Segnalo che "Disobbedisco" è una citazione di D'Annunzio durante l'impresa di Fiume, non una berciata pacifista o pro diserzione.
Mettere gli Ianva, con le loro posizioni lucide e fuori dai facili schieramenti dualistici, tra gli autori di canzoni pacifiste o addirittura antifasciste e sintomo di poca sensibilità.
Marco 13/5/2016 - 23:53
Ma, infatti, almeno per me gli Ianva sono dei perfettissimi fascisti, senza togliere che alcune loro canzoni sono quantomeno interessanti e, a volte, singolari. Quanto alle dichiarate influenze di De André, Brel o Ciampi, beh magari bisognerebbe ricordare anche di quando quei merdosi di Casapound festeggiavano Rino Gaetano, oppure Morsello che scimmiottava palesemente i cantautori di sinistra o presunti tali. Poi ognuno la prenda come vuole, anche se in fondo sono d'accordo che canzoni come quelle di questi emeriti fascistoni abbiano poco a che fare col pacifismo o con la diserzione, al pari di quel buffone di Gabriele D'Annunzio (quello che Fernando Pessoa, non certo un comunista, chiamava con spregio "il Rapagnetta"). Però Marco ha fatto bene a specificare il vero significato del "Disobbedisco": questa è stata una disattenzione da parte di questo sito usualmente attentissimo. Saluti.
Dal momento che sono stato sorprendentemente pubblicato, e di questo ringrazio, aggiungo che ho la netta sensazione che talvolta cerchiate giustificazioni o fantasiose interpretazioni affinché il vostro superego possa accettare di apprezzare canzoni o artisti il cui messaggio ritenete "male assoluto".
Esegippo cita Casapound come esempio negativo di apertura degli steccati ideologici alla ricerca di nuove relazioni e punti di riferimento; io ritengo che in questo senso abbiate molto da imparare dalla loro capacità di vedere al di là dell'ortodossia, che poi è una gabbia in cui da soli ci imprigioniamo.
Sareste così liberi di apprezzare D'Annunzio, Pirandello, Ezra Pound, Celine, Mishima, i futuristi, i poeti ermetici, i metafisici, e tutti gli artisti nati da quell'esperienza senza per forza cercare di depotenziarli per digerirli.
Io per esempio adoro Sartre e l'esistenzialismo, e non mi sento in colpa per questo :D
Riccardo Venturi ha interpretato correttamente la canzone.
Non solo la poesia incarna la fascinazione del volo come tensione dell'individuo di chiara matrice romantica e fascista, ma la visione dell'intera vita che si sublima nell'istante dell'attacco lo collega al Bushido e alla visione di Mishima.
La lotta che si autolegittima "al di la del bene e del male" (non odio chi devo combattere, non amo chi devo difendere) ha poi dei collegamenti con la fisolofia nietzscheana.
Per concludere questo pezzo è intrinsecamente fascista e filomilitarista proprio perché identifica il valore della lotta in sé come arte e bellezza, a differenza di letture più materialiste o liberiste della guerra che invece cercano sempre delle giustificazioni di tipo economico o morale.