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Prima del 2022-11-6

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Figlio di un Re

Figlio di un Re
ciao Cesare
quello che hai scritto e cantato è meraviglioso,
Mia Madre ha dormito 10 anni a letto incapace.
Grande Madre. Quasi una Regina.
Purtroppo non potevamo parlarci.
La tua canzone è Splendida,
... Mi piacerebbe incontarti, Ciao Paolo
347[........]
Fai come Vuoi
ciao
Paolo
6/11/2022 - 22:02
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O Gorizia, tu sei maledetta

anonimo
O Gorizia, tu sei maledetta
In diretta dal teatro dell'Affratellamento.
6/11/2022 - 17:53
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Natisemonatituti

Natisemonatituti
NATI,SIAMO NATI TUTTI
(continua)
inviata da Dq82 6/11/2022 - 11:22
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Frip (fiòl de Abramo)

Frip (fiòl de Abramo)
FRIP (figlio di Abramo)
(continua)
inviata da Dq82 6/11/2022 - 11:16
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Gente di merda

Gente di merda
SHITTY PEOPLE
(continua)
5/11/2022 - 15:26
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Iran

Iran
MA IN IRAN STANNO DANDO I NUMERI, O COSA?
Gianni Sartori

Sia chiaro. Qui nessuno vuole alimentare i pretesti per ulteriori sanzioni (che poi il prezzo lo paga la popolazione, non certo le classi dominanti) o sciagurati interventi militari (tipo le devastanti “guerre del Golfo”) da parte di Washington (o dei suoi alleati Israele, Arabia Saudita etc..) contro il disgraziato Iran. Però, porca troia, sembra quasi che i “turbanti consunti” (gli ayatollah) e i Guardiani della Rivoluzione (la “loro” ovviamente) conosciuti anche come Sepâh-e Pâsdârân (odierni epigoni della Savak dell’era Pahlevi), quasi quasi se le vadano a cercare.

Da questo punto di vista appare comunque strumentale (se non intrisa di “falsa coscienza”) la dichiarazione del 4 novembre con cui i Paesi del G7 (Germania, Canada, USA, Francia, Italia, Giappone, Gran Bretagna con in aggiunta la Ue) riuniti a Münster condannavano... (continua)
Gianni Sartori 5/11/2022 - 14:20
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Sowing the Seeds of Love

Sowing the Seeds of Love
L'estate del 1988 - ma secondo alcuni anche quella del 1989 - fu ricordata nel Regno Unito come The Second Summer of Love, dopo quella del 1967 a San Francisco. Stavolta la musica era decisamente più dance e la scena era dominata dai rave parties. La canzone dei Tears for Fears riprende direttamente All You Need Is Love che era stata uno degli inni della prima estate dell'amore...
SEMINARE I SEMI DELL'AMORE
(continua)
5/11/2022 - 12:39

Sabra e Chatila

Sabra e Chatila
Siamo sempre lieti quando sono gli autori stessi a inserire le loro canzoni, e te ne ringraziamo. Non è che hai da inserire anche i video/audio? Grazie ancora
CCG/AWS Staff 5/11/2022 - 12:32
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Coming out

Coming out
COMING OUT
(continua)
inviata da Stanislava 4/11/2022 - 23:07
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Καμιά φορά

Καμιά φορά
d’après la version italienne QUALCHE VOLTA — Riccardo Venturi — 2013
d’une chanson grecque Καμιά φορά — Katerina Gogou / Κατερίνα Γώγου — 1981
Texte : Katerina Gogou
(De son recueil Τρία Κλικ Αριστερά, 1978)
Musique : Kyriakos Sfetsas
Autre musique et interprétation : Aris Zarakàs

Au moins, à en juger par une réaction directe que j’ai vue hier soir, cette histoire de Katerina Gogou doit réussir encore à faire sursauter. Hier soir, je me trouvais au CPA de Florence, depuis quelque temps est fréquenté par des étudiants antifascistes grecs engagés dans un travail de contre-information et de sensibilisation (avec l’organisation d’expositions, de conférences, de manifestations) contre Aube dorée ; en parlant à une étudiante, Myrsini, je lui ai parlé de Katerina Gogou et précisément de ce poème. Je l’ai vue se mettre à le réciter presque en hurlant et en tenant mon bras en l’air. Myrsini a 23 ans, donc quand Katerina Gogou a écrit Καμιά φορά (Parfois), elle n’était pas encore née, et quand elle s’est suicidée, elle avait trois ans. [RV]
PARFOIS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 4/11/2022 - 17:21
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Genocide

Genocide
SEMPRE IN TEMA DI COLONIZZAZIONI, QUASI UNA RECENSIONE

Gianni Sartori

Confesso in anticipo. Non ho ancora letto “Landness. Una storia geoanarchica”. Solo una recensione apparsa su “la lettura”.
Quindi questa non è altro che la “recensione di una recensione”. Quando - e se - avrò analizzato anche il testo vero e proprio ne riparleremo. Eventualmente.
Ma mi basta e avanza per qualche osservazione. Intanto sul titolo, forse pretenzioso e fondato, credo, solo sul fatto che tratta di due insigni geografi anarchici, Eliseo Reclus e Petr Kropotkin.
Quest’ultimo arbitrariamente definito “inviso a zar e sovietici” (qui quasi equiparati, ma si può?). Caso mai si dovrebbe parlare di “bolscevichi” in quanto nessuno nella Russia rivoluzionaria era più “sovietico” (nel senso originario di consiliare) degli anarchici. Basta pensare a Kronstadt e alla machnovščina.
Senza dimenticare che Lenin nutriva... (continua)
Gianni Sartori 4/11/2022 - 16:46




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