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Nell Flaherty’s Drake

anonimo
Nell Flaherty’s Drake

“Il papero di Nell Flaherty” (in inglese “Nell Flaherty’s drake”) è il titolo di una canzone irlandese di origini ottocentesche in cui ci si rammarica per l’uccisione di un anatra, ma in realtà si vuole parlare della morte di un ribelle, affiliato della Società degli Irlandesi Uniti, si tratta perciò di una irish rebel song in codice.

Robert Emmet (1778-1803) è il nostro “papero nostrano” ovvero un giovane ribelle irlandese (della chiesa anglicana), convinto sostenitore dell’indipendenza dell’Irlanda dalla Corona Inglese, nonché seguace degli ideali di fratellanza e solidarietà sociale propugnati dalla Rivoluzione Francese! Erano gli anni in cui i giovani irlandesi non potevano esimersi dal prendere una posizione, e il fratello maggiore Thomas (caro amico di Theobald Wolfe Tone) si era già schierato con i nazionalisti. Anche il fratellino più giovane mostra le sue simpatie per gli Irlandesi... (continua)
My name it is Nell (1), quite candid I tell,
(continua)
inviata da Cattia Salto 19/8/2016 - 22:15
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Avondale

Avondale
La canzone è stata scritta da Dominic Behan e dedicata a Charles Stewart Parnell (si veda The Blackbird of Sweet Avondale). La melodia è un’aria tradizionale dal titolo “The Orange Maid of Sligo”.

Tra gli interpreti: Christy Moore, The Dubliners

IL GIARDINO D’IRLANDA

Avondale è una tranquilla città a Wicklow, contea eletta a “giardino d’Irlanda” per i suoi paesaggi; si trova proprio a Sud di Dublino e ne costituisce il polmone verde, un incantato paradiso naturale dominato per la maggior parte dalle Wicklow Mountains, luoghi favoriti dagli amanti dell’escursionismo!!
Ad Avondale si trova la casa natale di Charles Stewart Parnell, una villa georgiana ora sede di un museo a lui dedicato.
Oh, have you been to Avondale
(continua)
inviata da Cattia Salto 19/8/2016 - 20:37
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Venite Adoremus

Venite Adoremus
[2016]

Album : Sulla testa dell'elefante
Presepe con gli spifferi
(continua)
inviata da adriana 19/8/2016 - 10:14

Maulkorb, Maulkorb über alles

Maulkorb, Maulkorb über alles
[fine 800/inizio 900]
Versi di Frank Wedekind (1864-1918), scrittore, drammaturgo e chansonnier, uno dei principali precursori del Kabarett tedesco.
Parodia della canzone patriottica “Das Lied der Deutschen”, il “Deutschland über Alles”, composto nel 1846 da August Heinrich Hoffmann von Fallersleben.
Testo trovato qui

Una canzonetta contro la censura guglielmina che Wedekind pubblicò sul Simplicissimus, rivista satirica fondata a Monaco di Baviera nel 1896. Questa ed altre invettive contro la casta politico militare del tempo gli costarono diversi mesi di galera. Simbolo del Simplicissimus era un disegno dell’illustratore Thomas Theodor Heine raffigurante un cagnaccio tutto rosso, scatenato e ringhiante, pronto ad avventarsi sull’aristocrazia prussiana e sul clero suo benedicente.
Maulkorb, Maulkorb über alles;
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/8/2016 - 09:08
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The Blackbird of Sweet Avondale

anonimo
The Blackbird of Sweet Avondale
Versione dei Silly Wizard
Silly Wizard Version
Interpretata anche dai Wolfe Tones

Charles Stewart Parnell (1846-1891) fu membro della nobiltà protestante anglo-irlandese e uomo politico carismatico che lottò per realizzare la Riforma Agraria in favore dei contadini poveri (riduzione degli affitti, miglioramento delle condizioni di lavoro).
Nel 1870 fu tra i fondatori dell’Home Rule Party [in italiano “il partito per l’autonomia“] che si era posto come primo obiettivo il conseguimento dell’autonomia dell’Irlanda, anche se non era chiaro tra tutti i suoi sostenitori, se si auspicasse un completo distacco dell’Irlanda dal Regno Unito, o solo una limitata autonomia. Lo stesso Parnell arrivò a dire: “Nessuno di noi, sia in America che in Irlanda, non sarà mai soddisfatto fino a che non avremo distrutto l’ultimo anello che ci tiene legati all’Inghilterra.”
Uomo affascinante, grande oratore,... (continua)
I
(continua)
inviata da cattia salto 19/8/2016 - 01:56
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Tempo di Berceuse (Qui siamo sepolti per sempre)

Tempo di Berceuse (Qui siamo sepolti per sempre)
Testo di Luigi Lunari

Si tratta del bel recitativo che nello spettacolo "Non spingete, scappiamo anche noi" (1969) introduceva una canzone che è già presente su questo sito col titolo un po' improprio di "Ballata del milite ignoto" e che quindi non replico. In realtà, come si capisce dal testo, ha un significato più generale.

Qui siamo sepolti per sempre
(continua)
inviata da Piersante Sestini 19/8/2016 - 01:13
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Alla mattina quando spunta il sole

Alla mattina quando spunta il sole
Una satira del risveglio della caserma, dallo spettacolo antimilitarista "Non spingete scappiamo anche Noi" (1969)

Alla mattina quando sorge il sole
(continua)
inviata da Piersante Sestini 19/8/2016 - 00:02
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Risotto Militare

Risotto Militare
Un pot-pourri di canzoni anti-militariste dello spettacolo "Non spingete scappiamo anche noi" (1969)
Pubblicate su vinile in quegli anni e in CD solo nel 2006
-Olio minerale
-Nella notte
-Fucile
-Con i missili sulle colline
-Carro armato
-Ho imparato a far da solo
-Fratelli soldati
-La mia battaglia l'è al sabato sera (in versione accelerata)

Olio, olio, olio minerale
(continua)
inviata da Piersante Sestini 18/8/2016 - 23:53
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Ahmed

Ahmed
(2016)
featuring Mai Khalil

Ahmed, un bambino siriano in fuga dalla guerra, come Alan Kurdi, affogato nel Mediterraneo mentre cercava di raggiungere la Fortezza Europa.
[Intro]
(continua)
18/8/2016 - 23:46
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Dear England

Dear England
feat. Mai Khalil
Album: Soundtrack to the Struggle (2014)

Aperta critica all'Inghilterra dove i banchieri si arricchiscono mentre nelle periferie povere scoppiano le rivolte, come nel 2011. La canzone cita l'uccisione da parte della polizia di Mark Duggan, che scatenò le rivolte nel quartiere di Tottenham e di Jean Charles de Menezes, un giovane di origine brasiliana che nel 2005 fu inseguito ed abbattuto dalla polizia nella metropolitana di Londra perché scambiato per un terrorista.

Come in Inghilterra i poliziotti possono sparare ai neri, nelle montagne dell'Afghanistan i soldati hanno la mano libera e le bombe scendono sulla Libia...

Note approfondite sul sempre ottimo genius.
[Hook: Mai Khalil]
(continua)
18/8/2016 - 23:27
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Berliner Weihnacht 1918

Berliner Weihnacht 1918
[1918]
Versi di Alfred Henschke (1890–1928), meglio conosciuto con lo pseudonimo di Klabund, scrittore tedesco.
Interpretata da Katja Ebstein e più recentemente messa in musica da Hein Ratz nel suo album “Klabund - Leuchtet ihre Uhr des Nachts?” pubblicato nel 2006.
Testo trovato su Projekt Gutenberg-DE

Poesia gemella di Weihnachten di Kurt Tucholsky, e altrettanto bella e terribile.
Il Kurfürstendamm (familiarmente Ku'damm) è uno dei più famosi viali di Berlino, paragonabile agli Champs-Élysées di Parigi...

“Al Kurfürstendamm s’incontrano persone piene di boria,
vogliose di baldoria,
brillanti con signore, frac, visone,
cuore di pietra con doppio mento e corruzione.
E perle, perle, perle,
tra fiumi di champagne effervescente.
Gridano le cocottes allegramente,
mio caro, a noi non può mancare proprio niente,
e se muoiono di fame in milioni,
noi vogliam divertirci coi soldoni.”

(traduzione italiana da “Kabarett! Satira, politica e cultura tedesca in scena dal 1901 al 1967”, a cura di Paola Sorge. LIT Edizioni 2015)
Am Kurfürstendamm da hocken zusamm
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/8/2016 - 22:53
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Radio Aut

Radio Aut
[2013]

Album : In bilico
Eccolo che arriva sulla sua seicento bianca,
(continua)
inviata da adriana 17/8/2016 - 16:02
Percorsi: Mafia e mafie
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God's Gift to the Caliphate

God's Gift to the Caliphate
[2015]

Album : 1939

A song for Daesh's chief recruiter, Donald Trump.-David Rovics
He was born a rich man, then he got richer still
(continua)
inviata da adriana 17/8/2016 - 12:05

Cristoforo Colombo per mezzo della Spagna

anonimo
Cristoforo Colombo per mezzo della Spagna
Testo e info reperiti in questa pagina del Portale dei Lombardi nel Mondo

Questo brano fu cantato, oltre che nel mantovano, anche nel cremonese e forse altrove nella regione padana. È stato raccolto da R. Leydi (luglio 1962).
Informatore: Teodolina Rebuzzi
Cristoforo Colombo per mezzo della Spagna
(continua)
inviata da adriana 17/8/2016 - 11:00
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פּאַפּיראָסן

פּאַפּיראָסן
Papirosn
1932

Innanzitutto il titolo, "Papirosn" è la forma in yiddish standard. In yiddish il plurale si forma in parecchi modi, ma "-n" è la forma normale. Alcuni altri nomi lo formano normalmente in "-en", però in pratica le due forme sono interscambiabili perché la "e" di "-en" è comunque semimuta (come in tedesco, del resto). "Papirossen" è invece la forma tedesca standard (Papirosse, pl. Papirossen).

La canzone Papirosn è tratta dall'omonima commedia che Yablokoff scrisse nel 1932 negli Stati Uniti.
Hermann Yablokoff (1903-1981), originario di Hrodna, oggi in Bielorussia, era emigrato negli USA nel 1924. Personaggio molto noto nel teatro yiddish americano, alla fine della guerra Yablokoff fece molte tournée in Germania, Austria ed Italia per portare conforto ai rifugiati sopravvissuti alla Shoah.
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish.

La canzone parla di un bambino che vende... (continua)
אַ קאַלטע נאַכט אַ נעפּלדיקע פֿינצטער אומעטום
(continua)
inviata da Dq82 + Bernart Bartleby 17/8/2016 - 09:47
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E con la cicca in bocca

anonimo
E con la cicca in bocca
[primi del 900]
Canzone milanese riportata in “La mia morosa cara. Canzoni popolari milanesi e lombarde”, a cura di Nanni Svampa, 1977 (ultima riedizione 2007)
Nel repertorio dello stesso Svampa, in particolare nel volume 3 (“La mala e l’osteria”, 1970) della “Milanese – Antologia della canzone lombarda”.

La mala a Milano si chiamava anche “ligera” o “lingera”, che sarebbe l'equivalente di “miseria”, secondo Arturo Frizzi che cosi l'ha definita nel suo Dizionario del Gergo dei Girovaghi (in “Il ciarlatano”, Mantova 1902). Il Frizzi era nato a Mantova nel 1864 e si definiva "ciarlatano e fierante con mercerie”. Persona estrosa (che dovrà poi diventare socialista militante e compilare parecchi canzonieri politici), il Frizzi scrisse le sue memorie (Il ciarlatano) nel 1902 insieme con un burlesco Passaporto della Leggera di cui riportiamo l’introduzione: “Passaporto della Leggera, rilasciato... (continua)
E con la cicca in bocca
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/8/2016 - 09:43

Prendi quel sasso, butta quel pan

anonimo
Prendi quel sasso, butta quel pan
[1877]
Canto d’emigrazione (e di protesta) mantovano
Pubblicato sul giornale “La Favilla”, fondato nel 1866 e diretto fino alla sua morte, avvenuta nel 1879, da Paride Suzzara Verdi, giornalista e rivoluzionario mantovano, vicino agli ideali socialisti e internazionalisti. Citato in “La mia morosa cara. Canzoni popolari milanesi e lombarde”, a cura di Nanni Svampa, 1977 (ultima riedizione 2007)
Prendi quel sasso
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/8/2016 - 08:51
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Here at the End of the World

Here at the End of the World
[2014]

Album : Songs For Mahmud


It’s really crazy being alive today, and having the knowledge that our species is on the edge of extinction, and those in power in most of the world just go on pretending it’s not happening. It’s really surreal, really depressing, really maddening, among other things.David Rovics
Standing here on a highway
(continua)
16/8/2016 - 15:07
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Cruell Farewell

Cruell Farewell
[2016]

Canzone vincitrice del Premio della Giuria Popolare Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty"
Cruel farewell
(continua)
inviata da adriana 16/8/2016 - 12:24
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Pebble Mine

Pebble Mine
[2013]

Album : Spies Are Reading My Blog

"There are so many reasons to oppose a gargantuan new mining project, I don’t know where to start."
They’ve been trying now for thirty years or more
(continua)
inviata da adriana 16/8/2016 - 11:54
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TPP 101

TPP 101
“TPP 101” appears on the 2014 Bandcamp album, All the News That’s Fit to Sing.

The TPP is the US-Pacific trade deal. TTIP is the one between the US and Europe. They are both horrible for the working class around the world, and great for the capitalist class, which is how these trade deals work. Which is why real progressives always oppose them, and corporate lobbyists love them. Is your local Congressperson supporting the deal? That is an indication that he or she is a corporate thug. If the corporate thug pretends to be progressive, support of these trade deals is a clear indication that they are bullshitting in order to get votes. They’re clearly more interested in those envelopes stuffed with cash they’re getting from the pharmaceutical companies.
David Rovics
Free traders and traitors, bankers and thieves
(continua)
inviata da adriana 16/8/2016 - 11:05
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Tubel Trophy

Tubel Trophy
[1992]
Scritta da Boni Koller
Nell’album intitolato “Trendy”

Una canzone in “Schweizerdeutsch”, in tedesco alemanno, che racconta – così almeno ho capito googolando la traduzione in tedesco - di un grosso e tronfio nazistello locale, prototipo del gran bevitore di birra ed agitatore da pub (e, come sappiamo, l’ideatore stesso del nazismo nacque offrendo birra in una birreria di Monaco nel 1923 – si veda al proposito la canzone francese Mr Pif Paf) il quale, nel corso di una delle sue interminabili bevute, condite da insulti ad immigrati, neri e gay, si lascia convincere a partecipare ad un trofeo di sopravvivenza nella giungla, una gara per veri uomini… Non tornerà mai più a sparare cazzate nella suo amato pub, dove sarà in breve dimenticato e sostituito da un altro idiota decerebrato come lui.

I Baby Jail si sono sciolti nel 1994 ma recentemente si sono riuniti ed hanno riproposto questo che fu il loro più grande successo, finalizzando l’incasso delle vendite ad un progetto di aiuto ai rifugiati.
Es isch emal en Tubel gsi, e richtig miesi Fläsche
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/8/2016 - 09:42
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Me Want Marò Back

Me Want Marò Back
[2015]
Nell'album intitolato “Diamo un calcio all'Aldilà”, secondo lavoro di questo spensierato gruppo bergamasco.

Reggae semplicemente geniale, sotto ogni punto di vista, sia testuale che musicale.
Feat. Matteo Salvini: il suo “contributo” è indicato in corsivo.

“Me voglio indietro i due marò... molti nemici, molto onore... e un bel bulldozer sui campi rom...”

Me want marò back: l’unica canzone reggae di estrema destra mai scritta. Feat. Matteo Salvini.” (presentazione del brano a cura dei PTN)
Ciao to everybody, I'm the player of the bongo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/8/2016 - 21:44
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Questa Storia

Il freddo che abbaiava,
(continua)
inviata da Enrico Zambelli 15/8/2016 - 19:52
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Naku

Naku
[2016]

Anni fa registrammo dei brani con l’intento di stampare un nuovo cd
Il progetto non vide mai la luce.
Oggi abbiamo pensato di pubblicare qualcuno dei brani registrati allora.
All’epoca della registrazione il gruppo degli Zuf de Zur era formato da:

Gabriella Gabrielli : voce
Mauro Punteri: chitarra e voce
Francesca Altran: violino
Federico Magris: violoncello
Roberto Nonini: clarinetto
Emanuele Diego Primosi: batteria e percussioni
Maurizio Veraldi: organetto

In questo brano composto da Mauro Punteri ed arrangiato da Valter Sivilotti ha anche suonato il nostro caro amico ed ex Zuf, Aleksandar Paunovic al contrabbasso.



Il testo della canzone è formato da un insieme di filastrocche e ninnananne di provenienza diversa (filastrocche italiane, slovene, ninnananne rumene, africane e dei paesi di lingua spagnola). Naku è il nome di un bimbo africano Be oko: in africano significa... (continua)
Essen dum... La la la la
(continua)
inviata da adriana 15/8/2016 - 16:24
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Oval Room

Oval Room
Pubblicata in 45 giri nel 1984, ha dato il titolo all'omonimo CD postumo pubblicato nel 2004

Studio Ovale:
Una presa in giro del presidente Ronald Reagan, ma che si può adattare anche anche ad altri
In his oval room, in his rockin' chair
(continua)
inviata da Piersante sestini 15/8/2016 - 15:51
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קאַלט: אַ לידל פֿון לאָדזשער געטאָ 1945

קאַלט: אַ לידל פֿון לאָדזשער געטאָ 1945
1945
Kalt: a lidl fun lodzher geto 1945


Nota testuale. Il testo completo in caratteri ebraici non è presente in rete ed è stato ricostruito arbitrariamente a partire dalla trascrizione in caratteri latini reperibile in rete e proposta originariamente per questa pagina. Tale trascrizione rispecchia però caratteristiche e varianti locali dello yiddish polacco, e presenta inoltre diversi errori e refusi che sono stati emendati. La ricostruzione del testo in caratteri ebraici è stata condotta però in yiddish standard, per cui è stata approntata una ulteriore trascrizione che la riproduce. Come testo della canzone deve valere quello presentato nella trascrizione originale corretta. [RV]

Miriam Goldberg, nata nel 1924 a Łódź, vi viveva con i genitori e 6 fratelli, di cui il primo, Israel era sposato con 3 figlie.
Sopravviveranno all'Olocausto solo Miriam e altre 2 sorelle, Rachel e Hanka.... (continua)
קאַלט.
(continua)
inviata da Dq82 15/8/2016 - 15:40
Percorsi: Ghetti
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WW III

WW III
Pubblicato nell'album postumo Oval Room, 2004

World War III: Terza guerra mondiale.
Un testo sarcastico sulla necessità delle guerre per chi detiene il potere: Zio Sam, se non ti sbrighi, rischia di esserci una generazione che invecchia senza poter avere un'opportunità di morire per la patria!
I've been thinking Uncle Sam
(continua)
inviata da Piersante Sestini 15/8/2016 - 15:37
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Bare a vela

Bare a vela
2016
Delaltér. Verso un altro altrove

il nuovo disco dei Luf si chiude con Bare a vela, piccola gemma acustica che nel suo minuto e poco più di durata suggella tutto il lavoro, senza tralasciare la poesia per contrastare l’orrore infinito di quelle troppe bare stese al sole di Lampedusa o di altri posti simili: “Di chi sono queste lacrime amare / che solcano il cielo ed il mare / di chi sono queste lacrime amare / chi ha messo le vele alle bare lo sai solo tu…”. Di fronte a immagini viste ormai troppe volte, viene naturale rivolgersi a qualcuno di “superiore” – sia Dio o chi per lui – per cercare di trovare una spiegazione che chissà se c’è o se arriverà, per tentare di razionalizzare il dolore e l’impotenza di fronte all’ennesimo viaggio della speranza – quello “verso un altro altrove”, per dirla ancora come i Luf – che si è infranto tra le onde di un mare troppo difficile da attraversare.
ilflaneur.com
Vedo le stelle che cadono
(continua)
inviata da Dq82 15/8/2016 - 14:40
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Verso un altro altrove

Verso un altro altrove
2016
Delaltér. Verso un altro altrove

In tre versioni: nel primo cd folk version e rock version (con la partecipazione di Alessandro Sipolo), e una versione acustica nel secondo cd

Verso un altro altrove, che apre le danze, è il canto di speranza di chi si lascia alle spalle un pezzo di storia, legami, affetti e quant’altro, per intraprendere un viaggio che non sa ancora dove lo porterà. E’ un invito al viaggio, una sorta di incoraggiamento da dedicare a chi parte senza conoscere la meta di destinazione: “Adelante Comandante, nelle scarpe del migrante / nelle tasche di chi ha niente una rosa nascerà…”.
ilflaneur.com
Adelante comandante questa notte sei distante
(continua)
inviata da Dq82 15/8/2016 - 14:21
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Vater komm erzähl vom krieg

Vater komm erzähl vom krieg
[1966]
Versi del poesta austriaco Ernst Jandl (1925-2000)
In un'antologia del 1967 intitolata “Thema: Frieden”
Musica del compositore austriaco Friedrich Cerha, nel disco intitolato “Eine Art Chansons” (1993)

Papà, raccontami della guerra... Perchè è stata fatta? E tu, che cosa hai fatto? Come sei stato ferito? E come... sei morto... Papà, raccontami della guerra...
Domande assurde, senza possibile risposta, di un figlio ad un padre caduto in un'assurda guerra...
Chissà se Bruce Springsteen e Joe Grushecky conoscevano questa poesia quando scrissero What Did You Do in the War?‎...
vater komm erzähl vom krieg
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/8/2016 - 13:56
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Da Genova alla luna

Da Genova alla luna
2016
Perle d'insaggezza

(ft. Antonello Giovanni Budano)

Canzone dedicata Fabrizio De André
Sempre a lui dedicate si vedano Canzone di gennaio degli Atarassia Grop e Dal nido dei Luf
Aeah-eaah Aeah-eaah Aeah-eaah Aeah-eaah
(continua)
inviata da dq82 15/8/2016 - 00:07
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La al de legn

La al de legn
[2013]
Mat e Famat

Testo Dario Canossi
Musica Tradizionale di American Land, nell'arrangiamento di Bruce Springsteen

La canzone era già presente come una versione di American Land, in quanto avevamo solo la prima strofa e qualche video. Finalmente siamo riusciti a trovare il testo completo e pertanto la inseriamo come canzone a se stante, non essendo una cover della canzone di Springsteen, ne riprende solamente melodia ed arrangiamento

Dalla Valcamonica si partiva per trovare fortuna e guadagnare i soldi per costruirsi una casa. Tra i lavori più diffusi quello del minatore. Spesso si tornava nella "Al de legn", con la veste di legno.
'n vala la la domà par laorà fin a la sera
(continua)
inviata da dq82 14/8/2016 - 23:34
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Poesia facile

Poesia facile
[2015]
Poesia di Dino Campana [1928]
Dai Canti Orfici
(1a edizione: Pubblicazione a cura dell'autore, Firenze, 1914)
Musica di Massimiliano Larocca
Interpretazione di Massimiliano Larocca
Voce e chitarra tenore di Cesare Basile
Album: Un mistero di sogni avverati [2015]

Il poeta Dino Campana, nato il 20 agosto 1885 a Marradi, nella Romagna Toscana, si dice fosse pazzo. Poiché di biografie di questo grande poeta, filologicamente corrette oppure romanzate (ed anche filmate e sceneggiate) ne esistono oramai parecchie, non ne aggiungerò certo un'altra in sedicesimo, non parlerò del suo famoso e grande amore con Sibilla Aleramo e andrà a finire che non dirò neppure che in manicomio ci morì davvero, il 1° marzo 1932 a Castelpulci nei pressi di Lastra a Signa, a un tiro di schioppo proprio dalla villa (di proprietà del tenore Enrico Caruso) che vide molta della sua relazione con la Aleramo.... (continua)
Pace non cerco, guerra non sopporto
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/8/2016 - 21:34
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Беловежская пуща

Беловежская пуща
[1974]
Parole di Никола́й Никола́евич Добронра́вов
Musica di Алекса́ндра Никола́евна Па́хмутова
Dall'album del gruppo Песняры intitolato "Песняры III"
Il testo da http://song-story.ru/belovezhskaya-pushcha/

Pesniary combined various types of music, but it mostly used Belarusian folklore though often with various psychedelic rock elements and later rock as well. Several of the Pesniary's songs were composed by Alexandra Pakhmutova. The surprising influence of early Frank Zappa was also notable. The band often used lyrics from the famous Russian and Belarusian poets of the past. Pesniary's favourite was Yanka Kupala. The band adapted his poems into stage musicals twice: Pesnia o Dole (Song of Fate, 1976) and Guslar (1980), the latter also released as concept album. Among their best known song are "Kasiu Jas Kaniushynu", "Belovezhskaya Pushcha", "Belorussiya" and "Alesia".
Заповедный напев, заповедная даль,
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 14/8/2016 - 21:15

Wien : Heldenplatz

Wien : Heldenplatz
[1962]
Versi del poesta austriaco Ernst Jandl (1925-2000)
Nella raccolta intitolata “Laut und Luise” pubblicata nel 1966
Musica del compositore austriaco Friedrich Cerha, nel disco intitolato “Eine Art Chansons” (1993)

Era adolescente Ernst Jandl quando Hitler si annesse l'Austria. Era il 12 marzo del 1938. L'Anschluss fu un'operazione studiata a tavolino e si risolse non solo con l'intervento militare ma pure con un successivo “democraticissimo” referendum, tenutosi il 10 aprile, il cui semplice quesito era il seguente:

“Sei d'accordo con la riunificazione dell'Austria con il Reich tedesco avvenuta il 13 marzo 1938 e voti per la lista del nostro Führer Adolf Hitler?”

Ovviamente le ragioni del “No” non ebbero alcuno spazio, persino nella scheda elettorale, dove la casella dei contrari era relegata ai margini e molto più piccola di quella riservata ai favorevoli... Il risultato: oltre... (continua)
der glanze heldenplatz zirka
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/8/2016 - 21:15
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Schtzngrmm

Schtzngrmm
[1956]
Versi del poesta austriaco Ernst Jandl (1925-2000)
Musica per sola tromba del compositore Johannes X. Schachtner (2004).
Anche il musicista jazz Christian Muthspiel si è cimentato col brano nel 2008.

Se al termine tedesco “Schützengraben”, trincea, si tolgono tutte le vocali (e si tengono solo le consonanti, con nell'ultima sillaba una concessione al dialetto viennese), ecco che possiamo ottenere una serie di suoni molto evocativi, onomatopeici, di quello che fu davvero la guerra in trincea. Si tratta di cosiddetta “poesia concreta”.

La poesia qui di seguito provoca sempre, inevitabilmente, qualche sorriso, al pari di quelle di Marinetti o di Palazzeschi. Ma è un sorriso di breve durata. L’autore è un poeta austriaco, Ernst Jandl, che dopo essere stato catturato dagli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale, tornò a Vienna ad insegnare. Jandl mescolò la terribile esperienza della... (continua)
schtzngrmm
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/8/2016 - 22:22
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Da lontano

Da lontano
2016
Perle d'insaggezza
C’è chi c’ha piccoli problemi in famiglia invece io la mia famiglia non so neanche dove sta
(continua)
inviata da Dq82 13/8/2016 - 15:30
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High Society

High Society
2016
High Society EP

Parla del capitalismo e del tentativo di spezzare le catene che questa società si è creata. Un titolo dalla duplice lettura. High come drogato, perché negli Stati Uniti lo siamo tutti. Ma High Society è anche il film con Satchmo, Louis Armstrong, preferito da mio padre". Le note redatte per il sito ufficiale a proposito di High Society, spiegano come spezzare le catene: "Concentratevi su cosa vi rende felici e disconnettetevi da tutto il resto. Una profezia che si autoavvera. Ha salvato la mia vita, può salvare la vostra. Se lo volete".
repubblica.it
I've been a cog in the wheel, spinning for the big machine
(continua)
inviata da Dq82 12/8/2016 - 23:02
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Donald Trump Makes Me Wanna Smoke Crack

Donald Trump Makes Me Wanna Smoke Crack
2016
High Society EP


Come distruggere Donald Trump e diventare celebre con una canzone
Da autore per altri, il musicista svedese Daniel Ledinsky al vertice delle top ten dei brani più virali su Spotify con 'Donald Trump Makes Me Wanna Smoke Crack'. Una canzone sull'America di oggi e sul pericolo rappresentato dal "sogno" di nuova grandezza spacciato dal candidato repubblicano alla Casa Bianca

PAOLO GALLORI
03 Agosto 2016

Neil Young, Adele, Rolling Stones, la famiglia di Pavarotti, Queen, Aerosmith, Rem. Sono tutti accomunati da una richiesta: "Donald Trump la smetta di usare la nostra musica per la sua campagna elettorale". Bene, è vicino il giorno in cui sarà Trump a chiedere che qualcuno la smetta di usarlo, o meglio, di cantarlo in termini non proprio lusinghieri per farsi strada nel music business. Perché il giochetto sta riuscendo alla grande a Daniel Ledinsky, svedese, musicista... (continua)
Money, money
(continua)
inviata da Dq82 12/8/2016 - 20:35
Percorsi: Donald Trump
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Emergency

Emergency
[2008]

Album : Io Randagiu Sardu

Feat Quilo Sa Razza Su Komandanti nootempo

Dedicata ad Emergency
Ca nu è tempu di essi
(continua)
inviata da adriana 12/8/2016 - 09:15

Viva Radeschi

anonimo
Viva Radeschi
[1848]
Testo trovato su "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi", a cura di Nanni Svampa, 1977 (ultima riedizione 2007)

Strofetta nata a Milano subito dopo le Cinque Giornate, è un documento molto significativo dei sentimenti veri che animavano il popolo, al di là di qualsiasi retorica patriottarda.
Certo, gli Austriaci non erano amati dai Milanesi e Radetzky in particolare era fatto segno a satire non solo colte ma anche popolane come:

Viva Radetzky
còtt in la pignatta
fioeul d'ona vacca
che broeud el farà!

Quindi i fermenti rivoluzionari nati negli ambienti democratici dei ceti istruiti (borghesi e nobili) trovarono una rispondenza nel popolo che sfogò l'antico rancore contro i dominatori battendosi coraggiosamente nella rivolta delle Cinque Giornate.

Ma all’euforia di quell'effimera vittoria seguirono la delusione e la rabbia per le successive disfatte e per... (continua)
Viva Radeschi e viva Metternich;
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/8/2016 - 08:56
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Je suis humain

Je suis humain
Écrite suite aux attentats de janvier 2015 à Paris et illustrée par un dessin de Jim d'après le Grand Duduche de Cabu.
Y'a une seule cartouche d'encre noire
(continua)
inviata da adriana 11/8/2016 - 14:39
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Migrant

"Migrants" : juste un mot à la une de tous nos journaux...
Mais derrière ce mot, il y a des hommes, des femmes, des enfants qui fuient les massacres et la guerre. Depuis 2000, c'est 22 000 personnes qui seraient mortes en tentant de gagner l'Europe (source Le Monde / The Migrants Files).
En 2014, 75% de ces réfugiés, morts dans le monde, ont péri en Méditerranée.
En hommage à toutes ces victimes de l'horreur, voici la maquette d"une nouvelle chanson : "MIGRANT"... que j'avais envie de partager avec vous...
Cette chanson sera dans sa version studio dans le prochain album "SOUS MON CHAPEAU" prévu à l'été 2016.

Dal Sito ufficiale
Je n'ai plus de terre
(continua)
inviata da adriana 11/8/2016 - 14:24
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Madiba

Madiba
Triste est mon cœur, ce soir
(continua)
inviata da adriana 11/8/2016 - 09:09
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Nino Ferrer: La désabusion

Nino Ferrer: La désabusion
dall'album omonimo (1993), l'ultimo di Nino Ferrer
Elle se réveille à midi
(continua)
inviata da Daniel(e) Bellucci 10/8/2016 - 15:32
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Gramsci è morto in prigione

Gramsci è morto in prigione
[1970?]
da "La Vivazione"
Testo trovato nella Raccolta di canti politici per il corso di Giovanna Marini alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio

Sono costretto ad attribuire questo brano ad anonimo perché la fonte (l’unica – mi pare – in Rete) non ne precisa l’autore.
Potrebbe però trattarsi della stessa Giovanna Marini, ma non sono riuscito a trovare riferimenti precisi nella sua sterminata discografia. Lei si è occupata del grande intellettuale comunista ma mettendo in musica le poesie di Pasolini dalla raccolta “Le ceneri di Gramsci”. La scrittura del testo che segue non è certamente pasoliniana.
Ho datato il brano al 1970 per il riferimento al tentativo di colpo di Stato – quello organizzato dal “principe nero”, il nazifascista Junio Valerio Borghese – che viene fatto in una delle ultime strofe.
Gramsci è morto in prigione
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/8/2016 - 13:24
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I superstiti

I superstiti
[2010]
Parole e musica di Jacopo Incani
Nell’album “La macarena su Roma”
Sono andato a lavoro lunedì
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/8/2016 - 11:42
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Ho visto le macchine

Ho visto le macchine
[1978]
Parole e musica di Giovanna Marini
Il brano che chiude la cantata intitolata “La grande madre impazzita” (Dischi del Sole, 1979), per cinque voci femminili e il trio di musica improvvisata “S.I.C.” (Schiaffini, Iannaccone e Colombo)
Presente anche in “Cantate de tous les jours” (Le Chant Du Monde, 1980), registrazione dal vivo al teatro J. Philippe di Saint Denis, Parigi.
Testo trovato nella Raccolta di canti politici per il corso di Giovanna Marini alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio

Non so a quale episodio preciso si riferisca questo brano. Considerato però che è ambientato a Roma, in centro, nei pressi della Rinascente, e visto che nella “Cantate de tous les jours” è contenuto pure un brano dedicato ad Ulrike Meinhof, è possibile che si tratti dei violenti scontri che si verificarono nell’ottobre del 1977 in piazza Fiume, dove aveva sede l’ambasciata tedesca, alla... (continua)
Ho visto le macchine bianche nere e blu, sarà stato l’altr’anno o l’altro ieri
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/8/2016 - 09:36
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In del Trisòld

anonimo
In del Trisòld
[1880s]
Canzone dei militanti socialisti milanesi
Sull'aria di “Sèmm in vun, semm in dú", canto numerativo ottocentesco, una marcetta militare ancora molto popolare durante la seconda guerra mondiale.
Il testo - prima ancora di riscontrarlo sul solito ottimo Il Deposito – l'ho trovato sul libro di Nanni Svampa “La mia morosa cara – Canti popolari milanesi e lombardi”, la cui prima pubblicazione risale al 1977 (riedito giusto 30 anni dopo)

Nell'interpretazione del Nuovo Canzoniere Milanese, la canzone fa parte della raccolta discografica "Il bosco degli alberi. Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari", rappresentazione popolare in due tempi a cura di Gianni Bosio e Franco Coggiola (1971)

Queste due quartine in dialetto milanese sono un po' figlie (o forse madri?) del famoso Inno dei lavoratori di Filippo Turati, che l'autore presentò pubblicamente... (continua)
In del Trisòld in via Buchètt
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/8/2016 - 21:56
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L'orologio

anonimo
L'orologio
La canzone è stata scritta per ricordare quando un tempo il campanile scandiva ogni segnale: funzioni, incendi, calamità e tutti i cittadini si regolavano con quello. Una volta, pochi potevano permettersi il lusso di possedere un orologio, lo possedeva però il padrone così poteva "rubacchiare" qualche minuto in più di lavoro alle mondine a meno che il vento non portasse di lontano il rintocco dell'ora che diceva fine all'estenuante fatica. Ma le mondine si regolavano anche in base alla posizione del sole e qualora l'orario non fosse stato rispettato, cantavano in faccia al padrone che erano decise a "lasà l'erba e a sciancà al ris" e al padrone non restava che accontentarle.

Testo tratto dal libro Riseri dal me coeur
Di D. Massa, R. Palazzi e S. Vittone

Dal sito :Ecomuseo delle terre d'acqua
L'orologio, l'orologio, l'orologio per favore chi lo tiene
(continua)
inviata da adriana 9/8/2016 - 12:52
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La faute à Voltaire (La chanson de Gavroche)

La faute à Voltaire  (La chanson de Gavroche)
[1862]
Les Miserables
tomo V, libro I, capitolo 15

La canzone (una vera canzone popolare o un'invenzione di Hugo?) si trova in rete musicata per innumerevoli rappresentazioni teatrali. Pubblicata nel 1980 nella versione di Fabrice Bernard.
Nei miserabili viene cantata da Gavroche, ragazzo di strada che muore sulle barricate durante l'insurrezione repubblicana di Parigi del giugno 1832. È una parodia riguardo alla visione borghese e cristiana per cui ogni colpa fosse da attribuire agli illuministi.
Il personaggio di Gavroche è ispirato al bambino rappresentato alla sinistra della Libertà nel quadro di Delacroix.

Gavroche è nato nel 1820 ed è figlio dei Thénardier che non lo amano e che quindi se ne sono ben presto sbarazzati: è per questo che vive sulla strada (abitualmente dice «Rientro nella strada» quando esce da una casa). Gavroche ha fatto in tempo a conoscere le due sorelle più... (continua)
On est laid à Nanterre,
(continua)
inviata da Dq82 9/8/2016 - 10:35
Percorsi: Barricate

Le guerre accadono

Un brano parlato, una riflessione sulle caratteristiche della guerra e sulle cause che la rendono possibile.

PS. Scusate vi sto inviando cose non eccelse. Per me è un piacere trasmettervele, ma voi sentitevi liberi di non pubblicare quelle particolarmente brutte :)
Le guerre accadono
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 9/8/2016 - 10:29
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Combattete lavoratori

anonimo
Combattete lavoratori
[primi anni del 900]
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.

Credo che il Cantelli citato nella seconda strofa fosse il parmense Girolamo Cantelli (1815-1884), senatore e ministro del Regno d’Italia, promotore del cosiddetto “regolamento Cantelli”, varato intorno al 1869, che prevedeva le otto ore di lavoro giornaliere nelle risaie del vercellese e novarese, una bella conquista per quei lavoratori e lavoratrici – le mondine – in particolare. Nei decenni successivi i padroni cercarono sempre di ignorare l’esistenza e di sabotare quella previsione di legge, i lavoratori invece lottarono molto affinché quel precedente fosse esteso a tutti i lavoratori.
Si veda al proposito La conquista delle 8 ore nel 1906, articolo di Irmo Sassone, originariamente pubblicato sulla... (continua)
Combattete lavoratori
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/8/2016 - 09:50
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Day Is Done

Day Is Done
KUN PÄIVÄ PÄÄTTYY
(continua)
inviata da Juha Rämö 9/8/2016 - 08:44
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Epilogo

Epilogo
L'importanza di chiamarsi Michele (2013)

Federico mi racconti quali sono le tue ambizioni legate a “L’importanza di chiamarsi Michele”?
Premesso che sono uno sconosciuto alla mia prima esperienza discografica, ritengo che una persona dovrebbe ascoltare il mio disco per semplice curiosità e, dalla curiosità, passare al giudizio di “gusto”, quindi riascoltarselo, capirne la storia, farlo proprio, immedesimarsi e poi seguire la morale di Michele. Cerco di parlare di lotta alla sopravvivenza in un periodo storico – quello nostro – davvero tragico: è qui che Michele combatte la sua guerra, decidendo inzialmente di scappare all’estero, poi di ritornare e quindi di sfogarsi, offrendo il suo piccolo e inutile contributo alla sua terra, al suo mondo. È l’epilogo che, però, nasconde la svolta della narrazione: un monologo affidato direttamente alla voce di Michele e che rimanda a uno dei brani iniziali... (continua)
Alla fine, come tutto, è una storia quasi vera.
(continua)
inviata da Dq82 8/8/2016 - 17:43
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Un militare

Un militare
L'importanza di chiamarsi Michele (2013)

Calabrese, bolognese d'adozione, che si rifà a Rino Gaetano e cita come suoi maestri inconsapevoli Simone Cristicchi e Cisco.

Introduzione da Promemoria di Gianni Rodari
Ci sono cose da non fare mai, ‎
(continua)
inviata da Dq82 8/8/2016 - 17:36
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El baile del abejorro

El baile del abejorro
[1975]
Parole e musica di Carlo Cano
Nell’album d’esordio, intitolato “A duras penas”
Poi sul lato B del singolo “La verdiblanca” (canzone dedicata i colori della bandiera andalusa)

La festa e le danze – e qui si balla il “ballo del bombo” – sono riservati ai poveri e agli sfruttati… Invece i ricchi e i profittatori, che vadano a ballare da un’altra parte!
Este ritmo alegre voy a cantar
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/8/2016 - 16:23
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Maailmasõda

Maailmasõda
WORLD WAR
(continua)
inviata da Juha Rämö 8/8/2016 - 14:00
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Sõjavägi kohustab

Sõjavägi kohustab
SOTAVÄKI VELVOITTAA
(continua)
inviata da Juha Rämö 8/8/2016 - 12:03
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רומקאָװסקי חײם

רומקאָװסקי חײם
Nel cominciare a rimettere un po' in ordine questa pagina, è d'obbligo avvertire che, secondo l'autorevole Freedman Catalogue, la canzone si intitolerebbe semplicemente Rumkowski (רומקאָװסקי). L'autore dei versi sarebbe sì Yankele Hershkowitz, ma il compositore della musica sarebbe, secondo il FC, Morris Goldstein. Il Freedman Catalogue non riporta purtroppo mai i testi dei brani, ma soltanto il primo verso a mo' di identificazione; in questo caso, tale primo verso appare differente dalla versione data in questa pagina.
Riccardo Venturi 8/8/2016 - 11:33
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װײַל איך בין אָ ייִדעלע

װײַל איך בין אָ ייִדעלע
8 agosto 2016

Due parole del traduttore. Come di consueto, la traduzione italiana segue alla lettera il testo originale yiddish; anche in questo caso la traduzione inglese rende piuttosto il senso. Ci sono anche alcune piccole note esplicative.
POICHE' SONO UN EBREUCCIO
(continua)
8/8/2016 - 10:41




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