L'extra che più extra non si può... e fantastico l'adattamento di RV. Un inno alla vita, alla sensualità, al desiderio che veramente mancava in questo sito. Va anche ricordata la canzone che fa da ispirazione e da sottofondo alla notte raccontata da Ferré, un grande classico dei Moody Blues. Chissà perché da noi fu tradotta con quella storia un po' truce di "Ho difeso il mio amore"...
Lorenzo 9/2/2018 - 22:53
Già....era Nights in White Satin dei Moody Blues. Ma allora, anni '60 (e anche dopo), era consuetudine prendere una canzone internazionale di successo e infilarci sopra un testo italiano che non c'entrava assolutamente niente.
Suggerirei di andare un'occhiata alla sezione Cover Adulterate di "Musica e Memoria", il bel sito di Alberto Maurizio Truffi che tutti noi ben conosciamo. Ma c'è da dire che non è stato un fenomeno soltanto italiano.
Caro BB, io la maglia della salute?... In casa mia campo a strati, all'islandese: la maglietta a maniche corte, la camicia pesante, un vecchio pile verde, la felpa Quechua e un altro pile azzurro pesantissimo, oppure il cardiganone blé col cappuccio pagato 4 euri al mercatino, indistruttibile. Questo perché non accendo mai il riscaldamento e in casa mia ci sono circa 4°/5° fissi; quando fa più freddo però in casa mia si va gradevolmente e sanamente sotto zero. In questo modo, con tutta l'Italia a letto influenzata, io non me la becco quasi mai. Peraltro, eventuali malintenzionati, topi d'appartamento (coltissimi, perché in casa non ho che libri) ecc., prima inciampano nella bicicletta e poi rimangono congelati all'istante; aggiungi che vivo in un sordido sottosuolo. Qualcuno che ha avuto in sorte di venire a casa mia si è subito ricordato di un famoso raccontino di Lovecraft, Aria Fredda , a suo tempo anche disegnato in una raccolta di Zio Tibia. Saluti calorosi!
Tu sei mattacchione e anche strano... O perchè non accendi mai il riscaldamento? Ecco spiegato perchè fumi come un turco e bevi come un alpino! Per riscaldarti!
Sono capitato sul vostro interessantissimo sito cercando una diversa e più curata traduzione di Supper's Ready. Vorrei dire a Riccardo che il suo è stato un lavoro da autentico filologo, straordinario; anche in italiano è resa magnificamente la poesia dell'originale inglese, a parte tutti i riferimenti e le note. Sono un sessantenne, quindi coetaneo dei Genesis, ma ancora adesso per me ascoltare la loro musica (fino a The Lamb...) rappresenta sempre un'esperienza quasi mistica. E questa SR ne è forse la summa più evidente. Un cordiale saluto, Mimmo
Thanks for the posting the lyrics to this lovely piece from Ralph McTell's pen, and Fairport Convention's beautiful rendering is also deserving of praise. Beautiful, genuine, and true; it clearly comes from the heart.
La lettera di Antoine Leiris che ha ispirato la canzone
Letta a Sanremo in apertura alla canzone
«Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.
L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente... (continua)
Credo che il numero cento possa riferirsi al termine inglese "loo" (cesso, dal francese "l'eau"). Una volta le macchine per scrivere non avevano tutti i tasti per semplificare il progetto: in particolare i numeri 0 e 1 erano sostituiti dalla o e dalla l, per cui la parola si scriveva proprio come 100.
due sere fa, durante l'ultima edizione di Sanremo, Vecchioni ha rivelato a Baglioni di essersi ispirato ad un passo della Bibbia in cui il Re Salomone ("salvami, salvami, grande sovrano"), avendo saputo che la Morte era venuta per due suoi amici, li manda via da Gerusalemme dando loro due dei suoi cavalli ma poi è la Morte stessa a rivelargli che con quel gesto li aveva mandati dritti fra le sue braccia