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Drone Bomb Me

Drone Bomb Me
2016
Hopelessness

Two days after the Obama administration killed 150 Somali people in a drone attack, ANOHNI released “Drone Bomb Me,” the second single off HOPELESSNESS. It’s a coincidence that could have aligned on many other weeks: U.S. drone warfare has steadily expanded in the last decade, operating in relative secrecy that has only recently been challenged by artists and journalists in projects such as The Intercept’s Drone Papers, Addie Wagenknect’s “Drone Painting,” and Laura Poitras’ Astro Noise. “Drone Bomb Me” joins these ranks, written from the perspective of a girl seeking death after her family was killed in a drone attack.
As with “4 Degrees,” which personified the hypocrisy behind climate change, ANOHNI is not letting anyone off the hook. “Blow me from the mountain and into the sea,” she croons over a major synth drop. Her voice, and the production by Hudson Mohawke and... (continua)
Drone bomb me
(continua)
30/4/2016 - 13:07
Percorsi: Droni di merda
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Il reumatismo del tenente

Il reumatismo del tenente
[2016]
Album: Schegge di shrapnel
Testo di Daniele Bernardi, musica di Wu Ming Contingent

Le parole sono tratte dal memoriale di Gino Frontali, La prima estate di guerra, pubblicato dalla casa editrice Il Mulino nel 1998 e oramai fuori catalogo.
Gino Frontali era nato ad Alessandria d’Egitto nel 1889. Laureato in medicina all’Università di Bologna, partecipò alla Prima Guerra Mondiale prestando servizio in prima linea, come sottotenente medico del 70° reggimento fanteria, brigata “Ancona”.
Nel 1916 sintetizzò la sua esperienza in un manuale pratico molto apprezzato, Il medico di battaglione. Dopo la guerra, si specializzò in pediatria e divenne uno studioso di fama internazionale. Morì a Roma nel 1963.
Dal suo diario non emergono posizioni di aperta critica all’impresa bellica, ma più volte si dimostra sbalordito dagli abusi di potere degli ufficiali e dal loro disprezzo per la truppa.

L’episodio qui raccontato si svolge nei mesi estivi del 1915, sul fronte del Cadore.

Wu Ming Foundation
Mentre passo da un ferito all’altro con un tremito di stanchezza alla gambe, coi calzoni inzuppati di sangue ai ginocchi, con le mani che sanno da carne cruda, mi pare impossibile arrivare a soccorrere tutti: non basteranno le fasce, le stecche, i lacci emostatici che ho con me.
(continua)
29/4/2016 - 23:06
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Come esempio sulla massa

Come esempio sulla massa
[2016]
Album: Schegge di shrapnel
Parole tratte dal memoriale di Gino Frontali, La prima estate di guerra

Nel corso della Grande Guerra, i soldati condannati per infrazioni alla disciplina furono 24601, pari al 79,4% di quelli che vennero sottoposti a giudizio per tali reati. E’ una percentuale di condanne molto più alta della media (64,7%) e le cifre furono in costante aumento durante gli anni del conflitto. Se poi si guarda alle condanne a morte per insubordinazione, ne vennero comminate 182 di cui 154 effettivamente eseguite (84,6%). Il dato è il più alto in assoluto, superiore anche a quello relativo alle diserzioni: in quel caso ci furono 162563 soldati rinviati a giudizio, ma le sentenze capitali si tradussero in fucilazioni nel 47,8% dei casi (considerando i disertori ancora reperibili, perché molti fecero perdere le proprie tracce e vennero processati in contumacia. Se si considerano... (continua)
Sono chiamato d’urgenza a visitare un soldato, ferito da una rivoltella. Il maresciallo spiega che il soldato era sempre arrogante. Al mattino, in seguito ad una osservazione del suo sergente, lo minaccia coi pugni alzati. Quindi rifiuta di lasciarsi mettere i ferri e s’avventa contro il maresciallo come per percuoterlo. Allora questi estrae la rivoltella e, mentre il soldato cerca di mettersi in salvo, spara in direzione della schiena e lo vede cadere bocconi.
(continua)
29/4/2016 - 23:00

Inno del generale (o Val a tór in t’al cul)

anonimo
[1944-45]
Irriverente ed insubordinata canzonetta con cui i partigiani emiliani (reggiani?) si prendevano gioco dei loro superiori.
Sulle note di “Ombrellaio”, successo del 1944 di Natalino Otto.
Testo trovato sul “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015
Val a tór in t’al cul
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2016 - 21:57

I Sette Cervi

anonimo
I Sette Cervi
[1950]
L’anonimo autore (o forse autori) faceva probabilmente parte dell’Associazione Pionieri d’Italia, organizzazione scoutistica nata dell’immediato secondo dopoguerra per iniziativa di genitori militanti del PCI.
Sull’aria della canzone alpina “Il testamento del capitano”.
Testo trovato sul “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015

Della canzone ne danno conto i curatori de Il canzoniere ribelle dell’emilia romagna (1967), Gianfranco Ginestri e Janna Carioli, datandone la composizione attorno al 1950 (sull’aria alpina de Il testamento del capitano), nell’ambito dell’Associazione Pionieri di Reggio Emilia. Fu quello, in effetti - nella prima metà degli anni ’50, con un apice nel 1955, 80° compleanno di papà Cervi -, il tempo in cui presso la casa di famiglia dei Cervi ai Campi Rossi si susseguirono delegazioni popolari, visite... (continua)
I sette figli di papà Cervi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2016 - 16:50
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La classe operaia (Non va più in paradiso)

La classe operaia (Non va più in paradiso)
2014
Album:L'amore (è) sostenibile
La classe operaia c'ha la tv al plasma
(continua)
inviata da adriana 29/4/2016 - 15:34
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Ho conosciuto un uomo

Ho conosciuto un uomo
[2015]

Album : Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare

In copertina Luca Bassanese “visto” e disegnato da Stefano Benni



Don Andrea Gallo (Campo Ligure, 18 luglio 1928 – Genova, 22 maggio 2013)


Andrea Gallo nasce a Genova il 18 Luglio 1928. Fin da piccolo fu attratto dalla spiritualità dei salesiani di Giovanni Bosco tanto che nel 1948 entrò nel loro noviziato di Varazze, proseguendo poi a Roma gli studi liceali e filosofici. Fin dall’adolescenza, fece sua la dedizione di don Bosco di vivere a tempo pieno con gli ultimi, i poveri , gli emarginati.

Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici. Il clima per lui insopportabile della dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe a ritornare l’anno dopo in Italia, ad Ivrea, dove prosegue gli studi e viene ordinato sacerdote il 1 luglio... (continua)
Ho conosciuto un uomo Con un cappello in testa
(continua)
inviata da adriana 29/4/2016 - 15:04
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No O.G.M. la terra è nostra!

No O.G.M. la terra è nostra!
[2015]

Album : Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare

In copertina Luca Bassanese “visto” e disegnato da Stefano Benni

Con la partecipazione di JACOPO FO e IL CORO DELLE MONDINE DI BENTIVOGLIO
Attenzione!…Attenzione!
(continua)
inviata da adriana 29/4/2016 - 14:48

Noi siamo partigiani russi

Noi siamo partigiani russi
[1945]
Parole di Viktor Pirogov, soldato sovietico, prigioniero di guerra, sfuggito ai tedeschi e finito nel reggiano a combattere prima nella “Banda Cervi”, poi coi garibaldini, con il nome di battaglia di “Modena”.
Su di un aria popolare russa.
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.

Di questo canto ne dà conto Giuseppe Carretti, il partigiano “Dario”, a lungo presidente dell’ANPI di Reggio Emilia, nel volume a carattere etico-storiografico I giorni della grande prova. Appunti per una storia della Resistenza a Cadelbosco, 1964 [cfr. p. 167, III° ed., 2005]. La paternità e attribuita a Viktor Pirogov “Modena”, già nel primo gruppo di azione con i Cervi, poi nominato comandante del “Battaglione Russi” di stanza a Miscoso (con la 144° Brigata Garibaldi, attiva in Val d’Enza). Il 6 marzo 1945 questa formazione... (continua)
Noi siamo partigiani russi e lottiamo per la libertà
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2016 - 14:29
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La ballata dei santi lavoratori

La ballata dei santi lavoratori
[2015]

Album : Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare

In copertina Luca Bassanese “visto” e disegnato da Stefano Benni
Lai la Lai la
(continua)
inviata da adriana 29/4/2016 - 14:29
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Restiamo Umani

Restiamo Umani
2016
Restiamo Umani
Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana.
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 10:01
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Tangeri

Tangeri
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Gabriella Aiello
Organetto: Riccardo Tesi

Sul porto di Tangeri a fine agosto centinaia di auto di migranti aspettano di imbarcarsi per tornare in Spagna. Il testo è ispirato a un brano tradizionale che dice:“Tu che parti, dove vai? Finirai per ritornare”. La melodia è ispirata da un tema tradizione ebraico marocchino su un classico andamento ritmico urbano del Marocco. E’cantato in sabir e arabo
Mi non saber certa chesta star to terra:
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:40
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Balkan trip

Balkan trip
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Angela Aiello
Organetto: Riccardo Tesi

Le nuove rotte delle migrazioni passano per i Balcani, con antiche e nuove paure. Cantato in sabir e macedone
Aliji, Aliji, ki t’adjudar
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:37
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Sbendout

Sbendout
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Awa Ly
Organetto: Riccardo Tesi

A Jaffa una protesta di rabbini blocca la città. In Occidente si chiudono le frontiere. Sbendout in sabir significa bandito. E’cantato in sabir, francese e spagnolo:“Sono migrante, sono bandito, sono la paura del tuo passato, sono bianco, sono nero, non ho alcun colore”
Refugiado, clandestino, nacido,
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:30
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Sarajevo mon amour

Sarajevo mon amour
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Lucilla Galeazzi, Nando Citarella
Organetto: Riccardo Tesi

Il titolo è ispirato al libro di Jovan Divjak, eroe della difesa di Sarajevo nella guerra dei Balcani del 1992-1995. E’cantato in sabir e in turco
Questa star chita de mi
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:21
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Gaza Beach

Gaza Beach
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo
Organetto: Riccardo Tesi

Un missile uccide un bambino sulla spiaggia di Gaza. L’immagine fa il giro del mondo, l’ennesima vittima innocente di una guerra infinita. Cantato in sabir e in arabo: “La sabbia si tinge di rosso, la palla scivola deviata dal soffio, ti colse un abbraccio, adesso tu voli. O notte, andare o restare…”


Israele, esercito uccise 4 bambini sulla spiaggia di Gaza. Inchiesta: ‘Fu un errore’

Ismail, Mohammed, Zakaria, Ahed, tutti tra i 10 e gli 11 anni, morirono il 16 luglio 2014 nel bombardamento di un container davanti agli hotel dove era alloggiata la stampa internazionale. Le tv di tutto il mondo avevano ripreso i loro corpi mentre venivano caricati sulle ambulanze. Secondo gli investigatori dell’Israel Defence Force, si trattò di un errore di identità: i militari li scambiarono per miliziani di Hamas. Nessun colpevole, nessun... (continua)
La sabia star teintar el damm
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 08:57

Quando il fratello mio, partigiano

anonimo
Quando il fratello mio, partigiano
[1944-45]
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.

La canzone venne intesa dal padre “canterino”, lui bambino, da Umberto Incerti Ugolotti, nativo di Pantano di Carpineti (RE), classe 1946. La registrazione data all’11 aprile 2015 ed è stata colta a lato dello stage formativo canoro promosso presso il Teatro Artigiano di Massenzatico (Reggio Emilia, la prima Casa del Popolo in Italia) dal Coro Selvatico di via Bligny assieme alle Cence Allegre. Il riferimento alle “montagne modenesi”, nel testo, può intendersi come un richiamo all’esperienza della Repubblica di Montefiorino (tra Modena e Reggio, territorio liberato che resistette dal 17 giugno al 1º agosto 1944, ndr), ove nell’estate 1944 confluirono in migliaia, in grande parte completamente disarmati. Il titolo della canzone, non avendola al momento reperita in alcun canzoniere partigiano, è tratto dalla strofa di apertura
(Nota da “La Piva del Carner” citata)
Quando il fratello mio, partigiano
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 21:28
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La canzone dei Garibaldini Reggiani

La canzone dei Garibaldini Reggiani
[1944]
Parole di Didimo Ferrari (1912-1959), antifascista, dirigente comunista, partigiano.
Su di una melodia popolare sovietica.
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.

... e così provo a restituire dignità al Partigiano Reggiano vituperato da Zucchero nella sua - a mio avviso - orrenda canzone...

Durante il regime fascista Didimo Ferrari si fece 10 anni tra galera e confino, poi nel 1944 entrò nella Resistenza col nome di battaglia di “Eros”e fu nominato commissario di guerra delle formazioni partigiane reggiane. Nel dopoguerra divenne presidente dell’ANPI di Reggio Emilia e nel 1950 fu accusato dell’omicidio, avvenuto subito dopo la Liberazione, dell’ingegnere Arnaldo Vischi, già direttore delle Officine Meccaniche Reggiane. Didimo Ferrari trascorse 5 anni in latitanza, fino all’aministia. Morì prematuramente... (continua)
Ben per vent’anni il fascismo ha sfruttato
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 21:03
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El enemigo brutal

El enemigo brutal
[1891]
Versi di José Julián Martí Pérez (1853-1895), poeta, scrittore, giornalista, fondatore del Partido Revolucionario Cubano e protagonista della guerra d’indipendenza contro gli spagnoli, nel corso della quale venne ucciso.
Nella raccolta del 1891 intitolata “Versos sencillos”, quella che si apre con i versi che alcuni decenni dopo divennero la base della famosissima e bellissima Guantanamera
Musica di Pablo Milanés, nel suo album “Versos de José Martí” del 1974.
El enemigo brutal
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 18:03
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Banquete de tiranos

Banquete de tiranos
Versi di José Julián Martí Pérez (1853-1895), poeta, scrittore, giornalista, fondatore del Partido Revolucionario Cubano e protagonista della guerra d’indipendenza contro gli spagnoli, nel corso della quale venne ucciso.
Nella raccolta di poesie scritte tra il 1878 ed il 1882, intitolata “Versos libres”.
Musica di Pablo Milanés, nel suo album “Versos de José Martí” del 1974.
Hay una raza vil de hombres tenaces
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 17:53

El rayo surca, sangriento

El rayo surca, sangriento
[1891]
Versi di José Julián Martí Pérez (1853-1895), poeta, scrittore, giornalista, fondatore del Partido Revolucionario Cubano e protagonista della guerra d’indipendenza contro gli spagnoli, nel corso della quale venne ucciso.
Nella raccolta del 1891 intitolata “Versos sencillos”, quella che si apre con i versi che alcuni decenni dopo divennero la base della famosissima e bellissima Guantanamera
Musica di Pablo Milanés, una canzone che doveva essere inclusa nel suo album “Versos de José Martí” del 1974 ma che venne pubblicata solo come singolo.
El rayo surca, sangriento,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 17:42
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Times a-Getting Hard

Times a-Getting Hard
[1955]
Scritta da Lee Hays (1914-1981) a partire da una canzone popolare americana il cui ritornello (“Take my true love by the hand
...”) è riportato da Carl Sandburg nella sua raccolta “The American Songbag”, pubblicata nel 1927.
In vari dischi di Pete Seeger, a cominciare da “Pete Seeger at the Village Gate with Memphis Slim and Willie Dixon” pubblicato dalla Folkways Records nel 1959.
In seguito molte versioni del brano furono offerte da altri artisti, come Lonnie Donegan e The Limeliters.
Times are getting hard, boys
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 16:24

U’ suldat’

anonimo
U’ suldat’
Testo tratto da “Calitri. Canti popolari” (1983), a cura di A. Raffaele Salvante, un’opera piuttosto corposa, con tanto di traduzioni in italiano e completa di note interpretative, basata in gran parte sulle precedenti ricerche del Prof. Vito Acocella (1883-1968), sacerdote, insegnante e storico, studioso delle tradizioni popolari irpine.

“Molti di questi canti, almeno i più antichi, sono nati da una cultura di sudditanza, di soprusi, in un quadro di rapporti sociali feudali o semifeudali, di una popolazione irretita dal timore reverenziale verso la classe dominante, prostrata dalla prepotenza signorile, avvilita dalla povertà, dal dolore, dalla sofferenza, e schiacciata da ogni sorta di balzelli.” (A. Raffaele Salvante nell’introduzione alla raccolta da lui curata)

Si tratta qui di un coacervo di strofe contro la coscrizione militare e la naja, tutte infiorettate da maledizioni dirette... (continua)
N’ pozza maj fa juorn’
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 14:12

Eia f’rnuta la schiavitù

anonimo
Eia f’rnuta la schiavitù
Testo tratto da “Calitri. Canti popolari” (1983), a cura di A. Raffaele Salvante, un’opera piuttosto corposa, con tanto di traduzioni in italiano e completa di note interpretative, basata in gran parte sulle precedenti ricerche del Prof. Vito Acocella (1883-1968), sacerdote, insegnante e storico, studioso delle tradizioni popolari irpine.

“Molti di questi canti, almeno i più antichi, sono nati da una cultura di sudditanza, di soprusi, in un quadro di rapporti sociali feudali o semifeudali, di una popolazione irretita dal timore reverenziale verso la classe dominante, prostrata dalla prepotenza signorile, avvilita dalla povertà, dal dolore, dalla sofferenza, e schiacciata da ogni sorta di balzelli.” (A. Raffaele Salvante nell’introduzione alla raccolta da lui curata)

Si tratta qui di un coacervo di strofe di protesta risalenti ad epoche diverse, come dimostrano i riferimenti a Zampaglione,... (continua)
E forza uagliù,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 12:28
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Εργατική συμφωνία

Εργατική συμφωνία
Ergatikí symfonía
[1976]
Στίχοι: Γιώργος Σκούρτης
(με αφορμή το θεατρικό έργο "H απεργία")
Μουσική: Δήμος Μούτσης
Ερμηνεία: 'Αλκηστις Πρωτοψάλτη, Χαράλαμπος Γαργανουράκης, Δήμος Μούτσης, Χορωδία
Columbia 70804

Testi: Giorgos Skourtis
(per l'opera teatrale "Η απεργία" [Lo sciopero]
Musica: Dimos Moutsis
Interpreti: Alkistis Protopsalti, Haralambos Garganourakis, Dimos Moutsis, Coro
Columbia 70804


Η ΕΡΓΑΤΙΚΗ ΣΥΜΦΩΝΙΑ ΤΟΥ ΔΗΜΟΥ ΜΟΥΤΣΗ

Τα πρώτα χρόνια της μεταπολίτευσης βρίσκουν τον Δήμο Μούτση να προσπαθεί να διαφοροποιήσει το συνθετικό του προφίλ που είχε διαμορφωθεί και καθιερωθεί από το δεύτερο μισό της δεκαετίας του ’60 κι ως τις αρχές εκείνης του ’70. Έτσι, από τα «ελαφρολαϊκά» και «κανταδόρικα» τραγούδια των προηγούμενων ετών, περνάει σε νέες αναζητήσεις κι επιχειρεί μια «ηλεκτρονική» προσέγγιση των μουσικών του πονημάτων. Έτσι, αυτό που εν σπέρματι διακρίνουμε στον «Άγιο... (continua)

(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 26/4/2016 - 23:45
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Como los peces

Como los peces
(1995)

La fine dell'Unione Sovietica rappresentò per Cuba una vera propria catastrofe. L'economia dell'isola, limitata dall'embargo imposto dagli Stati Uniti, dipendeva quasi esclusivamente dall'esportazione dello zucchero nel paese alleato comunista. Se negli anni '80 la Rivoluzione era riuscita a garantire un livello di relativo benessere al popolo cubano (ancora oggi ho sentito parlare degli anni '80 come di un "paradiso terrestre" in cui non mancava niente e la gente era più solidale e unita) gli anni '90 sprofondarono la popolazione dell'isola in un inferno. Il governo socialista, trovatosi completamente isolato internazionalmente e impreparato a gestire un'economia completamente paralizzata (zero esportazioni e zero importazioni), inaugurò una nuova politica chiamata eufemisticamente "periodo especial", segnato dallo slogan "Cuba contra todos". Come in guerra.

Il prezzo della monocultura,... (continua)
Las iglesias hablan de la salvación
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 26/4/2016 - 22:32
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Mediterraneo coast to coast

Mediterraneo coast to coast
[2016]

Album : Il lato ruvido
Fratello, giù il coltello!
(continua)
inviata da Dq82 26/4/2016 - 11:51
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Παναγιά μου, παναγιά μου

Παναγιά μου, παναγιά μου
Panagiá mou, panagiá mou
[1976]
Στίχοι: Μιχάλης Φωτιάδης
Μουσική: Μαρίζα Κωχ
Testo: Mihalis Fotiadis
Musica: Mariza Koch

Παναγιά μου, παναγιά μου (“Madonna mia, Madonna mia”) è la canzone che rappresentò la Grecia all'Eurofestival della Canzone del 1976, che si svolse all'Aia nei Paesi Bassi. La canzone era stata composta personalmente da Mariza Koch su versi di Mihalis Fotiadis; l'orchestra era diretta da Mihalis Rozakis. Fu la seconda canzone greca ad essere presentata all'Eurofestival, istituito nel 1974; la Grecia non aveva preso parte alla seconda edizione, quella del 1975, come protesta per la presenza della Turchia e per l'invasione turca di Cipro del luglio 1974 in seguito al tentativo di annessione dell'isola alla Grecia risoltosi in un disastro e nell'occupazione (tuttora perdurante) della parte settentrionale di Cipro (la “Repubblica Turca di Cipro del Nord” riconosciuta... (continua)
Κάμπος γεμάτος πορτοκάλια, όι όι, μάνα μου!
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 26/4/2016 - 10:41
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Indian Man

Indian Man
Indian man
(continua)
26/4/2016 - 03:24
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Gde si

Gde si
[1993]
Scritta da Momčilo “Bajaga” Bajagić
Written by Momčilo “Bajaga” Bajagić
Album: Muzika na struju

L'anno di pubblicazione dell'album Muzika na struju (“Musica elettrica”) del gruppo Bajaga i Instruktori (formato da Momčilo “Bajaga” Bajagić, già membro dei famosissimi Riblja Čorba) è il 1993; e quando si dice “1993” in Serbia e in tutta la ex Jugoslavia, si può bene immaginare quale possa essere stato il leitmotiv dell'album. Contiene infatti almeno tre canzoni chiaramente contro la guerra, Golubica, Ovo je Balkan e questa Gde si. Ma dove sarà "Dio"? Dall'altra parte del fiume, ovvero "a centinaia di chilometri lontano", Dio se n'è andato. Paure, terrori, grida nella notte. Persone, luoghi e cose amate che bruciano, sempre nella notte; la notte dei giorni bui uno dietro l'altro, senza interruzione. Niente e nessuno sarà più lo stesso, soprattutto dentro in testa; una precisa sensazione... (continua)
Stotine kilometara daleko od mene
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/4/2016 - 21:47
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Ovo je Balkan

Ovo je Balkan
[1993]
Scritta da Momčilo “Bajaga” Bajagić
Written by Momčilo “Bajaga” Bajagić
Album: Muzika na struju

L'anno di pubblicazione dell'album Muzika na struju (“Musica elettrica”) del gruppo Bajaga i Instruktori (formato da Momčilo “Bajaga” Bajagić, già membro dei famosissimi Riblja Čorba) è il 1993; e quando si dice “1993” in Serbia e in tutta la ex Jugoslavia, si può bene immaginare quale possa essere stato il leitmotiv dell'album. Contiene infatti almeno tre canzoni chiaramente contro la guerra, Golubica, Gde si e questa Ovo je Balkan che, in pochi versi, tenta di dire che cosa sono i Balcani (che in serbo è un “Balcano” solo, dato che il nome è al singolare). Una “terra di sogno” o “di sonno”, sfruttando il doppio senso del termine serbo san. Terra meravigliosa e incomprensibile al mondo intero, dove ogni cinquant'anni scoppia la guerra. Terra dove ognuno può essere nemico e fratello; e, aggiungiamo noialtri, non di rado nemico e fratello al tempo stesso. Terra dove il bene e il male sembrano inestricabili. [RV]
Ovo je ovde Balkan,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/4/2016 - 20:30
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Fayette County

Fayette County
[1960-61]
Parole e musica di Agnes “Sis” Cunningham, cantautrice e fondatrice nel 1962 - insieme al marito Gordon Friesen - del Broadside Magazine.
Interpretata da Pete Seeger in molti suoi dischi, a partire da “Gazette, Vol. 2” del 1961
L’autrice ne incise una sua versione nel disco “Broadside Ballads, Vol. 9: Sundown” pubblicato nel 1976 dalla Folkways Records.



“Fayette County in Tennessee in the winter of 1960-61 was where the Black people made their first modern militant stand for the right to register and vote. It was the beginning of a long and bitter struggle which now finds millions of Blacks enrolled and voting in the once all-white Southern polls.” (dalle note presenti in “Broadside Ballads, Vol. 9: Sundown”)

Fayette County fu soprannominata “Tent City” perchè quando i neri, molti dei quali sharecroppers (braccianti), cominciarono a lottare per ottenere il diritto di voto,... (continua)
In the County called Fayette in the State of Tennessee
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/4/2016 - 18:23
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Dark and Bloody Ground

Dark and Bloody Ground
1995
American Babylon

DARK AND BLOODY GROUND is a song written by Joe Grushecky and Bruce Springsteen in mid-1994, with Springsteen providing most of the music and Grushecky most of the lyrics. The song is "about the fighting for the land in Kentucky," as Grushecky described it. It was released on Joe Grushecky & The Houserockers' 1995 album American Babylon. Bruce Springsteen produced all the album except the title track, and he participated in the recording of most of the songs. He plays guitars and shares harmony vocals on DARK AND BLOODY GROUND.

The above lyrics are for Joe Grushecky & The Houserockers' album version of TALKING TO THE KING as released in 1995.

In late October and early November 1993, Bruce Springsteen (with Toby Scott recording and Bob Clearmountain mixing) produced a recording session for Joe Grushecky at Thrill Hill Recording (Springsteen's home studio)... (continua)
This land was ours far as the eye could see
(continua)
inviata da dq82 25/4/2016 - 12:37
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They Killed Him in the Street

They Killed Him in the Street
THEY KILLED HIM IN THE STREET is an unreleased Bruce Springsteen song. Springsteen used some lyrics from his live adaptation of Creedence Clearwater Revival's Run Through The Jungle in THEY KILLED HIM IN THE STREET. See the live 29 Apr 1981 version of RUN THROUGH THE JUNGLE for more details. THEY KILLED HIM IN THE STREET would evolve into the unreleased Bells of San Salvador which Springsteen rehearsed with the band in April 1982.

The above lyrics are for an acoustic home demo take of THEY KILLED HIM IN THE STREET that was recorded, according to Brucebase, at Thrill Hill Recording (Springsteen's home studio) in Colts Neck, NJ, sometime between mid-September 1981 and May 1982. This version is an incomplete practice take with mostly bluffed or unintelligible lyrics.

Another home demo version of THEY KILLED HIM IN THE STREET is also in circulation, but it's merely a harmonies take. See the... (continua)
Broom, boom broom ba, boom, ka boom broom ka,
(continua)
inviata da dq82 25/4/2016 - 12:08
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Bells of San Salvador

Bells of San Salvador
Transcribed and researched by SpringsteenLyrics.com

BELLS OF SAN SALVADOR is an unreleased Bruce Springsteen song. Springsteen used some lyrics from his live adaptation of Creedence Clearwater Revival's Run Through The Jungle in BELLS OF SAN SALVADOR. See the live 29 Apr 1981 version of Run Through The Jungle for more details. The home demo Bells of San Salvador evolved into BELLS OF SAN SALVADOR.

The above partial lyrics are for a band rehearsal take of BELLS OF SAN SALVADOR that was recorded, according to Brucebase, in Colts Neck, NJ, sometime in April 1982. This band rehearsal take of BELLS OF SAN SALVADOR is in the hands of private collectors and is yet to circulate widely. Note that "Bells Of San Salvador" may not be correct title for this song.

According to Brucebase: "['Bells Of San Salvador' is a] sinister and oppressive song about a 1979 massacre that took place on the steps of... (continua)
Well they took him from his house
(continua)
inviata da dq82 25/4/2016 - 12:00
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MLF Lullaby

MLF Lullaby
A considerable amount of commotion was stirred up during the past year over the prospect of a multilateral force, known to the headline writers as MLF. Much of this discussion took place during Baseball season so the chronicle may not have covered it but it did get a certain amount of publicity, and the basic idea was that a bunch of us nations, the good guys, would get together on a joint nuclear deterrent force including our current friends, like France, and our traditional friends, like Germany. here's a song about that called the MLF Lullaby.
(continua)
25/4/2016 - 11:23
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J'ai embrassé un flic

J'ai embrassé un flic
HO ABBRACCIATO UNO SBIRRO
(continua)
24/4/2016 - 21:52
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Viva l'Italia

Viva l'Italia
Versione degli Yo Yo mundi


Yo Yo Mundi: Resistenza

15 gennaio 1945: 13 partigiani della Brigata Tom di Casale Monferrato vengono trucidati. 15 gennaio 2005, a sessant’anni di distanza, gli “Yo Yo Mundi” sul palco del teatro settecentesco di Casale danno vita, assieme ad altri musicisti ed alle voci di Fabrizio Pagella e di Giuseppe Cederna, attraverso un recital-concerto, proprio a quella storia,
13 partigiani, 13 musicisti sul palco, strane coincidenze!
“Resistenza”, un doppio cd, preziosa testimonianza audio e video di come per gli “Yo yo mundi” la musica sia sempre stata e debba continuare ad essere, veicolo di cultura, di memorie, di ricordi, di storie e di poesia.
“Grazie, ora e per sempre, a tutti gli uomini e le donne che hanno vissuto quegli anni di lotta e speranza e che hanno lottato – anche a costo della vita – per liberare l’Italia dal fascismo e dai nazisti. Grazie a... (continua)
dq82 24/4/2016 - 19:51
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Bella Ciao

anonimo
Bella Ciao
Bell'articolo su Bella ciao
Bella Ciao - di Chiara Ferrari
da "Patria indipendente"

La storia lunga, complessa e affascinante di una canzone-mito. Le sue tante interpretazioni ed esecuzioni, da una ballata del 500 francese fino ad oggi. Buon 25 Aprile!
dq82 24/4/2016 - 17:53
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Gli occhi di Geronimo

Gli occhi di Geronimo
À propos des problèmes des Indiens d'Amérique du Nord, il vaut la peine de revenir un instant sur cette constatation de Lucien Lane dans le dialogue : "Cela dit, les problèmes que posaient Géronimo et les siens ne sont toujours pas résolus et les Amérindiens survivent généralement mal dans les réserves où on les a parqués."

Ils survivent d'autant plus mal qu'ils se suicident en nombre. Louise Couvelaire, journaliste, écrit :

"Ravagés par le chômage, l’alcoolisme et l’oubli, des dizaines d’Amérindiens du Nord canadien mettent fin à leur jour. Le chef d’une communauté très touchée par cette vague de suicides a déclaré l’état d’urgence."

En savoir plus sur le Monde

Tissons le linceul de ce vieux monde désespérant, mortifère, insensé et cacochyme.

Heureusement !

Ainsi Parlait Lucien Lane
Lucien Lane 24/4/2016 - 09:37
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Juri Gagarin

Juri Gagarin
"На правое дело он поднял народы,
на труд и на подвиги нас вдохновил!"
JURI GAGARIN
(continua)
inviata da ZugNachPankow 24/4/2016 - 00:37
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Yo pisaré las calles nuevamente

Yo pisaré las calles nuevamente
dal libretto "Pablo Milanes" ed. José Martí (2007)
comprato al mercatino di Plaza de Armas, La Habana.

Clara Diaz Perez (Havana, 1956) doctor in Artistic Scienses, specialist in Musicology. Since 1981, she has been working as a specialist at the National Museum of Music, dedicating herself to research that salvages the musical heritage of our Nation.
I SHALL WALK AGAIN THE STREETS
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 23/4/2016 - 22:00
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The Torture Never Stops

The Torture Never Stops
ho fortemente apprezzato le tue osservazioni iniziali a proposito di "noi" superfrikkettoni anni '70. Ti stai riferendo anche a me a me che non ho mai conosciuto testi e significati dell'opera di Zappa, ma l'ho amato e lo amo incondizionatamente.
Scoprire i significati di Torture never stops mi ha turbato e allo stesso tempo commosso e quindi rinsaldato la mia convinzione che Zappa è (nota non uso il passato) è un maestro ... di musica, di vita, il senso della sua partecipazione alle cose del suo tempo è rigorosamente integra e universale nel tempo e nello spazio.
sono felice di averti letto e di avere scoperto questa pagina "Canzoni contro la guerra"
Grazie
FrancescoQ 23/4/2016 - 18:07
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O Partigiani d’Italia siamo andati sui monti piu’ alti

anonimo
O partigian d’Italia in alto i cuori
(continua)
inviata da adriana & dq82 23/4/2016 - 14:22
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Berkin'e bak

Berkin'e bak
2016
Soundcity
Voce: Yasmine Sannino
Organetto: Riccardo Tesi




Il canto di una donna a Istanbul il 28 aprile 2013. "Ci sarà del caos il 1° di maggio" dice un americano che passa... Così è stato. A Gezi Park dopo gli scontri con la polizia morirà un ragazzo di 14 anni, Berkin Elvan. La melodia è ispirata a un tema tradizionale armeno. Il brano è cantato in sabir (o "lingua franca") e in turco. Berkin'e bak significa “Guarda Berkin” [in turco].
Berkin'e bak
(continua)
inviata da dq82 23/4/2016 - 12:41
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Lampedusa andata

Lampedusa andata
2016
Soundcity

“Sono partito dalle registrazioni che in questi anni ho fatto in giro nelle tante città di frontiera del Mediterraneo: Tangeri, Istanbul, Lisbona, Lampedusa, Sarajevo, Ventotene, Jaffa... Suoni, rumori, radio, voci, spazi sonori, cantanti di strada che mi hanno ispirato melodie, testi, ritmi. Come sempre nelle mie composizioni uso il Sabir, la lingua del mare, insieme al turco, all'arabo, al francese, allo spagnolo, al napoletano, allo swahili africano, al rumeno, al macedone per raccontare la ricchezza, le speranze, il dolore che attraversano le “strade” del Mediterraneo.
Infine, essendo cresciuta non è più una Piccola Banda Ikona ma la Banda Ikona, un insieme di splendidi amici e musicisti con i quali condivo questo viaggio in musica”.
Stefano Saletti

Una preghiera sul mare di Lampedusa cantata in Swahili, una lingua dell'Africa Orientale. La speranza di una nuova vita affidata al mare: "Padre nostro che sei nei cieli, amen, sia santificato il tuo nome"
Baba yetu, yetu uliye
(continua)
inviata da dq82 23/4/2016 - 12:19
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La collina, o Dormono sulla collina

La collina, <i>o</i> Dormono sulla collina
Chi potrebbe meglio spiegarmi il periodo "Masters assume allora anche una connotazione morale, sottolineando allora che il fallimento dipende in generale dall'aver inseguito un'ideale erroneo (nell'America del primo '900 il successo economico), e che solo le anime semplici riescono a trionfare nella vita." sopracitato nel commento alla poesia?
Gli abitanti di Spoon River non personificano le caratteristiche del Midwestern dell America?! Perchè seguirebbero i principi morali dell Eastern americano?!
grazie in anticipo
Eleonora Guggino 23/4/2016 - 11:22
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Gagarin

Gagarin
La canzone è evidentemente "ispirata" dalla poesia di Evtushenko. Non è la sola canzone dell'album: Il Pivot è la copia in musica di The Jump Shooter di Dennis Trudell ( Giovani Poeti Americani, Einaudi 1973, Collezione di Poesia 102 ) e anche qualche anno dopo Baglioni ruberà altra ispirazione ( Giorni di Neve ), sempre ad Evtushenko e alla sua "Così cominciò"
PIERO CAVAGNA 22/4/2016 - 19:34
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United States of Division

United States of Division
Non ho mai nascosto la mia insofferenza per questo signore, che chiamavo a dileggio il vaffinato con la evve moscia.
Ventun aprile duemilasedici: pareva un'influenzina, e invece addio vaffinato.
Io non sto con Oriana 21/4/2016 - 21:33
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Dialogo telefonico fra Bush e Berlusconi (Lu nanettu ridi ridi)

Dialogo telefonico fra Bush e Berlusconi (Lu nanettu ridi ridi)
Grazie, Giorgio
Fortunato Sindoni 21/4/2016 - 14:12
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Streets of Surrender (S.O.S.)

Streets of Surrender (S.O.S.)
2016
Black Cat

music by Zucchero
lyrics by Bono Vox
Alla chitarra Mark Knopfler

Canzone scritta da Bono Vox dopo il massacro del Bataclan e gli altri attacchi terroristici a Parigi del novembre 2015 (gli U2 erano a Parigi dove avrebbero dovuto suonare qualche giorno dopo). Il testo è stato recitato da Bono in un'intervista alla CNN, non verrà però pubblicato dagli U2 ed è stato regalato a Zucchero per il suo nuovo album.
Every man has two cities he needs to be
(continua)
inviata da dq82 21/4/2016 - 10:05
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Partigiano Reggiano

Partigiano Reggiano
2016
Black Cat
Black cat
(continua)
inviata da dq82 21/4/2016 - 09:55
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The Ballad of Michael Collins

The Ballad of Michael Collins
Michael Collins, conosciuto anche come Mick, grafia in gaelico Míċeál Ó Coileáin (Clonakilty, 16 ottobre 1890 – Béal na Bláth, 22 agosto 1922), è stato un patriota e politico irlandese, una delle figure di spicco della Guerra d'indipendenza del proprio Paese.

Servì come Ministro delle Finanze nella Repubblica d'Irlanda, come membro della delegazione irlandese durante le trattative per il Trattato anglo-irlandese, come presidente del governo provvisorio e come Comandante in capo dell'esercito irlandese. Morì assassinato dalle forze irregolari durante la guerra civile irlandese.

Nel 1919, il già occupato Collins si fece carico di un'altra responsabilità quando Eamon de Valera lo nominò Ministro delle Finanze. Ragionevolmente, nella situazione di guerra brutale in cui stava precipitando l'Irlanda, in cui i ministri rischiavano di essere arrestati o uccisi dal Royal Irish Constabulary, dall'esercito... (continua)
The curlew stood silent and unseen
(continua)
inviata da dq82 21/4/2016 - 09:43
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Ballad of Anne Frank

Ballad of Anne Frank
What did you dream my love, my love, that woke you from your sleep
(continua)
21/4/2016 - 03:19
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Povera patria

Povera patria
Povira patria - Versione liberamente ispirata in siciliano di Carlo Muratori

[2015]
Album : Sale

Povira patria!
(continua)
inviata da Adriana 20/4/2016 - 13:30
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U2: One

U2: One
Date un'occhiata anche alla mia traduzione.

(Oblomov)

Senz'altro e con piacere. Possiamo anche inserire la tua traduzione nella pagina? Grazie! [CCG/AWS Staff]
20/4/2016 - 07:11
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Those Three Are On My Mind

Those Three Are On My Mind
My Mother in law wrote the lyrics to this song...Pete wrote the music. Her name was Frances Fink Taylor.
May they both rest in peace.
Robb 20/4/2016 - 02:09

Transport

Transport
Chanson allemande – Transport – Manfred Greiffenhagen – 1944
Composée pendant son séjour à Theresienstadt,
Texte de Manfred Greiffenhagen.

Manfred Greiffenhagen (1896-1945), carbarettiste berlinois, juif allemand, comme la majorité des Juifs prisonniers à Theresienstadt (dont environ 145.000 sont morts : 35.000 sur place et 90.000 en divers camps d’extermination), fut transféré à Auschwitz par un des derniers « transport ». Il mourut – assassiné – au camp de Dachau en janvier 1945.
TRANSPORT
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/4/2016 - 17:00




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