SQUADRE DELLA MORTE TURCHE E VECCHIE INFAMIE IRANIANE
(Gianni Sartori)
Una volta c’era il GAL, ma prima ancora il BVE, la tripla A (con un evidente richiamo a quella argentina), l’ATE (un acronimo al contrario di Euskadi Ta Askatasuna...).
Gli squadroni della morte spagnoli, costituiti da elementi della mala marsigliese, neofascisti italici e portoghesi e integrati da agenti fuori servizio, operarono soprattutto negli anni della transizione - pilotata - alla democrazia. Colpendo i rifugiati baschi in Ipar Euskal Herria (la parte nord del Paese Basco, in territorio francese). Le speranze sbocciate con la morte del caudillo (20 novembre 1975) vennero stroncate sul nascere. In questo senso il 1976 per i baschi fu un anno decisivo: rapimento e scomparsa di Pertur (a cui secondo alcuni storici potrebbe aver preso parte Concutelli), l’assalto squadrista a Jurramendi (dove vennero fotografati,... (continua)
d’après la version anglaise
de la
Chanson polonaise – Piosenka dla córki – Maciej Pietrzyk – 1980
« Piosenka dla córki » est une chanson écrite par Krzysztof Kasprzyk sur une musique de Maciej Pietrzyk pendant la grève du chantier naval de Gdansk en août 1980. C’était l’hymne non officiel du mouvement Solidarité naissant. M. Pietrzyk l’a interprété contre les objections de la censure officielle de l’État lors du Festival national de la chanson polonaise à Opole en 1981. Il l’a également chantée dans le film d’Andrzej Wajda « L’homme de fer ».
Da allora, era il 1955, quasi tutto è cambiato in Sicilia. Tranne l’archetipo, il suo essere metafora. Sono cambiati i tempi, i modi, le mode, i rapporti sociali, i comportamenti ; l’archetipo rimane, immarcescibile.
La Sicilia offre la rappresentazione di tanti problemi, di tante contraddizioni, non solo italiani ma anche europei, al punto da poter costituire la metafora del mondo odierno. [Leonardo Sciascia, La Sicilia come metafora]
La memoria è la nostra cultura. È l’ordinata raccolta dei nostri pensieri. Non solamente dei nostri propri pensieri: è anche l’ordinata raccolta dei pensieri degli altri uomini, di tutti gli uomini che ci hanno preceduto. E perché la memoria è l’ordinata raccolta dei pensieri nostri e altrui, essa è la nostra religione (‘religio’). Nacque la Memoria nell’istante medesimo che l’esiliato Adamo varcava la soglia del Paradiso terrestre... Disperata era in... (continua)
Riccardo Gullotta 26/7/2021 - 20:00
Testo italiano / Text italien / Italian text / Italiankielinen teksti
Merci de ces deux traductions en italien et en sicilien, qui ramènent au pays ces morts que j’avais empruntés à Carlo Levi pour écrire cette chanson, une de ces chansons que j’avais appelées « Chansons lévianes ».
Pour la Sicile – toujours tirée de « Le parole sono pietre », j’avais aussi écrit : « Salvamort », à la mémoire de Salvatore Carnevale et à celle de Danilo Dolci : « Danine ! Danine ! » et du procès qu’on lui fit, où on croise Carlo Levi, mais aussi Piero Calamandrei.
D’autre part, il est toujours étonnant et réjouissant de voir traduit un texte qu’on a écrit. On s’aperçoit alors que « je est (aussi) un autre » ; on se voit différemment.
NON SI PLACA LA VIOLENZA IN ROJAVA:
ATTACCO DELLE HRE CONTRO UN BLINDATO TURCO PER VENìDICARE LA DISTRUZIONE DI SEHID VESTA
(Gianni Sartori)
Ovviamente non ci auguriamo la morte di nessuno. Tantomeno di poveri cristi in divisa – non sappiamo se volontari o di leva – che magari della questione curda ne capivano poco o nulla. Soltanto le bugie della propaganda di Stato. Poveri cristi che – è scontato – adesso verranno pianti dalle loro famiglie.
Quindi nessun commento tipo “chi semina vento raccoglie tempesta”. Anche perché coloro che han versato odio, razzismo e intolleranza nei confronti dei curdi sono gli attuali detentori del potere di Ankara. Non la “mano d’opera”, la manovalanza utilizzata.
Certo. E’ pacifico che questo episodio contribuirà ad alimentare ulteriormente la spirale dell’odio mettendo in sordina la possibilità di una dignitosa soluzione politica del conflitto.
Stando... (continua)
SQUADRE DELLA MORTE TURCHE E VECCHIE INFAMIE IRANIANE
(Gianni Sartori)
Una volta c’era il GAL, ma prima ancora il BVE, la tripla A (con un evidente richiamo a quella argentina), l’ATE (un acronimo al contrario di Euskadi Ta Askatasuna...).
Gli squadroni della morte spagnoli, costituiti da elementi della mala marsigliese, neofascisti italici e portoghesi e integrati da agenti fuori servizio, operarono soprattutto negli anni della transizione - pilotata - alla democrazia. Colpendo i rifugiati baschi in Ipar Euskal Herria (la parte nord del Paese Basco, in territorio francese). Le speranze sbocciate con la morte del caudillo (20 novembre 1975) vennero stroncate sul nascere. In questo senso il 1976 per i baschi fu un anno decisivo: rapimento e scomparsa di Pertur (a cui secondo alcuni storici potrebbe aver preso parte Concutelli), l’assalto squadrista a Jurramendi (dove vennero fotografati,... (continua)