I Hate Hitler
[1995?]
Nell'EP "1, 2, 3, 4 – Bullenstaat!"
Se con Eva Braun a qualche cialtrone poteva essere venuto il dubbio sulla collocazione politica de Die Ärzte, qui invece la punk band tedesca fa definitivamente chiarezza...
Nell'EP "1, 2, 3, 4 – Bullenstaat!"
Se con Eva Braun a qualche cialtrone poteva essere venuto il dubbio sulla collocazione politica de Die Ärzte, qui invece la punk band tedesca fa definitivamente chiarezza...
Das nächste Stück ist ein Stück für all die scheiß Faschisten in unserem Land! Es heißt: I hate Hitler!
(continua)
(continua)
inviata da B.B. 13/10/2019 - 21:14
Percorsi:
CCG Antifà: Antifascismo militante
Eva Braun
[1983]
Una canzone che risale agli esordi della punk band tedesca.
Inclusa solo in un live bootleg e poi in raccolte successive, da ultima "They've Given Me Schrott! - Die Outtakes" (2019)
Una canzone chiaramente satirica che però fu subito espunta dalla produzione e dai live de Die Ärzte, perchè fraintesa ed addirittura salutata dai neonazi come un inno alla consorte di Adolf Hitler...
Una canzone che risale agli esordi della punk band tedesca.
Inclusa solo in un live bootleg e poi in raccolte successive, da ultima "They've Given Me Schrott! - Die Outtakes" (2019)
Una canzone chiaramente satirica che però fu subito espunta dalla produzione e dai live de Die Ärzte, perchè fraintesa ed addirittura salutata dai neonazi come un inno alla consorte di Adolf Hitler...
Eva, Eva...
(continua)
(continua)
inviata da B.B. 13/10/2019 - 21:03
Marciar Marciar
Il testo che segue è tratto dal bel libretto "Canti popolari del Cusio, 1977" pagina 23, presentato dalla signora Adriana alla pagina "Canzone della vecchia miniera".
Queste le note esplicative:
Vorrei riportare anche la didascalia associata all'immagine del piccolo paese
Case della Piana di Forno, nell'alta val Strona. che fu nido di partigiani nei lunghi inverni della guerra. I loro canti sono l'aspetto meno celebrato, ma più umano della vita alla macchia. Parlano di figli con la penna d'alpino, tornati dal fronte al bosco dietro casa, a difendere l'orto e la vacca. O partigiani ragazzi, che non sono mai partiti e, prima ancora di diventare uomini, si trovano ad imbracciare il mitra sul sentiero dell'ultimo gioco e del primo amore.
Queste le note esplicative:
"MARCIAR"
« Marciar » è il più famoso canto partigiano dell'alto novarese, conosciuto e cantato da tutte le formazioni della zona. Pare sia stato composto da Antonio Di Dio, caduto a Megolo, fratello di Alfredo, Comandante della «Val Toce». Qualcuno però lo attribuisce a Filippo M. Beltrami.
« Marciar » è il più famoso canto partigiano dell'alto novarese, conosciuto e cantato da tutte le formazioni della zona. Pare sia stato composto da Antonio Di Dio, caduto a Megolo, fratello di Alfredo, Comandante della «Val Toce». Qualcuno però lo attribuisce a Filippo M. Beltrami.
Vorrei riportare anche la didascalia associata all'immagine del piccolo paese
Case della Piana di Forno, nell'alta val Strona. che fu nido di partigiani nei lunghi inverni della guerra. I loro canti sono l'aspetto meno celebrato, ma più umano della vita alla macchia. Parlano di figli con la penna d'alpino, tornati dal fronte al bosco dietro casa, a difendere l'orto e la vacca. O partigiani ragazzi, che non sono mai partiti e, prima ancora di diventare uomini, si trovano ad imbracciare il mitra sul sentiero dell'ultimo gioco e del primo amore.
Mamma non piangere se più non tornerò,
(continua)
(continua)
inviata da gianfranco 13/10/2019 - 10:09
Ma che volete da noi?
1973
Un Poco Abitudine...
Un Poco Abitudine...
Ma che volete da noi?
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 12/10/2019 - 23:48
Tu non sai che cos'è
1970
Ti ho parlato della guerra
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 12/10/2019 - 14:59
Ma che bella giornata di sole
E' necessario che Antonello Venditti costruisca su questa meravigliosa canzone (che feci ascoltare pubblicamente quando mia moglie soccombette di tumore causato dalla nave dei veleni sul Tirreno Cosentino) un video esplicativo dei contenuti dedicati alla deportazione ed alla Resistenza.
Sono il Presidente dell'ANPI del Tirreno Cosentino e ne sarei MOLTO felice.
Massimo Converso
Cittadella del Capo (CS)
Sono il Presidente dell'ANPI del Tirreno Cosentino e ne sarei MOLTO felice.
Massimo Converso
Cittadella del Capo (CS)
12/10/2019 - 10:07
No Killing
(1986)
dall'album The Blind Leading the Naked
dall'album The Blind Leading the Naked
I don't wanna see my brother die
(continua)
(continua)
11/10/2019 - 23:32
L’Apologie des Jambes
L’Apologie des Jambes
Chanson française – L’Apologie des Jambes – Marco Valdo M.I. – 2019
ARLEQUIN AMOUREUX – 3 bis
Opéra-récit historique en multiples épisodes, tiré du roman de Jiří Šotola « Kuře na Rožni » publié en langue allemande, sous le titre « VAGANTEN, PUPPEN UND SOLDATEN » – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1972 et particulièrement de l'édition française de « LES JAMBES C'EST FAIT POUR CAVALER », traduction de Marcel Aymonin, publiée chez Flammarion à Paris en 1979.
Dialogue Maïeutique
Et les jambes, maintenant ! Marco Valdo M.I. mon ami, tu ne sais qu’inventer pour attirer l’attention du populo, pour piquer le badaud au vif, pour capturer un instant le chaland qui passe. Des jambes, je le demande, à quoi ça rime ? Où cela nous mène ?
À peu près n’importe où, Lucien l’âne mon ami. Les jambes nous mènent du début à la fin, elles conduisent immanquablement ailleurs,... (continua)
Chanson française – L’Apologie des Jambes – Marco Valdo M.I. – 2019
ARLEQUIN AMOUREUX – 3 bis
Opéra-récit historique en multiples épisodes, tiré du roman de Jiří Šotola « Kuře na Rožni » publié en langue allemande, sous le titre « VAGANTEN, PUPPEN UND SOLDATEN » – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1972 et particulièrement de l'édition française de « LES JAMBES C'EST FAIT POUR CAVALER », traduction de Marcel Aymonin, publiée chez Flammarion à Paris en 1979.
Dialogue Maïeutique
Et les jambes, maintenant ! Marco Valdo M.I. mon ami, tu ne sais qu’inventer pour attirer l’attention du populo, pour piquer le badaud au vif, pour capturer un instant le chaland qui passe. Des jambes, je le demande, à quoi ça rime ? Où cela nous mène ?
À peu près n’importe où, Lucien l’âne mon ami. Les jambes nous mènent du début à la fin, elles conduisent immanquablement ailleurs,... (continua)
Arlecchina, je suis ensorcelé
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 11/10/2019 - 22:08
This Land
2019
This Land
Lui, afroamericano che vive in Texas, è benestante, ha un ranch, una bella auto. Il vicino di casa non crede che un nero possa vivere in un posto del genere, gli dice: negro, tornatene a casa tua. E lui esplode: vaffanculo, sono figlio dell’America, questa è la mia casa. Non è una parafrasi, è il testo della canzone che apre il nuovo album di Gary Clark Jr e gli dà il titolo.
“This land” è l’eco di “This Land is Your Land” distorta da un groove lento e minaccioso. La canzone di Woody Guthrie rappresentava la visione di un’America senza steccati, dalla California all’isola di Manhattan. Questa racconta di un paese che ottant’anni dopo non ha ancora risolto la questione afroamericana. Il cantante e chitarrista texano ha questa capacità: riesce a prendere modi e stereotipi del blues, del folk, del soul e del rock e farli suonare contemporanei.
rockol.it
This Land
Lui, afroamericano che vive in Texas, è benestante, ha un ranch, una bella auto. Il vicino di casa non crede che un nero possa vivere in un posto del genere, gli dice: negro, tornatene a casa tua. E lui esplode: vaffanculo, sono figlio dell’America, questa è la mia casa. Non è una parafrasi, è il testo della canzone che apre il nuovo album di Gary Clark Jr e gli dà il titolo.
“This land” è l’eco di “This Land is Your Land” distorta da un groove lento e minaccioso. La canzone di Woody Guthrie rappresentava la visione di un’America senza steccati, dalla California all’isola di Manhattan. Questa racconta di un paese che ottant’anni dopo non ha ancora risolto la questione afroamericana. Il cantante e chitarrista texano ha questa capacità: riesce a prendere modi e stereotipi del blues, del folk, del soul e del rock e farli suonare contemporanei.
rockol.it
Paranoid and pissed off
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 11/10/2019 - 15:53
Un nome, un senso
1974
Un nome, un senso
Un nome, un senso
Un nome ad ogni uomo
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 11/10/2019 - 15:04
Errore Giudiziario
1974
Un nome, un senso
Un nome, un senso
Prendi su la tua roba
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 11/10/2019 - 14:50
Percorsi:
Dalle galere del mondo
Alla finestra
1974
Un nome, un senso
Un nome, un senso
Lungo le strade della città
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 11/10/2019 - 14:22
Poeta compañero
1974
Un nome, un senso
Un nome, un senso
Una coperta d'azzurro, Santiago
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Scotti 11/10/2019 - 14:10
Migrazioni
2019
Tradizione e tradimento
Tradizione e tradimento
Quest’anno come sempre
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 11/10/2019 - 12:56
A prescindere da me
2019
Tradizione e tradimento
A prescindere da me inizia a darci un assaggio della componente elettronica che caratterizza l’album. Elettronica che però non prende il sopravvento da protagonista della scena, ma fa semplicemente il suo lavoro, fondendosi con gli strumenti in maniera sapiente e “colorando” le canzoni dando loro un respiro ampio. Il testo è un invito a muoversi, a non restare fermi, fossilizzati, ad uscire quindi dalla nostra “comfort zone” per guardare avanti, crescere, imparare, maturare e cambiare, mantenendo sempre fissa la coscienza di chi siamo e siamo stati, perchè rimanendo immobili si muore (“tu muoviti per sempre pigramente / si muore nel rigore / nel movimento assente, nel pensiero senza amore / ed io è di questo che ho paura / perché quando mi fermo è arrivata la mia ora”). Proprio il parallelismo che fa Fabi tra immobilismo e morte ci fa tornare alla mente la poesia... (continua)
Tradizione e tradimento
A prescindere da me inizia a darci un assaggio della componente elettronica che caratterizza l’album. Elettronica che però non prende il sopravvento da protagonista della scena, ma fa semplicemente il suo lavoro, fondendosi con gli strumenti in maniera sapiente e “colorando” le canzoni dando loro un respiro ampio. Il testo è un invito a muoversi, a non restare fermi, fossilizzati, ad uscire quindi dalla nostra “comfort zone” per guardare avanti, crescere, imparare, maturare e cambiare, mantenendo sempre fissa la coscienza di chi siamo e siamo stati, perchè rimanendo immobili si muore (“tu muoviti per sempre pigramente / si muore nel rigore / nel movimento assente, nel pensiero senza amore / ed io è di questo che ho paura / perché quando mi fermo è arrivata la mia ora”). Proprio il parallelismo che fa Fabi tra immobilismo e morte ci fa tornare alla mente la poesia... (continua)
La strada si fa stretta ed è più stretta ad ogni giro di lancette
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 11/10/2019 - 12:54
Preghiera dei partigiani
anonimo
Santa Maria Mater Dei
manda giù i parabei
manda giù i munizziùn
de masà quij lazarùn
manda giù i parabei
manda giù i munizziùn
de masà quij lazarùn
11/10/2019 - 11:03
Là su quei monti
Al seguente indirizzo trovate il video "Demonte in guerra, agosto 1944", relativo agli eventi descritti nei precedenti commenti. La durata è di 107 minuti
gianfranco 10 ott.2019
gianfranco 10 ott.2019
10/10/2019 - 21:17
L'isola
Chanson italienne – L’isola – Michele Gazich – 2018
Crainte comme cri, attendue comme chant, cette œuvre peut à juste titre être décrite comme l’authentique « Spoon River » italienne. On parle de morts, c’est clair, mais les personnages impliqués ne sont pas « juste morts ». Ils sont morts deux fois : la première fois parce qu’ils étaient malades et internés dans un asile ; la deuxième fois parce que « les hôtes », les internés, d’origine juive, ont été déportés et tués. Tous les personnages racontés dans l’album vivaient, ou plutôt habitaient, sur la petite île de San Servolo, une oasis de terre pittoresque dans la lagune vénitienne. Ils vivaient dans un édifice très ancien, utilisé comme monastère pendant environ mille ans, mais en 1715, on l’a transformé en hôpital militaire et après moins de dix ans, en « hôpital psychiatrique ». Et cette destination est restée, malgré plusieurs changements,... (continua)
Crainte comme cri, attendue comme chant, cette œuvre peut à juste titre être décrite comme l’authentique « Spoon River » italienne. On parle de morts, c’est clair, mais les personnages impliqués ne sont pas « juste morts ». Ils sont morts deux fois : la première fois parce qu’ils étaient malades et internés dans un asile ; la deuxième fois parce que « les hôtes », les internés, d’origine juive, ont été déportés et tués. Tous les personnages racontés dans l’album vivaient, ou plutôt habitaient, sur la petite île de San Servolo, une oasis de terre pittoresque dans la lagune vénitienne. Ils vivaient dans un édifice très ancien, utilisé comme monastère pendant environ mille ans, mais en 1715, on l’a transformé en hôpital militaire et après moins de dix ans, en « hôpital psychiatrique ». Et cette destination est restée, malgré plusieurs changements,... (continua)
L’ÎLE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 10/10/2019 - 19:06
Il testamento di Orso
LETTERA APERTA DELLA FAMIGLIA DI ORSO ALLA CITTÀ di FIRENZE: “Comune e Regione prendano posizione. Non facciamo nuovamente morire Lorenzo”.
Lorenzo, nostro figlio e fratello, è morto il 18 marzo 2019 in Rojava combattendo a fianco dei curdi e delle forze confederate della Siria contro l'ISIS e gli ultimi resti il califfato.
La sua storia, la storia di un giovane che partendo da Rifredi aveva deciso di lasciare tutto, la sua città, casa, lavoro, famiglia, amici... per sostenere il popolo curdo in questa lotta ha emozionato molte
persone.
Vi scriviamo per chiedervi: volete abbandonare chi ha combattuto l’Isis?
Lorenzo è stato riconosciuto come un esempio di partigiano internazionalista e antifascista, che ha scelto da che parte stare e di schierarsi concretamente andando a combattere dove c'era bisogno di lottare per sradicare il fascismo che in quelle aree si stava affermando nelle forme... (continua)
10/10/2019 - 11:50
Cherokee Louise
[1991]
Scritta da Joni Mitchell
Nell'album "Night Ride Home"
Scritta da Joni Mitchell
Nell'album "Night Ride Home"
Cherokee Louise is hiding in this tunnel
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/10/2019 - 21:51
Ethiopia
[1985]
Scritta da Joni Mitchell
Nell'album "Dog Eat Dog"
Scritta da Joni Mitchell
Nell'album "Dog Eat Dog"
Hot winds and hunger cries Ethiopia
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/10/2019 - 21:42
Tax Free
[1985]
Scritta da Joni Mitchell e Larry Klein
Nell'album "Dog Eat Dog"
La voce del televangelista è quella di Rod Steiger, quello de "Le mani sulla città" di Rosi e de "L'uomo del banco dei pegni" di Lumet, per intenderci...
Scritta da Joni Mitchell e Larry Klein
Nell'album "Dog Eat Dog"
La voce del televangelista è quella di Rod Steiger, quello de "Le mani sulla città" di Rosi e de "L'uomo del banco dei pegni" di Lumet, per intenderci...
Front rooms
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/10/2019 - 21:35
Percorsi:
Antiwar Anticlericale
Marciar Marciar
Qui potete ascoltare il disco "Ribelli per amore, Letture e Canti della Resistenza.". La durata è circa 31 minuti.
buon ascolto - gianfranco
buon ascolto - gianfranco
9/10/2019 - 20:49
L'amour et la guerre
(disco del 2006)
Ils nous ont défendu
(continua)
(continua)
inviata da Giorgio Guelmani 9/10/2019 - 16:37
Preghiera del Ribelle
Qui potete ascoltare la preghiera del ribelle, dall'album "Resistenza Ieri ed Oggi"
gianfranco 9 ott.2019
gianfranco 9 ott.2019
9/10/2019 - 15:20
Le petit qui pleure
Ho fatto una ricerca veloce a proposito, ma come presumevo non ho trovato niente. Sarà conosciuto fra romanisti polacchi, ma nessuna traccia di qualche traduzione o interpretazione delle sue poesie. Neanche la sua "Va danser", cantata al suo tempo da Edith Piaf, risulta tradotta da noi. L'unica cosa che sono riuscito a scovare è il fatto che viene elencato tra i primi poeti cantautori francesi sulla pagina della Wiki polacca dedicata alla canzone francese.
Piosenka francuska
Un salutone e un abbraccio.
Piosenka francuska
Un salutone e un abbraccio.
Krzysiek 8/10/2019 - 23:13
Il galeone
Trovo questa pagina, Il canto politico in Italia: il caso de Il Galeone, frutto di una ricerca meticolosa di Giulia Pisu, e ve la sottopongo. Non per intero – se volete ve l'andate a leggere – ma in estratto, per quel che riguarda il testo originale di Belgrado Pedrini.
Come è noto, Il Galeone prende origine dalla poesia intitolata Schiavi! composta nel 1967 dal partigiano, anarchico carrarese Belgrado Pedrini (1913-1979) durante la detenzione nel carcere di Fossombrone. Il 5 ottobre 1974, sulla rivista carrarese Presenza anarchica, senza alcun titolo né nome di autore/trice, viene pubblicato il testo che poi diventerà quello de Il Galeone, un testo con consistenti variazioni rispetto all’originale di Pedrini. Lo stesso anno tale testo viene adattato musicalmente dalla cantautrice anarchica spezzina Paola Nicolazzi (1933-2014), che nel 1978 lo incide con il titolo Il Galeone, nel disco Quella... (continua)
Come è noto, Il Galeone prende origine dalla poesia intitolata Schiavi! composta nel 1967 dal partigiano, anarchico carrarese Belgrado Pedrini (1913-1979) durante la detenzione nel carcere di Fossombrone. Il 5 ottobre 1974, sulla rivista carrarese Presenza anarchica, senza alcun titolo né nome di autore/trice, viene pubblicato il testo che poi diventerà quello de Il Galeone, un testo con consistenti variazioni rispetto all’originale di Pedrini. Lo stesso anno tale testo viene adattato musicalmente dalla cantautrice anarchica spezzina Paola Nicolazzi (1933-2014), che nel 1978 lo incide con il titolo Il Galeone, nel disco Quella... (continua)
B.B. 8/10/2019 - 21:54
San Piero
Sul sito del Coro Stelutis trovo una versione alquanto confusa, raccolta nel bolognese nel 1981. Confusa ed edulcorata, che l'esordio è per la voce di lui che accusa lei di averlo tradito, sicchè l'ha lasciata... Si perde poi l'origine militare del fedifrago... Niente a che vedere con la straziante versione della Bueno... Non credo di doverne riportare nemmeno il testo... Chi ha voglia, se lo vada a leggere.
B.B. 8/10/2019 - 21:25
Todesfuge
Sono capitato per vie traverse su questa pagina, che meraviglia tutte queste traduzioni! Hey, a proposito di quella ungherese: il traduttore György Faludy non era mica uno qualsiasi ma un poeta di prima qualità, uno davvero tosto, a Toronto hanno addirittura costruito un parco commemorativo in suo onore di fronte a dove abitava, sentite qua come scriveva:
Impara questa mia poesia, perché
questo libro per quanto ti apparterrà?
Se è tuo, lo prenderanno in prestito,
a Hegyeshalom lo confischeranno,
nella biblioteca viene smarrito,
e se no: la sua carta è cosi scadente,
s’ingiallisce, si strappa, si rompe,
s’essicca, si gonfia, si dissolve,
prende fuoco spontaneamente,
ne bastano duecentoquaranta gradi –
cosa pensi, com’è rovente la città
mentre dal fuoco viene divorata?
Impara questa mia poesia.
Impara questa mia poesia, perché
presto non ci saranno più libri,
niente più rime... (continua)
Impara questa mia poesia, perché
questo libro per quanto ti apparterrà?
Se è tuo, lo prenderanno in prestito,
a Hegyeshalom lo confischeranno,
nella biblioteca viene smarrito,
e se no: la sua carta è cosi scadente,
s’ingiallisce, si strappa, si rompe,
s’essicca, si gonfia, si dissolve,
prende fuoco spontaneamente,
ne bastano duecentoquaranta gradi –
cosa pensi, com’è rovente la città
mentre dal fuoco viene divorata?
Impara questa mia poesia.
Impara questa mia poesia, perché
presto non ci saranno più libri,
niente più rime... (continua)
Flavio Poltronieri 8/10/2019 - 18:41
Guantanamo
Rinominata "Ball and Chain" la canzone è diventata il nuovo singolo degli Who che anticipa il nuovo album Detour
BALL AND CHAIN
(continua)
(continua)
8/10/2019 - 10:59
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