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Autore Nomadi

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Biko

Biko
[1979]
Lyrics and music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Peter Gabriel
Single release: 1980
Album release: Peter Gabriel III [1980]
Also performed and recorded by / Altri interpreti / Autres interprètes / Laulun muut tulkit:
Robert Wyatt (1984) in "Work in Progress"
Joan Baez (1987) in "Recently".
BAP (1988)
Cudù (1988) in "Vivo"
Simple Minds (1989) "Street Fighting Years".
Manu Dibango (1994) in "Wakafrika".
Playing for Change in "Songs Around the World".
Paul Simon (2010) in "And I'll Scratch Yours".
Nomadi e poi Danilo Sacco dal vivo
(dq82)

Steve Biko era il leader pacifista e antirazzista del partito comunista sudafricano (all'epoca fuorilegge), ucciso dalla polizia del regime dell'Apartheid nel 1977.
Probabilmente una delle più famose e belle canzoni di Peter Gabriel. [RV-2005]



English
Italiano

"Biko" is an anti-apartheid protest song by... (continua)
Ngomhla sibuyayo
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 8/4/2005 - 18:36
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L'uomo di Monaco

L'uomo di Monaco
1988
Ancora Nomadi

"Sul muro c'era scritto col gesso:
vogliono la guerra.
Chi l'ha scritto
è già caduto."
(Bertolt Brecht)
E guardai, scrutai, quel vecchio a Monaco
(continua)
inviata da Silvia (Eungiorno su IFMG) 9/3/2005 - 16:53
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Soldato

Soldato
di Mei-Cerquetti-Carletti,dal nuovo dei Nomadi (Corpo estraneo, 2004).

Quando l'ho sentita, tra le varie immagini evocate mi sono tornati in mente alcuni fotogrammi di Fahrenheit 9/11 di Michael Moore... ho pensato ai soldati non di mestiere, comunque...
Attraverso un bicchiere di Rum
(continua)
inviata da Silvia (eungiorno su IFMG) 31/1/2005 - 19:06
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Salvador

Salvador
(Gisberto Cortesi)

[1990]
Album: Solo Nomadi
Salvador era un uomo, vissuto da uomo
(continua)
16/1/2005 - 19:38
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Joe Mitraglia

Joe Mitraglia
Album: Naracauli e altre storie (1978)

Testo e musica di Maurizio Bettelli
Copyright: EMI/Bellriver, 1978

La storia di un partigiano che ha combattuto con la Resistenza sui monti, ricoprendo i sentieri "di tedeschi e di fascisti morti", e che, una volta tornato a casa, continua a combattere contro i fascisti che sono rimasti, finché a sua volta viene tradito e ucciso.
Qui in città non ne senti più parlare
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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La bomba

La bomba
[1985]
(Rossi)
Da "Ci penserà poi il computer"

"È il disco più bello degli anni '80. Tutte canzoni di un certo spessore, con una sola pecca a mio parere: oltre la solita qualità di registrazione non certo perfetta (ma con quella i Nomadi non potevano farci nulla), la mancanza quasi totale di una buona chitarra e la troppa presenza di tastiere, a volte "soffocante".
Sul contenuto nulla da dire, è il disco della mitica "Il pilota di Hiroshima", che scava nella coscienza di coloro che commisero quell'atroce e insensato gesto, e della bellissima "Lontano".
Altre canzoni molto belle sono: "Bianchi e neri", una bellissima e intensa favola del grande Cortesi sul razzismo in una chiave molto molto originale, e le sottovalutate, a mio parere, "Edith" e "Tra loro", che sempre secondo il mio modestissimo parere non stonerebbero affatto riproposte oggi dal vivo, anzi...
Una musica e un arrangiamento... (continua)
Nel cielo suona una tromba
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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Uno come noi

Uno come noi
In “Uno come noi”, brano tratto da “Gente come noi” (1991) i Nomadi ci raccontano proprio la storia di quel ragazzino magro, della sua magia di fermare una fila intera di carri armati davanti alla sua statura di uomo senza scudo e di tutti quegli sguardi attenti ad ammirarne l’eroico gesto: “Per un momento è stato come se tutto il mondo fosse fermo lì davanti a te, a un piccolo uomo, a un grande uomo, a uno come noi”.

Poi nessuno lo vide più. Sparì. Svanì. Quel piccolo grande uomo l’ultima volta aveva dato le spalle al mondo; e probabilmente per sempre. Ora, forse, tornava nel vento a riprendersi l’immensità di quella piazza, a raccogliere in un solo soffio tutto l’orizzonte visibile, a richiamare attorno a sé la libertà che qualcuno gli aveva tolto…e nello stesso tempo dato: “Sono il vento, sono libero come il vento”.

(Dario Corale, da Area locale)
Con il tuo esile corpo hai fermato un carro armato,
(continua)
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Primavera di Praga

Primavera di Praga
[1970]
Testo e musica di Francesco Guccini
Lyrics and music by Francesco Guccini

Dall'album "Due anni dopo"
(Anche dopo la primavera di Praga.)

Ricantata da Guccini, insieme ai Nomadi nell'Album Concerto del 1979

Un commento alla canzone di Riccardo Venturi, da Enciclopedia MultiMediale Attiva

NB: Il commento faceva originariamente parte della serie di recensioni di canzoni di Francesco Guccini (dette "Adozioni") organizzata tra il 1998 e il 1999 dal newsgroup it.fan.guccini.

Personalmente, ma ritengo che sia un po' l'impressione di chiunque ascolti Primavera di Praga, m'immagino veramente l'atmosfera cupa della Praga di pochi mesi dopo l'invasione sovietica, cupa ma piena di speranze che tutti avevano voglia di urlare, quella stessa atmosfera che è stata magistralmente descritta dal praghese Milan Kundera nella Nenositelná leckost' bytí. Lascio il titolo originale ceco, perché... (continua)
Di antichi fasti la piazza vestita
(continua)
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Il pilota di Hiroshima

Il pilota di Hiroshima
[1985]
(Gionata-Rossi-Dennis)
da "Ci penserà poi il computer"

"È il disco più bello degli anni '80. Tutte canzoni di un certo spessore, con una sola pecca a mio parere: oltre la solita qualità di registrazione non certo perfetta (ma con quella i Nomadi non potevano farci nulla), la mancanza quasi totale di una buona chitarra e la troppa presenza di tastiere, a volte "soffocante".
Sul contenuto nulla da dire, è il disco della mitica "Il pilota di Hiroshima", che scava nella coscienza di coloro che commisero quell'atroce e insensato gesto, e della bellissima "Lontano".
Altre canzoni molto belle sono: "Bianchi e neri", una bellissima e intensa favola del grande Cortesi sul razzismo in una chiave molto molto originale, e le sottovalutate, a mio parere, "Edith" e "Tra loro", che sempre secondo il mio modestissimo parere non stonerebbero affatto riproposte oggi dal vivo, anzi...
Una musica... (continua)
Fuori nel mondo chissà dove
(continua)
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Il re è nudo

Il re è nudo
[2002]
(G.Carletti - A.Mei - L.Cerquetti - C.Falzone)
Album: "Amore che prendi amore che dai"


Da un'intervista a Beppe Carletti:

"E poi abbiamo "Il re è nudo", un re che ci ricorda il presidente americano.Una canzone che sembra risentire di quanto avvenuto l'11 settembre con tutta la catena di orrori che ha portato dalla guerra in Afghanistan allo scoppio della nuova crisi in Medio Oriente. C'è tutto questo nella canzone, e soprattutto è stata scritta prima o dopo l'11 settembre? "Il re nudo" è stata scritta molto prima dell'11 settembre, purtroppo è una cosa casuale da noi non voluta, perché non amiamo mai parlare delle cose che succedono oggi, non l'abbiamo mai fatto. Chiaramente c'è l'allusione al Presidente americano perché quando si parla di scudo spaziale è qua il senso, poi è anche una fiaba, "Il re nudo". Poi è tante cose messe insieme, tengo molto a dire che non è stata scritta dopo l'11 settembre. Avremmo avuto un pessimo gusto, alcuni artisti lo fanno i Nomadi non lo hanno fatto neanche questa volta."
Ma non fai un po' fatica
(continua)
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Bianchi e neri

Bianchi e neri
[1985]
(Cortesi)
Da "Ci penserà poi il computer"

"È il disco più bello degli anni '80. Tutte canzoni di un certo spessore, con una sola pecca a mio parere: oltre la solita qualità di registrazione non certo perfetta (ma con quella i Nomadi non potevano farci nulla), la mancanza quasi totale di una buona chitarra e la troppa presenza di tastiere, a volte "soffocante".
Sul contenuto nulla da dire, è il disco della mitica "Il pilota di Hiroshima", che scava nella coscienza di coloro che commisero quell'atroce e insensato gesto, e della bellissima "Lontano".
Altre canzoni molto belle sono: "Bianchi e neri", una bellissima e intensa favola del grande Cortesi sul razzismo in una chiave molto molto originale, e le sottovalutate, a mio parere, "Edith" e "Tra loro", che sempre secondo il mio modestissimo parere non stonerebbero affatto riproposte oggi dal vivo, anzi...
Una musica e un arrangiamento... (continua)
Eran giorni terribili
(continua)
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L'atomica cinese

L'atomica cinese
da "Folk Beat n. 1" (1967)
originariamente cantata dai Nomadi

Ricantata da Guccini, insieme ai Nomadi nell'Album Concerto del 1979 (con il titolo "Atomica")




Interpretata anche dai Modena City Ramblers nel "Tributo ad Augusto". La versione dei MCR è cantata da Albertone Morselli e Cisco. Nella versione tratta dal tour teatrale di "Raccolti" le voci sono di Cisco e Albertino Cottica.

"Campionamento" musicale: strum. iniziale: tradizionale di origine sconosciuta, ripreso sia dagli Amazing Blondel, con un pezzo senza nome, che dai Pentangle con "A Maid That's Deep In Love"; strum. finale: frammento di un'aria di origine sconosciuta ma probabilmente bretone.
Si è levata dai deserti in Mongolia occidentale
(continua)
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Auschwitz, o Canzone del bambino nel vento

Auschwitz, <i>o</i> Canzone del bambino nel vento
[Novembre 1964]
Testo e musica di Francesco Guccini
(Accreditata originariamente a Lunero (Iller Pattacini) e Maurizio Vandelli)
Prima incisione: Equipe 84, single Bang Bang / Auschwitz [settembre 1966]
In album: Francesco Guccini, Folk Beat n°1 [1967]

[November 1964]
Lyrics and Music by Francesco Guccini
(Originally credited to Lunero (Iller Pattacini) and Maurizio Vandelli)
First recording: Equipe 84, single Bang Bang / Auschwitz [settembre 1966]
Album recording: Francesco Guccini, Folk Beat n°1 [1967]

[Novembre 1964]
Paroles et musique de Francesco Guccini
(Attribuées originellement à Lunero (Iller Pattacini) et Maurizio Vandelli)
Premier enregistrement: Equipe 84, single Bang Bang / Auschwitz [settembre 1966]
En album: Francesco Guccini, Folk Beat n°1 [1967]

[Marraskuuta 1964]
Sanat ja sävel: Francesco Guccini
(Sanat ja sävel annettiin alun perin Lunerolle (Iller... (continua)
Son morto con altri cento
(continua)




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