d’après la version italienne trouvée sur I pensieri di Protagora
SENZA TITOLO (VORREI ANDARE SOLA)
d’une chanson tchèque – Bez názvu (Chtěla bych jít sama) – Alena Synková – 1942-45
Poème d'Alena Synková (1926-2008), journaliste, écrivain, scénariste et dramaturge tchèque, juive, née à Prague. En 1942, elle fut internée dans le ghetto de Terezín et en fut l'une des rares survivantes. Son poème a été mis en musique par plusieurs auteurs, dont le pianiste et compositeur Leonard J. Lehrman dans sa Suite #2 pour Quatuor à cordes : Souvenir, op. 197, composée en 2010.
La storia dell'uso delle maiuscole e delle minuscole andrebbe scritta: occuperebbe un libro intero e sarebbe interessante non solo dal punto di vista ortografico e linguistico. Nei paesi anglosassoni, qualcosa (un titolo, un testo, un nome) scritto in tutte minuscole è visto spesso come qualcosa di "trasgressivo", che deve colpire e che simboleggia uno stato d'animo o una qualsiasi "presa di posizione" (un rifiuto verso ogni tipo di convenzione, una trasgressione) da parte di chi scrive. Famoso il caso del poeta americano Edward Estlin Cummings, che non solo si firmava invariabilmente "e e cummings" (in tutte minuscole e senza i punti dopo le iniziali), ma scriveva le sue opere (e imponeva che così fossero stampate e pubblicate) senza nessuna maiuscola, nemmeno nei casi dove la convenzione ortografica della lingua inglese lo prevede obbligatoriamente):
sAPEVO cHE lA cOSA tI aVREBBE aTTIZZATO, rICCARDO...
Naturalmente, della ribellione ortografica della Billie Eilish se ne sbattono tutti allegramente e invece a me pare importante, considerato il personaggio e quello che riesce a tirare fuori.
Saluzzi & Baciuzzi (cuneesi al rhum, s'intende, neh!)
ehm, ti ringrazio per i saluzzi e baciuzzi e ti scrivo rigorosamente in tutte minuscole, caro bb, però (con mio gran dispiacere!!!!!!) se mi rimpinzi di cuneesi al rhum (vale a dire zucchero + alcool) mi schizza la glicemia a 9000 circa e quindi MI VUOI MORTO (tutte maiuscole). sigh...sob...sniff....addio mondo crudele....
acc... porc vacc... cazz... mink..! m'ascurdai del tuo stato di saluzze! lungi da me voletti motto! e poi io da solo con l'yiddisce come faccio?!?
allora, saluzzi & salameleccuzzi!
(quelli almeno li puoi mangiare, no? con parsimonia... consiglio la salsizza di Bra cruda...)
Con parsimonia sì perché i dottorazzi mi hanno detto che so' stato bravo, che sto tanto bene e mi hanno levato anche diverse pasticcacce che dovevo prendere...quindi vada per le salsiccine di Bra! Però oggi, dopo che ti ho scritto il messaggino di prima, una bella zuppina di verdure e tante belle carotine lesse...il tutto innaffiato con Eau-du-Robinet® grand cru Acquedotto di Mantignano annata 2019, la migliore! Gnam! Menomale che a me, in fondo, piace ogni cosa tranne i fagiolini lessi.... ^^^
(Með nokkrum leiðréttingum eftir Rikarði V. Albertssyni / Con qualche correzione di RV / With some adjustments by RV / Avec quelques corrections par RV / Joillakin korjauksilla Riccardo Venturilta)
"Addò pastin' 'o grano, 'o grano cresce
riesce o nun riesce, semp'è grano chello ch'esce"
può essere inteso in modo romantico ed antirazzista dove il grano rappresenta l'umanità (dove semini quel che ne esce è pur sempre grano indipendentemente dal colore) ma potrebbe, contestualizzandolo al periodo storico, avere un'interpretazione razzista, intendendo "dove si pianta il grano, il grano cresce" come un'esclusione della possibilità che nasca ad esempio "farro", quindi in questo caso si insinuerebbe che qualcuno non si sia limitato/a a piantare solo "grano" (facendosi fecondare da individui con il colore della pelle più simile alla propria) ma dalla germogliazione d'una piantina di "farro" si svela la scelta del cereale piantato (facendosi fecondare da un simile con la pelle scura e pure caratteristiche genetiche dominanti...).
Personalmente amo la prima visione ma non posso negare che contestualizzando la canzone con la conoscenza e l'approccio alla diversità diffusi a quell'epoca mi rimangano dei dubbi.
Sarà un caso, ma c'è sempre qualcosa che inizia con Pin-, a Santiago: Pinochet, Piñera (anche se quest'ultimo ci ha la "tilde", speriamo gli vada diritta nel culo). Santiago di nuovo col coprifuoco e con l'esercito e i blindati per le strade. Quarantasei anni e non sentirli!
Certo che lo è Bernart! L'avevi segnalato già tre anni fa, Riccardo l'ha scritto da qualche parte che i tempi del sito sono lunghi ma qui mi sa che la cosa da fare è proprio togliere l'intera (per altro lacunosissima) pagina e inserirla appunto in Le petit roi de Sardaigne [Gironfla]