Stiamo per fare un cortometraggio sulle donne ribelli morte per i loro ideali. Donne dimenticate, per il maschilismo, per la censura...
Chi decide quali ribelli ricorderemo?
Si parlera di Edera de Giovanni, Irma Bandiera e Tamara Bunke.
Abbiamo però bisogno del vostro aiuto per poterlo realizare!
Stiamo facendo un crowdfounding, dove ognuno può partecipare con quello che può.
La stazione di Bologna, la più grossa stazione di transito d'Italia (non terminale, cioè, come sono Roma Termini o Firenze Santa Maria Novella), per far partire i localacci e gli interregionali ha bisogno dei piazzali: Est e Ovest. E se per caso , per cambiare un trenaccio in un luglio africano, tocca scendere al piazzale Ovest (quello famoso per i treni per e da Poggio Rusco, che sarebbe come se in Liguria un posto si chiamasse "Poggio Rumenta" o in Lazio "Poggio Monnezza") per andare a prendere la coincidenza per Prato al piazzale Est, c'è da camminare. Parecchio da camminare. Succede quando, per risparmiare qualche soldo e disposti veramente a tutto, si viaggia coi treni regionali e interregionali; io sono uno di quelli là, di quelli disposti, appunto. Quelli del Treno a Bassa Velocità. Quelli delle stazioni mai viste da voialtri umani, perché la stazione... (continua)
24/7/2015 - 21:19
Silver Sirotti (Forlì, 2 settembre 1949 – San Benedetto Val di Sambro, 4 agosto 1974) è stato un ferroviere conduttore delle Ferrovie dello Stato, insignito di Medaglia d'oro al valor civile alla memoria per aver tentato di soccorrere i viaggiatori coinvolti nella Strage dell'Italicus.
Forlivese, giovane diplomato all’I.T.I.S. “Marconi” di Forlì nel 1968, studente alla Facoltà di Ingegneria presso l'Università di Bologna, fu assunto nel 1973 dalle Ferrovie dello Stato con la qualifica di "conduttore" (controllore), presso il Deposito Personale Viaggiante di Bologna. Il 4 agosto 1974, nel momento della morte Sirotti era in servizio di scorta sul treno Espresso 1486 "Italicus" ; aveva appena 25 anni.
Il conduttore Silver Sirotti sopravvisse allo scoppio della bomba sul treno, non trovandosi in quel momento nella vettura esplosa. Tuttavia, anziché mantenersi in salvo, intendendo aiutare i... (continua)
Ho attribuito la canzone al duo Gilles et Julien per non creare un'ulteriore scheda biografico.
Il riferimento è però inesatto. Oltre tutto il sodalizio di Gilles con Aman Maistre, detto Julien, fu molto più breve che non quello con Albert Urfer.
Inoltre Gilles (Jean Villard) è autore di quasi tutte le sue canzoni.
Quindi credo che si debba rimuovere la scheda intestata a "Gilles et Julien" e attribuirla al solo Gilles.
B.B. 24/7/2015 - 13:56
Ah! dit Lucien l'âne, quelle superbe chanson, moi je me dois de remercier Monsieur Gilles le chansonnier.
Évidemment, transformé de jeune homme en âne, je n'ai jamais pu être confondu avec l'orang-outan, animal des plus aimables avec qui personnellement, j'entretiens d'excellentes relations. Je connais ses opinions et je n'en dirai rien. Je vous laisse deviner comment ici ou là, il considère un militaire, un militaire habillé en soldat.
D'ailleurs, il partage entièrement l'avis de Gilles et de milliers d’objecteurs… L'armée, Ah, l'armée… Je ne le dirai pas. Mais vous avez tous deviné et c'est bien comme ça !
Lo sapessi, fija mia... comunque il film è stato presentato in Italia nell'occasione di qualche festival, ergo, devrebbe avere anche i sottotitoli in italiano da qualche parte... nel cosmo infinito.
Del resto viene recitato sia in polacco che in romanes (dunque, per noi polacchi servono i sottotitoli in polacco).
Mica è facile, sai...
Grazie di essere capitata qui e un saluto (tre baccini sulle guancie, alla polacca)...
Bye
Complimenti per la traduzione di questa meravigliosa canzone. Io l'ho inviata ed ho anche provato a tradurla ma era molto difficile!! Svaka cast :-) Monia
Monia 24/7/2015 - 12:32
Per Pippo. Davvero complimenti anche da parte mia per la traduzione, e te lo dico con un po' di cognizione di causa. Unica cosa: bisognerebbe dire a quegli "alcuni" che ritengono che il termine turco originario abbia a che fare col portoghese saudade di andarci parecchio, ma parecchio cauti nonostante la suggestiva assonanza. Il termine turco originario è sevda (non *sevdah), che magari indica un sentimento non dissimilissimo dalla "saudade" ("malinconia", "spleen" eccetera) ma è in origine la "pena d'amore": è un derivato del comunissimo verbo turco sevmek "amare" (da cui il seni seviyorum, il "ti amo" turco). Il termine, in realtà, in turco ha una stupefacente gamma di significati: significa sì "melancolia", "uggia", "spleen", "atrabile" ma, tuttora, la "pena d'amore" e, tout court, la "passione intensa" e l'"amore disperato". Significa poi, per traslato, "progetto a cui si tiene molto"... (continua)
Piccola annotazione. Mi sono permesso di correggere il nome dell'arancio amaro (o melangolo), che fu peraltro protagonista di un mio strano sogno adolescenziale che non starò qui a raccontare (ma la parola "melangolo" mi ha perseguitato a lungo). In greco è νεραντζιά (nerantzià), e non *νεράντζω com'era stato scritto con una bizzarra terminazione verbale. E', chiaramente, lo stesso termine da cui provengono "arancio" e "arancia", ma "naranza" è pure il termine più antico in italiano e diffuso in tutta Europa. Al greco sembra essere venuto proprio dal veneziano "naranza", ché Venezia è responsabile del 95% delle parole italiane in greco (che sono tante). Anche in ungherese, ché so io, si dice narancs. La parola è però di antichissima origine persiana: fârsi närānǧ. In Grecia il termine si è specializzato per l'arancio amaro, mentre il comune arancio è πορτοκαλιά (portokalià) e l'arancia è... (continua)
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 24/7/2015 - 19:06
Due parole del traduttore, e forse anche tre. Ho preferito tradurre l'intera canzone popolare; la versione cantata dalla grande Irene Del Prete (questo significa "Irini Pappà", o Irene Papas come volle farsi chiamare nel mondo violentando un po' la lingua greca...) e arrangiata da Evàngelos Papathanassiou, o Vangelis, è, come si vede, incompleta. Si arresta però, quella versione abbreviata, ad un punto focale: i "venti del nord", quelli che hanno strappato all'arancio amaro i suoi fiori e i suoi frutti, vengono invocati poi per far veleggiare le navi che recano i combattenti per l'indipendenza greca, gli arditi παλληκάρια (credo che questa fondamentale parola greca sia stata oramai ben appresa da tutti nel suo esatto significato ed anche nelle sue infinite grafie diverse). I "venti del nord" della canzone sono localizzati: vengono infatti dallo Zagori, regione assai montuosa... (continua)
ARANCIO AMARO (continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 24/7/2015 - 18:13
Versione del gruppo punk spagnolo (1983). Talmente famosa la loro versione di Lili Marleen, che la band era conosciuta anche come "Los chicos del Lili Marlén".
Chanson italienne – Carne da cannone – Casa Del Vento – 2001
Ainsi s'appelaient les soldats envoyés à mourir dans les tranchées lors de la Première Guerre Mondiale. Une chanson antimilitariste, sur les gars, fils de pauvres gens, un non grand et ferme contre la guerre.
Siamo due italiani che stiamo in argentina.
Stiamo per fare un cortometraggio sulle donne ribelli morte per i loro ideali. Donne dimenticate, per il maschilismo, per la censura...
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Si parlera di Edera de Giovanni, Irma Bandiera e Tamara Bunke.
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