'album Rakovina di Karel Kryl
L'espressione Gustapo è un incrocio di parole: da una parte (come è intuibile) ricorda la Gestapo, la “u” invece è con ogni probabilità un riferimento a Gustáv Husák, un funzionario diventato nel 1969 segretario generale del Partito comunista cecoslovacco, sostituendo in questa carica Alexander Dubček e segnando una cesura definitiva con le speranze della Primavera di Praga. Dal 1975 sarà anche presidente della repubblica fino a dicembre 1989, pochi giorni dopo la Rivoluzione di velluto.
L'espressione Gustapo è un incrocio di parole: da una parte (come è intuibile) ricorda la Gestapo, la “u” invece è con ogni probabilità un riferimento a Gustáv Husák, un funzionario diventato nel 1969 segretario generale del Partito comunista cecoslovacco, sostituendo in questa carica Alexander Dubček e segnando una cesura definitiva con le speranze della Primavera di Praga. Dal 1975 sarà anche presidente della repubblica fino a dicembre 1989, pochi giorni dopo la Rivoluzione di velluto.
Nad mozkem poslušnost a nad rozumem víra
(continua)
(continua)
inviata da Stanislava 16/6/2021 - 17:39
d’après la version italienne de Stanislava d’une
Chanson tchèque – Pochod Gustapa – Karel Kryl – 1969
Le nom Gustapo est un croisement de mots (un mot-valise) : d’une part (comme on peut le deviner), il rappelle la Gestapo, d’autre part, le « u » fait vraisemblablement référence à Gustáv Husák, un fonctionnaire qui, en 1969, est devenu secrétaire général du Parti communiste tchécoslovaque, remplaçant Alexander Dubček à ce poste et marquant une rupture définitive avec les espoirs du Printemps de Prague. À partir de 1975, il est également président de la république jusqu’en décembre 1989, quelques jours après la révolution de velours.
Dialogue maïeutique
Voici, Lucien l’âne mon ami, une chanson tchèque, une chanson du même pays, de la même région du monde que celle où ont vécu l’Arlequin amoureux, personnage de Jiří Šotola, Joseph Chveik, personnage de Jarolav Hašek. Le premier, au temps... (continua)
Chanson tchèque – Pochod Gustapa – Karel Kryl – 1969
Le nom Gustapo est un croisement de mots (un mot-valise) : d’une part (comme on peut le deviner), il rappelle la Gestapo, d’autre part, le « u » fait vraisemblablement référence à Gustáv Husák, un fonctionnaire qui, en 1969, est devenu secrétaire général du Parti communiste tchécoslovaque, remplaçant Alexander Dubček à ce poste et marquant une rupture définitive avec les espoirs du Printemps de Prague. À partir de 1975, il est également président de la république jusqu’en décembre 1989, quelques jours après la révolution de velours.
Dialogue maïeutique
Voici, Lucien l’âne mon ami, une chanson tchèque, une chanson du même pays, de la même région du monde que celle où ont vécu l’Arlequin amoureux, personnage de Jiří Šotola, Joseph Chveik, personnage de Jarolav Hašek. Le premier, au temps... (continua)
LA MARCHE DE GUSTAPO
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/6/2021 - 19:39
Rakovina
L'album Rakovina (Cancro) è il secondo album di Karel Kryl, uscito nel 1969 già in esilio in Germania. Secondo cs.wikipedia, la maggior parte delle canzoni è stata composta ancora in Cecoslovacchia nel biennio 1968-69, e rappresentano una reazione agli avvenimenti di agosto 1968. Il disco ha raggiunto la Cecoslovacchia con false copertine (sembrava un disco di musica classica) per raggirare la censura.
È uno di quegli album che, in un certo senso, si potrebbero classificare per intero come “album contro la guerra”. Ad oggi, questo sito ospita due brani dell'album: Marat ve vaně e Tak vás tu máme, bratři
Nella canzone che dà il nome all'intero album, Kryl usa il paragone di una malattia subdola per parlare dell'occupazione come di un male che si insinua nella società e la scompone in silenzio.
È uno di quegli album che, in un certo senso, si potrebbero classificare per intero come “album contro la guerra”. Ad oggi, questo sito ospita due brani dell'album: Marat ve vaně e Tak vás tu máme, bratři
Nella canzone che dà il nome all'intero album, Kryl usa il paragone di una malattia subdola per parlare dell'occupazione come di un male che si insinua nella società e la scompone in silenzio.
Zní hlasy soudních znalců a padlých andělů,
(continua)
(continua)
inviata da Stanislava 3/3/2021 - 18:50
Percorsi:
Primavera di Praga 1968
Marat ve vaně
Questo sito è meraviglioso
Grazie per le tantissime traduzioni di Kryl!
Grazie per le tantissime traduzioni di Kryl!
Francesco 9/9/2020 - 14:23
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Ocelárna
Una delle canzoni meno conosciute di Karel Kryl. Uscita per la prima volta nel 1984 in Australia nell'omonimo album Ocelárna ma pare sia stata scritta prima dell'emigrazione di Kryl. Si affronta qui il profondo senso di alienazione degli operai nelle fabbriche. Fa ancora più impressione se si pensa che la canzone è stata scritta sotto un regime che si vantava di essere il paradiso per la classe dei lavoratori. La realtà, ovviamente, era molto diversa.