Lorenzo, grazie per l’attenzione. Mi sembrava che il folk di una minoranza (che come la maggior parte delle minoranze ha subito violenze e repressioni, in quella zona i valdesi) o delle culture non “egemoniche” (es. celtica etc.etc.) rientrasse nelle tematiche del sito.
Comunque sia, non ho nulla in contrario a spostarla tra gli extra.
Da un po’ di tempo a Torino, città nella quale abitiamo, succede una cosa fiabesca: i bambini li portano le cicogne. Almeno tutti quelli nati intorno al 2014-2015, quelli che vanno all’asilo e che ci andavano fino a due anni fa.
I genitori di questa leva, dopo un romantico findanzamento e lunghe passeggiate mano nella mano al Valentino lungo le sponde del Po, hanno espresso un desiderio all’universo e dopo 9 mesi ecco recapitato l’amato fagottello.
A missione compiuta, le cicogne vanno a riposarsi presso l’apposito centro a loro dedicato a Racconigi, che mo ho capito perché sta là.
A Torino non si scopa più.
Quindi se c’avevate fatto un pensierino, levatevelo subito dalla capoccia e andate a Milano, così i torinesi se incazzano ancora de più, che quella storia del Salone del Libro ancora la masticano male. Però aspettate che torni almeno... (continua)
Abbiamo più che raddoppiato l'obiettivo dei 5.000 euro per produrre il cd dedicato a Ivan Della Mea... e per festeggiare pubblichiamo questo nuovo video con "Io so che un giorno" Alessio Lega canta Ivan Della Mea, prodotto da Archivi della Resistenza, regia di Maurizio Barbagallo.
La campagna va avanti... avete ancora 57 gg. per diventare uno dei coproduttori del progetto!
Si tratta della traduzione letterale attualmente disponibile su nl.wikipedia.
This is the literal translation of the Italian lyrics currently available from nl.wikipedia.
Op een ochtend werd ik wakker, (continua)
inviata da Riccardo Venturi in isolamento 16/11/2020 - 18:08
1j. ”Bella ciao” e “Dos zekele mit koylen”
1j. “Bella ciao” and “Dos zekele mit koylen”
Poiché compito principale di questa pagina è la documentazione il più possibile completa e rigorosa, sono state qui raccolte alcune fonti relative alla possibile derivazione della melodia di “Bella Ciao” da quella di “Dos zekele mit koylen”. L'ipotesi, proposta dall'ing. Fausto Giovannardi alcuni anni fa dalle pagine del quotidiano “Repubblica”, ha ottenuto certamente molto credito; questa pagina la contiene, così come contiene alcune sue confutazioni sulle quali -lo vogliamo ribadire- non prendiamo posizione nonostante sussistano logiche perplessità. Questa sezione della pagina è quindi redatta esclusivamente in modo che chiunque possa farsi un'idea ed un'opinione più precisa, ed esclusivamente per questo; ribadendo il rispetto sia per l'ing. Giovannardi, sia per chi lo ha confutato. Per questa sezione... (continua)
Bellissimo testo e bellissima traduzione. Complimenti!
Questa canzone mi fa venire i brividi!
nonostante gli anni passati da quando l'ho sentita la prima volta, mi commuovo ancora ogni volta che l'ascolto.
Non sono un filologo italiano ma mi sembra che la lingua sia non proprio popolare, con qualche ripresa dalla poesia dotta. In particolare il riferimento a Marte come 'guerra' è praticamente omerico, di derivazione latina.
Mi chiedo: non sarà non una canzone popolare, ma l'opera di un anonimo poeta/umanista?
Altro punto è il da quale evento sia venuto questo testo, ed effettivamente mi sta tarlando. Fonte wikipedia, l'ultima guerra condotta dai medici era stata la guerra di castro, circa 100 anni prima, guerra di cui non si trovano molte informazioni, ma che dovrebbe essere stata combattuta in territorio pontificio. Niente vieta che il testo sia anche di molto anteriore alla redazione del ms del 1735, occasione in cui può essere stato corretto il testo, che sembra abbastanza moderno.
In questo momento mi spiace essere un inutile antichista!
Maurizio Morelli 19/11/2020 - 01:07
Carissimo Maurizio, prima di tutto devo dirti che hai perfettamente ragione: la lingua del “Singolare Maggio di Tressa” non è affatto “popolare”. Per essere “popolare” in senso stretto, il componimento sarebbe dovuto essere nella parlata vernacolare di quelle zone; e anche se lo fosse stato, comunque non è detto che si sarebbe trattato di una poesia popolare. Ma, forse, occorrerebbe ridefinire una buona volta che cosa si intenda veramente per “canto popolare”. Siamo ancora molto influenzati da certi concetti proto- e tardoromantici, primo fra tutti quello del “popolo poeta”; non è certo escluso -tutt'altro!- che molti componimenti (canti, strofe, poesie, invettive, preghiere ecc.) si siano sviluppati da una serie indefinita e indefinibile di tradizioni orali; ma, a un certo punto, un intervento colto ci deve essere sempre stato. Non voglio qui addentrarmi in questioni veramente enormi, che... (continua)
Stavo considerando il fatto che di questa canzone esiste una versione precedente, incisa dalle Piccole Ore. Credo sia la prima. Stava nel loro LP del 1977 "Voglio amarti così".
»Ruotsin tehdaspaikkakuntia alettiin 70-luvulla panna teuraaksi piittaamatta siitä, mitä tapahtuu työläisille ja heidän perheilleen. Vain se, joka on asunut tällaisella paikkakunnalla, voi ymmärtää, millainen tragedia on, kun ainoa tehdas panee lapun luukulle.«
Scrisse Björn Afzelius nella seguente nota contenuta nel suo libro “95 Sånger” (95 canzoni):
“Negli anni '70 si cominciarono a massacrare i distretti industriali in Svezia, senza curarsi minimamente delle condizioni degli operai e delle loro famiglie. Soltanto chi abitava in posti del genere capisce l'ampiezza della tragedia, quando l'unica fabbrica esistente veniva chiusa.”
Thank you for your linguistic analysis. The word "bruk" was commonly used in Sweden for early industrial plants, especially iron and paper mills. The "bruk" was usually a community that provided work and accommodation for people and sometimes even a hotel / restaurant mainly for business guests.
The Finnish equivalent "ruukki" (not ruuki) is a rendition of Swedish "bruk" as you mentioned.
Another interesting Swedish word from the same time is "patron" (see "brukspatronen" in the 3rd stanza) that refers to the owner or landlord of a "bruk". The Finnish equivalent of that one is "patruuna".
A little remark: Capitalized "Franska" does not exist in Swedish, whereas "franska" is the plural form of the adjective French. In Finnish, both "Ranska" and "ranska" exist, the former referring to the country and the latter to the language.
Thank you for your clarification. I understand well why Ceil Herman chose to leave “Brukshotellet” untranslated. Nevertheless, this would result in something too difficult for the average Italian reader; Italy is the only country in the world where Schwarzkopf beauty care products had to be translation-labeled “Testanera” to avoid an economically dangerous tongue-twister, and where Colgate toothpaste is pronounced /kol'ga:te/. Just a remark: *Franska is only an hypothetical primitive form (due to its aspect, I think the word must have passed into Finnish from Russian or some Slavic language), but no such word has ever existed in Finnish and that's why I put an asterisk before the “reconstructed” form. The same holds form a large number of old Germanic loanwords characterized by initial consonant clusters, eg. ranta (cp. English strand, German Strand etc.). etc
Invito ad ascoltare la versione non orchestrale ma in stile zingaro più consono al testo, da parte del gruppo dell'Abruzzo "Les Tziganes" (2019), presente nel CD omonimo prodotto dalla Radici Music, l'etichetta indipendente di Arezzo che produce artigianalmente rari gioielli grafici.
Dalla e Roversi erano una coppia davvero magistrale...
Questa canzone/profezia ora pesa sulla testa di noi vivi che tocchiamo con mano la catastrofe ecologica dei nostri tempi...