Autore Malicorne
Les cathédrales de l'industrie
Un visage sans honte un visage étonné
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/6/2014 - 09:25
Quando Gabriel Yacoub canta "andrò in queste città dell'inferno dell'est che portano tutte nomi d'angelo" l'immagine richiama gli altoforni di Uckange,Gandrange e Florange en Lorraine che stavano chiudendo una dopo l'altra.
Flavio Poltronieri 11/1/2017 - 14:19
La conduite
Traditionnel / Tradizionale
Arrangement / Arrangiamento:
Gabriel Yacoub / Malicorne
Album: L'extraordinaire tour de France
d'Adélard Rousseau, dit
Nivernais La Clef des Cœurs,
Compagnon charpentier du Devoir [1978]
Come (quasi) sempre per le canzoni popolari “ristrutturate” dai Malicorne, è praticamente inutile cercare negli album dei riferimenti storici precisi. Non erano del resto, e non sono mai stati, dei “folkloristi” nel senso autentico del termine, bensì dei musicisti che intendevano reimpiantare un discorso musicale assai moderno su una tradizione molto antica e ricca. Per andare a saperne qualcosa di più e di meglio su questa canzone, probabilmente sei-settecentesca, siamo quindi dovuti ricorrere a un “forgotten book”, vale a dire l’Histoire de la chanson populaire en France di Julien Tiersot, pubblicato nel 1889 e ripubblicato nel 2013 a Londra da una casa editrice di testi... (continua)
Arrangement / Arrangiamento:
Gabriel Yacoub / Malicorne
Album: L'extraordinaire tour de France
d'Adélard Rousseau, dit
Nivernais La Clef des Cœurs,
Compagnon charpentier du Devoir [1978]
Come (quasi) sempre per le canzoni popolari “ristrutturate” dai Malicorne, è praticamente inutile cercare negli album dei riferimenti storici precisi. Non erano del resto, e non sono mai stati, dei “folkloristi” nel senso autentico del termine, bensì dei musicisti che intendevano reimpiantare un discorso musicale assai moderno su una tradizione molto antica e ricca. Per andare a saperne qualcosa di più e di meglio su questa canzone, probabilmente sei-settecentesca, siamo quindi dovuti ricorrere a un “forgotten book”, vale a dire l’Histoire de la chanson populaire en France di Julien Tiersot, pubblicato nel 1889 e ripubblicato nel 2013 a Londra da una casa editrice di testi... (continua)
Partons chers compagnons, le devoir nous l’ordonne
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 + CCG/AWS Staff 12/2/2016 - 06:20
Il testo così come dato in Histoire de la chanson populaire en France di Julien Tiersot (1889):
LA CONDUITE
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 12/2/2016 - 07:46
12 febbraio 2016
Due parole del traduttore. Si tratta di una versione letterale del testo proposto dai Malicorne, ma la versione data da Julien Tiersot non ne differisce che lievissimamente. Tale traduzione può quindi servire agevolmente per entrambi i testi.
Due parole del traduttore. Si tratta di una versione letterale del testo proposto dai Malicorne, ma la versione data da Julien Tiersot non ne differisce che lievissimamente. Tale traduzione può quindi servire agevolmente per entrambi i testi.
L’APPRENDISTATO
(continua)
(continua)
La "traducanzone" italiana di Andrea Buriani
"Cover di "La Conduite", canzone popolare francese, interpretata egregiamente da i Malicorne - Traducanzone in italiano di Andrea Buriani. E' una delle più note canzoni contro la guerra francesi." (Andrea Buriani)
Nota. Nella sua "traducanzone", qui Andrea Buriani ha preso però qualche abbaglio. A parte "il faut se battre aux champs", per il quale si rimanda all'introduzione (è il verso che probabilmente ingenera l'equivoco della "partenza del soldato"), c'è anche la "strada ferrata": in francese, "marcher [le] grand train" significa "andare, marciare a grande andatura, a andatura molto veloce" (così come "marcher bon train" significa "andare, marciare di buon passo"). Sarebbe stato del resto un po' difficile che un soldato del '6 o '700 fosse andato in treno. Però, va detto, Andrea Buriani ha trasformato la canzone in una vera canzone contro la guerra, anche se non è questa la sua origine; e come tale la accogliamo volentieri qua. [RV]
"Cover di "La Conduite", canzone popolare francese, interpretata egregiamente da i Malicorne - Traducanzone in italiano di Andrea Buriani. E' una delle più note canzoni contro la guerra francesi." (Andrea Buriani)
Nota. Nella sua "traducanzone", qui Andrea Buriani ha preso però qualche abbaglio. A parte "il faut se battre aux champs", per il quale si rimanda all'introduzione (è il verso che probabilmente ingenera l'equivoco della "partenza del soldato"), c'è anche la "strada ferrata": in francese, "marcher [le] grand train" significa "andare, marciare a grande andatura, a andatura molto veloce" (così come "marcher bon train" significa "andare, marciare di buon passo"). Sarebbe stato del resto un po' difficile che un soldato del '6 o '700 fosse andato in treno. Però, va detto, Andrea Buriani ha trasformato la canzone in una vera canzone contro la guerra, anche se non è questa la sua origine; e come tale la accogliamo volentieri qua. [RV]
LA STRADA FERRATA
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 + CCG/AWS Staff 12/2/2016 - 08:01
Agli amici "malicorniani" vorrei dedicare questa rarità che risale al.....1555!
Flavio Poltronieri 23/2/2016 - 20:08
Grazie Flavio e ricorda: mangia sano, mangia bene, mangia solo le cilegie :D
krzyś 24/2/2016 - 02:10
Una puntualizzazione, prego! La presentazione dei Marcabru non va bene: il cuore è veramente quello della ragazza e non quello di un animale come crede la madre che con il suo sospetto vanifica l'assurdo omicidio e probabilmente provoca di conseguenza anche la morte per pentimento del figlio.....
Flavio Poltronieri 22/9/2015 - 16:30
di / by Tapio Mattlar, recuperata tramite Internet Archive Wayback Machine
(säv. & san. trad., suom. Tapio Mattlar)
Album / Albumi: Levoton hauta, 2002
(säv. & san. trad., suom. Tapio Mattlar)
Album / Albumi: Levoton hauta, 2002
KOULULAISMURHAAJA
(continua)
(continua)
inviata da Wayback RV 5/1/2016 - 13:46
Belle Françoise
Belle Françoise
Music : Tom Theuns, Wim Claeys
Lyrics : Traditional Canadian
La canzone è tratta dal cd Kabonka del 2002 del gruppo belga, anche questo prodotto da Gabriel Yacoub che partecipa vocalmente da par suo. La penultima riga è messa tra parentesi perché non viene cantata pur facendo parte del testo...
Music : Tom Theuns, Wim Claeys
Lyrics : Traditional Canadian
La canzone è tratta dal cd Kabonka del 2002 del gruppo belga, anche questo prodotto da Gabriel Yacoub che partecipa vocalmente da par suo. La penultima riga è messa tra parentesi perché non viene cantata pur facendo parte del testo...
C'est la belle Francoise, lon gai
(continua)
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 20/12/2015 - 22:03
Je resterai ici
[1986]
Scritta da Gabriel Yacoub.
Nell’album “Les cathédrales de l'industrie”, l’ultimo dei Malicorne prima della loro separazione.
In realtà si trattava piuttosto del primo lavoro solista di Gabriel Yacoub ma fu attribuito al gruppo per ragioni contrattuali.
Scritta da Gabriel Yacoub.
Nell’album “Les cathédrales de l'industrie”, l’ultimo dei Malicorne prima della loro separazione.
In realtà si trattava piuttosto del primo lavoro solista di Gabriel Yacoub ma fu attribuito al gruppo per ragioni contrattuali.
Je resterai ici, je ne partirai pas
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/6/2014 - 09:42
les trois raisons les plus impérieuses qui poussent le monde à bouger sont tragiques à différents titres
ce sont les guerres, la quête d’une vie meilleure ou celle de la gloire
dans tous les cas la conséquence est un exil
exhumée des archives pseudo malicorniennes [les cathédrales de l’industrie, 1986, était destiné à être mon premier album d’auteur, mais la maison de disques en décida autrement …], cette chanson retrouve ici son intention première de simplicité
j’en suis heureux
Gabriel Yacoub
ce sont les guerres, la quête d’une vie meilleure ou celle de la gloire
dans tous les cas la conséquence est un exil
exhumée des archives pseudo malicorniennes [les cathédrales de l’industrie, 1986, était destiné à être mon premier album d’auteur, mais la maison de disques en décida autrement …], cette chanson retrouve ici son intention première de simplicité
j’en suis heureux
Gabriel Yacoub
Le déserteur
Caro Riccardo, ho trovato una variante di questo testo nel primo disco del duo franco-greco di arpiste Sedrenn. La musica è completamente differente essendo composta da Jean-Loup Baly (che già compare in un'altra pagina del sito dedicata a Les chemins de la guerre di Mélusine)e l'interpretazione è assolutamente di prim'ordine. Non ho il testo comunque il protagonista rivolgendosi ai dragoni suoi amici che lo arrestano per diserzione dice loro: "malgrado il vostro capitano e i suoi ufficiali avrete del dispiacere a imprigionarmi"
Flavio Poltronieri 20/11/2015 - 23:54
E saresti capace, Flavio, di trascrivere il testo all'ascolto? Se hai per caso difficoltà, cerca di farmelo avere in qualche modo e ci penso io più che volentieri....grazie comunque per ora per la segnalazione!
Riccardo Venturi 23/11/2015 - 11:51
Caro Ric, mi è impossibile in quanto mi trovo all'est, lontano dal mio "covo musicale" ma non dovresti avere difficoltà a trovarlo in rete cliccando: Sedrenn le déserteur. Il duo di arpiste è stato attivo lo spazio di un paio di dischi fino al 1999 e vista la tua "passione greca" ti consiglio di ascoltare anche un'altra formidabile interpretazione tratta dal loro secondo cd (lettre à M. Nikos)che avevo già segnalato tempo fa nei commenti a Ἀμοργός
Manos Hatzidakis / Μάνος Χατζιδάκις
Fammi sapere....un abbraccio fraterno
Manos Hatzidakis / Μάνος Χατζιδάκις
Fammi sapere....un abbraccio fraterno
Flavio Poltronieri 23/11/2015 - 19:31
La fille aux chansons, ou Marion s'y promène [Isabeau s'y promène; Sur le bord de l'eau et alia]
Canzone popolare (Île-de-France/Francia occidentale/Québec)
Chanson populaire (Île-de-France/France de l'ouest/Québec)
Riarrangiamento: Gabriel Yacoub / Malicorne
Arrangement: Gabriel Yacoub / Malicorne
Album: Malicorne II "Le mariage anglais" (1975)
Canto / Chant: Gabriel Yacoub / Marie Sauvet
La fille aux chansons, o Marion s'y promène proviene dal secondo album “numerato” dei Malicorne, Malicorne II ("Le mariage anglais") del 1975, ed è, in assoluto, uno dei brani più impressionanti del gruppo. Anche per la durata, che supera i dieci minuti; ma sono dieci minuti di affresco musicale, dove la melodia tradizionale è stata rielaborata in maniera veramente superba e ipnotica fondendo le armonie antiche con la lezione del progressive allora più moderno, di modo che il brano assume le fattezze di una vera e propria suite. La continua ripetizione dei refrain (“Sur les bords de la France”,... (continua)
Chanson populaire (Île-de-France/France de l'ouest/Québec)
Riarrangiamento: Gabriel Yacoub / Malicorne
Arrangement: Gabriel Yacoub / Malicorne
Album: Malicorne II "Le mariage anglais" (1975)
Canto / Chant: Gabriel Yacoub / Marie Sauvet
La fille aux chansons, o Marion s'y promène proviene dal secondo album “numerato” dei Malicorne, Malicorne II ("Le mariage anglais") del 1975, ed è, in assoluto, uno dei brani più impressionanti del gruppo. Anche per la durata, che supera i dieci minuti; ma sono dieci minuti di affresco musicale, dove la melodia tradizionale è stata rielaborata in maniera veramente superba e ipnotica fondendo le armonie antiche con la lezione del progressive allora più moderno, di modo che il brano assume le fattezze di una vera e propria suite. La continua ripetizione dei refrain (“Sur les bords de la France”,... (continua)
Marion s'y promène
(continua)
(continua)
3/11/2015 - 02:51
Temo che stiamo andando un po' troppo verso il chanty, cioè il canto marinaresco : ) canto marinaresco
Ma son sbagliabile come si sa...
(krzyś)
Ma son sbagliabile come si sa...
(krzyś)
Tutti siamo sbagliabili, ma si dice "shanty". Buon kompleannów!
Innanzi tutto la versione di House Carpenter che preferisco è senza dubbio quella dei Pentangle presente su Basket of Light. Grazie Riccardo, grande come sempre! Marion é stata la prima canzone che ho ascoltatato e per lungo tempo la mia canzone preferita dei Malicorne e mi ha accompagnato durante tutta la gioventù, superfluo aggiungere che la voce di Gabriel Yacoub conteneva un fascino misterioso che forse non ho mai del tutto compreso...poi un giorno dopo aver cantato per anni e anni queste canzoni (specilmente amate quelle provenienti dalla regione del Berry) decise di scriversele da solo. Una sera di febbraio di molti anni fa le nostre strade si sono incrociate, giusto il tempo per deliziarmi con una delle mie canzoni preferite di Brel, "Regarde bien, petit" un meraviglioso racconto dark dove appare una misteriosa visione probabilmente ispirata a Don Chisciotte della Mancha, manco a dirlo uno dei più arcani brani del grande Jacques.
Flavio Poltronieri 3/11/2015 - 17:02
Beh, come dimenticarla la House Carpenter dei Pentangle...?
Credo meno nota, ma decisamente sorprendente è la versione cantata nientepopodimeno che da Bob Dylan:
Se poi ci fossero dei dubbi che la ballata appartiene da tempo solo alla tradizione americana, come parecchie altre, ecco la versione di Clarence Ashley registrata nel 1928, che può essere quella che preferisco io:
Quanto a Nina, Nina, son barcaiolo si sarà notato che la versione veneta che ho dato è assolutamente incompleta. Purtroppo non ho trovato quella cantata da Riccardo Marasco nel famoso libro-album "Chi cerca trova" del 1977, e di cui ho citato il testo a memoria. Mi è dispiaciuto parecchio.
(P.S. Se per caso ti ritrovassi a incrociare Gabriel Yacoub, portagli i saluti da parte di un ... signor nessuno, vale a dire il sottoscritto, che da tutta una vita incrocia ogni cosa in perfetta solitudine).
Saluti cari.
Credo meno nota, ma decisamente sorprendente è la versione cantata nientepopodimeno che da Bob Dylan:
Se poi ci fossero dei dubbi che la ballata appartiene da tempo solo alla tradizione americana, come parecchie altre, ecco la versione di Clarence Ashley registrata nel 1928, che può essere quella che preferisco io:
Quanto a Nina, Nina, son barcaiolo si sarà notato che la versione veneta che ho dato è assolutamente incompleta. Purtroppo non ho trovato quella cantata da Riccardo Marasco nel famoso libro-album "Chi cerca trova" del 1977, e di cui ho citato il testo a memoria. Mi è dispiaciuto parecchio.
(P.S. Se per caso ti ritrovassi a incrociare Gabriel Yacoub, portagli i saluti da parte di un ... signor nessuno, vale a dire il sottoscritto, che da tutta una vita incrocia ogni cosa in perfetta solitudine).
Saluti cari.
Riccardo Venturi 3/11/2015 - 23:23
A proposito di Jacqui McShee: era giusto ospite a Sanremo pochi giorni fa...
Tra gli altri anche gli Steeleye Span hanno registrato una versione (tutt'altro che memorabile) di Demon Lover, nel loro disco del 1975 Commoner's Crown, utilizzando questo testo:
"Where have you been, my long lost love,
This seven long years and more?”
“Seeking gold for thee, my love,
And riches of great store.”
“I might have married a king's daughter
Far, far beyond the sea.
But I refused the golden crown
All for the love of thee.”
“What have you to keep me with
If I with you should go?
If I forsake my husband dear
And my young son also?”
(Chorus)
I'll show you where the white lilies grow
On the banks of Italy,
I'll show you where the white fishes swim
At the bottom of the sea.
“Seven ships all on the sea,
The eighth brought me to land,
With four and twenty mariners
And music on every hand.”
She... (continua)
Tra gli altri anche gli Steeleye Span hanno registrato una versione (tutt'altro che memorabile) di Demon Lover, nel loro disco del 1975 Commoner's Crown, utilizzando questo testo:
"Where have you been, my long lost love,
This seven long years and more?”
“Seeking gold for thee, my love,
And riches of great store.”
“I might have married a king's daughter
Far, far beyond the sea.
But I refused the golden crown
All for the love of thee.”
“What have you to keep me with
If I with you should go?
If I forsake my husband dear
And my young son also?”
(Chorus)
I'll show you where the white lilies grow
On the banks of Italy,
I'll show you where the white fishes swim
At the bottom of the sea.
“Seven ships all on the sea,
The eighth brought me to land,
With four and twenty mariners
And music on every hand.”
She... (continua)
Flavio Poltronieri 4/11/2015 - 17:08
Caro Riccardo, conosco benissimo la pratica dell'incrociare in solitudine: è la più affascinante e redditizia che ci sia!
Flavio Poltronieri 4/11/2015 - 17:11
Certo che mi sono andato un po' a (ri)vedere l'elenco sterminato degli interpreti dell'House Carpenter/James Harris e veramente ci si potrebbe riempire tre album interi. Altrettanto sterminato sarebbe l'elenco delle ballate con protagonista, per così dire "the maid on the shore" (naturalmente esiste anche una ballata esattamente con questo titolo, che guardacaso è stata interpretata dai Pentangle). Si tratta di un "commonplace" talmente radicato nella cultura popolare britannica, da aver travalicato assai il campo del canto e della ballata popolare; la fanciulla solitaria che cammina sulla riva del mare è entrata ad esempio nelle arti figurative, si pensi ad esempio a Aubrey Beardsley.
Riccardo Venturi 4/11/2015 - 22:38
Scusate la pignoleria: "the maid on the shore" non è stata interpretata dai Pentangle bensì dal John Renbourn Group (che aveva comunque alla voce sempre Jacqui McShee) e apre il loro secondo e ultimo disco in studio "The Enchanted Garden" del 1980
(Flavio Poltronieri)
(Flavio Poltronieri)
Assolutamente vero e casomai sono io che devo scusarmi per l'imprecisione; succede quando si va esclusivamente a memoria, e a volte mi fido un po' troppo... (rv)
Tra de record
[1995]
Nel disco intitolato “A toun souléi”, con Fabrizio De André, Dori Ghezzi, Alan Stivell, Franco Mussida, Gabriel Yacoub ed il Jabbar Karyagdy trio, ensemble azero che accompagna Li Troubaires nel brano qui presentato.
Testo trovato su Via del Campo
Nel disco intitolato “A toun souléi”, con Fabrizio De André, Dori Ghezzi, Alan Stivell, Franco Mussida, Gabriel Yacoub ed il Jabbar Karyagdy trio, ensemble azero che accompagna Li Troubaires nel brano qui presentato.
Testo trovato su Via del Campo
I.à qu'un chamin sus terro,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/10/2015 - 09:59
Le prince d'Orange
Vorrei segnalare che la canzone con un nuovo arrangiamento appare nel CD del gruppo bretone Hiks: Operation Malicorne, uscito alla fine dello scorso anno e che, come suggerisce il titolo, è interamente un tributo al nostro (mio e di Riccardo..ma solo di noi due?!?!)amato ensemble francese. La scelta delle canzoni è memorabile ma all'ascolto la magia è perduta irrimediabilmente, Hiks è un gruppo di "electro pop breizhou" e quando i suoi componenti sono nati, Malicorne aveva già cessato di esistere....(comunque Gabriel e Marie hanno dato collaborazione e benedizione)
Flavio Poltronieri 17/3/2015 - 17:01
Pierre de Grenoble
Vorrei segnalare che la canzone con un nuovo arrangiamento appare nel CD del gruppo bretone Hiks: Operation Malicorne, uscito alla fine dello scorso anno e che, come suggerisce il titolo, è interamente un tributo al nostro (mio e di Riccardo..ma solo di noi due?!?!)amato ensemble francese. La scelta delle canzoni è memorabile ma all'ascolto la magia è perduta irrimediabilmente, Hiks è un gruppo di "electro pop breizhou" e quando i suoi componenti sono nati, Malicorne aveva già cessato di esistere....(comunque Gabriel e Marie hanno dato collaborazione e benedizione)
Flavio Poltronieri 17/3/2015 - 17:00
Couché tard, levé matin
[1977]
Tradizionale canadese / Traditionnel canadien
Arrangiamento / Arrangement: Gabriel Yacoub / Malicorne
Album: Malicorne 4
Almeno qualche anno fa, ma credo (e temo) che la cosa sia ancora attualissima, andava di moda il cosiddetto “ritorno alla natura”, con frotte di cittadini, spesso di estrazione borghese o piccolo-borghese, che vendevano tutto e acquistavano la casetta nelle campagne con annesso terreno coltivabile (vigna, frutteto, campo). La “frenetica vita” della città creò frotte di buffi laudatores temporis acti che, durante il fine settimana, smesse le giacche e cravatte di impiegato o professionista, si bardavano da contadini alle prese col ramato, la vanga, la raccolta delle ulive, magari pure qualche capo di allevamento e il quasi immancabile trattorino sotto il quale non di rado finivano schiacciati non sapendolo portare. La famosa vita sana dei campi, tipica di... (continua)
Tradizionale canadese / Traditionnel canadien
Arrangiamento / Arrangement: Gabriel Yacoub / Malicorne
Album: Malicorne 4
Almeno qualche anno fa, ma credo (e temo) che la cosa sia ancora attualissima, andava di moda il cosiddetto “ritorno alla natura”, con frotte di cittadini, spesso di estrazione borghese o piccolo-borghese, che vendevano tutto e acquistavano la casetta nelle campagne con annesso terreno coltivabile (vigna, frutteto, campo). La “frenetica vita” della città creò frotte di buffi laudatores temporis acti che, durante il fine settimana, smesse le giacche e cravatte di impiegato o professionista, si bardavano da contadini alle prese col ramato, la vanga, la raccolta delle ulive, magari pure qualche capo di allevamento e il quasi immancabile trattorino sotto il quale non di rado finivano schiacciati non sapendolo portare. La famosa vita sana dei campi, tipica di... (continua)
Le dimanche, faut aller à la messe
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 16/10/2014 - 22:56
17 ottobre 2014
CORICARSI TARDI, ALZARSI AL MATTINO PRESTO
(continua)
(continua)
Quello dei Malicorne è l'adattamento di una canzone proveniente dal Canada. Vorrei aggiungere che alla fine della canzone, Marie Yacoub ne canta una seconda versione appresa in Savoia nel 1976 da una sconosciuta cantante del Quebec.
La canzone in questione è incisa originariamente nel disco IV del 1977 e non in Quintessence che altro non è se non una raccolta uscita nello stesso anno.
PS. Vi prego di correggere un errore ortografico:
"Il lunedì bisogna seminare il panne"
La canzone in questione è incisa originariamente nel disco IV del 1977 e non in Quintessence che altro non è se non una raccolta uscita nello stesso anno.
PS. Vi prego di correggere un errore ortografico:
"Il lunedì bisogna seminare il panne"
Flavio Poltronieri 17/10/2014 - 17:37
Ecco rimessa la pagina; purtroppo, ho la tastiera del pc in condizioni talmente disastrate, che a volte qualche refuso mi scappa...
Riccardo Venturi 17/10/2014 - 20:33
Malicorne: Quand je menais mes chevaux boire
Tradizionale / Traditionnel [Franche-Comtée]
Interpretazione / Intérpretation:
Malicorne, Almanach, 1976
Voix / Voce: Gabriel Yacoub
Ben ritrovati, miei cari malicòrnidi, o malicornuti che dir si voglia. Direi che, vista quest'antica e non rassicurante canzone che vi sto per propinare all'inizio dell'autunno, l'epiteto di “malicornuti” possa starci alquanto bene, visto che vi si stanno per spalancare le bocche dell'inferno.
Quand je menais les chevaux boire proviene da un'aspra regione della Francia tradizionale, la Franca Contea; ma il suo tema è, naturalmente, diffuso in tutta l'Europa medievale. Mai come nelle ballate tradizionali, di qualsiasi luogo, l'eterna coppia “Eros e Thanatos” è tanto diffusa e all'ordine del giorno: tragiche nozze, fidanzamenti sanguinosamente contrastati dalle famiglie, massacri all'altare, malattie fulminanti alla vigilia dello sposalizio, e così via. Sono,... (continua)
Interpretazione / Intérpretation:
Malicorne, Almanach, 1976
Voix / Voce: Gabriel Yacoub
Ben ritrovati, miei cari malicòrnidi, o malicornuti che dir si voglia. Direi che, vista quest'antica e non rassicurante canzone che vi sto per propinare all'inizio dell'autunno, l'epiteto di “malicornuti” possa starci alquanto bene, visto che vi si stanno per spalancare le bocche dell'inferno.
Quand je menais les chevaux boire proviene da un'aspra regione della Francia tradizionale, la Franca Contea; ma il suo tema è, naturalmente, diffuso in tutta l'Europa medievale. Mai come nelle ballate tradizionali, di qualsiasi luogo, l'eterna coppia “Eros e Thanatos” è tanto diffusa e all'ordine del giorno: tragiche nozze, fidanzamenti sanguinosamente contrastati dalle famiglie, massacri all'altare, malattie fulminanti alla vigilia dello sposalizio, e così via. Sono,... (continua)
Quand je menai mes chevaux boire
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 29/9/2014 - 17:29
29 settembre 2014
Interpretata da Le Poème Harmonique.
Mezza parola del traduttore. Pur non potendo serbare le rime, si è tenuta una traduzione ritmica che, volendo, può essere cantata. Un'alquanto improbabile "cover band" dei Malicorne in italiano, avrebbe comunque qualcosa su cui lavorare. Il "ritornello vuoto" non è stato tradotto per evitare il ridicolo tipo "Ilaria Ilaria itù Ilaria, Ilaria o mia bimbetta"; ma è possibile che, in tempi remoti, un significato lo avesse.
Interpretata da Le Poème Harmonique.
Mezza parola del traduttore. Pur non potendo serbare le rime, si è tenuta una traduzione ritmica che, volendo, può essere cantata. Un'alquanto improbabile "cover band" dei Malicorne in italiano, avrebbe comunque qualcosa su cui lavorare. Il "ritornello vuoto" non è stato tradotto per evitare il ridicolo tipo "Ilaria Ilaria itù Ilaria, Ilaria o mia bimbetta"; ma è possibile che, in tempi remoti, un significato lo avesse.
MENTRE MENAVO I CAVALLI A BERE
(continua)
(continua)
Quella proposta dai nostri amatissimi Malicorne è una versione proveniente dall'Alta Normandia. In Alta Bretagna ne esiste una versione più completa che recita:
^
Ha! dites-mois plutot ma Jeanne
comment faire pour ne point y aller
il faut aller à la grand-messe
^
et aux vepres sans y manquer
faut point aller aux fileries
comme vous aviez d'accoutumé
ne faut point embrasser les filles
sur l'bout du coffre au pied du lit
^
Ha! dites-mois plutot ma Jeanne
comment faire pour ne point y aller
il faut aller à la grand-messe
^
et aux vepres sans y manquer
faut point aller aux fileries
comme vous aviez d'accoutumé
ne faut point embrasser les filles
sur l'bout du coffre au pied du lit
Flavio Poltronieri 30/9/2014 - 18:47
Però ce la vedo bene come proveniente originaria dalla Franca Contea: l'unica regione che produce un formaggio il cui puzzo ricorda quello dell'inferno, la Cancoillotte...
Riccardo Venturi 1/10/2014 - 00:21
Les enfants de Pontoise
anonimo
La versione arrangiata da Gabriel Yacoub dei Malicorne nel suo album solista del 1978 intitolato “Trad. Arr.”
LES TROIS P'TITS FRÈRES DE PONTOISE
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/6/2014 - 13:29
Gabriel Yacoub: Ces dieux-là
[1993]
Parole e musica del cantante dei Malicorne Gabriel Yacoub.
Nel disco intitolato “Quatre”, pubblicato nel 1994.
Parole e musica del cantante dei Malicorne Gabriel Yacoub.
Nel disco intitolato “Quatre”, pubblicato nel 1994.
Je ne veux pas de ces dieux tristes qui ont embué mon enfance
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/6/2014 - 11:00
Percorsi:
Antiwar Anticlericale
Malicorne: Landry
Tradizionale / Traditionnel
Arrangiamento / Arrangement: Malicorne
Album: Malicorne 1 (Colin) [1974]
Dietro Landry
Le canzoni popolari sono spesso, per così dire, “on the border”. Anzi, stanno su confini talmente numerosi che non è spesso possibile inquadrarle precisamente; ed è la loro caratteristica più importante. A meno che non si tratti di brani descrittivi dedicati a un fatto preciso (cronachistico o storico), quasi sempre trasfigurato dalla trasmissione orale, le canzoni del popolo, e nella fattispecie del popolo rurale, dei contadini, parlano in realtà di tutto un mondo e della sua vita. Ora con leggerezza, ora con tragicità, ora con crudeltà, ora con amore, ora con ironia; ma sono tratti che, quasi sempre, si incrociano. Non è raro, ad esempio, trovare accenti ironici in una cupa ballata di assassinio, oppure una canzone apparentemente leggera dalla quale, con semplici accenni,... (continua)
Arrangiamento / Arrangement: Malicorne
Album: Malicorne 1 (Colin) [1974]
Dietro Landry
Le canzoni popolari sono spesso, per così dire, “on the border”. Anzi, stanno su confini talmente numerosi che non è spesso possibile inquadrarle precisamente; ed è la loro caratteristica più importante. A meno che non si tratti di brani descrittivi dedicati a un fatto preciso (cronachistico o storico), quasi sempre trasfigurato dalla trasmissione orale, le canzoni del popolo, e nella fattispecie del popolo rurale, dei contadini, parlano in realtà di tutto un mondo e della sua vita. Ora con leggerezza, ora con tragicità, ora con crudeltà, ora con amore, ora con ironia; ma sono tratti che, quasi sempre, si incrociano. Non è raro, ad esempio, trovare accenti ironici in una cupa ballata di assassinio, oppure una canzone apparentemente leggera dalla quale, con semplici accenni,... (continua)
À Landry petit village, y a des filles à marier
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/5/2014 - 20:24
27 maggio 2014
Due parole del traduttore. Ogni tanto, e ribadisco ogni tanto, mi piglia l'ùzzolo di fare traduzioni ritmiche o roba del genere. In questo caso specifico, però, era abbastanza facile data la struttura della canzone. Ciò cui ho tentato di resistere eroicamente, è di mettermi a fare il cantore popolare; il linguaggio è sì un po' popolaresco, ma senza esagerare (la cosa più dura da digerire sarà magari l'uso, toscano assai, del “c'è” al posto di “ci sono”; qui da noi è comunissimo, e in questo caso salvifico per tenere il ritmo). Dovrei dire che è cantabile, ma so di rischiare di vedermi comparire Gabriel Yacoub alla porta con un machete; comunque, cosa fatta, capo ha. [RV]
Due parole del traduttore. Ogni tanto, e ribadisco ogni tanto, mi piglia l'ùzzolo di fare traduzioni ritmiche o roba del genere. In questo caso specifico, però, era abbastanza facile data la struttura della canzone. Ciò cui ho tentato di resistere eroicamente, è di mettermi a fare il cantore popolare; il linguaggio è sì un po' popolaresco, ma senza esagerare (la cosa più dura da digerire sarà magari l'uso, toscano assai, del “c'è” al posto di “ci sono”; qui da noi è comunissimo, e in questo caso salvifico per tenere il ritmo). Dovrei dire che è cantabile, ma so di rischiare di vedermi comparire Gabriel Yacoub alla porta con un machete; comunque, cosa fatta, capo ha. [RV]
LANDRY
(continua)
(continua)
Ne approfitto, qua, per rispondere un attimo al “tema” di Flavio Poltronieri apposto in calce a L'auberge sanglante. Per natura, io sarei stato uno da faro sull'isoletta o da casaccia di pietra in cima alla Valsusa, in compagnia di tonnellate di libri; cosa che mi si è manifestata fin dalla prima adolescenza, non sono mai stato un modello di socialità. Probabilmente, senza Internet avrei preferito farmi il mio cammino da solo; poi, lo ammetto, è arrivata Internet e ci ho letteralmente buttato dentro conoscenze matte e disperatissime. Poi, naturalmente, andrà a finire che non lasceranno traccia alcuna, esattamente come se me ne fossi stato a scrivere di locande sanguinose e di paesini con le ragazze da sposare su quadernacci bisunti (cosa che ho fatto per anni). Quindi tutto quel che faccio deve essere considerato né più e né meno come il famoso baule. Avere con te tante cose in comune, credo... (continua)
visto che è stato inserito il video de “il pan pentito“ vi prego di andare ad ascoltarla dalla voce della nostra cara compianta Dodi Moscati, i suoi dischi a meta' degli anni 70 sono capolavori.
La miseria l'è un gran malanno 1974
Filastrocche / La miseria / La differenza fra possidente e contadino / Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso / Non vi meravigliate / Un contadino che ammazza il padrone / E anco ar mi marito / La mamma 'un vole / Non posso più cantar / Voglio marito / Il fornacione / Stornelli lucchesi / Senti mio caro Adolfo
Ti converrà mangiare i' pan pentito 1975
Leone, c'è una signora che ti vole / Tramonta o sole / Pane e cacio / I contadini e gli sfruttatori /Ecco la sposa / Stornelli senesi / Canta galletto / Ninna nanna / Stella stellina / La Santa Caterina / Acqua corrente /Gismonda / Trucci trucci cavallino / E maledico chi vorse la guerra / Le raccolte in Casentino / Cetica e Raggiolo / O montagnol ch'io mi confessai / Stoccafisso e baccalà / Il povero merlo / Un'ottava alla rovescia / Maggio
La miseria l'è un gran malanno 1974
Filastrocche / La miseria / La differenza fra possidente e contadino / Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso / Non vi meravigliate / Un contadino che ammazza il padrone / E anco ar mi marito / La mamma 'un vole / Non posso più cantar / Voglio marito / Il fornacione / Stornelli lucchesi / Senti mio caro Adolfo
Ti converrà mangiare i' pan pentito 1975
Leone, c'è una signora che ti vole / Tramonta o sole / Pane e cacio / I contadini e gli sfruttatori /Ecco la sposa / Stornelli senesi / Canta galletto / Ninna nanna / Stella stellina / La Santa Caterina / Acqua corrente /Gismonda / Trucci trucci cavallino / E maledico chi vorse la guerra / Le raccolte in Casentino / Cetica e Raggiolo / O montagnol ch'io mi confessai / Stoccafisso e baccalà / Il povero merlo / Un'ottava alla rovescia / Maggio
Flavio Poltronieri 27/5/2014 - 23:14
Chiedo venia se mi intrometto in quel bellissimo consesso internautico, ma non riesco a trattenermi dal citare una frase memorabile che ho scoperto oggi casualmente sott'un video di Lech Janerka. In polacco è così: "Kłótnia w internecie ma tyle sensu co robienie balonów z ołowiu." Tradotta, fa quel lavoro: "Un battibecco in Internet ha lo stesso senso che la fabbricazione dei palloncini in piombo". Sperando che valga soltanto per i bisticci, vi saluto in vece di krzyś (che è sbagliato scrivere con la maiuscola), un personaggio nato su queste pagine come il mio "alter ego" di, come minimo, 30 anni fa. E per questo che di solito faccia i commentini a sproposito, per non dire "del cazzo". Ma voglio difendere anche io il mio eroe, la mia solitudine e il mio diritto di strafregarsene del cosidetta "normalità". Mi congedo (a sproposito, come di regola) con un brano sucitato.
Salud!
Salud!
krzyś 27/5/2014 - 23:41
Cazzo, un po' spronato fai le scintille però, gran Ryszardo!
Propriapo beja!
Krzysioa
Propriapo beja!
Krzysioa
krzyś 28/5/2014 - 04:47
Carissimi Krzysztof e krzyś (con la minuscola), sono del tutto convinto anch'io che ognuno ha il diritto di stra-catafregarsene della "normalità" e di difendere la propria solitudine: figuriamoci se proprio il qui presente, che a suo tempo di "personaggi" se ne era creati ben più di uno prima che "esplodessero" in massa una ventina d'anni fa, negherebbe a chicchessia questo diritto. Tra le altre cose, questo sito sembra fatto apposta per gli "alter ego"; io stesso ne ho almeno due (Riccardo Scocciante e Ahmed il Lavavetri), senza contare Marco Valdo e Lucien Lane nonché tutti gli eteronimi di Alessandro/Bartleby eccetera...la "normalità" abita pochino da queste parti. Ci sono streghe dichiarate, islandesi evanescenti, ci abbiamo avuto in passato uno che aveva scambiato il Guestbook per il suo sito personale dove raccontare la sua vita, e forse non immaginate nemmeno quante ne abbiamo viste.... (continua)
Riccardo Venturi 31/5/2014 - 10:49
Per Flavio: La versione del "Pan pentito" di Dodi Moscati la conosco bene, e tanto che ci siamo mettiamocela:
Forse, diciamo, non la avevo proposta perché ha un arrangiamento un po' particolare. A dire la verità, la mia intenzione primitiva era quella di metterci la versione cantata dalle amiche e amici dei Suonatori Terra Terra di Pontassieve; ma purtroppo sul Tubo non ve n'è traccia. Magari la prossima volta che li sento suonare, fo un videino io e lo metto sul Tubo...
Tra l'altro, mi sa che il "Pan pentito" tornerà sulla mia prossima "malicornata", che riguarderà "Tristes noces". L'altra faccia degli idilli d'amore...
Forse, diciamo, non la avevo proposta perché ha un arrangiamento un po' particolare. A dire la verità, la mia intenzione primitiva era quella di metterci la versione cantata dalle amiche e amici dei Suonatori Terra Terra di Pontassieve; ma purtroppo sul Tubo non ve n'è traccia. Magari la prossima volta che li sento suonare, fo un videino io e lo metto sul Tubo...
Tra l'altro, mi sa che il "Pan pentito" tornerà sulla mia prossima "malicornata", che riguarderà "Tristes noces". L'altra faccia degli idilli d'amore...
Riccardo Venturi 31/5/2014 - 10:56
Caro Riccardo, grazie del contributo, avevo visto che "Pan pentito" era presente in rete, ma il mio consiglio del 27 maggio era di riascoltare Dodi nelle versioni originali presenti nei dischi degli anni 70, dettagliatamente citati, appunto senza l'arrangiamento dei Mazapegul, perchè non c'è paragone.
A scanso di equivoci, preciso che i Mazapegul sono stati un gruppo straordinario da tutti i punti di vista e che considero il loro "Controdanza" uno dei migliori dischi italiani di fine millennio, tra l'altro omaggia impareggiabilmente Piero Ciampi ("Cancro alla gola").
A scanso di equivoci, preciso che i Mazapegul sono stati un gruppo straordinario da tutti i punti di vista e che considero il loro "Controdanza" uno dei migliori dischi italiani di fine millennio, tra l'altro omaggia impareggiabilmente Piero Ciampi ("Cancro alla gola").
Flavio Poltronieri 31/5/2014 - 11:33
krzysio se ne va? E dove? Non si sarà mica offeso e se ne va sul sito delle marce militari...?!? :-PPP
un-due-un-due papparapà zum zum!
gnamo krzysio 'un fa' i' bischero, dove se ne trova un altro come te...??
un-due-un-due papparapà zum zum!
gnamo krzysio 'un fa' i' bischero, dove se ne trova un altro come te...??
Riccardo Venturi 31/5/2014 - 11:45
....ancora a proposito di "Pan pentito" non vorrei ci si dimenticasse della toccante interpretazione di Gastone Pietrucci e la Macina nell'Aedo Malinconico ed Ardente - Fuoco ed Acque di canto volume 2, oltretutto accompagnato dalla voce di Moni Ovadia.
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 1/6/2014 - 09:41
Caro Riccardo, ritornando a Landry da cui parte questa pagina, quella proposta dai Malicorne è una variante di "Mère marie-moi cet an", io conosco una canzone intitolata "Les rochers sont de pierre" che sulla stessa melodia, solo più trasognata e molto meno ritmata, nell'interpretazione del Mireille Ben Ensemble (ti ricordi i Lyonesse?), riprende la medesima tematica, ma il dialogo e il finale sono differenti.....
LE ROCCE SONO DI PIETRA
a Parigi la grande città
vorrei proprio andarci
si, vorrei proprio andarmene da questo villaggio
oh, madre mia, datemi in sposa, ne ho l'età
oh, figlia mia, resta saggia
i corteggiatori dei paesi bassi
si, i corteggiatori verranno a vederti nel nostro villaggio
verranno a domandarti in sposa
oh, madre mia, mia buona madre
i corteggiatori non verranno
no, i corteggiatori non verranno nel nostro villaggio
perchè ci sono troppe rocce nelle nostre... (continua)
LE ROCCE SONO DI PIETRA
a Parigi la grande città
vorrei proprio andarci
si, vorrei proprio andarmene da questo villaggio
oh, madre mia, datemi in sposa, ne ho l'età
oh, figlia mia, resta saggia
i corteggiatori dei paesi bassi
si, i corteggiatori verranno a vederti nel nostro villaggio
verranno a domandarti in sposa
oh, madre mia, mia buona madre
i corteggiatori non verranno
no, i corteggiatori non verranno nel nostro villaggio
perchè ci sono troppe rocce nelle nostre... (continua)
Flavio Poltronieri 21/6/2014 - 12:49
Malicorne: L'auberge sanglante
Tradizionale / Traditionnel
Arrangiamento / Arrangement: Malicorne
Album: L'Extraordinaire Tour de France d'Adélard Rousseau, dit Nivernais la clef des cœurs, Compagnon charpentier du devoir [1978]
Mi sono trovato di fronte a un dilemma in questi ultimi tempi : visto che le canzoni dei Malicorne attinenti al sito sono più o meno terminate, che fare delle altre ? Lasciare perdere questi capolavori sia della canzone popolare francese, sia del più elevato rock progressive, o infilarceli in qualche modo ? Sì, lo so che gli « Extra » sono oramai ipertrofici, praticamente una cospicua parte del sito ; ma pazienza. Il nostro dovere nei confronti della canzone sociale, antimilitarista e contro tutte le guerre possibili e immaginabili lo abbiamo ampiamente svolto e continueremo a svolgerlo quotidianamente seppure scalzi e gnudi come siamo ; ci sia pur concesso di excurrere a piacimento, tanto più... (continua)
Arrangiamento / Arrangement: Malicorne
Album: L'Extraordinaire Tour de France d'Adélard Rousseau, dit Nivernais la clef des cœurs, Compagnon charpentier du devoir [1978]
Mi sono trovato di fronte a un dilemma in questi ultimi tempi : visto che le canzoni dei Malicorne attinenti al sito sono più o meno terminate, che fare delle altre ? Lasciare perdere questi capolavori sia della canzone popolare francese, sia del più elevato rock progressive, o infilarceli in qualche modo ? Sì, lo so che gli « Extra » sono oramai ipertrofici, praticamente una cospicua parte del sito ; ma pazienza. Il nostro dovere nei confronti della canzone sociale, antimilitarista e contro tutte le guerre possibili e immaginabili lo abbiamo ampiamente svolto e continueremo a svolgerlo quotidianamente seppure scalzi e gnudi come siamo ; ci sia pur concesso di excurrere a piacimento, tanto più... (continua)
Un compagnon si brave son tour de France allait
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/5/2014 - 00:06
22 maggio 2014
LA LOCANDA DI SANGUE
(continua)
(continua)
TEMA: IL DILEMMA DI RICCARDO
SVOLGIMENTO: E' un uomo che non ho mai incontrato, ma credo di avere in comune con lui molte se non moltissime passioni musicali. Ho cercato di inviare testi che amavo o che mi sembravano irrinunciabili, ma quasi sempre erano già presenti tradotti da lui; ho frugato alla ricerca di canzoni che non avevo mai affrontato ma che mi attiravano da anni e indovinate chi li aveva già tradotte: sempre lui; con emozione e sorpresa ho conosciuto nuovi testi formidabili che naturalmente aveva inserito lui. Ora su di lui c'è "la vasta ombra di un dilemma" e la risoluzione a cui è arrivato scioglie brillantemente anche i miei problemi, che sono esattamente uguali ai suoi, sottoscrivo pienamente le prime 6 righe che introducono questo ennesimo capolavoro dei Malicorne e per festeggiare invio subito una canzone di Tonino Zurlo e una dei Quilapayun.
FIRMATO: Flavio Poltronieri
SVOLGIMENTO: E' un uomo che non ho mai incontrato, ma credo di avere in comune con lui molte se non moltissime passioni musicali. Ho cercato di inviare testi che amavo o che mi sembravano irrinunciabili, ma quasi sempre erano già presenti tradotti da lui; ho frugato alla ricerca di canzoni che non avevo mai affrontato ma che mi attiravano da anni e indovinate chi li aveva già tradotte: sempre lui; con emozione e sorpresa ho conosciuto nuovi testi formidabili che naturalmente aveva inserito lui. Ora su di lui c'è "la vasta ombra di un dilemma" e la risoluzione a cui è arrivato scioglie brillantemente anche i miei problemi, che sono esattamente uguali ai suoi, sottoscrivo pienamente le prime 6 righe che introducono questo ennesimo capolavoro dei Malicorne e per festeggiare invio subito una canzone di Tonino Zurlo e una dei Quilapayun.
FIRMATO: Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 22/5/2014 - 18:15
Grazie a voi, Flavio E Krzysiek. Non so se avete fatto caso a quali ore usualmente termino le pagine (ma a volte ci faccio le quattro o le cinque di mattina); quando comincio, non ce la faccio a smettere. Si tratta di faticate immani, e leggere che qualcuno le apprezza mi fa un piacere che trovo difficoltà ad esprimere come vorrei. Vorrei che nessuna storia andasse perduta; troppo breve la vita, probabilmente. Saluti cari.
Riccardo Venturi 23/5/2014 - 09:09
Riccardo
ho testé ricevuto, e subito ti giro, questa missiva:
23 gennaio:
Sono ancora tutto scosso dall'avventura terrificante,questa storia è vera, che mi s'impicchi se c'è una sola menzogna, non ho cambiato una parola..... anzi gli ultimi versi sono di pura invenzione, ma non modificano niente dell'orribile avvenimento e ho pensato che avrebbero terminato la canzone in una maniera più romanzesca. Jeanneton non aveva alcuna intenzione di sposarmi e la mia valigia conteneva di tutto tranne che soldi. Ci siamo solamente giurati amicizia eterna con dei trasporti molto calorosi (evito i dettagli). Che la sorte abbia pietà di questi disgraziati locandieri e che riservi a Jeanne tutta la fortuna del mondo.
Adélard Rousseau
ho testé ricevuto, e subito ti giro, questa missiva:
23 gennaio:
Sono ancora tutto scosso dall'avventura terrificante,questa storia è vera, che mi s'impicchi se c'è una sola menzogna, non ho cambiato una parola..... anzi gli ultimi versi sono di pura invenzione, ma non modificano niente dell'orribile avvenimento e ho pensato che avrebbero terminato la canzone in una maniera più romanzesca. Jeanneton non aveva alcuna intenzione di sposarmi e la mia valigia conteneva di tutto tranne che soldi. Ci siamo solamente giurati amicizia eterna con dei trasporti molto calorosi (evito i dettagli). Che la sorte abbia pietà di questi disgraziati locandieri e che riservi a Jeanne tutta la fortuna del mondo.
Adélard Rousseau
Flavio Poltronieri 23/5/2014 - 17:50
La complainte du coureur de bois
Tradizionale/Traditionnel
Arrangiamento/Arrangement: Malicorne
Album: L'Extraordinaire Tour de France d'Adélard Rousseau, dit Nivernais la clef des cœurs, Compagnon charpentier du devoir [1978]
Il quinto album dei Malicorne, uscito nel 1978, ha un titolo chilometrico ed è un concept album del tutto sui generis; è infatti formato interamente da canzoni tradizionali riarrangiate dal gruppo. L'idea concettuale fu quella di collegare tutte le canzoni tradizionali (alcune delle quali molto antiche) in modo da presentarle come un viaggio attraverso la Francia intrapreso da Adélard Rousseau, un “compagnon du devoir” immaginato da Gabriel Yacoub.
Nella Francia tradizionale, i “compagnons du devoir” erano gli eredi del Compagnonnage, nato all'epoca dei grandi cantieri medievali sorti per l'edificazione delle cattedrali (quindi nel XII secolo, oppure ancora prima anche se mancano le testimonianze... (continua)
Arrangiamento/Arrangement: Malicorne
Album: L'Extraordinaire Tour de France d'Adélard Rousseau, dit Nivernais la clef des cœurs, Compagnon charpentier du devoir [1978]
Il quinto album dei Malicorne, uscito nel 1978, ha un titolo chilometrico ed è un concept album del tutto sui generis; è infatti formato interamente da canzoni tradizionali riarrangiate dal gruppo. L'idea concettuale fu quella di collegare tutte le canzoni tradizionali (alcune delle quali molto antiche) in modo da presentarle come un viaggio attraverso la Francia intrapreso da Adélard Rousseau, un “compagnon du devoir” immaginato da Gabriel Yacoub.
Nella Francia tradizionale, i “compagnons du devoir” erano gli eredi del Compagnonnage, nato all'epoca dei grandi cantieri medievali sorti per l'edificazione delle cattedrali (quindi nel XII secolo, oppure ancora prima anche se mancano le testimonianze... (continua)
Écoutez-tous mes bons amis
(continua)
(continua)
17/5/2014 - 01:00
Très cher Bartlebeau, come hai visto ho sostituito senz'altro l'immagine della copertina dell'album; in effetti, quella da me inserita faceva veramente rècere. Perdonami se non lo ho fatto prima, ma sono ancora in fase di lenta ripresa dopo avere assaggiato le ripide ascese della Valsusa con dietro gli agenti a guardia del cantiere della Clarea...ma naturalmente le tue migliorie alle pagine sono sempre assai apprezzate e rigorosamente applicate, più che altro :-) Salud!
Riccardo Venturi 17/5/2014 - 09:45
17 maggio 2014
IL LAMENTO DEL TAGLIALEGNA
(continua)
(continua)
Bravo Venturik, e scusa... non era mia intenzione mettere fretta, è che avevo visto il commento pubblicato e pensavo fosse sfuggito il suggerimento...
Li hai seminati?
Li hai seminati?
Bernart Bartleby 17/5/2014 - 10:03
Condotti dall'incomparabile voce di Gabriel Yacoub, ogni volta mi chiedo come potevano creare impasti vocali di siffatta meraviglia! Il grande Riccardo colpisce ancora!
flavio poltronieri 17/5/2014 - 21:18
Colpisco ancora ma lascio a metà le introduzioni :-)
Sarà bene quindi ripigliare questa pagina e terminarla...come dire, un po' di autocritica ci sta sempre bene, e fa parecchio bene alla salute...
Sarà bene quindi ripigliare questa pagina e terminarla...come dire, un po' di autocritica ci sta sempre bene, e fa parecchio bene alla salute...
Riccardo Venturi 19/5/2014 - 18:48
La fiancée du timbalier
Poesia (testo integrale) di Victor Hugo
(da Odes et Ballades, 1822-1827)
Musica di Camille Saint-Saëns
Op. 82 (1890)
Poème (intégral) de Victor Hugo
(d'après Odes et Ballades, 1822-1827)
Musique de Camille Saint-Saëns
Op. 82 (1890)
Come specificato nella pagina dedicata alla versione abbreviata musicata e cantata nel 1977 dai Malicorne, il testo integrale de La fiancée du timbalier era stato già musicato, nel 1890, da Camille Saint-Saëns. Essendo troppo complesso presentare due rese talmente diverse come epoca e spirito, è stato preferito comporre due pagine separate sebbene, ad un esame molto attento, sia possibile individuare nella partitura dei Malicorne alcune cose riprese da quella classica di Saint-Saëns. La traduzione italiana presente in questa pagina riprende ovviamente le parti già eseguite con la traduzione ex novo di quelle mancanti; per le note si rimanda a quelle già redatte. [RV]
(da Odes et Ballades, 1822-1827)
Musica di Camille Saint-Saëns
Op. 82 (1890)
Poème (intégral) de Victor Hugo
(d'après Odes et Ballades, 1822-1827)
Musique de Camille Saint-Saëns
Op. 82 (1890)
Come specificato nella pagina dedicata alla versione abbreviata musicata e cantata nel 1977 dai Malicorne, il testo integrale de La fiancée du timbalier era stato già musicato, nel 1890, da Camille Saint-Saëns. Essendo troppo complesso presentare due rese talmente diverse come epoca e spirito, è stato preferito comporre due pagine separate sebbene, ad un esame molto attento, sia possibile individuare nella partitura dei Malicorne alcune cose riprese da quella classica di Saint-Saëns. La traduzione italiana presente in questa pagina riprende ovviamente le parti già eseguite con la traduzione ex novo di quelle mancanti; per le note si rimanda a quelle già redatte. [RV]
Monseigneur le duc de Bretagne
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/5/2014 - 09:43
Percorsi:
Musica classica contro la guerra
Dalle note del disco:
Chi vi assicura che dopo aver passato otto anni nell'esercito, non gli sia presa la voglia di disertare la Francia? Piuttosto che marcire su un campo di battaglia.
Chi vi assicura che dopo aver passato otto anni nell'esercito, non gli sia presa la voglia di disertare la Francia? Piuttosto che marcire su un campo di battaglia.
Flavio Poltronieri 5/5/2014 - 18:54
Nota davvero favolosa, devo dire!
La pagina la devo ancora terminare, con l'introduzione, le note e l'iconografia; mi ci dedico adesso. Sicuramente la nota del disco vi sarà presente (grandi Malicorne, che peraltro si sono di recente ricostituiti; tra quelli che andrò a vedere anche a piedi se si presenterà l'occasione, anche se ormai hanno tutti più di 60 anni; ma del resto anch'io sono lì...)
La pagina la devo ancora terminare, con l'introduzione, le note e l'iconografia; mi ci dedico adesso. Sicuramente la nota del disco vi sarà presente (grandi Malicorne, che peraltro si sono di recente ricostituiti; tra quelli che andrò a vedere anche a piedi se si presenterà l'occasione, anche se ormai hanno tutti più di 60 anni; ma del resto anch'io sono lì...)
Riccardo Venturi 5/5/2014 - 22:08
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Scritta da Gabriel Yacoub.
La traccia che dà il titolo all’ultimo disco dei Malicorne prima della loro separazione.
In realtà si trattava piuttosto del primo lavoro solita di Gabriel Yacoub ma fu attribuito al gruppo per ragioni contrattuali.