In un antico palazzo
Sol: in un antico palazzo Do: Nel cuore Re: della tua Sol: città Sol/Do/Sol Sol: Si lotta col tempo, Do: Si muore Re: nessuno lo sa Re/Resus4/Re Do: se passi vicino a 'ste Sol: mura Do: ti prego staccane Sol: un pezzo Do: se pensi di avere Sol: paura Do: ricorda Sol: che adesso Do: proprio in questo Sol: momento Do: un fratello è Sol: privato Re: della Sol: libertà Sol/Do/Sol
Sol: Mi chiamo Do: Roberto, Re: presunto Sol: BR Sol/Do/Sol Sol: mi hanno Do: scoperto mentre rischiavo la Re: pelle Re/Resus4/Re Re: non erano i Do: soldi Re: che mi facevano Sol: gola, Sol/Do/Sol non era per Do: rabbia Re: che impugnavo una Sol: pistola, Sol/Do/Sol quindici anni in Do: collegio Re: poi il quartiere a Sol: Milano Sol/DO/SOl la banda di Do: autonomi ed un ultimo Re: piano Re/ReSus4/Re ma poi ho Do: tagliato Re: i miei lunghi Sol: capelli Sol/Do/Sol non servivano a Do: niente , erano troppo Re: belli, non servivano a Do: niente, Re: erano troppo Sol: belli Sol/Do/Sol
Sol: Mi chiamo Do: Roberto, Re: presunto Sol: BR Sol/Do/Sol Sol: mi hanno Do: scoperto mentre rischiavo la Re: pelle Re/Resus4/Re Re: non erano i Do: soldi Re: che mi facevano Sol: gola, Sol/Do/Sol non era per Do: rabbia Re: che impugnavo una Sol: pistola, Sol/Do/Sol quindici anni in Do: collegio Re: poi il quartiere a Sol: Milano Sol/DO/SOl la banda di Do: autonomi ed un ultimo Re: piano Re/ReSus4/Re ma poi ho Do: tagliato Re: i miei lunghi Sol: capelli Sol/Do/Sol non servivano a Do: niente , erano troppo Re: belli, non servivano a Do: niente, Re: erano troppo Sol: belli Sol/Do/Sol
Annino 17/1/2016 - 20:58
U-235
2016
Atomic
Il loro nuovo album Atomic è nato originariamente come colonna sonora per Storyville: Atomic – Living in Dread and Promise, un documentario diretto da Mark Cousins per il settantesimo anniversario dei bombardamenti ad Hiroshima e Nagasaki. I quattro hanno poi ripreso i pezzi in mano e li hanno fatti diventare il seguito di Rave Tapes. Il primo singolo, U-235, è portato avanti da un’affascinante giro di tastiera e poche, semplici note di chitarra.
Atomic
Il loro nuovo album Atomic è nato originariamente come colonna sonora per Storyville: Atomic – Living in Dread and Promise, un documentario diretto da Mark Cousins per il settantesimo anniversario dei bombardamenti ad Hiroshima e Nagasaki. I quattro hanno poi ripreso i pezzi in mano e li hanno fatti diventare il seguito di Rave Tapes. Il primo singolo, U-235, è portato avanti da un’affascinante giro di tastiera e poche, semplici note di chitarra.
U-235 spesso indicato con il simbolo 235U, è l'isotopo dell'uranio con numero di massa pari a 235. Poiché il numero di massa è la somma del numero di protoni e del numero di neutroni nel nucleo, l'235U, avendo numero atomico 92, ha 143 neutroni.
L'235U è l'unico isotopo esistente in natura in quantità apprezzabili che possa essere sottoposto a fissione nucleare innescata da neutroni termici; nell'uranio naturale, invece, la percentuale di questo isotopo è, in peso, circa 0,72%, mentre la maggior parte del materiale è composta dall'isotopo 238U.
L'235U è l'unico isotopo esistente in natura in quantità apprezzabili che possa essere sottoposto a fissione nucleare innescata da neutroni termici; nell'uranio naturale, invece, la percentuale di questo isotopo è, in peso, circa 0,72%, mentre la maggior parte del materiale è composta dall'isotopo 238U.
Ghosts in the photograph
(continua)
(continua)
inviata da dq82 17/1/2016 - 20:13
Percorsi:
Hiroshima e Nagasaki 広島市 - 長崎市
Escapism is over
2012
Die Fälschung der Welt
Per ventotto anni la Germania Orientale, controllata dai comunisti, restò tagliata fuori dall’enclave capitalista di Berlino Ovest per colpa di una barriera di cemento e filo spinato sorvegliata da guardie pesantemente armate.
Le prime barricate che avrebbero finito per dare forma al Muro di Berlino furono innalzate nell’agosto del 1961, quando il numero di tedeschi dell’Est che lasciavano la DDR attraverso Berlino Ovest aveva ormai raggiunto dimensioni da record. Per i tre decenni successivi questa barriera avrebbe tenuto separate famiglie e quartieri che un tempo appartenevano alla medesima città.
Il 9 novembre del 1989 il muro fu abbattuto, quasi con la stessa velocità con cui era stato originariamente costruito. Non appena un rappresentante dell’amministrazione della Germania Orientale annunciò prematuramente l’apertura del confine, migliaia di esultanti... (continua)
Die Fälschung der Welt
Per ventotto anni la Germania Orientale, controllata dai comunisti, restò tagliata fuori dall’enclave capitalista di Berlino Ovest per colpa di una barriera di cemento e filo spinato sorvegliata da guardie pesantemente armate.
Le prime barricate che avrebbero finito per dare forma al Muro di Berlino furono innalzate nell’agosto del 1961, quando il numero di tedeschi dell’Est che lasciavano la DDR attraverso Berlino Ovest aveva ormai raggiunto dimensioni da record. Per i tre decenni successivi questa barriera avrebbe tenuto separate famiglie e quartieri che un tempo appartenevano alla medesima città.
Il 9 novembre del 1989 il muro fu abbattuto, quasi con la stessa velocità con cui era stato originariamente costruito. Non appena un rappresentante dell’amministrazione della Germania Orientale annunciò prematuramente l’apertura del confine, migliaia di esultanti... (continua)
«Some dance to remember, some dance to forget.» The Eagles
(continua)
(continua)
inviata da dq82 17/1/2016 - 16:00
Percorsi:
Il Muro di Berlino, 1961-1989
1989
2012
Die Fälschung der Welt
Die Fälschung der Welt
«Dass die Zeit unser Verlangen
(continua)
(continua)
inviata da dq82 17/1/2016 - 15:54
Percorsi:
Il Muro di Berlino, 1961-1989
Mozambique
[1973]
Scritta da Peter Leopold
Nell’album del gruppo krautrock intitolato “Vive la Trance”
Basterebbe il verso “Meglio morire da uomo libero che vivere da schiavo” per accogliere fra le CCG/AWS questo brano che parla di vendetta delle vittime verso i loro carnefici e che è intitolato alla lotta per l’indipendenza del paese africano, lotta che durò 12 lunghi anni e che contribuì non poco anche alla fine della dittatura di Salazar in Portogallo nel 1974...
Ma c’è una ragione ulteriore: nelle note sul retro copertina gli Amon Düül II dedicarono la canzone ad una certa Monika Ertl, una giovane di origine tedesca, guerrigliera guevarista, che proprio nel maggio del 1973 - sei anni dopo il Che - era stata uccisa dall’esercito boliviano nei pressi di El Alto, non lontano da La Paz.
Monika Ertl era figlia di Hans Ertl (1908-2000), nato a Monaco di Baviera, fotografo e cameraman assai noto negli... (continua)
Scritta da Peter Leopold
Nell’album del gruppo krautrock intitolato “Vive la Trance”
Basterebbe il verso “Meglio morire da uomo libero che vivere da schiavo” per accogliere fra le CCG/AWS questo brano che parla di vendetta delle vittime verso i loro carnefici e che è intitolato alla lotta per l’indipendenza del paese africano, lotta che durò 12 lunghi anni e che contribuì non poco anche alla fine della dittatura di Salazar in Portogallo nel 1974...
Ma c’è una ragione ulteriore: nelle note sul retro copertina gli Amon Düül II dedicarono la canzone ad una certa Monika Ertl, una giovane di origine tedesca, guerrigliera guevarista, che proprio nel maggio del 1973 - sei anni dopo il Che - era stata uccisa dall’esercito boliviano nei pressi di El Alto, non lontano da La Paz.
Monika Ertl era figlia di Hans Ertl (1908-2000), nato a Monaco di Baviera, fotografo e cameraman assai noto negli... (continua)
Clap your hands
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/1/2016 - 14:46
La tregua di Natale
[2015]
Primo singolo da Schegge di shrapnel
Testo reperito in questa pagina
La tregua di Natale è il primo brano (si dice ancora singolo?) che abbiamo deciso di farvi ascoltare, pescandolo dalle nove tracce di Schegge di shrapnel.
Il testo è tratto dall’intervista a un reduce cameranese della Grande Guerra, raccolta ormai trent’anni fa da Alberto Recanatini e pubblicata nel volume Di che brigata sei? La mia ha i colori di Camerano… (Camerano, 1994). Ringraziamo l’autore del libro che ci ha permesso di utilizzare il testo, aggiungendo anche qualche particolare sull’identità del testimone. A quanto pare, non si trattava di un individuo “contrario alla guerra”, né di un convinto antimilitarista. Questo, secondo noi, accresce il senso del suo stupore di fronte a una tregua spontanea, decisa grazie a sguardi d’intesa, parole farfugliate a caso e lanci di regali tra opposte trincee. La testimonianza... (continua)
Primo singolo da Schegge di shrapnel
Testo reperito in questa pagina
La tregua di Natale è il primo brano (si dice ancora singolo?) che abbiamo deciso di farvi ascoltare, pescandolo dalle nove tracce di Schegge di shrapnel.
Il testo è tratto dall’intervista a un reduce cameranese della Grande Guerra, raccolta ormai trent’anni fa da Alberto Recanatini e pubblicata nel volume Di che brigata sei? La mia ha i colori di Camerano… (Camerano, 1994). Ringraziamo l’autore del libro che ci ha permesso di utilizzare il testo, aggiungendo anche qualche particolare sull’identità del testimone. A quanto pare, non si trattava di un individuo “contrario alla guerra”, né di un convinto antimilitarista. Questo, secondo noi, accresce il senso del suo stupore di fronte a una tregua spontanea, decisa grazie a sguardi d’intesa, parole farfugliate a caso e lanci di regali tra opposte trincee. La testimonianza... (continua)
Arrivò Natale senza che che ce ne accorgessimo
(continua)
(continua)
inviata da CCG Staff 17/1/2016 - 09:21
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
No Vacancy
[1946]
Scritta da Merle Travis e Cliffie Stone (Clifford Gilpin Snyder, 1917-1998), personaggio chiave nello sviluppo della scena country californiana nel secondo dopoguerra.
Un singolo che fu il primo grande successo di Merle Travis, seguito nel 1947 da Sixteen Tons
Poi nell’album “Travis!” del 1962
Cover di Glen Campbell e di Ricky Nelson
Attenzione al cartello in fondo:
“No vacancy”, non c’è posto, non si affitta, è il cartello che un veterano della seconda guerra mondiale trova sempre sul suo cammino...
La seconda strofa è quella che racconta la desolazione del reduce il quale, dopo aver combattuto e rischiato la vita perchè il mondo fosse libero, si trova di fronte al nemico più terribile: la difficoltà a reintegrarsi nella vita civile, resa ancora più dolorosa dall’indifferenza e dalla diffidenza dei suoi concittadini...
Un fatto curioso: su YouTube ci sono un paio di proposte... (continua)
Scritta da Merle Travis e Cliffie Stone (Clifford Gilpin Snyder, 1917-1998), personaggio chiave nello sviluppo della scena country californiana nel secondo dopoguerra.
Un singolo che fu il primo grande successo di Merle Travis, seguito nel 1947 da Sixteen Tons
Poi nell’album “Travis!” del 1962
Cover di Glen Campbell e di Ricky Nelson
Attenzione al cartello in fondo:
“No vacancy”, non c’è posto, non si affitta, è il cartello che un veterano della seconda guerra mondiale trova sempre sul suo cammino...
La seconda strofa è quella che racconta la desolazione del reduce il quale, dopo aver combattuto e rischiato la vita perchè il mondo fosse libero, si trova di fronte al nemico più terribile: la difficoltà a reintegrarsi nella vita civile, resa ancora più dolorosa dall’indifferenza e dalla diffidenza dei suoi concittadini...
Un fatto curioso: su YouTube ci sono un paio di proposte... (continua)
All along the road of life I roam
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/1/2016 - 21:44
Waffen SS, enfants de la milice
En ce qui concerne "Ah ! Si j'étais resté célibataire" son interprète l'accordéoniste André Verchuren a été déporté en camp de concentration par les nazis comme résistant. La similitude de musique avec l'hymne nazi n'a pas pu échapper à Verchuren. Peut être une façon d’exorciser des souvenirs pénibles ?
Daniel F. 16/1/2016 - 18:51
Giulia
2015
Giorni usati
L’amianto è entrato nella vita delle persone portando tragicità, amarezza e solitudine. L’idea del brano è quella di rendere protagoniste le persone coinvolte: chi se ne sta andando, chi rimane. Il nome non è attribuibile ad uno specifico soggetto, chi lo pronuncia potrebbe trovarsi in entrambe le situazioni. Un dolore che non passa mai. Rialzarsi.
Giorni usati
L’amianto è entrato nella vita delle persone portando tragicità, amarezza e solitudine. L’idea del brano è quella di rendere protagoniste le persone coinvolte: chi se ne sta andando, chi rimane. Il nome non è attribuibile ad uno specifico soggetto, chi lo pronuncia potrebbe trovarsi in entrambe le situazioni. Un dolore che non passa mai. Rialzarsi.
Fiori d’inchiostro a mezzanotte
(continua)
(continua)
inviata da dq82 16/1/2016 - 16:03
Non lavoro più in Fiat
2014
«È una canzone sulla drammatica situazione – ci sono stati anche dei suicidi – dei cassintegrati confinati a Nola. Esiste una versione registrata da una parte degli Zezi (con Massimo Mollo, Marzia Del Giudice e altri) in un CD pirata fatto dagli SLAI Cobas di Pomigliano. La linea melodica è appunto quella della famosa canzone 'Les amants d'un jour' di Edit Piaf, che fu cantata anche da Herbert Pagani, da Ornella Vanoni e Gino Paoli in italiano col titolo “Albergo ad ore”»
Maria Baratto
«È una canzone sulla drammatica situazione – ci sono stati anche dei suicidi – dei cassintegrati confinati a Nola. Esiste una versione registrata da una parte degli Zezi (con Massimo Mollo, Marzia Del Giudice e altri) in un CD pirata fatto dagli SLAI Cobas di Pomigliano. La linea melodica è appunto quella della famosa canzone 'Les amants d'un jour' di Edit Piaf, che fu cantata anche da Herbert Pagani, da Ornella Vanoni e Gino Paoli in italiano col titolo “Albergo ad ore”»
Maria Baratto
Non lavoro più, manco per un'ora.
(continua)
(continua)
inviata da dq82 16/1/2016 - 15:32
Tirallà
Spacca, anche ricordandomi qualche canzone barocca, ma non so quale...
Krzysiek 16/1/2016 - 01:56
Quali alibi
(2016)
Primo singolo estratto dall'album "Acrobati"
'Quali Alibi' mette insieme più elementi: da una parte c'è il suono il "sound" si direbbe, che è quello della band "inventata dal nulla" la scorsa estate, con cui ho registrato la maggior parte delle tracce di questo corposissimo disco che sto finendo in questi giorni.
Dall'altra la mia personale infatuazione per il gioco quasi enigmistico nell'uso delle parole, le assonanze, le allitterazioni...
E infine il tema, più o meno sotterraneo: la politica dell'emergenza, perfetto alibi per le peggiori malefatte perpetrate nel nostro paese (e non solo). Dalle truppe russe sul suolo ucraino, al nostro terzo governo consecutivo senza passare per il voto.
E in questo scenario tanti personaggi di chiarissima fama e scarsissimi scrupoli sembrano svolazzare lieti e intoccabili, leggeri e rapidi come colibrì che succhiano il nettare ovunque ne trovino, tanto hanno sempre un alibi pronto da esibire all'occorrenza.
Daniele Silvestri
Primo singolo estratto dall'album "Acrobati"
'Quali Alibi' mette insieme più elementi: da una parte c'è il suono il "sound" si direbbe, che è quello della band "inventata dal nulla" la scorsa estate, con cui ho registrato la maggior parte delle tracce di questo corposissimo disco che sto finendo in questi giorni.
Dall'altra la mia personale infatuazione per il gioco quasi enigmistico nell'uso delle parole, le assonanze, le allitterazioni...
E infine il tema, più o meno sotterraneo: la politica dell'emergenza, perfetto alibi per le peggiori malefatte perpetrate nel nostro paese (e non solo). Dalle truppe russe sul suolo ucraino, al nostro terzo governo consecutivo senza passare per il voto.
E in questo scenario tanti personaggi di chiarissima fama e scarsissimi scrupoli sembrano svolazzare lieti e intoccabili, leggeri e rapidi come colibrì che succhiano il nettare ovunque ne trovino, tanto hanno sempre un alibi pronto da esibire all'occorrenza.
Daniele Silvestri
Shut up
(continua)
(continua)
15/1/2016 - 23:47
Atomic Energy
[1947]
Parole di Raymond Glaser (?)
Musica di Lancelot Victor Edward Pinard (1902-2001), cantante ed attore originario di Trinidad e Tobago, re del calypso negli USA del secondo dopoguerra.
Testo trovato su Cold War Music
Trovo il brano nelle raccolte “Songs For Political Action - Folk Music And The American Left 1926 – 1953” (Bear Family Records, 1996), “The Little Red Box Of Protest Songs” (Proper Box, 2009) e – naturally – nel cofanetto “Atomic Platters - Cold War Music From The Golden Age Of Homeland Security” (1999-2005).
Sir Lancelot non compose soltanto calypso da intrattenimento, ma parecchie sue canzoni avevano testi pacifisti o di sinistra, basti pensare a titoli come "Defenders of Stalingrad" e "Walk in Peace". Fu ammirato e imitato da musicisti diventati poi molto più famosi di lui, come Harry Belafonte e Leadbelly. Pare che quest’ultimo fu ispirato ai testi di Sir Lancelot nello scrivere la sua “Equality for Negroes”…
Parole di Raymond Glaser (?)
Musica di Lancelot Victor Edward Pinard (1902-2001), cantante ed attore originario di Trinidad e Tobago, re del calypso negli USA del secondo dopoguerra.
Testo trovato su Cold War Music
Trovo il brano nelle raccolte “Songs For Political Action - Folk Music And The American Left 1926 – 1953” (Bear Family Records, 1996), “The Little Red Box Of Protest Songs” (Proper Box, 2009) e – naturally – nel cofanetto “Atomic Platters - Cold War Music From The Golden Age Of Homeland Security” (1999-2005).
Sir Lancelot non compose soltanto calypso da intrattenimento, ma parecchie sue canzoni avevano testi pacifisti o di sinistra, basti pensare a titoli come "Defenders of Stalingrad" e "Walk in Peace". Fu ammirato e imitato da musicisti diventati poi molto più famosi di lui, come Harry Belafonte e Leadbelly. Pare che quest’ultimo fu ispirato ai testi di Sir Lancelot nello scrivere la sua “Equality for Negroes”…
Some men with brains in their cranium
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/1/2016 - 13:36
The Emancipated Negro
[1833]
Versi di Charles Jefferys (1807-1865), compositore londinese
Musica di S. Nelson
Testo trovato su Protest Song Lyrics
Canzone dedicata a William Wilberforce (1759-1833), uomo politico inglese che fu leader del movimento per l’abolizione della tratta degli schiavi. La sua lotta durò tutta la vita: infatti il Slavery Abolition Act fu approvato dal Parlamento inglese nell’anno della sua morte, il 1833. Ed è senz’altro anche questo passaggio epocale che la canzone vuole celebrare.
Versi di Charles Jefferys (1807-1865), compositore londinese
Musica di S. Nelson
Testo trovato su Protest Song Lyrics
Canzone dedicata a William Wilberforce (1759-1833), uomo politico inglese che fu leader del movimento per l’abolizione della tratta degli schiavi. La sua lotta durò tutta la vita: infatti il Slavery Abolition Act fu approvato dal Parlamento inglese nell’anno della sua morte, il 1833. Ed è senz’altro anche questo passaggio epocale che la canzone vuole celebrare.
Another Spirit bursts its bonds,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/1/2016 - 12:49
Let's Lynch the Landlord
The landlord's here to visit
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/1/2016 - 11:37
Landlord
[1979]
Parole di Sting
Musica di Stewart Copeland
B side di “Message in a Bottle”
Poi in “Six Pack”, una raccolta di sei 7” pubblicata nel 1980. In seguito in altre compilation
"I wrote that after Frances and I were thrown out of the house we were renting in London. I hated the idea of somebody fucking my life up like that. Stewart wrote the music." (Sting)
Parole di Sting
Musica di Stewart Copeland
B side di “Message in a Bottle”
Poi in “Six Pack”, una raccolta di sei 7” pubblicata nel 1980. In seguito in altre compilation
"I wrote that after Frances and I were thrown out of the house we were renting in London. I hated the idea of somebody fucking my life up like that. Stewart wrote the music." (Sting)
I don't want to rent your house from you
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/1/2016 - 11:23
The Landlord's Song
anonimo
[188?]
Una ballata ottocentesca presente nella collezione Harding (Harding B 11 – 1436 - V15174) delle Bodleian Libraries dell’Università di Oxford.
In realtà del presunto autore sono note le iniziali e anche il titolo di un’altra sua creazione (che non credo sia pervenuta): “W.W., author of the Miller's Moan”
Testo trovato su Protest Song Lyrics, come ripreso da Broadside Ballads Online
Una ballata ottocentesca presente nella collezione Harding (Harding B 11 – 1436 - V15174) delle Bodleian Libraries dell’Università di Oxford.
In realtà del presunto autore sono note le iniziali e anche il titolo di un’altra sua creazione (che non credo sia pervenuta): “W.W., author of the Miller's Moan”
Testo trovato su Protest Song Lyrics, come ripreso da Broadside Ballads Online
I sit like a king in my lordly tower,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/1/2016 - 10:58
Welfare Store Blues
[1940]
Parole e musica di John Lee Curtis "Sonny Boy" Williamson (1914-1948), cantante e virtuoso dell’armonica blues, “The Original”, da non confondersi con il più famoso Alex Ford, detto Sonny Boy Williamson II (1912-1965), pure lui cantante ed armonicista.
Singolo del 1940, pubblicato nel gennaio del 1941, e poi incluso in molte raccolte dedicate al suo autore.
Dopo il crollo del 29, l’amministrazione Hoover (repubblicano, già per molti anni ministro del commercio e non esente pertanto da responsabilità nel disastro) si dimostrò quasi incapace di governare la crisi ed il suo superamento. Il nome di Hoover rimane più che altro legato alle “Hoovertown”, così erano chiamate le centinaia di baraccopoli che sorsero in quegli anni ai margini di tutte le grandi città degli USA… Il New Deal, come sappiamo, arrivò solo con il democratico Franklin Delano Roosevelt che da subito varò un piano... (continua)
Parole e musica di John Lee Curtis "Sonny Boy" Williamson (1914-1948), cantante e virtuoso dell’armonica blues, “The Original”, da non confondersi con il più famoso Alex Ford, detto Sonny Boy Williamson II (1912-1965), pure lui cantante ed armonicista.
Singolo del 1940, pubblicato nel gennaio del 1941, e poi incluso in molte raccolte dedicate al suo autore.
Dopo il crollo del 29, l’amministrazione Hoover (repubblicano, già per molti anni ministro del commercio e non esente pertanto da responsabilità nel disastro) si dimostrò quasi incapace di governare la crisi ed il suo superamento. Il nome di Hoover rimane più che altro legato alle “Hoovertown”, così erano chiamate le centinaia di baraccopoli che sorsero in quegli anni ai margini di tutte le grandi città degli USA… Il New Deal, come sappiamo, arrivò solo con il democratico Franklin Delano Roosevelt che da subito varò un piano... (continua)
Now me and my baby we talked late last night
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/1/2016 - 09:45
God Save The Queen
no,capisco benissimo e siete ammirevoli..chiedo ancora scusa anche perche'non sapevo come funzionava..ero venuto per curiosita'(e perche'e'un bel sito)e ho cominciato a leggere..poi,visti i commenti,ho dovuto(!) scrivere per specificare alcune cose..vedevo che il sito non approvava, ma capisco di avere orari assurdi!se mi ricapitera',e non vi dara' fastidio,un' eventuale prossima volta vedro'di scrivere in orari piu' consoni!ripeto,ho sbagliato!vi ringrazio molto anche per la cortesia..ciao.
Malcom mc 15/1/2016 - 04:15
Copşa Mică, la città nera
Antiwar Songs Blog
Come quasi tutte le località transilvane, Copşa Mică, oltre al suo nome rumeno, ha anche un nome tedesco, Kleinkopisch, e uno ungherese, Kiskapus; vuol dire “piccola porta, porticella”. Si trova a nord della città di Sibiu; antica cittadina della minoranza tedesca (i “sassoni”, che la chiamavano Klîkôpeš), è vecchia di oltre seicento anni. Secondo il […]
Antiwar Songs Staff 2016-01-15 02:44:00
Dans la peau de Mike Brown
(2015)
Parole e musica di Pierre-Dominique Burgaud
Nell’album intitolato “De l'amour”
Dedicata a Mike Brown, diciottenne nero ucciso il 9 agosto 2014 da Daren Wilson, poliziotto bianco, a Ferguson, Missouri, con una citazione nel testo di Strange Fruit di Billie Holiday. Bisogna però dire che tra Holiday e Halliday il confronto non regge...
Parole e musica di Pierre-Dominique Burgaud
Nell’album intitolato “De l'amour”
Dedicata a Mike Brown, diciottenne nero ucciso il 9 agosto 2014 da Daren Wilson, poliziotto bianco, a Ferguson, Missouri, con una citazione nel testo di Strange Fruit di Billie Holiday. Bisogna però dire che tra Holiday e Halliday il confronto non regge...
Parfois même la nuit
(continua)
(continua)
14/1/2016 - 23:04
איל ריי די פראנסייה
Chanson sefardite en Judeo-espagnol - El rey de Fransya – anonyme – circa Xième siècle
d’après la version italienne de Riccardo Venturi.
Provenance attestée : Smyrne (Turquie), XVIème siècle
Il doit être, je pense, assez connu maintenant que, de temps en temps, l’ici présent a besoin de quelque « retour » dans le temps, et même fort en arrière. Avec l’espoir d’être accompagné aussi par celui qui éventuellement lit et écoute les délibérément très inactuelles pages du genre, ce soir je voudrais vous emmener dans l’Espagne sefardite du onzième ou douzième siècle, époque à laquelle sans doute ce chant doit trouver son origine. Un chant que, si possible, je vous conseillerais d’écouter dans le noir, ou les yeux fermés ; il parle d’un rêve. Le beau rêve d’une très jeune fille, peut-être encore une enfant, fille d’un fabuleux roi de France, qui brode avec sa mère et ses sœurs, et qui s'endort... (continua)
d’après la version italienne de Riccardo Venturi.
Provenance attestée : Smyrne (Turquie), XVIème siècle
Il doit être, je pense, assez connu maintenant que, de temps en temps, l’ici présent a besoin de quelque « retour » dans le temps, et même fort en arrière. Avec l’espoir d’être accompagné aussi par celui qui éventuellement lit et écoute les délibérément très inactuelles pages du genre, ce soir je voudrais vous emmener dans l’Espagne sefardite du onzième ou douzième siècle, époque à laquelle sans doute ce chant doit trouver son origine. Un chant que, si possible, je vous conseillerais d’écouter dans le noir, ou les yeux fermés ; il parle d’un rêve. Le beau rêve d’une très jeune fille, peut-être encore une enfant, fille d’un fabuleux roi de France, qui brode avec sa mère et ses sœurs, et qui s'endort... (continua)
LE ROI DE FRANCE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 14/1/2016 - 21:47
We're Gonna Make It
[1965]
Il primo grande successo di James Milton Campbell Jr., in arte Little Milton (1934-2005), cantante e chitarrista blues, un singolo che poi diede il titolo al suo album del 1965.
Niente di più di una canzone sull’amore che sovrasta il dolore e le difficoltà delle vita, ma proprio per questo fu molto cara al movimento per i diritti civili, che proprio nel 1964-65 intensificava la sua lotta, organizzava le marce da Selma a Montgomery, applaudiva l’approvazione del Voting Rights Act da parte del presidente Johnson e vedeva cadere altri martiri, come il reverendo James Reeb e la giovane Viola Liuzzo, entrambi militanti bianchi del movimento, assassinati da altri bianchi suprematisti...
Il primo grande successo di James Milton Campbell Jr., in arte Little Milton (1934-2005), cantante e chitarrista blues, un singolo che poi diede il titolo al suo album del 1965.
Niente di più di una canzone sull’amore che sovrasta il dolore e le difficoltà delle vita, ma proprio per questo fu molto cara al movimento per i diritti civili, che proprio nel 1964-65 intensificava la sua lotta, organizzava le marce da Selma a Montgomery, applaudiva l’approvazione del Voting Rights Act da parte del presidente Johnson e vedeva cadere altri martiri, come il reverendo James Reeb e la giovane Viola Liuzzo, entrambi militanti bianchi del movimento, assassinati da altri bianchi suprematisti...
We may not have a cent, to pay the rent
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/1/2016 - 21:45
Why I Sing the Blues
[196?]
Scritta da B. B. King e Dave Clark
In moltissimi dischi di King, a cominciare forse da “Live & Well” del 1969
La prima versione di questa canzone risale agli anni 50 e artefice del blues è una donna.
Ma alla fine degli anni 60 King ne riscrisse il testo individuando come motivazione del suo blues, la schiavitù, il razzismo, le condizioni di vita dei neri, la discriminazione a partire dalla scuola e poi nel lavoro... “Sì, loro lo sanno, tutti lo sanno perchè io canto il blues...”
Scritta da B. B. King e Dave Clark
In moltissimi dischi di King, a cominciare forse da “Live & Well” del 1969
La prima versione di questa canzone risale agli anni 50 e artefice del blues è una donna.
Ma alla fine degli anni 60 King ne riscrisse il testo individuando come motivazione del suo blues, la schiavitù, il razzismo, le condizioni di vita dei neri, la discriminazione a partire dalla scuola e poi nel lavoro... “Sì, loro lo sanno, tutti lo sanno perchè io canto il blues...”
Everybody wants to know
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/1/2016 - 20:58
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