I have always been a fan of Black 47, but I honestly do not think any songs from the album IRAQ belong on your site because THOSE ARE NOT ANTI-WAR SONGS AT ALL. They are smarmy, pandering love-letters to the American aggressors and invaders of Iraq, expressing zero sympathy for, or even a basic understanding of, the culture destroyed in that genocide--And YES, it was a GENOCIDE against Iraq. This entire album is a nauseating glorification of the invaders as "victims", IT IS DISGUSTING THAT YOU WOULD FEATURE IT ON YOUR SITE AT ALL. It is disgusting that Kirwan, having witnessed the occupation of his own homeland of Ireland, was incapable of showing any empathy or understanding toward the Iraqi victims of American occupation in his songwriting.

Kirwan has ONE true anti-war song, I'M NOT MARCHIN' ANYMORE, and even that barely qualifies because it is still written with full sympathy for the... (continua)

Conosco il testo di Calogero Messina (che fu mio prof. di latino e greco al liceo). Qui un estratto del suo libro da cui si può evincere che i versi cantati dalla Balistrieri, dalla Scollo etc., attribuiti qui e là ad anonimo, appartengono a tale Giuseppe Albano, contadino analfabeta, ma appassionato seguace del compianto don Lorenzo.

l'intro présente de grosses similitudes avec le titre des Flaming Lips "The Yeah Yeah Yeah song"

je dis ça, je dis rien...

ma se è una cover non bisognerebbe inserire il testo originale?

Non è corretta l'attribuzione del testo a “Somorrostro, pseudonimo di un minatore basco" ma l'equivoco ha le sue origini che cerco di chiarire.

Imanol nel disco citato (Herriak ez du barkatuko)la attribuisce interamente a se stesso sia sul vinile che nel retro della copertina, mentre nella parte interna del cartonato contenente i testi, attribuisce le parole a "un operaio di Somorrostro".

Il "Somorrostro" era quella striscia scomposta di case ammassate tra il mare e le fabbriche di Barcellona che si estendeva per una decina di ettari circa. Una specie di ghetto, un barrio di baracche che in seguito è stato riabilitato, un quartiere che si è deliberatamente tentato di cancellare dalle mappe e dalla memoria della cittá, come se non fosse mai esistito. La prima testimonianza, a mio sapere, della sua esistenza si trova all'interno del "Diari de Barcelona" del 23 Agosto 1882. Il barrio raggiungeva... (continua)