Larry Beckett dice che questa non fu una canzone composta specificatamente contro la guerra nel Vietnam (come qualcuno scrisse) ma contro TUTTE le guerre, che hanno sempre una sorgente e finchè non si blocca quella, non finiranno mai, è inutile semplicemente protestare o essere contenti quando ne finisce una...
Complimenti per la traduzione, solo una precisazione, da santermano di madre lingua, utile a sciogliere l'intraducibilità dell'unica frase dubbia. In realtà dice esattamente: da quann so zaraff vonn ch la pstol man. Cioè: Da quando sono ragazzini vanno con la pistola in mano...Buona Pasqua a tutti voi. Raf
Non mi lancio nell'interpretazione di questa canzone piuttosto complessa, che inizia con una citazione da “Dar” (“Il dono”), scritto tra il 1935 ed il 1937 da Vladimir Nabokov nella Berlino hitleriana, e con un riferimento a “La Coterie”, un circolo aristocratico inglese guidato da tal Lady Diana Cooper, nata Manners, attivo negli anni che precedettero la Grande Guerra...
Resta il fatto che si tratta inequivocabilmente di una CCG/AWS: “Preferirei essere strafatto, preferirei volare, prefeirei essere morto o pazzo piuttosto che puntare questi fucili addosso a quegli uomini nella sabbia”; e ancora: “Il Tamigi era nero, la torre scura. Volai al Cairo per raggiungere il mio reggimento. La città (il Cairo o Londra?) è piena di generali, e i generali sono bugiardi (letteralmente, pieni di merda)”
Bernart Bartleby 15/4/2017 - 22:34
"Alticcio" non mi pare una buona traduzione. "Be high" significa piuttosto "strafatto", con una ben altra valenza...
Ciao dq82, spiegati meglio. Io della gara ho sentito parlare sulle reti della radio nazionale... In che senso ha rischiato seriamente di non essere organizzata?
Saluti
B.B. 15/4/2017 - 21:45
Un’altra corsa sparisce: nel 2017 niente GP della Liberazione
24 marzo 2017
Dal 1946 è stata la vetrina per i giovani ciclisti, quella in cui nomi come Gianni Bugno e Dmitriy Konyshev fino ai più recenti Sacha Modolo e Matteo Trentin hanno conquistato vittorie importanti per il salto verso il professionismo. Per quest’anno non sarà così, perché il Gran Premio della Liberazione non si terrà.
Come spiega Andrea Novelli, presidente del Velo Club Primavera Ciclistica che si è incaricato di organizzare nelle ultime stagioni la prova, «non ci sono le condizioni per organizzare la corsa. Le solite e ripetitive frasi di circostanza non sono sufficienti. Inutile che continuino a ripetere: il Liberazione non può morire dopo che tanti hanno contribuito a togliergli ossigeno anno dopo anno con un’ostinazione degna di miglior causa. In pochi hanno mostrato di avere per davvero a cuore la corsa.