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La recensione di antiwarsongs.org mandata in onda da RSI-Rete Due (Radiotelevisione Svizzera Italiana) il 3.5.2024.

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Riccardo Venturi 16/10/2024 - 06:43
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They Come Like Armies

They Come Like Armies
[2017]
Una - credo – recentissima ballata del buon vecchio radicale ebreo Leon Rosselson
Ho trovato il testo sul suo sito ufficiale

Un brano contro il “fracking”, la fratturazione idraulica, pratica geotecnica di perforazione del sottosuolo finalizzata a rendere disponibili giacimenti di gas ed idrocarburi intrappolati nelle viscere della terra. Il fracking esige quantità enormi d’acqua e inoltre inquina le falde acquifere ed è anche ritenuto aver effetti sull’aumento del rischio sismico.
They come like armies, they assault the land
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/3/2018 - 14:27
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Song of the Leaders

Song of the Leaders
[tra 60 e 70]
Una canzone scritta da Brian Pearson, che credo fosse uno dei membri de The Critics Group
Nell’abum di Roy Bailey intititolato “Hard Times”

Un brano dedicato a John Ball e Wat Tyler ed alla rivolta contadina da essi guidata nella Canterbury del 1381. John Wraw, Geoffrey Lister, William Grindecobbe e Jack Straw furono altri protagonisti di quella rivolta, tutti catturati e malamente giustiziati dopo l’uccisione a tradimento di Wat Tyler.

John of Gaunt, duca di Lancaster, era il governatore del Kent, esattore delle tasse per il re Riccardo II, e fu in responsabile della rivolta per aver imposto al popolo imposte inique, balzelli vergognosi e per la violenza dei suoi esattori. I ribelli gli distrussero la casa ma non lo poterono uccidere, come fecero con molti altri, perché l’affamatore era in quel momento assente. Il Lord Mayor che uccise Wat Tyler a tradimento mentre si apprestava a parlamentare con il re si chiamava Sir William Walworth, all’epoca “sindaco” di Londra.
The men of Kent have met today to put oppression down
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/3/2018 - 13:28
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Ο ύμνος του Μάαστριχτ

Ο ύμνος του Μάαστριχτ
O ymnos tou Maastricht
[1992]
Parole e musica: Thanasis Gaïfyllias
Στίχοι και μουσική: Θανάσης Γκαïφύλλιας
Lyrics and music: Thanasis Gaifyllias

Canzone nel 1992. Dicono che, in Grecia, allora, tutti erano allegri, contenti, “europei”, democratici, socialisti, papandrei, spendevano e spandevano soldi inesistenti ipotecando tutto il paese e indebitandosi, indebitandosi, indebitandosi...dicevano anche che il “futuro” sarebbe stato della Grecia, mettendosi a tavola coi lupi che, intanto, firmavano il “trattato di Maastricht”, ve lo ricordate? 1992, già. Mentre in Italia correva l' “annus horribilis”, che sarebbe stato seguito da anni horribiliores, in Grecia si pensava al futuro radioso, già alle Olimpiadi del centenario (che sarebbero state scippate da Atlanta e dalla Coca Cola), e si diceva che bisognava essere molto furbi e nascondere bene le stronzate che venivano fatte, con un sorriso... (continua)
Άγγλοι, Γάλλοι, Πορτογάλοι
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 29/3/2018 - 11:01

The Victors

The Victors
[1965]
Parole di Colin Wilkie
Su di una melodia tradizionale di origine incerta
Nel disco “We Travel The Road”, con Shirley Hart
Poi nel disco collettivo “Songs For Peace” del 1983.
Testo trovato su MySongBook.de
When I was young the war was raging,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/3/2018 - 08:34

The Long Road to Perfection

The Long Road to Perfection
[1982]
Parole e musica di Colum Sands
Nel disco intitolato “Unapproved Road”
Testo trovato su MySongBook.de

Poi nel disco collettivo “Songs For Peace” pubblicato l’anno seguente.
On the long road to perfection
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/3/2018 - 08:18
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UomoNero

UomoNero
(2017)
dal nuovo album "Recidiva" di Mara Redeghieri, la ex cantante degli Üstmamò
In Recidiva+ interpretata con Luca Carboni

In UomoNero il tema dell'immigrazione è sviluppato in una cantilena elettronica con il ritmo delle antiche filastrocche giocando con gli innumerevoli connotati negativi della parola "nero" e sui contrasti tra il punto di vista di chi sbarca sulle nostre coste e quello degli autoctoni, brava gente onesta che "non ha bisogno di niente".

foto: Yakouba, Mali, di Luisa Menazzi Moretti
Ecco che arriva l’uomo nero
(continua)
27/3/2018 - 22:41
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Red Flag Day

Red Flag Day
Testo di Bono
Musica degli U2
dall'album "Songs of Experience" (2017)

Dedicata ai rifugiati siriani che fuggono attraverso il Mediterraneo dalla guerra che flagella il loro paese. La "bandiera rossa" del titolo si riferisce al segnale di pericolo issato sulle spiagge in caso di condizioni proibitive del mare. Mettersi in mare in un giorno in di allarme rosso significa mettere a rischio la propria vita.
I am made of all that I’m afraid of
(continua)
27/3/2018 - 21:45
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Summer of Love

Summer of Love
Testo di Bono
Musica degli U2
dall'album "Songs of Experience" (2017)
Cori di Lady Gaga e Ryan Tedder degli OneRepublic

La West Coast a cui si riferisce la canzone degli U2 non è la California della Summer of Love del 1967, ma la costa occidentale del Mediterraneo, vista come la salvezza per chi fugge dalla Siria, teatro di una guerra terribile.


I heard "Summer of Love," which was clearly about refugees.

There was a lot that went into that, but one of the jumping-off points was a CNN story about the gardener of Aleppo. It's about this guy who ran a garden in Aleppo that he kept going through the entire war. It was a political statement to the entire world that he kept this garden going. He was this deeply philosophical character and to him it was an act of defiance to grow flowers in the middle of Aleppo. He actually wound up getting killed in an air raid, so it was a very sad ending,... (continua)
The winter
(continua)
27/3/2018 - 21:21
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يا ليل ما ما أطولك

يا ليل ما ما أطولك
Ya lel ma ma atwalak
Cantata in duetto con la norvegese Kari Bremnes
dall'album Lullabies From The Axis Of Evil (2004)
يا ليل ما ما أطولك
(continua)
26/3/2018 - 22:31
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Seeds in the Wind

Seeds in the Wind
2011
Seeds in the Wind
Feat. Patti Smith e Lenny Kaye
Testo di Luca Lanzi e Regina Milito

“Seeds in the Wind” è lo straordinario documento dell’incontro artistico ed umano tra la Casa del Vento e Patti Smith, accompagnata dal suo ormai storico chitarrista Lenny Kaye, nato proprio grazie ad Emergency in occasione del concerto dell’11 settembre 2009 al Mandela Forum di Firenze. La canzone è dedicata ad Emergency, ed i ricavati sono stati devoluti proprio ad Emergency
Walked these barren lands
(continua)
inviata da Dq82 26/3/2018 - 21:37
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L’omicidio di Abd El Salam

L’omicidio di Abd El Salam
2018
Hombre Lobo session

“L’omicidio di Abd El Salam”, parla infatti di un lavoratore ucciso l’anno scorso in modo tremendo sul posto di lavoro, dai crumiri e dai padroni, di come il capitale chieda sempre le sue vittime sacrificali.

Si veda Abd el-Salam di Alessio Lega
Chi l'ha ucciso? Tu l'hai ucciso
(continua)
inviata da Dq82 26/3/2018 - 18:23
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The Wind That Shakes the Barley

The Wind That Shakes the Barley
La canzone è un perfetto connubio tra canto d'amore e canto di protesta (rebel song) tratto dalla poesia omonima pubblicata in "Ballads, Romances and Song" da Robert Dwyer Joyce nel 1861 e abbinata alla melodia "The old love and the new love". Nel 1872 Robert Dwyer è emigrato a Boston, dove ristampa le sue poesie irlandesi con alcuni nuovi testi in "Ballads of Irish Chivalry".
"L'orzo che si muove nel vento" è diventato il simbolo dei ribelli irlandesi del 1798, pare che sulle fosse comuni dove venivano seppelliti i "croppy boys", crescesse l'orzo, germogliato dalle razioni di cibo che si portavano in tasca; così lo spirito del nazionalismo irlandese non poteva essere distrutto e tornava a rinasce. Non sta a indicare quindi solo una stagione, l'estate, è anche l'immagine che rievoca nel protagonista il dolore: il momento della scelta tra l'amore per la famiglia e la patria, la morte dell'amata... (continua)
I sat within the valley green,
(continua)
inviata da Cattia Salto 26/3/2018 - 16:16
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Little Beggarman

anonimo
Little Beggarman
TITOLI VARI:
Little Beggerman
The Beggarman
Rigadoon
John Dhu

Una canzone irlandese sulla scelta di vita del mendicante che si presenta sotto diversi titoli pur mantendendo la stessa struttura testuale (è la versione irlandese della ballata già esaminata in To The Begging I will Go And a-Begging I Will Go (or the Begging Song))

Un mendicante girovago ritiene che il suo mestiere sia il migliore del mondo, perché così è libero (da ogni convenzione sociale, obblighi e consuetudini); quando ha fame chiede da mangiare, quando è stanco si siede a riposare e quando ha sonno dorme dove capita, magari in un fienile se piove. Incontrata una ragazza che gli fa notare il suo misero abbigliamento, le risponde che preferisce il suo genere di vita e che tutto il resto è superfluo.
tra gli interpreti: The Clancy Brothers &Tommy Makem, The High Kings, Great Big Sea, Gaelic Storm
Terre celtiche
I am a little beggarman,
(continua)
inviata da Cattia Salto 26/3/2018 - 15:50
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War Without Bangs

War Without Bangs
[1982]
Parole e musica di Geoff Pearson
Nell’album di Roy Bailey intitolato “Hard Times”




Poi anche nel disco collettivo “Songs For Peace” dell’anno seguente.
There's a chemistry lesson of life
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/3/2018 - 15:36
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Dundee lassie

Dundee lassie
Canzone scritta da Mary Brooksbank nel suo libro “Sidlaw Breezes” (1966), la raccolta di poesie e canzoni sulla dura vita delle lavoratrici nei filatoi di Dundee, Scozia.
Nei filatoi di Dundee degli anni 40 – ai tempi della gioventù di Mary, si lavorava per 10 ore di fila.

“The life of the women workers of Dundee right up to the thirties was … a living hell of hard work and poverty. It was a common sight to see women, after a long ten-hour-day in the mill, running to the stream wash-houses with the family washing. They worked up to the last few days before having their bairns. Often they would call in at the calenders from their work and carry home bundles of sacks to sew. These were paid for at the rate of 5 pence for 25, 6 pence for a coarser type of sack. Infant and maternal mortality in Dundee was the highest in the country.” (testimonianza di Mary Brooksbank).
Terre celtiche
Ah’m a Dundee lassie
(continua)
inviata da Cattia Salto 26/3/2018 - 15:17
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Boys of Mullaghbawn

anonimo
Boys of Mullaghbawn
Un lament dell'Ulster (South Armagh) la parte Nord D'Irlanda, che parla di un gruppo di ragazzi di Mullaghbawn condannati ai lavori forzati nelle colonie inglesi d'oltre oceano. La tradizione locale li vuole imprigionati per aver preso parte alla "Rising of 1798", mentre i detrattori dicono si sia trattato del rapimento di una ereditiera. E' considerata oltre che una "transporting song" anche come una "rebel song".
Terre celtiche
On a Monday morning early my wandering steps they'd lead me
(continua)
inviata da Cattia Salto 26/3/2018 - 10:59
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Bound for Botany Bay

anonimo
Bound for Botany Bay
Ballata popolare sul trasporto dei detenuti “Bound for Botany Bay”, conosciuta semplicemente come “Botany Bay” è entrata nella tradizione popolare australiana pur essendo stata scritta nel 1885 a Londra come parte di una commedia musicale dal titolo ‘Little Jack Shepherd’, rappresentata l’anno successivo anche a Melbourne. In realtà i trasporti dei detenuti nelle colonie penali del Nuovo Galles del Sud erano stati interrotti nel 1820 e quelli per la Tasmania nel 1856, ma la ballata riprende la letteratura inglese dei broadsides precedenti in cui la vaga destinazione era conosciuta come Botany Bay.

Più in generale si rileva una inversione di tendenza culturale a partire dal 1840 che riflette una visione più aderente al nuovo clima dell’illuminismo: le punizioni sommarie e brutali vengono considerate incivili e inumane, mentre prima per reati di entità minore, come piccoli furti, spergiuro,... (continua)
Farewell to old England for ever,
(continua)
inviata da Cattia Salto 26/3/2018 - 10:46
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The Shore of Botany Bay

anonimo
The Shore of Botany Bay
La produzione di ballate ottocentesche che hanno come tema la deportazione in Australia è ricorrente per tutto il secolo.
Botany Bay, Moreton Bay, Van Diemen’s Land, Port Phillis, Port Arthur, Macquarie Harbour, e Norfolk Island sono tristi nomi che ricorrono nelle ballate sulle deportazioni in cui si mescolarono realtà a fantasia tese a formare l’opinione e le aspettative dell’uomo comune su quelle terre.

E' il canto di un irlandese emigrato in Australia come cercatore d'oro. Della canzone esistono molte varianti testuali ma tutte ci dicono che Paddy è un muratore irlandese stanco del suo lavoro ai Docks, che trova un passaggio su di una nave diretta verso l'Australia per andare a cercare l'oro.
Questa versione testuale è stata raccolta dal poeta e cantore australiano Harold Percival Croydon "Duke" Tritton (1886-1965) che ha sentito la ballata cantata per le strade di Sydney all'inizio del 900, il IV verso è aggiunto di suo pugno
tratto da Terre celtiche
I'm on my way down to the quay where the good ship Nell doth lay
(continua)
inviata da Cattia Salto 26/3/2018 - 10:22
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Scots callan’ o’ bonnie Dundee

Scots callan’ o’ bonnie Dundee
TESTO “Scots callan’ o’ bonnie Dundee”
MELODIA “Adew Dundee” (in Skene MS 1620 circa)

La ballata “Scots callan’ o’ bonnie Dundee” è passata per la penna di Robert Burns, ma gli studiosi non sono concordi nell’attribuzione dei versi. Probabilmente deriva da “Jockey’s Escape from Bonnie Dundee” ed è stata pubblicata nello “Scots Musical Museum”, N° 99, Vol 1, 1787.

“Callant” è una vecchia parola scozzese per ragazzo, la versione popolare della ballata raccontava delle prodezze amorose di un ragazzo – soldatino pronto a darsela a gambe piuttosto che sposare la ragazza ingravidata.
La ragazza però è innamorata del suo bel soldatino e cantando la nanna al loro bambino ne attende il ritorno. E tuttavia è anche un anti-war song con l’andamento di un lamento.
Terre celtiche
O, whaur gat ye that hauver-meal bannock (1)?
(continua)
inviata da Cattia Salto 26/3/2018 - 10:05
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Una giornata particolare

Una giornata particolare
In "Una giornata particolare", brano interpretato in coppia da Federico Marchioro e Luca Bassanese, il cantato scarno, asciutto, rigoroso, povero di virtuosismi, ma estremamente diretto di Marchioro, unito alla forza, alla presenza scenica e alla teatralità innata di Bassanese, conferiscono al pezzo il carattere di una “narrazione civile”, del racconto di una sconfitta collettiva. di un profondo senso d'appartenenza, di un sogno comune spezzato.

In un’Italia, dalla coscienza civile “lobotomizzata” dai grandi mezzi di comunicazione, divenuti strumento di controllo e di elaborazione di una verità ad uso e consumo di un’onnipotente oligarchia, di un “Grande Fratello”, di orwelliana memoria, è giunto il momento di celebrare in questa “giornata particolare”, data che entrerà nei libri di storia, a memoria per le generazioni a venire, la “morte della sinistra” e la vittoria di un “Nuovo Ordine”... (continua)
L’Italia ha deciso
(continua)
inviata da Federico Marchioro 26/3/2018 - 00:23
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Espressionismo

Espressionismo
“Espressionismo”, rabbioso ed eversivo pamphlet parigino di fine ‘800 nei suoi versi iniziali così evocativi “E’ tempo di stringersi attorno ad un fuoco, di promettersi sangue, sudore, lacrime.”, è un appello alla mobilitazione rivolto a tutti i “partigiani del mondo” per rimanere sé stessi in un istinto di sopravvivenza, contro qualsiasi forma di controllo, di manipolazione delle coscienze, di annullamento delle identità, esercitati da una sorta di “dittatura del pensiero unico”.

La storia è, è stata e per sempre sarà violenza, scontro ed eterna lotta tra opposte fazioni, restarne fuori, non prenderne parte, significa “soccombere”, travolti dalla battaglia che in questo nuovo millennio ha assunto i contorni e i lineamenti di una “guerra mondiale”, ad alto tasso ideologico, tra ribelli sognatori e “poteri forti”, minoranze di privilegiati e potentati economici.
Al ritmo di un trascinante... (continua)
E’ tempo di stringersi attorno a un fuoco
(continua)
inviata da Federico Marchioro 25/3/2018 - 23:51
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The Battle of Otterburn

anonimo
The Battle of Otterburn
Child ballad # 161

Una battaglia nel Border  in un oscuro medioevo teatro di continue scorrerie tra Scozia e Inghilterra (siamo nel 1388) in cui Sir James Douglas, secondo conte di Douglas condusse diversi clan scozzesi alla vittoria contro le truppe inglesi comandate da Henry ""Hotspur" Percy figlio del conte di Northumberland.
Il resoconto della battaglia narrato come ballata, si ritrova su manoscritto solo a partire dal 1550, riportato poi più volte nei broadsides e stampato nelle maggiori raccolte settecentesche, fino a essere ripreso da sir Walter Scott nel suo Minstrelsy of the Scottish Border (1833).

Il conte Douglas era un personaggio influente nel Border, sposato niente meno che con la Principessa Isabella Bruce una delle figlie di Re Roberto II di Scozia.
Una teoria ipotizza che nella ballata si narri di una ripresa delle ostilità contro l'Inghilterra con due eserciti scozzesi... (continua)
It fell aboot the Lammas-tide
(continua)
inviata da Cattia Salto 25/3/2018 - 22:36
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Bard of Armagh

anonimo
Bard of Armagh
"The Bard of Armagh" è il titolo di una canzone tradizionale irlandese (Irlanda del Nord) di cui non si conosce ancora l'origine. Di padri ne ha ben quattro: due irlandesi e due scozzesi.

Incominciamo con Patrick Donnelly (1649–1716), la storia, diffusa nella contea di Armagh, più sicuramente a livello aneddotico, è curiosa: nel 1697 l'appena nominato vescovo di Dromore viene subito deposto con il promulgamento del "Bishops Banishment Act"; si dice così che Patrick nei panni di arpista itinerante con il nome di Phelim Brady girasse per la contea di Armagh continuando a offrire i suoi servizi di sacerdote cattolico.
Alcuni citano come autore l'irlandese Thomas Campbell (1733-1795) più per omonimia con il poeta scozzese che per altro, essendo questi un predicatore protestante filo-inglese; lo scozzese Thomas Campbell (1777–1844) invece era un poeta e drammaturgo che scrisse alcune canzoni... (continua)
Oh list to the lay of a poor Irish harper
(continua)
inviata da Cattia Salto 25/3/2018 - 22:16
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Georges Brassens: Le Testament

Georges Brassens: Le Testament
Le Testament

Chanson française – Le Testament – Georges Brassens – 1956


Dialogue maïeutique


Lucien l’âne mon ami, il arrive un moment dans la vie où certains ont l’idée de se faire un testament ou de se le faire faire par un notaire.

Certes, comme je nous connais, cela ne nous arrivera pas, Marco Valdo M.I. mon ami, ni à moi, ni à toi. Ce n’est pas qu’on ait peur de le faire, mais à la vérité, que pourrait-on bien y indiquer ? Rien, rien qui ne soit dit ici dans nos dialogues et dans nos chansons. Ce sont les seuls choses que nous léguerons à la postérité. Sans doute, du point de vue commun, cela ne vaudra pas assez pour y prélever une taxe, ni même pour en faire commerce. Et c’est bien ainsi. Mais dis-moi, Marco Valdo M.I. mon ami, aurais-tu l’intention de mourir bientôt que tu évoques cette idée de testament ?

Pas vraiment, Lucien l’âne mon ami, pas vraiment, mourir bientôt, non,... (continua)
Je serai triste comme un saule,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 25/3/2018 - 21:29
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Alan Stivell: Kan an alarc'h

Alan Stivell: Kan an alarc'h
Alan Stivell

Il testo e la melodia di "Kan An Alarc'h" sono stati raccolti da Hersart de la Villemarqué e pubblicati nel 1839 nella sua collezione "Barzaz Breiz": "Il cigno" è una canzone tradizionale bretone in cui si racconta del ritorno dall'esilio in Inghilterra del duca Jean de Montfort (1339-1399) per riconquistare il trono di Bretagna.

Figlio di Giovanna la Pazza e di Giovanni IV il Conquistatore, nacque durante la guerra di secessione bretone e visse alla corte del re d'Inghilterra Edoardo III per tutta la sua fanciullezza. Ritornò in Bretagna nel 1364 per riprendersi il trono, ma la sua alleanza con gli Inglesi non era ben vista dai nobili  bretoni e invece di combattere contro il re francese Carlo V andò nuovamente in esilio in Inghilterra (1373).

Pochi anni dopo quando la Francia sottomise la Bretagna,  furono gli stessi nobili bretoni a chiedere il ritorno del Duca. Tutta la... (continua)
Eun alarc'h [1], eun alarc'h tramor,
(continua)
inviata da Cattia Salto 25/3/2018 - 21:17
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Basique

Basique
(2017)
Album: La fête est finie

Degli enunciati semplici semplici, in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali - come diceva Luttazzi - eppure veri. Sta in questo sito almeno per due di questi trucs simples: quello sui militanti del Front National che hanno la stessa faccia dei cattivi nei film, e il fatto che all'estero sei straniero, quindi non serve a niente essere razzisti. Senza dimenticare che cento persone possiedono la metà delle ricchezze del globo.
[Intro version clip]
(continua)
25/3/2018 - 16:32
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Normal

Normal
(2018)
Album Cure

La risposta di Eddy de Pretto, giovane rapper francese, all'omofobia ancora così diffusa. Il video vede Eddy salire su un ring di box per cantare la sua canzone. "Sono completamente normale, completamente banale".
Penses-tu qu'j'suis responsable
(continua)
25/3/2018 - 16:17
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Tout va bien

Tout va bien
Album La fête est finie (2017)

Prodotto da Stromae & Skread

Un adulto racconta a un bambino i rischi della vita. Per non scioccarlo svelandogli il lato oscuro della vita adulta, trova delle scuse inventate sui senza-tetto, le donne picchiate o la guerra.

Il testo può essere anche interpretato come una critica a un mondo che chiude gli occhi sui veri problemi e che si ripete che tutto va bene, come la marchesa di Keny Arkana.
Dors
(continua)
inviata da Lorenzo 25/3/2018 - 13:46
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No a la guerra

No a la guerra
Album: Al carrer! (2007)
Talibán, Talibán
(continua)
25/3/2018 - 12:57
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Arrivano dal mare

Arrivano dal mare
2018
Storie vere di una nave fantasma
In fondo al tramonto
(continua)
inviata da Dq82 25/3/2018 - 10:21
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Pagliaccio

Pagliaccio
2018
Storie vere di una nave fantasma

Questa canzone è dedicata ad Anas Al-Bash, "il pagliaccio di Aleppo" un ragazzo di 24 anni che avrebbe lavorato per la Space of Hope, facendo il pagliaccio per gli orfani di Aleppo. Uso il condizionale perché, come già successo per i White helmets, spesso non è chiaro dove sia la verità e dove la propaganda.
La notizia della morte è girata sui principali media internazionali, ma Si trovano sempre e solo 4 foto. Non c'era notizia di Anas Al-Bash sul sito dell'associazione per cui lavorava fino alla sua morte. Insomma siamo consapevoli del rischio bufala. Ma l'idea che ci sia qualcuno che continui a voler far ridere i bambini sotto le bombe ci piace, e crediamo anche nell'assoluta buonafede dei Nuju che hanno proposto questa canzone, quindi, almeno per l'idea, il Pagliaccio entra tra le CCG.
Erano gli anni dei bombardamenti
(continua)
inviata da Dq82 25/3/2018 - 10:03
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Ultra Pharum

Ultra Pharum
(2018)

Testo: Alessandro Mannarino e Samuel Umberto Romano
Musiche: Samuel Umberto Romano, Alessandro Mannarino, Ale Bavo
Produzione artistica: Samuel Umberto Romano, Alessandro Mannarino, Ale Bavo
Mix: Ale Bavo
Mastering: Antonio Baglio (presso Miami Mastering)

Ale Bavo: synth
Christian Montanarella: batteria
Alessandro Chimienti: corde
Renato Vecchio: fiati
Benedetta Di Pasquale: voce francese
Collettivo "La mano di Francesco”: coro
Fonici Red Bull Studio Mobile: Andrea Sologni, Simone Sproccati

Ultra Pharum racconta della diversità, di come spesso ci facciamo intimorire dal diverso, quando invece le altre culture sono una ricchezza. Mi piace raccontare l’esempio del sindaco di una cittadina calabrese: vedendo la sua città prosciugarsi, i giovani andavano al nord o all’estero, decise di accogliere tutti i migranti che poteva e affiancarli ai lavoratori locali, assistente... (continua)
Oro, oro nero
(continua)
24/3/2018 - 15:54
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Kumbaya, my love

Kumbaya, my love
2018

Ti distrai scrivendo canzoni e ti risvegli in un paese razzista.
Aldilà del disco che arriverà, oggi esce un singolo a cui ho lavorato velocemente nei ritagli di tempo: un'istantanea.
Celebrare la memoria di alcuni avvenimenti non è roba da paleontologi ma un modo per ricordare che certe conquiste di civiltà non andrebbero date per scontate.
Anche essere liberi di amare chi vogliamo è un privilegio da non sottovalutare.
"Finché distanza non vi separi..." sanciva la formula di matrimonio fra schiavi, perché l'uno o l'altra avrebbero potuto essere venduti a un diverso padrone in qualsiasi momento e interrompere, costretti, il loro amore a tempo determinato. Terribile.
In un clima tanto teso per il nostro paese, spero che questa canzone, che guarda alle sterminate piantagioni di cotone americane e alla culla dell'umanità, mamma Africa, aiuti nel suo piccolo ad alleggerire un'aria... (continua)
I campi di cotone
(continua)
inviata da Dq82 23/3/2018 - 23:10
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Viaggia sona e canta

Viaggia sona e canta
2015
Tra le pieghe di un cielo stellato

Testo, musica di Bruno Mauro- Flavio Giordano

2017
Di Terra, di mare e di stelle

Feat. Vincenzo Romano

"Chitarra e tamburello non conoscono frontiere" e "nessuno deve perdere la dignità" una musica popolare, una tammurriata che diventa un canto di integrazione. Mi vengono in mente, ascoltando questa canzone la frase: “Là dove senti cantare, fermati. Gli uomini malvagi non hanno canzoni…” di Léopold Sédar Senghor (1906-2001), poeta senegalese, presidente del Senegal tra il 1960 ed il 1980. E la canzone Le radici ca tieni dei Sud Sound System
E nuie campamm 'e musica
(continua)
inviata da Dq82 23/3/2018 - 22:55
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Víctor Jara: El árbol del olvido

Víctor Jara: El árbol del olvido
Testo del poeta uruguaiano FERNÁN SILVA VALDÉS, musica di ALBERTO GINASTERA

La canzone si trova in: "Canto Libre" del 1970.

In occasione della recente pubblicazione del mio ricordo di Lhasa de Sela su Blogfoolk Magazine
ho notato l'assenza di “El árbol del olvido” nella pagina dedicata a Victor Jara, che propongo di inserire.

La canzone è del 1938. Lhasa, nel 1997, a conclusione del suo primo disco “La Llorona” interpreta la medesima versione cantata da Victor Jara.
En mis pagos hay un árbol,
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 23/3/2018 - 18:38

Gods

Gods
The ivory gods,
(continua)
inviata da Juha Rämö 23/3/2018 - 17:06
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Stelle marine

Stelle marine
2017
Album: Terra

Dentro ci sono gli insulti e le preghiere, dei canti allegri e struggenti, gli interessi dell’Eni, il cielo dipinto di blu metallizzato, chi si salva camminando sulle acque del Mediterraneo, la sabbia del Sahara che a volte ritroviamo sul parabrezza della macchina dopo che ha piovuto. La 90 che è la circolare esterna, l’autobus che prendevo appena arrivato a Milano sette otto anni fa sentendomi molto solo e molto contento di essere lì.
Vasco Brondi
In questa notte
(continua)
22/3/2018 - 23:35
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Hughie Grame

anonimo
Hughie Grame
(Child #191)
[XVI° secolo?]
Una ballata tradizionale di origine scozzese che Francis James Child riporta in sei o sette versioni (quella che propongo è la prima) nella sua raccolta “The English and Scottish Popular Ballads” (1882-1898), ma che si trova già nel “Minstrelsy of the Scottish Border” di Sir Walter Scott (1802-1803)
Ripresa da Ewan MacColl, senza e con Peggy Seeger, negli anni 50, per esempio in “The English and Scottish Popular Ballads, Volume III” del 1956 e “Classic Scots Ballads” del 1959.
Interpretata poi da molti altri artisti, una su tutti June Tabor

Sir Walter Scott descriveva così le "Border Ballads" di cui "Hughie Graham" è una delle più famose:

"Il tratto di terra nuda e ondulata, a nord del Tyne e delle Cheviot Hills fino agli altipiani scozzesi meridionali, fu per lungo tempo il territorio di uomini che parlavano inglese, ma avevano la visione degli appartenenti... (continua)
As it befell upon one time,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2018 - 22:45
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Inno a Nikkal [h.6 Zaluzi di Nikkal] dalle Canzoni Hurritiche / Hymn to Nikkal [h.6 Zaluzi to Nikkal] from the Hurrian Songs

Inno a Nikkal [h.6 Zaluzi di Nikkal] dalle Canzoni Hurritiche / Hymn to Nikkal [h.6 Zaluzi to Nikkal] from the Hurrian Songs
[XV Secolo a.C.
15th Century b.C.]
Dalle "Canzoni Hurritiche"
From the "Hurrian Songs"

Comincerei questa pagina “speciale” accozzando tre affermazioni: ha a che fare con la Siria, con l'antichità più remota e con i 15 anni di questo sito.

Come (magari non) tutti sanno, la canzone contro la guerra più antica di questo sito è una canzone cinese dell'epoca della dinastia Han: Jiārù dào yuǎnzhēng jūn (in trascrizione). Risale a circa il 220 a.C., ed ha quindi circa duemiladuecento anni. A tanta distanza nel tempo si è spinto questo sito “quindicenne” nella sua ricerca e interpretazione: quando diciamo che le “CCG” contengono “canzoni di tutti i paesi e di tutte le epoche”, non sono parole campate in aria o vuoti slogan.

Intorno a questi giorni, invece, mi è venuto di spingermi ancora più indietro nel tempo, e di andare proprio agli inizi non tanto delle canzoni (e dei componimenti poetici,... (continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/3/2018 - 22:15
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Canzone per Giulio

Canzone per Giulio
2018

Una delle storie più assurde degli ultimi anni per me è senz'altro quella di Giulio Regeni.
Ho ammirato da subito il suo percorso e in confronto mi sono sentito molto piccolo, anche perché il mio habitat naturale
è il confortante bozzolo di uno studio di registrazione.
L'idea di trovarsi a combattere una guerra a propria insaputa
è qualcosa che fa spavento: non ci si può difendere.
Capita a tutti noi in diverso grado, ma quasi mai fino al punto di rimetterci la vita.
Tutto questo mi ha dato molto da riflettere sul peso e le posizioni di artisti e intellettuali.
Abbracciare l'attualità, provare a filtrarla in maniera adulta, è un gioco insidioso ma è bene provarci.
Aldilà di ciò ho pensato che questo ragazzo meritasse una canzone e nel mio piccolo gliel'ho scritta senza starci troppo a pensare, come se stessi parlando a un amico davanti a un caffè al bar.
Semplicemente.
Gerardo Attanasio
Partisti per passione
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 20:18
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Resistensa

Resistensa
2013
Eppur bisogna andare
E la dorma 'n de la sera
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 11:49
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Cresceremo anche noi

Cresceremo anche noi
2015
Eresie

“Il privato è politico” recitava un vecchio slogan femminista, volendo sottolineare come lo spazio domestico fosse il più brutale ed occulto terreno del dominio maschile sulla donna.Il brano è allo stesso tempo una carezza, una lettera di scuse ed un accorato tentativo di restituzione del maltolto all’universo femminile.
E abbasseremo gli occhi
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 11:43
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Migranti

Migranti
2013
Eppur bisogna andare

(talk) Arequipa, Perù. a pochi minuti dal centro elegante e fastoso, sorgono le baraccopoli dei tanti migranti peruviani venuti dalle regioni del nord per cercare opportunità nella benestante "Ciudad Blanca" e spesso costretti ad una vita di stenti.

Viaggio d'emigrazione. Speranze e necessità di sopravvivenza. Migrazione come rottura di confini: tra stati nazionali, tra "barbari" e "civilizzati", tra la dignità lavorativa e le nuove forme di schiavitù.
Ma è proprio la sera che se alzi lo sguardo intravedi lontano l'altra Arequipa. Quella della polvere. Sconfinata e imprecisa quanto definita e raccolta è quella del sillar.
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 11:39
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Nel nome di un uomo

Nel nome di un uomo
2017
Nel nome di un uomo

"Uno che a 28 anni perde la vita per studiare e informare, per capire i nuovi orizzonti del sindacato, per rischiare al fianco degli oppressi di un paese straniero, non è solo un ricercatore. E' un partigiano." Alessandro Sipolo
Ogni terra nasconde un dettaglio
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 11:18
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Giulio Regeni

Giulio Regeni
2016

È costellata di silenzi, depistaggi e verità nascoste, la ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato e ucciso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. La collaborazione giudiziaria tra la procura egiziana e i pm di Roma, è caratterizzata da un andamento incerto fin dal ritrovamento del corpo, il tardo pomeriggio del 3 febbraio, in un fosso che costeggia l’autostrada Cairo – Alessandria. Per l’Italia è un brusco risveglio. Il giovane ricercatore di Fiumicello, 28 anni appena compiuti, era scomparso la sera del 25 gennaio mentre si recava ad un appuntamento con un amico, il professore Gennaro Gervasio, dell’Università britannica del Cairo. Insieme avrebbero dovuto andare ad una festa a casa di amici. Ma Giulio non si presenterà mai all’appuntamento. Da quella sera del 25 gennaio, quinto anniversario della rivoluzione in Egitto, di lui si perde... (continua)
Giulio Regeni
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 10:26
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Hands

Hands
2018

Il 25 gennaio è una data che non dovremmo mai dimenticare. Il giorno in cui la scomparsa di Giulio ha colpito la famiglia e gli amici più stretti, i compagni di collegio e di università, i colleghi e tutti noi, italiani e non, che anche solo per poco abbiamo sfiorato la sua vita e ne abbiamo condiviso i valori. Ed è su quei valori di unione e di convivenza che si fondano i Collegi del Mondo Unito (UWC), in cui Giulio aveva studiato per due anni, collegi con diverse sedi nel mondo che fanno dell’istruzione una forza per unire i popoli, le nazioni e le culture, perseguendo la pace e un futuro sostenibile.

Dall’idea di March. (all’anagrafe Marcello Mereu), anche lui ex-studente dei Collegi del Mondo Unito, nasce “Hands”, un inno alla pace dedicato a Giulio.

La canzone, scritta e prodotta insieme ai musicisti Alessandro Cirone e Mikki, è cantata dal coro degli studenti del Collegio del... (continua)
Put your hands in our hands
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 10:04
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L'Orage e Naif Herin: Skyline

L'Orage e Naif Herin: Skyline
L'Orage e Naif Herin
2016
La macchina del tempo

Una canzone, splendida, dedicata a Walter Bonatti. Inserisco questa canzone, seppure tra gli Extra, intanto perchè nella sua grandezza può essere considerato uno sconfitto, visto che il suo ruolo nella conquista del K2 è sempre stato negato.
E poi per dedicarla a Benoit Ducos, la guida alpina francese indagata per aver salvato una famiglia di migranti sulle Alpi al confine italo-francese. Perchè le rotte dei migranti non attraversano solo il Mar Mediterraneo, ma anche le montagne, ora innevate, e spesso senza la minima attrezzatura e conoscenza del pericolo.

L’alpinismo stimola, come scriveva Walter Bonatti, la fantasia, l’idealità, il bisogno di conoscenza, ma non l’immaginazione degli autori di canzoni.

Al di fuori dei canti alpini e di pezzi strumentali, la montagna è stata, infatti, niente più che un pretesto per parlare d’amore (l’esempio... (continua)
Sì che lo sa come stare nel tempo
(continua)
inviata da Dq82 21/3/2018 - 12:23
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Fil rouge

Fil rouge
2017
Il pezzo parla di attentati terroristi. Ogni strofa rappresenta una persona.
I STROFA: GIULIO REGENI (MORTO IN EGITTO)

II STROFA: VALERIA SOLESIN (MORTA A PARIGI - BATACLAN)

III STROFA: FABRIZIA DI LORENZO (MORTA A BERLINO - MERCATI NATALIZI
Amo la libertà, massima forma di espressione
(continua)
inviata da Dq82 21/3/2018 - 11:11
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Concrete Malformation

Concrete Malformation
[1989]
Writer / Scritta da: Janne Joutsenniemi
Album: No Anaesthesia!
If the tough guys call you chicken shit
(continua)
21/3/2018 - 02:28
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Ama chi ti ama

Ama chi ti ama
Ama chi ti ama,
(continua)
inviata da Dq82 20/3/2018 - 23:37
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Canzone per Giulio Regeni

Canzone per Giulio Regeni
2018

È costellata di silenzi, depistaggi e verità nascoste, la ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato e ucciso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. La collaborazione giudiziaria tra la procura egiziana e i pm di Roma, è caratterizzata da un andamento incerto fin dal ritrovamento del corpo, il tardo pomeriggio del 3 febbraio, in un fosso che costeggia l’autostrada Cairo – Alessandria. Per l’Italia è un brusco risveglio. Il giovane ricercatore di Fiumicello, 28 anni appena compiuti, era scomparso la sera del 25 gennaio mentre si recava ad un appuntamento con un amico, il professore Gennaro Gervasio, dell’Università britannica del Cairo. Insieme avrebbero dovuto andare ad una festa a casa di amici. Ma Giulio non si presenterà mai all’appuntamento. Da quella sera del 25 gennaio, quinto anniversario della rivoluzione in Egitto, di lui si perde... (continua)
Qua soffia un vento, come d'uragano,
(continua)
inviata da Dq82 20/3/2018 - 23:21
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Land of the Living

Land of the Living
Album: The Red Thread (2004)
Late afternoon back in New York town
(continua)
20/3/2018 - 22:54
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Madre

Madre
2009

Taraneh Mousavi era una ragazza iraniana di 28 anni con capelli neri e occhi verdi.

Le sue tracce si perdono il 28 giugno quando viene arrestata insieme ai manifestanti vicino alla moschea di Ghoba. Taraneh non stava partecipando alla vicina manifestazione di protesta, si stava recando al centro di formazione e bellezza (BTE) dove segue dei corsi. Probabilmente la sua avvenenza ha attirato i poliziotti in borghese che l’hanno caricata insieme ad altri studenti manifestanti su una camionetta e portata al centro di detenzione. Tutti i detenuti sono stati smistati per il carcere di Evin o per la centrale di polizia di Nobonyad, mentre Taraneh è rimasta la sola nel centro di detenzione. Qui è stata stuprata ripetutamente e brutalmente dai poliziotti per diverse settimane.

Alcuni giorni fa la madre di Taraneh riceve una telefonata anonima da un agente governativo che le comunica che la... (continua)
Madre, di ogni bene madre
(continua)
inviata da Dq82 20/3/2018 - 22:50
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The Bush Boys

The Bush Boys
Album - Rock That Babe. (2003)

Questa ironica canzone sulla dinastia Bush risale proprio a 15 anni fa, l'anno dell'invasione dell'Iraq, la guerra di cui ancora paghiamo le consguenze.
Listen up folks the votes are in
(continua)
20/3/2018 - 22:41
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Black Velvet Band

Black Velvet Band
[19° secolo]
Una ballata irlandese ottocentesca che Ewan MacColl imparò da Harry Cox negli anni 50
Poi nei suoi album "Bad Lads and Hard Cases - British Ballads of Crime and Criminals" (1957) e "Chorus From the Gallows" (1960), con Peggy Seeger

Una canzone tradizionale esistente in molteplici versioni, di cui la più famosa è forse quella dei Dubliners, risalente al 1967.

Il testo della versione di MacColl – insieme a molte altre – l'ho trovato sull'incommensurabile Mudcat Café

Una canzone che mi ha fatto venire subito in mente la scena dell'incontro tra Amsterdam (Leonardo DiCaprio) e la borseggiatrice Jenny (Cameron Diaz) in "Gangs of New York" di Martin Scorsese (2002), un film in cui, non a caso, la nascita di New York – e dell'America moderna - è descritta come una guerra feroce fra i Nativi, protestanti, e i Conigli Morti, cattolici, immigrati irlandesi.
In a neat little town they call Belfast
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2018 - 21:45
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Il canto della marcia (Amore e libertà)

Il canto della marcia (Amore e libertà)
2018

Il canto nella marcia è l'omaggio che gli AK47 hanno voluto dedicare al Kurdistan attraverso le parole del poeta Sherko Bekas e quelle del cantautore armeno Aram Tigram. Dal Rojava alla Turchia, la libertà del popolo kurdo è la nostra libertà.

Abbiamo scritto, suonato e cantato il “Canto nella marcia (Amore e Libertà)”, una canzone sul Kurdistan, che catalizza i nostri cuori su una lotta giusta, senza se e senza ma. Il Kurdistan, è una regione vastissima abitata da circa 50 milioni di curdi, cui non viene riconosciuta la propria identità linguistica, culturale e di stato indipendente. L’Iraq, l’Iran, la Siria e la Turchia, occupano e si dividono la regione dei Curdi, esercitando un potere discriminatorio, che la Turchia in particolare – attualmente – sta imponendo con la forza della violenza cieca, bombardando le città che maggiormente alimentano la resistenza. E la Turchia, la dittatura... (continua)
L'amore chiama l'amore
(continua)
inviata da Dq82 20/3/2018 - 21:11
Percorsi: Dal Kurdistan
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A Mother's Pledge

A Mother's Pledge
War will end when we refuse to fight them. Wonderful song!
Greenbean950 20/3/2018 - 14:13
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Che il Mediterraneo sia

Che il Mediterraneo sia
Canzone che è di una bellezza tale da potersi considerare enciclopedica per il suo genere. Mi fa immaginare il vessato mediterraneo di adesso è il “mare che mormora per tutto il poema” a cui si riferiva Heine in merito all'ambientazione dell'Odissea... dove il mediterraneo viene descritto in un epico percorso di ritorno in patria, in cui il protagonista si trova in acque che non gli rispondono per volere di un dio e che lo portano in riva di terre straniere. Vi ricorda niente la situazione di Odisseo? Se sì, allora il poema è da considerarsi profetico per i giorni nostri, in cui fra l'altro utilizziamo l’espressione “odissea” per descrivere un viaggio difficile.

Grazie Eugenio Bennato (che poi eugenio e bennato sono due aggettivi che sono sinonimi fra loro) per questo capolavoro di brano e soprattutto di album che nel 2002 ci hai regalato!
Gabriele Maiellaro 20/3/2018 - 13:00




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