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Tocaia

Tocaia
[1973]
Parole e musica di Sérgio Ricardo
Nell’album - dalla copertina inequivocabile - che porta come titolo il nome dell’artista.

Tocaia, ovvero imboscata, agguato. Una canzone che, nel pieno di una feroce dittatura militare, facendo ricorso alla poesia e alla metafora ma senza nascondere nulla, nemmeno il nome, celebrava colui che fino a due anni prima era stato il nemico pubblico n. 1 del regime, il capitano dell’esercito, il disertore, il guerrigliero comunista Carlos Lamarca (1937-1971).

Fino al 1969 Lamarca non aveva dato alcun segno di insofferenza alla vita militare o di non condividere l’azione dell’esercito golpista. Poi, improvvisamente, disertò portando con sè un camion carico di armi e munizioni e si unì al gruppo armato Vanguarda Popular Revolucionária (VPR). Con la sua nuova divisa Lamarca firmò parecchie azioni eclatanti, come il sequestro dell’ambasciatore svizzero Giovanni... (continua)
Baixava a noite na mata
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/7/2014 - 22:01
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Canto americano

Canto americano
[1973]
Parole e musica di Sérgio Ricardo
Nell’album - dalla copertina inequivocabile - che porta come titolo il nome dell’artista.

“[...] No campo especifico da música popular é do conhecimento de todos as perseguições enfrentadas por compositores como Chico Buarque, Geraldo Vandré, Taiguara e muitos outros que lutavam contra o arbítrio que imperava no Departamento Nacional de Censura, órgão oficial do governo com autonomia para monitorar a produção intelectual do país. Apesar de todas as dificuldades era necessário não se deixar esmorecer, fraquejar naquele momento seria desastroso e um ato de covardia diante da pátria e do que ela significava para cada um de nós.

No meio desse tiroteio alguns nomes se destacavam, e alem dos já citados um se fez vibrante, inconformado, realista e determinado, era o paulista Sergio Ricardo. Construindo sua carreira de cantor, compositor e cineasta desde... (continua)
Bésame rosa de sangue
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/7/2014 - 20:37
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Banderas rotas

Banderas rotas
[1989]

Album:Trilce

Banderas Rotas. Cuasimemorias
Autor: José Antonio Labordeta
Editorial: La Esfera de los Libros

Año de publicación: 2001

Banderas rotas son las memorias o, mejor cuasimemorias como prefiere el autor, de un ser humano, nacidas a veces en el coracón y otras en el cerebro. El currículo estrambótico de una generación idealista que vivió el salvaje conflicto de la guerra civil y la interminable posguerra y se ocupó de menesteres inútiles como derrocar una dictadura y llevar a cabo el largo peregrinar de la democracia.

He puesto sobre mi mesa
(continua)
inviata da adriana 27/7/2014 - 20:24
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Calabouço

Calabouço
[1968]
Parole e musica di Sérgio Ricardo
Nell’album che porta come titolo il nome dell’artista, pubblicato nel 1973

Si veda anche Menino di Milton Nascimento, dalla cui pagina riprendo l’introduzione.

Una canzone dedicata a Edson Luís de Lima Souto (1950-1968), il primo giovane vittima della repressione della dittatura brasiliana.

Edson Luís era originario del Pará, veniva da una famiglia povera che con molti sacrifici l’aveva mandato a Rio de Janeiro per frequentare le superiori.

Il 28 marzo del 1968 gli studenti di Rio inscenarono una protesta nella mensa scolastica, il Restaurante Central dos Estudantes detto “Calabouço”, perchè i prezzi dei pasti erano aumentati in modo insostenibile. La polizia militare, intervenuta in forze, disperse gli studenti davanti all’edificio, ma non quelli che si erano asserragliati dentro il Calabouço, resistendo con bastoni e lanci di pietre. Mentre... (continua)
Olho aberto ouvido atento
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/7/2014 - 18:38
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Storia di un’osteria

Storia di un’osteria
[1978]
Parole e musica di Flavio Giurato
Nell’album intitolato "Per futili motivi"

Suprema sintesi della storia del fascismo, dagli splendidi albori alla squallida fine...

Esordio di un personaggio unico della nostra canzone d'autore che in poco più di un lustro pubblicò tre album memorabili prima di scomparire dalla scena musicale per quasi vent'anni (e ripresentatosi solo qualche anno fa sempre ad alti livelli).

Recensione di Gasolio da Debaser

I futili motivi del titolo sono quelli di un ragazzo romano che si arruola volontario nella seconda guerra mondiale, forte delle sue convinzioni fasciste con le quali ha convissuto dalla nascita. Conoscerà “Roghi e rovine” e il vero volto della dittatura e della guerra.

L'album è costruito con un impasto di romanesco e italiano, le prime canzoni, quando il protagonista è ancora un ragazzotto spavaldo, prediligono l'idioma dialettale. Il giovane,... (continua)
Storia de ’n’osteria
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/7/2014 - 23:12

Una brutta ventata

Una brutta ventata
[1978]
Parole e musica di Flavio Giurato
Nell’album intitolato "Per futili motivi"

Esordio di un personaggio unico della nostra canzone d'autore che in poco più di un lustro pubblicò tre album memorabili prima di scomparire dalla scena musicale per quasi vent'anni (e ripresentatosi solo qualche anno fa sempre ad alti livelli).

Recensione di Gasolio da Debaser

I futili motivi del titolo sono quelli di un ragazzo romano che si arruola volontario nella seconda guerra mondiale, forte delle sue convinzioni fasciste con le quali ha convissuto dalla nascita. Conoscerà “Roghi e rovine” e il vero volto della dittatura e della guerra.

L'album è costruito con un impasto di romanesco e italiano, le prime canzoni, quando il protagonista è ancora un ragazzotto spavaldo, prediligono l'idioma dialettale. Il giovane, che ha compiuto 18 anni alla vigilia dell'entrata in guerra dell'italia (10 giugno... (continua)
Bella signora
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/7/2014 - 23:10
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Il rondone

Il rondone
[1978]
Parole e musica di Flavio Giurato
Nell’album intitolato "Per futili motivi"

Bellissima canzone che può benissimo essere accostata ad altre forse più famose, come Ad un giovine pilota, Il pilota di Hiroshima e Pilota di guerra. C’è in più un aspetto che le altre non considerano; l’onanismo vigliacco dell’assassino di massa che non guarda negli occhi le proprie vittime... E penso in questi giorni alla cieca e codarda violenza dell’esercito israeliano, con i suoi aerei, le sue navi, i suoi cannoni, i suoi carrarmati, i suoi droni che infieriscono su uomini, donne e bambini nella trappola di Gaza...

Esordio di un personaggio unico della nostra canzone d'autore che in poco più di un lustro pubblicò tre album memorabili prima di scomparire dalla scena musicale per quasi vent'anni (e ripresentatosi solo qualche anno fa sempre ad alti livelli).

Recensione di Gasolio da Debaser

I futili... (continua)
Con l’orecchio ai motori
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/7/2014 - 23:09
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A noi mo'

A noi mo'
[1978]
Parole e musica di Flavio Giurato
Nell’album intitolato "Per futili motivi"

Esordio di un personaggio unico della nostra canzone d'autore che in poco più di un lustro pubblicò tre album memorabili prima di scomparire dalla scena musicale per quasi vent'anni (e ripresentatosi solo qualche anno fa sempre ad alti livelli).

Recensione di Gasolio da Debaser

I futili motivi del titolo sono quelli di un ragazzo romano che si arruola volontario nella seconda guerra mondiale, forte delle sue convinzioni fasciste con le quali ha convissuto dalla nascita. Conoscerà “Roghi e rovine” e il vero volto della dittatura e della guerra.

L'album è costruito con un impasto di romanesco e italiano, le prime canzoni, quando il protagonista è ancora un ragazzotto spavaldo, prediligono l'idioma dialettale. Il giovane, che ha compiuto 18 anni alla vigilia dell'entrata in guerra dell'italia (10 giugno... (continua)
A noi! Mò
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/7/2014 - 23:03
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Il colpo di vuoto

Il colpo di vuoto
[1978]
Parole e musica di Flavio Giurato
Nell’album intitolato "Per futili motivi"

Esordio di un personaggio unico della nostra canzone d'autore che in poco più di un lustro pubblicò tre album memorabili prima di scomparire dalla scena musicale per quasi vent'anni (e ripresentatosi solo qualche anno fa sempre ad alti livelli).

Recensione di Gasolio da Debaser

I futili motivi del titolo sono quelli di un ragazzo romano che si arruola volontario nella seconda guerra mondiale, forte delle sue convinzioni fasciste con le quali ha convissuto dalla nascita. Conoscerà “Roghi e rovine” e il vero volto della dittatura e della guerra.

L'album è costruito con un impasto di romanesco e italiano, le prime canzoni, quando il protagonista è ancora un ragazzotto spavaldo, prediligono l'idioma dialettale. Il giovane, che ha compiuto 18 anni alla vigilia dell'entrata in guerra dell'italia (10 giugno... (continua)
Diciott'anni e un giorno
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/7/2014 - 23:02
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Le Clandestin

Le Clandestin
(2000)
Album: "En attendant les caravanes"
Il vagabonde et s'enveloppe
(continua)
26/7/2014 - 21:54
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Rue de Panam

Rue de Panam
Album: Rue du Temps (1997)

avec Les Hurlements d'Léo

Dalle strade di Paname, cioè di Parigi, invase dai turisti, dalla droga e dalla repressione un messaggio chiaro: un giorno gli sbirri avranno il loro da fare perché i vagabondi parlano di rivoluzione. Un giorno le nostre canzoni vi disarmeranno e allora non ci sarà altro che la follia, la gioia e l'anarchia...
Dans une rue de Paname
(continua)
26/7/2014 - 17:49

Ο Νικολός

Ο Νικολός
O Nikolόs
[1970-71]
Στίχοι: Νίκος Δαμίγος
Μουσική: Χρήστος Λουρετζής
Parole: Nikos Damigos
Musica: Christos Louretzís
In “Τα τραγούδια της εξορίας (1967-71)”, “Le canzoni del confino (1967-71)”, un CD realizzato a partire da alcune registrazioni su magnetofono compiute clandestinamente da Nikos Damigos, e Christos Louretzís, Kyriakos Ypsilandis (Κυριάκος Υψηλάντης) e altri detenuti politici che i fascisti allora al potere in Grecia spedirono al confino nei tanti campi di prigionia allestiti sulle isole dell’Egeo, come Makronissos, Gyaros e Leros. La registrazione fu realizzata nel campo di Partheni a Leros ma i brani furono scritti da Damigos nel suo peregrinare, grazie ai frequenti trasferimenti, tra l’isola di Gyaros - per molti il primo campo di transito - e il campo di Lakkì, che come quello di Partheni si trovava sull’isola di Leros.

L’introduzione che segue è tratta da un paio... (continua)
Μιά νυχτιά σκοτάδι πίσσα τον αδειάσανε γιαλό
(continua)
inviata da Bernart Bartleby e Gian Piero Testa 26/7/2014 - 15:54
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Alle barricate

Alle barricate
2015
Sangue e cenere



Sangue e cenere

La scorsa estate i Gang hanno deciso di utilizzare la modalità del crowdfunding, con grandissimo successo, visto che hanno raccolto 10 volte la cifra richiesta, lo hanno fatto per finanziare la realizzazione del nuovo disco Sangue e cenere, che arriva quindi ben 14 anni dopo Controverso, il loro ultimo album di inediti.

Certo in questi anni c’è sempre stata una intensa attività live con oltre 100 concerti ogni anno, ci sono stati parecchi  dischi tra live, cover, riletture, collaborazioni ( La Macina, Daniele BiacchessiMassimo Priviero, Gaetano Liguori) ma gli amanti della band aspettavano sempre un nuovo lavoro di inediti, che ora è finalmente nel nostro lettore.

Con i fondi raccolti hanno potuto fare le cose per  bene, registrazioni in USA con una bella produzione di Jono Manson, una ricca strumentazione che vede ad accompagnare i fratelli Severini... (continua)
Agosto del '22 l'Italia è rastrellata
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/7/2014 - 14:45
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Ottavo chilometro

Ottavo chilometro
2015
Sangue e cenere



Sangue e cenere

La scorsa estate i Gang hanno deciso di utilizzare la modalità del crowdfunding, con grandissimo successo, visto che hanno raccolto 10 volte la cifra richiesta, lo hanno fatto per finanziare la realizzazione del nuovo disco Sangue e cenere, che arriva quindi ben 14 anni dopo Controverso, il loro ultimo album di inediti.

Certo in questi anni c’è sempre stata una intensa attività live con oltre 100 concerti ogni anno, ci sono stati parecchi  dischi tra live, cover, riletture, collaborazioni ( La Macina, Daniele BiacchessiMassimo Priviero, Gaetano Liguori) ma gli amanti della band aspettavano sempre un nuovo lavoro di inediti, che ora è finalmente nel nostro lettore.

Con i fondi raccolti hanno potuto fare le cose per  bene, registrazioni in USA con una bella produzione di Jono Manson, una ricca strumentazione che vede ad accompagnare i fratelli Severini... (continua)
Danno gli occhi alla Pioggia nella Notte più nera
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/7/2014 - 14:44
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Non finisce qui

Non finisce qui
2015
Sangue e cenere



Sangue e cenere

La scorsa estate i Gang hanno deciso di utilizzare la modalità del crowdfunding, con grandissimo successo, visto che hanno raccolto 10 volte la cifra richiesta, lo hanno fatto per finanziare la realizzazione del nuovo disco Sangue e cenere, che arriva quindi ben 14 anni dopo Controverso, il loro ultimo album di inediti.

Certo in questi anni c’è sempre stata una intensa attività live con oltre 100 concerti ogni anno, ci sono stati parecchi  dischi tra live, cover, riletture, collaborazioni ( La Macina, Daniele BiacchessiMassimo Priviero, Gaetano Liguori) ma gli amanti della band aspettavano sempre un nuovo lavoro di inediti, che ora è finalmente nel nostro lettore.

Con i fondi raccolti hanno potuto fare le cose per  bene, registrazioni in USA con una bella produzione di Jono Manson, una ricca strumentazione che vede ad accompagnare i fratelli Severini... (continua)
Vostro Onore, vostro Onore
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/7/2014 - 14:41
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Roma meticcia

Roma meticcia
[2011]
Album : Profondo rosso
Se il vento urla contro
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/7/2014 - 01:36
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When You See Millions of the Mouthless Dead

When You See Millions of the Mouthless Dead
[ottobre 1915]
Versi di Charles Hamilton Sorley (1895-1915), nella raccolta postuma intitolata “Marlborough and other Poems” pubblicata nel 1916.
Musica per orchestra sinfonica del belga Jan Van der Roost (1956-), che intitolò il componimento “Et in Terra pax”

Che destino quello del giovane scozzese Charles Sorley!
Educato al Marlborough College - come Siegfried Sassoon - prima di entrare ad Oxford, Charles Sorley decise di andare a studiare una lingua ed una letteratura che amava... quella tedesca. Fu infatti i Turingia, all’Università di Jena, che lo sorprese lo scoppio della guerra. Posto in arresto per qualche giorno, fu poi espulso dal paese e corse ad arruolarsi volontario nel Suffolk Regiment. Sul fronte francese divenne capitano in poche settimane e poi, il 13 ottobre 1915, nei pressi di Hulluch, Nord-Passo di Calais, fu colpito in fronte da un cecchino tedesco durante una delle... (continua)
When you see millions of the mouthless dead
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/7/2014 - 21:53
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Arról alúl

Arról alúl
[fine 800, inizio 900]
Canzone di soldato anonimo
Su di una melodia popolare riscritta e arrangiata da Zoltán Kodály. Brano incluso nell’opera “Magyar Népzene VI” (“Musica popolare ungherese VI”) pubblicata nel 1925.

Classica canzone di “naja”, identica in ogni epoca ed in ogni angolo del mondo: la triste lettera dall’amata, il dubbio sulla sua fedeltà, il rancore verso i vertici per tutto quel tempo perduto, forzatamente trascorso lontano dalla casa e dagli affetti...
Ho datato il brano a cavallo dei due secoli perchè la ferma è qui di tre anni, e quindi precedente al 1912 quando anche in Ungheria, come già avevano fatto altre nazioni, il servizio militare obbligatorio fu “ridotto” a 2 anni... Dopo poco però arrivò la Grande Guerra a rimettere tutto a posto: la naja non ebbe più termine.
Arról alúl kéken béborult az ég,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/7/2014 - 20:55
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Körtéfa

Körtéfa
Testo di anonimo soldato ungherese.
Su di una qualche aria popolare ovvero originale, riscritta e arrangiata da Zoltán Kodály. Brano incluso nell’opera “Magyar Népzene VII” (“Musica popolare ungherese VII”).

A Gyöngyös durante la Grande Guerra c’era un ospedale da campo e lì vicino un grande pero sotto il quale i soldati convalescenti si radunavano e se la contavano e se la ridevano, e se la cantavano… Un’oasi di pace e di vita lontana dal furore della guerra, dall’orrore della morte…
Körtéfa, körtéfa,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/7/2014 - 14:58
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L'arcusgi di Pasquale

L'arcusgi di Pasquale
L'arcusgi sò "les archers" micca "les fusils"
(anne marie)

E grazzie pe' la currezzione, surella! La mettemu subitu ind'e traduzzioni. [CCG/AWS Staff]
25/7/2014 - 11:24
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Vietnam War

Vietnam War
Ci sono sguardi silenziosi che lasciano immaginare le parole, e le cose non dette possiamo solo immaginarle.
I momenti più belli della cultura popolare che si basa sulla trasmissione orale sono quelli che riescono a condensare in poco spazio una memoria secolare...
Sam Lightnin' Hopkins riusciva a mantenere viva quella memoria, in così poco spazio, con la propria forza espressiva che gli permetteva non solo di ricordare, ma anche di inventare di fronte a un piccolo pubblico che voleva divertirsi, e gli riusciva di farlo da solo, con la sua chitarra. Non gli necessitava di aggiungere nulla alle poche note che seguivano il silenzio della sua voce... Lui non suonava per il “consumo”, lo faceva per l’immaginazione…
iciogoodtimemusic [Maurizio] 25/7/2014 - 02:54
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War News Blues

War News Blues
Ci sono sguardi silenziosi che lasciano immaginare le parole, e le cose non dette possiamo solo immaginarle.
I momenti più belli della cultura popolare che si basa sulla trasmissione orale sono quelli che riescono a condensare in poco spazio una memoria secolare...
Sam Lightnin' Hopkins riusciva a mantenere viva quella memoria, in così poco spazio, con la propria forza espressiva che gli permetteva non solo di ricordare, ma anche di inventare di fronte a un piccolo pubblico che voleva divertirsi, e gli riusciva di farlo da solo, con la sua chitarra. Non gli necessitava di aggiungere nulla alle poche note che seguivano il silenzio della sua voce... Lui non suonava per il “consumo”, lo faceva per l’immaginazione…
iciogoodtimemusic [Maurizio] 25/7/2014 - 02:51
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Maybe There's a World

Maybe There's a World
(2006)
Dall'album "An Other Cup"
I have dreamt of a place and time
(continua)
25/7/2014 - 00:54
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Angel of War

Angel of War
da "Footsteps in the Light" (2006)

Si trova nella prima raccolta pubblicata da Yusuf Islam (già Cat Stevens) dopo la conversione alla religione musulmana. E' un bellissimo dialogo fra l'Angelo delle Guerra e il Giovane Soldato che rivede se stesso nel nemico. La melodia ricorda molto il suo classico degli anni '70 "Lady D'Arbanville." ma in questo caso Yusuf è accompagnato solo dalle percussioni e da un coro di voci zulu.

Ancora una volta dobbiamo ringraziare la trasmissione Rataplan di Radio Due Rai per averci fatto conoscere questo pezzo.
O Angel Of War! What am I fighting for?
(continua)
inviata da CCG Staff 25/7/2014 - 00:16

Communiqués

Communiqués
Communiqués

Canzone française – Communiqués – Marco Valdo M.I. – 2014

Le Livre Blanc 8

Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH » publié en langue allemande – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.

Mon ami Lucien l'âne, encore une canzone paradoxale, comme son titre te l'indique : « Communiqués ».

Eh bien, Marco Valdo M.I. mon ami, rien ne va droit dans cette histoire du Livre Blanc. A-t-on déjà vu une chansons constituée de communiqués ? Car j'imagine que c'est de cela qu'il s'agit...

En effet, c'est bien de cela qu'il est question : une chanson constituée de communiqués. Comme tu le sais, le communiqué est – dans notre univers médiatique – une forme très particulière... (continua)
L'Académie des Sciences communique :
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 24/7/2014 - 23:27
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Sanitarium Blues

Sanitarium Blues
[1989/1996]
Parole e musica di Townes Van Zandt
Nel disco postumo del 1999 intitolato “A Far Cry From Dead”

Una bellissima canzone, forse una delle ultime, dello schivo e malinconico Van Zandt, morto a soli 52 anni nel 1997 per effetto dei postumi non curati di una brutta caduta ma a causa di una vita trascorsa in frequenti ricoveri psichiatrici per una mai sconfitta psicosi maniaco-depressiva e nella dipendenza da farmaci, alcool e droghe...
The folks, they just can't take no more
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/7/2014 - 21:11

Viole del Carso

Viole del Carso
[1918]
Parole e musica di E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta (Napoli, 1884-1961).
I testi di questa e di altre canzoni del maestro napoletano nel 1922 verrano incluse - “Leggenda del Piave” compresa - in un volume d’impronta marcatamente patriottarda intitolato “Il Libro Grigio-Verde”... E bisogna pure aggiungere che il prolifico E. A. Mario fu amato assai durante il fascismo: per esempio, nel 1936 al Gran Teatro la Fenice a Venezia si tenne un grande concerto durante il quale vennero cantate molte sue canzoni di celebrazione del fascismo e della guerra coloniale...

Resta il fatto che “Viole del Carso” di patriottico non ha nulla e credo che possa bene essere accolta nel percorso delle “Canzoni d’amore contro la guerra”, così come a suo tempo fu accolta Le rose rosse, scritta sempre da E. A. Mario e interpretata da Carlo Buti.
Noi siamo le viole del Carso
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/7/2014 - 20:22

Podgora

anonimo
Podgora
[1915?]
Un breve canto di anonimo soldato che, dopo un secolo, ci fa ripiombare nel fango e nel dolore delle trincee…

Prima della Grande Guerra il Monte Calvario – in realtà una collina di poco più di 200 metri – ad ovest di Gorizia, veniva chiamato in sloveno Kalvarija o Podgora, dal nome del vicino villaggio, oggi Piedimonte del Calvario. La zona fu teatro di battaglie feroci, come quella avvenuta nel luglio 1915 nel quadro della cosiddetta Seconda battaglia dell'Isonzo…
Ho perso la voce
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/7/2014 - 11:59
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La ballata degli sconfitti

La ballata degli sconfitti
1994
Le scoperte di Arezzo

Canzone allegorica sull'Italia, scritta ancora all'inizio dell'era Berlusconi
Per la carrozza Italia preghino signori
(continua)
inviata da DonQuijote82 24/7/2014 - 07:23
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Kalašnjikov

Kalašnjikov
Bellissima pagina, complimenti per la traduzione.
Bregovic è tra i pochi artisti che non si vergognano di criticare e prendere in giro i responsabili della disgregazione della Jugoslavia, inoltre ha sempre rifiutato una qualsiasi etichetta etnica.
Ognjen 24/7/2014 - 02:01
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ניט קײן ראָזשינקעס, ניט קײן מאַנדלען

ניט קײן ראָזשינקעס, ניט קײן מאַנדלען
d'après la version italienne de Riccardo Venturi
d'une chanson yiddish
Nit kayn rozhinkes, nit kayn mandlen – Isaiah Shpigl – Dovid Beyglman [David Beygelman] – 1943

Paroles d'Isaiah Shpigl (1906-1990), écrivain, poète et professeur qui survécut à la liquidation du ghetto de Łódź et à l'Holocauste
Musique de David Beyglman, qui par contre fut tué Auschwitz en août 1944, peu de jours après sa déportation de Łódź.
La chanson a été interprétée par beaucoup, par exemple par Abraham Brun dans l'album « Songs of the Ghetto », Folkways Records, 1965.
Le texte translittéré du yiddish a été trouvé sur Music and the Holocaust ; le texte original en caractères hébraïques est par contre une image reproduite de Der Yidisher Tem-Tem, revue pour l'apprentissage de la langue yiddish. L'image reproduit même le portrait de l'auteur des vers, Isaiah Shpigl.

Isaiah Shpigl écrivit cette chanson en mémoire... (continua)
NI RAISINS, NI AMANDES
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 23/7/2014 - 19:33
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Maddalena di Val Susa

Maddalena di Val Susa
[2014]
Testo e musica di Alessio Lega
Lyrics and music by Alessio Lega
Paroles et musique d'Alessio Lega
Testo ripreso da Il deposito

La recentissima e bella canzone di Alessio Lega è accompagnata qui per la prima volta dal suo video, perché certe canzoni, sempre sgradite al potere, è sempre bene ascoltarle cantate e ricantate. Abbiamo pensato di inserire in questa pagina anche il racconto di una domenica di qualche mese fa, passata in Val Susa. Per ribadire certe cose e certi eventi. [RV]
Maddalena sequestrata
(continua)
inviata da Riccardo Venturi e Adriana 23/7/2014 - 19:24




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