Marilyn Monroe
(2012)
Album Auff!!
Album Auff!!
Io penso che la bellezza sia il più grande limite della storia, la più grande cattiveria di Dio e il più grande gioco di Dio. Perché ci mette in questo labirinto: ci sarebbe una certa forma di democrazia “estetica” se vogliamo, solo quando veramente noi fossimo tutti uguali. Perché si nasce belli o si nasce brutti. E quella è una cosa che non decidi tu. Pensa a Troia, Elena e tutte le troie delle troiane,… la bellezza è causa delle più grandi discussioni, guerre… c’è chi è bello e chi non è bello. E hai voglia a dire! Ci sarà sempre una forma di gelosia, finché non si sarà tutti uguali esteticamente.
E allora si è immaginato che grazie alla chirurgia estetica forse un giorno saremo tutti belli uguali e quindi finalmente tutti felici. Ma è una bugia: la bellezza naturale vince sempre laddove si dovrà scegliere un modello. Vogliamo essere tutti belli uguali, ma uguali a chi? E allora vince la più bella di tutti, vince Marilyn Monroe. Non ci sarà mai pace a causa della bellezza.
– Luca Romagnoli su DLSO
E allora si è immaginato che grazie alla chirurgia estetica forse un giorno saremo tutti belli uguali e quindi finalmente tutti felici. Ma è una bugia: la bellezza naturale vince sempre laddove si dovrà scegliere un modello. Vogliamo essere tutti belli uguali, ma uguali a chi? E allora vince la più bella di tutti, vince Marilyn Monroe. Non ci sarà mai pace a causa della bellezza.
– Luca Romagnoli su DLSO
È l'elogio della chirurgia plastica
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 22:43
Marco il pazzo
(2017)
Album: Un incubo stupendo
Chi è “Marco il pazzo”? Esiste una storia dietro la canzone? Il fatto che la sua storia si interrompa bruscamente con l'arrivo delle divise è un messaggio di resa?
Pazzo per me è un complimento. Comunque sì, è una resa. Ho in mente di scrivere per il futuro un brano dal titolo “La merda vince sempre”. Parlerà di omologazione, di meccanismo capitalistico che viene a vincere, del diverso che pian piano viene emarginato perché da fastidio. Anche le rivoluzioni sono finite, sono tornati al potere sempre gli stessi. Per questo mi piace ripetere che il meccanismo rivoluzionario non è politico ma poetico, la rivoluzione deve tornare per fare in modo di ribadire che il sentimento rivoluzionario è in ognuno di noi. Avevamo ragione ma abbiamo perso sempre e comunque, è tornato sempre quel meccanismo che è comodo a tutti, il meccanismo della compravendita, della... (continua)
Album: Un incubo stupendo
Chi è “Marco il pazzo”? Esiste una storia dietro la canzone? Il fatto che la sua storia si interrompa bruscamente con l'arrivo delle divise è un messaggio di resa?
Pazzo per me è un complimento. Comunque sì, è una resa. Ho in mente di scrivere per il futuro un brano dal titolo “La merda vince sempre”. Parlerà di omologazione, di meccanismo capitalistico che viene a vincere, del diverso che pian piano viene emarginato perché da fastidio. Anche le rivoluzioni sono finite, sono tornati al potere sempre gli stessi. Per questo mi piace ripetere che il meccanismo rivoluzionario non è politico ma poetico, la rivoluzione deve tornare per fare in modo di ribadire che il sentimento rivoluzionario è in ognuno di noi. Avevamo ragione ma abbiamo perso sempre e comunque, è tornato sempre quel meccanismo che è comodo a tutti, il meccanismo della compravendita, della... (continua)
Questa è la storia, l'incredibile storia di Marco, un bambino iperattivo
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 22:18
Management del dolore post-operatorio: Signor Poliziotto
(2012)
Management del dolore post-operatorio
Album: Auff!!
Parte tutto da un aneddoto su Leo Ferré. Fu fermato al confine, fra Francia e Italia, epoca di brigate rosse. E mentre i poliziotti rovistavano nella macchina e non trovavano nulla disse: “Con!” che significa coglione “le bombe non sono dove le cerchi, stanno qua, nella testa!”.
La canzone fondamentalmente sviluppa un’idea che è quella che non basta aspettare che il sogno venga da te. Lo devi cercare, devi lavorare, devi proprio spaccarti il culo per qualsiasi cosa, qualsiasi idea. Per avere ragione ti devi fare un culo… una sofferenza immane, soprattutto per chi non è aiutato da nessuno, anche a livello di appoggio psicologico. Mi piace l’idea che i nostri genitori non c’abbiano appoggiato fino adesso. Non dobbiamo ringraziare nessuno. Abbiamo lavorato di più quando andava male, come i matti, perché la cosa ci piaceva tanto.... (continua)
Management del dolore post-operatorio
Album: Auff!!
Parte tutto da un aneddoto su Leo Ferré. Fu fermato al confine, fra Francia e Italia, epoca di brigate rosse. E mentre i poliziotti rovistavano nella macchina e non trovavano nulla disse: “Con!” che significa coglione “le bombe non sono dove le cerchi, stanno qua, nella testa!”.
La canzone fondamentalmente sviluppa un’idea che è quella che non basta aspettare che il sogno venga da te. Lo devi cercare, devi lavorare, devi proprio spaccarti il culo per qualsiasi cosa, qualsiasi idea. Per avere ragione ti devi fare un culo… una sofferenza immane, soprattutto per chi non è aiutato da nessuno, anche a livello di appoggio psicologico. Mi piace l’idea che i nostri genitori non c’abbiano appoggiato fino adesso. Non dobbiamo ringraziare nessuno. Abbiamo lavorato di più quando andava male, come i matti, perché la cosa ci piaceva tanto.... (continua)
Sai per sognare, amore
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 22:04
Norman
2012
Album: Auff!!
La canzone fa riferimento al fatto di cronaca accaduto all'Università di Palermo il 13 settembre 2010 quando Norman Zarcone, dottorando in filosofia, si suicidò gettandosì dal settimo piano dell'edificio.
“Norman/Primavera a Praga/il fuoco di Jan Palach te lo ricordi?” chiede la voce narrante a Norman Zarcone, nell’omonima “Norman”. Zarcone è, o meglio era, un giovane ricercatore universitario di 27 anni, morto suicida nel 2010 come Palach, non dandosi fuoco bensì gettandosi dal settimo piano dell’Università di Lettere e Filosofia di Palermo. Fu il suo modo di protestare, di scuotere un sistema marcio dominato dalle baronie. Un gesto per niente fine a sé stesso, come quello di Palach che provò a scuotere i suoi connazionali. “Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la... (continua)
Album: Auff!!
La canzone fa riferimento al fatto di cronaca accaduto all'Università di Palermo il 13 settembre 2010 quando Norman Zarcone, dottorando in filosofia, si suicidò gettandosì dal settimo piano dell'edificio.
“Norman/Primavera a Praga/il fuoco di Jan Palach te lo ricordi?” chiede la voce narrante a Norman Zarcone, nell’omonima “Norman”. Zarcone è, o meglio era, un giovane ricercatore universitario di 27 anni, morto suicida nel 2010 come Palach, non dandosi fuoco bensì gettandosi dal settimo piano dell’Università di Lettere e Filosofia di Palermo. Fu il suo modo di protestare, di scuotere un sistema marcio dominato dalle baronie. Un gesto per niente fine a sé stesso, come quello di Palach che provò a scuotere i suoi connazionali. “Poiché i nostri popoli sono sull’orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la... (continua)
Dottorando in filosofia
(continua)
(continua)
19/11/2018 - 21:52
Sus au Trésor de Guerre
Chanson française – Sus au Trésor de Guerre– Marco Valdo M.I. – 2018
Ulenspiegel le Gueux – 109
Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – IV, XIII)
Dialogue Maïeutique
En ce temps-là, Lucien l’âne mon ami, Lamme attendait sa mort sur la potence et maudissait ses bourreaux. Avec Till et Nelle, il marchait au supplice en portant sa bedaine en colère. C’est le point de départ de cette chanson où le sort soudain bascule.
Bien sûr, dit Lucien l’âne, comme les personnages de légendes ne peuvent mourir aussi banalement, Nelle, Till et Lamme ne mourront pas cette fois-ci ; ils ont le destin de mourir tranquillement un jour lointain dans la paix des Pays libérés. Ou peut-être, ne mourront-ils jamais comme tous les... (continua)
Ulenspiegel le Gueux – 109
Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – IV, XIII)
Dialogue Maïeutique
En ce temps-là, Lucien l’âne mon ami, Lamme attendait sa mort sur la potence et maudissait ses bourreaux. Avec Till et Nelle, il marchait au supplice en portant sa bedaine en colère. C’est le point de départ de cette chanson où le sort soudain bascule.
Bien sûr, dit Lucien l’âne, comme les personnages de légendes ne peuvent mourir aussi banalement, Nelle, Till et Lamme ne mourront pas cette fois-ci ; ils ont le destin de mourir tranquillement un jour lointain dans la paix des Pays libérés. Ou peut-être, ne mourront-ils jamais comme tous les... (continua)
Nelle, Till et Lamme marchent sans bruit.
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/11/2018 - 16:43
Señor Martínez Mondragóns bekännelse
SEÑOR MARTÍNEZ MONDRAGÓNIN TUNNUSTUS
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 19/11/2018 - 15:25
Sicilia canta, Sicilia frana
Ringrazio per aver trovato (casualmente) su codesto sito internet i miei versi relativi al brano musicale dal titolo SICILIA CANTA, SICILIA FRANA inserito nell'Album omonimo registrato in LP e Musicassette nelo 1978.
Con un cordiale saluto
Giuseppe Nicola Ciliberto
Sito internet www.cilibertoribera.it
Con un cordiale saluto
Giuseppe Nicola Ciliberto
Sito internet www.cilibertoribera.it
Giuseppe Nicola Ciliberto 19/11/2018 - 14:25
Den Himmelska Fridens Torg
Ceil Herman
Björn Afzelius wrote the following notes in his 95 Sånger (95 Songs) book:
"Sommaren 1989 slog Kinas militär till mot sina egna landsmän, och den totalitära staten visade sitt rätta ansikte. Över tusen studenter mördades, för att de ropade på frihet.
"In the summer of 1989 China's military fought against their own countrymen, and the totalitarian state showed its real face. Over a thousand students were murdered, because they cried out for freedom."
There is no video of Björn Afzelius singing this song. A cover version by Kurbits & Rötjut:
Björn Afzelius wrote the following notes in his 95 Sånger (95 Songs) book:
"Sommaren 1989 slog Kinas militär till mot sina egna landsmän, och den totalitära staten visade sitt rätta ansikte. Över tusen studenter mördades, för att de ropade på frihet.
"In the summer of 1989 China's military fought against their own countrymen, and the totalitarian state showed its real face. Over a thousand students were murdered, because they cried out for freedom."
There is no video of Björn Afzelius singing this song. A cover version by Kurbits & Rötjut:
TIANANMEN SQUARE
(continua)
(continua)
inviata da Ceil Herman 18/11/2018 - 22:37
Cântec pentru pace
Mi sembra di capire sia da discogs che da ro.wikipedia.org che il titolo corretto sia Cântec pentru pace, omonimo ad un'altra canzone Cântec pentru pace.
Dq82 18/11/2018 - 21:11
Electronic Plantation
(1999)
Una delle due canzoni originali presentate dal supergruppo No W.T.O. Combo durante le proteste contro il W.T.O. a Seattle. Poi ripresa da Jello Biafra & the Guantanamo School of Medicine
Una delle due canzoni originali presentate dal supergruppo No W.T.O. Combo durante le proteste contro il W.T.O. a Seattle. Poi ripresa da Jello Biafra & the Guantanamo School of Medicine
Ya-Ha-Ha
(continua)
(continua)
18/11/2018 - 19:03
Cantone de sos bestidos de biancu
d’après la version italienne BALLATA DEI VESTITI DI BIANCO de Frantziscu Màsala / Francesco Masala
d’une
Chanson sarde – Cantone de sos bestidos de biancu – Frantziscu Màsala / Francesco Masala – 1981
Une ballade, un poème-chanson (autrement dit : « cantone ») qui m’a rappelé des chansons comme Io so che un giorno de Ivan Della Mea ou Emigrato su in Germania et E qualcuno poi disse de Gianni Nebbiosi…
d’une
Chanson sarde – Cantone de sos bestidos de biancu – Frantziscu Màsala / Francesco Masala – 1981
Une ballade, un poème-chanson (autrement dit : « cantone ») qui m’a rappelé des chansons comme Io so che un giorno de Ivan Della Mea ou Emigrato su in Germania et E qualcuno poi disse de Gianni Nebbiosi…
BALLADE DES HABITS BLANCS
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 18/11/2018 - 17:38
Free Yourself
[2018]
Scritta da Tom Rowlands e Ed Simons
Nuovo singolo del duo di Manchester, uscito alla fine di settembre.
Scritta da Tom Rowlands e Ed Simons
Nuovo singolo del duo di Manchester, uscito alla fine di settembre.
Free yourself
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/11/2018 - 16:45
L'Internationale
MANDO'A
Mando'a is a functional, if limited, constructed language created by Karen Traviss, for the Mandalorians of the Star Wars franchise.
This translation is intentionally formal, emphatic, and slightly archaic, as Internationale translations tend to be (and also partly because it's a very short and to-the-point language, and it'd be hard to make more colloquial speech fit).
I apologize if there's any mistakes.
Mando'a is a functional, if limited, constructed language created by Karen Traviss, for the Mandalorians of the Star Wars franchise.
This translation is intentionally formal, emphatic, and slightly archaic, as Internationale translations tend to be (and also partly because it's a very short and to-the-point language, and it'd be hard to make more colloquial speech fit).
I apologize if there's any mistakes.
Be'ne'waadas mirci't ke motir
(continua)
(continua)
inviata da MandalorTeSiit 18/11/2018 - 06:02
Kong
(2018)
Primo singolo estratto dall'album "Broken Politics"
Prodotto da Four Tet e da Robert Del Naja (3D) dei Massive Attack (il musicista sospettato di essere Banksy)
Primo singolo estratto dall'album "Broken Politics"
Prodotto da Four Tet e da Robert Del Naja (3D) dei Massive Attack (il musicista sospettato di essere Banksy)
La cantante svedese qui diventa il diamante che salva in corner un prodotto già reiterato nonostante sia uscito da poche ore. Attenzione, non stiamo parlando dell’apporto vocale – ennesimo epigone di quanto fatto da Horace Andy o Elizabeth Fraser con i Massive Attack – ma ciò che qui importa è il significato della sua figura, inscindibile dal testo di Kong. “But love is big and every land/ Every nation seeks its friends in France and Italy/ And all across the seven seas“, canta Cherry, nata a Stoccolma da madre svedese e padre del Sierra Leone, per un testo in cui si grida l’urgenza dei migranti e della tragedia umanitaria dei respingimenti.
Rolling Stone
Rolling Stone
Love forsaken, risk worth taking
(continua)
(continua)
17/11/2018 - 23:52
Zamba de mi esperanza
Da Cantos Cautivos
Testimonio de Edgardo Carabantes Olivares
Horacio Carabantes Olivares, mi hermano, se encontraba detenido en enero de 1975 en el Regimiento Maipo de Valparaíso, junto a un grupo grande de prisioneras y prisioneros, todas y todos capturados por la DINA.
Un día un oficial se acercó al grupo y preguntó en tono desafiante, quién sabía cantar. Horacio, que desde niño cantaba con una hermosa voz, respondió diciendo: yo canto. El oficial lo conminó a hacerlo. Entonces mi hermano alzó su voz y cantó "Zamba de mi Esperanza".
Un mes después, el 20 de febrero de 1975, Horacio junto a otros y otras detenidas, desaparecía desde Villa Grimaldi, en Santiago, después de pasar por distintos centros de detención clandestinos. Recién había cumplido 22 años...
Testimonianza di Edgardo Carabantes Olivares
Horacio Carabantes Olivares, mio fratello, è stato internato nel gennaio del 1975... (continua)
Testimonio de Edgardo Carabantes Olivares
Horacio Carabantes Olivares, mi hermano, se encontraba detenido en enero de 1975 en el Regimiento Maipo de Valparaíso, junto a un grupo grande de prisioneras y prisioneros, todas y todos capturados por la DINA.
Un día un oficial se acercó al grupo y preguntó en tono desafiante, quién sabía cantar. Horacio, que desde niño cantaba con una hermosa voz, respondió diciendo: yo canto. El oficial lo conminó a hacerlo. Entonces mi hermano alzó su voz y cantó "Zamba de mi Esperanza".
Un mes después, el 20 de febrero de 1975, Horacio junto a otros y otras detenidas, desaparecía desde Villa Grimaldi, en Santiago, después de pasar por distintos centros de detención clandestinos. Recién había cumplido 22 años...
Testimonianza di Edgardo Carabantes Olivares
Horacio Carabantes Olivares, mio fratello, è stato internato nel gennaio del 1975... (continua)
B.B. 17/11/2018 - 22:27
Zamba para no morir
[1966]
Scritta da Alfredo Rosales, Hamlet Lima Quintana e Norberto Ambrós.
Una canzone divenuta popolarissima nella versione de La Negra Sosa, ad iniziare dal suo disco "Yo no canto por cantar" del 1966, un titolo che, non a caso, è anche l'incipit di Manifiesto, la celeberrima canzone di Víctor Jara che dà il titolo al suo album incompiuto – che doveva intitolarsi "Tiempos que cambian" – realizzato a Londra l'anno seguente al suo assassinio, grazie ad un giornalista svedese, Jan Sandquist, che si era prestato a salvare i nastri che sarebbero stati certamente distrutti dai militari di Pinochet.
Questa splendida canzone – finora incredibilmente assente, seppur più volte citata, sulle CCG/AWS – varrebbe forse di per se stessa l'inserimento, ma a maggior ragione perchè nel canto dei prigionieri politici cileni assunse una valenza particolare: "era il tempo dei fiori e dei frutti, ma l'ascia... (continua)
Scritta da Alfredo Rosales, Hamlet Lima Quintana e Norberto Ambrós.
Una canzone divenuta popolarissima nella versione de La Negra Sosa, ad iniziare dal suo disco "Yo no canto por cantar" del 1966, un titolo che, non a caso, è anche l'incipit di Manifiesto, la celeberrima canzone di Víctor Jara che dà il titolo al suo album incompiuto – che doveva intitolarsi "Tiempos que cambian" – realizzato a Londra l'anno seguente al suo assassinio, grazie ad un giornalista svedese, Jan Sandquist, che si era prestato a salvare i nastri che sarebbero stati certamente distrutti dai militari di Pinochet.
Questa splendida canzone – finora incredibilmente assente, seppur più volte citata, sulle CCG/AWS – varrebbe forse di per se stessa l'inserimento, ma a maggior ragione perchè nel canto dei prigionieri politici cileni assunse una valenza particolare: "era il tempo dei fiori e dei frutti, ma l'ascia... (continua)
Romperá la tarde mi voz
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2018 - 22:07
Lamento a la muerte del perro Augusto
[1975]
Documento (1986)
Scritta da Sergio Vesely, classe 1958, musicista, militante di sinistra nel Cile della dittatura. Fu arrestato e detenuto nel campo di concentramento chiamato Melinka che si trova a Puchuncaví, nella regione di Valparaíso, e poi nel 1976 fu espulso dal paese e costretto all'esilio in Germania occidentale, dove vive ancora.
Nel suo album "Documento" pubblicato nel 1986.
Testo trovato su Cantos Cautivos
Una canzone che racconta di un cane randagio che nel campo di Melinka era diventato la mascotte dei detenuti politici. Lo avevano chiamato Augusto. Augusto el Perro, Augusto il Cane, in spregio a Pinochet. Quando nel 1975 i detenuti vennero trasferiti in una struttura carceraria a Puchuncaví, il cane Augusto, abituato a scorrazzare liberamente e ostile alle guardie che lo avevano sempre maltrattato, si rifiutò di essere trasferito, di essere chiuso in una cella... fu subito abbattuto da un ufficiale.
Documento (1986)
Scritta da Sergio Vesely, classe 1958, musicista, militante di sinistra nel Cile della dittatura. Fu arrestato e detenuto nel campo di concentramento chiamato Melinka che si trova a Puchuncaví, nella regione di Valparaíso, e poi nel 1976 fu espulso dal paese e costretto all'esilio in Germania occidentale, dove vive ancora.
Nel suo album "Documento" pubblicato nel 1986.
Testo trovato su Cantos Cautivos
Una canzone che racconta di un cane randagio che nel campo di Melinka era diventato la mascotte dei detenuti politici. Lo avevano chiamato Augusto. Augusto el Perro, Augusto il Cane, in spregio a Pinochet. Quando nel 1975 i detenuti vennero trasferiti in una struttura carceraria a Puchuncaví, il cane Augusto, abituato a scorrazzare liberamente e ostile alle guardie che lo avevano sempre maltrattato, si rifiutò di essere trasferito, di essere chiuso in una cella... fu subito abbattuto da un ufficiale.
Un hambriento perro vagabundo
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2018 - 18:51
La Malédiction de Lamme
La Malédiction de Lamme
Chanson française – La Malédiction de Lamme – Marco Valdo M.I. – 2018
Ulenspiegel le Gueux – 108
Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – IV, XI)
Dialogue Maïeutique
Pour cette fois, commence Marco Valdo M.I., je ne partirai pas du titre « La Malédiction de Lamme » pour présenter cette chanson, je me contenterai de rappeler que lors du précédent épisode « Le Carillon d’Harlem », la ville était assiégée et l’hiver glacé avait coupé la route aux secours et poussé la flotte des Gueux à la retraite. Tout au long, souviens-toi, les cloches et le carillon accompagnaient l’histoire de leur fanfare ; mais à la fin, commençait le siège de la ville : un siège qui allait durer des mois ; des... (continua)
Chanson française – La Malédiction de Lamme – Marco Valdo M.I. – 2018
Ulenspiegel le Gueux – 108
Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – IV, XI)
Dialogue Maïeutique
Pour cette fois, commence Marco Valdo M.I., je ne partirai pas du titre « La Malédiction de Lamme » pour présenter cette chanson, je me contenterai de rappeler que lors du précédent épisode « Le Carillon d’Harlem », la ville était assiégée et l’hiver glacé avait coupé la route aux secours et poussé la flotte des Gueux à la retraite. Tout au long, souviens-toi, les cloches et le carillon accompagnaient l’histoire de leur fanfare ; mais à la fin, commençait le siège de la ville : un siège qui allait durer des mois ; des... (continua)
Voici juin, les foins embaument l’air ;
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 17/11/2018 - 17:59
La Pace, filastrocca che piace
[2018]
«La Pace, filastrocca che piace» di Mimmo Mòllica - Proprietà letteraria Molica Colella Domenico ©2018 –
® Tutti i diritti sono riservati –
Il 20 novembre, come ogni anno, ricorre la Giornata Universale del Bambino, per segnalare al mondo quali sono i Diritti di tutti i bambini, senza distinzione di razza, religione o nazionalità. Tra questi il Diritto alla Pace.
Dedico questa filastrocca a tutti i giovani, genitori, studenti, nonni e a tutti gli uomini del mondo, rivolgendola a istituzioni, personalità della scuola, della politica, della cultura, della scienza e della società civile, come testimonianza di volontà e contributo per la pace.
Mimmo Mòllica
«La Pace, filastrocca che piace» di Mimmo Mòllica - Proprietà letteraria Molica Colella Domenico ©2018 –
® Tutti i diritti sono riservati –
Il 20 novembre, come ogni anno, ricorre la Giornata Universale del Bambino, per segnalare al mondo quali sono i Diritti di tutti i bambini, senza distinzione di razza, religione o nazionalità. Tra questi il Diritto alla Pace.
Dedico questa filastrocca a tutti i giovani, genitori, studenti, nonni e a tutti gli uomini del mondo, rivolgendola a istituzioni, personalità della scuola, della politica, della cultura, della scienza e della società civile, come testimonianza di volontà e contributo per la pace.
Mimmo Mòllica
La pace fa molto rumore,
(continua)
(continua)
inviata da Mimmo Mòllica 17/11/2018 - 17:25
Canzón dei coscrìti
anonimo
[fine 800/inizio 900]
Una canzone popolare precedente alla Grande Guerra. Infatti si riferisce di una ferma di tre anni, quella in vigore tra il 1875 (la riforma Ricotti, prima la durata del servizio militare obbligatorio era di quattro o addirittura cinque anni...) ed il 1910, quando la "naja" scese a due anni.
Trovo la maggior parte delle strofe su “Paròle e diti che se pèrde par strada”, una ricerca sulla parlata del paese di Bieno, il "balconcino della Valsugana", in Trentino Alto Adige. Quelle tra parentesi quadre le ho inserite traendole da questo canzoniere popolare.
Una canzone popolare precedente alla Grande Guerra. Infatti si riferisce di una ferma di tre anni, quella in vigore tra il 1875 (la riforma Ricotti, prima la durata del servizio militare obbligatorio era di quattro o addirittura cinque anni...) ed il 1910, quando la "naja" scese a due anni.
Trovo la maggior parte delle strofe su “Paròle e diti che se pèrde par strada”, una ricerca sulla parlata del paese di Bieno, il "balconcino della Valsugana", in Trentino Alto Adige. Quelle tra parentesi quadre le ho inserite traendole da questo canzoniere popolare.
Apriteci le pòrte
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2018 - 13:23
Cantone de sos bestidos de biancu
Cara RITA, se mai ricapiterai su questo sito di gente fatta di nuvole e passione, ecco parzialmente esaudita la tua giusta richiesta, dopo....6 anni!!!
Io conosco la versione cantata nel 1997 dalla dolce, compianta Marisa Sannia, nel suo bellissimo disco "Melagranada", che si può ascoltate qui
Il testo non corrisponde esattamente alla poesia qui sopra riportata, ci sono variazioni forse apportate dalla stessa per adattarlo alla voce. Le variazioni sono però interessanti e credibili, anche dal punto di vista di scrittura poetica, al posto di "Bénnidos sunu poi sos deos de Milanu..." per esempio la Sannia canta: "Bénnidos sunu poi sos deos dae su mare..."
Colgo l'occasione per ricordare che Marisa Sannia se n'è andata improvvisamente dieci anni fa e che proprio in questi giorni di novembre venne allora pubblicato postumo, dalla Felmay, "Rosa de oapel", registrato l'anno precedente a Roma... (continua)
Io conosco la versione cantata nel 1997 dalla dolce, compianta Marisa Sannia, nel suo bellissimo disco "Melagranada", che si può ascoltate qui
Il testo non corrisponde esattamente alla poesia qui sopra riportata, ci sono variazioni forse apportate dalla stessa per adattarlo alla voce. Le variazioni sono però interessanti e credibili, anche dal punto di vista di scrittura poetica, al posto di "Bénnidos sunu poi sos deos de Milanu..." per esempio la Sannia canta: "Bénnidos sunu poi sos deos dae su mare..."
Colgo l'occasione per ricordare che Marisa Sannia se n'è andata improvvisamente dieci anni fa e che proprio in questi giorni di novembre venne allora pubblicato postumo, dalla Felmay, "Rosa de oapel", registrato l'anno precedente a Roma... (continua)
Flavio Poltronieri 17/11/2018 - 09:42
Il general Cadorna
anonimo
Sempre da "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
"Bombacè come "cantacronache di guerra"
[...] Le strofe sembrano ritmare, di anno in anno, la terribile escalation con cui classi di giovani - sempre più giovani! - venivano risucchiate dall'implacabile mortale ingranaggio della guerra. La "bella gioventù" di tante canzoni popolari è qui spietatamente trasformata in "carne da macello":
Mi hanno fatto abile di prima categoria
mi hanno destinato l'è ín macelleria
Bim bim bom al rombo del cannon
Chi m'ha fatto abile l'è staito il colonnello
m'ha detto sulla faccia: Sei carne da macello!
Bim bim bom al rombo del cannon
Ma l'indignazione popolare tocca le stelle quando la macchina bellica, ossia l'orribile tritacarne, nel giugno del 1917, arriva ad arruolare i coscritti del 1899, e parallelamente quando... (continua)
"Bombacè come "cantacronache di guerra"
[...] Le strofe sembrano ritmare, di anno in anno, la terribile escalation con cui classi di giovani - sempre più giovani! - venivano risucchiate dall'implacabile mortale ingranaggio della guerra. La "bella gioventù" di tante canzoni popolari è qui spietatamente trasformata in "carne da macello":
Mi hanno fatto abile di prima categoria
mi hanno destinato l'è ín macelleria
Bim bim bom al rombo del cannon
Chi m'ha fatto abile l'è staito il colonnello
m'ha detto sulla faccia: Sei carne da macello!
Bim bim bom al rombo del cannon
Ma l'indignazione popolare tocca le stelle quando la macchina bellica, ossia l'orribile tritacarne, nel giugno del 1917, arriva ad arruolare i coscritti del 1899, e parallelamente quando... (continua)
B.B. 16/11/2018 - 21:11
Belleau Wood
I have loved this song ever since Garth Brooks has sung it. For I had three Uncles in the war plus my stepfather. So this song means a lot to me. It is not just words It is a heartfelt feeling of what they went through. For I can not even imagine what it was like back then. For I ng.cry each time I hear this song.
David Nelson 16/11/2018 - 20:41
Mio fratello è figlio unico
La scrittura del rapper Anastasio, 21 anni
da XFactor
Ok la vetrina di XFactor sarà quello che è, ma questa versione ci sembra comunque degna di nota.
da XFactor
Ok la vetrina di XFactor sarà quello che è, ma questa versione ci sembra comunque degna di nota.
Mio fratello e' figlio unico perché non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato.
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 16/11/2018 - 13:58
Rosso Malpelo
2015
Disciplina Sperimentale EP
Brano tratto dal primo Ep di Nasta Mc al secolo Marco Anastasio, ora più noto come Anastasio di XFactor.
Non è questo il luogo per discutere dei talent. Ogni tanto esce anche qualche bravo artista. Questo EP è stato inciso anni fa, a soli 18 anni.
Rosso Malpelo è una novella di Giovanni Verga, che narra di un ragazzo che lavora in una cava di rena rossa.
Disciplina Sperimentale EP
Brano tratto dal primo Ep di Nasta Mc al secolo Marco Anastasio, ora più noto come Anastasio di XFactor.
Non è questo il luogo per discutere dei talent. Ogni tanto esce anche qualche bravo artista. Questo EP è stato inciso anni fa, a soli 18 anni.
Rosso Malpelo è una novella di Giovanni Verga, che narra di un ragazzo che lavora in una cava di rena rossa.
Lo chiamavano Malpelo, il tale di cui oggi scrivo
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 16/11/2018 - 13:48
The Happiest Days of Our Lives / Another Brick in the Wall Part II
ANOTHER BRICK IN THE WALL
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 16/11/2018 - 13:25
La sobirana
Bonjour,
Cette chanson est magnifique. Est-il possible d'avoir la partition à 4 voix ?
Bravo à Messieurs Salinier et Salles. Que de frissons.
Un grand merci par avance.
Adissiatz
Cette chanson est magnifique. Est-il possible d'avoir la partition à 4 voix ?
Bravo à Messieurs Salinier et Salles. Que de frissons.
Un grand merci par avance.
Adissiatz
Joël Borréda 16/11/2018 - 12:32
Lille man [Sången om den nya världsordningen]
PIKKU MIES (LAULU UUDESTA MAAILMANJÄRJESTYKSESTÄ)
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 16/11/2018 - 11:35
Banan
[2018]
Parole e musica di Jacek Kleyff
Jacek Kleyff chitarra + metronomo, registrato su dittafono.
Il testo trascritto ad orecchio da YT.
inedito
Parole e musica di Jacek Kleyff
Jacek Kleyff chitarra + metronomo, registrato su dittafono.
Il testo trascritto ad orecchio da YT.
inedito
Rośnie banan, rośnie
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 16/11/2018 - 01:17
America
anonimo
Testo reperito in questa pagina
Nell’America che siamo arrivati
(continua)
(continua)
inviata da adriana 15/11/2018 - 19:41
State Of The Nation
Non potrebbe essere una metafora su come giornalmente riceviamo rassicurazioni circa una societa' ormai compromessa?
Salvatore 15/11/2018 - 17:45
I frà 'd San Bernardin
anonimo
[1917]
Testo piemontese risalente alla Rivolta del Pane di Torino, 21-24 agosto 1917
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Sull'insurrezione operaia di Torino del 1917 contro la guerra e contro la fame si veda Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo).
Qui basti ricordare che le due strofette in piemontese si riferiscono ad un episodio contestuale a quella rivolta, quando il 23 agosto la gente assalì, saccheggiò e bruciò il convento e la chiesa di San Bernardino nel quartiere Borgo San Paolo. Ciò avvenne perchè solo qualche tempo prima i frati avevano brutalmente malmenato, e forse seviziato, alcuni ragazzini che si erano introdotti nell'orto del convento per rubare della frutta...
Questo il racconto da "Storia di Torino operaia e socialista", di Paolo Spriano, 1972, p.... (continua)
Testo piemontese risalente alla Rivolta del Pane di Torino, 21-24 agosto 1917
Nel volume "Al rombo del cannon: Grande Guerra e canto popolare", di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto, Neri Pozza editore.
Sull'insurrezione operaia di Torino del 1917 contro la guerra e contro la fame si veda Prendi il fucile e gettalo per terra (Gran Dio del cielo).
Qui basti ricordare che le due strofette in piemontese si riferiscono ad un episodio contestuale a quella rivolta, quando il 23 agosto la gente assalì, saccheggiò e bruciò il convento e la chiesa di San Bernardino nel quartiere Borgo San Paolo. Ciò avvenne perchè solo qualche tempo prima i frati avevano brutalmente malmenato, e forse seviziato, alcuni ragazzini che si erano introdotti nell'orto del convento per rubare della frutta...
Questo il racconto da "Storia di Torino operaia e socialista", di Paolo Spriano, 1972, p.... (continua)
I frà 'd San Bernardin
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2018 - 17:37
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Album Auff!!
La traccia fluisce facilmente in “Macedonia”, che è la più dura sia in merito al testo che alla parte sonora, e accusa i potenti di finanziare e dare importanza a questioni scientifiche o belliche (e non solo) inutili in tempo di crisi economica e sociale per far finta di fare qualcosa e per distogliere l’attenzione del popolo dai veri problemi. Ciò viene fatto con riferimenti chiari e diretti a situazioni crude come un bambino che muore di fame o uno che ha perso le gambe a causa della guerra.
(dalla recensione dal blog "L'Arte e la Filosofia")
Macedonia è un pezzo graffiante ed incalzante. le guerre non sono mai servite, ma evidentemente il grido no-war non è mai bastato a fermare l'ignoranza degli eserciti. pensate che riusciremo mai a battere le frontiere della pace e della libertà combattendo con la musica?
Con la musica no. già ci hanno provato in tanti ed... (continua)