Credo proprio che se l'avessi saputo mi sarei già unito ai 75.000 che già non vogliono mai più vedere l'assassino Cantat esibirsi in pubblico. Non ha nemmeno pagato abbastanza per il suo, i suoi, orribili crimini, le morti di ben due sue compagne, una massacrata e uccisa e l'altra suicidatasi per la disperazione.
Io non voglio vederlo marcire in carcere, voglio solo che si guadagni la vita in una fabbrica o in una miniera, in modo anonimo, lontano dai riflettori, e non ci rompa mai più i coglioni con le sue parole inutili e la sua falsa arte.
Non mi sembra di chiedere troppo nè di essere giustizialista...
Chiedo a Marco Valdo M.I. - se condivide, se può e se vuole - di tradurre in francese questo mio messaggio per Cantat.
Non voglio entrare nella discussione, mi limito a postare invece una riflessione della cantante Melissmell che ho trovato interessante e che offre un punto di vista radicalmente diverso rispetto a B.B.
J’avais 8 ans en 1989
j’étais désespérée de voir ma famille souffrir sur les maux de plusieurs maladies qui frappaient mon frère ma sœur ma mère
une sorte d’épée de Damoclès sur nos gueules
j’avais une envie furieuse celle de disparaitre à jamais, car la vie n’a aucun sens et le monde est si cruel envers lui même et j’appartenais à une classe sociale si basse et si ignorée des élites
l’envie d’en finir
mais voilà je découvre cette musique, cette musique et ses maux et mots
je découvre et je deviens accro à cette musique, celle qui m’appelle, celle qui me relève, celle qui me console, celle qui me fait réfléchir, celle qui me donne des clefs pour mieux vivre et accepter le sort qui m’est... (continua)
Bravo Lorenzo, non entrare nella discussione, c'è solo un percorso sulla violenza contro le donne su questo sito!
"Qui a purgé sa peine"??? L'omicidio della Trintignant è del luglio 2003, Cantat ha avuto la libertà condizionata nel 2007!
Io chiedo solo che sparisca e si guadagni la vita lontano dai palchi e dai riflettori. Se vorrà fare dei concerti per i suoi amici e i suoi cani nella sua casa di campagna, faccia pure!
Deux mots à propos de l’affaire Trintignant – Cantat
Dialogue maïeutique
Lucien l’âne mon ami, je pense que tu es d’accord avec moi si je dis que nous ne sommes ni des juges, ni des parangons de moralité.
Tout à fait, Marco Valdo M.I. mon ami, dit Lucien l’âne, ce qu’on dit ici est seulement notre avis et il ne saurait faire jurisprudence, ni arbitrer un débat. Je dois t’avouer que face à cette affaire, il me paraît qu’il eût mieux valu la traiter différemment que par voie de justice, laquelle n’avait rien à y faire.
En effet, Lucien l’âne mon ami, il convient de souligner qu’il s’agit là d’une affaire malheureuse entre deux personnes, dans le contexte de leurs relations personnelles ; que finalement, tout le remue-ménage actuel est une mauvaise querelle et qu’on sent là des remugles peu ragoûtants.
À mon sens, il convient de replacer cet accident meurtrier dans – si j’ai bon souvenir... (continua)
Je veux bien traduire, mais "condividere" (partager le point de vue), « I would prefer not to » (« J’aimerais mieux pas. », disait le héros de Melville). Je trouve cela trop haineux.
Et les messages de haine, je les hais.
Pareil pour moi, dit Lucien l'âne.
Marco Valdo M.I.
Voici la traduction :
Je crois vraiment que si j’avais su, je me serais déjà rallié aux 75.000 qui ne veulent plus jamais voir l'assassin Cantat s'exhiber en public. Il n'a déjà pas payé assez pour son, pour ses horribles crimes : la mort de deux de ses compagnes, une massacrée et tuée et l'autre qui s'est suicidée par désespoir.
Je ne veux pas le voir pourrir en prison, je veux seulement qu’il gagne sa vie dans une usine ou dans une mine, de façon anonyme, loin des projecteurs, et il ne nous casse jamais plus les couilles avec ses mots inutiles et son faux art.
La mia però non è una presa di posizione d'odio verso Cantat. Penso semplicemente che chi, come lui, ha fatto tanto male dovrebbe avere il semplice buon senso di farsi da parte, di sparire in una delle vite anonime che io stesso e tanti altri, la stragrande maggioranza delle persone, facciamo, e senza nemmeno aver mai torto un pelo ad un cane.
La pianura dei sette fratelli - dal vivo con Alberto Cantone e Adelmo Cervi
"La pianura dei sette fratelli", capolavoro dei Gang, cantata dal vivo dal cantautore Alberto Cantone, in occasione della pastasciutta antifascista, con l'intervento del Partigiano Umberto Lorenzoni e di Adelmo CERVI.
Come segnalato da Oliviero, che ringraziamo, nella traduzione c'era un errore che abbiamo corretto:
I mosconi "ci" volavano sopra, intesi come "volavano sopra ai "bisogni dei carrettieri", non sopra a "noi" (cioè ai bambini che giocavano).
Quindi "nosostros" è sbagliato.
Su Beniamino Ricotta, in arte Mino Macrò, c'è anche un piccolo giallo - o una cantonata - in Rete. Edmondo Salvemini, che allo sfortunato protettore e busker ha dedicato pure un sito (che gli strumenti di controllo danno per virulento), l'anno scorso ha contribuito su YouTube un audio intitolato Beniamino Ricotta interpreta "Tre rose" di Massimo Bubola...
C'era qualcosa che non mi tornava e sono andato a verificare la data del brano originale: 1981...
Ora, se Mino Macrò è morto di fame nel 1965, come avrebbe fatto a proporre la cover di un brano del 1981?
Mah...
B.B. 12/3/2018 - 14:15
Tutta la vita di Mino Macrò spiega anche il suo "nome d'arte": macro in francese significa proprio "protettore, prosseneta" (grafia estremamente popolare di maquereau "sgombro, maccarello" (il pesce); prosseneta". Il termine è passato anche in italiano.
Grazie Riccardo per l'etimologia, che avvalora il fatto che Beniamino Ricotta / Mino Macrò sia realmente esistito.
Infatti, dopo la sua cover di un brano posteriore di 16 anni alla sua morte, e dopo non aver trovato alcuna traccia in Rete del volume "Milano morta" di tal Piero Mainardi, che sarebbe stato edito nel 1978 dalla Mondadori, negli Oscar, e che è citato come unica fonte da tal Edmondo Salvemini sulle sue pagine, segnalate come virulente, dedicate a Macrò, beh, dopo tutto questo cominciavo ad avere qualche dubbio sulla reale esistenza del protettore / busker / morto di fame in questione.
:-)) Non lo penso proprio, casomai ho immaginato un antico cognome scozzese (tipo Mac Roon) passato in Francia, non sarebbe il primo caso del genere. "Macrò" deriva da maquereau, il pesce che anche in italiano si chiama "maccarello" (e più comunemente sgombro), e che pure in inglese si chiama mackrel. Il tutto dal medio olandese mackereel, sembra (ma già nel mediolatino è attestato macarellus). Non è però chiaro come dallo "sgombro" si sia passati al "ruffiano".
Terminando però con le etimologie, ti confesso che quando hanno eletto il presidente francese, mi è venuto pure a me di fare un'identità tra Macron e Macro, e mi sa anche a parecchi in Francia. D'altronde, di presidenti puttanieri ce ne sono stati legioni...e in tutto il mondo!
"IL PESCE RUFFIANO AMATO DA PLINIO
Il nome dello sgombro, chiamato anche maccarello (nome molto diffuso a Roma), lacerto e ciortone (nome toscano) tutti dalla etimologia curiosa, sembra derivare dal greco e dal nome della famiglia degli scombroidi. Già nel 78 d.C. Plinio lodava lo sgombro di Cetara nel suo “Historia Naturalis”. Maccarello invece è un nome che comincia ad apparire nel XVI secolo e proverrebbe dal francese “maquereau”, che significa “ruffiano”, riferito al fatto che lo sgombro nelle migrazioni si riunisce in branchi con aringhe e calamari e ne favorisce la riproduzione. Lacerto, dal latino, indica invece un muscolo guizzante e, infine, ciortone ha l’etimo più divertente ma anche quello più certo: il nome infatti è una storpiatura dei pescatori italiani dall’inglese “short tuna”, come lo chiamavano gli americani presenti nell’immediato dopoguerra nel litorale toscano fra Viareggio e Livorno."
Ma senti te! :-)
Nota: in effetti anch'io ero abituato a chiamarlo "lacerto", all'Elba si dice solo così, né sgombri e né maccarelli o maccherelli. "Ciortone" non l'ho mai sentito dire, confesso. "Sgombro" mi sono abituato a dirlo dopo, probabilmente perché dai lacerti pescati in loco (anche da mio padre, grosso pescatore) sono, ohimè, passato a quelli in scatola, che sono soltanto "sgombri". Saluti pesciosi!
Chanson italienne – Non è finita a Piazzale Loreto – Fausto Amodei – 1971
Texte et musique : Fausto Amodei
Pour ceux qui croient que le fascisme est mort avec Mussolini, oh oui,
Pour ceux qui croient que Berlusconi (Salvini et tutti quanti) n’est pas fasciste, mais si !
Dialogue maïeutique
Salut à toi, Lucien l’âne mon ami, toi qui viens de si loin dans le temps, de tellement loin que personne ne s’en souvient, que nul ici n’en saurait dire le début, même pas toi. Eh bien, Lucien l’âne mon ami, j’imagine que tu sais ce qu’est la place Loreto et ce à quoi elle renvoie dans la chanson et dans l’histoire de l’Italie contemporaine.
Évidemment, Marco Valdo M.I. mon ami, que je le sais parfaitement bien, mais j’aimerais entendre ton explication, car il s’agit là d’un symbole important. Disons quand même que c’est une place de Milan où l’on a pendu des gens au sortir de la guerre.
Garcia Lorca raccolse ad inizio 900 varie canzoni contro la guerra, una di queste: el hijo de Don Leon se fuè a repartir temprano .....non riesco a trovare la musica potete aiutarm? grazie
mariagraziatinari@ gmail.com 13/3/2018 - 12:09
Cara Maria Grazia, in attesa di sviluppare meglio la cosa, ti consiglierei di dare intanto un'occhiata qui. Saluti!
Nota. Inutile specificare ulteriormente che la traduzione inglese è stata di grosso aiuto; ma nel tradurre in italiano non ho voluto limitarmi a “tradurre la traduzione” e ho cercato invece di seguire il testo originale nelle sue accezioni, corredandolo di qualche nota.
Nota. La seguente traduzione è incompleta e, in alcuni punti (segnalati in corsivo), incerta. Ci ho lavorato per due giorni e mezzo praticamente cercando ogni singola parola sul Dico d'Òc, il dizionario online de Lo Congrès Permanent de la Lenga Occitana; in dei punti mi sono aiutato anche col catalano, con tutto quel che ne può conseguire. Il marsigliese occitano ha comunque delle caratteristiche “tutte sue”, e su alcune parole ho dovuto veramente armarmi di pazienza certosina. Di traduzioni in rete (in francese, e neppure in occitano comune standardizzato), d'altronde, non ne esistono; ignoro anche se nell'album L'Usina, che non ho, esista un libretto con le traduzioni. Il risultato è naturalmente controverso: da un lato spero di essere riuscito a dare un'idea di quel che si dice, ma dall'altro restano diversi punti oscuri. Naturalmente, faccio appello a chi conosce l'occitano... (continua)
Ciao Riccardo, perdonami l'inesattezza, commessa per stima nei tuoi confronti! Non faccio gli auguri anticipati al sito, si dice che porti male. Ma mi riprometto di farli di gran cuore per il compleanno ufficiale!
Un grande abbraccio. Presto ci sentiamo perché ho in serbo delle novità che so già ti interesseranno! :)
Rocco Rosignoli 13/3/2018 - 00:02
Carissimo Rocco, ti ringrazio tanto e ti annuncio anche che ci vediamo fra pochi giorni a Fornovo, mitica terra "dell'incontro di Fornovo" del Giromini pre-baglioniano e chiaroveggente. Non hai nulla da farti perdonare: è solo che, nell'imminenza del nostro "anniversario", mi è piaciuto fare un po' di piccola storia (o preistoria) in pillole di questo sito, che spero abbia dato a un po' di gente materiale su cui riflettere e lavorare in tutti questi anni. Per quel che mi riguarda, se dovessi dire che cosa ci ho veramente "messo dentro", è il desiderio di imparare da un lato, e quello di trasmettere quel che ho imparato dall'altro, perché altrimenti imparare sarebbe fine a se stesso. Siccome in tutto questo non ci ho mai guadagnato nemmeno mezzo centesimo bucato, posso dire -almeno in questo- di avere la coscienza a posto. Un abbraccio a te e aspetto le novità (tra le quali, spero, anche la messa in musica e l'esecuzione della Filastrocca macabra, dato che lo meriterebbe)!
E invece i.fermentivivi nella loro introduzione al brano motivavano l'inserimento parlando proprio dei desaparecidos di tante dittature.
E anch'io, come Gianni, credo invece che non c'entri nulla e che la canzone sia autobiografica, cioè descriva l'essenza, o una delle attitudini del suo autore, l'inafferrabile ribelle Manu Chao.
Proporrei di spostarla negli Extra.
Ciao
esatto, come dice B.B. la interpretazione più comune della canzone è che parli dello stesso Manu Chao che era "scomparso" dalla scena musicale dopo lo scioglimento dei Mano Negra e che proprio con questo album inaugurò alla grande la sua carriera solista.