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Prima del 2022-11-8

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Palestina

Palestina
LA PALESTINA NON E’ UN PAESE PER RAGAZZI
Gianni Sartori

All’alba del 18 ottobre il sedicenne palestinese Shadi Khoury veniva arrestato e stando - a quanto hanno dichiarato i suoi parenti - anche picchiato da una dozzina di soldati nell’abitazione della sua famiglia a Beit Hanina. Bendato, come d’uso, è stato trasportato in un centro di detenzione per essere interrogato. Senza la presenza di un avvocato o di un parente.

Sua nonna Samia Khoury ha scritto che “Shadi è uno tra i tanti ragazzi palestinesi che vengono arrestati, torturati e imprigionati solo in quanto palestinesi, giovani palestinesi che cercano di vivere con dignità e nella libertà per il loro paese”.

Rinchiuso in un primo tempo nel carcere di Ramleh, successivamente in quello di Damon, nell’ultima udienza in  tribunale la sua detenzione è stata prolungata fino al 14 novembre.

Due anni fa, nel luglio 2020, la medesima sorte... (continua)
Gianni Sartori 7/11/2022 - 18:04
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Lugano Addio

Lugano Addio
L'ho cercata anch'io mentre pensavo a mio padre, scomparso un mese fa... Babbo mio addio, ti ricordo così, il suo sorriso e i suoi capelli fermi come il lago.
Daria 7/11/2022 - 15:12
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The Never Ending Happening

The Never Ending Happening
Merci pour cette belle traduction d'une chanson si émouvante.
7/11/2022 - 12:41
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I disertori

I disertori
Chanson italienne — I disertori — Andrea Sigona — 2022
LES DÉSERTEURS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 7/11/2022 - 11:44
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I Just Want to Stop Putin for Christmas

I Just Want to Stop Putin for Christmas
November 2022

Music - Jay Gonzalez
Lyrics - Grady Thrasher
Bill Oglesby - Sax
Michelle Castleberry - Sax
Joe Ellison - Drums
Dick Daniels - Bass

“It’s sure to be a Christmas hit, an ultimate standard, perhaps—a rallying cry to the world, an anti-war tune that (in my immodest opinion) might be today’s generation’s answer to Bob Dylan’s ‘Blowin’ in the Wind.’ It will definitely be breaking its way up the charts when released.”

Grady Thrasher Writes a New Anti-War Classic
I just want to stop Putin for Christmas,
(continua)
5/11/2022 - 23:43
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Shaktar Donetsk

Shaktar Donetsk
2001
Album: Global a go-go


Quando Joe Strummer dei Clash cantava lo Shakhtar Donetsk
di Damiano Benzoni -da "Il Romanista"

Lo Shakhtar Donetsk non è solo una squadra di calcio. Non lo è ora, da club sfollato dalla regione del Donbass martoriata dal conflitto civile ucraino e bandiera di chi quella guerra l'ha subita sulla sua pelle. Non lo è stato in passato, quando è diventato perfino l'argomento di una canzone.

[...]

Per Joe Strummer, già cantante dei Clash, il nome affascinante è stato quello della squadra ucraina dei minatori, che dà il titolo (seppur storpiato in Shaktar) alla settima traccia del disco Global a Go-Go, inciso con il suo ultimo gruppo, i Mescaleros, nel 2001. Ed è una canzone densa di significato, che racconta la storia della migrazione di un macedone che cerca di raggiungere il Regno Unito sul retro di un camion: «Aveva la sciarpa di lana dello Shakhtar Donetsk,... (continua)
Possible chance, storm, possible chance, gale
(continua)
5/11/2022 - 21:42
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Anti War

Anti War
(2012)
Anti War EP

Una canzone che non si dilunga nel testo, alquanto essenziale ma chiarissima nel suo messaggio.
Who declared the fucking war?
(continua)
5/11/2022 - 21:12
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Black Smoke Rising

Black Smoke Rising
dal primo EP Black Smoke Rising
e poi in "From the Fires" - entrambi del 2017

“Black Smoke Rising” talks about political rebellion, corruption, and war. It depicts the leaders as those in the “tower,” looking down on the people and devising methods to control them. It calls for the people to come together against these forces, as together is the only way the leaders can be defeated.
Genius

There are spiritual and philosophical expressions in our work—the lyrics for the song “Black Smoke Rising” are a reflection on the lessons of history and that man does not always learn from the lessons of history; The wars and tyrants of ages past and the innocent victims of blind hatred ultimately have us begging the question, “What is the meaning behind all this?” The song is a reaction to these themes, and in a more positive light, embodies a unity of humanity, as an example.

—Josh Kiszka, Metal Riot
I didn't know there was a tower
(continua)
5/11/2022 - 20:55
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People Say

People Say
2009
Album: The Satanic Satanist
Save me, I can't be saved
(continua)
5/11/2022 - 20:42
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Questo pazzo mondo

Questo pazzo mondo
(2022)
Album: Documenti Segreti
Testo e musica di Tiberio Mazzocchi
Il sogno è già finito, il potere ai fiori, pace e amore
(continua)
5/11/2022 - 19:01
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Gente di merda

Gente di merda
SHITTY PEOPLE
(continua)
5/11/2022 - 15:26
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Iran

Iran
MA IN IRAN STANNO DANDO I NUMERI, O COSA?
Gianni Sartori

Sia chiaro. Qui nessuno vuole alimentare i pretesti per ulteriori sanzioni (che poi il prezzo lo paga la popolazione, non certo le classi dominanti) o sciagurati interventi militari (tipo le devastanti “guerre del Golfo”) da parte di Washington (o dei suoi alleati Israele, Arabia Saudita etc..) contro il disgraziato Iran. Però, porca troia, sembra quasi che i “turbanti consunti” (gli ayatollah) e i Guardiani della Rivoluzione (la “loro” ovviamente) conosciuti anche come Sepâh-e Pâsdârân (odierni epigoni della Savak dell’era Pahlevi), quasi quasi se le vadano a cercare.

Da questo punto di vista appare comunque strumentale (se non intrisa di “falsa coscienza”) la dichiarazione del 4 novembre con cui i Paesi del G7 (Germania, Canada, USA, Francia, Italia, Giappone, Gran Bretagna con in aggiunta la Ue) riuniti a Münster condannavano... (continua)
Gianni Sartori 5/11/2022 - 14:20
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Sowing the Seeds of Love

Sowing the Seeds of Love
L'estate del 1988 - ma secondo alcuni anche quella del 1989 - fu ricordata nel Regno Unito come The Second Summer of Love, dopo quella del 1967 a San Francisco. Stavolta la musica era decisamente più dance e la scena era dominata dai rave parties. La canzone dei Tears for Fears riprende direttamente All You Need Is Love che era stata uno degli inni della prima estate dell'amore...
SEMINARE I SEMI DELL'AMORE
(continua)
5/11/2022 - 12:39
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War TV

War TV
Album: Erratic Cinematic (2017)
[Intro: Man & Woman]
(continua)
4/11/2022 - 23:32

Tell-el-Zathaar

Tell-el-Zathaar
Il titolo di questa canzone, Tell-el-Zathaar, rimanda direttamente al nome del luogo in cui sorgeva un campo di profughi palestinesi che, il 12 agosto 1976, fu oggetto di un violento attacco di forze militari pesantemente armate che provocarono la morte di almeno 2.000 civili indifesi. Tale episodio, peraltro, non fu a mio avviso un fatto isolato, ma si inserì all’interno di un’offensiva internazionale di più vasto raggio che vide il verificarsi in Europa e in altri Continenti di una serie di sanguinosi attentati che, mentre nei campi palestinesi di Tell-el-Zathaar radeva al suolo interi villaggi uccidendo centinaia di persone assolutamente inermi, in Italia provocò, ad esempio, la morte dell’altrettanto indifeso giudice Vittorio Occorsio, che su tale rete terroristica internazionale stava indagando da tempo.
Tramonto rosso nel cielo della città
(continua)
inviata da Fulvio Frati 4/11/2022 - 21:04

L'uomo che rivide il fuoco

L'uomo che rivide il fuoco
L’UOMO CHE RIVIDE IL FUOCO

Questa canzone racconta una storia vera. E' la storia di un Ingegnere che sino al 9 Agosto 1945 aveva vissuto ad Hiroshima, e che incredibilmente riuscì a sopravvivere all’esplosione dell’ordigno nucleare che quel giorno esplose nel cielo subito al di sopra di tale città. Sotto choc e pesantemente traumatizzato, questo Ingegnere giapponese, il cui vero nome era Enemon Kawaguchi, fuggì dalla città martoriata salendo sul primo treno che partiva dalla locale stazione.
L’ingegnere forse sapeva che quel treno era diretto a Nagasaki, ma certamente non sapeva che quest’altra città era già stata scelta come obiettivo per il secondo ordigno nucleare che doveva esplodere sul territorio giapponese se una solo atomica non fosse bastata ad indurre questa Nazione alla resa. E fu proprio a Nagasaki che Enemon Kawaguchi vide per la seconda volta il “fuoco atomico”: ed anche stavolta,... (continua)
Nella mattina del 6 agosto
(continua)
inviata da Fulvio Frati 4/11/2022 - 20:38
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Καμιά φορά

Καμιά φορά
d’après la version italienne QUALCHE VOLTA — Riccardo Venturi — 2013
d’une chanson grecque Καμιά φορά — Katerina Gogou / Κατερίνα Γώγου — 1981
Texte : Katerina Gogou
(De son recueil Τρία Κλικ Αριστερά, 1978)
Musique : Kyriakos Sfetsas
Autre musique et interprétation : Aris Zarakàs

Au moins, à en juger par une réaction directe que j’ai vue hier soir, cette histoire de Katerina Gogou doit réussir encore à faire sursauter. Hier soir, je me trouvais au CPA de Florence, depuis quelque temps est fréquenté par des étudiants antifascistes grecs engagés dans un travail de contre-information et de sensibilisation (avec l’organisation d’expositions, de conférences, de manifestations) contre Aube dorée ; en parlant à une étudiante, Myrsini, je lui ai parlé de Katerina Gogou et précisément de ce poème. Je l’ai vue se mettre à le réciter presque en hurlant et en tenant mon bras en l’air. Myrsini a 23 ans, donc quand Katerina Gogou a écrit Καμιά φορά (Parfois), elle n’était pas encore née, et quand elle s’est suicidée, elle avait trois ans. [RV]
PARFOIS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 4/11/2022 - 17:21
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Genocide

Genocide
SEMPRE IN TEMA DI COLONIZZAZIONI, QUASI UNA RECENSIONE

Gianni Sartori

Confesso in anticipo. Non ho ancora letto “Landness. Una storia geoanarchica”. Solo una recensione apparsa su “la lettura”.
Quindi questa non è altro che la “recensione di una recensione”. Quando - e se - avrò analizzato anche il testo vero e proprio ne riparleremo. Eventualmente.
Ma mi basta e avanza per qualche osservazione. Intanto sul titolo, forse pretenzioso e fondato, credo, solo sul fatto che tratta di due insigni geografi anarchici, Eliseo Reclus e Petr Kropotkin.
Quest’ultimo arbitrariamente definito “inviso a zar e sovietici” (qui quasi equiparati, ma si può?). Caso mai si dovrebbe parlare di “bolscevichi” in quanto nessuno nella Russia rivoluzionaria era più “sovietico” (nel senso originario di consiliare) degli anarchici. Basta pensare a Kronstadt e alla machnovščina.
Senza dimenticare che Lenin nutriva... (continua)
Gianni Sartori 4/11/2022 - 16:46




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