Ach, all wir armen Teufel
Ach, all wir armen Teufel
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/7/2016 - 19:16
Percorsi:
Campi di sterminio
Wir haben so manches Lager gebaut
anonimo
[1939-45]
Canzone con melodia ignota, di anonimo autore di lingua tedesca, quasi sicuramente un prigioniero politico, internato in qualche campo nazista. E, a meno che non si tratti di un testo collettivo, l’autore doveva essersi passato diversi campi, almeno quello di Esterwegen nell’Emsland e quelli di Sachsenhausen e Ravensbrück nel Brandeburgo.
Il brano può essere datato tra il 1939, anno in cui fu inaugurato il campo di Ravensbrück, ed il 1945.
Il testo l’ho trovato sul Volksliederarchiv, così come ripreso da “Lieder aus den faschistischen Konzentrationslagern”, una raccolta edita dalla Taschen nel 1962. Ma le prime due strofe si trovano anche in “Kazett-Lyric. Untersuchungen zu Gedichten und Liedern aus dem Konzentrationslager Sachsenhausen”, a cura di Katja Klein, raccolta di poesie e canzoni composte dai prigionieri di Sachsenhausen, pubblicata nel 1995, nel cinquantenario della sua liberazione.
Canzone con melodia ignota, di anonimo autore di lingua tedesca, quasi sicuramente un prigioniero politico, internato in qualche campo nazista. E, a meno che non si tratti di un testo collettivo, l’autore doveva essersi passato diversi campi, almeno quello di Esterwegen nell’Emsland e quelli di Sachsenhausen e Ravensbrück nel Brandeburgo.
Il brano può essere datato tra il 1939, anno in cui fu inaugurato il campo di Ravensbrück, ed il 1945.
Il testo l’ho trovato sul Volksliederarchiv, così come ripreso da “Lieder aus den faschistischen Konzentrationslagern”, una raccolta edita dalla Taschen nel 1962. Ma le prime due strofe si trovano anche in “Kazett-Lyric. Untersuchungen zu Gedichten und Liedern aus dem Konzentrationslager Sachsenhausen”, a cura di Katja Klein, raccolta di poesie e canzoni composte dai prigionieri di Sachsenhausen, pubblicata nel 1995, nel cinquantenario della sua liberazione.
Wir haben so manches Lager gebaut
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/7/2016 - 18:22
Percorsi:
Campi di sterminio
Questa casa non la mollerò
[1975]
45 gg - La Poiana Dischi di parte LPS 001 [1978] insieme a Liberiamo
Testo di Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi
Musica tratta dal country/rock "Six Days On the Road" (Carl Montgomery / Earl Green), reinterpretata anche da Steve Earle (1987)
Eseguita dal vivo al Parco Lambro 26-29 giugno 1976
I Gang stanno preparando un nuovo disco di cover di canzoni degli anni 70 (titolo Calibro77), tra quelle che compariranno c'è questa. Che qui mancava e rimanda alle lotte sulla casa. Valida allora come oggi
45 gg - La Poiana Dischi di parte LPS 001 [1978] insieme a Liberiamo
Testo di Ricky Gianco e Gianfranco Manfredi
Musica tratta dal country/rock "Six Days On the Road" (Carl Montgomery / Earl Green), reinterpretata anche da Steve Earle (1987)
Eseguita dal vivo al Parco Lambro 26-29 giugno 1976
I Gang stanno preparando un nuovo disco di cover di canzoni degli anni 70 (titolo Calibro77), tra quelle che compariranno c'è questa. Che qui mancava e rimanda alle lotte sulla casa. Valida allora come oggi
Son qui per buttarci fuori di città
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 11/7/2016 - 18:14
A’ senzu sulu
[2015]
Album : Kyma
Album : Kyma
E cu sta’ peddi comu scorza di na’ nuci
(continua)
(continua)
11/7/2016 - 12:13
Muselmane
Versi composti da Karl Szamek, un internato a Sachsenhausen di cui si conoscono solo il nome e cognome con cui ha firmato alcune poesie o canzoni.
Testo presente in “Kazett-Lyrik. Untersuchungen zu Gedichten und Liedern aus dem Konzentrationslager Sachsenhausen.”, a cura di Katja Klein, raccolta di poesie e canzoni composte dai prigionieri del campo, pubblicata nel 1995, nel cinquantenario della sua liberazione.
Testo trovato qui
Sia “Kazett” che “Muselmane” sono termini in Lagersprache, lo slang parlato dai prigionieri nei campi nazisti, una lingua basata sul tedesco, quello elementare e duro degli ordini impartiti da guardie e kapo, su cui si innestavano le lingue di provenienza degli internati.
Nello specifico, “Kazett” è abbreviazione di Konzentrationslager, mentre “Muselmane” (o Muselmann, o Muzułman in polacco) designava il prigioniero in procinto di morire d’inedia, nello stadio... (continua)
Testo presente in “Kazett-Lyrik. Untersuchungen zu Gedichten und Liedern aus dem Konzentrationslager Sachsenhausen.”, a cura di Katja Klein, raccolta di poesie e canzoni composte dai prigionieri del campo, pubblicata nel 1995, nel cinquantenario della sua liberazione.
Testo trovato qui
Sia “Kazett” che “Muselmane” sono termini in Lagersprache, lo slang parlato dai prigionieri nei campi nazisti, una lingua basata sul tedesco, quello elementare e duro degli ordini impartiti da guardie e kapo, su cui si innestavano le lingue di provenienza degli internati.
Nello specifico, “Kazett” è abbreviazione di Konzentrationslager, mentre “Muselmane” (o Muselmann, o Muzułman in polacco) designava il prigioniero in procinto di morire d’inedia, nello stadio... (continua)
Es ist vielleicht zum zehntenmale,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/7/2016 - 09:09
Percorsi:
Campi di sterminio
Il migliore dei mondi possibili
“Io non credo affatto che viviamo nel migliore di mondi possibili. Questa risposta, questo luogo comune l'ho sentito un sacco di volte da chi di fronte a problemi e ad ingiustizie usava questo concetto per difendere l'esistente. Intendo dire, so bene che viviamo in quella parte di mondo dove la ricchezza è maggiore e dove certamente esiste maggiore libertà, anche se spesso solo apparente. Ma è proprio in nome di questo esistente che abbiamo il dovere di cambiare. Ora, pensateci bene, la crisi economica che viviamo ormai da qualche anno ha semplicemente preso vari milioni di persone e li ha buttati ai margini. Come se non servissero più, come se non avessero modo di partecipare ai tempi in cui viviamo, come se non fossero abili ed utili ai nostri modelli economici. A questo aggiungeteci l'azzeramento di valori, di solidarietà, di concetti come idealità, di parole come sogno nella sua accezione... (continua)
Dq82 7/7/2016 - 17:45
Michè
Chanson italienne – Michè – Nobraino – 2014
La prison est un lieu où l’on est souvent suicidé. En la matière, la tradition est bien établie en Italie (et ailleurs), à commencer par Gaetano Bresci Gaetano, gracié et pendu – pendu lui aussi, contre son gré.
La prison est un lieu où l’on est souvent suicidé. En la matière, la tradition est bien établie en Italie (et ailleurs), à commencer par Gaetano Bresci Gaetano, gracié et pendu – pendu lui aussi, contre son gré.
MICHÈ
(continua)
(continua)
7/7/2016 - 15:41
La povera Rosetta
anonimo
Libera è sbagliato. è "ligera" (malavita milanese)
Filippo 6/7/2016 - 22:10
Papá cuéntame otra vez
PAPÀ RACCONTAMI ANCORA UNA VOLTA
(continua)
(continua)
inviata da Santiago 6/7/2016 - 20:58
Bora
A me "questo" sembra propaganda vergognosa non un cristicchio qualsiasi che tra l'altro non amo. badate bene non la canzone ma il panegirico antifascista che ne prende spunto
Bassa e meschina ideologia! vogliamo dire che berlusconi e' fascista e'zcomico cosi come vogliamo dire che tito era una gran brava persona "questo" e' tragico!
Bassa e meschina ideologia! vogliamo dire che berlusconi e' fascista e'zcomico cosi come vogliamo dire che tito era una gran brava persona "questo" e' tragico!
Dan il di las 6/7/2016 - 14:42
Χριστόδουλος Χάλαρης, Νίκος Ξυλούρης, Τάνια Τσανακλίδου: Ἐρωτόκριτος
Firenze, 6 luglio 2016 - Firenze, 9 giugno 2017.
Due parole del traduttore. Come specificato nell'introduzione, dell'Erotocrito esiste almeno una traduzione integrale (dell'intero poema, cioè), opera del neoellenista Francesco Maspero e pubblicata dall'editore Bietti nel 1975. Le presenti versioni, limitate ovviamente ai brani contenuti nel disco del 1976, sono originali. Non hanno alcun “intendimento d'arte”, non sono in metrica e sono in linguaggio corrente; in pratica, “traduzioni di servizio” senza però rinunciare ad una correttezza dell'eloquio, che è quanto sono in grado di fornire di fronte ad un testo del genere. Le note di cui sono corredate le traduzioni sono in massima parte di natura linguistica (ad esempio, per dare conto di certi termini dialettali, particolari o desueti). Approfitto dell'occasione per ribadire che le note linguistiche non sono mai, comunque, messe lì a bella... (continua)
Due parole del traduttore. Come specificato nell'introduzione, dell'Erotocrito esiste almeno una traduzione integrale (dell'intero poema, cioè), opera del neoellenista Francesco Maspero e pubblicata dall'editore Bietti nel 1975. Le presenti versioni, limitate ovviamente ai brani contenuti nel disco del 1976, sono originali. Non hanno alcun “intendimento d'arte”, non sono in metrica e sono in linguaggio corrente; in pratica, “traduzioni di servizio” senza però rinunciare ad una correttezza dell'eloquio, che è quanto sono in grado di fornire di fronte ad un testo del genere. Le note di cui sono corredate le traduzioni sono in massima parte di natura linguistica (ad esempio, per dare conto di certi termini dialettali, particolari o desueti). Approfitto dell'occasione per ribadire che le note linguistiche non sono mai, comunque, messe lì a bella... (continua)
1. La ruota del Destino
(continua)
(continua)
6/7/2016 - 14:09
Kameraden, Laßt Uns Singen
Chanson allemande – Kameraden, Laßt Uns Singen – Paul Rakow – 1940
Paroles de Paul Rakow, artisan berlinois, pour la précision fourreur.
Parodie sur la mélodie du très belliciste « Infantrielied », l’hymne des troupes d’infanterie allemandes
Texte trouvé sur Volksliederarchive
Le morceau, interprété par le Rundfunk-Jugendchor Wernigerode dirigé par Friedrich Kell (1979)
Clairement communiste, Paul Rakow fut arrêté le 15 avril de 1937 et ensuite enfermé au camp de concentration de Sachsenhausen pendant des années. Il était encore vivant au début de 1945, mais en tant qu’Allemand, il fut alors forcé de choisir entre son exécution et l’enrôlement dans la tristement célèbre « Brigade Dirlewanger », un bataillon de criminels et imprésentables, commandé par un sadique psychopathe et pédophile, dernier rempart du glorieux Troisième Reich. Peut-être – nous ne savons pas comme ce qu’il en fut... (continua)
Paroles de Paul Rakow, artisan berlinois, pour la précision fourreur.
Parodie sur la mélodie du très belliciste « Infantrielied », l’hymne des troupes d’infanterie allemandes
Texte trouvé sur Volksliederarchive
Le morceau, interprété par le Rundfunk-Jugendchor Wernigerode dirigé par Friedrich Kell (1979)
Clairement communiste, Paul Rakow fut arrêté le 15 avril de 1937 et ensuite enfermé au camp de concentration de Sachsenhausen pendant des années. Il était encore vivant au début de 1945, mais en tant qu’Allemand, il fut alors forcé de choisir entre son exécution et l’enrôlement dans la tristement célèbre « Brigade Dirlewanger », un bataillon de criminels et imprésentables, commandé par un sadique psychopathe et pédophile, dernier rempart du glorieux Troisième Reich. Peut-être – nous ne savons pas comme ce qu’il en fut... (continua)
CHANTONS, CAMARADES !
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 6/7/2016 - 12:30
Fabrizio De André: Creuza de mä [Crêuza de mä]
En el idioma ligur una Creûza o Crosa, es un término que se refiere a un tipo de calle o vereda común en Génova (parecidos a una callejuela), a menudo escalonados y flanqueados por muros bajos que sirven como divisiones entre las propiedades y como caminos que conectan el interior con el mar.
En éste caso, también se refiere de manera alegórica al fenómeno meteorológico del mismo nombre, que produce en el mar vetas retorcidas de color plateado u oscuro, que se asemejan a veredas para emprender en el mar, viajes reales o imaginarios.
En éste caso, también se refiere de manera alegórica al fenómeno meteorológico del mismo nombre, que produce en el mar vetas retorcidas de color plateado u oscuro, que se asemejan a veredas para emprender en el mar, viajes reales o imaginarios.
SENDERO DE MAR
(continua)
(continua)
inviata da Santiago 5/7/2016 - 02:57
Carlo Martello torna [o: ritorna] dalla battaglia di Poitiers; o Carlo Martello
CARLOS MARTEL REGRESA DE LA BATALLA DE POITIERS
(continua)
(continua)
inviata da Santiago 5/7/2016 - 00:59
Kimegyek a doberdói harctérre
András Széles
DOBERDÒN TAISTELUKENTÄT
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 4/7/2016 - 10:04
Gagiò romanò
Chanson italienne – Gagiò romanò – Alessandro Sipolo – 2015
C’est l’histoire d’un insoumis de Brescia, qui, dans les années 1970, se joint à un groupe de forains roms pour échapper au service militaire. Après la fuite, la contumace, la prison, les interpellations parlementaires à son propos, les tragédies personnelles, il revient à son existence de banlieue en refusant, avec sa cohérence habituelle, toute représentation « héroïque » de ses choix.
Dialogue maïeutique
Quand même, dit Marco Valdo M.I., on ne pouvait pas laisser cette canzone sans quelques mots d’explication. Pour mille raisons et la première étant que le personnage dont parle cette chanson, dont le narrateur raconte l’histoire, est d’abord et surtout, un insoumis.
C’est en effet un homme de raison. Un insoumis est un personnage que l’on se doit de saluer, dit Lucien l’âne, grattant le sol de son petit sabot noir pour... (continua)
C’est l’histoire d’un insoumis de Brescia, qui, dans les années 1970, se joint à un groupe de forains roms pour échapper au service militaire. Après la fuite, la contumace, la prison, les interpellations parlementaires à son propos, les tragédies personnelles, il revient à son existence de banlieue en refusant, avec sa cohérence habituelle, toute représentation « héroïque » de ses choix.
Dialogue maïeutique
Quand même, dit Marco Valdo M.I., on ne pouvait pas laisser cette canzone sans quelques mots d’explication. Pour mille raisons et la première étant que le personnage dont parle cette chanson, dont le narrateur raconte l’histoire, est d’abord et surtout, un insoumis.
C’est en effet un homme de raison. Un insoumis est un personnage que l’on se doit de saluer, dit Lucien l’âne, grattant le sol de son petit sabot noir pour... (continua)
GAGIÒ ROMANÒ
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 3/7/2016 - 22:04
Yellow Triangle
Il testo completo (reperito su “I Know what I Know: The Music of Charles Mingus”, di Todd S. Jenkins) della versione di Charles Mingus, il brano con cui si chiude il suo album dal vivo “Music Written for Monterey, 1965 ( Not Heard... Played in its Entirety, at UCLA), registrato nel 1965 e pubblicato l’anno seguente.
DON’T LET IT HAPPEN HERE
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/7/2016 - 21:55
Quello che non ho
Testo cantabile / Singable lyrics / Paroles chantables / Laulettavat sanat: Juha Rämö
MITÄ MULL' EI OO
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 3/7/2016 - 09:02
L'Internationale
OKINAWANO [UCHINAAGUCHI] / OKINAWAN [UCHINAAGUCHI]
La versione nella lingua okinawana (Uchinaaguchi) effettuata dal 2channel's Communist Party Board (2012)
Okinawan version by 2channel's Communist Party board (2012)
Okinawan version by 2channel's Communist Party board (2012)
でいひゃ気張らなや
(continua)
(continua)
2/7/2016 - 07:05
Wie lang es auch noch dauern mag
ET SI ÇA DURE ENCORE LONTEMPS
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/7/2016 - 22:14
Somos más Americanos
2015
"Cama Incendiada"
"Cama Incendiada"
Ya me gritaron mil veces
(continua)
(continua)
inviata da dq82 1/7/2016 - 16:24
Smoke (Acteal)
Mi è appena giunta la notizia della morte di Renza Salza che fino a non molti anni fa è stata il motore instancabile del Comitato Chiapas di Torino, un piccolo gruppo di persone che per quasi 15 anni, a partire dal "levantamiento" indigeno del 1994, ha sviluppato tantissime iniziative, a Torino e in tutta Italia, di informazione e solidarietà con la rivoluzione neozapatista nel sud est messicano.
Renza era una donna forte, irriducibile, una "combattente per la libertà" (così come Lucio Manisco definiva Sivia Baraldini nell'intro a Radio Manisco/0516490872 degli AK47), molto impegnata anche sul fronte della solidarietà al popolo palestinese e a tutti i popoli oppressi.
In definitiva Renza è sempre stata ostinatamente dalla parte degli ultimi, dei senza voce.
Negli ultimi anni l'avevo persa di vista, anche perchè lei continuava a viaggiare molto mentre io mi sono totalmente ritirato a vita privata, ma è stato per me un onore conoscerla ed esserle amico.
Grazie Renza. Un ultimo abbraccio e un saluto a pugno chiuso.
Renza era una donna forte, irriducibile, una "combattente per la libertà" (così come Lucio Manisco definiva Sivia Baraldini nell'intro a Radio Manisco/0516490872 degli AK47), molto impegnata anche sul fronte della solidarietà al popolo palestinese e a tutti i popoli oppressi.
In definitiva Renza è sempre stata ostinatamente dalla parte degli ultimi, dei senza voce.
Negli ultimi anni l'avevo persa di vista, anche perchè lei continuava a viaggiare molto mentre io mi sono totalmente ritirato a vita privata, ma è stato per me un onore conoscerla ed esserle amico.
Grazie Renza. Un ultimo abbraccio e un saluto a pugno chiuso.
B.B. 1/7/2016 - 15:23
When the Wild Wind Blows
QUANDO SOFFIA IL VENTO FURIOSO
(continua)
(continua)
inviata da Yarikh 1/7/2016 - 15:03
The Green Fields Of France (No Man's Land)
FINLANDESE / FINNISH
Traduzione / Translation / Traduction / Suomennos: Juha Rämö
Traduzione / Translation / Traduction / Suomennos: Juha Rämö
RANSKAN VIHREÄT KUNNAAT
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 1/7/2016 - 09:14
Verranno a chiederti del nostro amore
Per Santiago, se legge:
grazie delle tue belle traduzioni allo spagnolo. Stai facendo qualcosa di molto importante. Anche su questa, che non è certo una canzone facile, te la sei cavata secondo me molto bene. Ho solo due dubbi sulla tua traduzione:
1) "Digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani..."
qui il pure non ha valore aggiuntivo (sinonimo di anche) ma concessivo quindi invece di "diles también" io scriverei "puedes decirles..." o qualcosa del genere (cfr. inglese Just tell them o in francese Dis-leur bien)
2) "dove un attimo vale un altro" non è "vale la pena" ma credo "bien vale otro" (non sono sicuro che si dica così).
Sei d'accordo?
Un saluto e grazie ancora!
grazie delle tue belle traduzioni allo spagnolo. Stai facendo qualcosa di molto importante. Anche su questa, che non è certo una canzone facile, te la sei cavata secondo me molto bene. Ho solo due dubbi sulla tua traduzione:
1) "Digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani..."
qui il pure non ha valore aggiuntivo (sinonimo di anche) ma concessivo quindi invece di "diles también" io scriverei "puedes decirles..." o qualcosa del genere (cfr. inglese Just tell them o in francese Dis-leur bien)
2) "dove un attimo vale un altro" non è "vale la pena" ma credo "bien vale otro" (non sono sicuro che si dica così).
Sei d'accordo?
Un saluto e grazie ancora!
Lorenzo 30/6/2016 - 21:21
La gaviota
accetto suggerimenti perché è molto più difficile di quanto sembri a prima vista...
IL GABBIANO
(continua)
(continua)
30/6/2016 - 21:02
Η λιόστρα
Cari amici, bongiorno.
Potreste leggere un articolo mio sulla questa famosa λιόστρα. Secondo me, si trata di un'alterazione della parola γιόστρα, quindi giostra.
Potreste leggere un articolo mio sulla questa famosa λιόστρα. Secondo me, si trata di un'alterazione della parola γιόστρα, quindi giostra.
Η λιόστρα και η γιόστρα
Ήμασταν τότε δεκαπέντε χρονών, μπορεί δεκάξι, το καλοκαίρι του 75, και τις δύσκολες ώρες με το λιοπύρι μαζευόμασταν στο σπίτι του Νίκου που είχε δροσιά, έβαζε ο Νίκος δίσκους στο πικάπ, ακούγαμε, π…
Nikos Sarantakos 30/6/2016 - 09:33
Dünya halkları kardeştir
LOS PUEBLOS DEL MUNDO SON HERMANOS
(continua)
(continua)
inviata da Santiago 30/6/2016 - 06:47
Maria nella bottega di un falegname
MARÍA EN EL TALLER DE UN CARPINTERO
(continua)
(continua)
inviata da Santiago 30/6/2016 - 04:03
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Parole di Walter Hammer, pseudonimo di Walter Hösterey (1988-1966), scrittore ed editore tedesco.
Testo trovato sul Volksliederarchiv, dove non viene detto nulla circa la melodia.
Il testo, o una sua parte, si trova anche in “Kazett-Lyric. Untersuchungen zu Gedichten und Liedern aus dem Konzentrationslager Sachsenhausen” (1995), dove però viene attribuito ad autore anonimo.
Scrittore precoce, Walter Hammer assunse il suo nome d’arte in onore di Nietzsche e del suo “Crepuscolo degl'idoli; come si filosofa col martello”. Poi se ne partì entusiasta per la Grande Guerra ma vi fece ritorno da convinto pacifista e antimilitarista, disgustato dall’orrore di quella inutile carneficina. Dopo la guerra Hammer divenne persino presidente dell’Associazione Veterani per la Pace. Militante ed esponente del Partito Repubblicano, nel 1932 fu tra i firmatari dell’appello all’unione delle forze democratiche... (continua)