Ma con che diritto uno scrive in un blog si permette di dare dei giudizi così pesanti su uno dei piu grandi cantautori italiani del 900. I le tue "opinioni" saranno anche "supportate" da critici di spessore ma giudicare in questo modo un artista è deplorevole. La carriera di un artista è sempre piu brillante ad inizio carriera (se non per rare eccezioni come il Faber) ma non per questo uno scribacchino senza né arte né parte può permettersi di giudicare un gigante come Dalla. Non sprecarti nemmeno a dire che stavi parlando solo delle sue ultime canzoni e della svolta pop e che comunque il suo genio rimane per quello che ha scritto prima. Quando giudichi un artista nel modo totalmente irrispettoso che hai usato non ti limiti a giudicare una canzone o un album ma getti una cattiva luce su di un uomo che ha votato la sua vita all'arte. Prima di scrivere le minchiate di sopra prova solo ad immaginare di fare una cosa del genere, risponditi di no e dai un paio di martellate alla tastiera o alle dita cosi da non ripetere le cagate scritte sopra.
6/6/2019 - 02:32
Scusate forse l’ovvietà, ma nessun artista crea solo capolavori. Nessuno al mondo, nemmeno il de cuius. Quindi, le polemiche mi sembrano un tantino eccessive.
Non ho mai amato la musica italiana in generale. Ho scoperto Lucio Dalla con un certo ritardo e posso dire che non tutto è di mio gradimento. Siamo tutti diversi, diverso il nostro orecchio ed ognuno di noi è un mondo a se’.
La lezione è quella tratta da "I canti popolari italiani", a cura di Roberto Leydi.
Antraime non può che essere Entracque, in Valle Gesso, in provincia di Cuneo (Antràigue o Entràiguas in occitano o provenzale alpino, Entràive in piemontese, scrivono su it.wikipedia).
E allora forse quei tre giovani destinati al patibolo erano come Robyn, o Geordie, o Erik Olov Älg, bracconieri incappati nelle guardie della Riserva Reale Valdieri-Entracque... O forse, risalendo più indietro nel tempo, tra 700 ed 800, contrabbandieri di sale e tabacco, o maquis antirivoluzionari della contea di Nizza e dell'Escarène, che spesso si rifugiavano nell'entroterra e oltralpe, o semplici briganti – che era poi la stessa cosa - che all'epoca venivano da quelle parti chiamati tutti "barbets", "barbetti", e credo non per le loro barbe ispide quanto per il retaggio storico della strenua Resistenza valdese, dove i "barbetti"... (continua)
"Non a tutti è andata sempre così bene. Ci è voluto ben altro che un canto perché qualcosa cambiasse (e solo fino a un certo punto) nella vita dei lavoratori della campagna, della miniera, della fabbrica.
Eppure tutti, dai braccianti pugliesi a quelli del Polesine, dalle filandere lombarde alle mondine emiliane, hanno affidato al canto le loro storie e ne hanno sperimentato il potere, che fa viaggiare le parole nello spazio e nel tempo, crea consapevolezza, dà voce alla rabbia, permette di prendere in giro i padroni e persino di ridere della propria condizione. In altre parole, salva."
Chiederei ancora, se siete d'accordo, di inserire la canzone quanto meno nel percorso "Dalle galere del mondo", se non anche in quello sulla pena di morte, anche se qui c'è l'eccezione: il Potere salva, incantato dal canto...
à partir des versions italiennes de Bernart Bartleby
d’une chanson piémontaise – Poter del canto – anonyme – s.d.
Chanson populaire piémontaise recueillie par Costantino Nigra (1828-1907, philologue, poète, diplomate et homme politique italien) à Sale Castelnuovo (qui avec Villa Castelnuovo forme maintenant la commune de Castelnuovo Nigra), dans la province de Turin, par l’entremise de Mme Domenica Bracco. Dans l’anthologie essentielle "Canti popolari del Piemonte", publiée en 1888.
I would be able to extract (= copy) at least the phonemic transliteration but, sadly enough, the video is unclear and almost unreadable. I'll try anyway. Thanks for this rare and precious contribution to this page; going to put it in the "Lyricless and various videos" section for the moment, hoping I'll be able to read the transcription from the video.
Il testo non è corretto
"Scontrai la corte e me pijo' de piccio" non piovò
"Fermo gravaccio" non crevaccio
"E me portorno alle carcere nove" non carceri
Oltre che al Geordie della versione settecentesca e all'immancabile Robin Hood, mi sembra che potrebbe essere un'occasione per andare a rileggersi Robyn And Gandeleyn, l'antica ballata britannica dove -almeno secondo il Child- Robin Hood non c'entra niente e che parla invece esattamente di queste cose.
Riccardo Venturi 3/6/2019 - 09:46
I know that I'm probably the last person to analyze anything that involves Italian, but my guts tell me that I'm missing the word cattle or livestock in the second stanza of the Italian translation, because that's what the Swedish word "kreatur" means.
You're right, or rather, your guts are right. Going to put the missing word into the Italian translation. Maybe, I was also led astray by the Italian word "creatura", meaning "small child, baby"...
Allora ti ringrazio anche personalmente, Gianluca (sono l'autore della traduzione, del commento e delle note). A suo tempo, per fare questa pagina, ci sudai parecchio perché, te lo assicuro, è un testo molto difficile anche dal punto di vista linguistico. E' una vicenda, quella di Nikos Koemtzìs, che è tornata parecchio alla ribalta in Grecia anche in tempi molto recenti, e mi fa davvero piacere che tu la abbia scoperta perché dice parecchie cose che, secondo me, non hanno a che fare soltanto con la Grecia. Purtroppo vedo che il film "Parangelià", che la raccontavo, non è più disponibile nella sua interezza su YouTube; ne sono rimasti solo alcuni spezzoni, tra cui quello dello zeïbekiko; dovrò quindi ristrutturare un po' la pagina. Saluti carissimi, Gianluca, e grazie ancora; torna a trovarci !