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Autore Fausto Amodei

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Non è finita a Piazzale Loreto

Non è finita a Piazzale Loreto
[1971]
Testo e Musica di Fausto Amodei

Quelli che il fascismo è morto con Mussolini oh yes,
Quelli che Berluscone.. non è fascista, oh yeah
Ma no che non è finita a piazzal Loreto,
(continua)
inviata da giorgio 31/7/2011 - 18:20
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Amore ribelle

Amore ribelle
[1895]
Nota anche come “Canzonetta del libero amore”
Originariamente sull’aria dell’Inno dei Nichilisti ma poi anche su melodie diverse.
Testo trovato su Il Deposito
Interpretata anche da Fausto Amodei in “Cantacronache 4 - Canti di protesta del popolo italiano e Canti della Resistenza”

“Leda Rafanelli [1880-1971, scrittrice, artista ed esponente dei futuristi di sinistra, soprannominata la "Zingara anarchica", ndr]. racconta come nacque il canto:

“La sorella di Gori avrebbe voluto che lui si sposasse, ma avrebbe voluto anche una ricca, e gli fece conoscere una signorina americana, bella, ricchissima. Pietro Gori! Pensa, sarebbe come a me mi facessero conoscere cosa...non so, un canterino della televisione, per me son gente che ‘un vale un soldo, eh. Lui questa signorina la salutò e poi...quella s’era già innamorata, perché era bellissimo Pietro Gori, sai; era siciliano, bruno, alto,... (continua)
All'amor tuo fanciulla
(continua)
inviata da Bartleby 6/7/2011 - 14:11

Canto del bastone

Canto del bastone
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole di Franco Antonicelli
Musica di Fausto Amodei
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.

Dedicata a Turi Vaccaro, Alberto Perino e le centinaia di attivisti NO TAV che questa mattina hanno cercato di resistere all’ennesima aggressione degli sgherri del Potere il quale, timoroso di non riuscire più a mettere le proprie grinfie sulle centinaia di milioni di euro dell’Unione Europea, ha “risolto” la questione alla solita maniera, con la violenza.
Ma non è ancora finita…
“A SARÀ DÜRA!”
Su, cittadini, non stateci a guardare
(continua)
inviata da Bartleby 27/6/2011 - 14:01
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Il censore

Il censore
[1966?]
Parole e musica di Fausto Amodei
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.



Ho più di un dubbio sull’anno di composizione di questa canzone.
Infatti parrebbe che sia stata pubblicata per la prima volta nel disco di Amodei “Le canzoni di Fausto Amodei 1” ma sul libro del Cantacronache viene associata ad un episodio risalente al 1966. Infine, i dischi del Cantacronache furono ripubblicati nel 1971 e questo brano potrebbe essere stato aggiunto per l’occasione…

Comunque… “Il censore” si riferirebbe allo “scandalo” suscitato dai risultati di un’inchiesta sulla sessualità tra i giovani pubblicati da “La Zanzara”, giornale del Liceo Parini di Milano. Nel febbraio del 1966, i tre redattori del giornale studentesco, Marco De Poli, Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano, pubblicarono... (continua)
Non so dirvi se sia nato sotto un cavolo
(continua)
inviata da Bartleby 27/6/2011 - 10:01
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La canzone della classe dirigente

La canzone della classe dirigente
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole e musica di Fausto Amodei
Poi nell’album di Amodei “L’ultima crociata”, pubblicato nel 1974.
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Noi, preti e cardinali,
(continua)
inviata da Bartleby 27/6/2011 - 09:11
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Questo mio amore (Una cosa già detta), nota anche come Vorrei dirtelo tutto d'un fiato

Questo mio amore (Una cosa già detta), <i>nota anche come</i> Vorrei dirtelo tutto d'un fiato
[1959]
Testo e musica di Fausto Amodei
Lyrics and music by Fausto Amodei

Probabilmente qualcosa di straordinario, e non serve aggiungere tante parole. Senza perdere la tenerezza. La coscienza d'un popolo stanco. L'amore vero e vero senza proclami. In tempi bui e grami c'è bisogno di raggi di luce; questo lo è. Una canzone di testura musicale classica, rinascimentale. Basta così. [RV]
Vorrei dirtelo tutto d'un fiato
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 19/1/2011 - 15:08
Cinquant'anni e non sentirli. Il 7 luglio 2010, a 50 anni dalla rivolta contro il governo fascista di Tambroni, non è cambiato niente. Stavolta si massacrano dei sinistrati di un terremoto: stessa polizia, stesso stato fascista E la canzone ha dovuto essere aggiornata.
Riccardo Venturi 8/7/2010 - 11:32

Per i morti di Reggio Emilia, e non solo

Per i morti di Reggio Emilia, e non solo
[2010]
Sull'aria e sulle corde di Per i morti di Reggio Emilia
di Fausto Amodei

La foto che vedete qui a fianco è stata riportata da tutti i giornali di ieri, 7 luglio 2010. Il cinquantesimo anniversario di quella che è ricordata come la rivolta di Genova e Reggio Emilia, ma che in realtà coinvolse l'Italia intera. Un'Italia che ancora era capace di dire no coi fatti, scendendo in piazza a difendere l'antifascismo dall'assalto del governo Tambroni, un fascista travestito da democristiano che era stato eletto coi voti decisivi dei fascisti non travestiti del MSI. 30 giugno 1960, Genova in mano alle forze antifasciste; 7 luglio 1960, Roma, Reggio Emilia. C'è la canzone, famosissima, di Fausto Amodei che ne parla; ancora pochi giorni fa, al De Martino di Sesto Fiorentino, un Amodei di cinquant'anni dopo non smetteva di cantarla assieme alle sue traduzioni da Georges Brassens.

Non è cambiato... (continua)
Compagno cittadino,
(continua)
8/7/2010 - 11:17
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Questa democrazia

Questa democrazia
[1961]‎
Parole di Mario Pogliotti
Arrangiamento di Fausto Amodei
Nell’EP intitolato “Il Cantacronache ben temperato”, canta Mario Pogliotti.‎
Ammesso e non concesso
(continua)
inviata da Silva 7/12/2009 - 10:45
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Il tarlo

Il tarlo
[1961]
Testo e musica di Fausto Amodei
Lyrics and music by Fausto Amodei


Testo ripresto da: Cantacronache, Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, Crel-Scriptorium 1995, p. 125.
In una vecchia casa, piena di cianfrusaglie,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/6/2009 - 00:59
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Le cose vietate

Le cose vietate
[1958]
Testo e musica di Fausto Amodei
Lyrics and music by Fausto Amodei


Testo ripresto da: Cantacronache, Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, Crel-Scriptorium 1995, p. 171.
Per ogni divieto che ci ha dato il buon Dio
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/6/2009 - 00:38
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O μικρός στρατιώτης

O μικρός στρατιώτης
Dai "Rizitika cretesi" di Fausto Amodei.

Nel "collage" ripreso dalle Aντιπολεμικά effettuato da Amodei con il titolo di Rizitika cretesi è stata inserita anche la canzone di questa pagina, rielaborata. Nel testo seguente essa è indicata in grassetto.
Il testo era stato a suo tempo reperito su Ranch dei Viandanti.
RIZITIKA CRETESI
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 19/9/2008 - 00:56
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A chi chiama rispondiamo NO

A chi chiama rispondiamo NO
Testo ripreso da il Deposito

Autori:Michele Luciano Straniero
Fausto Amodei

Musica: We Shall Not Be Moved

Cantata da Fausto Amodei e Michele Straniero agli inizi degli anni Sessanta, la versione francese è di Pardo Fornaciari, che la cantava a Parigi nelle estati del 1965 e 66
A chi chiama
(continua)
inviata da adriana 25/3/2008 - 18:27
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La zolfara

La zolfara
[1959]
Testo di Michele L. Straniero
Musica di Fausto Amodei

Album: Le canzoni della malavita 2

Riprendiamo il testo da Canti di lotta, dove però la canzone è indicata erroneamente come anonima.


Il disastro minerario di Gessolungo del 12 novembre 1881

Premessa
"Nel giorno 12 Novembre 1881 la città di Caltanissetta venne funestata da grave disastro.
Un disastro di gas, scoppiato alle ore del 6 del mattino nella miniera di Gessolungo, cagionava la morte a 66 degli operai addetti alla estrazione dello zolfo e più che 40 ne rendeva inagibili al lavoro.
Cento e più famiglie rimasero nel letto e nella miseria."
Queste le parole di inizio della "RELAZIONE del COMITATO DI SOCCORSO pe' danneggiati di GESSOLUNGO".
Gli zolfatai convivevano con la paura della morte, con la possibilità di non ritornare a casa la sera e gli infortuni erano "messi a conto".
Talvolta gli infortuni avevano conseguenze... (continua)
Otto sono i minatori
(continua)
inviata da Riccardo Venturi e Daniela k.d. 29/12/2007 - 23:54
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Il povero Elia

Il povero Elia
[1962]
Testo e musica di Fausto Amodei
Lyrics and music by Fausto Amodei


Testo ripresto da: Cantacronache, Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, Crel-Scriptorium 1995, p. 117.
Lo chiamavano il povero Elia
(continua)
inviata da adriana 25/12/2007 - 09:41
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Tredici milioni di uomini

Tredici milioni di uomini
Il testo è ripreso dal Deposito, sito gemello. Emilio Jona, di professione avvocato, è uno scrittore, poeta e studioso di cultura popolare. Tra le sue opere: Le canzonette che fecero l'Italia (1962) e la raccolta di poesie La cattura dello splendore (1998). Per la Meltemi ha scritto il saggio Esperienze di teatro per un territorio, pubblicato in La piazza del popolo(1998), e ha curato insieme a Marina Berra e Francesca Rol il volume Sono arrivato e la figura c'era di me (2000). Collaboratore di Cantacronache, questa canzone è stata da lui scritta in tale periodo negli anni '50. La musica è di Fausto Amodei.
Ero per una strada, chiedevo solo di camminare.
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2007 - 00:18
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Tiro a segno

Tiro a segno
[1961]‎
Parole di Mario Pogliotti
Arrangiamento di Fausto Amodei
Nell’EP intitolato “Il Cantacronache ben temperato”, canta Mario Pogliotti.‎

Dal Deposito, sito gemello, riprendiamo questa canzone scritta nel periodo di Cantacronache da Mario Pogliotti, giornalista e musicista valdostano scomparso nel 2006. La canzone risente, nel verso sul "principe omosessual", ovviamente del periodo.
È chiaro che un giorno di festa
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2007 - 00:09
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Le Mantellate

Le Mantellate
[1959]
Testo e musica di Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi
Incisa per la prima volta in singolo Assieme a Ma mi
Poi in "Canzoni della Mala" e in "Ornella Vanoni" (1961)



E' la campana in bronzo della Chiesa delle Mantellate che per molti secoli, con il suo rintocco, ha segnato lo scandire delle ore nella quotidianità del carcere. Attualmente il reperto storico si trova presso il museo criminologico del Ministero della Giustizia.

Alzi la mano chi conosce "Le Mantellate" e non la crede un'antica canzone popolare romana. Eppure è stata scritta nel 1959 da Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi per Ornella Vanoni. Tre milanesi che si mettono a scrivere una serie di canzoni della mala nei vari dialetti italiani facendo credere a tutti che si tratti di autentiche canzoni popolari; all'operazione, presentata nel 1959 al "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, partecipa anche Fausto Amodei. Le Mantellate... (continua)
Le Mantellate so' delle suore
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 3/4/2007 - 17:48
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Lettera di Robert Bowman

Lettera di Robert Bowman
Fa parte dell'album "Per fortuna c'è il Cavaliere"(2005)

Il parlato iniziale precisamente è:
"Questa lettera indirizzata al Presidente degli Stati Uniti intitolata "Perchè gli Stati Uniti sono odiati" fu scritta nel 1998 da Robert Bowman, vescovo cattolico di una diocesi dello stato della Florida. Durante la guerra del Vietnam Bowman, con il grado di tenente-colonnello, aveva preso parte a più di cento azioni di combattimento."

(Boriz)
Parlato:
(continua)
inviata da Boriz 12/3/2007 - 17:26
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Le petit commerce

Una variante della versione italiana di Giangilberto Monti, il cui testo è ripreso da Il Deposito. Alla stessa pagina è scaricabile anche il file audio della canzone. La versione è eseguita da Fausto Amodei.
Le petit commerce
VENDIAMO ARMI!
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/1/2007 - 14:41
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Al compagno presidente Salvador Allende

Al compagno presidente Salvador Allende
[1973]
Testo e musica di Fausto Amodei
Niente bandiere esposte a mezz'asta,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 29/11/2006 - 01:41
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Certo che se non fosse

Certo che se non fosse
[1970]
Testo e musica di Fausto Amodei
Certo che se non fosse per i marines
(continua)
inviata da adriana 10/10/2006 - 19:59

La Crociata

La Crociata
"In occasione di una delle nostre 'trasferte' fuori sede - se non ricordo male per un concerto al circolo culturale Il Pozzetto di Padova (non ricordo con precisione in quale anno, ma erano gli anni in cui i generali francesi, scornati dalla guerra d'Algeria, minacciavano un colpo di stato in Francia) apparve sui giornali una presa di posizione particolrmente dura da parte di qualche pezzo grosso dell'episcopato italiano (un Cardinal Ottaviani, tanto per dire) contraria al processo di distensione tra i blocchi in nome di un qualche integralismo cattolico-reazionario di tanto in tanto risorgente. Durante il viaggio in treno composi il testo della canzone, nella sosta in albergo, prima del concerto, Liberovici abbozzò la linea melodica ed il giro armonico e così la canzone venne eseguita in prima assoluta la sera stessa".

Fausto Amodei, da "Cantacronache - Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta", a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL/Scriptorium 1995.
Ho letto sui giornali
(continua)
inviata da Alessandro 11/8/2006 - 09:40
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Partigiani fratelli maggiori

Partigiani fratelli maggiori
Testo di Michele L. Straniero
Musica di Fausto Amodei

Nel repertorio anche del Gruppo Pane e Guerra.
Partigiani che adesso cantate,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 19/10/2005 - 15:04
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Il fazzoletto rosso

[1983]
Testo e musica di Fausto Amodei
testo ripreso da "Il Deposito"
http://www.ildeposito.org
C'era una volta un soldato
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/9/2005 - 19:21

Il giornalista

Il giornalista
(1961)

Testo di Gianni Rodari
Musica di Fausto Amodei

"Sempre sulla scia dei Cantacronache, nel ’61 Margot Galante Garrone incide un disco di canzoni per bambini su testi di Gianni Rodari, fra cui questa, musicata da Fausto Amodei, un messaggio volutamente ma provocatoriamente ingenuo."

(Enrico de Angelis, da Mille papaveri rossi - La pace nella canzone italiana)
O giornalista, inviato speciale,
(continua)
4/9/2005 - 18:28
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La java des bombes atomiques

La java des bombes atomiques
LA JAVA DELLE BOMBE ATOMICHE
(continua)
12/6/2005 - 19:55
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Le dormeur du val

Le dormeur du val
DORME NELLA VALLE
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 11/6/2005 - 17:49
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L'Internationale

L'Internationale
Traduzione letterale italiana dell'originale francese (Versione definitiva)
Italian literal translation of the French original (Final version)
Riccardo Venturi, 2000

Prima di iniziare con le versioni italiane d'autore, una versione di servizio letterale dell'originale francese di Eugène Pottier. Riportiamo qui di seguito un interessante articolo di Gianni Lucini tratto da Liberazione del 22 settembre 2005:
Non più servi, non più signori
di Gianni Lucini

Da qualche mese la gradevole collana di Elleu dedicata alle canzoni che sono state la colonna sonora di generazioni si è arricchita di un titolo inaspettato. Accanto ai Nirvana, a Bob Marley, a Carosone e ai Pink Floyd è arrivata L'internazionale in un prezioso volumetto dal titolo Non più servi, non più signori (Elleu, pp. 120, euro 9,00). Nato dalla facile penna di Cesare Bermani, amante oltre che studioso della musica popolare, si legge... (continua)
L'Internazionale
(continua)
8/6/2005 - 00:21
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Torna a casa americano

Torna a casa americano
La canzone era stata, sulla scorta delle informazioni reperite sulla "Musica dell'altra Italia", inserita finora come anonima, e con un testo largamente incompleto. Le informazioni erano inoltre in diverse parti errate. Riportiamo comunque la parte esatta della vecchia introduzione, espunta da quelle errate:

"Canzone, sicuramente di autore [...], è stata probabilmente cantata per le prime volte nel 1951, anno della venuta del gen. Eisenhower a Parigi e a Roma (gennaio), qualche mese dopo l'aggressione alla Corea (giugno 1950). Venuta che diede luogo a grandi manifestazioni popolari antiamericane sia in Francia che in Italia.

Lee Dayton era allora rappresentante del Piano Marshall in Italia e Harry Truman era il Presidente degli Stati Uniti."

La canzone è in realtà stata scritta da Fausto Amodei. Riportiamo a tale riguardo le informazioni provenienti dal sito del Gruppo Pane e Guerra,... (continua)
Per le strade e le città
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/11/2004 - 01:21
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Masters Of War

Masters Of War
ITALIANO / ITALIAN [4] - Fausto Amodei


Versione italiana di Fausto Amodei
Italian version by Fausto Amodei

I SIGNORI DELLA GUERRA
(continua)

A Fiumicino c'è un aeroporto

A Fiumicino c'è un aeroporto
[1963]

Canzone satirica sullo scandalo dell'aeroporto di Fiumicino, sul motivo di "E gira gira l'elica".
E gira gira l'elica
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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A fare il soldato

anonimo
A fare il soldato
Una canzone contro il servizio militare, risalente a circa il 1860.

Triste mestiere quello del soldato: il cibo è scarso, niente comodità, la paga è poca e cosa peggiore: dover lasciare l’innamorata a casa.

Questo canto è probabilmente un riadattamento militare, come spesso accadeva, di una precedente canzone popolare, della quale rimane il ritornello, efficace comunque nell’esprimere il ritorno del pensiero del giovane soldato ai bei ricordi.
Trovo il brano, interpretato da Fausto Amodei, Michele L. Straniero & Sandra Mantovani nel 7" intitolato "Il Povero Soldato, volume 2", edito nel 1963 dalla I Dischi del Sole.

C'è anche nel repertorio di Nanni Svampa.

(B.B.)
A fare il soldato che triste mestier
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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Raffaele

Raffaele
Testo e musica di Fausto Amodei.

Secondo il "Cantacronache", le musiche sono di Amodei ma le parole sono di tale Dario Baraldi, "un'oscuro impiegato dell'Olivetti" il cui testo venne preferito a i testi letterari di ben più insigni personaggi, come Giovanni Arpino, Franco Parenti, Folco Portinari o Ignazio Buttitta.
(p.89 del "Cantacronache", CREL-Scriptorium, 1995)[Alessandro]
Raffaele si chiamava e nel Messico era nato
(continua)
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Canzone del popolo Algerino

Testo di Michele L. Straniero
Musica di Fausto Amodei

«La canzone successiva di Straniero, che ebbi il compito di mettere in musica, fu "La canzone del popolo algerino". Nella presentazione, che Straniero stesso ne fece, riproponendola in un disco pubblicato anni dopo, scriveva fra l’altro:
Per la mia generazione, la guerra d’Algeria ha avuto il valore che ebbe per i nostri padri la guerra di Spagna, e per i più giovani quella del Vietnam: ci fece scoprire l’oppressione e la tortura, ci diede la certezza morale e l’entusiasmo di essere dalla parte giusta, ci aiutò a capire la dinamica della storia, fu quella che si dice una "presa di coscienza" che ci aiutò a diventare adulti.

L’elemento del testo, che per me ebbe più importanza, e che tesaurizzai anche per le mie successive performances da cantautore, fu il fatto che, anziché risolversi in un’invettiva contro il colonialismo e contro... (continua)
Chi ti ha mandato, soldato,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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Ballata ai dittatori

Ballata ai dittatori
(1963)
Testo e musica di Fausto Amodei.
Tiranni e generali, marescialli e imperatori,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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La Badoglieide

La Badoglieide
[1944]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Nuto Revelli - Dante Livio Bianco - Quarta Banda Partigiana
Musica: "E non vedi che sono toscano" (Canzone popolare / Folksong / Chanson populaire / Kansanlaulu)

Queste strofe vennero composte da un gruppo di partigiani della Quarta Banda, tra cui Dante Livio Bianco e Nuto Revelli, alle Grange di Narbone (Cuneo) nell'aprile 1944.

La musica si compone di due temi di origine distinta. Le strofe in italiano sono adattate all'aria della canzone entrata nel repertorio goliardico "E non vedi che sono toscano". Il ritornello in piemontese appartiene alla tradizione locale.

Per il contenuto antisabaudo e antibadogliano queste strofe vennero cantate, con alcune modifiche, anche da reparti militari fascisti, a dimostrazione del carattere popolare della canzone che viene riadattata e piegata anche a contenuti ben diversi da quelli espressi dall'autore.

Il... (continua)
O Badoglio, o Pietro Badoglio
(continua)
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Ero povero ma disertore

anonimo
Ero povero ma disertore
(1840 ca.)



Le Déserteur ha i suoi "predecessori" un po' ovunque. Questo canto anonimo proviene forse dal Trentino, allora sotto dominazione asburgica.

Ci sono un paio di edizioni discografiche precedenti a quella di Bubola: una versione partigiana che faceva parte dello spettacolo di Dario Fo "Ci Ragiono e Canto n.2" (La Comune, LC5-6) e in "Il Povero Soldato 2" nell'esecuzione di Fausto Amodei, Sandra Mantovani e Michele Straniero (33/17 de I Dischi del Sole, DS 13).
(Note tratte da un impareggiabile libro che ora sto rileggendo alla ricerca di nuove vecchie canzoni da postare: "Canzoni italiane di protesta - 1794/1974: dalla Rivoluzione Francese alla repressione cilena", a cura di Giuseppe Vettori, Paperbacks poeti/26, Newton Compton Editori, 1974) [Alessandro]

Questo canto sul disertore risale — è infatti spesso citato Ferdinando I d'Austria, che regnò dal 1835 al 1848 — alla prima... (continua)
Ero povero ma disertore
(continua)
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Perché una guerra

Perché una guerra
(1972)
dall'album "Se non li conoscete"
Cominciano a insegnarti che è tuo sacro dovere
(continua)
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O Gorizia, tu sei maledetta

anonimo
O Gorizia, tu sei maledetta
[ca. 1916]

La battaglia di Gorizia (9-10 agosto 1916) costò, secondo dati ufficiali, la vita a 1.759 ufficiali e 50.000 soldati circa, di parte italiana; di parte austriaca a 862 ufficiali e 40.000 soldati circa.
Fu uno dei più pazzeschi massacri di una guerra tutta pazzesca.

"O Gorizia tu sei maledetta" è una canzone nella guerra, che da sempre fa parte della tradizione anarchica e antimilitarista.

Si dice che chi veniva sorpreso a cantare questa canzone durante la guerra era accusato di disfattismo e poteva essere fucilato.

La versione originale venne raccolta da Cesare Bermani, a Novara, da un testimone che affermò di averla ascoltata dai fanti che conquistarono Gorizia il 10 agosto 1916.


“Le strofe di questo canto sono spesso inestricabilmente connesse con quelle di Addio padre e madre addio, che a volte ricorrono del resto già in fogli volanti del tempo della guerra italo-turca.... (continua)
La mattina del cinque d'agosto
(continua)
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Canzone della marcia della pace

Canzone della marcia della pace
Testo di Franco Fortini
Musica di Fausto Amodei
per nulla datata

Questa canzone è stata improvvisata da Franco Fortini e Fausto Amodei durante la marcia della pace Perugia-Assisi del 24 settembre 1961.Come è noto gli autori subirono un procedimento giudiziario e il disco de "Le canzoni del no" in cui era stata successivamente incisa fu sequestrato.

Improvvisata nel settembre 1961 da Franco Fortini e Fausto Amodei durante la marcia della pace Perugia-Assisi, "manifestazione popolare contro l'imperialismo, il razzismo, il colonialismo, lo sfruttamento". Incisa da Maria Monti in "Le canzoni del no" (1966), questa canzone provocò il sequestro dell'intero disco e Fortini subì un processo dal quale venne però presto assolto.

(da "Canzoni italiane di protesta - 1794/1974 - Dalla Rivoluzione Francese alla repressione cilena", a cura di Giuseppe Vettori, Paperbacks poeti/26, Newton Compton Editori, 1974)
E se Berlino chiama
(continua)
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Canto dei coscritti, o Partirò, partirò

Canto dei coscritti, <i>o</i> Partirò, partirò
[ca. 1808]
Composto sulla stessa aria della canzone popolare "Maremma amara"

Canto toscano dell'epoca delle guerre napoleoniche, nato probabilmente quando l'Imperatore istituì la leva obbligatoria anche nelle terre italiane conquistate, sull'esempio di quel che era accaduto in Francia con la rivoluzione.
Sebbene abbia un autore ben preciso, un celebre cantastorie che compose il testo sul motivo della famosa canzone popolare toscana "Maremma amara" ("Tutti mi dicon Maremma, Maremma...") servendosi anche chiaramente della sua struttura testuale (cosa particolarmente evidente nel ritornello), divenne ben presto un canto di guerra e popolare; per primo lo ha raccolto Caterina Bueno; è stato interpretato anche da Riccardo Marasco (nell'album "Chi cerca trova", 1977; ma in una versione abbreviata), ma altri interpreti storici sono stati Fausto Amodei (nell' LP "Il povero soldato"), la stessa... (continua)
Partirò partirò, partir bisogna
(continua)




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