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Who Killed Davey Moore?

Who Killed Davey Moore?
[1963]
Parole e musica di Bob Dylan
Una canzone spesso proposta dal vivo ma non inclusa in album.
Inserita poi nella raccolta “The Bootleg Series Volumes 1–3 (Rare & Unreleased) 1961–1991”

Più volte in passato mi sono imbattuto in questa famosa canzone di Dylan, ma ho sempre valutato che non fosse proponibile sulle CCG/AWS, nemmeno come Extra… In fondo parla solo di uno dei tanti pugili ammazzati dal ring, in questo caso David "Davey" Moore (1933-1963), un peso piuma afroamericano che morì a causa delle lesioni subite durante un incontro con il boxeur cubano- messicano Ultiminio “Sugar” Ramos…

Ma poi mi sono imbattuto in questa poesia scritta nel 1962 dal negro peruviano Nicomedes Santa Cruz – dedicata ad un altro pugile ucciso qualche tempo prima, il cubano Bernardo “Benny The Kid” Paret (1937-1962) - e ho capito che gli interrogativi retorici di Dylan erano solo una parte della... (continua)
Who killed Davey Moore,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/4/2016 - 13:41
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Society

Society
2007
Into The Wild O.S.T.

Written by Jerry Hannan

Into the Wild - Nelle terre selvagge (Into the Wild) è un film del 2007 scritto e diretto da Sean Penn, basato sul libro di Jon Krakauer Nelle terre estreme, in cui viene raccontata la storia vera di Christopher McCandless, giovane proveniente dalla Virginia Occidentale che subito dopo la laurea abbandona la famiglia e intraprende un lungo viaggio di due anni attraverso gli Stati Uniti, fino a raggiungere le terre sconfinate dell'Alaska.

Christopher McCandless è un giovane benestante: subito dopo la laurea in scienze sociali all'Università Emory nel 1990, dona i suoi risparmi all'Oxfam e abbandona amici e famiglia per sfuggire ad una società consumista e capitalista nella quale non riesce più a vivere. La sua inquietudine, in parte dovuta al pessimo rapporto con la famiglia e in parte alle letture di autori anticonformisti come Thoreau... (continua)
Oh, it's a mystery to me
(continua)
inviata da dq82 7/4/2016 - 12:16
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Congo Libre

Congo Libre
[1960]
Poesia di Nicomedes Santa Cruz, recitata su ritmo “toque chachalokafún” impresso da tamburi “batá”
Nel disco “Décimas y poemas” del 1960 e poi anche in “Cantos negros” del 1968
Testo trovato su Poesía en Español

Una poesia dedicata a Patrice Lumumba (1925-1961), il primo Primo ministro del Congo indipendente, la Repubblica Democratica del Congo, deposto nel settembre del 1960 da un golpe ordito dagli ex colonialisti belgi ed attuato da un traditore, il colonnello Joseph-Desiré Mobutu, che di Lumumba era uno stretto collaboratore. Lumumba ed alcuni suoi ministri furono posti in arresto e poi, nel gennaio del 1961, trasferiti in Katanga, una provincia secessionista controllata dai belgi, dove furono trucidati, fatti a pezzi e sciolti nell’acido.
Mi madre parió un negrito
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/4/2016 - 11:57
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Stiamo giù

Stiamo giù
2001 - E.Y.A.A.
Quilo:
(continua)
inviata da dq82 7/4/2016 - 11:51
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Carne da lavoro

Carne da lavoro
2013
La voce della gente

262 minatori, di cui 136 italiani, sono morti a Marcinelle l’8 agosto 1956. La miniera belga è diventata tristemente famosa per questo spaventoso incidente e per le vergognose condizioni di lavoro degli operai.
Italien macaroni, merde, travaillé
(continua)
inviata da dq82 7/4/2016 - 11:36
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Cantares campesinos

Cantares campesinos
[1969]
Parole e musica di Nicomedes Santa Cruz
Nell’antologia poetica “Décimas y poemas” pubblicata nel 1971
Nel disco del 1974 intitolato “Socabón”
Testo trovato su Poesía en Español

“Socabón”, o “socavón”, è il ritmo della chitarra nella danza negra peruviana omonima. Anche le “décimas” cantate prendono il nome di “socabón”… Il ballo fu a lungo proibito, perché giudicato (come quasi tutte le danze di origine africana) indecente e lascivo, ma veniva praticato clandestinamente quando i braccianti neri si ritrovavano per qualche occasione di festa…
El agua la manda el cielo,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/4/2016 - 11:30
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La dittatura degli anestesisti

La dittatura degli anestesisti
[2016]
Parole e musica: La Colpa
Lyrics and music: La Colpa

Video: (Welcome to Sarajevo) - Regia di Emanuele Mei
Emanuele Mei, propone un viaggio nella "dittatura degli anestesisti" attraverso le controverse vicende dei Balcani del 1990, così come furono riportate dalla televisione mondiale, così come poterono scuotere le coscienze in quel momento, così come furono presto scordate. Gli occhi sono quelli di un bambino di inizio anni '90 davanti al telegiornale. Lo shock è qui inteso come scintilla di vita. L'intento è di ricreare nel video questa scossa che spinge necessariamente all'azione e, prima di tutto, all'informazione.
C'ero io da solo sempre col cerino in mano
(continua)
inviata da dq82 7/4/2016 - 11:15
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È nato, si dice

È nato, si dice
1976
Eppure Soffia

“E’ nato si dice” è invece una canzone natalizia sotto mentite spoglie che racconta in realtà amare e crude verità della società contemporanea.
I'm dreaming of a White Christmas...
(continua)
inviata da dq82 7/4/2016 - 10:54
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La canzone di Marzabotto

anonimo
Si veda anche Marzabotto

Riadattamento per il massacro di Monte Sole di un noto canto da cantastorie su una disgrazia avvenuta durante i lavori per la costruzione della galleria del Gottardo (Alle sei e mezza).
(La canzone) di Marzabotto
(continua)
inviata da dq82 7/4/2016 - 10:16
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Bentivegna

Bentivegna
[1999]
Parole di Simone Lenzi
Musica dei Virginiana Miller
Nell’album intitolato “Italiamobile”

Canzone dedicata a Filippo Bentivegna (1888-1967), scultore autodidatta di Sciacca, Agrigento.

Nel 1913 seguì le orme dei fratelli e di tanti italiani, specie del Sud, emigrando negli USA, ma non appena arrivato subì una violentissima aggressione – forse per motivi di donne - che lo lasciò mezzo morto. Il trauma ricevuto gli causò amnesie e lo rese inadatto al lavoro. Sicchè gli americani nel 1919 lo rimpatriarono o, meglio, lo espulsero dal paese in quanto disabile.
In Italia lo aspettava il carcere perché era stato erroneamente ritenuto disertore durante la Grande Guerra. Portato di fronte ad una commissione, fu ordinata una perizia psichiatrica che ebbe esito positivo: Filippo Bentivegna era matto.

Intorno alla casa di famiglia a Sciacca abbondavano le rocce calcaree e Filippo si mise... (continua)
Vittorio Immanuele Garibbaldo Toro Seduto
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/4/2016 - 08:39
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In the Jailhouse Now

In the Jailhouse Now
I had a friend named Ramblin' Bob
(continua)
7/4/2016 - 03:06
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This House Is on Fire

This House Is on Fire
[2001]
Parole e musica di Natalie Merchant
Nell’album intitolato “Motherland”
La registrazione del lavoro terminò due giorni prima dell’11 settembre, sicchè l’album fu dedicato alla tragedia ma non ne risente nelle canzoni. La copertina originaria fu però cambiata: si trattava della foto di un bambino in mezzo ad un campo mentre indossa un maschera ad ossigeno, e fu giudicata inopportuna per il momento.

“This House Is On Fire” si riferiva alle proteste contro WTO, Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale che si tennero a Seattle a partire dal 1999 e alla schifosa vicenda del riconteggio dei voti in Florida durante le elezioni presidenziali del 2000, un grande broglio che portò Bush Jr. a prevalere su Al Gore per 271 punti contro 266 e benchè il secondo avesse ottenuto la maggioranza del voto popolare.

Ovviamente, un titolo profetico come “La casa brucia” non potè non essere messo in relazione con gli eventi dell’11 settembre…
This house is on fire!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/4/2016 - 15:03
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Le dernier repas

Le dernier repas
[1964]
Parole e musica di Jacques Brel (1929-1978)
In un 10” inciso tra gennaio e marzo del 1964
Poi nell’album “Olympia 1964”, registrato dal vivo il 16 e il 17 ottobre 1964 al teatro Olympia di Parigi

Il “dernier repas” non è altro che il “repas du condamné”, l’ultimo pasto concesso al condannato a morte prima della sua esecuzione…

“Nella mia ultima ora voglio lanciare pietre al cielo, gridando ancora una volta Dio è morto!, … E voglio ancora una volta insultare i borghesi, senza aver timore o rimorso… E nel profumo dei fiori che presto si diffonderà, io so che avrò paura, per un’ultima volta…”

Odell Barnes (1968-2000) fu giustiziato in Texas per l’efferato omicidio di Helen Bass, avvenuto nel 1989. Barnes si professò fino all’ultimo innocente. Molti i punti oscuri nella sua vicenda giudiziaria. Il 1 marzo del 2000, prima della fissata esecuzione, Barnes con un bigliettino chiese per ultimo pasto “Justice, Equality, World Peace”
A mon dernier repas
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/4/2016 - 14:36
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L'homme dans la cité

L'homme dans la cité
[1958]
Parole e musica di Jacques Brel
Nell’album intitolato “Au printemps”
Testo trovato su Frmusique.ru, sito russo consacrato alla canzone francese

L’uomo che arrivando in città porta l’amore, la libertà e anche la collera del giusto non è solo il Cristo ma ogni cristo. E l’uno e gli altri rischiano – come milioni di cristi anche oggi – di non riuscire ad entrare a causa dei muri, delle barriere e delle frontiere erette dal giorno alla notte da coloro che si ritengono “cittadini”…
Pourvu que nous vienne un homme
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/4/2016 - 13:19
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El Cañaveral

Fernando Soria
Una canzone che parla del lavoro degli schiavi neri nelle piantagioni di canna da zuccherro in Perù
Que amarga es la caña dulce
(continua)
inviata da Lucone 4/4/2016 - 12:46
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Il nous faut regarder

Il nous faut regarder
[1954]
Parole e musica di Jacques Brel
Nel suo album d’esordio, intitolato “Jacques Brel et ses chansons”

“Bisogna guardare oltre il concerto dei singhiozzi e delle lacrime e delle grida di rabbia degli uomini che hanno paura… Più forte dei bambini che raccontano le guerre e più forte dei grandi che ce le hanno fatte fare.”
Derrière la saleté
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/4/2016 - 11:42
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Aldonza

Aldonza
[1968]
Adattamento francese della commedia musicale americana “Man of La Mancha” (1965), con testi e musiche originali di Joe Darion e Mitch Leigh.
Ne “L'Homme de la Mancha” i testi sono di Brel e gli arrangiamenti musicali di François Rauber
L’interpretazione del brano è di Jacques Brel e Joan Diener (1930-2006), cantante ed attrice americana
Testo trovato su Frmusique.ru, sito russo consacrato alla canzone francese

Nel delirio cavalleresco di Don Quijote, la principessa Dulcinea del Toboso altri non è che la trasfigurazione della contadina Aldonza Lorenzo, “la mejor mano para salar puercos que otra mujer de toda la Mancha”
Je suis née comme une chienne une nuit où il pleuvait
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/4/2016 - 09:01
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Gli occhi di Geronimo

Gli occhi di Geronimo
[2016]

Album : Il Ritorno Dell’Indiano

Luca Mirti: voce chitarra
Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Fabrizio Morganti: batteria
Giuseppe Scarpato: chitarra
Paolo “Pee Wee” Durante: organo Hammond
Avevo 15 anni, in uno zaino pochi sogni
(continua)
3/4/2016 - 23:19
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Argo Secondari

Argo Secondari
[2016]

Album : Il Ritorno Dell’Indiano

Luca Mirti: voce chitarra
Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Fabrizio Morganti: batteria
Giuseppe Scarpato: chitarra



Dopo la prima guerra mondiale, mentre i soldatini sopravvissuti se ne tornavano malconci alle loro case, sottufficiali e ufficiali di corpi speciali del regio esercito, come i famigerati Arditi dei reparti d’assalto, fondarono l’Associazione Nazionale Arditi d'Italia che aveva come motto quello coniato dal futurista Marinetti “Arditi, non gendarmi!”. La maggioranza degli Arditi aderì al fascismo delle origini, ma a Roma gli Arditi del comandante Vincenzo Baldazzi e del tenente Argo Secondari, di pura fede anarchica, decisero di opporsi alla violenza delle camicie nere fondando nel 1921 gli “Arditi del Popolo”, organizzazione paramilitare con una forte presenza di anarchici e comunisti che si fuse con le formazioni di difesa... (continua)
Li ho visti arrivare mano nella mano
(continua)
inviata da Luciana Monaci 3/4/2016 - 23:15
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Scarpe strette

Scarpe strette
[2016]

Album : Il Ritorno Dell’Indiano

Luca Mirti: voce chitarra
Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Fabrizio Morganti: batteria
Giuseppe Scarpato: chitarra
Paolo “Pee Wee” Durante: organo Hammond
Claudio Giovagnoli: sax tenore
C'è chi piange troppo per sperare
(continua)
inviata da Luciana Monaci 3/4/2016 - 23:09
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Sacra corona unita

Sacra corona unita
[2016]

Album : Il Ritorno Dell’Indiano

Luca Mirti: voce chitarra
Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Fabrizio Morganti: batteria
Giuseppe Scarpato: chitarra
Paolo “Pee Wee” Durante: organo Hammond
Fa freddo, stanotte giù in città
(continua)
inviata da Luciana Monaci 3/4/2016 - 23:07
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Una chitarra per la rivoluzione

Una chitarra per la rivoluzione
[2016]

Album : Il Ritorno Dell’Indiano

Luca Mirti: voce chitarra
Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Fabrizio Morganti: batteria
Giuseppe Scarpato: chitarra
C'hanno dato una chitarra per fare la rivoluzione
(continua)
inviata da Luciana Monaci 3/4/2016 - 23:03
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Fuori dal ghetto

Fuori dal ghetto
[2016]

Album : Il Ritorno Dell’Indiano

Luca Mirti: voce, chitarra
Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Fabrizio Morganti: batteria
Giuseppe Scarpato: chitarra
Via da questa cultura drogata
(continua)
inviata da Luciana Monaci 3/4/2016 - 23:00
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Successe domani

Successe domani
[2016]

Album : Il Ritorno Dell’Indiano

Luca Mirti: voce chitarra
Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Fabrizio Morganti: batteria
Giuseppe Scarpato: chitarra
Paolo “Pee Wee” Durante: organo Hammond
Claudio Giovagnoli: sax tenore
I morti gridarono, il cielo si oscurò
(continua)
inviata da Luciana Monaci 3/4/2016 - 22:54
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L'indiano

L'indiano
[2016]

Album : Il Ritorno Dell’Indiano

Luca Mirti: voce chitarra
Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Fabrizio Morganti: batteria
Giuseppe Scarpato: chitarra
Paolo “Pee Wee” Durante: organo Hammond
Gianfilippo Boni: piano Wurlitzer.
Quante lune hai visto passare
(continua)
inviata da Luciana Monaci 3/4/2016 - 22:45
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Alza le mani

Alza le mani
[2016]

Album : Il Ritorno Dell’Indiano

Luca Mirti: voce chitarra
Marco “Schuster” Lastrucci: basso
Fabrizio Morganti: batteria
Giuseppe Scarpato: chitarra
Paolo “Pee Wee” Durante: organo Hammond
Con queste mani ho dipinto il dolore
(continua)
inviata da Luciana Monaci 3/4/2016 - 22:30
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Le talpe

Le talpe
[1969]
Non sono sicuro che le parole di questa canzone siano di Duilio Del Prete
L’album da cui è tratta s’intitola infatti “La bassa landa” (1970), dal brano d’apertura, trasposizione italiana de “Le plat pays” di Jacques Brel. Che non fosse anche questa in origine una canzone di Brel? O forse è concepita al modo di Brel...
Mi pare anche che negli arrangiamenti c’entri il grande Nicola Piovani...
Comunque, poche notizie in Rete su questo disco...
Stanno a spiare dietro le finestre a mezz'asta
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/4/2016 - 22:08
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My Earth Dream

My Earth Dream
[I. The Road Ahead]
(continua)
3/4/2016 - 21:51
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The Rolling Stones: (I Can't Get No) Satisfaction

The Rolling Stones: (I Can't Get No) Satisfaction
The Rolling Stones always get what they want
La Habana, 25 marzo 2016

26/3/2016 - 10:49
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გაფრინდი შავო მერცხალო

anonimo
Ehi, sono un po' deluso per il fatto che non avete dato più risalto al video proposto da me nel contesto della versione polacca. A parte le belle immagini della Georgia, sarete pure d'accordo con me che a prescindere dal valore letterario di questa poesia fatta vistosamente in un tempo assai breve, non capità spesso di sentire cantare i georgiani in un polacco pressoché perfetto :)
E poi, se qualcuno non capisce, c'è la traduzione a posta.
Vi ringrazio comunque e risaluto cordialmente
Krzysiek
Krzysiek Wrona 25/3/2016 - 20:23
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Stagioni

Stagioni
IL “CHE” E' VIVO!

una vecchia intervista con
Harry Antonio Villegas Tamayo (“POMBO”) risalente agli anni novanta

Gianni Sartori

Premessa. Non ho alcuna intenzione di stare ad aspettare il 50° anniversario per ricordare la figura del “CHE”. Prima di tutto perché “non si sa mai”...e poi perché sinceramente mi ricorderebbe troppo l'età, ormai quasi venerabile, del sottoscritto.
Tra l'altro (coincidenza sincronica ?) l'8 ottobre 1967, giorno della cattura del Che*, rappresenta anche il mio “battesimo del fuoco”, diciamo così. Quel giorno infatti, quindicenne, partecipai (forse l'intenzione iniziale era soltanto di assistere, per curiosità) alla mia prima manifestazione con cariche, durissime, della Celere 2 di Padova. L'immagine di alcune ragazze scaraventate e terra e picchiate con i manganelli (non ricordo più se sul cavalcavia di San Pio X o addirittura già allo stadio Menti, a un paio... (continua)
Gianni Sartori 25/3/2016 - 18:57
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Canzone arrabbiata

Canzone arrabbiata
(non essendo l'italiano la mia lingua madre preferisco esprimermi in francese)

"la fiction n'excuse pas tout", a pu dire à propos de ce film Freddy Buache dans son livre sur le cinéma italien. C'est donc une fiction... mais, pour se garder à gauche, Lina Wertmüller a placé à la fin du film une citation de Malatesta -qui est bien de lui, mais qui est citée ici en toute insanité : « Ces assassins sont même des saints et des héros… et ils seront célébrés le jour où on oubliera le fait brutal pour se rappeler seulement l'idée qui les éclaira et le martyre qui les rendit sacrés ». Peut-on croire que Malatesta aurait traité d'... ASSASSINS, ceux qui tentèrent de supprimer Mussolini ? Peut-on croire qu'il aurait de près ou de loin voulu que l'on... OUBLIE quoi que ce soit de leur geste, qualifié de... FAIT BRUTAL ? Bref peut-on croire, qu'ayant endossé la soutane, il aurait cherché à les excuser... (continua)
luc nemeth 25/3/2016 - 16:39

Murales contro la guerra e di lotta da tutto il mondo / Antiwar and Militant Murals Around the World

Murales contro la guerra e di lotta da tutto il mondo / Antiwar and Militant Murals Around the World
Graphic novel sulla vicenda di Blu:

Chi ha aiutato #Blu a #Bologna e perché l’ha fatto? Un reportage a fumetti di Graphic News
(da Giap)

Graphic News ha appena pubblicato «Perché ho aiutato Blu a cancellare i suoi murales», un reportage a fumetti di Brochendors Brothers. L’azione del 12 marzo è raccontata dal punto di vista della comunità informale che vi ha preso parte. Ci sono le discussioni dei giorni precedenti, gli inconvenienti di quella notte, le contraddizioni aperte dal gesto, le polemiche dei giorni successivi. C’è anche un po’ di docufiction, e c’è una domanda: tu da che parte stai?

Dimenticavamo: ci siamo pure noi.
daniela -k.d.- 25/3/2016 - 13:50
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La Bucarest che cambia

La Bucarest che cambia
Chanson italienne – La Bucarest che cambia – UltimoBinario – 2014

Voici l’histoire de Miloud Oukili, un Clown Franco-algérien qui à vingt ans est allé à Bucarest comme artiste de rue et là, il a connu les enfants de rue, complètement abandonnés à eux-mêmes, seuls dans la rue, destinés à une vie de privations, vécue dans les égouts de la ville ; qui, pour combattre le froid, la faim et la tristesse, s’étourdissent en respirant la colle… Miloud les prend en amitié et va vivre avec eux et lentement, il les initie à l’art du cirque et au métier du clown, pour qu’ils puissent trouver une occasion de vie digne. Naît Parada, une association qui en peu de temps, est connue dans le monde entier donnant la possibilité à un grand nombre de personnes abandonnées d’apprendre un métier et d’en vivre. À ce projet, ont collaboré en studio avec nous, les amis Alzamantes, un band folk-rock milanais vraiment Fantastique ! !

De Miloud Oukili déjà on parlait dans Tombino
LA BUCAREST QUI CHANGE
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 25/3/2016 - 11:12
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Song for Marcella

CANZONE PER MARCELLA
(continua)
inviata da Io non sto con Oriana 25/3/2016 - 10:59
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Adelita

anonimo
Sulla pagina spagnola di Wikipedia si afferma che “Adelita” sarebbe un personaggio ben identificato, tal Adela Velarde Pérez (1900-1971), originaria di Ciudad Juárez, che fu giovanissima infermiera negli anni della Rivoluzione. Morì negli USA, in povertà e totalmente dimenticata...

Altre fonti parlano di una ragazza del Durango che s’incorporò molto giovane fra le truppe del presidente legittimo Francisco Madero, eliminato nel 1913 dal generale golpista Victoriano Huerta...

Quanto agli autori del corrido, si parla di un soldato, tal Antonio del Río Armenta, che ferito fu curato da Adela Velarde Pérez e le dedicò la canzone... Si parla pure di un tal Guadalupe Barajas Romero, originario del Michoacán, i parenti del quale conserverebbero il manoscritto autografo del corrido...

Tra le mille incisioni di “Adelita”, mi piace ricordare quella strumentale presente nella colonna sonora composta... (continua)
Bernart Bartleby 24/3/2016 - 16:21
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La mia casa

La mia casa
Proposta per chi può: potrebbe essere carino tradurre questa canzone multilingue: ogni città nella sua lingua/dialetto. La parte di Marrakech in mancanza dell'arabo potrebbe essere tradotta ugualmente in francese, certo dovremmo trovare qualcuno che traduca. Il pezzo in turco, ma anche in siciliano e sardo, (e in sudanese!!!)
dq82 24/3/2016 - 11:26
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Prijatelj ga kaže više ne poznaje

Prijatelj ga kaže više ne poznaje
dalla raccolta poetica di Rade Šerbedžija L’amico dice di non conoscerlo più, Galaad Edizioni
L'AMICO DICE DI NON CONOSCERLO PIÙ
(continua)
23/3/2016 - 23:17
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Itziarren semea

Itziarren semea
(Presente in un video YouTube)
EL HIJO DE ITZIAR
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/3/2016 - 15:01
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Cupe Vampe

Cupe Vampe
Tutti abbiamo bisogno di credere in qualcosa.
Io per esempio credo che Ferretti trovi opportuna collocazione (sine die, per quanto mi riguarda) nel più celebre e frequentato dei luoghi.
Io non sto con Oriana 23/3/2016 - 13:57




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