LA REPRESSIONE DEL REGIME IRANIANO COLPISCE FORSE SELETTIVAMENTE?
IN OGNI CASO LE VITTIME SEMBRANO ESSERE SOPRATTUTTO CURDI E BELUCI
Gianni Sartori
Oggi, 18 novembre 2022, le milizie del regime al potere a Teheran hanno fucilato Mohammad Ahmadigagash (43 anni) durante una manifestazione a Mahabad.
Solo un morto, uno, in più che come il grano di un macabro rosario va ad allungare la lista.
Negli ultimi due giorni le milizie governative avevano attaccato le manifestazioni anti-regime soprattutto nelle città località curde uccidendo almeno 11 persone tra Sanandaj (Sînê), Bukan, Sarvabad e Kamiyaran. Dieci con un colpo diretto (quattro alla testa, le altre al petto o al ventre), mentre la persona morta a Bukan sarebbe stata ammazzata a coltellate. Decine i feriti, alcuni in gravi condizioni.
Calcolando invece tutti gli ultimi tre giorni, le persone ammazzate nel Rojhilat (il Kurdistan sotto... (continua)
La moglie di Dionysis Savvopoulos, con cui è sposato da 55 anni, si chiama Aspasia Arapidou, detta Aspa. E' un nome che ritorna non solo in questa, ma anche in diverse altre canzoni di Savvopoulos che, ora, ha quasi ottant'anni. Si erano conosciuti, Aspa e Dionysis, nei primi anni '60, grazie ad un'altra grande artista, Dimitra Galani; come ha avuto modo di dire Savvopoulos, la Galani gli ha fatto “il dono più bello della sua vita”. Un dono che perdura.
Dionysis Savvopoulos è nato nel 1944 a Salonicco. Nel confuso e complicato 1963, lascia gli studi di giurisprudenza all'Università Aristotele nella sua città natale, che è anche la città dove vive e viene assassinato Grigoris Lambrakis, ed ha una lite furibonda col padre che praticamente lo caccia di casa. Dionysis ha due passioni: le canzoni e la politica. E la politica si riverbera nelle sue canzoni. Si fa... (continua)
Carissimo Riccardo, έκδοση in greco significa “edizione” (di un libro, di un giornale ecc.); il plurale εκδόσεις vale proprio “casa editrice, edizioni” (tipo Εκδόσεις Αθήνα). Per “versione” si usa solo nel caso dell'inglese “release”: versione di un software, di un videogioco e roba del genere. Per curiosità: έκδοση significa anche “estradizione”, nel linguaggio giuridico. Non esiste in greco la “versione” nel senso di “traduzione” (d'arte o meno): si usa solo μετάφραση, e μεταφράζω come verbo (che, del resto, vuole dire di per sé “riscrivere”, “fraseggiare seguendo un altro testo”). La tournure che uso io di solito (“μετέφρασε στα ιταλικά” ecc.) è abbastanza e volutamente “solenne” (si potrebbe dire anche “μετάφρασε” senza aumento interno), ma si può usare solo se si conosce l'autore della traduzione/versione, perché è una forma personale all'aoristo: “tradusse in italiano”.... (continua)
Αγαπητέ Ρίκαρντάκη,
grazie dell’intervento. Sei più greco di un greco dell’Attica. Padroneggi le sfumature più recondite, ben oltre i dizionari dei comuni mortali. Per non citare la caterva di altre lingue e dialetti di cui hai “conoscenza”: si rimane stupefatti. Noi tapini mortali tutt’al più del 4G ci arrovelliamo a chiederci come codesto sia possibile, l’Oracolo asserisce che una risposta esauriente e intellegibile non c’é. Non ci rimane che accogliere il brocardo dei cultori del metafisico o dei variamente rassegnati: “U sapi a Madonna”.
Sorge spontaneo il desiderio di sottoporti delle canzoni greche, di autori a te graditi, di cui non c’è un briciolo di traduzione da nessuna parte, compatibilmente con le tue altre attività morfosintattiche ad ampio spettro. Σύντομα σε αυτήν την οθόνη ( così dice l’automatico ma non escludo il riscontro di qualche minchiata)
Col greco (moderno), è vero, ci ho una consuetudine che risale agli anni del ginnasio. Mi faceva prendere sfuriate dalla professoressa di greco e latino, che aveva paura che trascurassi il "greco vero" (quello classico, ovviamente), mentre considerava il greco moderno una specie di linguaggio corrotto e barbarico. E io imparavo il greco moderno sulla grammatica del Pontani di nascosto, come una specie di ladro, e ancora con tutti gli spiriti e gli accenti (si era ben prima della riforma "monotonica" del 1982). Scusami per questi ricordi...
"U sapi a Madonna"; ma, forse, quel che ci ho nella mia testa matta non lo sa manco lei (e nemmeno io, ovviamente). Io volevo fare l'elettricista da ragazzino, ero appassionato di circuiti, lucine, interruttori, lampadine e relé...su un grosso pannello di masonite, quando avevo 10 anni, fabbricai tutta una serie di circuiti con le... (continua)
“Ohh Ahh Up the ‘Ra” (Celtic Symphony) seconda in classifica
Gianni Sartori
Qualcuno ha già parlato di “effetto Streysand”.
A volte capita di ottenere esattamente l’effetto contrario di quanto ci si proponeva.
Per esempio voler cancellare, reprimere un evento, ma in realtà favorirne la diffusione.
Un esempio da manuale quanto sta accadendo con la “Celtic Symphony” nella versione del gruppo irlandese “The Wolfe Tones”. Incriminata per il ritornello “Ohh Ahh Up the ‘Ra” inteso come un omaggio all’IRA (Irish Republican Army).
I fatti risalgono a circa due mesi fa quando la squadra femminile della Repubblica d’Irlanda aveva intonato l’inno per festeggiare la vittoria sulla Scozia (1 a 0) alla Coppa del Mondo. Registrando il tutto in un video destinato a suscitare scandalo e indignazione in Gran Bretagna.
A quanto sembra si sta ancora indagando in merito, ma nel frattempo la canzone ha... (continua)
Марш Сибирских стрелков [1915]
Marcia dei fucilieri siberiani / March of Siberian Riflemen
Юрий Чернявский / Jurij Černjavskij
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Владимир Алексеевич Гиляровский / Vladimir Alekseevič Giljarovskij
La Marcia dei fucilieri siberiani (Марш Сибирских стрелков [Marš Sibirskix strełkov]) è la prima forma del canto, sia musicalmente che dal punto di vista testuale. E' un canto originariamente destinato all'Armata Imperiale russa: i versi furono scritti dal poeta e scrittore Vladimir Alekseevič Giljarovskij (1855-1935) per le reclute dei Cosacchi del Bajkal che stavano per andare in guerra. Sulla melodia composta dal pressoché misterioso Jurij Černjavskij si rimanda all'introduzione generale: il compositore è comunque così indicato nella prima fonte a stampa del canto, che fu pubblicato in un'edizione annuale di un canzoniere militare compilato fin dal 1913 da da... (continua)
Из тайги, тайги дремучей, [1] [2] (continua)
inviata da Riccardo Venturi 16/11/2022 - 21:02
Partizan sam, tim se dičim [>1943]
Versione partigiana serbocroata raccolta da Basil Davidson
Serbo-Croatian partisan version collected by Basil Davidson
Version partisane serbo-croate recueillie par Basil Davidson
Serbo-kroatinkielinen partisaaniversio, jonka Basil Davidson keräsi
Basil Davidson (1914-2010) è stato un importante giornalista e storico britannico, esperto di storia, cultura e politica africana (su cui ha scritto oltre trenta libri). Durante la II guerra mondiale era stato reclutato dal SIS (Secret Intelligence Service) britannico e dal MI6 per missioni nei Balcani (nel 1939 a Budapest, poi, a partire dall'aprile 1941 con l'occupazione tedesca, a Belgrado in Jugoslavia). Catturato dagli italiani, fu liberato con uno scambio di prigionieri. Dal 1942 alla metà del 1943 fu a capo dello Special Operations Executive (SOE), sezione Jugoslava, con base al Cairo in Egitto; il 16... (continua)
Dans le froid et la famine / Les Partisans blancs
La versione “Bianca” francese
French “White” version
Version française “Blanche”
Ranskankielinen “Valkoinen” versio
La versione “Bianca” francese è sicuramente contemporanea a Les Partisans, la versione “Rossa”. A giudicare dai testi, le due versioni quasi “si danno la caccia” a vicenda: una riproduzione in francese della Guerra Civile russa. Impossibile dire quale delle due versioni sia nata per prima. Come per la versione “Rossa”, l'autore dei versi è sconosciuto; siamo, per entrambe le versioni, nei primissimi anni '20 del XX secolo. Il canto è ancora conosciuto negli ambienti della destra cattolica tradizionalista francese: qui se ne ascoltano due versione, la prima "scout" e la seconda "parà". [RV]
IN OGNI CASO LE VITTIME SEMBRANO ESSERE SOPRATTUTTO CURDI E BELUCI
Gianni Sartori
Oggi, 18 novembre 2022, le milizie del regime al potere a Teheran hanno fucilato Mohammad Ahmadigagash (43 anni) durante una manifestazione a Mahabad.
Solo un morto, uno, in più che come il grano di un macabro rosario va ad allungare la lista.
Negli ultimi due giorni le milizie governative avevano attaccato le manifestazioni anti-regime soprattutto nelle città località curde uccidendo almeno 11 persone tra Sanandaj (Sînê), Bukan, Sarvabad e Kamiyaran. Dieci con un colpo diretto (quattro alla testa, le altre al petto o al ventre), mentre la persona morta a Bukan sarebbe stata ammazzata a coltellate. Decine i feriti, alcuni in gravi condizioni.
Calcolando invece tutti gli ultimi tre giorni, le persone ammazzate nel Rojhilat (il Kurdistan sotto... (continua)