Il reumatismo del tenente
Mentre passo da un ferito all’altro con un tremito di stanchezza alla gambe, coi calzoni inzuppati di sangue ai ginocchi, con le mani che sanno da carne cruda, mi pare impossibile arrivare a soccorrere tutti: non basteranno le fasce, le stecche, i lacci emostatici che ho con me.
(continua)
(continua)
29/4/2016 - 23:06
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Come esempio sulla massa
[2016]
Album: Schegge di shrapnel
Parole tratte dal memoriale di Gino Frontali, La prima estate di guerra
Nel corso della Grande Guerra, i soldati condannati per infrazioni alla disciplina furono 24601, pari al 79,4% di quelli che vennero sottoposti a giudizio per tali reati. E’ una percentuale di condanne molto più alta della media (64,7%) e le cifre furono in costante aumento durante gli anni del conflitto. Se poi si guarda alle condanne a morte per insubordinazione, ne vennero comminate 182 di cui 154 effettivamente eseguite (84,6%). Il dato è il più alto in assoluto, superiore anche a quello relativo alle diserzioni: in quel caso ci furono 162563 soldati rinviati a giudizio, ma le sentenze capitali si tradussero in fucilazioni nel 47,8% dei casi (considerando i disertori ancora reperibili, perché molti fecero perdere le proprie tracce e vennero processati in contumacia. Se si considerano... (continua)
Album: Schegge di shrapnel
Parole tratte dal memoriale di Gino Frontali, La prima estate di guerra
Nel corso della Grande Guerra, i soldati condannati per infrazioni alla disciplina furono 24601, pari al 79,4% di quelli che vennero sottoposti a giudizio per tali reati. E’ una percentuale di condanne molto più alta della media (64,7%) e le cifre furono in costante aumento durante gli anni del conflitto. Se poi si guarda alle condanne a morte per insubordinazione, ne vennero comminate 182 di cui 154 effettivamente eseguite (84,6%). Il dato è il più alto in assoluto, superiore anche a quello relativo alle diserzioni: in quel caso ci furono 162563 soldati rinviati a giudizio, ma le sentenze capitali si tradussero in fucilazioni nel 47,8% dei casi (considerando i disertori ancora reperibili, perché molti fecero perdere le proprie tracce e vennero processati in contumacia. Se si considerano... (continua)
Sono chiamato d’urgenza a visitare un soldato, ferito da una rivoltella. Il maresciallo spiega che il soldato era sempre arrogante. Al mattino, in seguito ad una osservazione del suo sergente, lo minaccia coi pugni alzati. Quindi rifiuta di lasciarsi mettere i ferri e s’avventa contro il maresciallo come per percuoterlo. Allora questi estrae la rivoltella e, mentre il soldato cerca di mettersi in salvo, spara in direzione della schiena e lo vede cadere bocconi.
(continua)
(continua)
29/4/2016 - 23:00
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Compagni Fratelli Cervi
anonimo
[1944]
Parole di autore/i anonimo/i, partigiano/i del distaccamento garibaldino “Fratelli Cervi” operante in val d’Enza, tra le province di Massa e Carrara e Reggio Emilia.
Sull’aria di “Dalmazia”, canzone degli Arditi d’Italia prima e dei fascisti dopo, tuttavia si sente anche l'eco della canzone fascista della X Mas Arma la prora, i cui versi così recitano: Vesti la giubba di battaglia / per la Repubblica Sociale / forse domani si morirà / arma la prora marinaro.
Testo trovato sul “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015
Il 16 maggio 1944 è la data di nascita del distaccamento “Fratelli Cervi”, sotto il comando dell’ex garibaldino di Spagna Fausto Pattacini “Sintoni”. Il canto vide la luce tra il maggio e il giugno 1944, nel vivo delle prime azioni in armi compiute lungo la Val d’Enza (il distaccamento, composto di giovanissimi,... (continua)
Parole di autore/i anonimo/i, partigiano/i del distaccamento garibaldino “Fratelli Cervi” operante in val d’Enza, tra le province di Massa e Carrara e Reggio Emilia.
Sull’aria di “Dalmazia”, canzone degli Arditi d’Italia prima e dei fascisti dopo, tuttavia si sente anche l'eco della canzone fascista della X Mas Arma la prora, i cui versi così recitano: Vesti la giubba di battaglia / per la Repubblica Sociale / forse domani si morirà / arma la prora marinaro.
Testo trovato sul “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015
Il 16 maggio 1944 è la data di nascita del distaccamento “Fratelli Cervi”, sotto il comando dell’ex garibaldino di Spagna Fausto Pattacini “Sintoni”. Il canto vide la luce tra il maggio e il giugno 1944, nel vivo delle prime azioni in armi compiute lungo la Val d’Enza (il distaccamento, composto di giovanissimi,... (continua)
COMPAGNI, FRATELLI CERVI
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2016 - 21:15
Dormi e vola
Forse andrebbe specificato chi l'ha scritta e composta "di getto" questa meravigliosa ninna nanna cioè il cantautore GIAMPIERO MAZZONE.
Valentina Ersilia Matrascia 29/4/2016 - 19:52
I Sette Cervi
anonimo
[1950]
L’anonimo autore (o forse autori) faceva probabilmente parte dell’Associazione Pionieri d’Italia, organizzazione scoutistica nata dell’immediato secondo dopoguerra per iniziativa di genitori militanti del PCI.
Sull’aria della canzone alpina “Il testamento del capitano”.
Testo trovato sul “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015
Della canzone ne danno conto i curatori de Il canzoniere ribelle dell’emilia romagna (1967), Gianfranco Ginestri e Janna Carioli, datandone la composizione attorno al 1950 (sull’aria alpina de Il testamento del capitano), nell’ambito dell’Associazione Pionieri di Reggio Emilia. Fu quello, in effetti - nella prima metà degli anni ’50, con un apice nel 1955, 80° compleanno di papà Cervi -, il tempo in cui presso la casa di famiglia dei Cervi ai Campi Rossi si susseguirono delegazioni popolari, visite... (continua)
L’anonimo autore (o forse autori) faceva probabilmente parte dell’Associazione Pionieri d’Italia, organizzazione scoutistica nata dell’immediato secondo dopoguerra per iniziativa di genitori militanti del PCI.
Sull’aria della canzone alpina “Il testamento del capitano”.
Testo trovato sul “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015
Della canzone ne danno conto i curatori de Il canzoniere ribelle dell’emilia romagna (1967), Gianfranco Ginestri e Janna Carioli, datandone la composizione attorno al 1950 (sull’aria alpina de Il testamento del capitano), nell’ambito dell’Associazione Pionieri di Reggio Emilia. Fu quello, in effetti - nella prima metà degli anni ’50, con un apice nel 1955, 80° compleanno di papà Cervi -, il tempo in cui presso la casa di famiglia dei Cervi ai Campi Rossi si susseguirono delegazioni popolari, visite... (continua)
I sette figli di papà Cervi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2016 - 16:50
Gufo nero
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.
Il canto appare nel primo Canzoniere popolare del 1948 con il sottotitolo ≤Canto di montagna≥; con il titolo ≤Canzone dei ribelli≥, medesime le parole, si trova nei due canzonieri popolari editi successivamente a Reggio Emilia: Canzoni Partigiane , s.d., ma fine anni ’40; Canti della Gioventù, s.d., ma anni ’50. Maria Franceschini(1911-1997) testimoniò di averla ascoltata a Mancasale - nel forese di Reggio Emilia, dove era sfollata con la famiglia dall’inizio dei bombardamenti sulla città- dai partigiani Roberto Redeghieri “Baracca” (77° SAP, Squadre di Azione Patriottica) e Remo Redeghieri “Cherubino” (garibaldino dal maggio ’44). Veniva cantata sull’aria della prima guerra mondiale Addio padre e madre addio. Nella versione partigiana la si ritrova più facilmente con... (continua)
Il canto appare nel primo Canzoniere popolare del 1948 con il sottotitolo ≤Canto di montagna≥; con il titolo ≤Canzone dei ribelli≥, medesime le parole, si trova nei due canzonieri popolari editi successivamente a Reggio Emilia: Canzoni Partigiane , s.d., ma fine anni ’40; Canti della Gioventù, s.d., ma anni ’50. Maria Franceschini(1911-1997) testimoniò di averla ascoltata a Mancasale - nel forese di Reggio Emilia, dove era sfollata con la famiglia dall’inizio dei bombardamenti sulla città- dai partigiani Roberto Redeghieri “Baracca” (77° SAP, Squadre di Azione Patriottica) e Remo Redeghieri “Cherubino” (garibaldino dal maggio ’44). Veniva cantata sull’aria della prima guerra mondiale Addio padre e madre addio. Nella versione partigiana la si ritrova più facilmente con... (continua)
La canzone dei ribelli (O Germania)
(continua)
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 15:52
La classe operaia (Non va più in paradiso)
2014
Album:L'amore (è) sostenibile
Album:L'amore (è) sostenibile
La classe operaia c'ha la tv al plasma
(continua)
(continua)
inviata da adriana 29/4/2016 - 15:34
Ho conosciuto un uomo
[2015]
Album : Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare
In copertina Luca Bassanese “visto” e disegnato da Stefano Benni
Don Andrea Gallo (Campo Ligure, 18 luglio 1928 – Genova, 22 maggio 2013)
Andrea Gallo nasce a Genova il 18 Luglio 1928. Fin da piccolo fu attratto dalla spiritualità dei salesiani di Giovanni Bosco tanto che nel 1948 entrò nel loro noviziato di Varazze, proseguendo poi a Roma gli studi liceali e filosofici. Fin dall’adolescenza, fece sua la dedizione di don Bosco di vivere a tempo pieno con gli ultimi, i poveri , gli emarginati.
Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici. Il clima per lui insopportabile della dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe a ritornare l’anno dopo in Italia, ad Ivrea, dove prosegue gli studi e viene ordinato sacerdote il 1 luglio... (continua)
Album : Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare
In copertina Luca Bassanese “visto” e disegnato da Stefano Benni
Don Andrea Gallo (Campo Ligure, 18 luglio 1928 – Genova, 22 maggio 2013)
Andrea Gallo nasce a Genova il 18 Luglio 1928. Fin da piccolo fu attratto dalla spiritualità dei salesiani di Giovanni Bosco tanto che nel 1948 entrò nel loro noviziato di Varazze, proseguendo poi a Roma gli studi liceali e filosofici. Fin dall’adolescenza, fece sua la dedizione di don Bosco di vivere a tempo pieno con gli ultimi, i poveri , gli emarginati.
Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile a San Paulo dove compie studi teologici. Il clima per lui insopportabile della dittatura che vigeva in Brasile, lo costringe a ritornare l’anno dopo in Italia, ad Ivrea, dove prosegue gli studi e viene ordinato sacerdote il 1 luglio... (continua)
Ho conosciuto un uomo Con un cappello in testa
(continua)
(continua)
inviata da adriana 29/4/2016 - 15:04
Vad Vuc: Caro Dottore
E in questa pagina dedicata ai medici:
Cari amici,
sono il dottor Hatem, il direttore dell'Ospedale pediatrico di Aleppo. La scorsa notte, 27 persone fra personale medico e pazienti sono stati uccisi in un attacco aereo che ha colpito il vicino ospedale di Al Quds. Il mio amico dottor Muhammad Waseem Maaz, il pediatra più qualificato della città, è stato ucciso durante l'attacco.
Lui abitualmente lavorava presso l'Ospedale pediatrico durante il giorno, mentre durante la notte prestava servizio presso la struttura di Al Quds, dove si occupava delle emergenze.
Il dottor Maaz e io trascorrevamo sei ore al giorno insieme. Era cordiale, amichevole e aveva l'abitudine di scherzare molto con tutto il personale. Era il medico più amabile del nostro ospedale.
Ora mi trovo in Turchia e anche lui avrebbe dovuto far visita alla sua famiglia qui dopo il mio ritorno ad Aleppo. Non li vedeva da quattro... (continua)
Cari amici,
sono il dottor Hatem, il direttore dell'Ospedale pediatrico di Aleppo. La scorsa notte, 27 persone fra personale medico e pazienti sono stati uccisi in un attacco aereo che ha colpito il vicino ospedale di Al Quds. Il mio amico dottor Muhammad Waseem Maaz, il pediatra più qualificato della città, è stato ucciso durante l'attacco.
Lui abitualmente lavorava presso l'Ospedale pediatrico durante il giorno, mentre durante la notte prestava servizio presso la struttura di Al Quds, dove si occupava delle emergenze.
Il dottor Maaz e io trascorrevamo sei ore al giorno insieme. Era cordiale, amichevole e aveva l'abitudine di scherzare molto con tutto il personale. Era il medico più amabile del nostro ospedale.
Ora mi trovo in Turchia e anche lui avrebbe dovuto far visita alla sua famiglia qui dopo il mio ritorno ad Aleppo. Non li vedeva da quattro... (continua)
dq82 29/4/2016 - 14:52
No O.G.M. la terra è nostra!
[2015]
Album : Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare
In copertina Luca Bassanese “visto” e disegnato da Stefano Benni
Con la partecipazione di JACOPO FO e IL CORO DELLE MONDINE DI BENTIVOGLIO
Album : Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare
In copertina Luca Bassanese “visto” e disegnato da Stefano Benni
Con la partecipazione di JACOPO FO e IL CORO DELLE MONDINE DI BENTIVOGLIO
Attenzione!…Attenzione!
(continua)
(continua)
inviata da adriana 29/4/2016 - 14:48
Percorsi:
Guerra alla Terra
Noi siamo partigiani russi
[1945]
Parole di Viktor Pirogov, soldato sovietico, prigioniero di guerra, sfuggito ai tedeschi e finito nel reggiano a combattere prima nella “Banda Cervi”, poi coi garibaldini, con il nome di battaglia di “Modena”.
Su di un aria popolare russa.
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.
Di questo canto ne dà conto Giuseppe Carretti, il partigiano “Dario”, a lungo presidente dell’ANPI di Reggio Emilia, nel volume a carattere etico-storiografico I giorni della grande prova. Appunti per una storia della Resistenza a Cadelbosco, 1964 [cfr. p. 167, III° ed., 2005]. La paternità e attribuita a Viktor Pirogov “Modena”, già nel primo gruppo di azione con i Cervi, poi nominato comandante del “Battaglione Russi” di stanza a Miscoso (con la 144° Brigata Garibaldi, attiva in Val d’Enza). Il 6 marzo 1945 questa formazione... (continua)
Parole di Viktor Pirogov, soldato sovietico, prigioniero di guerra, sfuggito ai tedeschi e finito nel reggiano a combattere prima nella “Banda Cervi”, poi coi garibaldini, con il nome di battaglia di “Modena”.
Su di un aria popolare russa.
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.
Di questo canto ne dà conto Giuseppe Carretti, il partigiano “Dario”, a lungo presidente dell’ANPI di Reggio Emilia, nel volume a carattere etico-storiografico I giorni della grande prova. Appunti per una storia della Resistenza a Cadelbosco, 1964 [cfr. p. 167, III° ed., 2005]. La paternità e attribuita a Viktor Pirogov “Modena”, già nel primo gruppo di azione con i Cervi, poi nominato comandante del “Battaglione Russi” di stanza a Miscoso (con la 144° Brigata Garibaldi, attiva in Val d’Enza). Il 6 marzo 1945 questa formazione... (continua)
Noi siamo partigiani russi e lottiamo per la libertà
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2016 - 14:29
La ballata dei santi lavoratori
[2015]
Album : Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare
In copertina Luca Bassanese “visto” e disegnato da Stefano Benni
Album : Quando piove tutti cercano riparo tranne gli alberi che hanno altro a cui pensare
In copertina Luca Bassanese “visto” e disegnato da Stefano Benni
Lai la Lai la
(continua)
(continua)
inviata da adriana 29/4/2016 - 14:29
Streets of Surrender (S.O.S.)
Il ritorno di Zucchero. "Dedico il mio disco ai nuovi partigiani"
da repubblica online
[...]
Ascoltando Partigiano Reggiano non si possono avere dubbi sulla "parte" per cui tiene. Così come in Streets of Surrender. È un disco a suo modo "politico".
"Sono partito da un semplice gioco di parole, ma poi mi è piaciuto avere un ritornello che mi legava alla mia storia, ai racconti di mia nonna, di mio zio prigioniero in Germania, di mio padre sotto il fascismo. Parole che mi hanno sempre mostrato il partigiano come un uomo coraggioso che lascia la casa per andare a combattere il dittatore. Queste sono le mie radici. Mi piacerebbe che oggi ci fossero dei giovani con lo spirito dei partigiani, capaci di stare insieme per combattere contro qualcosa che non va. Forse si può dire che è un disco politico, spero che possa servire ad accendere qualche scintilla. E mi piace che canzoni come Streets... (continua)
da repubblica online
[...]
Ascoltando Partigiano Reggiano non si possono avere dubbi sulla "parte" per cui tiene. Così come in Streets of Surrender. È un disco a suo modo "politico".
"Sono partito da un semplice gioco di parole, ma poi mi è piaciuto avere un ritornello che mi legava alla mia storia, ai racconti di mia nonna, di mio zio prigioniero in Germania, di mio padre sotto il fascismo. Parole che mi hanno sempre mostrato il partigiano come un uomo coraggioso che lascia la casa per andare a combattere il dittatore. Queste sono le mie radici. Mi piacerebbe che oggi ci fossero dei giovani con lo spirito dei partigiani, capaci di stare insieme per combattere contro qualcosa che non va. Forse si può dire che è un disco politico, spero che possa servire ad accendere qualche scintilla. E mi piace che canzoni come Streets... (continua)
daniela -k.d.- 29/4/2016 - 10:26
Restiamo Umani
2016
Restiamo Umani
Restiamo Umani
Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana.
(continua)
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 10:01
Percorsi:
Vittorio Arrigoni
Balkan trip
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Angela Aiello
Organetto: Riccardo Tesi
Le nuove rotte delle migrazioni passano per i Balcani, con antiche e nuove paure. Cantato in sabir e macedone
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Angela Aiello
Organetto: Riccardo Tesi
Le nuove rotte delle migrazioni passano per i Balcani, con antiche e nuove paure. Cantato in sabir e macedone
Aliji, Aliji, ki t’adjudar
(continua)
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:37
Sbendout
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Awa Ly
Organetto: Riccardo Tesi
A Jaffa una protesta di rabbini blocca la città. In Occidente si chiudono le frontiere. Sbendout in sabir significa bandito. E’cantato in sabir, francese e spagnolo:“Sono migrante, sono bandito, sono la paura del tuo passato, sono bianco, sono nero, non ho alcun colore”
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Awa Ly
Organetto: Riccardo Tesi
A Jaffa una protesta di rabbini blocca la città. In Occidente si chiudono le frontiere. Sbendout in sabir significa bandito. E’cantato in sabir, francese e spagnolo:“Sono migrante, sono bandito, sono la paura del tuo passato, sono bianco, sono nero, non ho alcun colore”
Refugiado, clandestino, nacido,
(continua)
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:30
Sarajevo mon amour
2016
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Lucilla Galeazzi, Nando Citarella
Organetto: Riccardo Tesi
Il titolo è ispirato al libro di Jovan Divjak, eroe della difesa di Sarajevo nella guerra dei Balcani del 1992-1995. E’cantato in sabir e in turco
Soundcity
Voce: Barbara Eramo, Lucilla Galeazzi, Nando Citarella
Organetto: Riccardo Tesi
Il titolo è ispirato al libro di Jovan Divjak, eroe della difesa di Sarajevo nella guerra dei Balcani del 1992-1995. E’cantato in sabir e in turco
Questa star chita de mi
(continua)
(continua)
inviata da dq82 29/4/2016 - 09:21
Percorsi:
Guerre nei Balcani negli anni '90
Quando il fratello mio, partigiano
anonimo
[1944-45]
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.
La canzone venne intesa dal padre “canterino”, lui bambino, da Umberto Incerti Ugolotti, nativo di Pantano di Carpineti (RE), classe 1946. La registrazione data all’11 aprile 2015 ed è stata colta a lato dello stage formativo canoro promosso presso il Teatro Artigiano di Massenzatico (Reggio Emilia, la prima Casa del Popolo in Italia) dal Coro Selvatico di via Bligny assieme alle Cence Allegre. Il riferimento alle “montagne modenesi”, nel testo, può intendersi come un richiamo all’esperienza della Repubblica di Montefiorino (tra Modena e Reggio, territorio liberato che resistette dal 17 giugno al 1º agosto 1944, ndr), ove nell’estate 1944 confluirono in migliaia, in grande parte completamente disarmati. Il titolo della canzone, non avendola al momento reperita in alcun canzoniere partigiano, è tratto dalla strofa di apertura
(Nota da “La Piva del Carner” citata)
(Nota da “La Piva del Carner” citata)
Quando il fratello mio, partigiano
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 21:28
La canzone dei Garibaldini Reggiani
[1944]
Parole di Didimo Ferrari (1912-1959), antifascista, dirigente comunista, partigiano.
Su di una melodia popolare sovietica.
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.
... e così provo a restituire dignità al Partigiano Reggiano vituperato da Zucchero nella sua - a mio avviso - orrenda canzone...
Durante il regime fascista Didimo Ferrari si fece 10 anni tra galera e confino, poi nel 1944 entrò nella Resistenza col nome di battaglia di “Eros”e fu nominato commissario di guerra delle formazioni partigiane reggiane. Nel dopoguerra divenne presidente dell’ANPI di Reggio Emilia e nel 1950 fu accusato dell’omicidio, avvenuto subito dopo la Liberazione, dell’ingegnere Arnaldo Vischi, già direttore delle Officine Meccaniche Reggiane. Didimo Ferrari trascorse 5 anni in latitanza, fino all’aministia. Morì prematuramente... (continua)
Parole di Didimo Ferrari (1912-1959), antifascista, dirigente comunista, partigiano.
Su di una melodia popolare sovietica.
Testo trovato nel “Canzoniere partigiano 1944-1950” presente nella rivista “La Piva del Carner”, numero di aprile 2015.
... e così provo a restituire dignità al Partigiano Reggiano vituperato da Zucchero nella sua - a mio avviso - orrenda canzone...
Durante il regime fascista Didimo Ferrari si fece 10 anni tra galera e confino, poi nel 1944 entrò nella Resistenza col nome di battaglia di “Eros”e fu nominato commissario di guerra delle formazioni partigiane reggiane. Nel dopoguerra divenne presidente dell’ANPI di Reggio Emilia e nel 1950 fu accusato dell’omicidio, avvenuto subito dopo la Liberazione, dell’ingegnere Arnaldo Vischi, già direttore delle Officine Meccaniche Reggiane. Didimo Ferrari trascorse 5 anni in latitanza, fino all’aministia. Morì prematuramente... (continua)
Ben per vent’anni il fascismo ha sfruttato
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 21:03
Lancastria
se qualcuno è interessato all'argomento:
http://www.lelancastria.com
http://www.lelancastria.com
Flavio Poltronieri 28/4/2016 - 18:54
El enemigo brutal
[1891]
Versi di José Julián Martí Pérez (1853-1895), poeta, scrittore, giornalista, fondatore del Partido Revolucionario Cubano e protagonista della guerra d’indipendenza contro gli spagnoli, nel corso della quale venne ucciso.
Nella raccolta del 1891 intitolata “Versos sencillos”, quella che si apre con i versi che alcuni decenni dopo divennero la base della famosissima e bellissima Guantanamera
Musica di Pablo Milanés, nel suo album “Versos de José Martí” del 1974.
Versi di José Julián Martí Pérez (1853-1895), poeta, scrittore, giornalista, fondatore del Partido Revolucionario Cubano e protagonista della guerra d’indipendenza contro gli spagnoli, nel corso della quale venne ucciso.
Nella raccolta del 1891 intitolata “Versos sencillos”, quella che si apre con i versi che alcuni decenni dopo divennero la base della famosissima e bellissima Guantanamera
Musica di Pablo Milanés, nel suo album “Versos de José Martí” del 1974.
El enemigo brutal
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 18:03
Banquete de tiranos
Versi di José Julián Martí Pérez (1853-1895), poeta, scrittore, giornalista, fondatore del Partido Revolucionario Cubano e protagonista della guerra d’indipendenza contro gli spagnoli, nel corso della quale venne ucciso.
Nella raccolta di poesie scritte tra il 1878 ed il 1882, intitolata “Versos libres”.
Musica di Pablo Milanés, nel suo album “Versos de José Martí” del 1974.
Nella raccolta di poesie scritte tra il 1878 ed il 1882, intitolata “Versos libres”.
Musica di Pablo Milanés, nel suo album “Versos de José Martí” del 1974.
Hay una raza vil de hombres tenaces
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 17:53
El rayo surca, sangriento
[1891]
Versi di José Julián Martí Pérez (1853-1895), poeta, scrittore, giornalista, fondatore del Partido Revolucionario Cubano e protagonista della guerra d’indipendenza contro gli spagnoli, nel corso della quale venne ucciso.
Nella raccolta del 1891 intitolata “Versos sencillos”, quella che si apre con i versi che alcuni decenni dopo divennero la base della famosissima e bellissima Guantanamera
Musica di Pablo Milanés, una canzone che doveva essere inclusa nel suo album “Versos de José Martí” del 1974 ma che venne pubblicata solo come singolo.
Versi di José Julián Martí Pérez (1853-1895), poeta, scrittore, giornalista, fondatore del Partido Revolucionario Cubano e protagonista della guerra d’indipendenza contro gli spagnoli, nel corso della quale venne ucciso.
Nella raccolta del 1891 intitolata “Versos sencillos”, quella che si apre con i versi che alcuni decenni dopo divennero la base della famosissima e bellissima Guantanamera
Musica di Pablo Milanés, una canzone che doveva essere inclusa nel suo album “Versos de José Martí” del 1974 ma che venne pubblicata solo come singolo.
El rayo surca, sangriento,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 17:42
Times a-Getting Hard
[1955]
Scritta da Lee Hays (1914-1981) a partire da una canzone popolare americana il cui ritornello (“Take my true love by the hand
...”) è riportato da Carl Sandburg nella sua raccolta “The American Songbag”, pubblicata nel 1927.
In vari dischi di Pete Seeger, a cominciare da “Pete Seeger at the Village Gate with Memphis Slim and Willie Dixon” pubblicato dalla Folkways Records nel 1959.
In seguito molte versioni del brano furono offerte da altri artisti, come Lonnie Donegan e The Limeliters.
Scritta da Lee Hays (1914-1981) a partire da una canzone popolare americana il cui ritornello (“Take my true love by the hand
...”) è riportato da Carl Sandburg nella sua raccolta “The American Songbag”, pubblicata nel 1927.
In vari dischi di Pete Seeger, a cominciare da “Pete Seeger at the Village Gate with Memphis Slim and Willie Dixon” pubblicato dalla Folkways Records nel 1959.
In seguito molte versioni del brano furono offerte da altri artisti, come Lonnie Donegan e The Limeliters.
Times are getting hard, boys
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 16:24
U’ suldat’
anonimo
Testo tratto da “Calitri. Canti popolari” (1983), a cura di A. Raffaele Salvante, un’opera piuttosto corposa, con tanto di traduzioni in italiano e completa di note interpretative, basata in gran parte sulle precedenti ricerche del Prof. Vito Acocella (1883-1968), sacerdote, insegnante e storico, studioso delle tradizioni popolari irpine.
“Molti di questi canti, almeno i più antichi, sono nati da una cultura di sudditanza, di soprusi, in un quadro di rapporti sociali feudali o semifeudali, di una popolazione irretita dal timore reverenziale verso la classe dominante, prostrata dalla prepotenza signorile, avvilita dalla povertà, dal dolore, dalla sofferenza, e schiacciata da ogni sorta di balzelli.” (A. Raffaele Salvante nell’introduzione alla raccolta da lui curata)
Si tratta qui di un coacervo di strofe contro la coscrizione militare e la naja, tutte infiorettate da maledizioni dirette... (continua)
“Molti di questi canti, almeno i più antichi, sono nati da una cultura di sudditanza, di soprusi, in un quadro di rapporti sociali feudali o semifeudali, di una popolazione irretita dal timore reverenziale verso la classe dominante, prostrata dalla prepotenza signorile, avvilita dalla povertà, dal dolore, dalla sofferenza, e schiacciata da ogni sorta di balzelli.” (A. Raffaele Salvante nell’introduzione alla raccolta da lui curata)
Si tratta qui di un coacervo di strofe contro la coscrizione militare e la naja, tutte infiorettate da maledizioni dirette... (continua)
N’ pozza maj fa juorn’
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 14:12
Eia f’rnuta la schiavitù
anonimo
Testo tratto da “Calitri. Canti popolari” (1983), a cura di A. Raffaele Salvante, un’opera piuttosto corposa, con tanto di traduzioni in italiano e completa di note interpretative, basata in gran parte sulle precedenti ricerche del Prof. Vito Acocella (1883-1968), sacerdote, insegnante e storico, studioso delle tradizioni popolari irpine.
“Molti di questi canti, almeno i più antichi, sono nati da una cultura di sudditanza, di soprusi, in un quadro di rapporti sociali feudali o semifeudali, di una popolazione irretita dal timore reverenziale verso la classe dominante, prostrata dalla prepotenza signorile, avvilita dalla povertà, dal dolore, dalla sofferenza, e schiacciata da ogni sorta di balzelli.” (A. Raffaele Salvante nell’introduzione alla raccolta da lui curata)
Si tratta qui di un coacervo di strofe di protesta risalenti ad epoche diverse, come dimostrano i riferimenti a Zampaglione,... (continua)
“Molti di questi canti, almeno i più antichi, sono nati da una cultura di sudditanza, di soprusi, in un quadro di rapporti sociali feudali o semifeudali, di una popolazione irretita dal timore reverenziale verso la classe dominante, prostrata dalla prepotenza signorile, avvilita dalla povertà, dal dolore, dalla sofferenza, e schiacciata da ogni sorta di balzelli.” (A. Raffaele Salvante nell’introduzione alla raccolta da lui curata)
Si tratta qui di un coacervo di strofe di protesta risalenti ad epoche diverse, come dimostrano i riferimenti a Zampaglione,... (continua)
E forza uagliù,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2016 - 12:28
Fra Diavolo
Questa canzone o meglio stupenda aria come molte altre sono state di stimolo per farmi scoprire dotato con sorpresa di una prolifica vena melodica sono ormai vicino agli anni 80 ma sto scrivendo un quarto lavoro un atto unico con l'aiuto di un maestro di conservatorio così come il secondo che il giorno due di aprile ho dato nel teatro della gran guardia di Verona grazie all'aiuto della nota kATIA RICCIARELLI a fornito di quattro suoi allievi il mio lavoro e ne a curato la parte artistica. Seicento persone al termine erano entusiaste ma la sorpresa più grande benché mi sentissi sicuro dell'esito positivo è stato di scoprire una grossa parte del pubblico che sapevo essere a completo digiuno di opera lirica fra i più entusiasti ma la grande culla della cultura lirica di Verona benché siano stati invitati giornalisti compresi non se ne sono accorti ma il mio lavoro non muore il due aprile e... (continua)
Giuseppe Vesentini lugagnano verona 27/4/2016 - 15:53
La storia ci insegna...
Chanson italienne – La storia ci insegna… – Manuel Miranda – 2013
L'histoire de deux partisans italiens.
L'histoire de deux partisans italiens.
L'HISTOIRE NOUS ENSEIGNE...
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 26/4/2016 - 22:04
Unità di Produzione
A mio avviso il testo non ha nulla a che vedere con la Russia e il capitalismo.
Grazius 26/4/2016 - 19:47
Mediterraneo coast to coast
[2016]
Album : Il lato ruvido
Album : Il lato ruvido
Fratello, giù il coltello!
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 26/4/2016 - 11:51
Fayette County
[1960-61]
Parole e musica di Agnes “Sis” Cunningham, cantautrice e fondatrice nel 1962 - insieme al marito Gordon Friesen - del Broadside Magazine.
Interpretata da Pete Seeger in molti suoi dischi, a partire da “Gazette, Vol. 2” del 1961
L’autrice ne incise una sua versione nel disco “Broadside Ballads, Vol. 9: Sundown” pubblicato nel 1976 dalla Folkways Records.
“Fayette County in Tennessee in the winter of 1960-61 was where the Black people made their first modern militant stand for the right to register and vote. It was the beginning of a long and bitter struggle which now finds millions of Blacks enrolled and voting in the once all-white Southern polls.” (dalle note presenti in “Broadside Ballads, Vol. 9: Sundown”)
Fayette County fu soprannominata “Tent City” perchè quando i neri, molti dei quali sharecroppers (braccianti), cominciarono a lottare per ottenere il diritto di voto,... (continua)
Parole e musica di Agnes “Sis” Cunningham, cantautrice e fondatrice nel 1962 - insieme al marito Gordon Friesen - del Broadside Magazine.
Interpretata da Pete Seeger in molti suoi dischi, a partire da “Gazette, Vol. 2” del 1961
L’autrice ne incise una sua versione nel disco “Broadside Ballads, Vol. 9: Sundown” pubblicato nel 1976 dalla Folkways Records.
“Fayette County in Tennessee in the winter of 1960-61 was where the Black people made their first modern militant stand for the right to register and vote. It was the beginning of a long and bitter struggle which now finds millions of Blacks enrolled and voting in the once all-white Southern polls.” (dalle note presenti in “Broadside Ballads, Vol. 9: Sundown”)
Fayette County fu soprannominata “Tent City” perchè quando i neri, molti dei quali sharecroppers (braccianti), cominciarono a lottare per ottenere il diritto di voto,... (continua)
In the County called Fayette in the State of Tennessee
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/4/2016 - 18:23
Lettera da Mauthausen
Chanson italienne – Lettera da Mauthausen – Manuel Miranda – 2009
J’avais raconté, il y a déjà quelques temps, l’histoire de Joseph-Giuseppe Porcu qui finit la guerre au camp de concentration de Dachau en Bavière. Elle était intitulée Dachau-Express. On a croisé – en chansons – des prisonniers, morts ou vivants, de Theresienstadt, Auschwitz, Sachsenhausen, Orianenburg et sans doute, d’autres lieux du genre encore. La méticulosité administrative du régime nazi en distinguait toute une série de sortes : camp de travail, camp de prisonniers, camp de concentration, camp d’extermination, camp de la mort, camp de transit, j’arrête là, on n’entrera pas plus dans les subtilités du genre. Il suffit de savoir que l’horreur avait mille facettes. Cette fois, c’est d’un autre de ces monstrueux complexes qu’il s’agit : Mauthausen en Autriche. Il y a passa des centaines de milliers de prisonniers et des... (continua)
J’avais raconté, il y a déjà quelques temps, l’histoire de Joseph-Giuseppe Porcu qui finit la guerre au camp de concentration de Dachau en Bavière. Elle était intitulée Dachau-Express. On a croisé – en chansons – des prisonniers, morts ou vivants, de Theresienstadt, Auschwitz, Sachsenhausen, Orianenburg et sans doute, d’autres lieux du genre encore. La méticulosité administrative du régime nazi en distinguait toute une série de sortes : camp de travail, camp de prisonniers, camp de concentration, camp d’extermination, camp de la mort, camp de transit, j’arrête là, on n’entrera pas plus dans les subtilités du genre. Il suffit de savoir que l’horreur avait mille facettes. Cette fois, c’est d’un autre de ces monstrueux complexes qu’il s’agit : Mauthausen en Autriche. Il y a passa des centaines de milliers de prisonniers et des... (continua)
LETTRE DE MAUTHAUSEN
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 25/4/2016 - 18:14
This Land Is Your Land
Springsteen's Verses
During The River Tour and the Born In The U.S.A. Tour, Bruce Springsteen usually used the chorus and three verses (verse 1, verse 2, and verse 3 below), and occasionally he added one of three more verses. The chorus and the six verses are:
The chorus, verse 1, verse 2, and verse 3 are from the original Woodie Guthrie version. Verse 4 is written by Springsteen. He used it eight times in Europe in May 1981. Starting from the second performance (28 Apr 1981 in Paris), he modified that verse to include a reference to the Brixton riot that took place on 11 Apr 1981. Verse 5 has some similarities to a verse that Guthrie occasionally used: "Nobody living can ever stop me / As I go walking that freedom highway / Nobody living can ever make me turn back / This land was made for you and me". It seems that Springsteen intended to sing that verse but he forgot the lyrics, so he... (continua)
During The River Tour and the Born In The U.S.A. Tour, Bruce Springsteen usually used the chorus and three verses (verse 1, verse 2, and verse 3 below), and occasionally he added one of three more verses. The chorus and the six verses are:
The chorus, verse 1, verse 2, and verse 3 are from the original Woodie Guthrie version. Verse 4 is written by Springsteen. He used it eight times in Europe in May 1981. Starting from the second performance (28 Apr 1981 in Paris), he modified that verse to include a reference to the Brixton riot that took place on 11 Apr 1981. Verse 5 has some similarities to a verse that Guthrie occasionally used: "Nobody living can ever stop me / As I go walking that freedom highway / Nobody living can ever make me turn back / This land was made for you and me". It seems that Springsteen intended to sing that verse but he forgot the lyrics, so he... (continua)
Well this land is your land, this land is my land
(continua)
(continua)
inviata da dq82 25/4/2016 - 14:27
Dark and Bloody Ground
1995
American Babylon
DARK AND BLOODY GROUND is a song written by Joe Grushecky and Bruce Springsteen in mid-1994, with Springsteen providing most of the music and Grushecky most of the lyrics. The song is "about the fighting for the land in Kentucky," as Grushecky described it. It was released on Joe Grushecky & The Houserockers' 1995 album American Babylon. Bruce Springsteen produced all the album except the title track, and he participated in the recording of most of the songs. He plays guitars and shares harmony vocals on DARK AND BLOODY GROUND.
The above lyrics are for Joe Grushecky & The Houserockers' album version of TALKING TO THE KING as released in 1995.
In late October and early November 1993, Bruce Springsteen (with Toby Scott recording and Bob Clearmountain mixing) produced a recording session for Joe Grushecky at Thrill Hill Recording (Springsteen's home studio)... (continua)
American Babylon
DARK AND BLOODY GROUND is a song written by Joe Grushecky and Bruce Springsteen in mid-1994, with Springsteen providing most of the music and Grushecky most of the lyrics. The song is "about the fighting for the land in Kentucky," as Grushecky described it. It was released on Joe Grushecky & The Houserockers' 1995 album American Babylon. Bruce Springsteen produced all the album except the title track, and he participated in the recording of most of the songs. He plays guitars and shares harmony vocals on DARK AND BLOODY GROUND.
The above lyrics are for Joe Grushecky & The Houserockers' album version of TALKING TO THE KING as released in 1995.
In late October and early November 1993, Bruce Springsteen (with Toby Scott recording and Bob Clearmountain mixing) produced a recording session for Joe Grushecky at Thrill Hill Recording (Springsteen's home studio)... (continua)
This land was ours far as the eye could see
(continua)
(continua)
inviata da dq82 25/4/2016 - 12:37
They Killed Him in the Street
THEY KILLED HIM IN THE STREET is an unreleased Bruce Springsteen song. Springsteen used some lyrics from his live adaptation of Creedence Clearwater Revival's Run Through The Jungle in THEY KILLED HIM IN THE STREET. See the live 29 Apr 1981 version of RUN THROUGH THE JUNGLE for more details. THEY KILLED HIM IN THE STREET would evolve into the unreleased Bells of San Salvador which Springsteen rehearsed with the band in April 1982.
The above lyrics are for an acoustic home demo take of THEY KILLED HIM IN THE STREET that was recorded, according to Brucebase, at Thrill Hill Recording (Springsteen's home studio) in Colts Neck, NJ, sometime between mid-September 1981 and May 1982. This version is an incomplete practice take with mostly bluffed or unintelligible lyrics.
Another home demo version of THEY KILLED HIM IN THE STREET is also in circulation, but it's merely a harmonies take. See the... (continua)
The above lyrics are for an acoustic home demo take of THEY KILLED HIM IN THE STREET that was recorded, according to Brucebase, at Thrill Hill Recording (Springsteen's home studio) in Colts Neck, NJ, sometime between mid-September 1981 and May 1982. This version is an incomplete practice take with mostly bluffed or unintelligible lyrics.
Another home demo version of THEY KILLED HIM IN THE STREET is also in circulation, but it's merely a harmonies take. See the... (continua)
Broom, boom broom ba, boom, ka boom broom ka,
(continua)
(continua)
inviata da dq82 25/4/2016 - 12:08
Run Through The Jungle
During The River Tour, Bruce Springsteen used the chorus and the three verses (verse 1, verse 2, and verse 3 below) from the original Creedence Clearwater Revival version, and he added two or three more verses that he wrote.
The lyrics "Well last night they pulled him out of his house / And shot him in the street" would later be used in THEY KILLED HIM IN THE STREET ("They took him from his house and killed him in the street") and Bells of San Salvador ("Well they took him from his house / killed him in the street").
RUN THROUGH THE JUNGLE was performed at least 3 times during The River Tour (138 dates, October 1980 to September 1981). On this tour, the song was the show opener and was played in a rearranged slower version extended with two or three Springsteen-penned verses.
springsteenlyrics.com
The lyrics "Well last night they pulled him out of his house / And shot him in the street" would later be used in THEY KILLED HIM IN THE STREET ("They took him from his house and killed him in the street") and Bells of San Salvador ("Well they took him from his house / killed him in the street").
RUN THROUGH THE JUNGLE was performed at least 3 times during The River Tour (138 dates, October 1980 to September 1981). On this tour, the song was the show opener and was played in a rearranged slower version extended with two or three Springsteen-penned verses.
springsteenlyrics.com
Better run through the jungle
(continua)
(continua)
inviata da dq82 25/4/2016 - 12:01
Bells of San Salvador
Transcribed and researched by SpringsteenLyrics.com
BELLS OF SAN SALVADOR is an unreleased Bruce Springsteen song. Springsteen used some lyrics from his live adaptation of Creedence Clearwater Revival's Run Through The Jungle in BELLS OF SAN SALVADOR. See the live 29 Apr 1981 version of Run Through The Jungle for more details. The home demo Bells of San Salvador evolved into BELLS OF SAN SALVADOR.
The above partial lyrics are for a band rehearsal take of BELLS OF SAN SALVADOR that was recorded, according to Brucebase, in Colts Neck, NJ, sometime in April 1982. This band rehearsal take of BELLS OF SAN SALVADOR is in the hands of private collectors and is yet to circulate widely. Note that "Bells Of San Salvador" may not be correct title for this song.
According to Brucebase: "['Bells Of San Salvador' is a] sinister and oppressive song about a 1979 massacre that took place on the steps of... (continua)
BELLS OF SAN SALVADOR is an unreleased Bruce Springsteen song. Springsteen used some lyrics from his live adaptation of Creedence Clearwater Revival's Run Through The Jungle in BELLS OF SAN SALVADOR. See the live 29 Apr 1981 version of Run Through The Jungle for more details. The home demo Bells of San Salvador evolved into BELLS OF SAN SALVADOR.
The above partial lyrics are for a band rehearsal take of BELLS OF SAN SALVADOR that was recorded, according to Brucebase, in Colts Neck, NJ, sometime in April 1982. This band rehearsal take of BELLS OF SAN SALVADOR is in the hands of private collectors and is yet to circulate widely. Note that "Bells Of San Salvador" may not be correct title for this song.
According to Brucebase: "['Bells Of San Salvador' is a] sinister and oppressive song about a 1979 massacre that took place on the steps of... (continua)
Well they took him from his house
(continua)
(continua)
inviata da dq82 25/4/2016 - 12:00
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Album: Schegge di shrapnel
Testo di Daniele Bernardi, musica di Wu Ming Contingent
Le parole sono tratte dal memoriale di Gino Frontali, La prima estate di guerra, pubblicato dalla casa editrice Il Mulino nel 1998 e oramai fuori catalogo.
Gino Frontali era nato ad Alessandria d’Egitto nel 1889. Laureato in medicina all’Università di Bologna, partecipò alla Prima Guerra Mondiale prestando servizio in prima linea, come sottotenente medico del 70° reggimento fanteria, brigata “Ancona”.
Nel 1916 sintetizzò la sua esperienza in un manuale pratico molto apprezzato, Il medico di battaglione. Dopo la guerra, si specializzò in pediatria e divenne uno studioso di fama internazionale. Morì a Roma nel 1963.
Dal suo diario non emergono posizioni di aperta critica all’impresa bellica, ma più volte si dimostra sbalordito dagli abusi di potere degli ufficiali e dal loro disprezzo per la truppa.
L’episodio qui raccontato si svolge nei mesi estivi del 1915, sul fronte del Cadore.
Wu Ming Foundation