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E con la cicca in bocca

anonimo
E con la cicca in bocca
[primi del 900]
Canzone milanese riportata in “La mia morosa cara. Canzoni popolari milanesi e lombarde”, a cura di Nanni Svampa, 1977 (ultima riedizione 2007)
Nel repertorio dello stesso Svampa, in particolare nel volume 3 (“La mala e l’osteria”, 1970) della “Milanese – Antologia della canzone lombarda”.

La mala a Milano si chiamava anche “ligera” o “lingera”, che sarebbe l'equivalente di “miseria”, secondo Arturo Frizzi che cosi l'ha definita nel suo Dizionario del Gergo dei Girovaghi (in “Il ciarlatano”, Mantova 1902). Il Frizzi era nato a Mantova nel 1864 e si definiva "ciarlatano e fierante con mercerie”. Persona estrosa (che dovrà poi diventare socialista militante e compilare parecchi canzonieri politici), il Frizzi scrisse le sue memorie (Il ciarlatano) nel 1902 insieme con un burlesco Passaporto della Leggera di cui riportiamo l’introduzione: “Passaporto della Leggera, rilasciato... (continua)
E con la cicca in bocca
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/8/2016 - 09:43

Prendi quel sasso, butta quel pan

anonimo
Prendi quel sasso, butta quel pan
[1877]
Canto d’emigrazione (e di protesta) mantovano
Pubblicato sul giornale “La Favilla”, fondato nel 1866 e diretto fino alla sua morte, avvenuta nel 1879, da Paride Suzzara Verdi, giornalista e rivoluzionario mantovano, vicino agli ideali socialisti e internazionalisti. Citato in “La mia morosa cara. Canzoni popolari milanesi e lombarde”, a cura di Nanni Svampa, 1977 (ultima riedizione 2007)
Prendi quel sasso
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/8/2016 - 08:51
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Here at the End of the World

Here at the End of the World
[2014]

Album : Songs For Mahmud


It’s really crazy being alive today, and having the knowledge that our species is on the edge of extinction, and those in power in most of the world just go on pretending it’s not happening. It’s really surreal, really depressing, really maddening, among other things.David Rovics
Standing here on a highway
(continua)
16/8/2016 - 15:07
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Cruell Farewell

Cruell Farewell
[2016]

Canzone vincitrice del Premio della Giuria Popolare Voci per la Libertà – Una canzone per Amnesty"
Cruel farewell
(continua)
inviata da adriana 16/8/2016 - 12:24
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Pebble Mine

Pebble Mine
[2013]

Album : Spies Are Reading My Blog

"There are so many reasons to oppose a gargantuan new mining project, I don’t know where to start."
They’ve been trying now for thirty years or more
(continua)
inviata da adriana 16/8/2016 - 11:54
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TPP 101

TPP 101
“TPP 101” appears on the 2014 Bandcamp album, All the News That’s Fit to Sing.

The TPP is the US-Pacific trade deal. TTIP is the one between the US and Europe. They are both horrible for the working class around the world, and great for the capitalist class, which is how these trade deals work. Which is why real progressives always oppose them, and corporate lobbyists love them. Is your local Congressperson supporting the deal? That is an indication that he or she is a corporate thug. If the corporate thug pretends to be progressive, support of these trade deals is a clear indication that they are bullshitting in order to get votes. They’re clearly more interested in those envelopes stuffed with cash they’re getting from the pharmaceutical companies.
David Rovics
Free traders and traitors, bankers and thieves
(continua)
inviata da adriana 16/8/2016 - 11:05
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Tubel Trophy

Tubel Trophy
[1992]
Scritta da Boni Koller
Nell’album intitolato “Trendy”

Una canzone in “Schweizerdeutsch”, in tedesco alemanno, che racconta – così almeno ho capito googolando la traduzione in tedesco - di un grosso e tronfio nazistello locale, prototipo del gran bevitore di birra ed agitatore da pub (e, come sappiamo, l’ideatore stesso del nazismo nacque offrendo birra in una birreria di Monaco nel 1923 – si veda al proposito la canzone francese Mr Pif Paf) il quale, nel corso di una delle sue interminabili bevute, condite da insulti ad immigrati, neri e gay, si lascia convincere a partecipare ad un trofeo di sopravvivenza nella giungla, una gara per veri uomini… Non tornerà mai più a sparare cazzate nella suo amato pub, dove sarà in breve dimenticato e sostituito da un altro idiota decerebrato come lui.

I Baby Jail si sono sciolti nel 1994 ma recentemente si sono riuniti ed hanno riproposto questo che fu il loro più grande successo, finalizzando l’incasso delle vendite ad un progetto di aiuto ai rifugiati.
Es isch emal en Tubel gsi, e richtig miesi Fläsche
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/8/2016 - 09:42
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Me Want Marò Back

Me Want Marò Back
[2015]
Nell'album intitolato “Diamo un calcio all'Aldilà”, secondo lavoro di questo spensierato gruppo bergamasco.

Reggae semplicemente geniale, sotto ogni punto di vista, sia testuale che musicale.
Feat. Matteo Salvini: il suo “contributo” è indicato in corsivo.

“Me voglio indietro i due marò... molti nemici, molto onore... e un bel bulldozer sui campi rom...”

Me want marò back: l’unica canzone reggae di estrema destra mai scritta. Feat. Matteo Salvini.” (presentazione del brano a cura dei PTN)
Ciao to everybody, I'm the player of the bongo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/8/2016 - 21:44
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Questa Storia

Il freddo che abbaiava,
(continua)
inviata da Enrico Zambelli 15/8/2016 - 19:52
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Naku

Naku
[2016]

Anni fa registrammo dei brani con l’intento di stampare un nuovo cd
Il progetto non vide mai la luce.
Oggi abbiamo pensato di pubblicare qualcuno dei brani registrati allora.
All’epoca della registrazione il gruppo degli Zuf de Zur era formato da:

Gabriella Gabrielli : voce
Mauro Punteri: chitarra e voce
Francesca Altran: violino
Federico Magris: violoncello
Roberto Nonini: clarinetto
Emanuele Diego Primosi: batteria e percussioni
Maurizio Veraldi: organetto

In questo brano composto da Mauro Punteri ed arrangiato da Valter Sivilotti ha anche suonato il nostro caro amico ed ex Zuf, Aleksandar Paunovic al contrabbasso.



Il testo della canzone è formato da un insieme di filastrocche e ninnananne di provenienza diversa (filastrocche italiane, slovene, ninnananne rumene, africane e dei paesi di lingua spagnola). Naku è il nome di un bimbo africano Be oko: in africano significa... (continua)
Essen dum... La la la la
(continua)
inviata da adriana 15/8/2016 - 16:24
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Oval Room

Oval Room
Pubblicata in 45 giri nel 1984, ha dato il titolo all'omonimo CD postumo pubblicato nel 2004

Studio Ovale:
Una presa in giro del presidente Ronald Reagan, ma che si può adattare anche anche ad altri
In his oval room, in his rockin' chair
(continua)
inviata da Piersante sestini 15/8/2016 - 15:51
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קאַלט: אַ לידל פֿון לאָדזשער געטאָ 1945

קאַלט: אַ לידל פֿון לאָדזשער געטאָ 1945
1945
Kalt: a lidl fun lodzher geto 1945


Nota testuale. Il testo completo in caratteri ebraici non è presente in rete ed è stato ricostruito arbitrariamente a partire dalla trascrizione in caratteri latini reperibile in rete e proposta originariamente per questa pagina. Tale trascrizione rispecchia però caratteristiche e varianti locali dello yiddish polacco, e presenta inoltre diversi errori e refusi che sono stati emendati. La ricostruzione del testo in caratteri ebraici è stata condotta però in yiddish standard, per cui è stata approntata una ulteriore trascrizione che la riproduce. Come testo della canzone deve valere quello presentato nella trascrizione originale corretta. [RV]

Miriam Goldberg, nata nel 1924 a Łódź, vi viveva con i genitori e 6 fratelli, di cui il primo, Israel era sposato con 3 figlie.
Sopravviveranno all'Olocausto solo Miriam e altre 2 sorelle, Rachel e Hanka.... (continua)
קאַלט.
(continua)
inviata da Dq82 15/8/2016 - 15:40
Percorsi: Ghetti
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WW III

WW III
Pubblicato nell'album postumo Oval Room, 2004

World War III: Terza guerra mondiale.
Un testo sarcastico sulla necessità delle guerre per chi detiene il potere: Zio Sam, se non ti sbrighi, rischia di esserci una generazione che invecchia senza poter avere un'opportunità di morire per la patria!
I've been thinking Uncle Sam
(continua)
inviata da Piersante Sestini 15/8/2016 - 15:37
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Bare a vela

Bare a vela
2016
Delaltér. Verso un altro altrove

il nuovo disco dei Luf si chiude con Bare a vela, piccola gemma acustica che nel suo minuto e poco più di durata suggella tutto il lavoro, senza tralasciare la poesia per contrastare l’orrore infinito di quelle troppe bare stese al sole di Lampedusa o di altri posti simili: “Di chi sono queste lacrime amare / che solcano il cielo ed il mare / di chi sono queste lacrime amare / chi ha messo le vele alle bare lo sai solo tu…”. Di fronte a immagini viste ormai troppe volte, viene naturale rivolgersi a qualcuno di “superiore” – sia Dio o chi per lui – per cercare di trovare una spiegazione che chissà se c’è o se arriverà, per tentare di razionalizzare il dolore e l’impotenza di fronte all’ennesimo viaggio della speranza – quello “verso un altro altrove”, per dirla ancora come i Luf – che si è infranto tra le onde di un mare troppo difficile da attraversare.
ilflaneur.com
Vedo le stelle che cadono
(continua)
inviata da Dq82 15/8/2016 - 14:40
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Verso un altro altrove

Verso un altro altrove
2016
Delaltér. Verso un altro altrove

In tre versioni: nel primo cd folk version e rock version (con la partecipazione di Alessandro Sipolo), e una versione acustica nel secondo cd

Verso un altro altrove, che apre le danze, è il canto di speranza di chi si lascia alle spalle un pezzo di storia, legami, affetti e quant’altro, per intraprendere un viaggio che non sa ancora dove lo porterà. E’ un invito al viaggio, una sorta di incoraggiamento da dedicare a chi parte senza conoscere la meta di destinazione: “Adelante Comandante, nelle scarpe del migrante / nelle tasche di chi ha niente una rosa nascerà…”.
ilflaneur.com
Adelante comandante questa notte sei distante
(continua)
inviata da Dq82 15/8/2016 - 14:21
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Vater komm erzähl vom krieg

Vater komm erzähl vom krieg
[1966]
Versi del poesta austriaco Ernst Jandl (1925-2000)
In un'antologia del 1967 intitolata “Thema: Frieden”
Musica del compositore austriaco Friedrich Cerha, nel disco intitolato “Eine Art Chansons” (1993)

Papà, raccontami della guerra... Perchè è stata fatta? E tu, che cosa hai fatto? Come sei stato ferito? E come... sei morto... Papà, raccontami della guerra...
Domande assurde, senza possibile risposta, di un figlio ad un padre caduto in un'assurda guerra...
Chissà se Bruce Springsteen e Joe Grushecky conoscevano questa poesia quando scrissero What Did You Do in the War?‎...
vater komm erzähl vom krieg
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/8/2016 - 13:56
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Da Genova alla luna

Da Genova alla luna
2016
Perle d'insaggezza

(ft. Antonello Giovanni Budano)

Canzone dedicata Fabrizio De André
Sempre a lui dedicate si vedano Canzone di gennaio degli Atarassia Grop e Dal nido dei Luf
Aeah-eaah Aeah-eaah Aeah-eaah Aeah-eaah
(continua)
inviata da dq82 15/8/2016 - 00:07
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La al de legn

La al de legn
[2013]
Mat e Famat

Testo Dario Canossi
Musica Tradizionale di American Land, nell'arrangiamento di Bruce Springsteen

La canzone era già presente come una versione di American Land, in quanto avevamo solo la prima strofa e qualche video. Finalmente siamo riusciti a trovare il testo completo e pertanto la inseriamo come canzone a se stante, non essendo una cover della canzone di Springsteen, ne riprende solamente melodia ed arrangiamento

Dalla Valcamonica si partiva per trovare fortuna e guadagnare i soldi per costruirsi una casa. Tra i lavori più diffusi quello del minatore. Spesso si tornava nella "Al de legn", con la veste di legno.
'n vala la la domà par laorà fin a la sera
(continua)
inviata da dq82 14/8/2016 - 23:34
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Poesia facile

Poesia facile
[2015]
Poesia di Dino Campana [1928]
Dai Canti Orfici
(1a edizione: Pubblicazione a cura dell'autore, Firenze, 1914)
Musica di Massimiliano Larocca
Interpretazione di Massimiliano Larocca
Voce e chitarra tenore di Cesare Basile
Album: Un mistero di sogni avverati [2015]

Il poeta Dino Campana, nato il 20 agosto 1885 a Marradi, nella Romagna Toscana, si dice fosse pazzo. Poiché di biografie di questo grande poeta, filologicamente corrette oppure romanzate (ed anche filmate e sceneggiate) ne esistono oramai parecchie, non ne aggiungerò certo un'altra in sedicesimo, non parlerò del suo famoso e grande amore con Sibilla Aleramo e andrà a finire che non dirò neppure che in manicomio ci morì davvero, il 1° marzo 1932 a Castelpulci nei pressi di Lastra a Signa, a un tiro di schioppo proprio dalla villa (di proprietà del tenore Enrico Caruso) che vide molta della sua relazione con la Aleramo.... (continua)
Pace non cerco, guerra non sopporto
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 14/8/2016 - 21:34
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Беловежская пуща

Беловежская пуща
[1974]
Parole di Никола́й Никола́евич Добронра́вов
Musica di Алекса́ндра Никола́евна Па́хмутова
Dall'album del gruppo Песняры intitolato "Песняры III"
Il testo da http://song-story.ru/belovezhskaya-pushcha/

Pesniary combined various types of music, but it mostly used Belarusian folklore though often with various psychedelic rock elements and later rock as well. Several of the Pesniary's songs were composed by Alexandra Pakhmutova. The surprising influence of early Frank Zappa was also notable. The band often used lyrics from the famous Russian and Belarusian poets of the past. Pesniary's favourite was Yanka Kupala. The band adapted his poems into stage musicals twice: Pesnia o Dole (Song of Fate, 1976) and Guslar (1980), the latter also released as concept album. Among their best known song are "Kasiu Jas Kaniushynu", "Belovezhskaya Pushcha", "Belorussiya" and "Alesia".
Заповедный напев, заповедная даль,
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 14/8/2016 - 21:15

Wien : Heldenplatz

Wien : Heldenplatz
[1962]
Versi del poesta austriaco Ernst Jandl (1925-2000)
Nella raccolta intitolata “Laut und Luise” pubblicata nel 1966
Musica del compositore austriaco Friedrich Cerha, nel disco intitolato “Eine Art Chansons” (1993)

Era adolescente Ernst Jandl quando Hitler si annesse l'Austria. Era il 12 marzo del 1938. L'Anschluss fu un'operazione studiata a tavolino e si risolse non solo con l'intervento militare ma pure con un successivo “democraticissimo” referendum, tenutosi il 10 aprile, il cui semplice quesito era il seguente:

“Sei d'accordo con la riunificazione dell'Austria con il Reich tedesco avvenuta il 13 marzo 1938 e voti per la lista del nostro Führer Adolf Hitler?”

Ovviamente le ragioni del “No” non ebbero alcuno spazio, persino nella scheda elettorale, dove la casella dei contrari era relegata ai margini e molto più piccola di quella riservata ai favorevoli... Il risultato: oltre... (continua)
der glanze heldenplatz zirka
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/8/2016 - 21:15
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Schtzngrmm

Schtzngrmm
[1956]
Versi del poesta austriaco Ernst Jandl (1925-2000)
Musica per sola tromba del compositore Johannes X. Schachtner (2004).
Anche il musicista jazz Christian Muthspiel si è cimentato col brano nel 2008.

Se al termine tedesco “Schützengraben”, trincea, si tolgono tutte le vocali (e si tengono solo le consonanti, con nell'ultima sillaba una concessione al dialetto viennese), ecco che possiamo ottenere una serie di suoni molto evocativi, onomatopeici, di quello che fu davvero la guerra in trincea. Si tratta di cosiddetta “poesia concreta”.

La poesia qui di seguito provoca sempre, inevitabilmente, qualche sorriso, al pari di quelle di Marinetti o di Palazzeschi. Ma è un sorriso di breve durata. L’autore è un poeta austriaco, Ernst Jandl, che dopo essere stato catturato dagli inglesi nella Seconda Guerra Mondiale, tornò a Vienna ad insegnare. Jandl mescolò la terribile esperienza della... (continua)
schtzngrmm
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/8/2016 - 22:22
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Da lontano

Da lontano
2016
Perle d'insaggezza
C’è chi c’ha piccoli problemi in famiglia invece io la mia famiglia non so neanche dove sta
(continua)
inviata da Dq82 13/8/2016 - 15:30
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High Society

High Society
2016
High Society EP

Parla del capitalismo e del tentativo di spezzare le catene che questa società si è creata. Un titolo dalla duplice lettura. High come drogato, perché negli Stati Uniti lo siamo tutti. Ma High Society è anche il film con Satchmo, Louis Armstrong, preferito da mio padre". Le note redatte per il sito ufficiale a proposito di High Society, spiegano come spezzare le catene: "Concentratevi su cosa vi rende felici e disconnettetevi da tutto il resto. Una profezia che si autoavvera. Ha salvato la mia vita, può salvare la vostra. Se lo volete".
repubblica.it
I've been a cog in the wheel, spinning for the big machine
(continua)
inviata da Dq82 12/8/2016 - 23:02
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Donald Trump Makes Me Wanna Smoke Crack

Donald Trump Makes Me Wanna Smoke Crack
2016
High Society EP


Come distruggere Donald Trump e diventare celebre con una canzone
Da autore per altri, il musicista svedese Daniel Ledinsky al vertice delle top ten dei brani più virali su Spotify con 'Donald Trump Makes Me Wanna Smoke Crack'. Una canzone sull'America di oggi e sul pericolo rappresentato dal "sogno" di nuova grandezza spacciato dal candidato repubblicano alla Casa Bianca

PAOLO GALLORI
03 Agosto 2016

Neil Young, Adele, Rolling Stones, la famiglia di Pavarotti, Queen, Aerosmith, Rem. Sono tutti accomunati da una richiesta: "Donald Trump la smetta di usare la nostra musica per la sua campagna elettorale". Bene, è vicino il giorno in cui sarà Trump a chiedere che qualcuno la smetta di usarlo, o meglio, di cantarlo in termini non proprio lusinghieri per farsi strada nel music business. Perché il giochetto sta riuscendo alla grande a Daniel Ledinsky, svedese, musicista... (continua)
Money, money
(continua)
inviata da Dq82 12/8/2016 - 20:35
Percorsi: Donald Trump
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Emergency

Emergency
[2008]

Album : Io Randagiu Sardu

Feat Quilo Sa Razza Su Komandanti nootempo

Dedicata ad Emergency
Ca nu è tempu di essi
(continua)
inviata da adriana 12/8/2016 - 09:15

Viva Radeschi

anonimo
Viva Radeschi
[1848]
Testo trovato su "La mia morosa cara. Canti popolari milanesi e lombardi", a cura di Nanni Svampa, 1977 (ultima riedizione 2007)

Strofetta nata a Milano subito dopo le Cinque Giornate, è un documento molto significativo dei sentimenti veri che animavano il popolo, al di là di qualsiasi retorica patriottarda.
Certo, gli Austriaci non erano amati dai Milanesi e Radetzky in particolare era fatto segno a satire non solo colte ma anche popolane come:

Viva Radetzky
còtt in la pignatta
fioeul d'ona vacca
che broeud el farà!

Quindi i fermenti rivoluzionari nati negli ambienti democratici dei ceti istruiti (borghesi e nobili) trovarono una rispondenza nel popolo che sfogò l'antico rancore contro i dominatori battendosi coraggiosamente nella rivolta delle Cinque Giornate.

Ma all’euforia di quell'effimera vittoria seguirono la delusione e la rabbia per le successive disfatte e per... (continua)
Viva Radeschi e viva Metternich;
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/8/2016 - 08:56
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Je suis humain

Je suis humain
Écrite suite aux attentats de janvier 2015 à Paris et illustrée par un dessin de Jim d'après le Grand Duduche de Cabu.
Y'a une seule cartouche d'encre noire
(continua)
inviata da adriana 11/8/2016 - 14:39
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Migrant

"Migrants" : juste un mot à la une de tous nos journaux...
Mais derrière ce mot, il y a des hommes, des femmes, des enfants qui fuient les massacres et la guerre. Depuis 2000, c'est 22 000 personnes qui seraient mortes en tentant de gagner l'Europe (source Le Monde / The Migrants Files).
En 2014, 75% de ces réfugiés, morts dans le monde, ont péri en Méditerranée.
En hommage à toutes ces victimes de l'horreur, voici la maquette d"une nouvelle chanson : "MIGRANT"... que j'avais envie de partager avec vous...
Cette chanson sera dans sa version studio dans le prochain album "SOUS MON CHAPEAU" prévu à l'été 2016.

Dal Sito ufficiale
Je n'ai plus de terre
(continua)
inviata da adriana 11/8/2016 - 14:24
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Madiba

Madiba
Triste est mon cœur, ce soir
(continua)
inviata da adriana 11/8/2016 - 09:09
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Nino Ferrer: La désabusion

Nino Ferrer: La désabusion
dall'album omonimo (1993), l'ultimo di Nino Ferrer
Elle se réveille à midi
(continua)
inviata da Daniel(e) Bellucci 10/8/2016 - 15:32
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Gramsci è morto in prigione

Gramsci è morto in prigione
[1970?]
da "La Vivazione"
Testo trovato nella Raccolta di canti politici per il corso di Giovanna Marini alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio

Sono costretto ad attribuire questo brano ad anonimo perché la fonte (l’unica – mi pare – in Rete) non ne precisa l’autore.
Potrebbe però trattarsi della stessa Giovanna Marini, ma non sono riuscito a trovare riferimenti precisi nella sua sterminata discografia. Lei si è occupata del grande intellettuale comunista ma mettendo in musica le poesie di Pasolini dalla raccolta “Le ceneri di Gramsci”. La scrittura del testo che segue non è certamente pasoliniana.
Ho datato il brano al 1970 per il riferimento al tentativo di colpo di Stato – quello organizzato dal “principe nero”, il nazifascista Junio Valerio Borghese – che viene fatto in una delle ultime strofe.
Gramsci è morto in prigione
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/8/2016 - 13:24
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I superstiti

I superstiti
[2010]
Parole e musica di Jacopo Incani
Nell’album “La macarena su Roma”
Sono andato a lavoro lunedì
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/8/2016 - 11:42
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Ho visto le macchine

Ho visto le macchine
[1978]
Parole e musica di Giovanna Marini
Il brano che chiude la cantata intitolata “La grande madre impazzita” (Dischi del Sole, 1979), per cinque voci femminili e il trio di musica improvvisata “S.I.C.” (Schiaffini, Iannaccone e Colombo)
Presente anche in “Cantate de tous les jours” (Le Chant Du Monde, 1980), registrazione dal vivo al teatro J. Philippe di Saint Denis, Parigi.
Testo trovato nella Raccolta di canti politici per il corso di Giovanna Marini alla Scuola Popolare di Musica di Testaccio

Non so a quale episodio preciso si riferisca questo brano. Considerato però che è ambientato a Roma, in centro, nei pressi della Rinascente, e visto che nella “Cantate de tous les jours” è contenuto pure un brano dedicato ad Ulrike Meinhof, è possibile che si tratti dei violenti scontri che si verificarono nell’ottobre del 1977 in piazza Fiume, dove aveva sede l’ambasciata tedesca, alla... (continua)
Ho visto le macchine bianche nere e blu, sarà stato l’altr’anno o l’altro ieri
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/8/2016 - 09:36
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In del Trisòld

anonimo
In del Trisòld
[1880s]
Canzone dei militanti socialisti milanesi
Sull'aria di “Sèmm in vun, semm in dú", canto numerativo ottocentesco, una marcetta militare ancora molto popolare durante la seconda guerra mondiale.
Il testo - prima ancora di riscontrarlo sul solito ottimo Il Deposito – l'ho trovato sul libro di Nanni Svampa “La mia morosa cara – Canti popolari milanesi e lombardi”, la cui prima pubblicazione risale al 1977 (riedito giusto 30 anni dopo)

Nell'interpretazione del Nuovo Canzoniere Milanese, la canzone fa parte della raccolta discografica "Il bosco degli alberi. Storia d'Italia dall'Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari", rappresentazione popolare in due tempi a cura di Gianni Bosio e Franco Coggiola (1971)

Queste due quartine in dialetto milanese sono un po' figlie (o forse madri?) del famoso Inno dei lavoratori di Filippo Turati, che l'autore presentò pubblicamente... (continua)
In del Trisòld in via Buchètt
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/8/2016 - 21:56
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L'orologio

anonimo
L'orologio
La canzone è stata scritta per ricordare quando un tempo il campanile scandiva ogni segnale: funzioni, incendi, calamità e tutti i cittadini si regolavano con quello. Una volta, pochi potevano permettersi il lusso di possedere un orologio, lo possedeva però il padrone così poteva "rubacchiare" qualche minuto in più di lavoro alle mondine a meno che il vento non portasse di lontano il rintocco dell'ora che diceva fine all'estenuante fatica. Ma le mondine si regolavano anche in base alla posizione del sole e qualora l'orario non fosse stato rispettato, cantavano in faccia al padrone che erano decise a "lasà l'erba e a sciancà al ris" e al padrone non restava che accontentarle.

Testo tratto dal libro Riseri dal me coeur
Di D. Massa, R. Palazzi e S. Vittone

Dal sito :Ecomuseo delle terre d'acqua
L'orologio, l'orologio, l'orologio per favore chi lo tiene
(continua)
inviata da adriana 9/8/2016 - 12:52
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La faute à Voltaire (La chanson de Gavroche)

La faute à Voltaire  (La chanson de Gavroche)
[1862]
Les Miserables
tomo V, libro I, capitolo 15

La canzone (una vera canzone popolare o un'invenzione di Hugo?) si trova in rete musicata per innumerevoli rappresentazioni teatrali. Pubblicata nel 1980 nella versione di Fabrice Bernard.
Nei miserabili viene cantata da Gavroche, ragazzo di strada che muore sulle barricate durante l'insurrezione repubblicana di Parigi del giugno 1832. È una parodia riguardo alla visione borghese e cristiana per cui ogni colpa fosse da attribuire agli illuministi.
Il personaggio di Gavroche è ispirato al bambino rappresentato alla sinistra della Libertà nel quadro di Delacroix.

Gavroche è nato nel 1820 ed è figlio dei Thénardier che non lo amano e che quindi se ne sono ben presto sbarazzati: è per questo che vive sulla strada (abitualmente dice «Rientro nella strada» quando esce da una casa). Gavroche ha fatto in tempo a conoscere le due sorelle più... (continua)
On est laid à Nanterre,
(continua)
inviata da Dq82 9/8/2016 - 10:35
Percorsi: Barricate

Le guerre accadono

Un brano parlato, una riflessione sulle caratteristiche della guerra e sulle cause che la rendono possibile.

PS. Scusate vi sto inviando cose non eccelse. Per me è un piacere trasmettervele, ma voi sentitevi liberi di non pubblicare quelle particolarmente brutte :)
Le guerre accadono
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 9/8/2016 - 10:29
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Combattete lavoratori

anonimo
Combattete lavoratori
[primi anni del 900]
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.

Credo che il Cantelli citato nella seconda strofa fosse il parmense Girolamo Cantelli (1815-1884), senatore e ministro del Regno d’Italia, promotore del cosiddetto “regolamento Cantelli”, varato intorno al 1869, che prevedeva le otto ore di lavoro giornaliere nelle risaie del vercellese e novarese, una bella conquista per quei lavoratori e lavoratrici – le mondine – in particolare. Nei decenni successivi i padroni cercarono sempre di ignorare l’esistenza e di sabotare quella previsione di legge, i lavoratori invece lottarono molto affinché quel precedente fosse esteso a tutti i lavoratori.
Si veda al proposito La conquista delle 8 ore nel 1906, articolo di Irmo Sassone, originariamente pubblicato sulla... (continua)
Combattete lavoratori
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/8/2016 - 09:50
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All'arie, all'arie

anonimo
All'arie, all'arie
Canto tradizionale della Settimana Santa originario della Lucania (Pisticci, provincia di Matera)
Una versione si trova in “Correvano coi carri - Cantata profana di Giovanna Marini”, oratorio per undici voci femminili (Annalisa di Nola, Tata di Nola, Lucilla Galeazzi e altre) e chitarra, prodotto dal Teatro Spazio Zero e dalla Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma.

Lo trovo anche nel repertorio de Le Voci di Mezzo, Le Vie del Canto, della compagnia di Nonna Sima e Silvia Malagugini (“Il canto delle pietre”, Musique du Monde, 1996)
All'arie, all'arie, lassala passaje
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/8/2016 - 09:00
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Clifford Glover

Clifford Glover
Words and music by Beverly Grant ©1974
nel disco "Working People Gonna Rise!" de The Human Condition with Beverly Grant, 1974, Paredon Records (ossia Folkways/Smithsonian)

Clifford Glover era un ragazzino nero di dieci anni. Il 28 aprile 1973 di prima mattina fu fermato insieme al patrigno nel quartiere del Queens a New York da due poliziotti in borghese. L'uomo e il ragazzo si spaventarono, pensando che i due poliziotti fossero dei malviventi che volevano rapinarli, e cominciarono a fuggire. Uno degli agenti, di nome Shea, sparò al ragazzo centrandolo con almeno due colpi e uccidendolo. Il poliziotto affermò al processo che "credeva che il ragazzo avesse un arma". Dei testimoni riportarono che Shea aveva urlato ai due un'offesa razzista.

Thomas Shea fu processato per omicidio. La giuria, composta da 11 bianchi e un nero, naturalmente lo assolse. Al seguito dell'assoluzione varie... (continua)
6:30 AM on that fateful day
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti & Bernart Bartleby 8/8/2016 - 19:42
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Epilogo

Epilogo
L'importanza di chiamarsi Michele (2013)

Federico mi racconti quali sono le tue ambizioni legate a “L’importanza di chiamarsi Michele”?
Premesso che sono uno sconosciuto alla mia prima esperienza discografica, ritengo che una persona dovrebbe ascoltare il mio disco per semplice curiosità e, dalla curiosità, passare al giudizio di “gusto”, quindi riascoltarselo, capirne la storia, farlo proprio, immedesimarsi e poi seguire la morale di Michele. Cerco di parlare di lotta alla sopravvivenza in un periodo storico – quello nostro – davvero tragico: è qui che Michele combatte la sua guerra, decidendo inzialmente di scappare all’estero, poi di ritornare e quindi di sfogarsi, offrendo il suo piccolo e inutile contributo alla sua terra, al suo mondo. È l’epilogo che, però, nasconde la svolta della narrazione: un monologo affidato direttamente alla voce di Michele e che rimanda a uno dei brani iniziali... (continua)
Alla fine, come tutto, è una storia quasi vera.
(continua)
inviata da Dq82 8/8/2016 - 17:43
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Un militare

Un militare
L'importanza di chiamarsi Michele (2013)

Calabrese, bolognese d'adozione, che si rifà a Rino Gaetano e cita come suoi maestri inconsapevoli Simone Cristicchi e Cisco.

Introduzione da Promemoria di Gianni Rodari
Ci sono cose da non fare mai, ‎
(continua)
inviata da Dq82 8/8/2016 - 17:36
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El baile del abejorro

El baile del abejorro
[1975]
Parole e musica di Carlo Cano
Nell’album d’esordio, intitolato “A duras penas”
Poi sul lato B del singolo “La verdiblanca” (canzone dedicata i colori della bandiera andalusa)

La festa e le danze – e qui si balla il “ballo del bombo” – sono riservati ai poveri e agli sfruttati… Invece i ricchi e i profittatori, che vadano a ballare da un’altra parte!
Este ritmo alegre voy a cantar
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/8/2016 - 16:23
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Parando los tijerales

Parando los tijerales
[1971]
Parole e musica di Víctor Jara
Un brano che trovo in una raccolta del 2001 intitolata “Manifiesto

Non di certo una delle canzoni più significative di Jara, piuttosto didascalica, scritta al solo scopo di sostenere la Unidad Popular.

“Tirando su i tetti” è scritta dalla prospettiva di un operaio edile, uno che ha sempre costruito case per i ricchi e che ogni sera se ne torna nel suo “conventillo”, un misero alloggio di ballatoio con il cesso in comune. Con l’avvento di Allende finalmente l’hanno mandato a costruire una scuola, una strada, una casa vera per la gente più povera, perché ci sia più giustizia sociale…
Brindo dijo un albañil
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/8/2016 - 08:20
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Migrare

Migrare
[2016]

Album: Letiana
Migrare
(continua)
8/8/2016 - 00:34
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Letiana

Letiana
[2016]

Album: Letiana

"Il testo è apparentemente semplicissimo, perché volevo che fosse una sorta di lamentela corale, una sorta di preghiera laica e tribale.
Cosa vuol dire Letiana ? È un nome di donna (anche qui lo spunto mi è venuto dalla lettura di un giornale, più precisamente, da un articolo dove si raccontava di donne prive di marito o figli linciate pubblicamente perché accusate di stregoneria) che per me è diventato il nome collettivo dei reietti, degli ultimi, degli indifesi. Per questo l’ho scelto anche come titolo del disco. "
Letiana
(continua)
8/8/2016 - 00:30
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Buonanotte Irene

Buonanotte Irene
[2016]

Album: Letiana

"Parla di rifugiati politici e di addii. Il titolo riprende lo standard folk americano “Goodnight Irene”, interpretato in Italia da Nilla Pizzi proprio con il titolo “Buonanotte Irene”, anche se, in realtà, per il nome mi sono ispirato al film “il segreto dei suoi occhi” di Juan Jose Campanella. Il film non mi è particolarmente piaciuto, ma mi ha fornito lo spunto per la scena iniziale del brano. "
Buonanotte Irene
(continua)
8/8/2016 - 00:25
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Impalcature

Impalcature
[2016]

Album: Letiana

"Parla di omicidi bianchi, cioè le morti sul lavoro: una delle piaghe di questo paese, che in un anno fa più morti della camorra. Il punto di vista è di chi rimane. Della rabbia provata da chi ha visto il proprio collega morire, e che rimane a lavoro, sapendo che potrebbe toccargli la stessa sorte. Di chi sa che di lavoro si muore anche per logorio, se non proprio di malattia o d’incidenti. Cerco di raccontare la frustrazione di chi è incudine e non può alzare la testa e, per questo, se la prende con sé e con chi è più debole."
Impalcature
(continua)
8/8/2016 - 00:21
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La Normalità

La Normalità
[2016]

Album: Letiana

"Volevo parlare della violenza di genere ritenuta “normale”, quella quotidiana cui assistiamo tutti inermi perché ne se siamo assuefatti e, talvolta, artefici. È la violenza che mi spaventa di più: è semplice indignarsi per “i mostri”, lo è meno quando ci rendiamo conto che siamo tutti colpevoli in un modo o nell’altro"

«Il video de La Normalità», si legge nelle note stampa allegate, «procede in modo volutamente statico e incentrato sulle reazioni di una ragazza – incredulità, fastidio, ridicolaggine, amarezza – al discorso portato avanti dal protagonista della canzone. Un discorso in cui la violenza quotidiana – nel caso specifico, sulle donne – viene legittimata con la sua presunta “normalità”, perché “è così che va il mondo / è così che è sempre andato”, osteggiando qualsivoglia processo di emancipazione nella società. A tutte queste persone che negano diritti... (continua)
La Normalità
(continua)
8/8/2016 - 00:17
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Kildevil

Kildevil
[2016]

Album: Letiana

Nelle parole dell'autore "il Kildevil era un rum molto forte bevuto dagli schiavi deportati nelle isole vergini alla fine del ‘700. A quell’epoca l’afflusso di schiavi era tale che conveniva acquistarne di nuovi e lasciar morire di fatica quelli che si avevano già, piuttosto che spendere delle risorse nel curarli. Un tentativo di rivolta da parte degli schiavi fallì proprio a causa del rum con cui festeggiarono la prima vittoria e che li ridusse all’incoscienza. Il brano racconta quindi una doppia schiavitù: quella dei deportati e quella dall’alcol.
Lo spunto mi è venuto dal libro “Le Isole Degli Schiavi” di Thorkild Hansen, edito da Iperborea."
Kildevil
(continua)
8/8/2016 - 00:08
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Sacando pecho y brazo

Sacando pecho y brazo
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.
Testo trovato su Lacuerda.net – Letras y acordes

Una cueca, penultimo brano da “La población”, concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.

“Dicono che i riccastri, e 'sti cazzi! / sono molto sorpresi / Dicono perchè i pezzenti, a 'sti cazzi! / si sono ribellati...” E' ora che anche noi... (continua)
- Popeye oh, alcánzame los clavos de una y media que tenís ahi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2016 - 22:02

Prova tu

Un piccolo brano in stile anomalo dedicato ai tanti, giovani e meno giovani, per cui un posto precario e sottopagato è il massimo a cui possono aspirare, un sogno che sperano possa avverarsi.
Non è mica colpa mia
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 7/8/2016 - 21:07
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El amor es un camino que de repente aparece

El amor es un camino que de repente aparece
[1965]
Parole e musica di Víctor Jara
In un disco senza titolo pubblicato nel 1967, noto anche come El aparecido o “Desde Lonquén hasta siempre”, titolo quest'ultimo assegnatogli in edizioni successive a partire dal 1980.

Un inno all'amore, all'“hombre creador” e alla libertà. Nella prima strofa un richiamo a Las palomitas, la prima canzone composta da Jara nel 1960, quando ancora faceva parte dell'ensemble folklorico Cuncumén, con Margot Loyola, Silvia Urbina e Rolando Alarcón. In quei versi il poeta, rapito dal volo libero delle colombe, le interpellava per sapere quale fosse il luogo più tranquillo per viverci... E quelle rispondevano che non era certo la terra, l'unico posto per essere liberi è il cielo...
Ma forse, a qualche anno di distanza, Jara aveva compreso che a fare della terra il cielo era l'amore, l'amore per la proprio donna, per la terra, per il popolo e le sue sofferenze: “Ho incontrato la vita nei tuoi occhi... sono i miei soli tesori che nessuno mai potrà sottrarmi.”
El viento juega en la loma
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2016 - 17:37
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En el río Mapocho

En el río Mapocho
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.

Seconda canzone da “La población”, un concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.

E si sa, i funghi crescono meglio dove è umido. Sicchè le “callampas” spesso spuntavano lungo le sponde del fiume che attraversa la regione metropolitana di Santiago del Cile, il río Mapocho. Nelle sue acque... (continua)
En el río Mapocho
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/8/2016 - 23:13

Dimmi quand'è

Una ballata che cerca di raccontare scene, suoni, odori e azioni tipiche di ogni guerra. E che pone una domanda: "quand'è che finirà, quand'è che l'uomo capirà?"
Lugubri fischi urlano,
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 6/8/2016 - 18:41
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Benzodiazepina

Benzodiazepina
[2015]
Nell'album “Il Teatro degli Orrori”

Nel loro forse meno riuscito album, trovo però questa canzone de Il TdO che mi ha fatto subito pensare ad Andrea Soldi – ve lo ricordate? - quel ragazzone con qualche problema psichico, ma che non aveva mai fatto male ad una mosca, che giusto un anno fa a Torino, nel corso di un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), venne strangolato da alcuni energumeni della Legge, alcuni “civich” troppo zelanti, e sbattuto a tirare le cuoia sul lettino di un'ambulanza, ammanettato e a faccia in giù, mentre lentamente soffocava.
“Violenta asfissia da compressione”, così morì Andrea Soldi, 45 anni.

Nei giorni scorsi, la panchina dove Andrea solitamente si fermava a sedere, in piazza Umbria, la stessa dove ebbe inizio il suo assassinio, è stata ripulita, da mano sconosciuta, di tutti i fiori, le foto, i pensieri che lì avevano posto quanti avevano conosciuto... (continua)
Stati di ansia, squilibri emotivi collegati a stress situazionali o ambientali o ad affezioni organiche acute o croniche.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/8/2016 - 16:36
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Maria Tabacchina

Maria Tabacchina
[2015]

Alessio Lega e I Malfattori - Albumconcerto

Canta e suona la chitarra classica Alessio Lega
Canta e suona il cembalino Giusi Delvecchio
Chitarra resofonica Roberto Zamagna
Basso elettrico Nicola Zamagna
Organo Hammond Guido Baldoni
registrata live a Gambettola il 27 ottobre 2015

Maria Tabacchina (con Maria Solitaria e Maria Tortura) fa parte della trilogia della "Madonne", preghiere laiche sulle figure femminili scritte originariamente da Alessio Lega per il film di Ascanio Celestini "Viva la sposa" (2015) dove è appunto stata inserito un frammento di Maria Tabacchina.
Madre Maria delle tabacchine
(continua)
inviata da adriana 5/8/2016 - 17:40

La città delle ombre

Il lavoro agricolo, anche in Italia, presenta situazioni che hanno i connotati della schiavitù. In particolare per quanto riguarda i lavoratori provenienti da paesi africani. A loro è dedicata questa piccola ballata.
Ombre chinate a testa in giù
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 5/8/2016 - 14:58
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W domach z betonu

W domach z betonu
[1986]
Testo e musica di Martyna Jakubowicz
da tekstowo.pl
Obudziłam się później niż zwykle
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 5/8/2016 - 07:04
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Justice

Justice
(1989)
Album: One Bright Day (Ziggy Marley & the Melody Makers)
Justice, people say, justice
(continua)
4/8/2016 - 23:57
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Polvere e ossa

Polvere e ossa
feat. Will
Mi interrogo talvolta se esista quella porta
(continua)
inviata da Paola 4/8/2016 - 23:17
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L'amore ai tempi dello spread

L'amore ai tempi dello spread
Caro amore scusa non posso tornare
(continua)
inviata da Paola 4/8/2016 - 23:04
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Svegliati (Calabria version)

Svegliati (Calabria version)
Mi staiu cca ca u sula arriva stu caddu non mi sfianca su calabrisa
(continua)
inviata da Paola 4/8/2016 - 22:59

Prima che venga l'inverno

Una ballata molto semplice dedicata a chi per le più svariate ragioni si trova a vivere sulla strada.
Prima che venga l'inverno,
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 4/8/2016 - 19:10
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Home Movies

Home Movies
[ENG] An anti-war song with a more "humanistic" approach,
describing the conflict as seen through the eyes of a fictional father/soldier caught in a seemingly never-ending war, who sees his son grow up only thorough the "home movies" he gets from his family.
Initially set in a kind of SF scenario, it gradually
incorporated elements from the Iraq war (broken promises of troops withdrawal from presidents, sexual assaults on women soldiers at the hands of their own "colleagues", etc)

[ITA] Una canzone pacifista con un approccio quasi "romantico", nel descrivere la situazione di un padre al fronte di un conflitto interminabile, che vede crescere suo figlio solo attraverso i filmini (home movies) che riceve da casa.
Inizialmente ambientata in uno scenario fantascientifico, la canzone è mutata, incorporando parecchi elementi caratteristici della guerra in Iraq e toni di invettiva contro la politica estera US.
You run for shelter from the sparks
(continua)
inviata da Andrea Imberciadori 4/8/2016 - 16:43
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Terroristango

Terroristango
Me dicen terrorista por querer cambiar este mundo, lleno de desigualdades que agoniza sufriendo un dolor profundo, por eso te lo digo bien clarito, rapidito, no me confundo, todo esto esta muy sucio, apesta, hay un olor inmundo.
(continua)
inviata da adriana 4/8/2016 - 16:19
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Pepe mendigo (o Cuento de Navidad)

Pepe mendigo (<em>o</em> Cuento de Navidad)
[1965]
Parole e musica di Víctor Jara, che compose la canzone per uno spettacolo del teatro dei mimi di Enrique Noisvander.
Poi inclusa in una riedizione del 2001 dell’album “Canto por travesura”, originariamente pubblicato giusto nel settembre del 1973.
Testo trovato su Cancioneros.com
Vamos a contarles la historia de Pepe "el Flaco", una historia generosa, poco habitual. Sucedió cuando el pino se cubre de algodón y luces de colores alegran a los niños. La casa del rico se llena de regalos y el tarro de basura es más codiciado por el pobre. Una historia que sucedió en mi ciudad…
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/8/2016 - 09:13
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Cuando voy al trabajo

Cuando voy al trabajo
[1973]
Parole e musica di Víctor Jara
Nel disco intitolato “Tiempos que cambian”, pubblicato postumo nel 1974
L’album è noto anche con i titoli alternativi di “Tiempos nuevos”, “Canciones póstumas”, “Manifiesto” e “Presente”.



“Cuando voy al trabajo” è una canzone d’amore ma fu composta da Jara in omaggio all’amico Roberto Ahumada, ucciso da un cecchino fascista durante una manifestazione nel maggio del 1973 a Santiago. Lo slogan della mobilitazione era “No a la guerra civil!” ma quando il corteo stava percorrendo l’Avenida O’Higgins (che i locali chiamano La Alameda) qualcuno comincià a sparare sui manifestanti dalle finestre della sede del partito democristiano.

A principios de 1973, la situación de conflicto que vivía el país se había agudizado considerablemente. Para evitar el peligro de un golpe de estado, Allende había otorgado varias carteras ministeriales a algunos militares... (continua)
Cuando voy al trabajo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/8/2016 - 08:53

Il Drone

Il Drone
Ipertecnologica, chirurgica, intelligente: aggettivi che vengono spesso associati alla parola "guerra" per renderla più accettabile a chi la osserva da lontano, senza subirla. In realtà la guerra è mostruosa, stupida, inutile, bestiale, primitiva. È una partita in cui tutti i giocatori perdono.
Un drone, un drone
(continua)
inviata da Roberto Malfatti 3/8/2016 - 14:42




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