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Cutral Có

Cutral Có
[1998]
Scritta da Hernán de Vega
Canzone d’apertura di “Arriba las manos, esto es el Estado”, album d’esordio della band cumbia-ska-hip hop-reggae-punk-rock argentina.

Un titolo manifesto ed una canzone programmatica.

Cutral Có (nome mapuche che in spagnolo significa “Agua de fuego”) è il nome di una città della provincia di Neuquén, nella regione patagonica argentina.
Il governo argentino passò buona parte dell’800 a sterminare i nativi patagonici e poi, all’inizio del 900, proprio nella provincia di Neuquén furono scoperti grossi giacimenti petroliferi. La gente cominciò ad accorrere, richiamata dai posti di lavoro offerti dalla compagnia statale Yacimientos Petrolíferos Fiscales. Le condizioni di vita in quei primi insediamenti erano davvero precarie, tanto che in origine il nome del poblado che nel 1935 sarebbe stato battezzato Cutral Có era “Barrio Peligroso”. Ma all’inizio degli... (continua)
Puedo controlar
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2016 - 23:54
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Barry Horne

Barry Horne
(2003)

Album: X

15 anni fa moriva il compagno anarchico antispecista Barry Horne a causa di alcuni scioperi della fame (in carcere) contro la vivisezione
anni prima aveva partecipato a iniziativa londinesi di sostegno ai prigionieri repubblicani, in particolare nel 1981

un ricordo...


Morto in carcere l'animalista Barry Horne
In memoria di Barry Horne

Ancora una volta "ingiustizia è fatta": lo sfruttamento e l'oppressione di esseri senzienti può continuare indisturbato.

Mi ero occupato varie volte del caso Barry Horne, militante animalista detenuto nelle carceri inglesi. Come movimento U.N.A. (Uomo-Natura_Animali) avevamo espresso pubblicamente solidarietà alla sua lotta, portata avanti in prima persona con vari scioperi della fame, uno dei quali nel 1998 era durato ben 68 giorni.

Con la sua protesta Barry chiedeva la fine immediata di ogni pratica vivisezionista praticata dall'industria... (continua)
Though they broke your heart they never broke your will
(continua)
inviata da Gianni Sartori 23/3/2016 - 22:43
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La mia casa

La mia casa
(2016)
la canzone che apre l'album "Acrobati"

Questa canzone una CCG? Non lo so, in realtà stavo cercando una scusa per inserirla, Lorenzo sarà d'accordo con me, perché è la più bella canzone di questo nuovo disco di Silvestri. Gli appigli sono almeno due: la citazione del muro a Berlino, e la citazione del Bataclan a Parigi, che Silvestri ha raccontato di aver aggiunto all'ultimo momento perché la canzone è stata registrata subito dopo quel tragico 13 novembre. Ma a parte questi riferimenti specifici, la canzone dice che la nostra casa è in tutto il mondo. "Nostra patria è il mondo intero".

E data quella citazione del Bataclan di Parigi penso che oggi nostra casa è Parigi, è Bruxelles, così come sono state Madrid, Londra, New York, ma anche Istanbul, Kabul, Bamako, Mumbay e tanti altri mille posti di cui ignoriamo anche il nome, perché secondo la legge dei media occidentali, un morto... (continua)
La mia casa è a Lisbona (1)
(continua)
inviata da dq82 23/3/2016 - 16:57
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Itziarren semea

Itziarren semea
[1969]
Testo / Lyrics / Letra: Telesforo Monzón
Musica / Music / Música: Peio Ospital - Pantxo Carrere


"1968. urtean, Uztaritzen (Lapurdi), bikotearen ibilbidean garrantzi handia izango zuen pertsona bat ezagutu zuten: Telesforo Monzon. Bergararrak Pantxoa eta Peio abesten entzun eta liluratuta gelditu zen. Hurrengo urtean, hainbat kanta eskaini zien, haien artean "Itziarren semea" ospetsua. Peio Ospitalek gogoan du nolakoa izan zen elkar ezagutzea: "Amaia kultur taldeak hainbat ekimen antolatzen zituen, horien artean, kultur asteak. Kantatzeko eskatu ziguten, eta horrela ezagutu genuen Telesforo Monzon. Bera mintzaldi bat ematera jina zen, eta ondotik gu entzun gintuen. Gure ahotsak maite zituela adierazi zigun. 1969an ikustera jin zitzaigun, eta eskaini zigun lehen kantua "Itziarren semea" izan zen. Francoren garaiak ziren, eta askatasun egarri izugarria zegoen Euskal Herrian. Kantaldiak... (continua)
Itziarren semeak
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/3/2016 - 14:54
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El municipal

El municipal
[2001]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album intitolato “Bit Hippie”
La canzone fu adottata come una delle sigle di una seguitissima - e censuratissima - trasmissione TV, “Periodismo para todos”, programma d’investigazione giornalistica condotto da Jorge Lanata.

In Argentina tra il 1998 ed il 2002, così come più recentemente in Grecia, tra i lavoratori più colpiti prima dalle crisi e poi dalle soluzioni adottate dai governi per combatterle vi sono stati i dipendenti pubblici. In Argentina all’epoca gli stipendi pubblici vennero tagliati mediamente del 30% e succedeva spesso che gli impiegati comunali venissero pagati “a sorteggio”... In Grecia tra il 2009 ed il 2014 sono stati ridotti del 25%, più di 250.000 in meno in 5 anni!, e si sono visti decurtare drasticamente stipendi e pensioni, con un innalzamento dell’età pensionabile ancora maggiore che da noi.
¡La re-puta madre que los re-parió!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2016 - 14:02
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Barrio duro

Barrio duro
[2006]
Scritta da Ricardo Tapia e Gustavo Ginoi
Nell’album intitolato “Amor y paz”
Por esta calle nadie quiere ir
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2016 - 12:00
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Gente mala

Gente mala
[2001]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album intitolato “Bit Hippie”

Il 2001 in Argentina si concluse con la vergognosa fuga in elicottero del presidente De La Rúa dalla Casa Rosada assediata dai manifestanti, un’immagine tragicamente simile a quella che sancì la disfatta americana nella guerra in Vietnam.

Il governo di De La Rúa ereditò una situazione tragica ma non seppe porvi mano. Nel decennio Menem la corruzione in tutti gli apparati pubblici, l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro nei paradisi fiscali, l’assenza totale di controllo da parte della banca centrale, lo sciacallaggio delle grosse compagnie finanziarie, in testa a tutte la tedesca Clearstream Banking S.A (che da sola nel 2000 trattava 50 trilioni di Euro all’anno!) avevano affondato il paese. Il governo De La Rúa - nel cui esecutivo permanevano uomini di Menem,... (continua)
A las serpientes no se las ve llegar
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2016 - 11:27
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Con la espada y con la cruz

Con la espada y con la cruz
Parole e musica di Eduardo Ramos

dall'album Buenos días América (1987)
Con la espada y con la cruz, por religión
(continua)
22/3/2016 - 23:49
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El fierro

El fierro
[1999]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album intitolato “Palacio de pulgas”

1999, la fine del nefasto decennio di Menem e anche la fine del paese, che dopo tanti di anni di predazione e di cattive politiche economiche crollò nella depressione più nera...
Dejen de joder a todos
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2016 - 23:30
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¡Qué miseria!

¡Qué miseria!
[1993]
Scritta da Ricardo Tabia, membro fondatore e front man della blues band bonaerense
Nell’album d’esordio, “Mbugi (Endiabladamente Bueno)”
Beh, la musica non è proprio originale, è un (M)boogie woogie alla Chuck Berry...
Oiga jefe
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2016 - 23:09
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Homero

Homero
[1998]
Scritta da Pity Álvarez, membro fondatore della rock band argentina (che arrivò ad aprire i concerti dei Rolling Stones allo stadio del River Plate a Buenos Aires nella primavera del 1998!)
Nell’album intitolato “Especial”, pubblicato nel 1999
Cuando sale del trabajo, Homero viene pensando
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2016 - 22:28
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Non serve

Non serve
2014
Album: Indifferenti mai

Canzone liberamente ispirata dal libro “il campo giusto” di Elio Cicchetti
E l’uomo vince e l’uomo perde
(continua)
inviata da Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 22/3/2016 - 18:01
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Ustica

Ustica
2014
Album: Indifferenti mai
Quel ventisette giugno
(continua)
inviata da Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 22/3/2016 - 17:58
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Ninetto

Ninetto
2014
Album: Indifferenti mai

Un omaggio ai tredici di Lovere e a Ninetto, loro ex compagno, che li tradì.

Eraldo Locardi, tenente dell’esercito italiano, ferito in combattimento sul fronte greco e rimpatriato claudicante dall’Albania, dopo l’8 settembre 1943 non aderì al ricostituito regime fascista e organizzò in Val Calepio un gruppo di rivoltosi contro l’occupazione nazifascista e la Repubblica Sociale.
Assunse il nome di battaglia di Longhi e operò nella zona del Sebino.
Dopo un assalto alla caserma della milizia fascista di Sarnico, raggiunse i monti di Lovere affiancandosi al gruppo partigiano di Giovanni Brasi.
Partecipò all’operazione di autofinanziamento dei partigiani di Lovere che il 29 novembre 1943 prelevò il denaro dello stabilimento dell’Ilva di Lovere, applaudito dalle maestranze, e che contemporaneamente attaccò la sede del Fascio repubblicano di Lovere e le due centrali... (continua)
Giulio Giovanni Salvatore Andrea
(continua)
inviata da Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 22/3/2016 - 17:54
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Borgata Forcelli

Borgata Forcelli
2014
Album: Indifferenti mai

Canzone dedicata ad Eda Bussolari ed ai gemelli Marzocchi, liberamente ispirata al libro ‘Fuoco e neve’ di Maurizio Garuti.

Una bambina di nome Eda e i due gemelli sono i protagonisti della storia: un'esistenza intrecciata e condivisa fin quasi nei sogni e nel sentimento della gioia e del dolore. La guerra, la Resistenza, che trova i fratelli a capo di una formazione di "ribelli", avendo scelto di battersi contro l'occupazione nazifascista con Eda accanto a loro. La storia di Antonio, vittima di una pattuglia tedesca, e il tormento di Armando per la perdita del fratello. La forza di Eda, testimone e custode della tragedia, poi compagna e sostegno del suo uomo per tutta la vita: Eda che cresce attraverso le dure prove impostale dai tempi, fino a farsi donna nuova negli anni roventi del dopoguerra e della ricostruzione. Eda ormai vecchia e sola, che prende la... (continua)
Un giorno la sua casa natìa abbandonava
(continua)
inviata da Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 22/3/2016 - 17:37
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Indifferenti mai

Indifferenti mai
2014
Album: Indifferenti mai

Dedicata a ‘Odio gli indifferenti’ di Antonio Gramsci
e a ‘L’anno nuovo’ di Gianni Rodari
Non si può più restare a guardare
(continua)
inviata da Daniele dei Mulini a vento + CCG/AWS staff 22/3/2016 - 17:20
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Bruxelles

Bruxelles
[1962]
Parole di Jacques Brel
Musica di Gérard Jouannest
Nell’album “Les Bourgeois”

La Bruxelles di Brel, quella degli anni 40 e 50, cattolica, bigotta, rigida, soffocante (“gai comme un canal”, ossia triste e cupa) è impersonata in questa canzone dai suoi nonni, un ufficiale ed una funzionaria statale senza pensieri propri, senza opinioni, lui aveva fatto carriera nell’esercito, lei l’aveva lasciato fare, lui non aspettava che una bella guerra, nel qual caso lei avrebbe avuto il preciso compito di stare ad aspettare lui... E cosa volevate?!? Che il giovane Brel, sprofondato in quell’atmosfera, con la sola prospettiva di rilevare il cartonificio del padre, non fosse insofferente, maligno, poco serio e depresso?!? Così, nel giugno del 1953, armato solo della sua chitarra e delle sue idee, Brel partì per Parigi...

“Je suis né à Bruxelles le 8 avril 1929 à Schaerbeek. Mon père, Romain Brel... (continua)
C'était au temps où Bruxelles rêvait
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2016 - 14:13
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Sepulcro civil

Sepulcro civil
[1989]
Scritta da Antonio Romano
Nel primo album eponimo della heavy metal band argentina.
Sepultado en el suelo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2016 - 11:15
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Desterrando a los oscurantistas

Desterrando a los oscurantistas
[1989]
Scritta da Ricardo Iorio
Nel primo album eponimo della heavy metal band argentina.
Por TV contagian su infección
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2016 - 11:03
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Cráneo candente

Cráneo candente
[1989]
Scritta da Antonio Romano
Nel primo album eponimo della heavy metal band argentina.

Il genocidio fisico e poi culturale dei nativi della pampa e della Patagonia argentina (mapuche, ranquel, tehuelche, selknam e altri gruppi etnici indigeni), dalla “Conquista del Desierto” di fine 800 fino ai giorni nostri, non senza un accenno alla guerra delle Malvinas, “l’impero dell’uomo bianco con l’eliminazione dell’indio ha coltivato il culto della grande paura che ancora prosegue sacrificando vite come nell’astuta guerra delle Malvinas."
¡Por tu muerte!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2016 - 10:54
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Gil trabajador

Gil trabajador
[1991]
Scritta da Ricardo Iorio
Nell’album della band heavy metal argentina intitolato “Ácido argentino”

Ho più volte spergiurato che non avrei mai più contribuito brani metal ed oltre, perchè si tratta di generi e sottogeneri che musicalmente non stanno nelle mie corde, ma, complice l’incursione che sto facendo nel rock argentino, ho trovato questo testo davvero incisivo degli Hermética (1988-1994). Come altre canzoni degli anni 90 provenienti da quel paese, anche questa dedicata alla classe operaia, al “lavoratore fottuto” (questa potrebbe essere una traduzione, che “gil” è aggettivo rioplatense, o anche sostantivo nel lunfardo, che significa sempliciotto, facile da ingannare, ingenuo) racconta degli anni del “menemismo”, quando il popolo argentino, ancora tramortito e impaurito dalle sevizie della dittatura, si fece prendere in braccio da un pugno di ladroni neoliberisti corrotti e... (continua)
El tormento del vino artificial
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/3/2016 - 10:19
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9 to 5

9 to 5
Tumble out of bed
(continua)
22/3/2016 - 01:41
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El mendigo del Dock Sud

El mendigo del Dock Sud
[1973]
Parole e musica di Mauricio Birabent, in arte Moris
Nel suo album “Ciudad de guitarras callejeras” pubblicato nel 1974

Dock Sud, località in Avellaneda, nell’area metropolitana di Buenos Aires, deve il suo nome al grande molo costruito sulla riva meridionale del fiume Matanza-Riachuelo. L’attività storica idel Puerto de Dock Sud (El Docke) è quella petrolchimica, che nel tempo ha causato gravi danni all’ambiente in un’area, oltre tutto, fortemente abitata. (es.wikipedia)
Yo soy el mendigo del Dock Sud
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/3/2016 - 22:41
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გაფრინდი შავო მერცხალო

anonimo
Gap'rindi šavo merc'khalo
[IX secolo / 9th Century ?]



Secondo le notizie che ho reperito in rete, scarse anche perché sono tutte in lingua georgiana che non è tra quelle che capisco meglio (per usare un eufemismo...) il canto è antichissimo e potrebbe risalire addirittura al IX secolo. In tempi recenti se ne ricorda l'esecuzione data da Hamlet Gonašvili (1928-1985), detto “La voce della Georgia”:



Appartiene a tutta quella serie di canti popolari (diffusi in tutta Europa fino alle sue estreme propaggini caucasiche) nei quali si chiedono a uccelli vari (in questo caso una “rondine nera”) notizie di guerrieri in battaglia; quasi invariabilmente, ad effettuare tale richiesta all'uccello è una donna (in questo caso una sorella). La struttura di tali canti è effettivamente molto antica, e in certi casi può risalire ad epoche addirittura anteriori al Medioevo.

In effetti, non si può certamente... (continua)
გაფრინდი შავო მერცხალო,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/3/2016 - 22:04
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Disoccupato rappo

Disoccupato rappo
[1986]
Nell’album intitolato “‘nzalla”, prodotto dalla Multimedia Attack di Bologna su etichetta “Totò alle prese coi dischi”
Leggo su questo blog garganico che il pugliese (foggiano?) “‘nzalla” corrisponderebbe più o meno ad una cosa o persona “fica” (che piace, simpatica, eccentrica, che veste strano, ecc) ma anche al suo contrario... Chissà che significato gli attribuivano i TB?

In ogni caso qui si parla di una giornata all’ufficio di collocamento a metà degli anni 80... Non che oggi ai centri per l’impiego (espressione forse più elegante, un po’ come operatore ecologico al posto di spazzino) sia poi tanto diverso...

Incredibol bat trù... Inserisco due canzoni dei mitici Truzzi e ti trovo la recensione proprio di questo disco, fatta giusto l’altro ieri, sul sempre splendido Negozio di Euterpe... la riporto integralmente:



"....Mi piacciono le radio, mi piace pure il rock'n'roll....''
Compie... (continua)
Duiuuonnadens, duiuuonna
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/3/2016 - 20:38
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Señor Bacardi

Señor Bacardi
[1989]
Nell’LP “Truzzi Broders”, prodotto dalla Truzzo Records

Dedicata alla storica visita di Obama a Cuba... Non c’era il vecchio Fidel ad aspettarlo... Per non dimenticare.

Nel 1936 la Bacardi Limited, fondata a Cuba nel 1862, aprì una distilleria a Puerto Rico, così da non dover pagare le tasse sul rum esportato negli USA. Poi nel 1959, con la vittoria della rivoluzione, trasferì completamente la produzione a Puerto Rico, “territorio no incorporado de los Estados Unidos”. Oggi la Bacardi agisce anche in Messico e a Miami, e ha la sede legale nelle isole Bermudas. Anche l’italiana Martini & Rossi è sua.
Ehi Señor Bacardi, troppo tempo è passato (*)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/3/2016 - 18:05
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Pato trabaja en una carnicería

Pato trabaja en una carnicería
[1970]
Parole e musica di Mauricio Birabent, in arte Moris
Nel suo album “Treinta minutos de vida” pubblicato nel 1970 dalla piccola etichetta indipendente Mandioca.

Una canzone in cui Moris si scagliava contro i falsi hippy, i ragazzotti della borghesia, figli di papà e radical chic che evidentemente anche a Buenos Aires - così come a New York, Parigi, Londra, Roma,... - amavano seguire la scena musicale alternativa e magari partecipavano anche a qualche corteo di protesta, ma sempre ben saldi nella convinzione che “lo tuyo es mío y lo mío es mío”. E questa che all’inizio sembrava solo una facezia avrebbe causato poi invece non pochi danni ai lavoratori, ai proletari. Gettato alle ortiche il finto ribellismo giovanile, i capitalisti in erba avrebbero ereditato le aziende dei padri, avrebbero occupato i posti di potere, avrebbero invocato ordine e mano dura, avrebbero avallato le dittature,... (continua)
Todo empezó con el chiste que decía
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/3/2016 - 17:41
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Ayer nomás

Ayer nomás
[1967]
Scritta da Mauricio Birabent, in arte Moris, e Alberto Raúl Lernoud, in arte Pipo Lernoud
La canzone, nella versione edulcorata ed autocensurata scritta da Litto Nebbia, stava sul Lato B de La balsa, nell’interpretazione de Los Gatos
La versione originale è invece presente nel disco d’esordio di Moris, “Treinta minutos de vida” pubblicato nel 1970 dalla piccola etichetta indipendente Mandioca.

L’originale di “Ayer nomás” di Moris era una canzone di protesta. Era il 1967 e (quasi) tutti i giovani protestavano, e a ragione. Il rock 'n' roll era la musica che incarnava la protesta. E i discografici sapevano di poterci fare un sacco di soldi. Ma in Argentina c’era la solita dittatura militare di turno, quella del generale golpista Onganía, soltanto un antipasto di quello che sarebbe accaduto qualche anno dopo, ma i giovani che protestavano, i cappelloni e i rockettari erano sul libro... (continua)
Ayer nomás
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/3/2016 - 11:16
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Maria Solitaria

Maria Solitaria
[2015]

Alessio Lega e I Malfattori - Albumconcerto

Canta Giusi Delvecchio
Basso elettrico Nicola Zamagna
Chitarra Alessio Lega
Organo Hammond Guido Baldoni
registrata live a Gambettola il 27 ottobre 2015

Maria Solitaria (con Maria Tortura e Maria Tabacchina) fa parte della trilogia della "Madonne", preghiere laiche sulle figure femminili scritte originariamente da Alessio Lega per il film di Ascanio Celestini "Viva la sposa" (2015) dove è appunto stato inserito un frammento di Maria Tabacchina.

Il verso "si mise il vestito più vecchio e più brutto" è la citazione della canzone "Il vestito vecchio e brutto" di Corrado Sannucci, dedicata agli aborti clandestini.
Di bava e preghiera la bocca incrostata
(continua)
inviata da adriana 21/3/2016 - 09:23
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La balsa

La balsa
[1967]
Scritta da José Alberto Iglesias, in arte Tanguito, e Litto Nebbia, membro fondatore de Los Gatos, gruppo precursore del rock argentino.
Il testo fu ispirato a Tanguito dall’ascolto de “La barca” del cantautore portoricano José Feliciano.
Del brano esistono due versioni originali, quella più “exitosa” de Los Gatos, esplosa come una bomba nel 1967, e quella più intima, improvvisata con la sola chitarra, che Tanguito registrò nel 1969 o 1970 e che fu pubblicata solo dopo la sua tragica morte (sopravvenuta dopo una tragica vita) nel 1973, nell’LP intitolato “Tango”.



All’inizio ho pensato di proporre questa canzone epocale, il primo grande successo del rock argentino, come Extra, solo per il fatto che è l’unico titolo citato da León Gieco nel suo poema narrativo “rap” Los Salieris de Charly. Ma già questo ne fa qualcosa di eccezionale, al di là del testo.
E poi ho ascoltato la... (continua)
Estoy muy solo y triste acá en este mundo abandonado [orig de mierda]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2016 - 23:06
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Renzo Renzi [o Re-Enzino]

Renzo Renzi [<i>o</i> Re-Enzino]
[2014]
Parole e musica dei Suonatori Terra-Terra di Pontassieve
Lyrics and music by Suonatori Terra-Terra from Sieve Bridge

Stavolta ci siamo riusciti. Il vostro spett. duo in trasferta annuale alla festona della Lega di Cultura di Piàdena del "Miciu" (in questo caso, a buon diritto potremmo essere definiti il "Duo di Piadena"...), in mezzo a un'autentica ribongia è riuscito ad acchiappare finalmente i Suonatori (e più che altro le Suonatrici) Terra-Terra e a carpir loro il foglio col testo del Renzo Renzi (o "Re-Enzino"), brano che presentano con indòmito successo fin dal 2014 (come si può vedere dal video, che per l'appunto è stato registrato proprio nel giugno 2014 all'Istituto De Martino). Beh, averci un foglio a disposizione è sempre più comodo, e tanto Re Enzino regna tuttora imperterrito sull'Itàglia; quindi, appena reduci da Piadena, ve lo presentiamo in tutta la sua regalità.... (continua)
Io mi chiamo Matteino, per gli amici anche Re-Enzino,
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 20/3/2016 - 21:55
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Gira y gira

Gira y gira
[1992]
Parole e musica di León Gieco
Nell’album intitolato “Mensajes del alma”.
Interpretata anche dalla Negra Mercedes Sosa. La canzone è contenuta nell’ultimo album postumo, “Lucerito”, pubblicato nel 2015 ma registrato nel 2000.




“Sole mi stai proteggendo in questo tempo uguale a quelli passati... Gira e gira la vita, gira e gira la storia, hanno ammazzato tanta gente e oggi la menzogna è la stessa per giustificarlo...”
Gira y gira la vida
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2016 - 18:32
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Los Salieris de Charly

Los Salieris de Charly
[1992]
Parole e musica di León Gieco
Nell’album intitolato “Mensajes del alma”.

Come già La memoria e tante altre canzoni di León Gieco, anche questa è un’epopea, un poema narrativo di un’epoca sordida, l’ennesima per un’Argentina ancora alle prese con gli spettri (piuttosto concreti) della dittatura sanguinaria conclusasi nel 1982-83. Il punto di vista è quello del cantautore e dei suoi amici musicisti, tutti in qualche modo debitori e modesti allievi dell’innarivabile maestro Charly García, così come si dice (ma sarà poi vero?) che Antonio Salieri lo sia stato di Wolfgang Amadeus Mozart.

Una canzone di feroce protesta da parte di un gruppo di artisti che hanno molto da dire perchè nel decennio precedente hanno dovuto mangiare morte e silenzio, e sono sopravvissuti, ed ora sono costretti ad assistere allo stupro della memoria, all’insulto a tutti quei morti desaparecidos e assassinati,... (continua)
Somos campesinos de la raza de altroque
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2016 - 17:23
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La Bucarest che cambia

La Bucarest che cambia
Raccontiamo la storia di Miloud Oukili, un Clown franco-algerino che a vent'anni è andato a Bucarest come artista di strada e qui ha conosciuto i bambini di strada, completamente abbandonati a loro stessi, soli per strada, destinati ad una vita di stenti, vissuta nelle fogne della città che, per combattere il freddo, la fame e la tristezza, si stordiscono respirando la colla...Miloud fa amicizia e va a vivere con loro e lentamente li avvia all'arte circense e al mestiere del clown, affinchè possano trovare un'occasione altra di vita dignitosa. Nasce Parada, un'Associazione che in poco tempo diventa conosciuta in tutto il mondo dando la possibilità a tantissime persone abbandonate di imparare un mestiere e di vivere di questo. a questo progetto hanno collaborato in studio con noi, gli amici Alzamantes, una band folk-rock milanese davvero Fantastica!!

Di Miloud Oukili già si parlava in Tombino
Come disse Miloud Oukili
(continua)
inviata da dq82 20/3/2016 - 16:28
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Pappagalli Verdi

Pappagalli Verdi
2014

Pappagalli verdi è il soprannome delle submunizioni o cluster bomb antiuomo sovietiche PFM-1 (in russo: Противопехотная Фугасная Мина?, traslitterato: Prativapekhatnaja Fugasnaja Mina) e PFM-1S (versione autodistruggentesi in 24h), che sono seminate dagli elicotteri o da granate e razzi di artiglieria. Le mine sono simili (si suppone, come molti ordigni USA impiegati nella guerra del Vietnam, che sia stata imitata dai sovietici) al modello statunitense BLU-43/B "Dragontooth", massicciamente impiegato in Vietnam. La versione americana, come la PFM1, non aveva meccanismo di autodistruzione e costituisce ancora oggi un pericolo costante.

Il nome dell'ordigno viene dalla forma piatta ma asimmetrica aerodinamica, che ne stabilizza e ne rallenta la caduta, permettendone lo spargimento su di un ampio territorio, secondo la quota e la velocità della semina o dispersione. L'esplosivo è liquido... (continua)
Guerre, business, stati complici
(continua)
inviata da dq82 20/3/2016 - 16:03
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I figli del Bloody Sunday

I figli del Bloody Sunday
[2013]
Un brano distribuito on line singolarmente ma che avrebbe dovuto far parte dell’album intitolato “Il suono dell’aurora”

“I figli del Bloody Sunday” è nata magicamente da un giro di accordi durante una serata a casa di Casso. Non è stato possibile inserirla nel Cd in quanto quest’ultimo era già in stampa. Riteniamo la questione Irlandese ancora viva e attuale. Per le strade delle Sei Contee ci sono persone che ancora oggi lottano, dove l’appartenenza politica sancisce, anche se non “ufficialmente”, l’accesso ad alcuni diritti e dove le enclave cattoliche vivono in una situazione di disagio e segregazione. Dall’altra parte, nei quartieri protestanti, esiste ancora la volontà di far pesare la propria supremazia. A Belfast, così come a Derry, a Armagh e a Craigavon si combatte nella vita di tutti i giorni per non essere esclusi dai diritti, nelle carceri e anche nelle strade. Non si... (continua)
Gente che passava, gente che cadeva
(continua)
inviata da ZugNachPankow 20/3/2016 - 15:37
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Si j'étais président

Si j'étais président
(1980)

Pierre Delanoé - Gérard Lenorman

Una canzone ironica dedicata ai bambini - infatti viene tuttora fatta cantare ai bimbi nelle scuole materne della République - che descrive un governo ideale con Topolino primo ministro e Zorro ministro della giustizia. Paradossale fino a un certo punto, perché Lenorman nomina come "ministro dello spasso" il comico Coluche (grande amico di Renaud morto nel 1986 in un incidente motociclistico), che aveva appena dichiarato di volersi candidare alla presidenza. Nei sondaggi i consensi verso Coluche sfiorarono il 16% preoccupando non poco il candidato socialista François Mitterrand...

On se ferait la guerre à grands coups de rythmique...
Il était une fois à l'entrée des artistes
(continua)
inviata da Lorenzo con l'aiuto di Valentina! 20/3/2016 - 10:57
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Mensajes del alma

Mensajes del alma
[1992]
Parole di León Gieco
Musica di Luis Gurevich, compositore che ha accompagnato Gieco per quasi 20 anni a partire proprio da “Mensajes del alma”, album cui questo brano dà il titolo.

Una riflessione sull’Argentina dei primissimi anni 90 - quella del “menemismo”, delle privatizzazioni selvagge, della corruzione, dei ricchi sempre più ricchi e dei poveri sempre più poveri, dell’impunità dei carnefici della dittatura,... - alla luce della tragedia avvenuta solo pochi anni prima, quando la vita e la morte di ogni argentino erano nelle mani di gente come Alfredo Astiz - l’“Ángel rubio de la muerte” dell’ultima strofa - il torturatore ed assassino dell’ESMA che oggi per fortuna è rinchiuso in galera a vita (in buona compagnia di molti altri suoi colleghi, come Jorge "El Tigre" Acosta, Antonio Pernías, Oscar Montes, Raúl Scheller, Ricardo Cavallo, Alberto González, Néstor Savio, Adolfo Donda,... (continua)
En mi país por año hay 15 mil chicos que vuelan
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2016 - 21:05
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Ángel rubio

Ángel rubio
[2001]
Parole e musica di Ignacio Copani (1959-), cantautore argentino
Nel suo album doppio intitolato “Desigual”

Canzone in memoria di Alfredo Astiz, “El Ángel Rubio” o “El Ángel de la Muerte” o “El verdugo”, capitano della Marina argentina negli anni della dittatura, infiltrato nei gruppi di difesa dei diritti umani, come le Madres de Plaza de Mayo, che contribuì a decimare, torturatore ed assassino dell’Escuela de Mecánica de la Armada (ESMA) a Buenos Aires, sede di una delle famigerate prigioni clandestine dove venivano torturati ed eliminati quanti venivano sequestrati illegalmente, 30.000 i desaparecidos nei sette anni che durò il cosiddetto Proceso de Reorganización Nacional (1976-1983).

Oggi possiamo affermare che quel mostro sia finalmente morto, perchè nel 2014 ha ricevuto la sua sentenza definitiva di condanna all’ergastolo.
Con tu rostro tan angelical
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2016 - 18:24
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One of the Many

One of the Many
[1999]
Parole e musica di Phil Sampson, songwriter dell’Oklahoma, attivo dagli anni 60
Nell’album intitolato “Little Pieces Of His Heart”
Testo trovato sul solito, immarcescibile Mudcat Café

“Ora le medaglie e le mostrine e la ali d'argento lucido / Non servono a confortarla, non significano nulla / Soltanto raccontano una storia sul prezzo dell’onore / Che il suo amato pagò una sola volta, e che ora invece lei paga ogni giorno. E non è che una delle tante...”
She's the center of attraction everywhere she goes
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2016 - 14:19
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Azucena

Azucena
Parole di Sara Melul (1941-), liricista di Buenos Aires
Musica di Marcelo Saraceni (1957-), chitarrista compositore e docente di musica argentino, anche lui di Buenos Aires.
Testo trovato su TodoTango

Un tango dedicato ad Azucena Villaflor de Vicenti (1924-1977), argentina di Avellaneda, nata in una famiglia operaia, di mestiere telefonista in un’azienda di elettrodomestici. Sposata con il delegato sindacale Pedro De Vicenti, con cui ebbe quattro figli, nel 1976 uno di essi, Néstor, fu sequestrato insieme alla fidanzata, Raquel Mangin.

Azucena si mise subito alla loro ricerca, visitando ogni obitorio ed ogni stazione di polizia e chiedendo inutilmente aiuto ai vertici del vicariato militare (e mi sorge qui una domanda: come mai non si sente mai parlare delle responsabilità dei cappellani militari in frangenti storici come quello della dittatura e della guerra sporca in Argentina?).
Nel... (continua)
Nacieron las madres
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2016 - 12:01
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Ha perso la città

Ha perso la città
2016
Una somma di piccole cose

Con Ha perso la città Niccolò Fabi torna ufficialmente in radio col primo singolo tratto dal nuovo album di inediti in arrivo ad aprile.

Da venerdì 18 marzo è in radio il primo estratto da Una somma di piccole cose, di cui è già stata svelata anche la title-track: con una ballata malinconica e densa di significati il cantautore romano ha scelto di dare inizio ad un nuovo capitolo discografico, rappresentato da un disco interamente suonato da Niccolò in uscita per Universal Music il 22 aprile.
Ha perso la città, disponibile in download e in rotazione radiofonica, è un brano velato di malinconia ma estremamente attuale e realistico, a tratti molto crudo. Un testo che scatta una fotografia precisa del nostro tempo attraverso immagini che si susseguono e che raccontano in che modo sono cambiate le nostre città e i nostri paesi in questi ultimi anni: dalla cementificazione selvaggia alla perdita degli spazi di aggregazione, dal traffico incessante alle nuove mode che surclassano le realtà di un tempo.
Hanno vinto le corsie preferenziali
(continua)
inviata da dq82 18/3/2016 - 18:19
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Wrong Side of Heaven

Wrong Side of Heaven
(2013)
dall'album "The Wrong Side of Heaven and the Righteous Side of Hell, Volume 1"

Ai reduci delle guerre americane che vengono lasciati soli con sé stessi dalla loro Nazione al ritorno dalle stesse.
I spoke to God today, and she said that she's ashamed.
(continua)
inviata da Luca 'The River' 18/3/2016 - 16:51
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The Men of Rivonia

The Men of Rivonia
[1964]
Parole di Hamish Henderson
Sulla melodia de El Ejército del Ebro, canzone della guerra di Spagna di cui sono note parecchie varianti e talora intitolata come “Ay Carmela!” e “Viva la Quince Brigada”
Trovo il brano interpretato da Roy Bailey ‎in “Leaves From A Tree” (1988) e da Dick Gaughan, in alcune sue performance dal vivo.

Tra il 1963 ed il 1963 il governo razzista di Pretoria processò alcuni celebri militanti e combattenti anti-apartheid, tutti arrestati in una casa di sicurezza dell’ANC a Rivonia, un sobborgo di Johannesburg. Tra di loro non solo neri ma anche bianchi antirazzisti, tutti di fede ebraica.

Tra i molti imprigionati spiccavano i seguenti nomi: Nelson Mandela, Walter Sisulu, Govan Mbeki, Raymond Mhlaba, Andrew Mlangeni, Elias Motsoaledi, Ahmed Kathrada (tutti membri dell’ANC), Denis Goldberg (del Congress of Democrats), Lionel "Rusty" Bernstein (dirigente comunista),... (continua)
They have sentenced the men of Rivonia,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2016 - 13:16
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E, moj druže beogradski

E, moj druže beogradski
(1992)

dall'album "Hrana za golubove" (Cibo per colombe) della rock band croata "Film"
Musica scritta originariamente per Na morskome plavom zalu tratta dal film "Do You Remember Dolly Bell" di Kusturica.
Lijepe cure beogradske
(continua)
inviata da Monia 18/3/2016 - 12:58
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La Misión

La Misión
(1999)
Album: Aerolíneas Makiza
Anita
(continua)
17/3/2016 - 22:36
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Ramblin’ Boy

Ramblin’ Boy
[196?]
Parole e musica di Tom Paxton
Title track del suo disco del 1964.
Ma l’anno precedente la canzone era già stata interpretata da The Weavers nel corso di un loro storico concerto alla Carnegie Hall.
In seguito il brano - con il titolo “My Ramblin’ Boy” - fu ripreso da Judy Collins e da Sandy Denny




Due hobo, amici per la pelle, inseparabili. Capitati in quel di Tulsa, Oklahoma, non trovano una sistemazione per entrambi, sicchè decidono di passare la notte all’aperto, in un accampamento di vagabondi. Ma il freddo uccide uno dei due e l’altro rimane solo, immaginando l’amico a vagabondare nei cieli, finalmente senza più sofferenze...

Un racconto che sembra di altri tempi e che invece si ripropone ogni anno nei freddi inverni delle nostre opulente ed indifferenti città...
He was a man and a friend always
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/3/2016 - 21:44
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Bruton Town

Bruton Town
Un’antica murder ballad inglese, raccolta da Cecil Sharp tra le su “100 English Songs”, volume pubblicato nel 1904.
Nota anche con i titoli “The Bramble Briar” e “The Murdered Servantman”.
Tutti i testi (e informazioni più dettagliate) sono reperibili su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music

Interpretata da Martin Carthy (in “Second Album”) e da Ewan MacColl (in “The Manchester Angel”, con il titolo “The Bramble Briar”) nel 1966. In seguito anche dai Pentangle (nel loro disco d’esordio) e da Maddy Prior (in “Folk Songs of Old England Vol. 1”) nel 1968, e poi da Sandy Denny in alcune esibizioni del 1972 raccolte innanzitutto nell’antologia “Who Knows Where the Time Goes?” pubblicata nel 1986.
Comunque è impossibile citare tutti gli artisti che hanno interpretato “Bruton Town”…

La fonte originaria della canzone parrebbe addirittura essere il “Decamerone” del Boccaccio e,... (continua)
In Bruton Town there lived a noble,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/3/2016 - 16:10
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Let No Man Steal Your Thyme

Let No Man Steal Your Thyme
Una canzone tradizionale inglese antica assai, conosciuta in molte lezioni e con titoli diversi: “Sprig o' Thyme”, “The Bunch of Thyme”, “Let No Man Steal Your Thyme”, “Come All You Garners Gay”, “(I Sowed) The Seeds of Love”…
Tutti i testi (e informazioni più dettagliate) sono reperibili su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music

La versione che qui propongo per prima è quella condensata interpretata nel 1968 dai Pentangle di Jacqui McShee, John Renbourn, Bert Jansch, Danny Thompson e Terry Cox (nel lor album d’esordio, “Pentangle”).

In realtà il gruppo fece propria una versione precedente, quella offerta da Anne Briggs al Festival di Edimburgo nel 1963 (in “Edinburgh Folk Festival Vol. 2”, 1964) e poi già riproposta nel 1966 da Sandy Denny (in “The Attic Tracks Vol. 4: Together Again”, con Trevor Lucas).
Come all you fair and tender girls
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/3/2016 - 13:52
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Dirty Old Town

Dirty Old Town
"Dirty old town" di Ewan mcColl è diventata nell'immaginario collettivo una canzone irlandese, anche se l'autore è inglese, perché popolare nella versione dei Pogues, nostra band di riferimento fin dagli inizi. Non c'è gruppo che non si sia cimentato con questa canzone, non c'è festa di San Patrizio che non l'abbia in scaletta. E naturalmente anche noi quando suoniamo a Irlanda in festa.
Modena City Ramblers

dq82 17/3/2016 - 11:28
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One Day We'll See Them

One Day We'll See Them
Una canzone scritta da Alex Campbell e presente in alcuni suoi dischi, a cominciare da “Live + Studio” inciso in Germania e Danimarca tra il 1975 ed il 1976. Poi anche nella raccolta “Folk Friends” del 1978, dove il brano è interpretato da Campbell con Finbar Furey e Davey Arthur. Da notare che nel disco era presente anche Hannes Wader, che aveva già trasposto in tedesco Been on the Road so Long di Alex Campbell.




Ho trovato il testo sul solito Mudcat Café, in una discussione intorno a Freedom Come Aa Yee alla battaglia della Somme… Credo quindi che anche questo brano sia da ascrivere al percorso sulla Grande Guerra.
Darkness is fading, the day it is dawning
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/3/2016 - 11:21
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Il Sorriso di Šibenik

Il Sorriso di Šibenik
NB. In questa pagina, del tutto arbitrariamente, mi sono permesso di ripristinare le esatte grafie croate, sia della città di Šibenik, o Sebenico che dir si voglia, sia del cognome della partigiana Kitarović. Ammetto che è più forte di me, ma sicuramente Šibenik (e anche Kitarović) avrebbe scritto uno dei figli più illustri di quella città, vale a dire Niccolò Tommaseo. Sono stato due volte a Sebenico, sia prima che durante la guerra. La prima volta rimasi stupefatto dalla cattedrale di San Giacomo. La seconda, la cattedrale aveva dei buchi enormi sulla cupola e sul tetto. Erano bombe, of course. Saluti.

NB2. Se però, e per caso, leggessero questa pagina i Mulini a Vento, devo dir loro una cosa. Se nella loro (bella) canzone citano il nome della città in croato, bisognerebbe dire "Scìbenik", e non "Sìbenik" come cantano. Salud.
Riccardo Venturi 17/3/2016 - 10:23

Budowa pasa startowego Breslau 1945

Budowa pasa startowego Breslau 1945
Se volete potete anche proporre qualcosa di meglio sui poveri tedeschi esiliati dalla loro madrepatria...
Krzysiek Wrona 17/3/2016 - 09:47
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Świat sprzyja

SORRIDE MONDO
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 17/3/2016 - 01:45
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Beatles: A Day In The Life

Beatles: A Day In The Life
Una canzone per me stupenda come anche la voce di Lennon unita poi alla splendida musica dell'orchestra. Inimitabili
Met 16/3/2016 - 22:49
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L'uomo

Carissimo Fabio SKINS, noi abbiamo inserito il testo della canzone così come ce lo hai mandato (solo facendo un po' di editing e correggendo qualche refuso), però ascoltando il video si sente che mancano dei pezzi (ad es. anche all'inizio). Ci potresti per cortesia mandare un testo completo del brano, magari accompagnato da qualche indicazione discografica (anno esatto di composizione, autori, eventuale album...) e da un commento meno "stringato"? Te ne saremmo veramente grati anche per dare maggior risalto alla canzone. Ciao e grazie!
CCG/AWS Staff 16/3/2016 - 22:03
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Quello che non ho

Quello che non ho
Presente anche nella collona sonora del film di Wim Wenders "Palermo Shooting". Un film che prova a giocare un po' con la morte :)

Wenders considera Fabrizio De André un santo e anche quello mi preoccupa un po' ;D
Krzysiek 16/3/2016 - 21:32
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Такого, как Путин!

Такого, как Путин!
Che bello Putinphone (è uscita una nuova edizione per commemorare il secondo anniversario dell'annessione della Crimea).
Certamente, è l'opera di un riconosciuto mondialmente gioielliere italiano :)

Anche io ne voglio uno cosììììììììììììì... :)

http://www.corriere.it/tecnologia/mobi...
krzyś 16/3/2016 - 21:20




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