"Mi dispiace mamma. Il viaggio non è riuscito, Ti amo tanto! Sto morendo perché non riesco a respirare. Mi dispiace". Queste le parole agghiaccianti che una ragazza vietnamita di 26 anni avrebbe scritto alla famiglia poco prima di morire a bordo del tir frigorifero nell'Essex. Il messaggio è stato ricevuto alle 4.28 del mattino dei mercoledì in Vietnam, le 10.28 nel Regno Unito, quattro ore prima che venisse chiamata l'ambulanza e che venissero scoperti i corpi senza vita.
Gli autori della canzone dovrebbero essere Carlo Alberto Contini per il testo e Goran Kuzminac per la musica (dalle pagine Wikipedia dei due), nella pagina Wikipedia dei Nomadi gli autori non sono indicati. Qualcuno può smentire o cenfermare?
Angelo Di Salvo 25/10/2019 - 13:46
Sul CD è firmato "Carletti-Veroli-Kuzminac-Contini"
Italian version recorded by Aldo Donà, Dea Garbaccio and Nella Colombo (1943)
Version italienne enregistrée par Aldo Donà, Dea Garbaccio et Nella Colombo(1943)
Aldo Donàn, Dea Garbaccion ja Nella Colombon laulama italiankielinen versio (1942)
Carissimo, bisognerebbe però che tu ti firmassi "Flavíus"... "Flavíusar" è il genitivo richiesto dalla preposizione "til" :-). Lingua complicata assai l'islandese fu, aaah! :-) Un abbraccio.
Alle donne non lo so, ma di sicuro ai diabetologi qualcosa sì visto che la traduzione oggi me la sono fatta come passatempo all'ospedale di Torregalli per la periodica visita diabetologica. Con le immancabili sbirciatine interrogative delle persone in sala d'attesa, munite di smartòfoni e riviste. Io ero invece munito di quaderno, penna e dizionario "Ensk-íslensk orðabók". Comunque "Morðstúdentinn" sarebbe stato ancora più "Inglisc" se avessi scritto "Morðlærlingurinn"; solo che un "lærlingur", ahimè, è proprio lo scolaro delle elementari islandesi che va a scuola col pony....non ce lo vedo proprio a assassinare!
PS. Anvèdi er Giordanobbrùno, alias Gian Maria Volonté!
Probabilmente perché è "vox populi" che, conoscendo qualche lingua, si "becca" di più. Però, per quanto riguarda specificamente l'islandese, l'unica volta che ho "beccato" avevo 18 anni e lei 15, e non mi far dire nulla. Aveva un nome stratosferico, peraltro: si chiamava Unnur Valdimarsdóttir, ovvero "Amore, figlia di Valdemaro". Però, allora, di islandese ne sapevo due parole in croce. Cominciai a impararlo ammodino proprio in quel periodo...
Vedi che avevo ragione!?!
Noi che qui si parla solo piemunteis e patois non si becca mai se non le ciamporgne fruste...
Giordano Bruno l'ho citato - e linkato - a proposito della celebre scena del film di Montaldo in cui il nostro manda in orgasmo la Fosca Ciarlotta Rampling solo parlando...
Non so se il Bruno parlasse tante lingue, ma con la lingua l'era un demonio... tant'è che gliela mordacchiarono prima di bruciarlo...
Ciao
Ricordo ancora la prima volta che sentii, alla radio, questa canzone di Brassens. Rimasi fulminata. E,senza sapere chi fosse, comprai tutta la collezione dei suoi dischi e armata di vocabolario, cominciai a tradurre. Così amai Brassens e il francese.Lo avevo studiato a scuola, con una prof. che non aveva voglia di insegnare e che ci faceva fare solo dettati-verbi e passava l'ora a correggerli. Ogni accento, un punto, ogni errore, altro punto. Quanti 2! Si può mai imparare una lingua così? t
Non so cosa ha fatto scaturire la disperata richiesta di B.B., un entusiasmo sfrenato per la cupa atmosfera di questo brano oppure il dubbio a riguardo la sua legittimità sulle pagine del sito CCG. Rispondo con una traduzione un po' sbrigativa, ma spero, sufficente.
È una canzone di addio, di rottura, una canzone di amore perduto, ma con tutto entourage di tenebrosi anni ottanta, della Polonia sotto il regime di Jaruzelski. Il testo parla di volantini, di polizia segreta, di desolazione e di sconforto.
La storia si ripete :-(
The Guardian: Vietnamese families seek news of missing relatives after lorry tragedy