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One Headlight

One Headlight
(1996)

Parole e musica di Jakob Dylan
dall'album Bringing Down the Horse.


La morte delle idee, di Signora Libertà e del sogno americano

"I tend to write with a lot of metaphors and images, so people take them literally. The song's meaning is all in the first verse. It's about the death of ideas. The first verse says, 'The death of the long broken arm of human law.' At times, it seems like there should be a code among human beings that is about respect and appreciation. I wasn't feeling like there was much support outside the group putting together the record. In the chorus, it says, 'C'mon try a little.' I didn't need everything to get through, I could still get through - meaning 'one headlight."

(Jakob Dylan)

Forse la canzone più famosa dei Wallflowers, una band americana capitanata da uno con un cognome ingombrante. Jakob Dylan è il figlio di quel signore dai mille volti, recentemente... (continua)
So long ago, I don't remember when
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 4/7/2017 - 23:09
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Violence, violence!

Violence, violence!
[1971]
Parole di Serge Lama
Musica di Jean-Christophe e Nicolas Pelletier, che si firmavano con nomi greci, rispettivamente Costakos e Xatkis
Arrangiamento musicale di Alain Goraguer
Nel disco della Merkouri intitolato “Je suis grecque”

Non una CCG ma una canzone di Resistenza.
Durante la dittatura dei colonnelli (1967-1974) la Merkouri, cui venne revocata la cittadinanza greca, fu esule in Francia.
Prépare ton homme à la révolution
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/7/2017 - 12:58
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Par dix, par cent, par mille...

Par dix, par cent, par mille...
[1971]
Parole di Claude Lemesle
Musica di Stavros Xarchakos / Σταύρος Ξαρχάκος
Arrangiamento musicale di Alain Goraguer
Nel disco della Merkouri intitolato “Je suis grecque”

Durante la dittatura dei colonnelli (1967-1974) la Merkouri, cui venne revocata la cittadinanza greca, fu esule in Francia.
C'était en ce temps de solitude et de misère
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/7/2017 - 12:20
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Mes amis d'hier

Mes amis d'hier
[1971]
Parole di Claude Lemesle
Musica di Stavros Xarchakos / Σταύρος Ξαρχάκος
Arrangiamento musicale di Alain Goraguer
Nel disco della Merkouri intitolato “Je suis grecque”

Durante la dittatura dei colonnelli (1967-1974) la Merkouri, cui venne revocata la cittadinanza greca, fu esule in Francia.
Mes amis d'hier, mes compagnons
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/7/2017 - 12:15
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L'étrangère

L'étrangère
[1971]
Parole di Pierre Delanoë
Versione francese, ma con testo significativamente diverso, di Εγώ είμαι ξένος που περνά (Ο δικαστής), scritta da Mikis Theodorakis / Mίκης Θεοδωράκης e Manos Elefhterìou / Μάνος Ελευθερίου
Arrangiamento musicale di Alain Goraguer
Nel disco della Merkouri intitolato “Je suis grecque”

Durante la dittatura dei colonnelli (1967-1974) la Merkouri, cui venne revocata la cittadinanza greca, fu esule in Francia.
Le rire des bourreaux est noir
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/7/2017 - 12:07
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Le soleil de nos coeurs

Le soleil de nos coeurs
[1971]
Parole di Claude Lemesle
Musica di Nicolas Pelletier, che si firma col nome greco di Xatkis
Nel disco della Merkouri intitolato “Je suis grecque”, dove la canzone è interpretata insieme ad Andonis Kaloyannis / Aντώνης Καλογιάννης

Durante la dittatura dei colonnelli (1967-1974) la Merkouri, cui venne revocata la cittadinanza greca, fu esule in Francia.
Elle est d'ici elle aime chanter
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/7/2017 - 09:47
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La Blanche Hermine et Le départ du partisan

La Blanche Hermine <i>et</i> Le départ du partisan


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[1970]
Paroles et musique: Gilles Servat
Parole e musica di Gilles Servat
Album: Gilles Servat [inclus: La Blanche Hermine] [1971]
E una caterva d'altri
Le départ du partisan:
[1976]
Paroles et musique: Gilles Servat
Parole e musica di Gilles Servat
Album: Le pouvoir des mots
J'ai rencontré ce matin
(continua)
inviata da Bernart Bartleby + CCG/AWS Staff 3/7/2017 - 22:26
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Classes

Classes
[1976]
Parole e musica di Gilles Servat
Nel suo album intitolato “Le pouvoir des mots”
Testo trovato su Kalondour

La città bretone di Fougères ha avuto una tradizione nell'industria calzaturiera: fin dagli inizi del XX secolo diviene infatti come la “capitale” dell'industria calzaturiera femminile in Francia. In realtà, la “vocazione calzaturiera” di Fougères risale a molto prima, ma in un settore particolare: quello della produzione di ciabatte e pantofole. Verso il 1850, tale produzione ha una crisi, e allora il settore si riorienta verso la produzione di calzature vere e proprie; una produzione che ha talmente successo (specialmente nel comparto femminile), che Fougères diviene una città operaia aumentando del 124% la sua popolazione (9344 abitanti nel 1856, 20952 nel 1901, vale a dire la popolazione che all'incirca ha ancora oggi). Circa dodicimila operaie e operai vi lavorano in... (continua)
Aujourd'hui le travail à cessé
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/7/2017 - 22:24
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Villejuif

Villejuif
[1973]
Scritta da Alice Dona (compositrice e cantante) e Sylvain Lebel (paroliere)
Nell'album di Reggiani intitolato “Bon à tirer”

A Villejuif, in Val-de-Marne, alla fine dell'800 fu creata la prima UMD (acronimo per Unités pour malades difficiles) di Francia, un ospedale psichatrico per malati mentali giudicati pericolosi per sé stessi o per la collettività. Fautore di questo modello organizzativo fu il dottor Henri Colin. Il centro è ancora esistente e si chiama “Établissement public de santé Paul-Guiraud”, intitolato ad un altro psichiatra attivo fino agli anni 50 e uno dei primi a privilegiare il trattamento farmacologico nella “cura” (più che altro la sedazione) del dolore mentale.
Nel racconto di Serge Reggiani l'ospedale psichiatrico, e quello criminale in particolare, diventa il paradigma dell'istituzione totale, della repressione, di ogni regime.

Il testo della canzone l'ho... (continua)
Je n’vous écris pas de Grèce
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/7/2017 - 21:20
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Tannomai

Tannomai
1993
Üstmamò


Ancora e sempre affollamenti di nuovi schiavi e semidei
(continua)
inviata da Dq82 3/7/2017 - 16:10
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Un bombardier avec ses bombes

Un bombardier avec ses bombes
[1975]
Parole e musica di Daniel Bangalter, in arte Daniel Vangarde, classe 1947, produttore musicale e paroliere francese, ebreo polacco di origine. E' il padre di Thomas Bangalter, del duo elettronico Daft Punk
Traccia d'apertura del suo – credo – unico album del 1975.
Testo trovato su Bide & Musique
Je suis simplement représentant
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/7/2017 - 15:20
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Parle-moi d'un homme heureux

Parle-moi d'un homme heureux
[1975]
Parole di Catherine Ribeiro
Musica di Catherine Ribeiro e Patrice Moullet
Nel disco di Catherine Ribeiro intitolato “(Libertés ?)”, con il gruppo Alpes
Testo trovato su Paroles Musique
Comment sortir du noir
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/7/2017 - 14:00
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Miséricordes / Misericordia

Miséricordes / Misericordia
[2010]
Parole e musica di Joan Pau Verdier
Nell'album intitolato “Les rêves gigognes”
Testo trovato sul sito dell'autore
Pitié pour l’absence
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/7/2017 - 13:31

Faits divers I & II

Faits divers I & II
[1975]
Parole e musica di Joan Pau Verdier
Il brano che intitola il suo album del 1975
Testo trovato sul sito dell'autore
Ça se passe au siècle vingt au pays des hommes
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/7/2017 - 13:17
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Zugan

Zugan
dal cd "Zara" (H.K. Records - 2014)

Peio Serbielle
Gilles Servat
Karen Matheson

Avevo già citato questa canzone in un commento precedente. Purtroppo il testo in rete sembra non esserci, quindi tocca arrangiarsi. La attribuisco impropriamente a Gilles Servat, ma sarebbe più corretto considerarla una canzone "collegata a Gilles Servat" in quanto è scritta in basco da Peio Serbielle, adattata in francese e in bretone da Gilles Servat e cantata da Gilles e Peio assieme ai ragazzi del Collège Diwan di Vannes e dell'Ikastola Zurriola di Saint-Sébastien.

Il cd "Zara" (che significa "Tu sei") contiene anche una splendida versione in gaelico di The Tigrean Woman Prayer cantata da Karen Matheson, sul testo della poetessa scozzese Catriona Montgomery che evoca la terribile carestia in Etiopia durante gli anni 1984-5. Canzone inizialmente apparsa nel 1987 ad opera dei Capercaille col titolo Urnaigh A 'Bhan Thigreach.
Chantons maintenant les couleurs de la terre
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 3/7/2017 - 13:03
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Romeiro ao lonxe

Romeiro ao lonxe
[1999]
Letra: Xúlio Cuba
Música: Tradicional inglesa
Arranxos: Luar na Lubre
Album: Cabo do Mundo
Testo: Xúlio Cuba
Musica: Tradizionale inglese (Scarborough Fair)
Arrangiamento: Luar na Lubre
Album: Cabo do Mundo


"No cabo do mundo, como o dito popular proclama, a San Andrés de Teixido vai de morto o que non foi de vivo. Os peregrinos comparten o camiño con animais, que son as almas dos que non puideron cumprir en vida a peregrinación, polo que non poden recibir maltrato ningún. Os romeiros adoitaban levar unha longa camisa branca con reberetes formando ondas e nalgúns puntos do camiño depositaban pedras que ían facendo medrar milladoiros. Arredor da ermida os veciños aínda seguen a facer os "sanandreses", fermosa artesanía de miga de pan endurecida no forno e coloreada, con imaxes do santo na súa barca de pedra. No adro medra a herba de namorar, á que lle atribúen propiedades casamenteiras.... (continua)
Romeiro hei de ir lonxe ao San Andrés
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 3/7/2017 - 06:26
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La neige rouge

La neige rouge
Versi di René Guy Cadou
Testo trovato nella raccolta “Poésie la vie entière: Oeuvres poétiques complètes” pubblicata nel 1976 (riedita nel 2001).
Musica di Gilles Servat, nel suo album “Hommage à René-Guy Cadou” pubblicato nel 1981.

Una poesia cui Flavio Poltronieri accennava a commento di Jeune homme à la médaille.
Noël précoce encor le sang
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/7/2017 - 23:37

Gamble man

Gamble man
[XIV secolo ?]
(Prima attestazione manoscritta: ca. 1600, Kungliga Bibliotekets visbok i 16o)
Prima edizione a stampa: Adolf Iwar Arwidsson, Svenska fornsånger, 1842
Edizione critica di Adolf Noreen e Johan August Lundell
Musica: sconosciuta

SIP

Molti anni fa, quand'ero uno studentello al secondo anno di CSI (Cose Stranissime e Inutili), la lettrice di lingua svedese mi mise in mano una sua vecchia antologia scolastica per cercare non mi ricordo esattamente che cosa, se una poesia di Bellman o un brano di chissà quale autore. Poiché anche a vent'anni avevo lo stesso vizietto di adesso, la prima cosa che andai a vedere fu invece la sezione dei “testi più antichi”. Mi imbattei così nel Gamble man, anonima canzone quattrocentesca. Naturalmente non ci capii quasi nulla, a parte i primi due versi che mi rimasero, non so come e non so perché, stampati nella memoria: Gamble man han lijknas... (continua)
Gamble man han lijknas
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 2/7/2017 - 13:44
Se per caso andate alla fiera di Scarborough assieme a Simon & Garfunkel, ci dovreste anche andare insieme a un Cavaliere Elfo, a un Cantico contro la guerra, a un minatore di carbone, a Martin Carthy, Ewan McColl e Peggy Seeger, a Bob Dylan, al grande studioso americano Francis James Child, a Edipo e alla Sfinge, a Sansone, all'Indovinello Veronese, a un Laureato, ai Muppets e persino al Diavolo in persona... Una canzone dalla storia millenaria per la quale abbiamo voluto completamente rifare una pagina composita ed esauriente, con una nuova introduzione (per ora soltanto in italiano): Una storia molto, molto lunga...
Riccardo Venturi 2/7/2017 - 00:54
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Occhi verdi

Occhi verdi
Da una Poesia di Morena Colombo dedicata alla martire partigiana Augusta Pavesi.


La Sezione ANPI di Verbania intitolata alla Partigiana Augusta Pavesi

La sua amica Mariuccia Morandi la ricorda come una bella ragazza con i capelli ramati e gli occhi verdi, andavano assieme a scuola di ricamo quando avevano 10, 11 anni.

Col trasferimento a Cambiasca si sono perse di vista e si sono ritrovate 5 anni dopo, in tragiche circostanze nel carcere di Pallanza. Mariuccia era stata prelevata con la mamma dalla sua abitazione poiché i suoi fratelli erano Partigiani.

Nel carcere seppe della presenza di Augusta e Augusta della sua; grazie ad una guardiana riuscirono ad incontrarsi.

Mariuccia racconta: “Un mattino presto la porta della mia cella si aprì ed entrò Augusta.

La secondina aveva fatto il miracolo, correndo i suoi rischi. Ci siamo abbracciate piangendo e ridendo, ricordando in quei pochi... (continua)
Tu fiore aperto al domani
(continua)
1/7/2017 - 17:43
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Ringhera

Ringhera
Ciao Ivan.
Elena 1/7/2017 - 00:29
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Ottocento

Versione francese di Maryse da Lyricstranslate
Ottocento
XIXIÈME SIÈCLE
(continua)
1/7/2017 - 00:14
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Bank of Fuck Off

Bank of Fuck Off
(2001)
Album: "Tutto bene"


Che cos'è un grimaldello di fronte a un titolo azionario? Che cos'è l'effrazione di una banca di fronte alla fondazione di una banca?
(Bertolt Brecht, L'opera da tre soldi)
Derubate i pezzenti
(continua)
30/6/2017 - 23:10
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Augh

Augh
(2017)
dal nuovo album "Recidiva" di Mara Redeghieri, la ex cantante degli Üstmamò


Augh: un’onomatopea, un “falso storico”, l’attribuzione fumettistica e cinematografica di un connotato primitivo. È logos colonialistico: l’uomo occidentale che pensa di rivolgersi al nativo emulando il suo linguaggio, imponendo la sua visione di linguaggio.

Come un canto di battaglia, Augh procede su un ritmo di ispirazione tribale, incombente e percussivo. La voce sta sul battere: incalza, martella, marcia. Ha un suono metallico, arcigno, un ibrido tra l’avatar e il corporate.

L’uomo occidentale si presenta con i verbi all’infinito, senza coniugarli: come nel più gretto degli stereotipi sullo scontro di civiltà, come certi doppiaggi italiani che ancora oggi stuprano il senso di un personaggio genericamente ‘straniero’.

Noi avere macchina molto potente
Noi avere internet connection credit... (continua)
Noi avere macchina molto potente
(continua)
30/6/2017 - 21:24
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Ultimo discorso registrato

Ultimo discorso registrato
I 4 in un tramonto italiano potrebbero essere il gruppo dei fisici di via panisperna che erano cinque (il quattro e' una licenza poetica per una questione di musicalita') e l'esplosione la bomba atomica, che fu costruita grazie alle loro ricerche, l'ultima guerra proprio la seconda guerra mondiale.
Lino 30/6/2017 - 07:51
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L.A.P.D

L.A.P.D
Album: Ignition

L.A.P.D. è il Los Angeles Police Department, protagonista nel 1992 di gravi abusi che portarono alla cosiddetta "Rivolta di Los Angeles" (L.A. riots).
When cops are taking care of business I can understand
(continua)
29/6/2017 - 04:11
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Gaetano Bresci

Gaetano Bresci
[2013]
Album: Collane e coltelli
Non ha più lume questa gente dispersa
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI Secolo 29/6/2017 - 00:32
Percorsi: Gaetano Bresci
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L'altro sono io

L'altro sono io
Chanson italienne – L’altro sono io – Erica Boschiero – 2016

Chanson réalisée pendant les ateliers de citoyenneté tenus par la chantautrice Erica Boschiero dans 12 écoles de l’Alto Friuli (Haut Frioule) au printemps 2016
Le but de ces ateliers était de réfléchir aux thèmes de la diversité, du préjugé, des minorités et d’approfondir cette réflexion.
Chaque groupe a relevé des stéréotypes et des préjugés relatifs à un groupe particulier marginalisé, et approfondi les réels vécus par les membres de ce groupe.
L’AUTRE, C’EST MOI
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 28/6/2017 - 21:47
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Lettre à des amis perdus

Lettre à des amis perdus
Dedicato a Bernart da un vagone dondolante, forse come quello di "Incontro"....

Ricordo che l'interpretazione di Julos Beaucarne è presente anche nel CD omaggio a Cadou edito da EPM - Poètes & Chansons nel 2002.
LETTERA A DEGLI AMICI PERDUTI
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 28/6/2017 - 19:56
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Binario 21 un treno per Auschwitz

Binario 21 un treno per Auschwitz
Brano trovato su Youtube di un autore sconosciuto.
Dove portano i treni del binario 21
(continua)
inviata da dq82 28/6/2017 - 19:08
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Binario 21

Binario 21
2014
Le stagioni di Anna Frank

Prosegue febbrile ed appassionata l’attività discografica di Renato Franchi e della sua Orchestrina del Suonatore Jones, andando di pari passo ai loro apprezzatissimi concerti, e a distanza di poco più di un anno da “Filastrocche Scritte Per Strada”, li ritroviamo alle prese con “Le Stagioni Di Anna”, album nato dopo un viaggio/concerto nei campi di concentramento tedeschi di Auschwitz e Birkenau del Gennaio 2011, e dedicato al coraggio e al sorriso di Laura Prati e Adriana Cavalieri. Il disco raccoglie tredici brani tra originali e riletture, che nel loro insieme compongono un vero e proprio concept album sulla grande tragedia della Shoà. Ad impreziosire il tutto è la presenza di alcuni ospiti d’eccezione come il jazzista Max De Aloe, il batterista Gianfranco D’Adda, Alberto Bertoli, la tromba di Fabio Beltramini, nonché lo scrittore e giornalista Claudio... (continua)
Cade la notte con le lacrime agli occhi
(continua)
inviata da dq82 28/6/2017 - 18:44
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Trincea

Trincea
2016
Finestre
Tra le righe di questa pagina scura
(continua)
inviata da dq82 28/6/2017 - 18:04

Ballade LXIV: Au jour d'ui veult chascun guerre mener

Ballade LXIV: Au jour d'ui veult chascun guerre mener
[XIV° secolo]
Una ballata composta da Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Testo trovato su Diachronie, sito belga dedicato alla poesia medievale.

Eustache Deschamps, poeta e uomo d'armi (fu poeta di corte ma anche ufficiale d'armi, scudiero e balivo) conobbe da vicino il potere e le sue lusinghe ma ebbe pure il destino di nascere alla vigilia dello scoppio della “Guerra dei 100 anni” e vide per tutta la vita anche le devastazioni, i saccheggi, la miseria, la morte. Forse parlare di un suo ripudio della guerra – come ho fatto nel'introduzione ad altre sue ballate – è improprio, ma certamente Eustache Deschamps, uomo colto ed intelligente, capiva che quella guerra, così prolungata, così feroce, era una guerra profondamente ingiusta dove i potenti e le loro soldataglie (e in particolare i “routiers”, i mercenari soldati di ventura) facevano il bello ed il cattivo tempo, disponendo... (continua)
Au jour d'ui veult chascun guerre mener
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/6/2017 - 17:34
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I passi del mattino

I passi del mattino
2016
Finestre

Feat. Marino Severini

Brano per la memoria, per non dimenticare, dal Groove Combact Folk Rock.
Si parte con un dolce incipit del flauto di Marta e Chitarra Acustica, per l’introduzione di questa storia vera, cantata dalla suggestiva voce di Marino Severini con Renato.
La canzone è il racconto, cantato con rabbia, dolore e commozione della vicenda del 10 Agosto del 1944 in Piazzale Loreto a Milano, dove i fascisti e i nazisti trucidarono all’alba 15 persone per rappresaglia, presi a caso, tra Operai, Impiegati, Commercianti, Antifascisti e gente comune.
Il testo è un omaggio alla Resistenza partigiana, a tutte le persone che hanno perso la vita per darci una società democratica, senza guerre e senza violenza, che hanno fatto la storia del nostro paese. Come i 15 “Ragazzi” di Piazzale Loreto, qui ricordati uno per uno con il loro nome e cognome e professione.


Località... (continua)
Ricordo un giorno lontano, il 10 agosto del 1944
(continua)
inviata da dq82 28/6/2017 - 17:16
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Ballo per l'onore (La ciociara)

Ballo per l'onore (La ciociara)
Ringraziamo Benedetto Vecchio che ci ha inviato il testo corretto
CCG/AWS staff 28/6/2017 - 06:45
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Campagna

Campagna
Mancano due righe nella seconda strofa:
ël mè Luis
Ch'a l’ha trant’ani
e l'ancor nen vist al mar,
a l'ha trant'ani
e sa nen còs l’é l’amor

(ovviamente mancano anche nella traduzione)
Dani F. 28/6/2017 - 00:37
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Refugees

Refugees
Brano incantevole, l'ho scoperto a 35 anni!!!Sognare, sognare e questo brano e la voce stupenda di Peter Hammill ti portano veramente verso il posto più bello che ognuno di noi cerca.
Grandiosi Peter e soci. Immensi ugualmente e per sempre. Un brano del genere non ha niente da invidiare a nessuno.
Nick 81 28/6/2017 - 00:04
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Le déserteur

Le déserteur
ITALIANO / ITALIAN / ITALIEN [14] - Giorgio Caproni - Achille Millo

La traduzione italiana del poeta livornese Giorgio Caproni (1912-1990) cantata dall'attore Achille Millo (1922-2006)

nello spettacolo "L'amore, la guerra" con Achille Millo e Milly (1972)

Il testo è stato inserito una prima volta incompleto, trascritto dall'mp3 pubblicato su parapharma. Il testo completo è stato reperito da Salvo Lo Galbo, che ringraziamo.

IL DISERTORE
(continua)
inviata da CCG Staff 27/6/2017 - 23:37
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Pacifist's Lament

Pacifist's Lament
dall'album "Binary" (2017)
There's many ways to say you're sorry
(continua)
27/6/2017 - 22:36
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Coprifuoco

Coprifuoco
Album: "Terra" (2017)

Coprifuoco. La seconda canzone che viene da TERRA, una canzone in cui si confondono eventi epocali e fatti personali. In sottofondo c’è questa tabla elettronica, una specie di drum machine che viene dall’India che finalmente siamo riusciti a mettere in una canzone. C’è l’eco di un viaggio in Bosnia che avevo fatto con un amico una decina di anni fa: a Mostar abbiamo scoperto che campanili e minareti ormai crollati si assomigliavano tutti, dalle macerie non riuscivi a distinguere l’uno dall’altro. Al loro interno erano già cresciuti gli alberi, il tempo passato dalla fine della guerra si misurava con la loro altezza. In questa canzone c’è una ragazza che si trasferisce a Toronto per poi accorgersi che è una Varese più grande e c'è anche un uragano in arrivo a cui gli esperti hanno dato il suo stesso nome

(Vasco Brondi)
Cadeva la sera
(continua)
27/6/2017 - 18:24
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You Want It Darker

You Want It Darker
Ho pensato a questa bella discussione, leggendo questo articolo di qualche mese fa. E' un po' lungo ed è piuttosto complesso, ma mi sembra molto interessante, perché offre degli spunti di riflessione cui non avevo mai pensato (conoscendo poco o nulla la spiritualità ebraica).
Quando mi fermo a riflettere sul testo di You want it darker, mi colpisce sempre (come sempre nelle poesie di Leonard Cohen) l'incredibile connubio tra la limpidezza delle visioni metaforiche e la totale mancanza di certezze: trovo che le sue metafore siano chiare, potenti ma che l'interpretazione che possiamo farne non sia univoca. Forse perché ognuno di noi ci vede qualcosa di sé, forse perché lo stesso Leonard Cohen aveva più domande che risposte, forse perché così è e basta - rispetto a certi temi.

Ed ecco qui il link all'articolo
Being Leonard Cohen’s rabbi - Jewish Journal
Isabel Archer 27/6/2017 - 12:44
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12 lenzuola bianche

12 lenzuola bianche
2016
Finestre

Feat. Marino Severini e Fabrizio Poggi

Grazie all’amico trevigiano Flavio Carretta, nasce questo Combact Folk/Rock per il racconto di una storia vera, di normalità quotidiana che si trasforma in rabbia, sangue e dolore.
Flauto, chitarre acustiche, un arpeggio Jingle Jangle della Rickenbaker, la pulsante armonica di Fabrizio Poggi, fanno da tappeto sonoro alle voci di Marino Severini e Renato.
Come dentro una fotografia, la canzone sostenuta da una ritmica emozionante ci fa rivivere i momenti della tragedia dell’attentato terroristico del 4 agosto 1974, quando all'uscita dalla galleria, nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro (BO), un ordigno ad alto potenziale esplose nella quinta vettura del treno Espresso 1486 Italicus, diretto a Monaco di Baviera. 12 i morti, 12 le lenzuola bianche, sulla strada dell’impegno, con questa ballata Renato e i suoi cantano... (continua)
L'estate ormai è scoppiata
(continua)
inviata da Dq82 26/6/2017 - 23:10
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Palestina

Palestina
PALESTINA
(continua)
inviata da dq82 26/6/2017 - 22:19
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Imagine

Imagine
Chi era presente sabato sera al concerto di Firenze difficilmente dimenticherà quel momento magico. Eddie Vedder ha introdotto Imagine, raccontando dei contributi di Yoko Ono al testo e di come ufficialmente la canzone sia ora attribuita a Lennon/Ono. E poi ha cominciato a cantare il capolavoro di Lennon con una partecipazione così sincera da restituire al testo tutta la sua forza, erosa da decenni di ascolti e da chi la vorrebbe ridurre a una canzoncina pop da karaoke di provincia. Poi, proprio sul finale della canzone qualcosa di incredibile accade. Nel cielo sopra il Visarno appare una enorme stella cadente che illumina il cielo per dei lunghi secondi. Tutto il pubblico si ritrova a guardare lo spettacolo, in un misto di stupore e meraviglia.



Ammetto che sul momento, visto che era anche San Giovanni e poco prima c'erano stati i "fochi" ho pensato a un fuoco d'artificio o a un bengala... (continua)
Lorenzo Masetti 26/6/2017 - 21:54
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I gatti randagi

I gatti randagi
[1990]

Album "Solo Nomadi"
I gatti più belli sono i gatti randagi.
(continua)
inviata da adriana 26/6/2017 - 19:04
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Hope Springs Eternal

Hope Springs Eternal
(2000)
Nàdurra

‘The photographer Cartier-Bresson said while travelling through war torn Europe with his camera, that he found hope in every child he saw crouched in the doorway of the old towns.’
To reach the constellations and pacify the world
(continua)
inviata da dq82 26/6/2017 - 15:33
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Felix the Soldier

anonimo
Felix the Soldier
Questa canzone era già inserita a commento di Mrs. McGrath, con la quale condivide il soggetto, il soldato va in guerra e torna senza le gambe, ma le assonanze finiscono qui. Questa risale alla guerra franco-indiana (1754-1763), ovvero al fronte Nordamericano della guerra dei sette anni tra Inglesi e Francesi, quella in cui è ambientato "L'Ultimo dei Mohicani"

Non si trovano molte registrazioni del brano, eccezion fatta per una recente versione interpretata dal supergruppo irlandese Ushers Island: Andy Irvine (Planxty), Dónal Lunny (Planxty, Bothy Band, Moving Hearts), Paddy Glackin (tra i fondatori della Bothy Band, prima di lasciare il posto a Tommy Peoples), Mick McGoldrick (inglese di Manchester, di genitori irlandesi, membro degli scozzesi Capercaillie, dei Flook e poi di Lùnasa) e John Doyle (ex Solas)

Alan Lomax says in The Folk Songs of North America: (in the English Language) (Amazon... (continua)
They took away my brogues ‎
(continua)
inviata da dq82 26/6/2017 - 15:00




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