Dopo un paio di settimane immersa nella ballata e nel Sir Orfeo -un'immersione benefica che mi ha portato fuori dal presente- ho suddiviso la materia in 5 parti e completato (per il momento almeno) l'analisi e i confronti. Non posso che augurare una buona lettura (e un buon ascolto) a R.V. pronta ad accogliere ogni sua osservazione.
Ho anche espresso in un italiano più fluido le prime bozze. [Quando mi rileggo a volte mi chiedo: ma che cosa volevi dire?]
Purtroppo non ho approfondito il tema sul versante scandinavo limitata dall'incomprensione della lingua e dalla scarsità delle traduzioni.
Sto leggendo, Cattia...ma per il versante scandinavo ti posso dare una manetta. Magari mi metto a tradurre una versione di Harpens kraft, pensi ti potrebbe essere utile...? Fammi sapere a giro di commento!
Ne sarei ben contenta Riccardo, la mia conoscenza del folklore scandinavo e di quello norreno in particolare (per non parlare dell'Islanda) è ben più limitata rispetto al celtico, confesso che è stata la serie televisiva I Vichinghi a spingermi a cercare testi e canti di quella cultura "Lochlanach", quei suoni incomprensibili, aspri che richiamano il canto dello sciamano e hanno il sapore del ghiaccio e del vento.
Dovrei ricominciare un'altra vita per conoscerli meglio.
Io invece, a rigore e propriamente dicendo, sono proprio uno scandinavista e puoi immaginare quanto piacere mi faccia darti una mano sul côté scandinavo per la pagina sul King Orfeo. Ti confesso che ho già iniziato a tradurre la versione classica danese di Harpens Kraft, che poi è quella che il Grundtvig comunicò direttamente al Child. Tra le altre cose fu pubblicata nel volume, curato dal Grundtvig, intitolato Danmarks Folkeviser i Udvalg "Selezione di ballate popolari di Danimarca", che fu pubblicato nel 1882 (vale a dire lo stesso anno in cui iniziò la pubblicazione dei cinque volumi delle Child Ballads). Farò un'introduzione; poi passo alla versione norvegese e a quella svedese. Segui questa pagina, Cattia, e attingi a profusione. A pensarci bene, serve parecchio anche a me ributtarmi nelle "mie cose", sono un antidoto al virus della mente.
HARPENS KRAFT: La versione danese / Danish version
In quanto ballata per la quale il Child sosteneva la derivazione comune, assieme a King Orfeo, dal romanzo medievale Sir Orfeo (sulla scorta di quanto affermato da Sophus Bugge in un numero dell'Arkiv for nordisk filologi del 1891; e, per un antico filologo germanico, sentir rinominare Sophus Bugge riporta alla gioventù...), una sua traduzione analitica e annotata potrà senz'altro servire per una pagina come quella che Cattia Salto ha voluto costruire sul King Orfeo. Eccola qui, in primis nella sua classica versione danese che Svend Grundtvig inserì nelle sue Danmarks Folkeviser i Udvalg “Selezione di ballate popolari di Danimarca” del 1882, lo stesso anno in cui iniziò la pubblicazione dei cinque volumi delle English and Scottish Popular Ballads di Francis James Child. Non è certamente un caso: durante tutta la redazione del suo monumentale... (continua)
"... Sono sempre lì ad impomatarci mentre ci dicono bugie
Sono responsabili di mandare giovani alla morte
Abbiamo aspettato così tanto che arrivasse qualcuno
Che correggesse la legge del nostro paese
Ma l'attesa è stata troppo lunga..."
Ciao a tutti,
da tempo riflettevo sul legame anche etimologico fra le parole "Racconto", "Canto", "Conto"... e mi imbatto quasi per caso (come spesso accede con l'uso del web) in questa canzone (poesia). Meravigliosa. I versi, la musica...la voce. Poi leggo come è nata. E chiuso in questa stanza, in solitudine con i miei pensieri in questi tempi di "solipsismo forzato"... Ho immaginato la bellezza e la vita di quel momento... la manifestazione di vita che magicamente è stata trasportata col vento ("Stasera vado e corro insieme al vento
ad aprire le porte della storia") e tradotta in parole dal poeta e melodia dal musicante (musicista e cantante)...
Un regalo inaspettato.
Un conto è procedere a contare, un canto è progredire a raccontare.
[1967]
Parole e musica di Roberta Lee Streeter, in arte Bobbie Gentry, cantautrice originaria della contea di Chickasaw, Mississippi.
John Doe, l'originario contributore di questo splendida ballata gotica, ha frettolosamento attribuito il brano al percorso dedicato alla violenza contro gli omosessuali, ma questo significato fu dato alla canzone, del tutto arbitrariamente, dal suo adattamento cinematografico del 1976. Nei fatti Bobbie Gentry ha sempre preservato il mistero sul suo racconto che, oltre tutto, in origine era molto più lungo, con diverse strofe in più, per un totale di 7 min., ma fu ridimensionato ed adattato per evidenti ragioni di mercato. L'autrice non ha mai voluto spiegare che cosa Billy Joe avesse buttato nel fiume Tallahatchie il giorno prima di suicidarsi gettandosi in quello stesso fiume da un ponte nei pressi di Money, Mississippi... Bobbie Gentry ha sempre detto... (continua)
Il primo, lunghissimo brano fra quelli contenuti in questa "video-raccolta" fatta di vari provini e rarità baglioniani è molto diverso dalla "Ninna nanna nanna ninna" poi uscita su disco nel 1974 e riproposta spesso dal vivo nei decenni a venire.
Si tratta infatti dell'intera poesia originale di Trilussa "Ninna nanna de la guerra", musicata e cantata (fra l'altro con una linea melodica diversissima, a sua volta parzialmente ripresa in seguito da Baglioni nel 1985 per il suo brano "Un nuovo giorno o un giorno nuovo", contenuto nell'album "La vita è adesso").
Ho anche espresso in un italiano più fluido le prime bozze. [Quando mi rileggo a volte mi chiedo: ma che cosa volevi dire?]
Purtroppo non ho approfondito il tema sul versante scandinavo limitata dall'incomprensione della lingua e dalla scarsità delle traduzioni.
King Orfeo/Der lived a king inta da aste | TERRE CELTICHE