Spero che una critica sia accolta. Della versione più famosa del IL SIRIO ho sempre detestato il finale, che veniva cantato in tono di scherno (?!): "E fra loro - lerì- un vescovo c'era - lerà - dando a tutti - lerì - la sua benedizion"... Spuntano dei lerì lerà totalmente immotivati; evidente presa in giro del vescovo e della benedizione... Come ascoltatrice e come musicologa contesto questa strumentalizzazione della disgrazia e della bella canzone, che ne esce rovinata.
Carissima Marina Valmaggi, sempre che sia tu l'autrice del commento critico (che ci è pervenuto anonimo e che abbiamo comunque pubblicato), permettici prima di tutto di dire che il diritto di critica è sacrosanto, e che non siamo certo adusi a conculcarlo ancorché rivolto verso un componimento popolare. La cosiddetta “Musa popolare”, come senz'altro ben saprai, non si cura granché dei riempitivi che debbono adattarsi alle melodie e alla struttura del verso in musica, tanto più che la quasi totalità delle melodie sulle quali sono cantati tali componimenti è di derivazione precedente, che va a formare come un sostrato nel quale, sovente, trasmigrano anche i “lerì lerà”, i “trallallà” o quant'altro. Ferma restando la tua critica, in tutta sincerità non crediamo che si tratti affatto di una forma di scherno, di presa in giro o quant'altro; se ti qualifichi come musicologa, dovrebbe peraltro trattarsi... (continua)
Beh, come sai, nel nostro "Minestrone" abbiamo anche un nutrito percorso dedicato alle più antiche; questa canzone potrebbe formare il primo mattoncino per il percorso "le più future" :-) Scritta da Gualtiero Bertelli, androide veneziano del 40° secolo, che se il suo antenato del 21° secolo mi legge mi manda in kiülo seduta stante...
Assolutamente sí. Anzi, non solo ho provveduto a specificare il Patwah per questa canzone, ma per tutte le altre di LKW presenti nel sito (a parte una redatta in inglese standard). Sto anche scrivendo una introduzione. Gioncùjen per la segnalazione comunque!
Soldado no, la interpretazione di Francisco "Paco" Curto
Nell'album storico "La guerra civil Española" (2010). Presente anche nel doppio CD "Spagna 1936 - Un sogno che resiste", Istituto Ernesto De Martino, Sesto Fiorentino, 2017.
...Macché.
È passata una settimana e il blog delle Ricette Asociali è rimasto impantanato alla tredicesima ricetta.
Che porta anche malissimo, ovviamente.
Proprio pigro.
Ma pigro pigro pigro...!
Is “Rossi” a Finnish family name, too? This confirms my idea that Finnish and Italian have a very similar syllabic structure in spite of their totally different origin. I have collected a whole list of words that are identical in Finnish and Italian, though -of course- with different meanings. “Matti Rossi” means “red lunatics” in Italian. Pieni, suora, torni, alla, palo, posti, sala, tuo, valli, vene, mela, mieli, sana, soma, veto, matto, paperi, ripa, suoni etc. are all both good Finnish and Italian words. Of course, there's no ryijy in Italian...
Riccardo Venturi 31/8/2018 - 18:07
Indeed, Rossi is a Finnish surname, too, by far not as common as in Italy, however. According to statistics, there are 2 473 people by the name of Rossi living in Finland meaning that it ranks 335th in the list of most common names. Number one in that list is Korhonen which is the name of 22 583 people in Finland (0,41 % of the entire population).
The earliest record of the name dates back to 1640 referring to a man by the name of Ambrosius Rossi. It's presumed that the name Rossi is a dialectic adaptation of Ambrosius.