Carissimo, mi sa che ho cancellato per errore il tuo msg in approvazione contenente, peraltro, anche l'mp3. Per cortesia potresti rimandarlo? Mi scuso per l'inconveniente... (così sembro un annuncio su un treno, lo so...)
Vorrei semplicemente ricordare che la Polonia durante la II ww fu un posto di sterminio per tanti rom, ebrei, russi e... polacchi, per semplice fatto di logistica.
Qua, negli anni quaranta del secolo scorso, c'erano ovviamente tanti rom, ebrei, ucraini e russi. C'erano anche i polacchi. Fu la Polonia...
Ecco, tanto per ricordare come sono andate le cose...
Album: Kalyi Jag / Fekete Tűz / Fuoco Nero / Black Fire / Feu Noir / Musta tuli
[1987]
Tracks:
A1 Szo Rodesz Tu, Phrála / What Are You Looking For, Brother (Slow Song From Szatmár)
A2 Keren, Savorále, Drom / Make Way, Children (Rolled Song From Szatmár)
A3 Sukar Szasz Amari Bóri / Our Daughter-in-law Was Fair (Slow Rolled Song From Szatmár)
A4 T'al O Del Bahhtalo (May God Be Lucky (Slow Song From Szekszárd)
A5 A) Sudetut, Sej; B) Nyevo Vurdon Keradém / A) Follow Me, Girl; B) I've Had A New Cart Made (Rolled Songs From Szekszárd)
A6 Szájbőgő-Improvizáció / Oral Bass Improvisation
A7 Zsi Tehára Cirdel Banda / The Band Played Till The Morning (Rolled Song From Szabolcs)
A8 Szosztar Manga Kadala Love / What Do I Need That Much Money For (Transdanubian Slow Song)
A9 Rumeláj (Roumanian Gypsy Dance From The Balkans)
B1 Starvarestajdúj Ratya / For Forty-two Nights (Dance... (continua)
Nota. La traduzione si basa su quella di Sen o pokoju, la versione modificata da Aleksandr Kulisiewicz nel campo di Sachsenhausen. Sono state ovviamente tradotte ex novo le parti differenti
"Maledizione della Madre" è il titolo di una ballata piemontese raccolta anche da Costantino Nigra al numero 23 del suo libro “I canti popolari del Piemonte”. Il tema non è poi così insolito nella tradizione popolare europea e lo abbiamo già trovato in Scozia come The Mother's Malison, o, Clyde's Water.
La ballata "Maledizione della Madre" è conosciuta anche con i titoli "La bella del re di Francia", "a Turin a la Rosa Bianca.." (o Osteria la Rosa Bianca) e Mamma mia dammi cento lire quale adattamento successivo della ballata al tema dell'emigrazione.
La ballata "Maledizione della Madre" ai tempi del Nigra si trova per lo più in Alta Italia principalmente in Piemonte. Il Nigra scrive nelle sue note di commento: Il tema della maledizione materna che si compie è trattato nella poesia Germanica e nella Slava, ma senza speciale analogia colla canzone Italiana".
La ballata è stata anche registrata... (continua)
Cattia Salto 7/8/2020 - 00:39
Si segnalano tra le registrazioni nel Folk revival
La Macina registra la ballata “Maledizione della Madre” ambientando la storia nel centro italia. In Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto, Volume 2 uscito nel 2006 con Gastone Pietrucci che canta alla Vasco.
Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar
Sandra Mantovani accompagnata alla chitarra da Fausto Amodei. Registrata da Roberto Leydi a Milano nel 1962 dalla bobina Canti sociali e d’emigrazione.
Le «cento lire» sono quelle che nel 1870 servono per comprare il biglietto del piroscafo da Genova a Buenos Aires.
D’après la version italienne de Riccardo Venturi – TANGO DEL BECCAMORTI
d’une chanson polonaise – Tango truponoszów – Aleksander Kulisiewicz – Sachsenhausen, 1943
Paroles : Aleksander Kulisiewicz
Musique : Wiktor Krupiński (“Po kieliszku”, Tadeusz Faliszewski, 1932)
La guitare d'Alex Kulisiewicz à Sachsenhausen
« Ce disque compact se centre exclusivement sur le répertoire de « chansons de Sachsenhausen » de Kulisiewicz . Ces enregistrements, conservés sur des bandes magnétiques par Kulisiewicz après la guerre, sont de qualité variable, reflétant les conditions dans lesquelles ils ont été produits, des enregistrements à domicile aux productions en studio ou en salle de concert. Les sélections sont classées par ordre chronologique et visent à fournir à la fois un échantillon représentatif de la production artistique de Kulisiewicz et un aperçu de ses réactions personnelles aux réalités... (continua)
Con qualche anno di ritardo raccolgo il suggerimento di Riccardo Venturi.
Per integrare quanto scritto ho contribuito con l'analisi delle versioni di Sir Aldingar che il Folk Revival ha prodotto negli ultimi decenni.
La prima registrazione -che ha rintracciato anche il Venturi- risale al 1985 ad opera di un gruppo bretone, i Kornog. Il brano esce dal cilindro di Jamie McMenemy già membro fondatore della Battlefield Band che aveva lasciato la Scozia per trasferirsi in Bretagna. La versione è basata sostanzialmente sulla ballata scozzese 'Sir Hugh le Blond,' che tralascia le parti fantasy e soprannaturali. Su di questa innestano un testo (“Reliques of Ancient English Poetry” pag 200-206) che non appartiene all'originale trovato dal Percy bensì è stato riscritto di suo pugno, aggiungendo emendamenti e strofe supplementari. E' in questo testo riveduto dal Percy che è descritto più diffusamente, rispetto alle altre fonti, il duello tra i due campioni.
Cattia Salto 4/8/2020 - 22:04
Siccome sono un paio di giorni (e più) che sto scrivendo sulla ballata di Sir Aldingar -e nel contempo sono convinta che la cosa interessi me, il Venturi e pochi altri medievalisti- non ho più la forza di aggiungere in calce i testi delle tre registrazioni ad oggi esistenti. la prima dei Kornog e le altre due risalenti al 2008 di Chris Foster e di Brian Peters.
Per ogni testo ho aggiunto la traduzione italiana e alcune note. Qui riassumo brevemente
La versione scozzese con un pizzico di Mistery
Chris Foster in Outsiders 2008 riporta invece quasi totalmente il testo scozzese raccolto da Sir Walter Scott (Child #59 B), ma vi innesta dal Percy il sogno premonitore della Regina e il misterioso/magico campione. La melodia è stata composta appositamente.
Il pot-pourri
La versione di Peters prende un po' da tutte le fonti disponibili, compreso anche un verso dalla ballata danese, Ravengaard... (continua)
@ Riccardo Venturi
Grazie per il pensiero, la lettura del tuo scritto mi ha aiutato molto. Ho aggiunto il rimando a questa tua pagina nel post di Terre Celtiche e stralciato la tua conclusione come chiusura. Aspetto fiduciosa un tuo commento.
Ps c'è voluto il corona e un'estate di dolce far niente per farmi rimettere mano alle ballate del child.
Per prima cosa ho incollato il tuo elenco su una pagina dedicata -e mi sono accorta di aver "sistemato" quasi tutto il primo volume..
I Kornog come già scritto uniscono Sir Aldingar e Sir Hugh Le Blond + alcune strofe di Jamie: il lebbroso è comune ad entrambe le ballate ma il bambino-eroe esiste solo nella prima e ha un equivalente anche altrove, in Bretagna, per esempio, lo troviamo in "The Breton Mystery of Sainte Tryphine". La musica utilizzata dai Kornog proviene dalla ballata scozzese "Johnnie Sangster".
Io sono un fautore degli anni di ritardo. Permettono di far sedimentare le cose, che se ne stanno lì in attesa della giusta temperie. Dev'essere, credo, uno dei (non molti) doni dell'età che avanza: non curarsi più del tempo; tant'è vero che, se si parla di ritardi, qua dentro -e non solo- non temo rivali. Quindi ben vengano anche i tuoi, Cattia. Vengano benissimo, e speriamo di poter essere sanamente in grosso ritardo anche all'appuntamento definitivo, facendoci beffe di falci, clessidre ed altri ammennicoli.
Quel che avevo scritto a suo tempo sull'Aldingar, come avrai potuto vedere, è in origine piuttosto conciso come, del resto, tutte le piccole introduzioni che avevo via via fatto alle varie traduzioni nel decennio degli anni '80. Come devo aver già detto diverse volte, i mezzi a disposizione erano scarsi e in parecchi casi mi rendo conto di aver fatto semplicemente il... (continua)
@Riccardo Venturi
ho accuratamente evitato di risponderti ieri notte proprio per non infilarmi a mia volta in un tunnel di riflessioni sui percorsi della vita. Mi hai, come spesso accade, leggendoti un po' qua e un po' nel web, commossa.
Ora io sono un animale notturno e al mattino ho il cervello un po' scollegato, quindi non mi dilungherò. Nemmeno nei complimenti verso il tuo lavoro. Ogni studioso coglie il piacere nello studiare le cose -di qualunque materia si tratti- e quando si ha questa "inclinazione" c'è poco da fare.
Quando una decina d'anni dopo iniziai a leggere, per caso, il tuo lavoro sulle ballad si piantò un seme da qualche parte dentro di me. Ci ha messo un po' a germogliare e credo che, se non ci fosse stata la rete con tutto il suo materiale a portata di click, sarei ancora lì su libri polverosi a consumare tempo e occhi.
La tua citazione del motto del buon Baldi non... (continua)
siccome fino a ieri ero tradizionalmente solo un comune "bretonante" dagli occhi volti al di fuori e al di sopra del reale, veneto del litorale meridionale, tra l'Odet e la Loira, abitante di Darioritium (Vannes o Locmariaquer)
considerato che la mia qui testé avvenuta ammissione alla risrettissima cerchia dei gloriosi "4 GATTI DA MEDIOEVO E DINTORNI" mi ha conseguentemente dichiarato seduta stante "5° GATTO"
trattandosi, la presente nomina, di un procedimento speciale "per decreto", saltando quindi a piè pari sia un'udienza preliminare che un dibattimento, come d'altrimenti normale procedura avrebbe imposto per legge
senza dimenticare altresì che l'autonominatosi Giudice Sir Riccardo, bontà Sua, con tale procedura ha tolto automaticamente ad ogni eventuale pubblico ministero la possibilità di opporsi a tale decreto avendo egli in totale autonomia valutato la sussistenza... (continua)
@Riccardo Venturi
Ho evitato di risponderti ieri sera proprio per non infilarmi in un tunnel di riflessioni della serie “viale del tramonto” -anch’io come te sono sulla discesa.
Al mattino il mio cervello è più sconnesso e quini non mi dilungherò.
Ohibò sono talmente scoordinata che il primo messaggio che ti ho scritto non è stato salvato -o si è perso nei meandri del web!
Così giocoforza lo devo riassumere – e caso mai rispuntasse, cancella questa sua brutta copia.
Scrivevo nel primo messaggio che la maledizione dello studioso è un insano piacere che si ricava nell’andare in profondità di una materia -non ha importanza quale. Puoi frenare quest’impulso o incanalarlo in una professione, lui resterà sempre lì come un tarlo.
Quando una decina di anni più tardi ho incominciato a leggere il tuo lavoro sulle ballate del Child (credo di aver aggiunto una frase di complimenti e di ringraziamenti)... (continua)
Come si suol dire, io sono qui. Sono qui a darti ragione soprattutto sui tarli; si vede , un po' per rispondermi alla domanda che mi ero posto, che devo aver trovato un legno che mi garbava parecchio e che, in fondo, corrisponde bene alla mia natura sempre stata inattuale; e non lo dico né con autocompiacimento, né con orgoglio. E' semplicemente una constatazione.
Ciò detto, una volta (ri)attivato, il tarlo continua piano piano, ma incessantemente, a rodere. E così mi sono messo a tradurre la ballata danese che tanti punti di contatto ha coll'Aldingar, Ravengaard og Memering. Ci metterò qualche giorno: tramandata in forma scritta solo dal Grundtvig (e chi altri...?), è redatta in un danese arcaico veramente terrificante. Di solito, quando ho a che fare con certe lingue, la prima traduzione me la faccio all'istante, "alla voilé" come si dice dalle mie parti; in questo caso,... (continua)
Scusate, ho conosciuto questa canzone dopo la morte di Ivan, grazie a una delle tante raccolte postume.
Il testo mi ha sempre incuriosito ed inquietato, perché a parte i chiari riferimenti storici (le aggressioni nazifasciste di Spagna e Russia) il personaggio narrante non pare prendere le distanze da quei fatti, se non nel finale, quando spezza il fucile e ricomincia a respirare.
Prendiamo ad esempio i versi:
Sette anni militare
per la patria vilipesa
ed io lì ho presi sì di sputi
e non ero peggio degli altri degli altri
Io qui ci leggo un certo orgoglio revanscista, non certo una critica e una presa di distanza dai fatti a cui ha partecipato.
E messa insieme a questa, come non pensare che l'immagine dei "lupi con gli occhi rossi da assassini vomitati dalla montagna" possa riferirsi ai partigiani vittoriosi dell'aprile '45?
Ma poi ci sono le strofe dolenti in cui il protagonista... (continua)
La canzone è bellissima, tragica e bella. La vicenda è brutta, ma vorrei fare una domanda: non sono stati forse i feudatari (perché di feudi si trattava) a mandare al massacro i contadini di Bronte per difendere le loro rendite terriere? Se quei contadini avessero avuto contezza della loro condizione, i forconi li avrebbero rivolti, da secoli, contro chi l'opprimeva ogni giorno, non agli stranieri del domani.
posso testimoniare direttamente, avendo convissuto a Roma con la mia bisnonna Adele Minelli che era nata a Torino nel 1850, figlia di due profughi della Repubblica Romana che nel 1849 si erano rifugiati a Torino per sfuggire alla vendetta"pretina".
La bisnonna visse a Torino fino al 1868, durante le guerre di indipendenza, e poi a Roma dove morì al 1939, quando io avevo 11 anni; me la ricordo quando cantava con brio questa canzone, accompagnandosi al piano.
Confermo la versione di Melissa 99, precisando soltanto nella terza strofa "quei che ti consola" e non "quel che ti consola".
Alberto Musmeci 5/8/2020 - 13:05
confermo la versione di Malissa 99 con l'ulteriore precisazione che nella seconda strofa dovrebbe essere "il fucile l'ho con me" e non "il fucile con me". Si tratta infatti di settenari e un senario accentato a fine di ogni strofa
"L'an 2005" - La version française (de Boris Bergman) interprétée par Dalida et Richard Anthony [1969] "L'an 2005" - La versione francese (di Boris Bergman) interpretata da Dalida e Richard Anthony [1969] "L'an 2005" - The French version (by Boris Bergman) performed by Dalida and Richard Anthony [1969]
L'année 2005 de notre ère (continua)
inviata da Riccardo Venturi 4/8/2020 - 19:52
"Vuonna 2525" - The Finnish version (by Jussi Kylätasku) performed by Robin [Esa Kari Simonen] ja Robbarit (1969) "Vuonna 2525" - Robin [Esa Kari Simonen, 1969]. Suomennos: Jussy Kylätasku "Vuonna 2525" - Versione finlandese (di Jussi Kylätasku) interpretata da Robin [Esa Kari Simonen, 1969] "Vuonna 2525" - Version finnoise (de Jussi Kylätasku) interprétée par Robin [Esa Kari Simonen, 1969]
"Anno 2202" - Svensk version (av Lars Forssell) sjungen av Lenne Broberg (1969) "Anno 2202 - La versione svedese (di Lars Forssell) originariamente interpretata da Lenne Broberg (1969) "Anno 2202" - The Swedish version (by Lars Forssell) originally performed by Lenne Broberg (1969) "Anno 2202" - La version suédoise interprétée originellement par Lenne Broberg (1969)
Performed by Magnus Carlsson
Interpretata da Magnus Carlsson
Interprétée par Magnus Carlsson
Il testo della versione non è disponibile in Rete. Verrà trascritto non appena possibile.
The Swedish lyrics of this version are unavailable and will be transcribed by direct listening as soon as possible.
Carissimo, mi sa che ho cancellato per errore il tuo msg in approvazione contenente, peraltro, anche l'mp3. Per cortesia potresti rimandarlo? Mi scuso per l'inconveniente... (così sembro un annuncio su un treno, lo so...)