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Autore Pete Seeger

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Andorra

Andorra
VAL SHENSON sends along these additional verses for "Andorra", which appeared in BROADSIDE # 5:
(from Broadside # 6, maggio 1962)
One day a councilman rose to say, "I think we're behind the times,
(continua)
inviata da dq82 23/10/2016 - 18:28
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All the Pretty Little Horses (Hush-a-Bye)

anonimo
All the Pretty Little Horses (Hush-a-Bye)
[XIX secolo, o precedente]

Esistono molte versioni di questa celebre lullaby americana, e moltissimi gli interpreti: da Odetta a Pete Seeger, dai Chieftains a Nick Cave, da Peter, Paul and Mary a Víctor Jara... Quella qui di seguito riportata è contenuta nella raccolta “American Ballads and Folk Songs” (1934) curata da John ed Alan Lomax, padre e figlio, grandi etnomusicologi ai quali si deve in buona parte la salvaguardia del patrimonio musicale folklorico, bianco e nero, del sud degli States.

Lo stesso Alan Lomax interpreta il brano nel suo album “Texas Folk Songs”, dove è accompagnato da Guy Carawan alla chitarra e la banjo e da John Cole all'armonica.

“The slave women who worked in the fields and the house not only had to look after their own children, but those of their white mistresses as well. Thus, many Southerners remember being rocked to sleep by their "black mammies." This song,... (continua)
Hush-a-bye, don't you cry
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/9/2016 - 22:19
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William Moore The Mailman

William Moore The Mailman
WILLIAM MOORE IL POSTINO
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 19/8/2016 - 17:32
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God's Counting on Me, God's Counting on You

God's Counting on Me, God's Counting on You
DIO CONTA SU DI ME, DIO CONTA SU DI TE
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 19/8/2016 - 11:34
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Song of the World’s Last Whale

Song of the World’s Last Whale
LA CANZONE DELL'ULTIMA BALENA DEL MONDO
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 18/8/2016 - 23:18
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Oh Mary, Don't You Weep

Oh Mary, Don't You Weep
Strofe improvvisate da Pete Seeger l'11 maggio 1975 durante il concerto "The War Is Over" per celebrare la fine della guerra in Vietnam

video
Everybody now clap your hands
(continua)
1/8/2016 - 22:44
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Times a-Getting Hard

Times a-Getting Hard
[1955]
Scritta da Lee Hays (1914-1981) a partire da una canzone popolare americana il cui ritornello (“Take my true love by the hand
...”) è riportato da Carl Sandburg nella sua raccolta “The American Songbag”, pubblicata nel 1927.
In vari dischi di Pete Seeger, a cominciare da “Pete Seeger at the Village Gate with Memphis Slim and Willie Dixon” pubblicato dalla Folkways Records nel 1959.
In seguito molte versioni del brano furono offerte da altri artisti, come Lonnie Donegan e The Limeliters.
Times are getting hard, boys
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 16:24
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Wasn't that a time

La versione di Pete Seeger, quella che nel 1955 lo fece condannare dalla commissione per le attività antiamericane (come spiegato sopra).
Wasn't that a time
Anche questa versione è stata reperita sul blog francese Folk & Politique e controllata all’ascolto.
Si trova, per esempio, in “With Voices Together We Sing” del 1956 e in “Wimoweh And Other Songs Of Freedom And Protest” del 1968, entrambi editi dalla Folkways Records.


WASN’T THAT A TIME
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/4/2016 - 21:35
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Fayette County

Fayette County
[1960-61]
Parole e musica di Agnes “Sis” Cunningham, cantautrice e fondatrice nel 1962 - insieme al marito Gordon Friesen - del Broadside Magazine.
Interpretata da Pete Seeger in molti suoi dischi, a partire da “Gazette, Vol. 2” del 1961
L’autrice ne incise una sua versione nel disco “Broadside Ballads, Vol. 9: Sundown” pubblicato nel 1976 dalla Folkways Records.



“Fayette County in Tennessee in the winter of 1960-61 was where the Black people made their first modern militant stand for the right to register and vote. It was the beginning of a long and bitter struggle which now finds millions of Blacks enrolled and voting in the once all-white Southern polls.” (dalle note presenti in “Broadside Ballads, Vol. 9: Sundown”)

Fayette County fu soprannominata “Tent City” perchè quando i neri, molti dei quali sharecroppers (braccianti), cominciarono a lottare per ottenere il diritto di voto,... (continua)
In the County called Fayette in the State of Tennessee
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/4/2016 - 18:23

All the flowers are back

Antiwar Songs Blog
All the flowers are back
Nel nostro sito, esistono una decina di “Canzoni fondamentali” che, nel corso degli anni, sono state considerate una sorta di canzoni contro la guerra universali. Stanno lì, da sempre, in bella vista sulla homepage; nelle rispettive pagine sono contrassegnate da un bannerino rosso con una “B” che sta per “Basic”. Avere quel bannerino, per una […]
Antiwar Songs Staff 2016-04-15 03:04:00
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Where Have all the Flowers Gone

Where Have all the Flowers Gone
ISLANDESE / ICELANDIC / ISLANDAIS [2]
Jón Sigurðsson / Ragnar Bjarnason – Elly Vilhjálms (“Elly og Ragnar”)

La seguente cover islandese di Jón Sigurðsson è stata interpretata da Ragnar Bjarnason e da Elly Vilhjálms. Della canzone originale di Pete Seeger rimane solo la musica e l'impostazione “a catena”; per il resto si tratta di un testo dove si rimpiange un luogo caro, il “fiore azzurro” che c'era, i bambini che giocavano, una giovane fanciulla che presumibilmente amava e tutto quanto quel che c'era d'altro. La cover è del 1965; Elly e Ragnar, che si esibivano in duo, la incisero in un minialbum di quattro canzoni intitolato Elly og Ragnar með hljómsveit svavar gests.

The following Icelandic cover by Jón Sigurðsson was performed by Ragnar Bjarnason and Elly Vilhjálms. Only the tune and the “chain texture” of Pete Seeger's original song were left; the lyrics are a “love-and-regret song”... (continua)
HVERT ER FARIÐ BLÓMIÐ BLÁTT
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 30/3/2016 - 04:00
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Where Have all the Flowers Gone

Where Have all the Flowers Gone
GIAPPONESE / JAPANESE / JAPONAIS [2]
Kenichi Tahara / Mr Children



La band J-Rock Mr Children (in anglo-giapponese Misutā Chirudoren , e conosciuta popolarmente come Misuchiru), formata nel 1988 da Kazutoshi Sakurai, Kenichi Tahara, Keisuke Nakagawa e Hideya Suzuki, è titolare di un vero e proprio fenomeno in Giappone e non solo. Hanno venduto oltre 50 milioni di dischi; negli anni '90 si è parlato nel Paese del Sol Levante di vero e proprio “fenomeno Misuchiru”. Nel 1994, al di fuori dei loro tredici album in studio, hanno pubblicato un singolo, Innocent World, che ha raggiunto la prima posizione nella classifica dei singoli mai venduti in Giappone (1.935.830 copie); la canzone è stata poi inserita nell'album Atomic Heart. Il singolo prevedeva originariamente un lato B: si trattava della versione giappponese (scritta da Kenichi Tahara) di Where Have all the Flowers gone. Il fatto è che... (continua)
花はどこへいった
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 29/3/2016 - 04:36
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Where Have all the Flowers Gone

Where Have all the Flowers Gone
BASCO (EUSKARA) / BASQUE (EUSKARA) / BASQUE (EUSKARA)
Lou Toupet & Harkaitz Cano




La versione basca del gruppo Lou Topet assieme a Harkaitz Cano (composta nel 2012, pubblicata in singolo nel 2015)
Basque (Euskara) version by the band Lou Topet together with Harkaitz Cano (written 2012, single release 2015)
Version basque (Euskara) de Lou Topet avec Harkaitz Cano (composée en 2012, enregistrée en 2015)



LOREAK NON DIRA?
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 28/3/2016 - 22:54
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Where Have all the Flowers Gone

Where Have all the Flowers Gone
SERBO / SERBIAN / SERBE

La versione serba è sostanzialmente la versione croata 3 adattata alle caratteristiche fonetiche del dialetto ekavo (il dialetto sul quale si basa la lingua letteraria serba) e riportata in alfabeto cirillico. Abbiamo scelto per questa “operazione” la versione croata 3 in quanto sicuramente la più corretta e vicina all'originale.

The Serbian version is practically the Croatian version 3 which has been adapted to the phonetic characteristics of the Ekavian dialect (the dialect the literary Serbian languages is based upon) and transcribed into Cyrillic characters. We chose for this “operation” the Croatian version 3 as it is no doubt the one most correct and closest to the original. [CCG/AWS Staff]
КУД' ЈЕ ЦВЕЋЕ НЕСТАЛО
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 27/3/2016 - 22:16
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Where Have all the Flowers Gone

PERSIANO (FÂRSI) / PERSIAN (FÂRSI) / PERSAN (FÂRSI)

La traduzione persiana è ripresa dalla pagina di fa.wikipedia. E' riportata in “forma schematica” per evitare le ripetizioni, una pratica generalmente aborrita in questo sito; ma in questo caso la manteniamo per le oggettive difficoltà di lettura.

The Persian (Fârsi) translation is reproduced from the relevant page of fa.wikipedia. It is reproduced in a “schematic” (abridged) form to avoid repetitions, something we don't really like in this site; but we kept this format due to objective reading difficulties. [CCG/AWS Staff]
اون همه گل کجا رفتند؟
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 27/3/2016 - 21:49
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Where Have all the Flowers Gone

DANESE / DANISH / DANOIS

La seguente versione danese appare dichiaratamente come una traduzione della versione russa di Oleg Nesterov, ma è comunque aderente alle linee base del testo. E' stata reperita da una pagina danese di Life Schools contenente un articolo intitolato Da Mikhail Sholokhov inspireret Pete Seeger til at skabe sange? (“Quando Mihajl Šolohov ha ispirato Pete Seeger a comporre canzoni?”) che contiene una storia della canzone che sembra palesemente la traduzione dell'introduzione alla pagina di questo sito.

The following Danish version is clearly declared as a translation of Oleg Nesterov's Russian version, but it is nevertheless close to the basic English lyrics. It is reproduced from a Danis Life Schools page including an article named Da Mikhail Sholokhov inspireret Pete Seeger til at skabe sange? (When did Michail Sholohov inspire Pete Seeger to compose songs?), including a history of the song apparently very close to the introduction to this site page. [CCG/AWS Staff]
HVOR ER BLOMSTERNE?
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 27/3/2016 - 20:13
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Where Have all the Flowers Gone

CINESE / CHINESE / CHINOIS [2]


Versione cinese “schematica” presente in decine di siti.
A “schematic” Chinese translation included in dozens of websites.
Traduction chinoise “schématique” présente dans de très nombreux sites.


In molti siti si trova questa traduzione “schematica” accompagnata quasi invariabilmente dall'articoletto di zh.wikipedia. Lo schema è elementare: “Dove sono finiti tutti i fiori? Li hanno presi le ragazze. Dove sono finite tutte le ragazze? Sono andate a sposare gli uomini.” E così via, fino alle tombe ricoperte di fiori. [RV]
花儿都到哪里去了?
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/3/2016 - 12:00
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سپاہی

سپاہی
Jaane wale sipahi se poochho” is a song of whose history Sumangala’s experience is now a part. When American folk singer Pete Seeger came to India, he accompanied Sumangala on the guitar at a gathering where she sang this song. “He could feel its emotion though he didn’t understand the language.” Also, after the 1984 anti-Sikh riots, during a peace march at DU in a tense atmosphere, Safdar Hashmi asked Sumangala to sing this song. “This song taught me how music can have tremendously cathartic effects,” Sumangala told her IIC audience. “It completely transformed the atmosphere.”

Songs of Freedom. Sumangala Damodaran on reviving songs of IPTA. (*)

(*) L’Indian People’s Theatre Association è stata un’organizzazione culturale indiana legata al Partito comunista, attiva in tutta l’India negli anni 40, successivamente limitata ad alcune aree in Bengala e Chhattisgarh
Bernart Bartleby 12/2/2016 - 20:50

The General and the Goats

The General and the Goats
[1939 o 1940]
Parole di Mike Stratton
Musica di Saul Aarons
Musica di Mike Stratton
Testo trovato su Labor Arts

Pochissime le notizie reperibilin Rete sul conto di questo duo composto da Saul Aarons e Mike Stratton. Furono di certo, seppur marginalmente, due songwriter e a New York fecero parte dell’organizzazione “People’s Songs”, lì fondata nel 1945 da Pete Seeger, Alan Lomax e Lee Hays, nata per promuovere le canzoni provenienti dal movimento operaio americano.
Saul Aarons e Mike Stratton non sono passati alla storia perché le loro canzoni erano lunghe e difficili, più adatte al teatro musicale o al cabaret… E poi mica tutti possono diventare dei Pete Seeger! Comunque il buon vecchio Pete di certo si avvalse del lavoro di tanti come Aarons e Stratton.

Questa canzone fu scritta mentre in Europa si “combatteva” la cosiddetta “Phoney War” (la “Strana Guerra”, o in francese “drôle... (continua)
[Narrator]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/2/2016 - 09:49
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Capitalistic Boss

Capitalistic Boss
[1937 o 1941]
Parole di Saul Aarons
Musica di Mike Stratton
Testo trovato su Labor Arts
Canzone inclusa nella raccolta “Songs For Political Action - Folk Music And The American Left 1926 – 1953” (1996)
Originariamente pubblicato sul Volume III (nn. 6 e 7, luglio/agosto 1948) del “People's Song Bulletin”

Non ci sono molto notizie in Rete sull’autore di questa allegra e sarcastica canzoncina, dotata di un umorismo marcatamente “yiddish”… Mettendo insieme alcuni frammenti, Saul Aarons deve essere stato, seppur marginalmente, un songwriter che a New York fece parte dell’organizzazione “People’s Songs”, lì fondata nel 1945 da Pete Seeger, Alan Lomax e Lee Hays, nata per promuovere le canzoni provenienti dal movimento operaio americano.

Sono un boss capitalista… non sono cattivo, è che mi dipingono così… E’ vero, a volte mi comporto male ma non so spiegarmi il perché, c’è qualcosa che non va nel mio cervello… Sono malato di “capitalistite”!...
I'm the much-maligned capitalistic boss
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/2/2016 - 13:47
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Two Brothers

Two Brothers
Questa non è una canzone DALLA guerra civile americana ma SU quella guerra.
Si vedano al proposito le note su “Songs of the Civil War”, disco curato da Irwin Silber e Jerry Silverman e pubblicato dalla Folkways Record nel 1960.

“Two Brothers” è stata infatti composta nei primi anni 50 (del 900) da Israel Goldener, meglio noto come Irving Gordon (1915-1996), songwriter nativo di Brooklyn ed autore di molte canzoni per Duke Ellington, Perry Como, Billie Holiday e Bing Crosby, per citare solo alcuni degli artisti con cui collaborò.
Uno dei suoi più indimenticabili successi rimane “Unforgettable”, scritta per Nat King Cole.

Trovo il brano - con il titolo “Two Brothers (The Blue And The Grey)” - anche interpretato da The Weavers (Ronnie Gilbert, Lee Hays, Fred Hellerman e Pete Seeger) nel loro disco live del 1957 “The Weavers On Tour”.
Bernart Bartleby 4/2/2016 - 22:04
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God Made Us All (Ode to the Negro Race)

God Made Us All (Ode to the Negro Race)
[1946]
Parole e musica di Rupert Westmore Grant, in arte Lord Invader (1914-1961), come Sir Lancelot nativo di Trinidad e Tobago e come lui uno dei principali musicisti calypso trapiantati negli USA del secondo dopoguerra.
Nel disco “Calypso in New York”, realizzato dalla Smithsonian Folkways Records nel 2000 utilizzando incisioni risalenti agli anni 40 e 50.

La canzone fu incisa a New York nel 1946 con l’introduzione e l’accompagnamento al banjo di Pete Seeger. Piacque molto a Leadbelly, che nel 1948 ne fece una sua versione. Fu infatti questo brano di Lord Invader ad ispirarlo e non, come erroneamente si afferma su en.wikipedia, uno di Sir Lancelot…
If you are a Negro you can plainly see
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/1/2016 - 14:40
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Oh Mary, Don't You Weep

Oh Mary, Don't You Weep
OH, MARIA NON PIANGERE
(continua)
inviata da paolo 16/11/2015 - 11:45
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Bring Them Home (If You Love Your Uncle Sam)

Bring Them Home (If You Love Your Uncle Sam)
Traducanzone in italiano di Andrea Buriani
TUTTI A CASA :
(continua)
inviata da dq82 16/11/2015 - 10:53
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Ode to Joy

Ode to Joy
La versione di Pete Seeger dell'inno alla gioia di Beethoven.
Build the road of peace before us
(continua)
inviata da Leoskini 24/10/2015 - 18:21
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Tomorrow's Children

Tomorrow's Children
[1964?]
Adattamento inglese a cura di Walter Lowenfels (1897-1976, poeta e giornalista comunista americano) dei versi del poeta bretone Eugène Guillevic
Musica di Pete Seeger
In “Broadsides - Songs and Ballads”, Folkways Record 1964
But you who know days of a different kind
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/8/2015 - 11:40
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I Ain't a-Scared of Your Jail

anonimo
I Ain't a-Scared of Your Jail
[1963]
Canzone nata a Birmingham, Alabama, nella primavera del 1963, durante le manifestazioni non violente per i diritti civili duramente represse dalla polizia col massiccio impiego di gas lacrimogeni, idranti e cani feroci lanciati anche contro bambini.

Sulla melodia di “Old Abe Lincoln Came Out Of The Wilderness”, una vecchia canzone risalente all’epoca della Guerra Civile.
Registrata da Pete Seeger in “Broadside Ballads, Vol. 2”, Folkways Records 1963.
I ain't a-scared of your jail, because I want my freedom
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/8/2015 - 11:21
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Flowers of Peace

Flowers of Peace
According con il testo come pubblicato in “Broadsides - Songs and Ballads”, Folkways Records, 1964, le due ultime strofe sono seguite da un ritornello leggermnte diverso dal precedente:

Then they'll bloom, ever bloom
Then you'll bloom in the springtime
O, you flowers of peace
And the world will be in ringtime
Bernart Bartleby 18/8/2015 - 09:48
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The Dove

The Dove
[1962]
Parole di David I. Arkin (1906-1980), insegnante, pittore, scrittore e liricista, padre dell’attore Alan Arkin.
Misica di Waldemar Hille (1908-1995), pianista e compositore, direttore musicale della First Unitarian Church, amico di Pete Seeger e Paul Robeson.
Testo pubblicato su Broadside #7 del giugno 1962
Registrata da Pete Seeger in “Broadsides - Songs and Ballads”, Folkways Records, 1964.

Da ricordare che l’autore di questa canzone, David I. Arkin, nel secondo dopoguerra fu una delle tante vittime della “witch hunt” anticomunista scatenata da quell’ubriacone del senatore McCarthy.
Arkin, che era un insegnante, perse il lavoro e non fu mai in grado di recuperarlo, nonostante i ripetuti ricorsi. Fu riabilitato solo dopo la sua morte, avvenuta per un cancro nel 1980.
Anche suo figlio Alan è stato un attore scomodo: si pensi ai suoi esordi in “The Russians Are Coming, the Russians... (continua)
The storm clouds hang on the hill
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/8/2015 - 09:37
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I Can See a New Day

I Can See a New Day
[1962]
Parole e musica di Les Rice
Testo trovato su Broadside #3, aprile 1962
Interpretata dai New World Singers (Bob Cohen, Gil Turner, Happy Traum) nella raccolta Broadside Ballads Vol. 1, Folkways Records 1963.

Non ho molte notizie su Les Rice, l’autore di questa canzone. Era un coltivatore di mele di Newburgh, Stato di New York, sindacalista nella Farmers Union, contributore occasionale di Broadside Magazine. Sua anche “Banks of Marble” (1948) che divenne uno dei cavalli di battaglia di Pete Seeger alla fine dei 50.
I can see a new day
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/8/2015 - 09:00
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Ernie Marrs: Plastic Jesus

Ernie Marrs: Plastic Jesus
[1957/1964]
Scritta da Ed Rush e George Cromarty nel 1957
Grande successo di Ernie Marrs & The Marrs Family nel 1965
Testo trovato sulla Raymond’s Folk Song Page
Testo pubblicato originariamente su in Broadside # 39 e # 41, 1964
La versione di Ernie Marrs, registrata nel 1965, è inclusa nella compilation “The Best of Broadside 1962-1988: Anthems of the American Underground from the Pages of Broadside Magazine” realizzata dalla Smithsonian Folkways Recordings nel 2000.

Una canzone “blasfema” ed “iconoclasta” che causò non pochi problemi fin dalla sua prima uscita, tanto che persino Pete Seeger, che ad un certo punto si era quasi deciso a registrarla, venne dissuaso dal proporla.

Uno degli autori, tal Ed Rush, raccontava che la canzone nacque tra un gruppo di ragazzi di Fresno, California, che la sera, per rompere la noia, si trovava a cantare ed ascoltare la radio all’aperto. La... (continua)
I don't care if it rains or freezes,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/8/2015 - 14:01
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My Father's Mansion's Many Rooms

My Father's Mansion's Many Rooms
[1966]
Parole e musica di Pete Seeger
Testo pubblicato in Broadside # 78, 1966
Registrata nel 1973 ed inclusa nel disco intitolato “Banks of Marble and Other Songs”, Folkways Records, 1974

Una rilettura in chiave pacifista ed egualitaria di un passo del Vangelo di Giovanni (14:2), “Nella casa di mio Padre ci sono molte stanze”…
My father's mansion's many rooms
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/8/2015 - 10:57
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Do as the Doukhobors Do

Do as the Doukhobors Do
[1962]
Parole e musica di Malvina Reynolds
Testo pubblicato su Broadside # 7, 1962, con il titolo “The Doukhobor Do”
Registrata nel 1963 da Pete Seeger e finita nelle outtakes della raccolta “Broadside Ballads Vol. 2”
Poi nella raccolta “The Best of Broadside 1962-1988: Anthems of the American Underground from the Pages of Broadside Magazine” realizzata dalla Smithsonian Folkways Recordings nel 2000.

Una canzone in qualche modo sorprendente che ci racconta di come le “Femen” e le “Pussy Riot” abbiano adottato forme di protesta per nulla originali e che pure fanno scalpore ancora oggi… Figuriamoci 50 o anche 100 anni fa!

Era un bel giorno del mese di maggio del 1962 e il primo ministro canadese John Diefenbaker stava tenendo un discorso nella cittadina di Trail, British Columbia. Ad un certo punto, diverse donne tra il pubblico improvvisamente si spogliarono nude, urlando in faccia all’uomo... (continua)
There's a new tactic to use, my dear,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/8/2015 - 13:57
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Solidarity Forever

Solidarity Forever
[1914-15]
Parole di Ralph Chaplin
Sulle melodie di “John Brown's Body” e “The Battle Hymn of the Republic”
Interpreti: Pete Seeger & The Almanac Singers

Ralph Chaplin cominciò a scrivere questo brano nel 1914, durante uno sciopero di minatori del carbone in West Virginia, e lo completò l’anno seguente a Chicago.
“Solidarity Forever” è uno degli inni sindacali più famosi di sempre e all’epoca comparve, in tutti i paesi di lingua inglese, nelle pubblicazioni e sugli opuscoli distribuiti dai gruppi di attivisti contro la guerra e contro la coscrizione. Per esempio, si trova in apertura di un volantino - lo stesso da cui ho tratto il testo di Never Goes - pubblicato nel 1917 in Australia nell’ambito del vasto movimento politico e sindacale che si opponeva all’introduzione della coscrizione obbligatoria voluta dal primo ministro Bill Hughes. In quel caso gli autori riuscirono a infilare il “broadside” in tutte le guide del telefono stampate dal governo e recapitate a casa agli abbonati.
When the union's inspiration through the workers' blood shall run,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/7/2015 - 13:23
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Eight Hour Day

Eight Hour Day
Due strofe aggiuntive da una versione trovata su “The Encylopedia Of Strikes In American History”, a cura di Aaron Brenner, Benjamin Day ed Immanuel Ness, USA 2009
“The Knights Of Labor” è stata la più importante organizzazione sindacale nell’ultimo ventennio dell’800.

THE KNIGHTS OF LABOR

[…]

Here’s to the Knights of Labor,
That brave and gallant band,
That Corbon and old Swigard
Is trying to disband.

But stick and hang brave union men,
We’ll make them rue the day
They thought to break the K. of L.
In free Americ-a.

[…]
Bernart Bartleby 23/4/2015 - 11:00
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The Popular Wobbly

The Popular Wobbly
[1920]
Parole di T-Bone Slim
Sulla melodia dell’allora molto popolare ragtime “They Go Wild, Simply Wild Over Me” (1917), di Joseph McCarthy e Fred Fisher.
Nell’edizione del 1920 del “Little Red Songbook”, il libretto di canti dell’Industrial Workers of The World (IWW), i cui membri erano appunto noti come “Wobblies”

Testo trovato su Political Folk Music Dot Org
Interpretata, tra gli altri, da Pete Seeger, Utah Phillips, David Rovics e Joe Glazer.





Come mai “tutti si scagliavano selvaggiamente” contro i militanti dell’IWW?
Perchè il suo cantore, lo svedese Joe Hill, fu assassinato dal Governo dell’Utah nel 1915?
Come mai nel 1916 la polizia di Everett, Washington, sparò sui wobblies in sciopero uccidendone 5?
Perchè il wobbly Frank Little fu barbaramente linciato in Montana nel 1917?
Come mai il wobbly Wesley Everest, veterano decorato della Grande Guerra, fu linciato a Centralia,... (continua)
I’m a mild mannered man as can be,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/4/2015 - 14:52
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Hard Times in the Mill

anonimo
Hard Times in the Mill
[inizio 900]
Canzone composta dai lavoratori della Columbia Duck Mill, Columbia, South Carolina, sull’aria della tradizionale “Hard Times in Cryderville Jail”
Testo trovato su Political Folk Music Dot Org
Il brano era ancora ben ricordato e cantato dagli operai tessili negli anni 40.

La canzone fa parte del repertorio di Pete Seeger (in “American Industrial Ballads”, Folkways Records 1956) e Joe Glazer (in “Sings Labor Songs”, Collector Records, 1971).

Si veda anche Hard Times in a Cotton Mill (Cotton Mill Blues)
Every morning at half-past four,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/4/2015 - 08:49
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Roll the Union On

Roll the Union On
ROLL THE UNION ON
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/4/2015 - 10:07




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