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La Maza

La Maza
Bellissima spiegazione, grazie!
ENRICO 20/2/2020 - 14:06
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Khriighenacht

Khriighenacht
Khriighenacht = "Notte di guerra" in cimbro.
Riccardo Venturi 19/2/2020 - 17:39
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Ho continuato la mia strada

Ho continuato la mia strada
Fu una Indelebile Esperienza alla quale partecipai con il mitico gruppo Villa 1 di Villa San Giovanni. Salimmo sul palco indossando un poncho rosso insieme ad un gruppo siciliano, formando quindi un ponte canoro ideale fra Calabria e Sicilia. Cantammo una bella versione di "Lu trenu di lu suli" di Ignazio Buttitta.
Fu incredibile e indimenticabile l'emozione di vedere un mare di gente che ti applaudiva per così poco... Subito dopo di noi suonò Angelo Branduardi presentando la sua "Re di Speranza" e dopo arrivò l'ensemble di Napoli Centrale.
Ancora oggi quando lo racconto ad un capo scout e come se raccontassi Woodstock...
Pino Romeo 19/2/2020 - 17:03
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For the Union Dead

For the Union Dead
Da: Poesie (1940-1970) di Robert Lowell, introduzione, traduzione e note a cura di Rolando Anzilotti, Milano, Longanesi, 1972.
PER I MORTI DELL'UNIONE
(continua)
inviata da L.L. 19/2/2020 - 12:18
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Dino Buzzati: Aprile 1945

Dino Buzzati: Aprile 1945
Chanson italienne – Aprile 1945 – Dino Buzzati – 1945

« Sans oser encore le croire, Milan s’est réveillée hier matin à la dernière journée de son interminable attente. Depuis quelques jours, la grande espérance avait acquis une merveilleuse vraisemblance. Par des voies mystérieuses, des rumeurs qui avant semblaient étranges ou folles se répandaient dans la ville, augmentant le désir impatient de la libération. Les tramways roulaient encore, mais déjà on comprenait que Milan avait cessé le travail : le souffle coupé, elle sentait son destin se mettre en mouvement et avancer à un rythme toujours plus précipité. Aujourd’hui, c’est le peuple tout entier qui se réveille. Le destin a été décidé par le peuple lui-même, unanime dans le désir et l’impatience ».

Dino Buzzati : "Cronaca di ore memorabili" – « Chronique d’heures mémorables ». Éditorial du Corriere della Sera, 26 avril 1945.
AVRIL 1945
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/2/2020 - 11:39
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Alto e bom som

Alto e bom som
Riccardo Venturi, 19-02-2020 08:26

Due parole del “Traduttore”. Un testo tipicamente endofasico-poetico che, con tutta probabilità, nella sua estrema confusione, nei suoi miscugli, nelle sue assonanze e nei suoi doppi sensi nascosti nell'accozzaglia fonetica, vuole riprodurre un'atmosfera percepita e gonfia di rabbia (del resto, parola-chiave del testo). Se non fosse che la poesia di Francisco Viana è del 1966, mi sarebbe sembrato di vederci gli assalti alle sedi della PIDE e alle prigioni per liberare i prigionieri politici all'indomani del 25 aprile 1974. Di conseguenza, la presente non è non può essere una vera “traduzione”, ma un'accettazione del gioco – con risultati, ovviamente, controversi. Altro non sono stato capace di fare.
Suono alto e chiaro
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 19/2/2020 - 08:27
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Stay Human #2

Stay Human #2
Quella vignetta di Latuff può non essere compresa se s'ignora che alla destra di Vittorio Arrigoni è Handala, personaggio creato dall'artista e cartoonist palestinese Naji al-Ali, assassinato nel 1987 a Londra.
Col suo febbrile lavoro Naji al- Ali non dava fastidio solo agli israeliani ma soprattutto ai vertici palestinesi, e infatti non si è mai saputo bene da chi sia stato ucciso...

Si legga al proposito un vecchio scritto ormai introvabile in Rete, HANDALA - IL GIORNO DELLE MATITE SPEZZATE
B.B. 19/2/2020 - 01:45
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Fabrizio De André: Amico fragile

Fabrizio De André: Amico fragile
Forse, chissà, potrà apparire strano il fatto che, proprio oggi, 18 febbraio 2020, Fabrizio De André avrebbe compiuto ottant'anni. Al di là del fatto che sia morto oramai ventuno anni fa. Ero in cucina a casa mia a Livorno, mi ricordo. Un vecchio televisorino coreano, di quelli che si tengono nelle cucine, appunto. Accendo a TG già cominciato da pochissimo, e sento le note di "Bocca di Rosa"; capii subito. Certo è che non mi riesce immaginarmelo ottantenne; ma, del resto, riesce piuttosto difficile immaginare anche me stesso, ammesso e non concesso che ci arrivi. Comunque auguri, e un bicchiere alla salute.
Riccardo Venturi 18/2/2020 - 13:04
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Chão nosso

Chão nosso
L’opera più conosciuta ed apprezzata di questa band portoghese è sicuramente la terza della sua discografia e cioè “Baile no bosque”, pubblicata nel 1981; sarebbe comunque un grave errore sottovalutare, o addirittura ignorare, i due album che la precedono, impreziositi da slanci sinfonici più timidi e contenuti, ma dotati comunque di un proprio fascino. Non stupitevi della datazione di questo esordio: se il 1977 è considerato da molti come il momento in cui cala il sipario sul palcoscenico mondiale del Progressive Rock, in Portogallo, dove la dittatura politica si era dissolta completamente solo nel 1974, tutto il grande formicaio di artisti che fino ad allora era rimasto nascosto, pian piano è uscito allo scoperto, donandoci opere che sul piano estetico non sembrano collocarsi al termine di nessun movimento artistico, né per entusiasmo né tantomeno per la scelta dei suoni e dei modelli di... (continua)
B.B. 17/2/2020 - 20:38
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Alto e bom som

Alto e bom som
L’opera più conosciuta ed apprezzata di questa band portoghese è sicuramente la terza della sua discografia e cioè “Baile no bosque”, pubblicata nel 1981; sarebbe comunque un grave errore sottovalutare, o addirittura ignorare, i due album che la precedono, impreziositi da slanci sinfonici più timidi e contenuti, ma dotati comunque di un proprio fascino. Non stupitevi della datazione di questo esordio: se il 1977 è considerato da molti come il momento in cui cala il sipario sul palcoscenico mondiale del Progressive Rock, in Portogallo, dove la dittatura politica si era dissolta completamente solo nel 1974, tutto il grande formicaio di artisti che fino ad allora era rimasto nascosto, pian piano è uscito allo scoperto, donandoci opere che sul piano estetico non sembrano collocarsi al termine di nessun movimento artistico, né per entusiasmo né tantomeno per la scelta dei suoni e dei modelli di... (continua)
B.B. 17/2/2020 - 20:38
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Roll, Jordan, Roll

anonimo
La versione cantata nel film “12 Years a Slave”, diretto nel 2013 dal regista londinese Steve MacQueen, dove si racconta la storia di Solomon Northup, talentuoso violinista di colore, che nel 1841, da uomo libero che era, venne sequestrato e ridotto in schiavitù per 12 anni prima di riguadagnare la libertà.
Roll, Jordan, Roll
ROLL, JORDAN, ROLL
(continua)
inviata da B.B. 16/2/2020 - 16:21




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