Quasi in tempo reale mi associo a tutto quanto così bene sopraddétto a riguardo questo insuperabile capolavoro, dal dottor, professor Riccardo Venturi (tutt'altro che truffatore e imbroglione).
La rassegnazione di questo disgraziato mendicante è davvero stupefacente. I ciechi vagabondi suscitarono un po' ovunque canzoni popolari animate spesso da sentimenti anche uni opposti agli altri e, nel pieno rispetto di questa tradizione, i Malicorne propongono in questo caso un testo proveniente dal Bas-Poitou e una musica da un'altra provincia. L'hanno fatto spesso. La melodia in questione è quella di "Amour et Mantille", originariamente cantata in berrichon ovvero la langue d'oïl medioevale parlata nella regione del Berry, che suppongo a ben ragione essere la più amata da Gabriel Yacoub. Questo struggente lamento, raccolto all'inizio del 1900, è quasi sicuramente opera di un qualche letterato... (continua)
Marie Sauvet/Yacoub/De Malicorne non avrà, certo, più i 21 anni dell'Almanach; ne ha 67 ma secondo il mio modesto parere è sempre bellissima. Per non parlare della sua voce, nonostante qualche lievissimo arrochimento; ma 67 - 21 fa quarantasei. Chissà che la sua voce non sia trasmigrata in quella della ragazzina di cui ho messo il video...intanto stasera mi guardo tutto il concerto, grazie "Flavíusar" per averlo messo...!
Il concerto che ha messo Flavio è del 2011 quando Marie aveva 59 anni, 38 anni dopo Almanach. Ma al giorno d'oggi fanno ancora concerti? Io purtroppo me lo sono persi quando sono venuti in Svizzera nel 2015...
Dopo la separazione ognuno ha seguito la sua strada. Ogni tanto qualcuno li esortava in qualche modo a ritornare, ricordo di averlo fatto anch'io: senza risposta e senza ritorni. Oltrettutto Gabriel amava solo le canzoni macabre e sconfortate (più o meno come me: forse entrambi avremmo avuto bisogno di un analista!) e Laurent Vercambre non sopportava più le canzoni tristi dei Malicorne e ha iniziato a fare infatti il pagliaccio in giro. Dal 2005 Yacoub ha avuto i diritti sul patrimonio Malicorne (tranne Les Cathédrales, che non gli appartiene più)e nel 2010 ha accettato la proposta di Gérard Pont, direttore del Festival des Francofolies de La Rochelle di invitare all'interno di un suo concerto gli antichi compagni malicorniani per il tempo di una unica serata, tutti risposero di si compreso Hughes de Courson che abitava in Malesia. Furono invitati anche dei rappresentanti della scena recente... (continua)
Pensavo fosse quello del 2017 che è stato, fra l'altro, anche l'ultimo. Per il resto, pensa a me che conosco i Malicorne da quando te tu ti facevi la piscia a letto; e non li ho mai visti. A differenza di Flavíusar Póltróníeri, che secondo me non si limita ai Malicorne; voci di corridoio dicono che era quello che aveva dato il pezzo di formaggio al "luneux"...
In realtà in questo periodo mi sento piuttosto "il pezzo di formaggio".
Li ho anche registrati a Milano, al Teatro Cristallo il 26 ottobre del 1979, in quel periodo naturalmente non proponevano questa chanson de colporteur ma la chasse gallery, alexandre, la danse des damnés, jean des loups però non mancarono l'écolier assassin e le prince d'orange. Con loro c'era addirittura Brian Gulland al basson che io ricordavo nei fantastici Gryphon....ah, che tempi gloriosi: ero sempre innamorato e quando (spesso) la sera si andava ad ascoltare un concerto dovevi scegliere tra John Martyn, Bert Jansch, Ornette, Stivell, Don Cherry, John Renbourn, Embryo, Fairport Convention, Inti Illimani, Dollar Brand, Richard Thompson....
Aiuto!!!!
A rafforzare quanto detto da Riccardo alla fine della sua dotta presentazione:
Luneux, -euse, adj. Éclairé par la lune. (Soirées étoilées, ou luneuses, ou éclairées par les rayons bleus des lampes électriques) (Mille,Barnavaux,1908, p. 266)
il titolo in italiano andrebbe inteso quindi come "ILLUMINATO DALLA LUNA", nel testo è il protagonista medesimo che si presenta immediatamente come CIECO.
P.S. Ma davvero pensate che a qualcuno interessino tutte 'ste informazioni?
Beh, se per questo io sono il primo ad essere convinto che interessino pochi, pochissimi. Però, che dirti: dei telefonini non me ne cale, Instagram per me potrebbe essere un ottimo nome per una minestrina dietetica istantanea, il ràppe e la tràppe mi fanno venire la cacaiola, col rock sono fermo agli anni '70 (e ci resto volentieri; comunque il rock è un cadavere, attualmente), vado al bar per un caffeino e mi becco pensionati e ragazzotti che improvvisano comizi pro-Salvini, nelle sale d'attesa degli ospedali faccio traduzioni in islandese, non rispondo mai alle mail, poso una penna su un tavolo e poi sto un quarto d'ora a cercarla, come a te mi garbano antiche e tristissime canzoni contenenti termini rari, e così via. Tutto quel che ho fatto e continuo a fare nella vita, non interessa a molti. Ma chi se ne frega. Magari, a qualcuno, anche sì. E anche quello che fai tu. Quindi, fàllo. Un saluto e W l'Anarchia.
La scena si svolge in questi giorni a Sarvianos, sobborgo popolare di Santiago del Cile, popolato perlopiù da discendenti di emigrati livornesi e dove, all'ingresso, troneggia la targa stradale "SARVIANOS - BARRIO DEPISANIZADO". A una finestra, padre e hijo (Juan Ramón e Kevin Barontini) partecipano con le pentole di casa al cacerolazo di protesta, mentre Santiago è in fiamme. La mamma, Concepción Barsotti cg. Barontini, ha implorato le salvassero almeno la pentola a pressione, costata un fottìo di pesos.
La strofa che " sette e sette.." in origine non rispettava lo schema è faceva :
La banda di Barbieri era attrezzata
faceva le rapine a mano armata
sette e sette e sette fanno ventuno
arriva la volante e non c'è più nessuno...
Barbieri era il Bandito dell'isola (quartiere di Milano), il Robin Good di via Borsieri che dava parte dei proventi ai poveri.
Quando rapina a scappava con una Lancia Aprilia nera targata (targa falsa) 777 come il numero della polizia.
È morto di recente, gli hanno dedicato poco prima di morire un libro intervista della Mileu
In 1786 Robert Burns, national poet of Scotland, booked a ticket for a ship’s passage to Jamaica… In 2015 Jamaican singers and musicians began recording Robert Burns’ songs…
Adapted from The Slave's Lament by Robert Burns – Additional lyrics and Arrangement by Subrina Ward, Kieran C Murray
It was in sweet Senegal that my foes did me enthrall, (continua)
Possiedo l'album "L'asse d'equilibrio" (1968) e a parziale discolpa di Gaber (evidentemente più trasparenti lui e la casa discografica Ri-Fi, all'epoca, rispetto alla Fondazione che oggi ne cura il sito ufficiale e che in generale ne amministra il lascito artistico e culturale) va detto che nei crediti del disco la paternità di Herbert Pagani - non solo per questa canzone ma per altre tre - è scritta nero su bianco. :-) L'asse d'equilibrio
Alberta Beccaro - Venezia 29/10/2019 - 11:47
Cara Alberta, Gaber si starà rivoltando nella tomba (scusa l'espressione che fa schifo, mi è venuta così di getto) anche per moltissime altre cose gestite dalla fondazione....
My Cat: La versione inglese di Riccardo Venturi [2019] My cat: English version by Riccardo Venturi
My Cat: Version anglaise de Riccardo Venturi
My Cat: Riccardo Venturin englanninkielinen versio
"My cat" is the first militant animalist song in history! Alessio Lega
d’après la version italienne LA BARCA DI CARTA – Lorenzo Masetti – 2018
de la chanson chilienne (espagnol) – El barco de papel – Amerindios – 1973
Paroles et musique : Julio Numhauser
Album : Tu sueño es mi sueño, tu grito es mi canto (Ton rêve est mon rêve, ton chant est mon chant).
Selon le site Cantos Cautivos, c’était l’une des chansons les plus importantes des camps de détention de la dictature de Pinochet. Quand quelqu’un était libéré ou qu’il y avait des informations crédibles selon lesquelles un prisonnier aurait été envoyé en exil, une immense chorale chantait cette chanson à l’unisson avec force.
Dialogue Maïeutique
Celle-ci, Lucien l’âne mon ami, est une chanson chilienne et comme il est indiqué par le commentaire italien, une chanson qui était entonnée par les prisonniers des camps de détention où le gouvernement chilien du général Pinochet, un militaire félon tout comme... (continua)
La canzone non è prettamente contro la guerra, bensì contro la condotta degli USA nel mondo, la globalizzazione e la conseguente sudditanza psicologica di molti. Gli atteggiamenti citati satiricamente nella canzone come il neo colonialismo, la corsa allo spazio, le campagne commerciali aggressive di certi marchi americani (Coca Cola, Nike etc) non c'entrano direttamente con la guerra.