La fonte originale citata è il volume “Lieder aus den faschistischen Konzentrationslagern” (Hofmeister, Leipzig 1962) curato dalla celebre ricercatrice musicale, ebrea tedesca, Inge Lammel (1924-2015), coadiuvata nel lavoro da Günter Hofmeyer.
Le texte a été écrit par le camarade Kaufmann, de Lüdenscheid, qui à cette époque était interné dans le camp du Moorlager V, Neu-Sustrum. Le chant qui rencontra vite le succès, fut, selon que le camp était gardé par des unités de la police, des SS ou SA, chanté ouvertement ou en secret. (Notice du livre, op. cit.)
La fonte originale citata è il volume “Lieder aus den faschistischen Konzentrationslagern” (Hofmeister, Leipzig 1962) curato dalla celebre ricercatrice musicale, ebrea tedesca, Inge Lammel (1924-2015), coadiuvata nel lavoro da Günter Hofmeyer.
Ce chant, qui décrit la situation du KZ de Neuengamme près de Hambourg, est né en 1943/44, lorsque la quarantaine y fut imposée, suite à une épidémie de typhus. Le chant devait sur ordre du commandant être chanté par tous les prisonniers et devint bien entendu bientôt populaire. Il résonnait pendant la marche vers le travail, et au départ du camp, en novembre 1944, de prisonniers incorporés de force dans la formation SS « Dirlewanger »
Les 2 noms cités dans le texte, « Klinker –brique vernissée » et « Elb’ – Elbe », le fleuve qui passe là, étaient des kommandos de travail. Le kommando de travail « Elbe » et une briqueterie construite par les prisonniers. Le 5e verset fait allusion à l’appel du matin, quand les noms des camarades qui devaient être libérés étaient criés. (cité de l’op. cit. , page 113)
La frase "Oh Nikita is the other side of any given line in time" l'ho tradotta con "Oh, Nikita è ciò che desideri e non riesci a raggiungere". Non è una traduzione letterale, ma esprime correttamente il concetto e lo esprime in forma, credo, ben comprensibile per il lettore italiano.
PS. Questa canzone l'ho tradotta per mia curiosità e perchè nel sito mancava la versione italiana. Ma non è il massimo per me.
Attenzione Roberto, il nome greco Νικήτας, cioè Nikita è un nome maschile popolare una volta tra i slavi dell'Est. Ma è maschile!!! In occidente chissà perche lo davano alle ragazze. Comunque credo che nonostanta la sua dichiarata l'omosessualià Leleton si riferiva a una bardassa, mica a Nikita Sergeevič Chruščëv
"And if you're free to make a choice" = e sarai libero di scegliere. Si è a posto. Il presente usato da Taupin è preceduto da "And if there comes a time", per cui si traduce al futuro. Mi secca un pò dover impiegare tempo per commentare il lavoro che ho svolto intorno a una canzone tanto melensa...
ciao Roberto, in effetti krzyś non si riferiva al tempo ma al genere perché la Nikita della canzone dovrebbe essere una ragazza e non un uomo ("E sarai liberA di scegliere"), nonostante Nikita in russo sia un nome maschile...
Nikita è uomo o donna? Se ci si concentra sul video e sulle foto che da esso sono state estratte è donna. Ma il video è stato fatto a posteriori e pensato per un pubblico per cui una storia tra due persone doveva per forza essere tra un uomo e una donna. Concentrandosi sul testo: il soldato Nikita, visto il suo nome, non può che essere uomo. Preso atto di questo, badandoci sulla biografia di Elton John e sui nostri pregiudizi, si può essere portati a pensare che l'attrazione che chi racconta la storia prova per Nikita è di natura omosessuale. Francamente nel testo non trovo niente che faccia pensare a una "cotta" fulminante che ha colpito un gay. L'abbraccio? Nessun uomo abbraccia mai un amico da cui è stato separato? Le lettere? Nessun maschio comunica mai con un maschio? Nikita semplicemente rappresenta un mondo che è separato dal filo spinato, un mondo inaccessibile. Nikita (ovvero il... (continua)
Poi mi dedico ad altro: Nikita è una canzone sulla Guerra Fredda, parla di separazione tra i popoli, del desiderio che quello oppresso si liberi e si unisca all'amico a che lo sta aspettando a ovest. Se il Nikita che incarna l'Est porta i tacchi a spillo e si mette il rossetto o gli scarponi col carrarmato e ha i baffoni è del tutto secondario. L'amore espresso non è per una singola persona, ma per il mondo oggi (quando il brano fu composto) separato.
Mi pare che Roberto avesse premesso "Questa canzone l'ho tradotta per mia curiosità e perchè nel sito mancava la versione italiana. Ma non è il massimo per me." E la definisce subito dopo una "canzone melensa", e non gli si può dare torto.
Detto questo la Nikita di Elton John era - come da video ufficiale - certamente femmina, ma non credo sia difficile concludere che la scelta era commerciale. Il buon Elton avrebbe di sicuro preferito un maschio.
Tutta sta discussione sul sesso di Nikita l'ho trovata davvero stucchevole.
Un consiglio a Roberto: traduci solo canzoni che ti piacciono, mica siamo in fabbrica qua!
Ciao, ascolto gli ELP da quando ero un ragazzo,
volevo chiedere dove posso ascoltare una versione che abbia il testo finale
"E voglio dire:
e se nessuno stesse guardando?
E se ne nessuno stesse guardando?"
Mai sentito in vita mia!
Grazie ciao
Lorenzo 24/8/2016 - 07:41
Ho fatto una ricerca ed ho notato che solo su questo sito è riportato questo testo, in cui compare anche il testo di Ani di Franco, quindi deve trattarsi di un errore. https://www.uaar.it/node/307/
Grazie a Lorenzo, hai sicuramente ragione. In effetti i versi devono essere stati incollati per sbaglio sul sito dello UAAR dalla canzone di Ani DiFranco. Abbiamo provveduto a toglierli dal testo, dalla traduzione e anche dall'introduzione.
Hai ragione, Krzysiek, e ho corretto di conseguenza. Solo che, nel correggere, mi è venuto di usare un'espressione molto idiomatica (e, forse, tipicamente toscana; ma a volte non me rendo nemmeno conto). Il senso è comunque quello: "hai voglia a correre, non batterai mai Bolt" = "corri invano, ma non batterai mai Bolt".
Zitto..
non invocare il nome dell'umorismo
Secondo la mia tesi segreta fu causa del Olokaust
Se metti al confronto l'umorismo teuton tutto è purtroppo evidente...
Belovezhskaya pushcha (woodland) is one of the symbols of Belarus, an unique ecological pearl in the middle of the industrial Europe
Left it untranslated as a name.
Il zio Wiki polacco dice che qualche pogrom di abitanti ebrei di Grodno aveva luogo nel 1920 da parte dell'armata polacca che dopo aver preso il controllo della città nel 1919 cacciando i tedeschi doveva ritirarsi temporaneamente a causa dell'offensiva bolscevica. Dopo le 10 settimane i polacchi hanno ripreso la città che fino 1939 è rimasta nei confini della repubblica polacca di Piłsudski. Non è citato il numero dlle vittime. Ma le cose sono succese. E ripeto, sono le informazioni riportate sulla Wikipedia polacca, mica questa isrealiana.
Ciuz
OVER THE HILLS AND FAR AWAY AI TEMPI DI NAPOLEONE
Thomas D’Urfey in “Pills to Purge Melancholy” riporta la melodia e due versioni testuali una con il titolo di “Jockey’s Lamentation” (di argomento bucolico) l’altro con il titolo "The Recruiting Officer: Or, the Merry Volunteers: Being an Excellent New Copy of Verses upon raising Recruits.
Su YouTube ci sono un paio di versioni con questo testo e non con quello di John Tams (1993)
Una canzone, a mio avviso splendida, di non immediata comprensione. Questa intervista in inglese a Patti smith può aiutare a comprenderla meglio: http://www.austinchronicle.com/music/2...
Bravo Roberto, suggestiva la tua ipotesi sul titolo.
E hai fatto bene a contattare gli Amon Düül: a me non era nemmeno venuto in mente.
Grazie per tutto il tuo lavoro.
Saluti
... Anche se "La belva bianca è nel villaggio" deputerebbe proprio per un'ambientazione africana... Forse la canzone è sulla guerra in Mozambico, putrida di mercenari, e la dedica alla Ertl è solo, appunto, una dedica, visto che fu uccisa proprio quell'anno...
Che dici, Roberto?
Si B.B., ci stavo ripensando proprio poco fa, prima di leggerti. La mia ipotesi è un pò contorta: chi scrive in un tipìtolo "Mozambico", normalmente si riferisce al paese africano, non ad altre cose che hanno lo stesso nome. La musica all'inizio poi ha sonorità africane. Quindi, adesso dopo qualche ripensamento, mi concentrerei meno sulla storia (straordinaria) di Monica Ertl. E la mia nota la cancellerei senz'altro, se potessi. Grazie Bernart :)
Segnalo, per chi fosse interessato, che il libro di Jürgen Schreiber su Monika Ertl è tradotto fin dal 2011 in italiano: La ragazza che vendicò Che Guevara, trad. di V. Gallico e F. Lucaferri, editore Nutrimenti. A Monika Ertl è dedicato anche un capitolo intero dell'opera di Paola Staccioli, Non per odio ma per amore, storie di donne e femministe internazionaliste, ed. Derive/Approdi 2012, con prefazione di Silvia Baraldini e Haidi Gaggio Giuliani (una delle donne di cui si raccontano le storie è Maria Elena Angeloni: "Nel 1970 partecipa a un’azione in sostegno alla resistenza greca. Lo scopo è duplice: denunciare la dittatura dei colonnelli e denunciare la responsabilità degli Usa. Il meccanismo a orologeria della bomba artigianale confezionata si inceppa e l’auto salta in aria… Lascia un bambino di nove anni, Federico, che ha avuto con Veniero, fratello di Haidi, la mamma di Carlo Giuliani").
Ma ti pare, Roberto! Tra l'altro sono stato molto contento di trovare qua dentro Monika Ertl: per quel che riguarda il libro della Staccioli, ho assistito ad una sua presentazione (al CPA Firenze Sud) con la presenza dell'autrice e di Silvia Baraldini (Haidi Giuliani era collegata in videoconferenza), mentre la traduzione del libro di Schreiber l'avevo trovata a suo tempo nella biblioteca del mio quartiere. Entrambe, letture che raccomando davvero.