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Percorso La dittatura militare argentina. 1976-1982. I desaparecidos

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Mensajes del alma

Mensajes del alma
[1992]
Parole di León Gieco
Musica di Luis Gurevich, compositore che ha accompagnato Gieco per quasi 20 anni a partire proprio da “Mensajes del alma”, album cui questo brano dà il titolo.

Una riflessione sull’Argentina dei primissimi anni 90 - quella del “menemismo”, delle privatizzazioni selvagge, della corruzione, dei ricchi sempre più ricchi e dei poveri sempre più poveri, dell’impunità dei carnefici della dittatura,... - alla luce della tragedia avvenuta solo pochi anni prima, quando la vita e la morte di ogni argentino erano nelle mani di gente come Alfredo Astiz - l’“Ángel rubio de la muerte” dell’ultima strofa - il torturatore ed assassino dell’ESMA che oggi per fortuna è rinchiuso in galera a vita (in buona compagnia di molti altri suoi colleghi, come Jorge "El Tigre" Acosta, Antonio Pernías, Oscar Montes, Raúl Scheller, Ricardo Cavallo, Alberto González, Néstor Savio, Adolfo Donda,... (continua)
En mi país por año hay 15 mil chicos que vuelan
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2016 - 21:05
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Ángel rubio

Ángel rubio
[2001]
Parole e musica di Ignacio Copani (1959-), cantautore argentino
Nel suo album doppio intitolato “Desigual”

Canzone in memoria di Alfredo Astiz, “El Ángel Rubio” o “El Ángel de la Muerte” o “El verdugo”, capitano della Marina argentina negli anni della dittatura, infiltrato nei gruppi di difesa dei diritti umani, come le Madres de Plaza de Mayo, che contribuì a decimare, torturatore ed assassino dell’Escuela de Mecánica de la Armada (ESMA) a Buenos Aires, sede di una delle famigerate prigioni clandestine dove venivano torturati ed eliminati quanti venivano sequestrati illegalmente, 30.000 i desaparecidos nei sette anni che durò il cosiddetto Proceso de Reorganización Nacional (1976-1983).

Oggi possiamo affermare che quel mostro sia finalmente morto, perchè nel 2014 ha ricevuto la sua sentenza definitiva di condanna all’ergastolo.
Con tu rostro tan angelical
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2016 - 18:24
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Diari perduti

Diari perduti
JOURNAUX PERDUS
(continua)
inviata da Keskonsmär Parici 21/11/2015 - 17:35
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Ellos nos han separado

Ellos nos han separado
1983
Agujero interior

I Virus sono un gruppo argentino fondato dai fratelli Moura. Questa canzone, pubblicata nell'83, alla fine della dittatura, fu scritta per il fratello Jorge, desaparecido e rugbista nel La Plata rugby club, squadra che fu praticamente sterminata (17 giocatori uccisi) durante la dittatura


I desaparecidos della palla ovale

E’ rimasto un solo membro di quella squadra di rugby. Il capitano, Raul Barandarian che oggi fa l’architetto, trascinando l’insostenibile peso di aver perso tutti i compagni nella maniera più dolorosa e uno dopo l’altro. Lui è l’unico superstite perché invece di resistere, ha preferito trasferirsi in Europa. 
La tragedia inizia da Hernan Francisco Roca, il medio scrum che non era partito con il resto dei compagni per una turnèe europea. Doveva sostenere un esame presso la Facoltà di Medicina dove era iscritto. Il 27 marzo del 1975 lo superò. 
Il... (continua)
Hermano, quiero apretarte la mano 
(continua)
inviata da Donquijote82 25/9/2015 - 12:04
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A los buscadores del sol

A los buscadores del sol
A CHI CERCA IL SOLE
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 16/8/2015 - 09:19
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Cuéntame

Cuéntame
[2007]
Album : TIERRA ADENTRO

Canción escrita por Sebastián Echarry
dedicada a las Madres de Plaza de Mayo
Cuentan las flores que hay en mi sombra,
(continua)
inviata da adriana 15/8/2015 - 17:31
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Simplemente despierta María

Simplemente despierta María
[1980s]
Parole e musica di Raúl Acevedo
Nell’LP intitolato “Callejeando por decreto supremo”, pubblicato nel 1989

“Su canción más difundida de la época dictatorial es sin duda "Simplemente despierta María", una canción escrita en primera persona, en donde se presenta a una mujer pobladora que ha ido perdiendo el interés de participar en su barrio, en los quehaceres propios de su comunidad, en parte producto del efecto que produce la teleserie enajenante y por otro lado la pérdida de su compañero, quien es parte las listas de desaparecidos durante el Régimen Militar (Chile).” (es.wikipedia)

La sua canzone più nota dell’epoca della dittatura è senza dubbio "Simplemente despierta María", scritta in prima persona e rivolta ad una Maria abitante di un barrio popolare, una donna che ha perso interesse alla vita, alla lotta, alla partecipazione e si è chiusa in casa, abbruttendosi davanti alla... (continua)
Hace un tiempo que en la pobla
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/5/2015 - 09:09
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Madri di maggio

Madri di maggio
Testo di Stefano Montello
Musica di Cristina Mauro e FLK
da "Dancing Calipso" (2007)
Vergine il mio ventre che ha figliato
(continua)
14/2/2015 - 16:58
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En el país de Nomeacuerdo

En el país de Nomeacuerdo
Nella scena finale de "La historia oficial" di Luis Puenzo c'è Gaby - la bimba che Alicia ha creduto sua ma che scopre essere figlia di desaparecidos - che intona come filastrocca questa splendida canzone...

"La historia oficial", scena finale
Bernart Bartleby 6/2/2015 - 23:08
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Resumen Porteño

Resumen Porteño
[1983]
Parole e musica di Luis Alberto Spinetta, detto “El Flaco”

Nel disco intitolato “Bajo Belgrano”, registrato con il gruppo Spinetta Jade tra luglio e settembre del 1983, proprio mentre si stava chiudendo la sanguinaria epoca della dittatura.
“Resumen Porteño” fu la canzone con cui Spinetta il 26 gennaio 1984 chiuse il suo storico live alle Barrancas de Belgrano, il quartiere di Buenos Aires dove era nato, il suo primo concerto in un’Argentina finalmente libera.

Una canzone che racconta la storia di tre giovani argentini negli anni che vanno dal 1976 al 1983, quelli del proclamato “Proceso de Reorganización Nacional”, roboante definizione per una delle dittature più feroci che abbiano mai insanguinato l’America Latina.

Ricky ha deciso di fuggire in Brasile per scampare al servizio militare. Infatti la sorte gli ha destinato un numero molto alto e sicuramente gli toccherà finire... (continua)
Ricky está listo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/2/2015 - 13:35
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Patria Trelew

Patria Trelew
[1974]
Scritta da Naldo Labrín, componente del gruppo Huerque Mapu (“Messaggeri della terra”, in lingua mapuche).
Nel disco intitolato “Montoneros” (o “Cantata Montoneros”)

I Huerque Mapu sono stati (o sono, che recentemente si sono ricostituiti per l’ennesima volta) un gruppo che faceva musica militante, espressione della sinistra peronista nell’argentina della prima metà degli anni 70. Tutti i testi della “Cantata Montoneros” sono disponibili su Pacoweb, portale dedicato alla musica andina ma francamente più che di canzoni si tratta di slogan da comizio sessantottino e in definitiva sono, a mio parere, piuttosto stucchevoli e brutte.
Ne faccio menzione perché comunque restano la testimonianza di un periodo molto convulso e difficile della storia argentina, una fase che oltretutto non ho mai compreso fino in fondo e che mi ha sempre lasciato molto perplesso.
Proverò adesso a dire una... (continua)
[Recitado]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/2/2015 - 10:37
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Las increíbles aventuras del Señor Tijeras

Las increíbles aventuras del Señor Tijeras
[1974]
Parole di Charly García
Musica di Charly Garcia e Nito Mestre (Sui Generis)
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”

Una canzone sulla censura. Inutile dire che fu censurata, con il taglio netto dell’ultima strofa: “Io detesto la gente che ha il potere di dire quello che è bene e pure quello che è male. Solo il popolo, amico mio, è capace di capire. I censori di idee tremeranno di orrore davanti all’uomo libero con il corpo in pieno sole.”

Il personaggio del Señor Tijeras – che così tanto ricorda Agostino, il segretario dell’Organizzazione Internazionale della Moralità Pubblica interpretato da Albero Sordi ne “Il moralista” diretto nel 1959 da Giorgio Bianchi – ha anche un nome e un cognome: si tratta di Miguel Paulino Tato, detto Néstor (1902-1986), giornalista e critico cinematografico che dalla sua scrivania di presidente dell’“Ente de Calificación Cinematográfica” diresse la censura dal 1974 fin quasi al termine della dittatura di Videla e soci.
Escondido atrás de su escritorio gris
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/2/2015 - 16:12
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El show de los muertos

El show de los muertos
[1974]
Parole di Charly García
Musica di Charly Garcia e Nito Mestre (Sui Generis)
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”

Una canzone che nella scaletta del disco originario doveva essere la prosecuzione di Juan Represión che però i Sui Generis furono costretti ad elimiminare e sostituire con “Tango en segunda” (comunque anch’essa dotata di una certa forza: “Alguna gente que conozco vive metida en un baúl”, o “A mi no me gusta tu cara y no me gusta tu olor”)…

Il brano si apre significativamente con un suono di sirene della polizia ed è ancora dedicato a Juan Represión, quello che dorme tranquillo, senza sapere che sta contribuendo all’assassinio di qualcuno, Juan Represión che solo in apparenza conduce una vita normale e che crede di avere la mani pulite ed invece ha i morti ammazzati sulla coscienza e le mani e i vestiti lordi di sangue…

Perché la censura... (continua)
Tengo los muertos todos aquí
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/2/2015 - 15:40
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Juan Represión

Juan Represión
[1974]
Scritta da Charly García
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”

“Pequeñas anécdotas sobre las instituciones” - pubblicato pochi mesi dopo la morte dell’appena rieletto presidente Juan Domingo Perón e con il paese già nel caos completo che sfocerà di lì a poco nella svolta fascista – è stato uno dei dischi più censurati nella storia della musica argentina.
Charlie Garcia, autore di tutti i testi, fu costretto a cambiarne la maggior parte ma due brani, “Juan Represión” e “Botas locas”, furono del tutto espunti dalla prima edizione dell’album (e vennero inseriti per la prima volta soltanto in un'antologia del 1991!). I Sui Generis osarono proporli dal vivo in un concerto a Montevideo, Uruguay, nel 1975 e vennero praticamente tirati giù dal palco dalla polizia, arrestati e interrogati per ore…

La canzone è un allegoria del cittadino benestante ed amante... (continua)
Juan Represión viste
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/2/2015 - 13:58
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Las cosas que pasan

Las cosas que pasan
[1972]
Parole e musica di Piero De Benedictis, in arte Piero, cantautore argentino ma nato in Italia, a Gallipoli il 19 aprile 1945, giusto in tempo per festeggiare la fine della guerra.

Un brano inedito fino a pochi anni fa ma risalente al 1972, registrato durante un concerto di Piero con il Cuarteto Zupay alla Facoltà di Medicina dell’Università di Buenos Aires. Non venne però incluso nell’album “Coplas de mi país”, pubblicato quell’anno, e vide la luce solo in un album dal vivo con Pablo Milanés nel 1999 e, più recentemente, nella riedizione del disco originario.

Una canzone che trovo bellissima.
Nel racconto mi ricorda La memoria di León Gieco, ma più “lieve” ed ironica... per forza, ancora non era accaduto il macello del 76-82 e tutto il resto, ma i germi c’erano già tutti...
Nell’andamento musicale è invece molto simile a La guerra di Piero di Fabrizio De André.
Que lindo es sentarse en la mesa de un bar
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/1/2015 - 18:56
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Guerrillero santiagueño (Chacarera a Santucho)

Guerrillero santiagueño (Chacarera a Santucho)
[2012]
Parole e musica di Peteco Carabajal (1956-), compositore, cantante e polistrumentista folklorico argentino.
Non credo che questa canzone sia stata inclusa in qualche disco, almeno per il momento.

Chacarera - danza tipica di Santiago del Estero, nel nord-est argentino - dedicata Mario Roberto Santucho (1936-1976), santiagueño, fondatore del Partido Revolucionario de los Trabajadores (PRT) e comandante della più importante formazione guerrigliera marxista d’Argentina, l’Ejército Revolucionario del Pueblo (ERP).

Mario Roberto Santucho fu ucciso il 19 luglio 1976 in un conflitto a fuoco con un commando dell’esercito che lo aveva scovato in un rifugio dell’ERP a Villa Martelli, nord di Buenos Aires. Purtroppo Santucho aveva con sè documenti importanti della guerriglia, compresi i nomi di circa 400 militanti, e non fece in tempo a distruggerli: furono tutti uccisi tra il 1976 ed il 1977.
Inaugurando la vida
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/1/2015 - 23:24
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Todo cambia

Todo cambia
TUTTO CAMBIA
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 18/10/2014 - 17:21
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Mandarinas

Mandarinas
[1984]
Parole e musica di Víctor Heredia.
Nel disco intitolato “Solo quiero la vida”.

Come Carta a Maria Cristina e Mara, un’altra canzone che Heredia ha dedicato alla sorella María Cristina Cournou, sequestrata e desaparecida dal 17 giugno del 1976, insieme al suo compagno, lo scrittore Claudio Nicolás Grandi. María Cristina aveva 28 anni ed era incinta di quattro mesi; Claudio Nicolás aveva 31 anni. La loro scomparsa, per mano dei genocidi della dittatura argentina, lasciò orfana la loro figlioletta Yamila di due anni.



“Buscando mandarinas”. El secuestro y la desaparición de Maria Cristina Cournou (hermana de Victor Heredia), y su esposo, el poeta Nicolás Grandi.

(Bernart Bartleby)
Recuerdo cuando niño
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/8/2014 - 15:57
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Si yo supiera tu nombre

Si yo supiera tu nombre
[1985]

Canción de Victor Manuel dedicada a las Abuelas de Plaza de Mayo, escrita para la película Todo es Ausencia de Rodolfo Kuhn
Si yo supiera tu nombre
(continua)
inviata da adriana 9/8/2014 - 07:27
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Solo vos

Solo vos
Tema dedicado a una niña (y a todos en similar situación) apropiada por los genocidas.
Ta listo el mate pa charlar,
(continua)
inviata da adriana 8/8/2014 - 12:55

Per la Memoria: Laura, Estela, Guido

Antiwar Songs Blog
Per la Memoria: Laura, Estela, Guido
“L’ultima lettera arrivo il sedici novembre del 1977. Poi più nulla. Dopo qualche tempo venimmo a sapere che in una pasticceria di Buenos Aires era stata sequestrata una ragazza, le cui caratteristiche fisiche corrispondevano a quelle di nostra figlia. Quando era entrata la patota, lei stava bevendo un caffè in compagnia di un giovane. Lui […]
Antiwar Songs Staff 2014-08-08 10:26:00
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Todo cambia

Todo cambia
TOTU CÀMBIAT
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/6/2014 - 10:33
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Mi Buenos Aires querido

Mi Buenos Aires querido
[1962]
Versi del grande poeta argentino, deceduto a Città del Messico il 14 gennaio 2014, dalla raccolta intitolata “Gotán” (cioè “Tango”, con una trasposizione delle sillabe propria del lunfardo… Il titolo è lo stesso di una celebre canzone di Carlos Gardel e Alfredo le Pera).
Musica di Juan Carlos Baglietto che reintitolò il brano dalla sua prima strofa, “Sentado al borde de una silla desfondada”, nel disco “Modelo para armar” del 1985.

“Mi Buenos Aires querido / cuando yo te vuelva a ver / no habrás más pena ni olvido…”, cantava Gardel. Invece in questa sua analoga dichiarazione d’amore alla città natale si sente tutta la pena e la sofferenza di Juan Gelman per il buio dei suoi tempi, quasi un presentimento delle tenebre che avrebbero di lì a poco tragicamente avvolto l’Argentina ed il poeta stesso con la sua famiglia. Detto che l’intero 900 è stato per l’Argentina un secolo di continua... (continua)
Sentado al borde de una silla desfondada,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/1/2014 - 14:25
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Bambini

Bambini
Questa canzone è semplicemente meravigliosa. E' un racconto ancor attuale oggi.
gabber 10/1/2014 - 02:40




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