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I centomila di Redipuglia

I centomila di Redipuglia
Il testo della canzone me lo ha dato Alessandra Kersevan: negli anni '70 lo cantava con il gruppo "Il canzoniere di Aiello".

Dall'accenno all'ecologia sembrerebbe una canzone anni '60-'70, ma non escludo sia un testo più antico al quale è stato storpiato un verso. Comunque l'accenno al vino buono come risultato del massacro è diffuso: nel Goriziano gira la storia che le migliori annate del Collio furono quelle immediatamente successive alla prima guerra mondiale. Anche la mia prof di storia e filosofia delle superiori (Anita Burian) raccontava che i migliori Champagne furono quelli dopo la grande guerra...
I centomila di Redipuglia
(continua)
inviata da Piero Purini 7/5/2015 - 20:27
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Der Graben

Der Graben
HAUTALAULU
(continua)
inviata da Juha Rämö 7/5/2015 - 10:56
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Die Moorsoldaten [Börgermoorlied; Das Moorlied]

Die Moorsoldaten [Börgermoorlied; Das Moorlied]
8b. Vangin kehä: La seconda versione finlandese di Elvi Sinervo
8b. Vangin kehä: Alternative Finnish version by Elvi Sinervo

Elvi Sinervo, esponente e attivista del Partito Comunista Finlandese (SKP), rimase incarcerata come prigioniera politica dal 1941 al 1944. In carcere, nel 1943, scrisse questa sua seconda versione del Börgermoorlied, intitolata Vangin kehä (“Il cerchio del prigioniero”). Se ne ricorda una incisione del 1983 per uno spettacolo del KOM-Teatteri (con Kaj Chydenius), intitolato Kuivin jaloin (“Coi piedi asciutti”).

Elvi Sinervo was a member and activist of the Finnish Communist Party (SKP). She suffered political imprisonment from 1941 to 1944. She wrote this second version of the Börgermoorlied, titled Vangin kehä (“The Prisoner's Circle”) in 1943, during her imprisonment. We mention here a recording from 1983 for KOM-Teatteri's song show Kuivin jaloin (“With dry feet”), with Kaj Chydenius.
VANGIN KEHÄ
(continua)
inviata da Juha Rämö 7/5/2015 - 10:51
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The Auld Triangle

The Auld Triangle
“The Auld Triangle” nota anche come “The Banks of the Royal Canal” è una canzone autobiografica, che alcuni erroneamente ritengono sia stata scritta da Brendan Behan (o dal fratello Dominic) durante uno dei suoi soggiorni alla prigione di Mountjoy. Brendan nella sua vita bohémien fu spesso ospite delle galere irlandesi e inglesi:

"In March 1942 Behan was in Mountjoy for a few days after his release from borstal in Liverpool. In April he was arrested after a shoot-out with detectives near Glasnevin and sentenced to 14 years; he spent 18 months in the Joy, transferred to Arbour Hill, and released in an amnesty at the end of the War. He was back in Mountjoy twice more: in 1948 for assaulting a Garda and using profane and obscene language and in 1954 for drunk and disorderly." [Tim Carey, "Mountjoy: The Story of a Prison" (Cork: The Collins Press, 2000, 2005).
La prigione fu costruita nel... (continua)
Cattia Salto 6/5/2015 - 23:03
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Canto dei sanfedisti

anonimo
Canto dei sanfedisti
Vorrei ricordare anche l'interpretazione di Enzo Gragnaniello nel cd del 1999 "Dai Quartieri al San Carlo" allegato all'omonimo libro.
Flavio Poltronieri 6/5/2015 - 19:23
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Should I ever be a Soldier

Should I ever be a Soldier
JOS RYHDYN TAISTELUUN
(continua)
inviata da Juha Rämö 6/5/2015 - 17:41
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La cattiva strada

La cattiva strada
KAIDALLA TIELLÄ
(continua)
inviata da Juha Rämö 6/5/2015 - 14:54
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Ottocento

Ottocento
KAHDEKSANSATAA
(continua)
inviata da Juha Rämö 6/5/2015 - 14:51
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Un treno per Lenin

Un treno per Lenin
Un treno per Lenin, Davide Giromini e La Maledizione
Empoli, Palazzetto delle Esposizioni, 2 maggio 2015

CCG/AWS Staff 6/5/2015 - 13:20
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Sottosopra [Inno darmico del cavatore]

Sottosopra [Inno darmico del cavatore]
"Il primo disco di Giromini (con gli Apuamater) già conteneva una sorta di inno ancorato al territorio, un canto di lavoro, un plastico ritratto del durissimo mestiere del cavatore, la figurina vista col cannocchiale rovesciato nella distanza, è evocata dalla formula magica di un linguaggio esplicitamente arcaico, come quello di certe canzoni anarchiche ottocentesche. [...] Questa canzone è ispirata al nonno dell'artista, morto a 24 anni in un incidente sul lavoro, e perciò mai conosciuto. In un'altra recente canzone sul lato oscuro della storia d'Italia, l'ombra titanica del nonno morto in cava torna a essere il riferimento a una purezza perduta ancor prima di nascere."

Alessio Lega, in A - Rivista Anarchica
CCG/AWS Staff 6/5/2015 - 12:48
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Gladio

Gladio
[2014]
Testo e musica di Davide Giromini
Lyrics and music by Davide Giromini
Interpretata assieme a La Maledizione e pubblicata poi in Ostalghia (2016)


Empoli, 2 maggio 2015. Davide Giromini e La Maledizione in concerto


Ancora inedita in album. Gladio viene comunque eseguita ultimamente in modo fisso da Davide Giromini durante il suo tour di “Rivoluzioni Sequestrate”, il libro-album dove il Carrarino ci racconta come diventò un robot in un mondo, neanche troppo futuro, dove persino Dio è stato sostituito dalla Rete. Alessio Lega, in un articolo su A-Rivista Anarchica, parla brevemente anche di questa canzone, dove “l'ombra titanica del nonno morto in cava torna a essere il riferimento a una purezza perduta ancor prima di nascere”. E questo paese, la sua purezza (se mai sia esistita) l'ha persa nelle sue trame oscure, nei suoi misteri chiarissimi, nelle sue stragi, nella sua manovalanza... (continua)
Liberati o no,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 6/5/2015 - 12:28

Y el canto de todos, que es mi propio canto

Antiwar Songs Blog
Y el canto de todos, que es mi propio canto
Gracias a la vida è forse il più bell’inno alla vita in forma di canzone che sia mai stato scritto al mondo, quindi sarebbe già di per sé una canzone contro la guerra. Può essere che sia una delle dieci canzoni più famose di tutti i tempi, e del tutto giustamente. È, del resto, una […]
Antiwar Songs Staff 2015-05-05 22:13:00
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Ballade des gens qui sont nés quelque part

Ballade des gens  qui sont nés quelque part
LA CANZON DE QUEI NATI DE QUALCHE PARTE
(continua)
inviata da Benni 5/5/2015 - 02:20
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In den Ruinen von Berlin

In den Ruinen von Berlin
“In den Ruinen von Berlin” è una canzone scritta (parole e musica) nel 1948 da Friedrich Hollaender, compositore tedesco, ebreo, nato a Londra e divenuto celebre nella Berlino di Weimar prima che l’avvento del nazismo lo costringesse, come molti altri, a fuggire. Dopo un breve soggiorno a Parigi, emigrò negli States dove scrisse canzoni per le colonne sonore di molti film di successo.

“In den Ruinen von Berlin” la scrisse per Marlene Dietrich che la interpretò in “A Foreign Affair” (“Scandalo internazionale”), pellicola diretta nel 1948 da un altro immigrato di lingua tedesca e di religione ebraica, l’austriaco Samuel Wilder, divenuto poi Billy Wilder (cognome identico ma di pronuncia diversissima).

Non mi pare che il testo corretto del brano sia nè quello contribuito da Riccardo nè quello proposto da Gianluca. All’ascolto le parole sembrano proprio quelle indicate su questa pagina del blog Kreuzberg’d, dove però le parti in russo sono traslitterate in alfabeto latino.
IN DEN RUINEN VON BERLIN
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/5/2015 - 20:07




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