Ma, infatti, almeno per me gli Ianva sono dei perfettissimi fascisti, senza togliere che alcune loro canzoni sono quantomeno interessanti e, a volte, singolari. Quanto alle dichiarate influenze di De André, Brel o Ciampi, beh magari bisognerebbe ricordare anche di quando quei merdosi di Casapound festeggiavano Rino Gaetano, oppure Morsello che scimmiottava palesemente i cantautori di sinistra o presunti tali. Poi ognuno la prenda come vuole, anche se in fondo sono d'accordo che canzoni come quelle di questi emeriti fascistoni abbiano poco a che fare col pacifismo o con la diserzione, al pari di quel buffone di Gabriele D'Annunzio (quello che Fernando Pessoa, non certo un comunista, chiamava con spregio "il Rapagnetta"). Però Marco ha fatto bene a specificare il vero significato del "Disobbedisco": questa è stata una disattenzione da parte di questo sito usualmente attentissimo. Saluti.
Egesippo Navelli 14/5/2016 - 00:20
Dal momento che sono stato sorprendentemente pubblicato, e di questo ringrazio, aggiungo che ho la netta sensazione che talvolta cerchiate giustificazioni o fantasiose interpretazioni affinché il vostro superego possa accettare di apprezzare canzoni o artisti il cui messaggio ritenete "male assoluto".
Esegippo cita Casapound come esempio negativo di apertura degli steccati ideologici alla ricerca di nuove relazioni e punti di riferimento; io ritengo che in questo senso abbiate molto da imparare dalla loro capacità di vedere al di là dell'ortodossia, che poi è una gabbia in cui da soli ci imprigioniamo.
Sareste così liberi di apprezzare D'Annunzio, Pirandello, Ezra Pound, Celine, Mishima, i futuristi, i poeti ermetici, i metafisici, e tutti gli artisti nati da quell'esperienza senza per forza cercare di depotenziarli per digerirli.
Io per esempio adoro Sartre e l'esistenzialismo, e non mi sento in colpa per questo :D
E perché Marco, di grazia, ti sorprendi così tanto...? Abbiamo come il sospetto che (ancora) non conosci molto bene questo sito. Se tu lo conoscessi bene, ad esempio, sapresti di questo “percorso” (nel sito un “percorso” è una serie di canzoni e brani accomunati da un tema di fondo), che è stato -tra le altre cose- fortemente voluto anche se, chiaramente, si tratta di un percorso, come dirti, “sorvegliato”.
Quello di cui vorremmo pregarti, comunque, è di lasciare da parte le tue “nette sensazioni”, pure condite con bizzarre considerazioni “psicologiche” (addirittura il superego!) che proprio sono fuori luogo. Non sapendo neppure chi sia Egesippo che ha commentato su questa pagina, non possiamo ovviamente rispondere per suo conto e ci penserà lui stesso se lo vorrà; ti rispondiamo quindi come Staff degli amministratori di questo sito, in modo che tu possa farti -se lo desideri- un'idea un... (continua)
Il sottoscritto ha sempre considerato Boutique Pound come un franchising di cappellini, magliette e musichette utili a puntellare ego traballanti. La relativa fortuna politica del franchising è un effetto collaterale di un marketing fortemente caratterizzato ed ha "bruciato" molte formazioni di un ambiente noto a chi si interessa di politica per la prodigiosa litigiosità dei suoi protagonisti, oltre che per il loro solitamente nullo spessore morale.
Anni or sono la "destra" peninsulare confluì quasi in blocco in una formazione chiamata "Popolo della Libertà", sostanzialmente in nome del denaro. La parabola di quella formazione ha bruciato rappresentanza politica ad ogni livello ed ha sostanzialmente ridotto in macerie l'areale di riferimento, liberando spazi di manovra per chi riuscisse ad inserirvisi. Boutique Pound pare esserci riuscita.
Boutique Pound ha un'offerta politica adatta ad... (continua)
Come ci è stato segnalato da un altro e benemerito admin del sito, una canzone sulla prigionia di Ezra Pound c'è, "Poeta in gabbia" scritta e cantata da Michele Gazich. Solo che l'autore è notoriamente tutt'altro che di destra. Ci scusiamo per l'imprecisione (anche con Michele Gazich, se legge), ma oramai avere il "pieno controllo" a memoria su un sito di oltre venticinquemila canzoni è parecchio arduo...
Riccardo Venturi ha interpretato correttamente la canzone.
Non solo la poesia incarna la fascinazione del volo come tensione dell'individuo di chiara matrice romantica e fascista, ma la visione dell'intera vita che si sublima nell'istante dell'attacco lo collega al Bushido e alla visione di Mishima.
La lotta che si autolegittima "al di la del bene e del male" (non odio chi devo combattere, non amo chi devo difendere) ha poi dei collegamenti con la fisolofia nietzscheana.
Per concludere questo pezzo è intrinsecamente fascista e filomilitarista proprio perché identifica il valore della lotta in sé come arte e bellezza, a differenza di letture più materialiste o liberiste della guerra che invece cercano sempre delle giustificazioni di tipo economico o morale.