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Autore Víctor Jara

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Gwerz Victor C'hara

Gwerz Victor C'hara
[1974]
Testo e musica: Gilles Servat
Paroles et musique: Gilles Servat
Album: L'Hirondelle

La canzone, in lingua bretone, è tratta da un articolo dello scrittore cileno Miguel Cabezas, testimone oculare dell'assassinio di Víctor Jara da parte dei militari golpisti cileni nel settembre del 1973 (si veda particolarmente la canzone "Estadio Chile", l'ultima scritta da Jara prima di essere ucciso). Il nome di Jara è nell'ortografia fonetica bretone (C'hara) per mantenere la pronuncia originale spagnola ("Jara" si leggerebbe come in francese). Una canzone assolutamente toccante, e splendida anche musicalmente nell'interpretazione roca del primo Servat.

La canzone può essere ascoltata integralmente (ma non scaricata) dal "radio blog" Skingomz ar frankiz ("Radio Libertà").
Ar brizionidi e sportva Chile
(continua)
inviata da Paolo Sollier
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El derecho de vivir en paz

El derecho de vivir en paz
(1971)
Letra y música de Víctor Jara
Testo e musica di Víctor Jara
El derecho de vivir,
(continua)
inviata da Paolo Sollier
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Ya parte el galgo terrible

Ya parte el galgo terrible
Testo di Pablo Neruda (dallo "Splendore e morte di Joaquín Murieta") e musica di Sergio Ortega.
Interpretata originariamente da Víctor Jara in Pongo En Tus Manos Abiertas... con il gruppo Quilapayún
poi nel secondo album degli Inti-Illimani, "La nueva canción chilena" (1974).
Ya parte el galgo terrible
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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Estadio Chile

Estadio Chile
Testo di Víctor Jara
23 settembre 1973
Texto de Víctor Jara
23 de septiembre 1973

Interpretata da Ángel Parra con il titolo "Somos cinco mil".




L'11 settembre 1973 Víctor Jara fu arrestato dai militari fascisti di Pinochet. La maggior parte dei prigionieri politici vennero rinchiusi nel grande Estadio Nacional; altri in un piccolo complesso sportivo (non calcistico: vi si tengono partite di pallacanestro, pallavolo e calcetto e, all'epoca, serviva anche per le riunioni di pugilato; si tratta quindi di un palazzetto dello sport) detto "Estadio Chile". Situato nella parte occidentale di Santiago, era stato inaugurato nel 1949.

Víctor Jara vi rimase e vi fu assassinato. La data della sua morte è incerta: per alcuni risale al 16 settembre, ma non si tratta probabilmente della data esatta. Con mezzi di fortuna, continuò a comporre canzoni e poesie; questa è la sua ultima.
Gli furono... (continua)
Somos cinco mil aquí
(continua)
inviata da Riccardo Venturi
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Vientos del pueblo

Vientos del pueblo
[1970]

Testo di Víctor Jara
Musica di Sergio Ortega e Víctor Jara
Il testo è parzialmente ripreso da Vientos del Pueblo di Miguel Hernández [1936]
Cantata anche dagli Inti-Illimani (nel volume 2 "La nueva canción chilena"). Il titolo e la strofa Vientos del pueblo me llevan / Vientos del pueblo me arrastran / Me esparcen el corazón/Y me aventan la garganta sono ripresi da Vientos del Pueblo di Miguel Hernández, una poesia dell'ottobre del 1936 poi musicata nell'opera lirica Viento del Pueblo. La romanza divenne una canzone della guerra civile spagnola. Qualcuno poi chiamò così anche Víctor Jara; divenne un suo soprannome. Se ne ricordò in questa canzone.
De nuevo quieren manchar
(continua)

Essi vennero

Essi vennero
[1994]
Testo e musica di Marco Ciari, Stefano Giaccone, Lalli

"Verso la fine degli anni settanta, un gruppo di compagni torinesi accende la scintilla che prende il nome di Franti: …il cattivo del libro "Cuore", quello che rompe i vetri a fiondate e non ascolta il maestro, quello che ride quando il re d'italia muore.
Un manifesto, più che un nome. fanno musica semplice, che sa pensare di testa propria e non cavalca le tendenze di mercato. Per questo, e per il vizio bastardo di non prostituirsi, di essere comunque diversi, si trovano tagliati fuori da tutti i circuiti: quello tradizionale non li vuole perchè gli sputano addosso ridendo tutte le sue contraddizioni, quello alternativo neanche, in fondo per gli stessi motivi.
Solo, per la strada, Franti è cantante e pittore, saltimbanco e scrittore, sognatore e poeta. La poesia di franti è poesia da strada: canta frasi raccolte dai manifesti... (continua)
Tre streghe volando di ritorno dal sabba
(continua)
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Una bandiera di carta

Una bandiera di carta
"Verso la fine degli anni settanta, un gruppo di compagni torinesi accende la scintilla che prende il nome di Franti: …il cattivo del libro "Cuore", quello che rompe i vetri a fiondate e non ascolta il maestro, quello che ride quando il re d'italia muore.
Un manifesto, più che un nome. fanno musica semplice, che sa pensare di testa propria e non cavalca le tendenze di mercato. Per questo, e per il vizio bastardo di non prostituirsi, di essere comunque diversi, si trovano tagliati fuori da tutti i circuiti: quello tradizionale non li vuole perchè gli sputano addosso ridendo tutte le sue contraddizioni, quello alternativo neanche, in fondo per gli stessi motivi.
Solo, per la strada, Franti è cantante e pittore, saltimbanco e scrittore, sognatore e poeta. La poesia di franti è poesia da strada: canta frasi raccolte dai manifesti e dalle scritte sui muri, le parole della gente sull’autobus,... (continua)
Una bandiera di carta porterò alla festa dei pupazzi animati
(continua)
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Washington Bullets

Washington Bullets
[1980]
From the album "Sandinista!"
Dall'album "Sandinista!"



"Washington Bullets" is a song from The Clash's 1980 album Sandinista!. A politically charged song, it is a simplified version of Latin American history from the 1959 Cuban Revolution to the Nicaraguan Sandinistas of the 1980s, with mention of the Bay of Pigs Invasion, the Soviet invasion of Afghanistan, the Dalai Lama, and Victor Jara. A criticism of the foreign policy of the United States, the song is indicative of The Clash's left wing politics. The song's title is a pun on the name of the American capital city's NBA franchise, which later went on to change its name to the Washington Wizards in 1997.

The song is one of The Clash's more experimental, in the reggae style, with a xylophone and lyrics that are almost spoken rather than sung. Though the xylophone is the most prominent instrument, electric guitar riffs are still... (continua)
Oh, Mama, Mama look there
(continua)
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Te recuerdo Amanda

Te recuerdo Amanda
(1968)
pubblicata nell'album Pongo en tus manos abiertas del 1969


Una delle maggiori e più belle canzoni di Víctor Jara, interpretata in Italia anche da Daniele Sepe e Auli Kokko in "Conosci Víctor Jara". Questa versione può essere scaricata legalmente dal sito di Daniele Sepe (anche dal vivo). La hanno interpretata anche Mercedes Sosa (45 giri del 1969 Gracias a la vida / Te recuerdo Amanda) e Robert Wyatt.


«Esta canción se llama "Te recuerdo Amanda" y es una canción que habla del amor de dos obreros, dos obreros de ahora...»

«Es una canción de amor de una muchacha y un obrero. Las condiciones de la lucha de la clase obrera son así... Esta muchacha pierde al hombre, porque éste obrero muere... Entonces, el amor adquiere otras dimensiones, convirtiéndose en drama social.»

(Víctor Jara)

Te recuerdo Amanda, forse la più bella e famosa canzone di Victor Jara è una canzone d'amore tra... (continua)
Te recuerdo Amanda
(continua)




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