Lorenzo, grazie per l’attenzione. Mi sembrava che il folk di una minoranza (che come la maggior parte delle minoranze ha subito violenze e repressioni, in quella zona i valdesi) o delle culture non “egemoniche” (es. celtica etc.etc.) rientrasse nelle tematiche del sito.
Comunque sia, non ho nulla in contrario a spostarla tra gli extra.
Da un po’ di tempo a Torino, città nella quale abitiamo, succede una cosa fiabesca: i bambini li portano le cicogne. Almeno tutti quelli nati intorno al 2014-2015, quelli che vanno all’asilo e che ci andavano fino a due anni fa.
I genitori di questa leva, dopo un romantico findanzamento e lunghe passeggiate mano nella mano al Valentino lungo le sponde del Po, hanno espresso un desiderio all’universo e dopo 9 mesi ecco recapitato l’amato fagottello.
A missione compiuta, le cicogne vanno a riposarsi presso l’apposito centro a loro dedicato a Racconigi, che mo ho capito perché sta là.
A Torino non si scopa più.
Quindi se c’avevate fatto un pensierino, levatevelo subito dalla capoccia e andate a Milano, così i torinesi se incazzano ancora de più, che quella storia del Salone del Libro ancora la masticano male. Però aspettate che torni almeno... (continua)
Abbiamo più che raddoppiato l'obiettivo dei 5.000 euro per produrre il cd dedicato a Ivan Della Mea... e per festeggiare pubblichiamo questo nuovo video con "Io so che un giorno" Alessio Lega canta Ivan Della Mea, prodotto da Archivi della Resistenza, regia di Maurizio Barbagallo.
La campagna va avanti... avete ancora 57 gg. per diventare uno dei coproduttori del progetto!
1j. ”Bella ciao” e “Dos zekele mit koylen”
1j. “Bella ciao” and “Dos zekele mit koylen”
Poiché compito principale di questa pagina è la documentazione il più possibile completa e rigorosa, sono state qui raccolte alcune fonti relative alla possibile derivazione della melodia di “Bella Ciao” da quella di “Dos zekele mit koylen”. L'ipotesi, proposta dall'ing. Fausto Giovannardi alcuni anni fa dalle pagine del quotidiano “Repubblica”, ha ottenuto certamente molto credito; questa pagina la contiene, così come contiene alcune sue confutazioni sulle quali -lo vogliamo ribadire- non prendiamo posizione nonostante sussistano logiche perplessità. Questa sezione della pagina è quindi redatta esclusivamente in modo che chiunque possa farsi un'idea ed un'opinione più precisa, ed esclusivamente per questo; ribadendo il rispetto sia per l'ing. Giovannardi, sia per chi lo ha confutato. Per questa sezione... (continua)
Bellissimo testo e bellissima traduzione. Complimenti!
Questa canzone mi fa venire i brividi!
nonostante gli anni passati da quando l'ho sentita la prima volta, mi commuovo ancora ogni volta che l'ascolto.
Non sono un filologo italiano ma mi sembra che la lingua sia non proprio popolare, con qualche ripresa dalla poesia dotta. In particolare il riferimento a Marte come 'guerra' è praticamente omerico, di derivazione latina.
Mi chiedo: non sarà non una canzone popolare, ma l'opera di un anonimo poeta/umanista?
Altro punto è il da quale evento sia venuto questo testo, ed effettivamente mi sta tarlando. Fonte wikipedia, l'ultima guerra condotta dai medici era stata la guerra di castro, circa 100 anni prima, guerra di cui non si trovano molte informazioni, ma che dovrebbe essere stata combattuta in territorio pontificio. Niente vieta che il testo sia anche di molto anteriore alla redazione del ms del 1735, occasione in cui può essere stato corretto il testo, che sembra abbastanza moderno.
In questo momento mi spiace essere un inutile antichista!
Maurizio Morelli 19/11/2020 - 01:07
Carissimo Maurizio, prima di tutto devo dirti che hai perfettamente ragione: la lingua del “Singolare Maggio di Tressa” non è affatto “popolare”. Per essere “popolare” in senso stretto, il componimento sarebbe dovuto essere nella parlata vernacolare di quelle zone; e anche se lo fosse stato, comunque non è detto che si sarebbe trattato di una poesia popolare. Ma, forse, occorrerebbe ridefinire una buona volta che cosa si intenda veramente per “canto popolare”. Siamo ancora molto influenzati da certi concetti proto- e tardoromantici, primo fra tutti quello del “popolo poeta”; non è certo escluso -tutt'altro!- che molti componimenti (canti, strofe, poesie, invettive, preghiere ecc.) si siano sviluppati da una serie indefinita e indefinibile di tradizioni orali; ma, a un certo punto, un intervento colto ci deve essere sempre stato. Non voglio qui addentrarmi in questioni veramente enormi, che... (continua)
Stavo considerando il fatto che di questa canzone esiste una versione precedente, incisa dalle Piccole Ore. Credo sia la prima. Stava nel loro LP del 1977 "Voglio amarti così".