"Abitavo allora in una casa enorme in piena campagna, munita persino di una torre con l'orologio fermo alle 8,20 di chissà quale secolo. Quando mettevo il CD di Kay McCarthy e si arrivava alla canzone, spegnevo la luce e mi facevo tranquillamente venire i bordoni, proprio nella famosa torre dove mi ero ricavato una stanza coi libri e un tavolo. Come rivedere una scena di ventidue anni fa." Così scrivevo nell'introduzione oltre due anni fa. La versione incisa da KayMcCarthy nel 1995 per un cd pubblicato dalla defunta rivista "Avvenimenti" è finalmente in rete (sembra inserita dalla stessa Kay McCarthy):
Di anni ne sono passati ora ventiquattro, quasi venticinque e l'effetto è stato lo stesso, anni e anni dopo che non la ascoltavo. Ho spento la luce e mi sono fatto venire i bordoni.
La "riscrittura" di questa canzone si deve con tutta probabilità a Pino Masi, che la interpreta. Che Pino Masi abbia interpretato un intero album di traduzioni di canzoni di lotta nordirlandesi non è un caso: nella sua vita incredibile e leggendaria, è noto che si ritrovò di persona anche alla Bloody Sunday di Derry del 30 gennaio 1972. Da notare nel testo, la "Via delle Cascate" col nome "tradotto", per fare la rima con "barricate": ma si tratta di una traduzione sbagliata (si veda la traduzione italiana del testo originale). Le "cascate" non c'entrano niente. [RV]
Grazie a Lucone per la segnalazione autoriale, relativa anche a "Libera Belfast" (che aveva, peraltro, già segnalato nella relativa pagina). Nell'introduzione è stata inserita una nota al riguardo. Purtroppo, per ora non siamo riusciti a reperire indicazioni biografiche (ma solo discografiche) relative a Owen McDonagh; continueremo la ricerca.
Bella è proprio, specie se Benedetta suona quel meraviglioso strumento a percussione che non so come si chiama...
Non sono esperta di maggi, ma mi vien da pensare che i riferimenti alla guerra, alle battaglie,a Marte, come antagonisti dell'abbondanza e del piacere, possano affiorare dalla poesia epica rinascimentale, che tanto ispirò e piacque ai poeti e cantori popolari toscani
Se mai leggeranno questa versione, le ragazze rosignano-empolesi sappiano che un verso di essa l'ho rubato addirittura a William Shakespeare. Però non dico quale: se lo trovano, vorrà dire che l'hanno letta e mi farà molto, molto piacere. Con un saluto grosso come la Solvay. [RV]
Cara Roberta, la tua osservazione mi sembra quantomai azzeccata e pertinente. Nel Rinascimento toscano, espresso in tutte le sue possibilità culturali, l'antagonismo tra i “piaceri della vita” e la “guerra” è un riferimento costante, e ha anche una sua ben precisa valenza politica. Per fare un esempio lampante: Lorenzo il Magnifico, colui che scrive il “Lamento di Bacco e Arianna”, è anche colui che si adoperò affinché non si avessero conflitti tra i vari stati italiani, tanto da essere definito l' “Ago della Bilancia”. Per un motivo assai preciso: la signoria Medicea, al culmine con Lorenzo, aveva oltremodo chiaro che la guerra impedisce sì i piaceri della vita, e soprattutto impedisce i commerci e gli affari. Tutto il Rinascimento toscano nasce e prospera, fondamentalmente, dal mercantilismo e non bisogna celarselo storicamente. La fioritura delle arti è in diretta discendenza da una pace... (continua)
Un'interpretazione alternativa dei Maggiaioli dalla loro pagina "Tiktogram" (sarà qualcosa che ha a che fare con Instagram? Boh!). Per visualizzare il video, qui non riproducibile, scorrere la pagina finché non lo si trova: altro non saprei dirvi.
Se non mi sbaglio e se ricordo bene quello che hanno detto presentando la canzone al Teatro l'Affratellamento durante lo spettacolo sulle canzoni contro la guerra, il testo è originariamente una poesia del 1700 ma la musica è stata scritta dal gruppo che ha ritrovato il testo, forse proprio questi Maggiaioli?
finora inserita come "Fuck The War" in realta il titolo corrispondente al testo è Do it Like a G.O. Lo stesso album contiene una canzone intitolata "Fuck a War" che vado prontamente a inserire con quei 15 anni di ritardo.
I suoi capelli non si toccheranno mai sono il simbolo della sua vita per cui ha vissuto e creduto,tagliandosi i capelli sarebbe come rinnegare l'amore che ha cercato di trasmettere al mondo, lui è una bandiera peace in love.
"Your Queen Is a Reptile", "La vostra regina è un rettile",
mentre le mie regine sono tutte donne a sangue caldo, forti ed irriducibili, che hanno lottato tutta la vita contro l'oppressione, il razzismo, la violenza, caratteristiche queste deteriori che Shabaka Hutchings e i suoi Sons of Kemet attribuscono al colonialismo inglese e al suo rappresentante legale, Her Majesty The Queen.
The Well Below the Valley-O
Di anni ne sono passati ora ventiquattro, quasi venticinque e l'effetto è stato lo stesso, anni e anni dopo che non la ascoltavo. Ho spento la luce e mi sono fatto venire i bordoni.