Il canto fu eseguito da Danuta Stenka e Maciej Zakościelny nella rappresentazione teatrale del testo di Petera Quilta - "Rodzinny Show" (The Coogan Act) (Da YT).
Caro Riccardo, a proposito della versione interpretata da Veronique Chalot: era in origine contenuta nell'LP Live che uscì nel 1975 ad opera del Folk studio per la loro nuova etichetta proprio appena fondata. Comperai subito il disco, che fu importante perchè allora poco o niente si sapeva di queste canzoni (definite sulla copertina "antiche ballate francesi). Avevo assistito ad uno di questi concerti (stagione 1974-75), lei era normanna di Le Havre dove aveva frequentato il Conservatorio e partecipato al primo festival folk internazionale di Parigi nel 1972. Era arrivata da pochissimo in Italia e poi appunto in Toscana rimase, incidendo ancora nel 1977 per la neonata Maso, il terzo disco della loro serie, il più sofisticato "j'ai vu le loup", dove la frase che dava il titolo alla raccolta era tratta da la "Danse des sorcieres" citata in seguito anche dai Tri Yann nel loro hit "La Jument... (continua)
Flavio Poltronieri 10/6/2017 - 08:56
Eh sì, e la Véronique all'epoca -dimmi se sbaglio- doveva essere poco più di una ragazzina, così come appare sulla copertina di "J'ai vu le loup" dei Materiali Sonori di San Giovanni Valdarno, l'album che citi. La storia per me comincia da lì, quando di anni ne avevo ben quattordici (14). Fra l'altro farà piacere al nostro webmaster che tu citi i Materiali Sonori con la sigla "MASO" :-P. Bisognerebbe forse mettere anche il "Chant de la mer"... Salud!
....ma quella è una melodia composta da Véronique Ch su un testo bretone genericamente così titolato....ne conosci l'origine ("L'orage meurt là-bas sur les flots...")?
Cari Flavio e Riccardo, non ci crederete, ma subito dopo aver letto queste vostre parole sono uscito a comprare un po' di zucchine e peperoni al mercato di Ferney Voltaire, mi sono fermato alla bancherella dei dischi e guardate cos'ho trovato, sepolto tra quintali di Johnny Halliday?
Una versione strumentale ad opera di Philip Pickett, Richard Thompson e Dave Mattacks e Dave Pegg, sessione ritmica (rispettivamente batteria e basso elettrico) dei Fairport Convention; dall'album The Bones Of All Men (1998)
Anche in questo caso, mi accorgo della correzione gentilmente fatta da Roberto di San Denêl due anni e mezzo fa (!!). Ringraziandolo, sperando che ancora ci legga, mi scuso con un banale, ma sincero "meglio tardi che mai"... (Naturalmente la traduzione è stata corretta di conseguenza).
Ci ho messo quasi un anno, undici mesi per la precisione, a terminare questa pagina che, un tempo forse già lontano, avevo promesso a Gian Piero Testa. Non avevo fatto in tempo. Ora è terminata con la sua traduzione completa e le sue note.
Mentre la stavo ultimando mi ha raggiunto la notizia della morte di Lorenzo "Mao" Bargellini. Lorenzo era un compagno e un amico, ma era anche un pezzo di storia di una città dalla parte di chi lotta, di chi non si arrende, di chi non chiacchiera o straparla, di chi si mette in gioco senza nulla chiedere.
Lorenzo se n'è andato in una domenica rovente di prima estate, da solo.
Vorrei quindi dedicare anche a lui l'Erotòcrito, che, come al suo antico compositore Vincenzo Cornaro, "tanta fatica mi è costato" per adempiere ad una promessa fatta ad un altro amico che non c'è più.
E' una favola, l'Erotòcrito, una favola... (continua)
Il nome dell'autrice di questa canzone è Eleonor Kellogg, come riportato dallo stesso Pete Seeger nelle note che accompagnano “American Industrial Ballads”.
Purtroppo non ho trovato notizie biografiche sulla Kellogg. Viene comunque associata a Sarah Ogan Gunning e quindi era forse anche lei una folksinger oppure la moglie di un minatore del Tennessee nei primi anni 30.
Comunque la canzone non è di anonimo e, avendo troppo scarse notizie dell'autrice, farei che attribuirla a Pete Seeger.
Due parole del traduttore. Sicuramente la canzone, tratta peraltro dalla "Fredsakademi" di Holger Terp che è uno storico collaboratore del nostro sito (e che salutiamo), appartiene alla "grande famiglia" di canzoni che si potrebbe chiamare quella di Johnny I Hardly Knew Ye. Alcune note cercano di chiarire meglio quel che vi si dice.