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And Freedom Too
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From the steaming Mekong Delta
(continua)
(continua)
26/10/2016 - 23:19
Percorsi:
Guerra in Vietnam: vista dagli USA
O pescecan terribile
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[primi anni del 900]
Parole e musica di Antonio Mazzuccato, direttore del Gruppo corale Borgo Vittoria di Torino negli anni tra il 1908 e il 1922, così come eseguito nel 1973 da Angelo Giorcelli, classe 1890, operaio FIAT, membro originario del coro, durante un'intervista condotta da Emilio Jona e Sergio Liberovici
In Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto - "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi", Donzelli 2008.
La corale nacque nel 1903 all’interno del Circolo Educativo Socialista di Borgo Vittoria, che poi ebbe sede presso l'imponente edificio della Casa del Popolo di Borgo Vittoria e Madonna di Campagna, costruito intorno al 1910 con il finanziamento e la forza lavoro dei circoli rionali socialisti, e incendiato dai fascisti nel 1922. In seguito, sulle sue ceneri, venne allestita una sala cinematografica, l'Apollo, con annessa sala danze. Oggi vi sorge... (continua)
Parole e musica di Antonio Mazzuccato, direttore del Gruppo corale Borgo Vittoria di Torino negli anni tra il 1908 e il 1922, così come eseguito nel 1973 da Angelo Giorcelli, classe 1890, operaio FIAT, membro originario del coro, durante un'intervista condotta da Emilio Jona e Sergio Liberovici
In Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto - "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi", Donzelli 2008.
La corale nacque nel 1903 all’interno del Circolo Educativo Socialista di Borgo Vittoria, che poi ebbe sede presso l'imponente edificio della Casa del Popolo di Borgo Vittoria e Madonna di Campagna, costruito intorno al 1910 con il finanziamento e la forza lavoro dei circoli rionali socialisti, e incendiato dai fascisti nel 1922. In seguito, sulle sue ceneri, venne allestita una sala cinematografica, l'Apollo, con annessa sala danze. Oggi vi sorge... (continua)
O pescecan terribile
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/10/2016 - 22:55
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War Machine
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Album: "Who Is the Sender?" (2015)
Bill Fay dopo aver pubblicato negli anni '70 due dischi acclamati dalla critica ma di scarso successo commerciale, è tornato dopo più di 40 anni a incidere dischi, prima con Life is People del 2012 poi con questo Who is the Sender?.
Più ancora che il precedente, il nuovo album esprime frustrazione e costernazione per lo stato in cui è ridotto il mondo, guerre e persecuzione.
Questa War Machine è un'amara descrizione della natura umana pronta ad uccidere finanziando senza fare domande una micidiale macchina da guerra.
Bill Fay dopo aver pubblicato negli anni '70 due dischi acclamati dalla critica ma di scarso successo commerciale, è tornato dopo più di 40 anni a incidere dischi, prima con Life is People del 2012 poi con questo Who is the Sender?.
Più ancora che il precedente, il nuovo album esprime frustrazione e costernazione per lo stato in cui è ridotto il mondo, guerre e persecuzione.
Questa War Machine è un'amara descrizione della natura umana pronta ad uccidere finanziando senza fare domande una micidiale macchina da guerra.
All the leaves are falling
(continua)
(continua)
26/10/2016 - 22:32
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Italiella
![Italiella](img/thumb/c31908_130x140.jpeg?1329588447)
nota nr.3 indica il famoso pesce di San Raffaele presente nell'omonima chiesa sita a Napoli nel rione Mater Dei. Secondo la tradizione, le donne che volevano uscire incinte, dovevano baciare proprio il pesce che la statua di San Raffaele ha (ancora oggi) tra le sue mani.
amedeo 26/10/2016 - 17:15
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A tirannia
![A tirannia](img/art/t1031926.jpg)
I canti degli zolfatari si presentano frequentemente come canti monostrofici aventi la struttura della canzuna, ovvero di verso endecasillabo a rime alterne, anche se si possono trovare canti in forme diverse con strofe costituite da un numero di versi inferiore ad otto e spesso, soprattutto nei canti dei carusi, si presentano sotto forma di distici.
A differenza dei canti dei carrettieri, dei contadini, quelli degli zolfatari, per lo più, non venivano cantati durante il lavoro; infatti la durezza del lavoro lasciava poco spazio al canto. Tuttavia qualche eccezione la si può riscontrare.
Al riguardo, un esempio di canto di lavoro degli zolfatari viene riportato da Alberto Favara nel Corpus di musiche popolari siciliane: è il canto numero 370, indicato come appartenente alle zone di Villarosa e Caltanissetta; in esso viene evidenziata una peculiarità rispetto agli altri canti di mestiere.... (continua)
Bernart Bartleby 26/10/2016 - 10:37
La ballata del ciucciocorno
![La ballata del ciucciocorno](img/thumb/c53590_130x140.jpeg?1477340155)
Per quanto questa ballata sia tratta da uno spettacolo sul golpe cileno, contiene in realtà più che altro una riflessione universale e qualche riferimento pure all'Italia di quegli anni, dove PC e DC, complici proprio i fatti del Cile, preparavano il "compromesso storico" che avrebbe avuto l'obiettivo di spegnere gli inneschi di un'involuzione autoritaria ed eversiva anche nel nostro paese.
Quanto al ciucciocorno, per quanto boccalone, beh, è stato certamente un ciuccio di pace, per cui assegnerei il brano al percorso "Asini contro la Guerra" più che a quello sull'11 settembre cileno...
Quanto al ciucciocorno, per quanto boccalone, beh, è stato certamente un ciuccio di pace, per cui assegnerei il brano al percorso "Asini contro la Guerra" più che a quello sull'11 settembre cileno...
B.B. 25/10/2016 - 08:04
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El pueblo unido jamás será vencido
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Here's an audio link to El pueblo unido jamás será vencido performed live at a solidarity concert in Helsinki in January 1974 by Quilapayún together with the Finnish song group Agit Prop:
And here's a story behind the song:
At the time of the Chilean coup d'etat in the fall of 1973, Quilapayún were in Finland. Soon after the incidents of the first nine-eleven, a solidarity concert was arranged at the Old Student House in Helsinki. The concert started with one of the members of Quilapayún announcing from the stage that they had just become refugees having heard that there was no return for them to Chile.
Another Chile solidarity concert was then arranged in January 1974 at the Helsinki Exhibition Hall with Quilapayún together with Agit Prop performing in front of a full house including our then President Mr. Kekkonen. That was my first time ever to hear El pueblo unido jamás será vencido... (continua)
And here's a story behind the song:
At the time of the Chilean coup d'etat in the fall of 1973, Quilapayún were in Finland. Soon after the incidents of the first nine-eleven, a solidarity concert was arranged at the Old Student House in Helsinki. The concert started with one of the members of Quilapayún announcing from the stage that they had just become refugees having heard that there was no return for them to Chile.
Another Chile solidarity concert was then arranged in January 1974 at the Helsinki Exhibition Hall with Quilapayún together with Agit Prop performing in front of a full house including our then President Mr. Kekkonen. That was my first time ever to hear El pueblo unido jamás será vencido... (continua)
Juha Rämö 23/10/2016 - 22:58
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D'un tratto gridò
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Il testo integrale della poesia di Cesare Pavese
FUMATORI DI CARTA
Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d’inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi,
della pioggia fan sí che la luce vien tolta,
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
dànno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce,
rompe il chiasso sonoro, s’inoltra, si sfoga
come un’anima sola, in un secco silenzio.
Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l’amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla,... (continua)
FUMATORI DI CARTA
Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d’inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi,
della pioggia fan sí che la luce vien tolta,
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
dànno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce,
rompe il chiasso sonoro, s’inoltra, si sfoga
come un’anima sola, in un secco silenzio.
Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l’amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla,... (continua)
Bernart Bartleby 23/10/2016 - 22:23
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Mennyből az angyal
![Mennyből az angyal](img/thumb/c53587_130x140.jpeg?1477253773)
Olasz fordítás: Riccardo Venturi
23 ottobre 2016 / október 23-a, 2016 22:13
Due parole del traduttore. Si tratta di una traduzione poco meno che letterale, senza nessunissimo intento poetico. Esiste, in italiano, perlomeno una traduzione con intenti artistici, e in rima: quella di Francesco Vernazza. Un vero e proprio "tour de force" ritmico, a volte con soluzioni un po' arcaizzanti (tipo "tirarno") ma sicuramente assai degno di nota. Un'ulteriore traduzione italiana è quella della sig.ra Agnes Preszler, che già una volta, anni fa, ci ha diffidati per iscritto dall'inserire sue traduzioni senza autorizzazione; indi per cui mi sono deciso ad affrontare da solo il testo di Márai. La mia traduzione, oltre ad essere praticamente letterale, segue l'andamento della versione musicata e cantata. Non potrebbe naturalmente essere eseguita neppure da una banda di paese, a differenza di quella della... (continua)
23 ottobre 2016 / október 23-a, 2016 22:13
Due parole del traduttore. Si tratta di una traduzione poco meno che letterale, senza nessunissimo intento poetico. Esiste, in italiano, perlomeno una traduzione con intenti artistici, e in rima: quella di Francesco Vernazza. Un vero e proprio "tour de force" ritmico, a volte con soluzioni un po' arcaizzanti (tipo "tirarno") ma sicuramente assai degno di nota. Un'ulteriore traduzione italiana è quella della sig.ra Agnes Preszler, che già una volta, anni fa, ci ha diffidati per iscritto dall'inserire sue traduzioni senza autorizzazione; indi per cui mi sono deciso ad affrontare da solo il testo di Márai. La mia traduzione, oltre ad essere praticamente letterale, segue l'andamento della versione musicata e cantata. Non potrebbe naturalmente essere eseguita neppure da una banda di paese, a differenza di quella della... (continua)
ANGELO DAL CIELO
(continua)
(continua)
23/10/2016 - 22:14
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Si me matan, bueno (Ante la vida, sereno)
![Si me matan, bueno (Ante la vida, sereno)](img/upl/canzoni.jpg)
Nel 1967 questa poesia di Miguel Hernández fu messa in musica da Sergio Liberovici nel suo album "Ogni giorno, tutti i giorni", edito da I Dischi del Sole. Il titolo del brano è "Ante la vida".
Bernart Bartleby 23/10/2016 - 21:30
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Andorra
![Andorra](img/thumb/c894_130x140.jpeg?1418317375)
VAL SHENSON sends along these additional verses for "Andorra", which appeared in BROADSIDE # 5:
(from Broadside # 6, maggio 1962)
(from Broadside # 6, maggio 1962)
One day a councilman rose to say, "I think we're behind the times,
(continua)
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inviata da dq82 23/10/2016 - 18:28
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E qualcuno poi disse
![E qualcuno poi disse](img/upl/cipriano.jpg)
Terapia o tortura?
(estratto da La fabbrica della cura mentale – elèuthera 2013)
di Piero Cipriano
[...]
Il rapporto tra torturato e torturatore non è, talvolta, molto diverso dal rapporto che lega il ricoverato in SPDC con lo psichiatra che lo lega al letto.
Trascriverò, in corsivo, alcune considerazioni di Françoise Sironi, una delle maggiori esperte al mondo in tema di tortura, tratte dal suo libro, Persecutori e vittime. Proverò a riformulare le sue stesse affermazioni, adattandole al mondo dell’assistenza psichiatrica.
Come si può curare chi è stato vittima di torture? Io la riformulo: come si può pensare di curare chi ha subìto un ricovero psichiatrico, magari coatto, dove è stato immobilizzato, legato, sedato, addormentato con una terapia del sonno? Come può la psichiatria curare una vittima della psichiatria? Come può lo psichiatra curare ciò che lui stesso ha prodotto?
La... (continua)
(estratto da La fabbrica della cura mentale – elèuthera 2013)
di Piero Cipriano
[...]
Il rapporto tra torturato e torturatore non è, talvolta, molto diverso dal rapporto che lega il ricoverato in SPDC con lo psichiatra che lo lega al letto.
Trascriverò, in corsivo, alcune considerazioni di Françoise Sironi, una delle maggiori esperte al mondo in tema di tortura, tratte dal suo libro, Persecutori e vittime. Proverò a riformulare le sue stesse affermazioni, adattandole al mondo dell’assistenza psichiatrica.
Come si può curare chi è stato vittima di torture? Io la riformulo: come si può pensare di curare chi ha subìto un ricovero psichiatrico, magari coatto, dove è stato immobilizzato, legato, sedato, addormentato con una terapia del sonno? Come può la psichiatria curare una vittima della psichiatria? Come può lo psichiatra curare ciò che lui stesso ha prodotto?
La... (continua)
daniela -k.d.- 23/10/2016 - 14:04
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Blowin' in the Wind
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Una nota apparsa su Broadside 108 che propone un'interessante interpretazione dei versi di questa celeberrima canzone:
Many people have sung Bob Dylan's BLOWIN' IN THE WIND without realizing it is an attack on the flag. The title fits a quote from Emerson where he wondered about the things men will do just because of "an old rag of bunting blowing in the wind." "The answer, my friend..."
Many people have sung Bob Dylan's BLOWIN' IN THE WIND without realizing it is an attack on the flag. The title fits a quote from Emerson where he wondered about the things men will do just because of "an old rag of bunting blowing in the wind." "The answer, my friend..."
23/10/2016 - 11:02
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Gia tài của mẹ
![Gia tài của mẹ](img/upl/trinhcongson2.png)
pubblicato su Broadside #99, Giugno 1969
A MOTHER'S GIFT
(continua)
(continua)
22/10/2016 - 22:04
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Die Stasi-Ballade
Versione greca di Θάνος Μικρούτσικος/Thanos Mikroutsikos, Μαρία Δημητριάδη/Maria Dimitriadi: Nâzim Hikmet, Wolf Biermann – Πολιτικά Τραγούδια (1975)
![Die Stasi-Ballade](img/upl/R-4068302-1414699564-5778.jpeg.jpg)
ΜΠΑΛΆΝΤΑ ΓΙΑ ΤΟΥΣ ΑΣΦΑΛΊΤΕΣ
(continua)
(continua)
22/10/2016 - 11:58
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Inno a Oberdan
anonimo
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Dallo spettacolo "Passeranno gli anni dei nostri tormenti"
Giromini-Rosignoli-Pelosi
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daniela -k.d.- 22/10/2016 - 11:04
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Brigante se more
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Ho letto con interesse la discussione e penso che questa bella canzone rispecchi i sentimenti e la coscienza dei "briganti", ma allo stesso tempo, proprio perché non è una canzone dell'epoca non si può sapere se i due versi incriminati sarebbero stati accettati dalle comunità dei combattenti. Manipolare i versi di una canzone spacciandoli per originali è sempre un operazione scorretta dal punto di vista letterario e artistico, ma ciò non significa che dal punto di vista storico ciò non abbia un senso. La canzone di Bennato e D'Angiò resta una interpretazione dei fatti ben documentata, ma comunque influenzata da ideologie e giudizi che non appartengono all'epoca narrata, ma agli anni settanta in cui era difficilissimo immedesimarsi nel tipo di fede cristiana, non proprio bigotta, e di fedeltà, neanch'essa bigotta, ai Borboni. Resta interessante comunque la posizione immaginata del brigante... (continua)
Gianlu 22/10/2016 - 10:30
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Die Stasi-Ballade
![Die Stasi-Ballade](img/thumb/c19523_130x140.jpeg?1336268043)
una parte di questa canzone è stata, assieme ad altre di Biermann, messa in musica da Thanos Mikroutsikos nel '75.
mauro 22/10/2016 - 00:38
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Κόκκινη βροχή (Nesini söyleyim)
![Κόκκινη βροχή (Nesini söyleyim)](img/thumb/c37039_130x140.jpeg?1328655155)
Nesini söyleyim interpretata da / performed by İlkay Akkaya
Riccardo Venturi 21/10/2016 - 21:02
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Grey October
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And still it goes on and those responsible are not brought to justice.
21/10/2016 - 19:10
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La mauvaise réputation
Traduzione di Alberto Patrucco e Andrea Mirò dal loro disco "segni (e) particolari"
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LA CATTIVA REPUTAZIONE
(continua)
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inviata da R. Solari 21/10/2016 - 17:46
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Le Semeur
![Le Semeur](img/thumb/c37216_130x140.jpeg?1332619013)
Cher Riccardo,
Dans les Chansons contre la Guerre, vu la taille du labyrinthe, il faut souvent un certain temps pour qu’une réponse parvienne, même amicale.
Cela dit, pour le Semeur – chanson toujours d’actualité – auquel on tient beaucoup par ici (question de racines européennes et rationalistes), il serait extrêmement bienvenu d’en donner une version italienne (une polonaise aussi…) et je vais t’aider à la confectionner en posant ici un texte martyr de la version de Georges Garnir (l’originale ; celle placée par nos soins dans les CCG ), qu’il te faudra sans doute corriger.
J’ai mille excuses à faire des erreurs ou à émettre des impropriétés, l’italien n’est pas la langue que je maîtrise le mieux.
Cela dit, je viens de trouver une version chantée de ce Semeur et j’en communique l’adresse.
Je rappelle cependant qu’il y manque la vraie fin de cette chanson qui est un vibrant « À bas... (continua)
Dans les Chansons contre la Guerre, vu la taille du labyrinthe, il faut souvent un certain temps pour qu’une réponse parvienne, même amicale.
Cela dit, pour le Semeur – chanson toujours d’actualité – auquel on tient beaucoup par ici (question de racines européennes et rationalistes), il serait extrêmement bienvenu d’en donner une version italienne (une polonaise aussi…) et je vais t’aider à la confectionner en posant ici un texte martyr de la version de Georges Garnir (l’originale ; celle placée par nos soins dans les CCG ), qu’il te faudra sans doute corriger.
J’ai mille excuses à faire des erreurs ou à émettre des impropriétés, l’italien n’est pas la langue que je maîtrise le mieux.
Cela dit, je viens de trouver une version chantée de ce Semeur et j’en communique l’adresse.
Je rappelle cependant qu’il y manque la vraie fin de cette chanson qui est un vibrant « À bas... (continua)
Arditi seminatori del sogno,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 21/10/2016 - 14:45
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A Hard Rain's A-Gonna Fall
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MUSTA SADE ON LANKEAVA
(continua)
(continua)
inviata da Juha Rämö 21/10/2016 - 14:26
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Io non ho paura
![Io non ho paura](img/thumb/c53572_130x140.jpeg?1477035618)
Io invece un po' di paura ce l'ho, e non per i migranti o per gli sciroccati dell'ISIS, Al-Quaeda & C, ma per l'intolleranza e l'odio e la violenza e l'ignoranza montanti nelle nostra città d'Europa... Stamattina sentivo alla radio che nella sola Germania quest'anno sono stati già 800 gli assalti violenti di gruppi di razzisti e neonazisti ai centri di accoglienza per rifugiati...
Bernart Bartleby 21/10/2016 - 08:50
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We Gotta Get Out of This Place
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Un interessante articolo apparso su Broadside #82 (Luglio 1967) conferma la popolarità della canzone degli Animals tra i soldati impegnati in Vietnam:
20/10/2016 - 22:57
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Canzone del cavallo bendato
![Canzone del cavallo bendato](img/upl/25C32589talon2Bcontre2Bl2527orage.png)
Chanson italienne – Canzone del cavallo bendato – Dario Fo – 1972
Ah, Lucien l’âne mon ami, voici une bien pénible histoire et même sans doute, plus pénible encore pour toi qui es aussi un ongulé. On avait déjà eu l’histoire du cheval pendu et celle du cheval de corbillard et celle du petit cheval, dont tu souviens certainement. Celle-ci est celle du cheval de monte lequel est forcément un étalon, mais certainement pas un de ces fiers étalons qui hantent les rêves des juments et de certaines jeunes cavalières. Il eût pu le devenir, s’il n’y avait les propriétaires de chevaux, les « maîtres » qui vont le réduire en esclavage et dans son cas, en esclavage sexuel ; le but est de recueillir sa semence pour la vendre aux éleveurs, eux-mêmes propriétaires de juments, qu’ils exploitent pareillement à des fins reproductrices. Il y a derrière tout ça un commerce ignoble, qui est dénoncé par la... (continua)
Ah, Lucien l’âne mon ami, voici une bien pénible histoire et même sans doute, plus pénible encore pour toi qui es aussi un ongulé. On avait déjà eu l’histoire du cheval pendu et celle du cheval de corbillard et celle du petit cheval, dont tu souviens certainement. Celle-ci est celle du cheval de monte lequel est forcément un étalon, mais certainement pas un de ces fiers étalons qui hantent les rêves des juments et de certaines jeunes cavalières. Il eût pu le devenir, s’il n’y avait les propriétaires de chevaux, les « maîtres » qui vont le réduire en esclavage et dans son cas, en esclavage sexuel ; le but est de recueillir sa semence pour la vendre aux éleveurs, eux-mêmes propriétaires de juments, qu’ils exploitent pareillement à des fins reproductrices. Il y a derrière tout ça un commerce ignoble, qui est dénoncé par la... (continua)
CHANSON DE L’ÉTALON EXPLOITÉ
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 20/10/2016 - 21:58
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Nei primi anni 60 era un giovane studente in chimica ed obiettore di coscienza al servizio militare in Vietnam.
Contribuì alcune sue canzoni su Broadside Magazine. Si veda anche Just Another Day
Questa fu pubblicata sul # 58 del 15 maggio 1965.
Nel 1967 le canzoni di Bill Frederick vennero raccolte nel disco intitolato “Hey, Hey… LBJ! Songs of the U.S. Anti-War Movement”
Una canzone ironica che spiega che cosa ci fosse dietro ai proclami di voler "difendere la libertà dal Comunismo" in Vietnam.
"Now let us assume that we lost Indo-China. If Indo-China goes, several things happen right away. The peninsula, the, last bit of land hanging on down there, would be scarcely defensible. The tin and tungsten that we so greatly value from that area would cease coming.... So when the U.S. votes $400,000,000... (continua)