COVID-19: PARLA RAOUL VANEIGEM. "IL PEGGIORE DEI VIRUS...L'AUTORITA' "
Ricevo da Sergio Falcone in posta personale e pubblico dietro sua autorizzazione.
[Volantino distribuito a Parigi il 14 marzo 2020, durante la manifestazione dei Gilet gialli]
Il peggiore dei virus… l’autorità
Il macabro bilancio dei decessi aumenta di giorno in giorno, e nell'immaginario di ciascuno prende posto la sensazione, dapprima vaga e poi via via più forte, d’essere sempre più minacciati dal Triste Mietitore. Per centinaia di milioni di esseri umani, questo immaginario non è certamente nuovo, quello della morte che può colpire chiunque, in qualsiasi momento. Basti pensare ai dannati della terra sacrificati quotidianamente sull'altare del potere e del profitto: coloro che sopravvivono sotto le bombe degli Stati, in mezzo a infinite guerre per il petrolio o per le risorse minerarie, coloro che coabitano con... (continua)
Riccardo Venturi 21/3/2020 - 20:21
Coronavirus
Raoul Vaneigem
Mettere in dubbio la pericolosità del Coronavirus, è sicuramente assurdo. D'altra parte, non è altrettanto assurdo che un'interruzione in quello che è il normale decorso delle malattie venga fatta oggetto di un simile sfruttamento emotivo, e che risvegli quell'arrogante incompetenza che anni fa era riuscita a spazzare via dalla Francia perfino la nube di Chernobyl? Ovviamente, sappiamo con quanta facilità lo spettro dell'apocalisse esca dalla sua scatola per impadronirsi del primo cataclisma che gli si offre, per giocare così con le rappresentazioni del diluvio universale, e spostare quella che è la griglia della colpa sul terreno sterile di Sodoma e Gomorra. La maledizione divina è sempre stata un utile complemento al potere. Almeno fino al terremo di Lisbona del 1755, quando il marchese di Pombal, amico di Voltaire, approfittò del sisma per massacrare i gesuiti,... (continua)
Non so come spiegarmi... condivido le premesse, il senso, l'analisi ma non vedo la proposta, Vaneigem chiude quasi con un invito al caos, a che la si finisca facendoci a pezzi (tra noi, beninteso, che il Capitale ha le sue orde armate che lo proteggono, e dopo sarà ancora lì, pronto a ripartire sopra la montagna di cadaveri)...
E credo che questo la dica lunga sul Situazionismo e su certa sinistra ideologica sempre uguale a se stessa: grande capacità di analisi, totale incapacità di proporre qualsivoglia soluzione.
Per carità, BB, chiunque è libero di mandare a cagare chiunque, compreso Raoul Vaneigem. Permettimi però di dirti che di proposte i testi di Vaneigem (quelli qui riportati, di questi giorni dico) sono assolutamente pieni. Ne traboccano. Il problema è, casomai, coglierle, queste proposte; ed interpretarle adeguatamente. Capisco però che, per farlo (e, in più, in una situazione del genere), occorrerebbe avere ben chiara una cosa fondamentale: quella che a pezzi ci stanno già facendo. Non so che cosa tu intenda esattamente per "Sinistra ideologica", se c'è qualcosa che proprio non può essere imputata a Vaneigem e al Situazionismo è quella di farne parte...ma, a parte questo, l'unica cosa che posso dirti (e non per difendere Vaneigem, che non ne ha nessun bisogno né da parte mia, né di altri), è che il cosiddetto "pessimismo" è reazionario per definizione. Saluti.
Ciao Riccardo,
le mie considerazioni si riferivano a quanto contribuito alle ore 20.21. Non è che devo conoscere l'opera omnia di un autore per poter esprimere la mia opinione su quanto esprime nelle poche righe di un articolo. La conclusione di quelle righe l'ho trovata semplicemente raccapricciante e cinica.
Nell'articolo successivo non ho trovato molto di diverso...
"Il nostro presente non consiste nel confinamento che ci viene imposto dalla sopravvivenza, ma è l'apertura ad ogni possibilità.", che cazzo vuole dire?!?
Così come "l'insurrezione della vita quotidiana" quale sarebbe, quale potrebbe essere in una situazione di merda come questa?
Speriamo solo che passi e che dopo si sappia fare tesoro di questa esperienza.
E spero anche che Raoul Vaneigem, classe 1934, abbia qualcuno che gli faccia la spesa, gli porti i farmaci e gli pari il culo, mentre lui situazioneggia...
Ciao a te BB dalle nostre rispettive quarantene. Raoul Vaneigem è un antiautoritario viscerale, senza compromessi. Come me, nessuna remora nel dirlo. Ovviamente non pretendo (e non posso pretendere) che, in questo, non lo si possa trovare spesso urtante, dissonante, e che non si provi l'istinto di mandarlo a cagare, come tu hai fatto. Del resto, una sua opera si intitola: Niente è sacro, tutto si può dire; credo che Vaneigem stesso contempli quindi non solo la possibilità, ma addirittura il diritto e il dovere di mandarlo a cagare. Quando per la prima volta cominciai a leggere "L'unico e la sua proprietà" di Max Stirner, a Livorno, dopo una quarantina di pagine presi il libro, 25.000 lire, edizioni Adelphi, e lo buttai a capofitto nel Fosso Reale, glu glu. L'unico caso nella mia vita d'aver fatto fare a un libro una fine del genere. Poi, però, l'ho ricomprato e letto fino in fondo. Visto... (continua)
... la differenza con chiunque è che lui situazioneggia, mentre tu almeno fai l'onesto "lavoro" di admin, e di traduttore, e di anonimo, oltre a dovertela cavare probabilmente da solo per tutto il resto, come il sottoscritto.
Scusami, ma proprio trovo che nei due scritti riportati Vaneigem dimostri di essere tanto lucido nel descrivere politicamente la realtà quanto incapace sul "che fare?".
Certo, non è mica facile... ma se uno del suo calibro non ha da offrire risposte - se non rompere la gabbia (?), o "il richiamo della vita" (??), o "la terra da riconquistare" (???) - perchè esprimersi allora?
La risposta l'hanno trovata i miei amici nella Valli: le galline, le capre, qualche ettaro di bosco, l'orto, la stufa a legna... e mi chiedono se qui in città siamo piciu a far le code ai supermercati... Non posso dar loro torto, ma qualcuno dovrebbe anche spiegar loro cosa accadrebbe se 8... (continua)
Forza venite gente, correte, correte, è scoppiata la peste
Vi si comanda perciò di chiudervi in casa e serrar le finestre
dimenticate dunque questa vita, il vostro re dichiara che è finita
labonnesoirée
Dati Istat / Contraddizione del sistema economico
Mentre l’economia va a rotoli il settore dei rotoli è in crescita : boom degli ordinativi di rotoli di carta igienica, fettuccine di sicurezza e scotcch (inteso non solo come liquore ma sopratutto dispositivo di sicurezza).
Nuove misure di sicurezza
Chiuse con scotcch e fettuccine tutte le panchine di vicchio il sindaco dichiara “non è che ci facciamo prendere per il culo lo sappiamo che dopo la corsetta fanno streching alle panchine”.
Approvazione dei dl di limitazione sicurezza
Manca i deputati sono chiusi in case senza camera !
Cronaca Vicchio
Tabagisti siete liberi di andare dal tabacchino !
Mi hanno... (continua)
luca monducci 20/3/2020 - 20:18
Credo che questa canzone sia più che degna di entrare tra le selezionate del percorso coronavirus
oh no?
Perchè in fondo come in altri contesti dice Guccini questa è una guerra .
E come ogni guerra si nutre di miti e tende a scambiare l'ovvio concetto di Responsabilità - verso le leggi naturali con l'imposizione , la logica con la paura - ad omologare e impecorire al fine di conservare il potere e coprire la responsabilità - con la r minuscola - le colpe di un sistema
E allora la diserzione è un atto di reponsabilità.
Thank you, Tony Smith, for your song from our antipodes. You know what we are experiencing now in Italy and Europe, and our website is striving to collect songs from all over this sad, capitalism-infected world. That's why we'll have your song translated into Italian, and other languages too if possible.
Un pensiero a chi lavora in fabbrica abita e evade nelle campagne mugellane e pure li' dove normalmente le distanze sono di centinaia di metri , pure tornando da lì con uno scarno carniere di foto è beccato dai birri.
Pagherei per potere raggiungere Firenze e vederla vuota ma qua controllano stazione e uscita e entrata del paesello
Certo che se volevano fare prove di coprifuoco ci sono riusciti bene un abbraccio anonimo
Proprio in questi tempi con la gente rinchiusa a casa ma che ha voglia di unire le sue mani per fare quel che serve il bene comune e per aiutare gli altri ad affrontare le paure, questa canzone che non parla solo di pace come assenza di guerra ma di prendere cura gli uni degli altri e prendere cura della natura che ci sostiene aquista un valore particolare. Bisognerebbe cantarla sui balconi e alle finestre. Potrebbe diventare l'inno di tutta l'Italia. Cosa dire di più, e cosa fare di meglio che : "È tempo di unire le nostre mani; ci sentiamo persi se siamo lontani; colori diversi dell'arcobaleno; cambiamo noi stessi per un mondo più umano."
Fantastico incontrare le traduzioni in italiano, da tanto tempo volevo parlarne ai miei amici in Italia, sono partita dalla Polonia all'età di 12 anni ma ho avuto l'opportunità di conoscere questo cantautore e ricordarmene dopo tanti anni.