Here's Adieu to All Judges and Juries
anonimo
Versione italiana di Cattia Salto
la versione originaria di "Judges and Juries" era un lament, uno straziante lamento del detenuto che piange la separazione dalla sua fidanzata, o viceversa
La ballata è ripresa anche nella serie televisiva "Sharpe's Rifles"
Terre eltiche
La ballata è ripresa anche nella serie televisiva "Sharpe's Rifles"
Terre eltiche
ADDIO A TUTTI I GIUDICI E ALLE GIURIE
(continua)
(continua)
inviata da Cattia Salto 23/3/2018 - 23:14
Kumbaya, my love
2018
Ti distrai scrivendo canzoni e ti risvegli in un paese razzista.
Aldilà del disco che arriverà, oggi esce un singolo a cui ho lavorato velocemente nei ritagli di tempo: un'istantanea.
Celebrare la memoria di alcuni avvenimenti non è roba da paleontologi ma un modo per ricordare che certe conquiste di civiltà non andrebbero date per scontate.
Anche essere liberi di amare chi vogliamo è un privilegio da non sottovalutare.
"Finché distanza non vi separi..." sanciva la formula di matrimonio fra schiavi, perché l'uno o l'altra avrebbero potuto essere venduti a un diverso padrone in qualsiasi momento e interrompere, costretti, il loro amore a tempo determinato. Terribile.
In un clima tanto teso per il nostro paese, spero che questa canzone, che guarda alle sterminate piantagioni di cotone americane e alla culla dell'umanità, mamma Africa, aiuti nel suo piccolo ad alleggerire un'aria... (continua)
Ti distrai scrivendo canzoni e ti risvegli in un paese razzista.
Aldilà del disco che arriverà, oggi esce un singolo a cui ho lavorato velocemente nei ritagli di tempo: un'istantanea.
Celebrare la memoria di alcuni avvenimenti non è roba da paleontologi ma un modo per ricordare che certe conquiste di civiltà non andrebbero date per scontate.
Anche essere liberi di amare chi vogliamo è un privilegio da non sottovalutare.
"Finché distanza non vi separi..." sanciva la formula di matrimonio fra schiavi, perché l'uno o l'altra avrebbero potuto essere venduti a un diverso padrone in qualsiasi momento e interrompere, costretti, il loro amore a tempo determinato. Terribile.
In un clima tanto teso per il nostro paese, spero che questa canzone, che guarda alle sterminate piantagioni di cotone americane e alla culla dell'umanità, mamma Africa, aiuti nel suo piccolo ad alleggerire un'aria... (continua)
I campi di cotone
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 23/3/2018 - 23:10
Scarborough Fair/Canticle, provided with The Elfin Knight, Whittingham Fair and Rosemary Lane, and with an Appendix on Riddles Wisely Expounded
Wielka Lipa
21 marzo 2018
21 marzo 2018
Krzysiek 23/3/2018 - 23:02
Viaggia sona e canta
2015
Tra le pieghe di un cielo stellato
Testo, musica di Bruno Mauro- Flavio Giordano
2017
Di Terra, di mare e di stelle
Feat. Vincenzo Romano
"Chitarra e tamburello non conoscono frontiere" e "nessuno deve perdere la dignità" una musica popolare, una tammurriata che diventa un canto di integrazione. Mi vengono in mente, ascoltando questa canzone la frase: “Là dove senti cantare, fermati. Gli uomini malvagi non hanno canzoni…” di Léopold Sédar Senghor (1906-2001), poeta senegalese, presidente del Senegal tra il 1960 ed il 1980. E la canzone Le radici ca tieni dei Sud Sound System
Tra le pieghe di un cielo stellato
Testo, musica di Bruno Mauro- Flavio Giordano
2017
Di Terra, di mare e di stelle
Feat. Vincenzo Romano
"Chitarra e tamburello non conoscono frontiere" e "nessuno deve perdere la dignità" una musica popolare, una tammurriata che diventa un canto di integrazione. Mi vengono in mente, ascoltando questa canzone la frase: “Là dove senti cantare, fermati. Gli uomini malvagi non hanno canzoni…” di Léopold Sédar Senghor (1906-2001), poeta senegalese, presidente del Senegal tra il 1960 ed il 1980. E la canzone Le radici ca tieni dei Sud Sound System
E nuie campamm 'e musica
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 23/3/2018 - 22:55
Non mi avete fatto niente
YOU'VE DONE NOTHING TO ME
(continua)
(continua)
inviata da Francesca Macilletti 23/3/2018 - 01:35
Stelle marine
2017
Album: Terra
Dentro ci sono gli insulti e le preghiere, dei canti allegri e struggenti, gli interessi dell’Eni, il cielo dipinto di blu metallizzato, chi si salva camminando sulle acque del Mediterraneo, la sabbia del Sahara che a volte ritroviamo sul parabrezza della macchina dopo che ha piovuto. La 90 che è la circolare esterna, l’autobus che prendevo appena arrivato a Milano sette otto anni fa sentendomi molto solo e molto contento di essere lì.
Vasco Brondi
Album: Terra
Dentro ci sono gli insulti e le preghiere, dei canti allegri e struggenti, gli interessi dell’Eni, il cielo dipinto di blu metallizzato, chi si salva camminando sulle acque del Mediterraneo, la sabbia del Sahara che a volte ritroviamo sul parabrezza della macchina dopo che ha piovuto. La 90 che è la circolare esterna, l’autobus che prendevo appena arrivato a Milano sette otto anni fa sentendomi molto solo e molto contento di essere lì.
Vasco Brondi
In questa notte
(continua)
(continua)
22/3/2018 - 23:35
Inno a Nikkal [h.6 Zaluzi di Nikkal] dalle Canzoni Hurritiche / Hymn to Nikkal [h.6 Zaluzi to Nikkal] from the Hurrian Songs
[XV Secolo a.C.
15th Century b.C.]
Dalle "Canzoni Hurritiche"
From the "Hurrian Songs"
Comincerei questa pagina “speciale” accozzando tre affermazioni: ha a che fare con la Siria, con l'antichità più remota e con i 15 anni di questo sito.
Come (magari non) tutti sanno, la canzone contro la guerra più antica di questo sito è una canzone cinese dell'epoca della dinastia Han: Jiārù dào yuǎnzhēng jūn (in trascrizione). Risale a circa il 220 a.C., ed ha quindi circa duemiladuecento anni. A tanta distanza nel tempo si è spinto questo sito “quindicenne” nella sua ricerca e interpretazione: quando diciamo che le “CCG” contengono “canzoni di tutti i paesi e di tutte le epoche”, non sono parole campate in aria o vuoti slogan.
Intorno a questi giorni, invece, mi è venuto di spingermi ancora più indietro nel tempo, e di andare proprio agli inizi non tanto delle canzoni (e dei componimenti poetici,... (continua)
15th Century b.C.]
Dalle "Canzoni Hurritiche"
From the "Hurrian Songs"
Comincerei questa pagina “speciale” accozzando tre affermazioni: ha a che fare con la Siria, con l'antichità più remota e con i 15 anni di questo sito.
Come (magari non) tutti sanno, la canzone contro la guerra più antica di questo sito è una canzone cinese dell'epoca della dinastia Han: Jiārù dào yuǎnzhēng jūn (in trascrizione). Risale a circa il 220 a.C., ed ha quindi circa duemiladuecento anni. A tanta distanza nel tempo si è spinto questo sito “quindicenne” nella sua ricerca e interpretazione: quando diciamo che le “CCG” contengono “canzoni di tutti i paesi e di tutte le epoche”, non sono parole campate in aria o vuoti slogan.
Intorno a questi giorni, invece, mi è venuto di spingermi ancora più indietro nel tempo, e di andare proprio agli inizi non tanto delle canzoni (e dei componimenti poetici,... (continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/3/2018 - 22:15
Canzone per Giulio
2018
Una delle storie più assurde degli ultimi anni per me è senz'altro quella di Giulio Regeni.
Ho ammirato da subito il suo percorso e in confronto mi sono sentito molto piccolo, anche perché il mio habitat naturale
è il confortante bozzolo di uno studio di registrazione.
L'idea di trovarsi a combattere una guerra a propria insaputa
è qualcosa che fa spavento: non ci si può difendere.
Capita a tutti noi in diverso grado, ma quasi mai fino al punto di rimetterci la vita.
Tutto questo mi ha dato molto da riflettere sul peso e le posizioni di artisti e intellettuali.
Abbracciare l'attualità, provare a filtrarla in maniera adulta, è un gioco insidioso ma è bene provarci.
Aldilà di ciò ho pensato che questo ragazzo meritasse una canzone e nel mio piccolo gliel'ho scritta senza starci troppo a pensare, come se stessi parlando a un amico davanti a un caffè al bar.
Semplicemente.
Gerardo Attanasio
Una delle storie più assurde degli ultimi anni per me è senz'altro quella di Giulio Regeni.
Ho ammirato da subito il suo percorso e in confronto mi sono sentito molto piccolo, anche perché il mio habitat naturale
è il confortante bozzolo di uno studio di registrazione.
L'idea di trovarsi a combattere una guerra a propria insaputa
è qualcosa che fa spavento: non ci si può difendere.
Capita a tutti noi in diverso grado, ma quasi mai fino al punto di rimetterci la vita.
Tutto questo mi ha dato molto da riflettere sul peso e le posizioni di artisti e intellettuali.
Abbracciare l'attualità, provare a filtrarla in maniera adulta, è un gioco insidioso ma è bene provarci.
Aldilà di ciò ho pensato che questo ragazzo meritasse una canzone e nel mio piccolo gliel'ho scritta senza starci troppo a pensare, come se stessi parlando a un amico davanti a un caffè al bar.
Semplicemente.
Gerardo Attanasio
Partisti per passione
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 20:18
Percorsi:
Verità per Giulio Regeni
Resistensa
2013
Eppur bisogna andare
Eppur bisogna andare
E la dorma 'n de la sera
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 11:49
Cresceremo anche noi
2015
Eresie
“Il privato è politico” recitava un vecchio slogan femminista, volendo sottolineare come lo spazio domestico fosse il più brutale ed occulto terreno del dominio maschile sulla donna.Il brano è allo stesso tempo una carezza, una lettera di scuse ed un accorato tentativo di restituzione del maltolto all’universo femminile.
Eresie
“Il privato è politico” recitava un vecchio slogan femminista, volendo sottolineare come lo spazio domestico fosse il più brutale ed occulto terreno del dominio maschile sulla donna.Il brano è allo stesso tempo una carezza, una lettera di scuse ed un accorato tentativo di restituzione del maltolto all’universo femminile.
E abbasseremo gli occhi
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 11:43
Migranti
2013
Eppur bisogna andare
(talk) Arequipa, Perù. a pochi minuti dal centro elegante e fastoso, sorgono le baraccopoli dei tanti migranti peruviani venuti dalle regioni del nord per cercare opportunità nella benestante "Ciudad Blanca" e spesso costretti ad una vita di stenti.
Viaggio d'emigrazione. Speranze e necessità di sopravvivenza. Migrazione come rottura di confini: tra stati nazionali, tra "barbari" e "civilizzati", tra la dignità lavorativa e le nuove forme di schiavitù.
Eppur bisogna andare
(talk) Arequipa, Perù. a pochi minuti dal centro elegante e fastoso, sorgono le baraccopoli dei tanti migranti peruviani venuti dalle regioni del nord per cercare opportunità nella benestante "Ciudad Blanca" e spesso costretti ad una vita di stenti.
Viaggio d'emigrazione. Speranze e necessità di sopravvivenza. Migrazione come rottura di confini: tra stati nazionali, tra "barbari" e "civilizzati", tra la dignità lavorativa e le nuove forme di schiavitù.
Ma è proprio la sera che se alzi lo sguardo intravedi lontano l'altra Arequipa. Quella della polvere. Sconfinata e imprecisa quanto definita e raccolta è quella del sillar.
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 11:39
Nel nome di un uomo
2017
Nel nome di un uomo
"Uno che a 28 anni perde la vita per studiare e informare, per capire i nuovi orizzonti del sindacato, per rischiare al fianco degli oppressi di un paese straniero, non è solo un ricercatore. E' un partigiano." Alessandro Sipolo
Nel nome di un uomo
"Uno che a 28 anni perde la vita per studiare e informare, per capire i nuovi orizzonti del sindacato, per rischiare al fianco degli oppressi di un paese straniero, non è solo un ricercatore. E' un partigiano." Alessandro Sipolo
Ogni terra nasconde un dettaglio
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 11:18
Giulio Regeni
2016
È costellata di silenzi, depistaggi e verità nascoste, la ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato e ucciso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. La collaborazione giudiziaria tra la procura egiziana e i pm di Roma, è caratterizzata da un andamento incerto fin dal ritrovamento del corpo, il tardo pomeriggio del 3 febbraio, in un fosso che costeggia l’autostrada Cairo – Alessandria. Per l’Italia è un brusco risveglio. Il giovane ricercatore di Fiumicello, 28 anni appena compiuti, era scomparso la sera del 25 gennaio mentre si recava ad un appuntamento con un amico, il professore Gennaro Gervasio, dell’Università britannica del Cairo. Insieme avrebbero dovuto andare ad una festa a casa di amici. Ma Giulio non si presenterà mai all’appuntamento. Da quella sera del 25 gennaio, quinto anniversario della rivoluzione in Egitto, di lui si perde... (continua)
È costellata di silenzi, depistaggi e verità nascoste, la ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato e ucciso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. La collaborazione giudiziaria tra la procura egiziana e i pm di Roma, è caratterizzata da un andamento incerto fin dal ritrovamento del corpo, il tardo pomeriggio del 3 febbraio, in un fosso che costeggia l’autostrada Cairo – Alessandria. Per l’Italia è un brusco risveglio. Il giovane ricercatore di Fiumicello, 28 anni appena compiuti, era scomparso la sera del 25 gennaio mentre si recava ad un appuntamento con un amico, il professore Gennaro Gervasio, dell’Università britannica del Cairo. Insieme avrebbero dovuto andare ad una festa a casa di amici. Ma Giulio non si presenterà mai all’appuntamento. Da quella sera del 25 gennaio, quinto anniversario della rivoluzione in Egitto, di lui si perde... (continua)
Giulio Regeni
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 10:26
Hands
2018
Il 25 gennaio è una data che non dovremmo mai dimenticare. Il giorno in cui la scomparsa di Giulio ha colpito la famiglia e gli amici più stretti, i compagni di collegio e di università, i colleghi e tutti noi, italiani e non, che anche solo per poco abbiamo sfiorato la sua vita e ne abbiamo condiviso i valori. Ed è su quei valori di unione e di convivenza che si fondano i Collegi del Mondo Unito (UWC), in cui Giulio aveva studiato per due anni, collegi con diverse sedi nel mondo che fanno dell’istruzione una forza per unire i popoli, le nazioni e le culture, perseguendo la pace e un futuro sostenibile.
Dall’idea di March. (all’anagrafe Marcello Mereu), anche lui ex-studente dei Collegi del Mondo Unito, nasce “Hands”, un inno alla pace dedicato a Giulio.
La canzone, scritta e prodotta insieme ai musicisti Alessandro Cirone e Mikki, è cantata dal coro degli studenti del Collegio del... (continua)
Il 25 gennaio è una data che non dovremmo mai dimenticare. Il giorno in cui la scomparsa di Giulio ha colpito la famiglia e gli amici più stretti, i compagni di collegio e di università, i colleghi e tutti noi, italiani e non, che anche solo per poco abbiamo sfiorato la sua vita e ne abbiamo condiviso i valori. Ed è su quei valori di unione e di convivenza che si fondano i Collegi del Mondo Unito (UWC), in cui Giulio aveva studiato per due anni, collegi con diverse sedi nel mondo che fanno dell’istruzione una forza per unire i popoli, le nazioni e le culture, perseguendo la pace e un futuro sostenibile.
Dall’idea di March. (all’anagrafe Marcello Mereu), anche lui ex-studente dei Collegi del Mondo Unito, nasce “Hands”, un inno alla pace dedicato a Giulio.
La canzone, scritta e prodotta insieme ai musicisti Alessandro Cirone e Mikki, è cantata dal coro degli studenti del Collegio del... (continua)
Put your hands in our hands
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 22/3/2018 - 10:04
Percorsi:
Verità per Giulio Regeni
L'Orage e Naif Herin: Skyline
L'Orage e Naif Herin
2016
La macchina del tempo
Una canzone, splendida, dedicata a Walter Bonatti. Inserisco questa canzone, seppure tra gli Extra, intanto perchè nella sua grandezza può essere considerato uno sconfitto, visto che il suo ruolo nella conquista del K2 è sempre stato negato.
E poi per dedicarla a Benoit Ducos, la guida alpina francese indagata per aver salvato una famiglia di migranti sulle Alpi al confine italo-francese. Perchè le rotte dei migranti non attraversano solo il Mar Mediterraneo, ma anche le montagne, ora innevate, e spesso senza la minima attrezzatura e conoscenza del pericolo.
L’alpinismo stimola, come scriveva Walter Bonatti, la fantasia, l’idealità, il bisogno di conoscenza, ma non l’immaginazione degli autori di canzoni.
Al di fuori dei canti alpini e di pezzi strumentali, la montagna è stata, infatti, niente più che un pretesto per parlare d’amore (l’esempio... (continua)
2016
La macchina del tempo
Una canzone, splendida, dedicata a Walter Bonatti. Inserisco questa canzone, seppure tra gli Extra, intanto perchè nella sua grandezza può essere considerato uno sconfitto, visto che il suo ruolo nella conquista del K2 è sempre stato negato.
E poi per dedicarla a Benoit Ducos, la guida alpina francese indagata per aver salvato una famiglia di migranti sulle Alpi al confine italo-francese. Perchè le rotte dei migranti non attraversano solo il Mar Mediterraneo, ma anche le montagne, ora innevate, e spesso senza la minima attrezzatura e conoscenza del pericolo.
L’alpinismo stimola, come scriveva Walter Bonatti, la fantasia, l’idealità, il bisogno di conoscenza, ma non l’immaginazione degli autori di canzoni.
Al di fuori dei canti alpini e di pezzi strumentali, la montagna è stata, infatti, niente più che un pretesto per parlare d’amore (l’esempio... (continua)
Sì che lo sa come stare nel tempo
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 21/3/2018 - 12:23
Fil rouge
2017
Il pezzo parla di attentati terroristi. Ogni strofa rappresenta una persona.
I STROFA: GIULIO REGENI (MORTO IN EGITTO)
II STROFA: VALERIA SOLESIN (MORTA A PARIGI - BATACLAN)
III STROFA: FABRIZIA DI LORENZO (MORTA A BERLINO - MERCATI NATALIZI
Il pezzo parla di attentati terroristi. Ogni strofa rappresenta una persona.
I STROFA: GIULIO REGENI (MORTO IN EGITTO)
II STROFA: VALERIA SOLESIN (MORTA A PARIGI - BATACLAN)
III STROFA: FABRIZIA DI LORENZO (MORTA A BERLINO - MERCATI NATALIZI
Amo la libertà, massima forma di espressione
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 21/3/2018 - 11:11
Percorsi:
Verità per Giulio Regeni
Concrete Malformation
[1989]
Writer / Scritta da: Janne Joutsenniemi
Album: No Anaesthesia!
Writer / Scritta da: Janne Joutsenniemi
Album: No Anaesthesia!
If the tough guys call you chicken shit
(continua)
(continua)
21/3/2018 - 02:28
Canzone per Giulio Regeni
2018
È costellata di silenzi, depistaggi e verità nascoste, la ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato e ucciso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. La collaborazione giudiziaria tra la procura egiziana e i pm di Roma, è caratterizzata da un andamento incerto fin dal ritrovamento del corpo, il tardo pomeriggio del 3 febbraio, in un fosso che costeggia l’autostrada Cairo – Alessandria. Per l’Italia è un brusco risveglio. Il giovane ricercatore di Fiumicello, 28 anni appena compiuti, era scomparso la sera del 25 gennaio mentre si recava ad un appuntamento con un amico, il professore Gennaro Gervasio, dell’Università britannica del Cairo. Insieme avrebbero dovuto andare ad una festa a casa di amici. Ma Giulio non si presenterà mai all’appuntamento. Da quella sera del 25 gennaio, quinto anniversario della rivoluzione in Egitto, di lui si perde... (continua)
È costellata di silenzi, depistaggi e verità nascoste, la ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato e ucciso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. La collaborazione giudiziaria tra la procura egiziana e i pm di Roma, è caratterizzata da un andamento incerto fin dal ritrovamento del corpo, il tardo pomeriggio del 3 febbraio, in un fosso che costeggia l’autostrada Cairo – Alessandria. Per l’Italia è un brusco risveglio. Il giovane ricercatore di Fiumicello, 28 anni appena compiuti, era scomparso la sera del 25 gennaio mentre si recava ad un appuntamento con un amico, il professore Gennaro Gervasio, dell’Università britannica del Cairo. Insieme avrebbero dovuto andare ad una festa a casa di amici. Ma Giulio non si presenterà mai all’appuntamento. Da quella sera del 25 gennaio, quinto anniversario della rivoluzione in Egitto, di lui si perde... (continua)
Qua soffia un vento, come d'uragano,
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 20/3/2018 - 23:21
Land of the Living
Album: The Red Thread (2004)
Late afternoon back in New York town
(continua)
(continua)
20/3/2018 - 22:54
Percorsi:
11 settembre: terrorismo a New York
Madre
2009
Taraneh Mousavi era una ragazza iraniana di 28 anni con capelli neri e occhi verdi.
Le sue tracce si perdono il 28 giugno quando viene arrestata insieme ai manifestanti vicino alla moschea di Ghoba. Taraneh non stava partecipando alla vicina manifestazione di protesta, si stava recando al centro di formazione e bellezza (BTE) dove segue dei corsi. Probabilmente la sua avvenenza ha attirato i poliziotti in borghese che l’hanno caricata insieme ad altri studenti manifestanti su una camionetta e portata al centro di detenzione. Tutti i detenuti sono stati smistati per il carcere di Evin o per la centrale di polizia di Nobonyad, mentre Taraneh è rimasta la sola nel centro di detenzione. Qui è stata stuprata ripetutamente e brutalmente dai poliziotti per diverse settimane.
Alcuni giorni fa la madre di Taraneh riceve una telefonata anonima da un agente governativo che le comunica che la... (continua)
Taraneh Mousavi era una ragazza iraniana di 28 anni con capelli neri e occhi verdi.
Le sue tracce si perdono il 28 giugno quando viene arrestata insieme ai manifestanti vicino alla moschea di Ghoba. Taraneh non stava partecipando alla vicina manifestazione di protesta, si stava recando al centro di formazione e bellezza (BTE) dove segue dei corsi. Probabilmente la sua avvenenza ha attirato i poliziotti in borghese che l’hanno caricata insieme ad altri studenti manifestanti su una camionetta e portata al centro di detenzione. Tutti i detenuti sono stati smistati per il carcere di Evin o per la centrale di polizia di Nobonyad, mentre Taraneh è rimasta la sola nel centro di detenzione. Qui è stata stuprata ripetutamente e brutalmente dai poliziotti per diverse settimane.
Alcuni giorni fa la madre di Taraneh riceve una telefonata anonima da un agente governativo che le comunica che la... (continua)
Madre, di ogni bene madre
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 20/3/2018 - 22:50
The Bush Boys
Album - Rock That Babe. (2003)
Questa ironica canzone sulla dinastia Bush risale proprio a 15 anni fa, l'anno dell'invasione dell'Iraq, la guerra di cui ancora paghiamo le consguenze.
Questa ironica canzone sulla dinastia Bush risale proprio a 15 anni fa, l'anno dell'invasione dell'Iraq, la guerra di cui ancora paghiamo le consguenze.
Listen up folks the votes are in
(continua)
(continua)
20/3/2018 - 22:41
Percorsi:
George Walker Bush II
Il canto della marcia (Amore e libertà)
2018
Il canto nella marcia è l'omaggio che gli AK47 hanno voluto dedicare al Kurdistan attraverso le parole del poeta Sherko Bekas e quelle del cantautore armeno Aram Tigram. Dal Rojava alla Turchia, la libertà del popolo kurdo è la nostra libertà.
Abbiamo scritto, suonato e cantato il “Canto nella marcia (Amore e Libertà)”, una canzone sul Kurdistan, che catalizza i nostri cuori su una lotta giusta, senza se e senza ma. Il Kurdistan, è una regione vastissima abitata da circa 50 milioni di curdi, cui non viene riconosciuta la propria identità linguistica, culturale e di stato indipendente. L’Iraq, l’Iran, la Siria e la Turchia, occupano e si dividono la regione dei Curdi, esercitando un potere discriminatorio, che la Turchia in particolare – attualmente – sta imponendo con la forza della violenza cieca, bombardando le città che maggiormente alimentano la resistenza. E la Turchia, la dittatura... (continua)
Il canto nella marcia è l'omaggio che gli AK47 hanno voluto dedicare al Kurdistan attraverso le parole del poeta Sherko Bekas e quelle del cantautore armeno Aram Tigram. Dal Rojava alla Turchia, la libertà del popolo kurdo è la nostra libertà.
Abbiamo scritto, suonato e cantato il “Canto nella marcia (Amore e Libertà)”, una canzone sul Kurdistan, che catalizza i nostri cuori su una lotta giusta, senza se e senza ma. Il Kurdistan, è una regione vastissima abitata da circa 50 milioni di curdi, cui non viene riconosciuta la propria identità linguistica, culturale e di stato indipendente. L’Iraq, l’Iran, la Siria e la Turchia, occupano e si dividono la regione dei Curdi, esercitando un potere discriminatorio, che la Turchia in particolare – attualmente – sta imponendo con la forza della violenza cieca, bombardando le città che maggiormente alimentano la resistenza. E la Turchia, la dittatura... (continua)
L'amore chiama l'amore
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 20/3/2018 - 21:11
Percorsi:
Dal Kurdistan
A Flickering Light in the Darkness. Le CCG/AWS compiono 15 anni.
Antiwar Songs Blog
Niente di autoreferenziale, niente di trionfalistico, niente “numeri”, che pure sono oramai enormi. Niente “bilanci”, niente celebrazioni o autocelebrazioni: c’è solo un sito, chiamato “Canzoni Contro la Guerra”, o “Antiwar Songs”, o “Chansons Contre la Guerre” (come si dice in un centinaio di lingue c’è nella homepage) che, oggi, 20 marzo 2018, compie quindici […]
Antiwar Songs Staff 2018-03-20 16:07:00
A Mother's Pledge
War will end when we refuse to fight them. Wonderful song!
Greenbean950 20/3/2018 - 14:13
Che il Mediterraneo sia
Canzone che è di una bellezza tale da potersi considerare enciclopedica per il suo genere. Mi fa immaginare il vessato mediterraneo di adesso è il “mare che mormora per tutto il poema” a cui si riferiva Heine in merito all'ambientazione dell'Odissea... dove il mediterraneo viene descritto in un epico percorso di ritorno in patria, in cui il protagonista si trova in acque che non gli rispondono per volere di un dio e che lo portano in riva di terre straniere. Vi ricorda niente la situazione di Odisseo? Se sì, allora il poema è da considerarsi profetico per i giorni nostri, in cui fra l'altro utilizziamo l’espressione “odissea” per descrivere un viaggio difficile.
Grazie Eugenio Bennato (che poi eugenio e bennato sono due aggettivi che sono sinonimi fra loro) per questo capolavoro di brano e soprattutto di album che nel 2002 ci hai regalato!
Grazie Eugenio Bennato (che poi eugenio e bennato sono due aggettivi che sono sinonimi fra loro) per questo capolavoro di brano e soprattutto di album che nel 2002 ci hai regalato!
Gabriele Maiellaro 20/3/2018 - 13:00
La complainte de Manda
[1964]
Scritta da Jean Arnulf e Alain Goraguer
Nel secondo album di Jean Arnulf
Scritta da Jean Arnulf e Alain Goraguer
Nel secondo album di Jean Arnulf
Ma mère me l'avait dit souvent
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2018 - 13:00
Percorsi:
Pena di morte: omicidio del potere
Chanson pour Yvan Colonna
anonimo
Speremu chi stia nantu l'istessa prigiò' d'Yvan Colonna...! [cit.]
Razzumaglia! Delinquente! Racaille!
Razzumaglia! Delinquente! Racaille!
L'Anonimo Toscano del XXI secolo 20/3/2018 - 12:08
Le bonheur
[1948]
Parole e musica di Jean Villard, detto Gilles, e Albert Urfer.
Interpretata dal duo Gilles & Urfer in un loro récital realizzato probabilmente nel 1965
Testo trovato su J'ai la mémoire qui chante
Parole e musica di Jean Villard, detto Gilles, e Albert Urfer.
Interpretata dal duo Gilles & Urfer in un loro récital realizzato probabilmente nel 1965
Testo trovato su J'ai la mémoire qui chante
Quand l’aurore aux accents
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2018 - 10:18
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
La mienne à moi
[1966]
Parole di Martine Merri, compagna di Arnulf
Musica di Jean Arnulf
Parole di Martine Merri, compagna di Arnulf
Musica di Jean Arnulf
La mienne à moi, tous mes amours
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2018 - 09:53
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra, Disertori
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