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Prima del 2015-8-30

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Himno Nacional de Costa Rica

Himno Nacional de Costa Rica
Nella quasi totalità dei casi, gli inni nazionali sono, non troppo curiosamente, un'apologia al nazionalismo e al bellicismo, e per questa ragione può sembrare un po' curioso proporne uno come canzone contro la guerra, ma penso che l'inno del Costa Rica lo meriti proprio in quanto eccezione.

La Costa Rica ha infatti il lodevole primato in quanto ad abolizione dell'esercito permanente, e se questo non lo rende esattamente un paese paradisiaco, gli ha di certo evitato tutte le sofferenze che hanno seguito i vari colpi di stato fascisti nell'area centro e sudamericana.

L'inno rispecchia quindi questa scelta, e per una volta non si parla di sangue da versare per la patria, di cannoni che tuonano. e in generale di morte, ma di "cielo limpido e azzuro" e "candida pace" per concludersi con l'esclamazione "vivano sempre il lavoro e la pace".

Mi sembra notevole, sicuramente innalza un po' tutta la categoria degli inni nazionali. A voi il giudizio se sia appropriato o meno.
Noble patria, tu hermosa bandera
(continua)
inviata da leoskini 30/8/2015 - 20:43
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Świadkowie

Świadkowie
[1978]

Parole e musica di Jacek Kaczmarski
Dall'album live "Strącanie aniołów" registrato durante il concerto il 15 febbraio 1982 a Stoccolma. Pubblicato in Svezia nel 1982 da casa discografica Safran 78.

Il titolo è stato ispirato dal programma televisivo omonimo (I testimoni) che andava in onda nella televisione di stato polacca a cavallo degli anni 70' e 80' e cerchava di ricongiungere le familie divise a causa della sciagura della seconda guerra modiale o per trovare le tracce dei familgliari scomparsi. Bisogna aggiungere che il destino delle persone ammazzate e perseguitate dai Russi veniva ommesso visto che fu il tema tabù nei media ufficiali. La formula della trasmissione consisteva nella lettura ad alta voce delle lettere scritte dai telespettatori e anche la canzone è composta dalle cinque lettere brevi, l'ultima scritta e recitata in russo, più quattro versi di chiusura che commentano in maniera strugente la vicenda di cui l'esito si può pressumere dal confronto degli scritti.

Dal sito Jacek.Kaczmarski.art.pl
Od trzydziestu lat szukam syna. Wojnę przeżył, wiem to, bo pisał. Na tym zdjęciu jest razem z dziewczyną, która mieszka ze mną do dzisiaj. W jego liście ostatnim - przeczytam: "Jadę do was, uściskaj tatę, mam dla niego na wojnie zdobytą marynarkę w angielską kratę. Sam ją noszę na razie choć mała". Syn był wielki, barczysty i silny. Jeśli wie ktoś, co się z nim stało - niech da znać. Bardzo proszę. Pilne.
(continua)
inviata da Krzysztof Wrona 30/8/2015 - 13:08

The Berlin Wall Tune

The Berlin Wall Tune
December 17, 1981 issue
17 dicembre 1981
17 декабря 1981

Parole di Iosif Aleksandrovič Brodskij / Иосиф Алексaндрович Бродский / Joseph Brodsky

Trovate qui
for Peter Viereck
(continua)
inviata da Krzysztof Wrona 30/8/2015 - 11:03
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Oratorio de los trabajadores

Oratorio de los trabajadores
[1971/72]
Texto: Julio Rojas
Música y dirección: Jaime Soto León
Relatos: Freddy Hube, Luís Vera, Adrián Otárola
Intérpretes: Conjunto Huamarí, Violeta Ludwig (solista)
Reedición y regrabación: 2010
"Por iniciativa de la Central Única de Trabajadores, se empezó a trabajar a fines del año 1971 en la elaboración de este reportaje musical que constituye un testimonio vivo de lo que ha sido la lucha sindical en nuestro país; desde sus comienzos en el siglo pasado hasta la conquista de un Gobierno Popular el día de hoy."

“Su iniziativa della Central Única de Trabajadores si cominciò a lavorare alla fine del 1971 alla stesura di questo reportage musicale che costituisce una viva testimonianza di ciò che è stata la lotta sindacale in nostro paese; sin dall'inizio nel secolo scorso fino alla conquista, oggi, di un governo popolare.”
Testo: Julio Rojas
Musica e direzione orchestra: Jaime... (continua)
Primera Parte
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/8/2015 - 23:47

Ole Shady (or the Song of the Contraband)

Ole Shady (<Em>or</Em> the Song of the Contraband)
[1861]
Parole e musica di Benjamin Russell Hanby (1833-1867), compositore e pastore evangelico.
Convinto abolizionista, con suo padre William fu attivo nell’organizzazione dell’“Underground Railroad”, la rete clandestina che assisteva gli schiavi neri che fuggivano verso il nord.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”

Credo che “Ole Shady” stia per “Old Darkie, o Nigger”, cioè “vecchio negro”…
Tenuto conto che il brano è stato composto nel 1861, all’inizio quindi della Guerra Civile, credo che il racconto parli di uno schiavo che intende fuggire al nord, verso il Canada, con la compagna perché gli è giunta voce che i bianchi del nord sono contro lo schiavismo e questa è una delle ragioni della guerra appena iniziata.
Gli altri schiavi ridono della sua intenzione ma lui è determinato: prenderà l’“Underground Railroad” e quando sarà... (continua)
Oh! yay! yah! darkies laugh wid me,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/8/2015 - 14:58

The Old Contraband

John L. Zieber
The Old Contraband
[1865]
Parole di tal John L. Zieber
Music di tal Rudolph Wittig
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”

Un vecchio “contraband” saluta la libertà e dice addio alla piantagione dove ha trascorso come schiavo gran parte della vita, consapevole che “I hab work’d out my own salvation”, che lui stesso – con tutti gli anni di duro lavoro e sofferenza passati – ha contribuito alla propria liberazione…
“Addio baracca, addio campi di cotone e di granturco, andrò via da qui all’alba…”

Quale sarà stato il destino di questo vecchio schiavo finalmente libero? L’interrogativo sembra essere ancora aperto nell’America di oggi…
I’m a contraband from de old plantation,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/8/2015 - 14:31

The Southern Contraband

The Southern Contraband
[1865]
Canzone ballabile di Michael B. Leavitt, che ne scrisse le parole e la musica, arrangiata poi da tal Frank Wilder.
Michael B. Leavitt (1843–1935) era all’epoca ai suoi esordi nel mondo dello spettacolo, come cantante in “blackface minstrel show”, spettacoli di varietà in cui il cantante si esibiva truccato da negro, e in rassegne d’intrattenimento per le truppe. Leavitt sarebbe poi diventato uno dei più grandi impresari teatrali americani di fine 800.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”

Una canzone che non parla soltanto nel grosso tributo di sangue versato dagli afroamericani durante la Guerra Civile – di fatto contribuirono da se stessi alla propria liberazione – ma che già lascia intendere, soprattutto nell’ultima strofa, che la nuova società americana, nata da una feroce guerra fratricida, non sarebbe stata, come nelle... (continua)
O I’se a Southern nigger
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/8/2015 - 13:59

The War Will Soon Be Over

The War Will Soon Be Over
[1865]
Parole e musica di Walter Kittredge (1834-1905), musicista originario del New Hampshire
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”

Walter Kittredge ebbe una certa notorietà durante la Guerra Civile, cui partecipò direttamente, tra le fila unioniste, anche se per breve tempo, a causa della sua salute non buona (si veda al proposito la sua Tenting Tonight).
Kittredge era anche un convinto abolizionista nonché proibizionista, per quanto riguarda l’uso degli alcolici.
See! oh! see! the clouds arising,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/8/2015 - 11:46

Babylon Is Fallen!

Babylon Is Fallen!
[1863]
Parole e musica di Henry Clay Work
Come per la più famosa Kingdom Coming (the Year of the Jubilo) anche in quest’altra canzone l’autore adotta la parlata dei “darkies”, dei “niggers”, degli schiavi del sud, visto che il protagonista – un cosiddetto “contraband”, un ex schiavo arruolatosi nell’esercito nordista – è uno di loro.
La canzone fu composta nelle settimane immediatamente successive l’“Emancipation Proclamation”, l’ordine esecutivo che il Presidente Abraham Lincoln emise il 1 gennaio 1863 con cui circa 3 milioni di schiavi furono proclamati liberi.

Henry Clay Work (1832-1884), songwriter e compositore, veniva da una famiglia di convinti abolizionisti. Nella prima metà dell’800 la casa dei Work a Middletown, Connecticut, divenne un’importante base dell’“Underground Railroad”, la rete clandestina che assisteva gli schiavi neri che fuggivano verso il nord. Il padre di Henry Clay Work aiutava i fuggiaschi a passare in Canada e fu per questo arrestato e imprigionato.
Don't you see de black clouds
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/8/2015 - 11:15
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Tania

Tania
1974
Volumen Dos

Dedicata a Tamara Bunke, detta Tania
Tenía los ojos azules
(continua)
inviata da dq82 28/8/2015 - 10:25
Percorsi: Che Guevara
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Tania, guerrilera

Tania, guerrilera
1973
Brotando del silencio/breaking out of the silence

Tamara Bunke Bider, più nota come Tania la Guerrigliera (Buenos Aires, 19 novembre 1937 – Puerto Mauricio, 31 agosto 1967), è stata una rivoluzionaria e guerrigliera tedesca naturalizzata argentina.

Tamara nasce da genitori tedeschi, militanti comunisti in esilio in Argentina. Dopo la guerra i genitori di Tamara decidono di tornare in Germania, nella parte orientale, per costruire il socialismo. Tamara, sentimentalmente legata all'America Latina, dove è nata, studia lingue romanze e diviene interprete per il governo, incarico che la porta a conoscere Che Guevara. In seguito, decide di trasferirsi a Cuba e dedicare la sua vita alla rivoluzione cubana; la militanza rivoluzionaria la porterà a diventare agente segreto prima e guerrigliera poi, col nome in codice Tania, esperienza che la condurrà alla morte.

Nel 1952 la famiglia decide... (continua)
Tania, sofiadora incansable,
(continua)
inviata da dq82 28/8/2015 - 10:00
Percorsi: Che Guevara
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Corazón maldito

Corazón maldito
[1965/66]
Testo di Violeta Parra
Musica di Ángel Parra
Interpreti: Isabel Parra, Ángel Parra, Inti-Illimani, Mercedes Sosa

Letra de Violeta Parra
Música de Ángel Parra
Intérpretes: Isabel Parra, Ángel Parra, Inti-Illimani, Mercedes Sosa

Corazón maldito, ecco. Una delle canzoni più famose dell'America Latina; e per forza, è di Mercedes Sosa. Mercedes Sosa? Ma no, è degli Inti-Illimani! Però bisogna che ve lo dica io di chi è: è di Violeta Parra, proprio lei. Solo che non la ha mai cantata: è una di quelle cose, alcune delle quali stanno pure in questo sito, che scrisse dopo la fine del suo grande amore con l'etnologo e musicologo svizzero Gilbert Favre, che la piantò letteralmente in asso scomparendo per il continente e lasciandola disperata a scrivere tra le più belle canzoni e poesie di disamore che siano mai state scritte nella Storia. Dopo che Violeta Parra si fu suicidata di depressione,... (continua)
Corazón, contesta
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 28/8/2015 - 00:41

The Officers of Dixie

anonimo
The Officers of Dixie
[1861-65]
Testo trovato su “Southern War Songs”, a cura di W. L. Fagan, New York 1889.

Canzone di anonimo “growler” (uno che brontola, che si lamenta), certamente un soldatino sudista che se la prende con satira feroce contro l’inettitudine, la spocchia, la corruzione degli ufficiali e dei gallonati vertici dell’esercito ribelle sudista: “Date retta a me, tutti quei bottoni, tutte quelle mostrine, tutte quelle medaglie… Non è tutto oro quel che luccica!”
By A Growler

(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/8/2015 - 15:41
Percorsi: Eroi

Contraband Now

Frank Wardlaw
Contraband Now
[1861]
Parole e musica di Frank Wardlaw
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”
Altrove la canzone viene datata al 1864 e attribuita a tal George H. Miles, che però è forse solo il curatore della raccolta “Said the Rose, and Other Lyrics” (1907) in cui il testo del brano è incluso.

Una canzone – scritta come se fosse cantata nella parlata del negro protagonista, lo zio Sambo – che credo sia piuttosto interessante perché descrive come la Guerra Civile americana abbia formalmente chiuso con la schiavitù ma di fatto aperto la lunga stagione – durata più di un secolo - della segregazione razziale.

“Contraband” oggi non significa altro che “contrabbando” ma all’epoca erano chiamati “contrabands” gli schiavi afroamericani fuggiaschi che ancora non erano stati dichiarati liberi o che si univano alle truppe dell’Unione. “Contraband” significava... (continua)
Uncle Sambo’s a gwine to be righted,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/8/2015 - 14:50
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Rob Roy MacGregor, O!

Rob Roy MacGregor, O!
[1818?]
Canzone tradizionale scritta da tal John Davy (1763-1824) per la sua “Rob Roy MacGregor, or, Auld Lang Syne”, opera musicale in tre atti tratta dal racconto “Rob Roy” scritto nel 1817 da Sir Walter Scott.
Sulla melodia dell’antica “Duncan Gray”
Interpretata da Carl Peterson (anche lui appartenente al clan MacGregor) nel suo album “Songs of Rob Roy and the MacGregors”


Patrick “Gilderoy” MacGregor, vissuto nella prima metà del 600, viene spesso confuso con un suo più famoso discendente, Robert Roy MacGregor (1671-1734), anche lui costretto alla macchia per buona parte della sua vita dal vecchio editto di cancellazione e sterminio del clan MacGregor emesso nel 1603 dal re di Scozia James VI, un bando crudele che ebbe termine solo nel 1774, 150 anni dopo.

Rob Roy – questo il nome con cui è passato alla storia diventando un “folk hero” – nacque sulle rive del Loch Ceathairne (il... (continua)
Pardon now the bold outlaw
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/8/2015 - 13:34
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L'âme slave

L'âme slave
L'ÂME SLAVE

Chanson française – Boris Vian - 1954
Musique : Jimmy Walter ()


Il te souviendra que récemment, j'avais annoncé plusieurs chansons surprises où il est question de l'âme. C'en est une et non des moindres. Comme on le voit, elle s'intitule : L'Âme slave, tout un programme, mais c'est aussi une chanson de résistance face à la bêtise ambiante. Ce qui ne gâte rien : elle de Boris Vian. Par parenthèse, Boris Vian mourra à la fin des années 50, au cinéma d'un arrêt cardiaque. Il souffrait depuis l'enfance d'une insuffisance cardiaque, due, je cite : « À douze ans, à la suite d'une angine infectieuse, Boris souffre de rhumatismes articulaires aigus, qui provoquent une insuffisance aortique... » et comme tu le sais, c'est pareil pour moi… D'ailleurs, j'évite les cinémas...

Rien qu'à l'idée d'une chanson de Vian, on peut déjà être joyeux comme un boucher de la Villette Chansons de... (continua)
L'air slave,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/8/2015 - 12:03
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Eroi

Eroi
[2007]
Nell’album intitolato “Spettri”
Segreto indomito e disperso
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/8/2015 - 09:43
Percorsi: Eroi
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Discorsi del cazzo

Discorsi del cazzo
[2007]
Nell’album intitolato “Spettri”

A proposito di discorsi del cazzo e di memoria condivisa, ecco un esempio lampante (uno dei tanti, purtroppo, che si possono fare) di come i fascisti intendono la condivisione della memoria:

All’inizio del 1944 i partigiani garibaldini operanti tra Siena e Grosseto avevano organizzato un campo di addestramento per renitenti alla leva nella zona di Monticiano.
Nel marzo, in seguito ad un fallito attentato ad un gerarca di Grosseto, repubblichini e tedeschi lanciano un vasto rastrellamento nella zona, giungendo a circondare l’accampamento partigiano all’alba dell’11 marzo. Nello scontro a fuoco rimane ucciso il partigiano Giovanni Bovini e un francese, Robert Houdin, rimane gravemente ferito (morirà pochi giorni dopo in ospedale a Siena). 19 giovani reclute, prive ancora delle armi e dell’addestramento necessario, si arrendono… Uno di loro si aggrega... (continua)
Ondate imponenti
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/8/2015 - 09:16

Sullo stato di mente di Giovanni Passanante

Antiwar Songs Blog
Sullo stato di mente di Giovanni Passanante
Giovanni Passannante era un cuoco lucano di Salvia, un piccolo paese di circa mille abitanti vicino Potenza. Il 17 novembre 1878, a Napoli, con un coltellino di poco conto, attenta – in nome della “Repubblica universale” – alla  vita di Umberto I, re d’Italia, che riporta una piccola ferita ad una gamba. L’attentatore, che qualche ora prima, […]
Antiwar Songs Staff 2015-08-26 20:57:00
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I Wish That The Wars Were All Over

anonimo
I Wish That The Wars Were All Over
[XVIII° secolo]
Ballata inglese settecentesca risalente, con tutta probabilità, al periodo della guerra d’indipendenza americana (1775-1783). Esistente in moltissime versioni, a partire da quelle contenute in broadsides di fine 700, la canzone è una delle più frequentemente riproposte nelle varie ondate di folk revival sia in Gran Bretagna che negli USA. Sue versioni stanno nei repertori di artisti come Roy Harris, Helen Hockenhull, Tim Eriksen, Eliza Carthy, Jon Boden, Askew Sisters, Andy Turner.

Il tema di fondo è quello della “ragazza guerriera”, la donna che si traveste da uomo per seguire il proprio amore partito in guerra o per affrontare meglio e con minori rischi la mancanza di protezione dovuta all’assenza dei familiari maschi spediti a combattere. Un motivo riscontrabile in molte antiche canzoni, si pensi – soltanto tra quelle già presenti sulle CCG/AWS - a La guerriera, Mary... (continua)
Down in the meadows the violets so blue
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/8/2015 - 15:54
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Nella Somalia bella

anonimo
Nella Somalia bella
Così come avvenuto anche per le ballate anglosassoni, le canzoni popolari non si sa da dove vengano e nemmeno dove andranno a finire. Questo brano, raccolto da Costantino Nigra, come brano popolare piemontese (probabilmente originario della Francia del Sud, e da lì arrivato fino in Portogallo), ma poi diffuso in tutta Italia con il titolo de la sposa morta o Nella [Somalia, Romagna] bella ha come tema quella dell'uomo che parte e poi torna a casa e trova la fidanzata morta. All'inizio è un montanaro o un contadino, nelle versioni più recenti, come queste prime, un soldato che parte per la guerra. A seconda dell'epoca cambia anche la destinazione della guerra. Nella Somalia bella la madre fa una sorta di invettiva contro la guerra, nella versione de La Macina, anche la sposa: quasi una sorta di rimprovero per non aver disertato. In altre versioni il "bravo" soldato chiede il permesso per tornare... (continua)
O mamma, o mamma dimmelo
(continua)
inviata da Donquijote82 26/8/2015 - 12:39

Bill and I (a Picket Song)

Frank Wardlaw
Bill and I (a Picket Song)
[1861]
Ignoro chi sia stato Frank Wardlaw, autore e compositore di questo brano, forse uno dei protagonisti, due soldati dell’Unione in turno di guardia notturno…
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”

Guerra civile americana. Accampamento dell’Unione. I soldati Bill e Frank (?) sono destinati ad un turno di sentinella. E’ una notte chiara, tranquilla, e i due pensano già a quando getteranno i fucili alle ortiche e torneranno dalle fidanzate… Poi, un rumore: è un attacco dei confederati! Frank scatta subito ma Bill rimane paralizzato dal terrore… Frank spara nel buio e ferisce un ribelle, un ragazzino (“a schoolgirl’s toy”), che gli muore tra le braccia invocando la mamma, mentre Frank cerca in qualche modo di confortarlo chiamandolo “Fratello”… Poi Frank torna verso il posto di sentinella e trova Bill ancora lì, impietrito, con gli... (continua)
The moon had just gone down, sir,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/8/2015 - 10:43
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Write a Letter to My Mother

Write a Letter to My Mother
[1864]
Parole di E. Bowers
Musica di P.B. Isaacs
Canzone risalente alla guerra civile americana, cavallo di battaglia di Charlie Poole (1892-1931), operaio tessile, musicista country virtuoso del banjo e leader del gruppo “North Carolina Ramblers”.

Una canzone che racconta di due fratelli rincontratisi dopo molto tempo. L’occasione però è tragica, la prima o la seconda battaglia di Bull Run, combattute tra Stati Uniti e Stati confederati ribelli nel 1861 e 1862. Il soldato confederato ha ferito mortalmente il fratello che combatteva per l’Unione ed è caduto prigioniero. Il moribondo cerca di calmare la disperazione del fratello ricordandogli della famiglia e dell’infanzia e poi gli chiede di comunicare alla madre la sua morte, ma senza rivelarle la tragica circostanza…

Un aspetto forse ancora assente dalle CCG (ne trovo un vago accenno in Kill the King sulla guerra civile inglese nel... (continua)
Raise me in your arms my brother.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/8/2015 - 09:41
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Blackbirds and Thrushes

anonimo
Blackbirds and Thrushes
Canzone ottocentesca presente nella raccolta “English Folk Song” (1907?) curata da Cecil J. Sharp (1859-1924), protagonista del folklore revival in Inghilterra ai primi del 900.
Su di una melodia molto simile a quella di un’altra canzone tradizionale, “Hares on the Mountain”
Trovo il brano nel repertorio di Shirley Collins (in “Sweet England” del 1959) e di Ewan MacColl (in “English And Scottish Love Songs”, 1959, con Isla Cameron).


As I was a-walking for my recreation,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/8/2015 - 08:56

Fare You Well, My Darling

anonimo
Fare You Well, My Darling
[1862]
La fonte del testo che segue è il quarto dei dodici volumi di cui è composto Rebellion Record: a Diary of American Events: with documents, narratives illustrative incidents, poetry, etc. a cura di Frank Moore (1828-1904, giornalista), resoconto della Guerra Civile americana pubblicato a New York tra il 1861 ed il 1868.
L’autore della canzone sarebbe un soldato sudista (“rebel soldier”) di nome Levi F. Jones ferito nella battaglia di New Bern, North Carolina, combattuta il 14 marzo 1862.
In assenza di ulteriori riscontri, ho preferito attribuirla ad anonimo.

E’ interessante come diversi decenni dopo, precisamente nel 1937, i grandi ricercatori John A. ed Alan Lomax abbiano raccolto un testo - poi incluso in “Our Singing Country: Folk Songs and Ballads”, New York 1941 - pressochè identico dalla voce di una ragazza di Murrells Inlet, South Carolina, e lo abbiano introdotto con una... (continua)
So fare you well, my darling,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/8/2015 - 16:22
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Gilderoy

anonimo
Gilderoy
[XVII° secolo]
Ballata nativa della Scozia, poi transitata in Inghilterra, la cui melodia originaria viene fatta risalire all’ “En Gaudeat” gregoriano medievale. La musica si trova già nella prima edizione (1651) de “The Dancing Master”, manuale per le danze inglesi tradizionali pubblicato da John Playford, editore specializzato in musica.

Ballata scozzese, esistente in innumerevoli versioni a partire da broadsides di fine 600, che racconta dell’esecuzione di Patrick del famoso clan MacGregor, un “highwayman”, un “freebooter”, un “cattle-lifter” che imperversò nelle Highlands, in particolare nel Perthshire ed Aberdeenshire, intorno al 1630 e che fu catturato e giustiziato nel 1636 o 1638. Patrick MacGregor era chiamato “Gilrodh”, o “Gilruadh”, o “Gilleruadh”, ossia “ragazzo dai capelli rossi”, e di un rosso scarlatto pare fosse anche la cappa che preferiva indossare.

Ho incontrato questa... (continua)
Gilderoy was a bonnie boy,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/8/2015 - 13:44
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Let the Power Fall

Let the Power Fall
(1971)

Album: "Let the Power Fall"
Oh, let the power fall on I, Far I
(continua)
24/8/2015 - 22:23

An Anthem for the Space Age

An Anthem for the Space Age
[1962]
Parole e musica di Agnes “Sis” Cunningham, cantautrice e fondatrice nel 1962 - insieme al marito Gordon Friesen - del Broadside Magazine.
Nel Broadside #8 del 30 giugno 1962.

Francamente eccessivo l’ottimismo utopistico della Cunningham all’inizio della “corsa allo spazio”… Solo nel 1962 furono 59 i lanci degli americani e 22 quelli dei sovietici…
Yesterday is gone, today is racing on and tomorrow rolls towards us
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/8/2015 - 11:30
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Bosnia Tune

Bosnia Tune
[1992]
Parole di Iosif Aleksandrovič Brodskij/Joseph Brodsky
La poesia fu scritta da Brodskij direttamente in inglese.
Dal sito Joseph Brodsky

La poesia è stata musicata e viene cantata dal cantante norvegese Morten Harket (ex a-ha). Il pezzo con il titolo "Brodsky Tune" si trova nel suo album del 1995 "Wild Seed"
As you pour yourself a scotch,
(continua)
inviata da Krzysztof Wrona 23/8/2015 - 11:20
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Η αδελφή μας Αθηνά

Η αδελφή μας Αθηνά
I adelfí mas Athiná

(15/5/1968)
Poesia di Giorgos Foteinos [Giorgos Kouloukis] (1955)
Musica: Mikis Theodorakis
Vrachati, 1968

Στίχοι: Γιώργος Φωτεινός [Γιώργος Κουλούκης] (1955)
Μουσική: Μίκης Θεοδωράκης
Βραχάτη, 1968

Arance e Filo spinato

Nel maggio del 1968, Mikis Theodorakis si trova, sotto stretta sorveglianza dopo essere stato rilasciato una prima volta dal carcere della dittatura dei Colonnelli, nella sua casa di vacanze di Vrachati, presso Corinto. Per caso, ritrova in quella casa alcune lettere e ricordi di un suo compagno di prigionia di quasi vent'anni prima nel lager dell'isola di Makronissos, il maestro elementare Giorgos Kouloukis. Giorgos Kouloukis, nato a Nafplio nel 1924 e facente parte dell'EPON durante la guerra civile del 1945-48, era stato condannato a morte ma era riuscito a sfuggire all'esecuzione; sorte che non era toccata ad una sua collega e compagna di... (continua)
Ήλιος θα βγει
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 23/8/2015 - 00:43
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What Did You Do in the War, Dad?

What Did You Do in the War, Dad?
PAPÀ, CHE COSA HAI FATTO IN GUERRA?
(continua)
inviata da Vincenzo 22/8/2015 - 14:34
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Il giorno di San Patrizio

Il giorno di San Patrizio
IN MEMORIA DI PEGGY O'HARA
(Gianni Sartori)

Avevo conosciuto Peggy e Jim O'Hara, la madre e il padre di Patsy O'Hara (il quarto tra i dieci prigionieri politici repubblicani che nel 1981 si erano lasciati morire di fame a Long Kesh), grazie a Tony Gillespie nella loro casa di Hardfoyle a Derry nel 1985. L'avevo poi rivista in occasione di altri viaggi in Irlanda e nel 1986 l'avevo intervistata sulla tragica vicenda del figlio, morto il 21 maggio 1981 dopo 60 giorni di sciopero della fame. Patsy, militante dell'INLA (Esercito Irlandese di Liberazione Nazionale, considerato il braccio armato dell'IRSP), ebbe un ruolo fondamentale nell'organizzare e gestire la protesta del 1981, in perfetta coerenza con l'impegno fino ad allora dimostrato all'interno delle lotte del quartiere dove viveva. Il padre, Jim, ricordava come Patsy avesse “combattuto con la parola prima ancora che con le armi contro... (continua)
Gianni Sartori 22/8/2015 - 13:53
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L'Internationale

L'Internationale
Le origini dell'Internazionale nelle memorie dell'anarchico italiano Armando Borghi

Le memorie dell'anarchico italiano Armando Borghi, pubblicate nel 1954 con il titolo di "Mezzo secolo di Anarchia 1898-1954" dalle Edizioni Scientifiche Italiane (con prefazione di Gaetano Salvemini), si chiudono (pp. 362/363 nella ristampa del 1978 pubblicata dalle Edizioni Anarchismo di Alfredo Maria Bonanno) con un interessante storia di una ricerca effettuata dall'autore quando ancora si trovava rifugiato negli Stati Uniti: la ricerca sulle origini dell' "Internazionale". La ricerca si svolse sul finire del 1943 ed è collegata all'esecuzione dell'Internazionale (in quanto, allora, inno dell'Unione Sovietica alleata degli USA, della Gran Bretagna e della Francia) da parte di Arturo Toscanini. Chiunque abbia dimestichezza con questa pagina del sito leggerà qui di seguito delle cose già ben note; ma occorre... (continua)
Riccardo Venturi 22/8/2015 - 12:55
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Friday Morning

Friday Morning
Vorrei ricordare anche le versioni di Bob and Carole Pegg e di Robert Johnson presenti rispettivamente in "And Now It Is So Early" e in "Lovely In The Dances", due eccellenti omaggi del folk inglese alle canzoni di Sydney Carter.
Flavio Poltronieri 22/8/2015 - 12:40
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A Song for Alan Turing

A Song for Alan Turing
Piacenza, 22 agosto 2015
CANZONE PER ALAN TURING
(continua)
22/8/2015 - 01:00
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John

John
[1974]
Parole e musica di Juri Camisasca
Nel disco intitolato “La finestra dentro”, prodotto da Franco Battiato
Non so se ti ricordi di John
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2015 - 13:16
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Mamma Roma Addio

Mamma Roma Addio
Addio Roma!

(Va detto che all'evento durante il quale l'incauto postfascistone si fece fotografare con il boss erano presenti anche diversi piddini, tra cui l'attuale ministro del lavoro Poletti...)
Bernart Bartleby 21/8/2015 - 12:50
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Gloire au Dix-septième

Gloire au Dix-septième
Gloire au 17ème nelle memorie dell'anarchico italiano Armando Borghi, rifugiato in Francia

L'anarchico italiano Armando Borghi (Castel Bolognese, 6 aprile 1882 - Roma, 21 aprile 1968) è l'autore di importantissime memorie (pubblicate nel 1954 dalle Edizioni Scientifiche Italiane con prefazione di Gaetano Salvemini, e ripubblicate nel 1978 dalle Edizioni Anarchismo), intitolate "Mezzo Secolo di Anarchia". Nel 1912 Armando Borghi, per sfuggire ad una delle sue numerose carcerazioni in Italia, si trovava rifugiato a Parigi (dove conobbe e frequentò, tra gli altri, il famoso e quasi mitico Amilcare Cipriani); a pagina 124 del volume si trova la seguente testimonianza su questa canzone di Montéhus, quasi sicuramente la prima e forse l'unica in lingua italiana e resa pochissimi anni dopo la sua composizione:

"[...] Spesso mi sorprendo ancor oggi [Borghi scrive tra il 1945 e il 1946, ndr] ad ascoltare... (continua)
Riccardo Venturi 21/8/2015 - 11:22
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L’emigranti e la valigia

L’emigranti e la valigia
Parole e musica di Marilena Monti, scrittrice e cantautrice siciliana
Purtroppo non so quando questa canzone sia stata composta e in che disco sia inclusa.
Gli unici riferimenti sono che la Monti incideva per la Fonit Cetra e la sigla SIAE del disco è 31148
Testo trovato su Cultura siciliana, il sito curato da Nicolò La Perna, biografo di Rosa Balistreri

“Un episodio che mi è realmente accaduto: in treno un emigrante siciliano, tornava in Germania a fine estate. Portava, fra i tanti bagagli pesanti, una valigia vuota. Gli chiesi perchè: ‘Signurì... cca ci mettu lu paisi!’. Ho composto la canzone, testo e musica, anche se le parole dell'uomo erano già poesia compiuta!” (Marilena Monti)
E un jornu pi casu ci addumannai all`emigranti:
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2015 - 10:12
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Sicilia amara

Sicilia amara
[1978]
Parole e musica di Totò Castelli, giornalista e cantautore
Interpretata dal gruppo “Sicilia Canta, Sicilia Frana” (Giuseppe Nicola Ciliberto, Giuseppe Cannata, Vincenzo Bonafede, Enzo Argento, Vincenzo Ruvolo e Paolo Bono) di Ribera, Agrigento.
Testo trovato sul sito Ciliberto Ribera curato da Giuseppe Nicola Ciliberto, scrittore, poeta, compositore e pittore nativo del posto.

Nel disco eponimo, pubblicato in LP e musicassetta nel 1978 con il finanziamento dell’emittente locale Radio Torre Ribera.
Quann’era nicareddu iu sintìa cantari:
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2015 - 09:34
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Sicilia canta, Sicilia frana

Sicilia canta, Sicilia frana
[1978]
Parole e musica di Giuseppe Nicola Ciliberto (1942-), scrittore, poeta, compositore e pittore nativo di Ribera, in Provincia di Agrigento.

Nel disco eponimo, pubblicato in LP e musicassetta nel 1978 con il finanziamento dell’emittente locale Radio Torre Ribera.


Nel 1977 Giuseppe Nicola Ciliberto – l’autore, fra l’altro, della bellissima Nustalgia (Nostalgia di Ribera) che fu dell’immortale Rosa Balistreri – insieme ai poeti Giuseppe Cannata e Vincenzo Bonafede e ai musicisti Enzo Argento, Vincenzo Ruvolo e Paolo Bono (quest’ultimo virtuoso del “friscalettu di canna”), fondò un gruppo musicale con l’intenzione di raccontare in presa diretta, con esibizioni dal vivo e trasmissioni dalle onde della radio locale, la Sicilia, la Sicilia che ride e che canta le sue virtù e le sue bellezze, la Sicilia che piange e s’indigna per le sue aberrazioni e contraddizioni: una Sicilia che canta in una Sicilia che frana.
(cantato)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2015 - 09:12
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Raskolnikow

Raskolnikow
Casamonica a Roma! Oi!

... una rosa è una rosa, è una rosa, è una rosa...

Il mondo rimane rigido nella sua pazzia

Oi!
krzyś 21/8/2015 - 00:41

Emigrato

Emigrato
Chanson italienne – Emigrato – Istentales – 1989
Paroles : Gigi Sanna
ÉMIGRÉ
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 20/8/2015 - 21:47
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Bokassa Rap

Bokassa Rap
[1994]
Versi di Stefano Benni, pubblicati su Il Manifesto del 29 luglio 1994
Musica di Juggy (un duo costituito da Anton Giulio “Juggy” Castagna e Marco De Angelis), nel loro disco “Par condicio” del 1995, distribuito gratuitamente con la rivista Avvenimenti.
In due versioni, una interpretata – credo – da Neri Marcorè che imita Berlusconi, l’altra interpretata dallo stesso Marcorè con Daniele Formica, David Riondino e Paolo Rossi.
I giudici, se vogliono giudicare, bisogna che si facciano eleggere
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2015 - 15:40
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Le temps du plastique

Le temps du plastique
[1955]
Parole e musica di Léo Ferré
In un 33 giri da 25 cm non intitolato e noto come “La Guinche” ovvero “8 Chansons Nouvelles”, pubblicato dalla Odéon nel 1956.

Francese non facile ma “Car mieux vaut un’ guitare qu’ les sonn’ries de la gloire” mi suona come “La musique qui marche au pas, cela ne me regarde pas” del buon Brassens…
Si l'on mettait le temps du plastique
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2015 - 14:32
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Supper's Ready

Supper's Ready
grazie!!!
Marco 20/8/2015 - 13:51
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L'erba selvaggia

L'erba selvaggia
[1977]
Scritta da Herbert Pagani, E. Lombardi e R. Bernet
Lato A di un 45 giri del 1977. Sul lato B, “Da niente a niente”
Viene su, come l'erba selvaggia
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2015 - 13:14
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Il condannato

Il condannato
[1976]
Scritta da Herbert Pagani con A. Limentani e E. Lombardi
Nel LP intitolato “Palcoscenico”
Testo trovato su Megalopolis
Dalla mia cella scrivo a te così
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2015 - 11:50
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Concerto per un cane

Concerto per un cane
[1976]
Scritta da Herbert Pagani con A. Limentani e B. Moraschi
Nel LP intitolato “Palcoscenico”
Testo trovato su Megalopolis
Era stata una giornata tutta no
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2015 - 11:47
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Anima

Anima
[1991]
Versi di Stefano Benni, nella raccolta “Ballate”
Messa in musica da Umberto Petrin, nell’opera collettiva “Baldanders” del 2004, e poi da Fausto Mesolella (della Piccola Orchestra Avion Travel) nel suo “Cantostefano”, album pubblicato nel 2015 e interamente dedicato alle poesie di Benni
Anima
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2015 - 11:21




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