I soliti accordi
Obbedirono, cambiando Forza Italia in Forza Thailandia, ma nell'ultima serata Paolo Rossi a inizio brano chiese: "Dobbiam fare lo stesso pezzo?" E Jannacci di rimando: "Si, ma dove c'è Forza Italia dì Forza Thailandia" :) Facendosi beffe dei funzionari Rai.
Roberto Monanni 5/2/2019 - 21:10
Ahmed l'ambulante
Chanson italienne – Ahmed l’ambulante – Modena City Ramblers – 1994
Adaptation libre de la poésie homonyme de Stefano Benni in « Ballate » ed. Feltrinelli – En septembre 1992, passant par le stand de Rinascita à la Fête de l’Unità de Reggio Emilia, il nous est arrivé d’entendre lue à haute voix cette poésie de Stefano Benni. En lisant la quatrième de couverture du livre, nous avons décidé de la mettre en musique; en est née cette chanson au son pour nous insolitement méditerranéen. Nous avons fait entendre ce morceau au poète en personne et nous avons reçu sa bénédiction. Encore merci Stefano.
(Extrait de « La grande famiglia »).
Dialogue Maïeutique
Il y a dix ans, Lucien l’âne, je faisais la version française de cette chanson italienne, écrite et interprétée quinze ans avant par les Modena City Ramblers. Elle raconte l’histoire d’un réfugié, d’un exilé, d’un Africain venu chercher de... (continua)
Adaptation libre de la poésie homonyme de Stefano Benni in « Ballate » ed. Feltrinelli – En septembre 1992, passant par le stand de Rinascita à la Fête de l’Unità de Reggio Emilia, il nous est arrivé d’entendre lue à haute voix cette poésie de Stefano Benni. En lisant la quatrième de couverture du livre, nous avons décidé de la mettre en musique; en est née cette chanson au son pour nous insolitement méditerranéen. Nous avons fait entendre ce morceau au poète en personne et nous avons reçu sa bénédiction. Encore merci Stefano.
(Extrait de « La grande famiglia »).
Dialogue Maïeutique
Il y a dix ans, Lucien l’âne, je faisais la version française de cette chanson italienne, écrite et interprétée quinze ans avant par les Modena City Ramblers. Elle raconte l’histoire d’un réfugié, d’un exilé, d’un Africain venu chercher de... (continua)
AHMED L’AMBULANT
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 5/2/2019 - 17:50
Battle Of Maxton Field
NEW LINK
The Ballad of Maxton commemorates the Battle of Hayes Pond between the Lumbee Indians and the Ku Klux Klan near Maxton, North Carolina https://soundcloud.com/hillipsand/ball...
The Ballad of Maxton commemorates the Battle of Hayes Pond between the Lumbee Indians and the Ku Klux Klan near Maxton, North Carolina https://soundcloud.com/hillipsand/ball...
Joe DeFilippo 5/2/2019 - 17:02
Mein Michel
anonimo
Francesco Mazzocchi
Nel lessico germanico Michel è già dal ‘7-800 un po’ come in Italia il Pierino delle barzellette (nelle varie regioni può avere altri nomi - nel Bresciano, dove sono io, è il Bortolo): il tipo ignorante, bonaccione, balordo; ma dopo il 1848 ha assunto un significato più preciso: il tedesco fuori dal mondo, apolitico, addormentato, che non s’accorge di quello che succede e crede alle menzogne del potere; anche il termine der deutsche Michel, che indica collettivamente il popolo tedesco, lo indica in questo senso, come il popolo succube, il popolo bue.
Junker indica precisamente il proprietario fondiario prussiano, e quindi non ho tradotto nel generico signorotto.
Kohlrübe, il navone, o colza, rapa da foraggio, Brassica napus napobrassica, ha dato origine al termine Kohlrübenwinter (inverno dei navoni) per l’inverno della fame 1917/1918.
Nel lessico germanico Michel è già dal ‘7-800 un po’ come in Italia il Pierino delle barzellette (nelle varie regioni può avere altri nomi - nel Bresciano, dove sono io, è il Bortolo): il tipo ignorante, bonaccione, balordo; ma dopo il 1848 ha assunto un significato più preciso: il tedesco fuori dal mondo, apolitico, addormentato, che non s’accorge di quello che succede e crede alle menzogne del potere; anche il termine der deutsche Michel, che indica collettivamente il popolo tedesco, lo indica in questo senso, come il popolo succube, il popolo bue.
Junker indica precisamente il proprietario fondiario prussiano, e quindi non ho tradotto nel generico signorotto.
Kohlrübe, il navone, o colza, rapa da foraggio, Brassica napus napobrassica, ha dato origine al termine Kohlrübenwinter (inverno dei navoni) per l’inverno della fame 1917/1918.
MIO CARO MICHELE
(continua)
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 5/2/2019 - 13:18
Giulio
Finalmente disponibile - grazie a Isotta Cini - il video di questa commovente nuova canzone di Vecchioni, e anche di Cappuccio rosso
CCG Staff 4/2/2019 - 23:07
Tak vás tu máme (Bratři)
SO WE'VE GOT YOU OVER HERE (BROTHERS)
(continua)
(continua)
inviata da Edvard Sidoryk 4/2/2019 - 21:31
Dědicům Palachovým
Millions of blind eyes, the snake's head on the coat of arms,
(continua)
(continua)
inviata da Edvard Sidoryk 4/2/2019 - 21:29
Ich singe ein zweckloses Lied (Das Lied vom Kind das der Mutter sein letztes Brot geschenkt hat)
anonimo
condivisa l'idea di riportare il testo in questo modo, penso che il modo migliore di tradurlo sia ancora quello strettamente letterale, quello che secondo me rende meglio la relazione tra l'espressione dell'emozione e la struttura della lingua originale, che la condiziona; ho quindi lasciato più che potevo la sequenza delle parole, non ho integrato punteggiatura; non dubito però che qualcuno possa rendere tutto in un italiano migliore, fermo restando che comunque, come ha detto non ricordo chi, tradurre è tradire
IO CANTO UNA CANZONE INUTILE (LA CANZONE DEL BAMBINO CHE HA LASCIATO ALLA MAMMA IL SUO ULTIMO PANE)
(continua)
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 4/2/2019 - 21:11
Der kleine Trompeter
anonimo
Il 13 marzo 1925 Ernst Thälmann venne per un comizio elettorale a Halle. Un reparto di polizia gli impedì di parlare agli 8000 convenuti. La polizia fece fuoco sulla folla. Tra i 9 morti c’era il 27enne Fritz Weineck, trombettiere della banda del Rote Frontkämpferbund (Lega dei combattenti del fronte rosso, organizzazione paramilitare nata nel luglio 1924, della quale Thälmann era il primo leader, in funzione di difesa militare del Partito Comunista Tedesco). Ai funerali delle vittime della strage poliziesca decine di migliaia seguirono i feretri.
IL PICCOLO TROMBETTIERE
(continua)
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 4/2/2019 - 14:42
Modena City Ramblers: Quacet putèin
Nanin Pupin dei Viulan
NANIN PUPIN
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 3/2/2019 - 20:04
Wir sind die schwarzen Rebellen
anonimo
NOI SIAMO I RIBELLI NERI
(continua)
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 3/2/2019 - 19:09
The Prophet's Song
con alcune correzioni tratte dal volume Queen tutti i testi tradotti - Arcana editrrice
IL CANTO DEL PROFETA
(continua)
(continua)
3/2/2019 - 01:07
Le storie di ieri
Ma nell'introduzione, nella fotina di Giorgio Almirante, alla sua destra seduto mi pare di scorgere Maurizio Gasparri, o mi sbaglio? Carrierone!
B.B. 1/2/2019 - 23:14
Girotondo
Chanson italienne – Girotondo – Fabrizio De André – 1968
[1968]
Texte : Fabrizio De André
Musique : Gian Franco Reverberi/Fabrizio De André
Chœurs d’enfants : I Piccoli Cantori di Nini Comolli
« Vous êtes peut-être déjà arrivé à cent (chansons rassemblées), mais il me plaît de rappeler une chanson de Fabrizio qui parle de la guerre et aussi de l’enfance, ou plutôt de la guerre avec les mots plus typiques de l’enfance ». (Fulvia, on ng it.fan.fan.musica.guccini. Commentaire original sur la première collection des CCG, février/avril 2003).Une des pages les plus intenses et dramatiques de toute la cantate. Elle raconte comment la folie impitoyable de l’homme a déclenché la guerre atomique et comment la terre a été détruite. Seuls les enfants sont restés en vie, à continuer une ronde absurde qui les entraîne, progressivement, vers la folie. Et sur tout ça plane, un terrible souci : « Qui nous... (continua)
[1968]
Texte : Fabrizio De André
Musique : Gian Franco Reverberi/Fabrizio De André
Chœurs d’enfants : I Piccoli Cantori di Nini Comolli
« Vous êtes peut-être déjà arrivé à cent (chansons rassemblées), mais il me plaît de rappeler une chanson de Fabrizio qui parle de la guerre et aussi de l’enfance, ou plutôt de la guerre avec les mots plus typiques de l’enfance ». (Fulvia, on ng it.fan.fan.musica.guccini. Commentaire original sur la première collection des CCG, février/avril 2003).Une des pages les plus intenses et dramatiques de toute la cantate. Elle raconte comment la folie impitoyable de l’homme a déclenché la guerre atomique et comment la terre a été détruite. Seuls les enfants sont restés en vie, à continuer une ronde absurde qui les entraîne, progressivement, vers la folie. Et sur tout ça plane, un terrible souci : « Qui nous... (continua)
LA RONDE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/2/2019 - 20:42
Я живу на улице Ленина
Gruppo Zero Lenin Street
Mi chiedi perché a volte sono silenzioso,
(continua)
(continua)
inviata da Donatella Leoni 1/2/2019 - 16:23
Piazza Barberina
anonimo
L'architetto e urbanista lucchese Giorgio Marchetti ha lasciato nel 2014 hac lacrimarum valle, in cui peraltro piangeva molto volentieri; è famoso al di fuori del proprio àmbito professionale per le molte opere satiriche che ha prodotto per decenni, firmandole spesso come Ettore Borzacchini.
La ἔδραμων καί ἔδραμον qui presentata, scritta in un greco antico malcerto e -come si dice- maccheronico, figura su "Il grande Milvio", pubblicato per la prima volta a Lucca nel 1991. Il libro raccoglie brevi scritti (quanto autobiografici non è dato saperlo con precisione) sulla permanenza dell'A. presso il liceo classico cittadino.
Correvano e correvano,
sembravano pompieri
quei quattro finocchiacci
dei [poliziotti] metropolitani.
Ragazzi e ragazze,
non pisciate nei canali,
ma pisciate negli stivali
delle guardie di città.
"Per via del suo contenuto beffardo e della sua forma approssimativa," spiega... (continua)
La ἔδραμων καί ἔδραμον qui presentata, scritta in un greco antico malcerto e -come si dice- maccheronico, figura su "Il grande Milvio", pubblicato per la prima volta a Lucca nel 1991. Il libro raccoglie brevi scritti (quanto autobiografici non è dato saperlo con precisione) sulla permanenza dell'A. presso il liceo classico cittadino.
Correvano e correvano,
sembravano pompieri
quei quattro finocchiacci
dei [poliziotti] metropolitani.
Ragazzi e ragazze,
non pisciate nei canali,
ma pisciate negli stivali
delle guardie di città.
"Per via del suo contenuto beffardo e della sua forma approssimativa," spiega... (continua)
ἔδραμων καί ἔδραμον
(continua)
(continua)
inviata da Io non sto con Oriana 1/2/2019 - 15:55
Ol’ Man River
Per tradurre "An' dem dat plants' em is soon forgotten", non sarebbe più corretto "E quelli che le piantano sono presto dimenticati", rispetto a "E quel che si pianta sarà presto dimenticato"?
Giacomo Cocconcelli 1/2/2019 - 14:36
Perfect Sense
Lo giudicai, nonostante la sufficienza con cui fu accolto dalla critica, un album magnifico, riascoltandolo ogni volta mi vengono i brividi, qualcosa deve pur significare, per me è grandioso.
raffaele
raffaele
Raffaele 1/2/2019 - 12:16
Elegische Ironie
Riccardo Venturi 31-01-2019 19:21
IRONIA IN FORMA D'ELEGIA
(continua)
(continua)
31/1/2019 - 19:21
Ai preât la biele stele
nei miei libri trovo la canzone pubblicata:
la prima volta nella raccolta Canti di soldati, che Piero Jahier (Genova 1884 - Firenze 1966) riunisce riportando i canti dalla viva voce dei suoi soldati, facendone trascrivere le musiche dall’amico Vittorio Gui, e pubblica in diverse edizioni a partire dal 1918; nella terza edizione, casa musicale Sonzogno, Milano, 1919, a p. 28, nella sezione che riunisce le canzoni friulane, c’è il testo in ladino friulano, traduzione in italiano e musica, a tre voci nella tonalità di si bemolle maggiore.
poi in Canzoni della montagna - terza edizione completamente rifatta, Edizioni Tridentum, Trento, per i tipi dell’Istituto tipografico Mariani & Bossi - Milano - 1941; musica raccolta e trascritta da Guido Gabrielli; è a p. 50, con la sola indicazione “Canzone friulana” e la melodia a due voci in la bemolle magg.
poi in Ta-pum - canzoni in grigioverde,... (continua)
la prima volta nella raccolta Canti di soldati, che Piero Jahier (Genova 1884 - Firenze 1966) riunisce riportando i canti dalla viva voce dei suoi soldati, facendone trascrivere le musiche dall’amico Vittorio Gui, e pubblica in diverse edizioni a partire dal 1918; nella terza edizione, casa musicale Sonzogno, Milano, 1919, a p. 28, nella sezione che riunisce le canzoni friulane, c’è il testo in ladino friulano, traduzione in italiano e musica, a tre voci nella tonalità di si bemolle maggiore.
poi in Canzoni della montagna - terza edizione completamente rifatta, Edizioni Tridentum, Trento, per i tipi dell’Istituto tipografico Mariani & Bossi - Milano - 1941; musica raccolta e trascritta da Guido Gabrielli; è a p. 50, con la sola indicazione “Canzone friulana” e la melodia a due voci in la bemolle magg.
poi in Ta-pum - canzoni in grigioverde,... (continua)
Francesco Mazzocchi 31/1/2019 - 18:14
Faryzeusz
Il duetto Bardziej ha partecipato la sera del 13 gennaio a Ladek Zdrój al concerto conclusivo della raccolta nazionale di fondi organizzata dalla fondazione Wielka Orkiestra Świątecznej Pomocy (Grande Orchestra Caritatevole di Natale) di Jurek Owsiak che ogni anno mette insieme milioni di euro da destinare all'acquisto di attrezzature ospedaliere.
Krzysiek 31/1/2019 - 16:21
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